16 nu novembre

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Proletari di tutti i paesi unitevi!

nuova unità fondata nel 1964

Periodico comunista di politica e cultura n. 6/2016 - anno XXV

Il potere politico moderno è solo un comitato che amministra gli affari comuni dell’intera classe borghese Karl Marx

Togliere il potere ai nostri oppressori: è possibile! Le contraddizioni del sistema capitalista si acuiscono, ma la classe operaia stenta a rafforzare la sua capacità politica ed organizzativa, a noi comunisti, forti della nostra concezione di società nuova e dei principi ideologici basati sulla teoria marxista-leninista, l’onere di lavorare per rafforzare la lotta di classe Chiudiamo questo numero alla vigilia dell’anniversario della Rivoluzione socialista dell’Ottobre del 1917, la rivoluzione che ha portato il proletariato al potere nel primo Stato operaio della storia a dimostrazione che, con un autentico Partito comunista, la vecchia società si può distruggere, che è possibile abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione. L’esperienza storica dimostra che la questione fondamentale è quella di mantenere e difendere il potere conquistato e, per questo, è indispensabile il ruolo del Partito comunista (nella sua composizione operaia), della dittatura del proletariato ed evitare alla reazione di contrattaccare e riprendersi il potere politico ed economico. Per varie ragioni, tra le quali non di secondaria importanza l’azione dell’imperialismo, la prima esprienza di socialismo ha subito una momentanea sconfitta. Sempre in balia dell’imperialismo. Infatti quello marcato Washington (vedremo in quale senso andrà il “sognare in grande” del razzista Trump), attraverso la Nato, si espande nei Paesi dell’est (vedi a pag. 5) con lo spauracchio del ritorno dell’Urss e - mentre le popolazioni hanno perso ogni diritto: dal lavoro al sociale - e i comunisti sono sotto attacco e messi fuori legge. Si colpiscono ideologia, simboli, i mezzi di comunicazione russi e quelli delle repubbliche indipendenti del Donetsk e Luhansk che contengono “propaganda” comunista o promozione delle istituzioni sovietiche. A sostegno di queste manovre che hanno al centro la guerra c’è l’Italia belligerante con le sue 27 “missioni” militari in 19 Paesi. Un costo che si aggiunge alle spese di armamenti, alla produzione di armi, sempre più sofisticate e potenti, di appartenenza alla Nato e che nessuna forza politica mette in discussione. Terremoti, calamità naturali, messa in sicurezza del Paese potrebbero essere affrontati subito se si eliminassero le spese militari, o almeno si tagliassero. Più facile invece è tagliare sugli ammortizzatori sociali, la sanità, i trasporti. L’invio di 150 soldati al confine tra Russia e Lettonia è l’ultima decisione del servilismo atlantico del governo Renzi, fedele esecutore degli ordini dei poteri forti, che mantiene il silenzio sulle retate fasciste del governo turco Erdogan il cui esercito, nell’indifferenza generale dei governi capitalisti e delle ONG “umanitarie”, invade anche il territorio siriano a Nord di Aleppo (altra città rivendicata da Erdogan). nuova unità I soldati italiani (130 incursori del 17° stormo dell’Aeronautica dislocati a Erbil e 500 militari a presidiare la diga di Mosul) sono in prima linea in

tinuare a sfruttare meglio i lavoratori, ma per continuare a farlo - e meglio - vuole utilizzare un Patto mettendo al centro l’economia e fare ripartire la produttività, dove i lavoratori siano i “protagonisti attivi”. Che cosa intende Confindustria è ben Contro la ferocia chiaro. L’attacco al modello contrattuale che del capitalismo Confindustria sostiene: “ha dimostrato e i governi dei padroni di non funzionare bene nel momento attuale di deflazione”; l’abbattimento delporre fine alle divisioni le tutele finora conquistate; l’aumento sindacali dell’orario di lavoro, l’ulteriore restrizione del diritto di sciopero, dopo l’Accordo pagina 2 del gennaio 2014, che già impedisce alle organizzazioni firmatarie del contratto di scioperare - modello che vogliono esportare nel pubblico -. Con questo Patto vuole abbattere ulteriormente la conflittualità: ai giovani industriali il compito di richiedere la collaborazione dei sindacati confederali i quali dovranno cogestire il In nome della produttività futuro che ci aspetta fatto di tagli occue del profitto, i padroni e i pazionali e salariali. Per far passare le politiche antipopolari e loro governi risparmiano guerrafondaie i governi hanno bisogno anche i pochi centesimi di misure repressive, della violenza poliziesca - questa sì e non quella attribuita per la sicurezza dai mezzi di disinformazione in occasione della protesta di piazza a Firenze per costringendo gli operai la presenza di Renzi - e per la quale è stata Iraq nell’attacco della coalizione internazionale a lavorare in condizioni per la presa di Mosul, caduta un paio di anni fa vietata l’autorizzazione. Come ai tempi del fascisotto il controllo dei fanatici dello Stato islamico, smo si arriverà agli arresti preventivi dei militanti pericolose con le complicità qatariote, saudite, turche oltre per evitare le manifestazioni contro i rappresenpagina 3 che statunitensi, e a difendere la sede e gli uomini tanti del governo. Perciò anche il nostro impegno della ditta Trevi alla quale è affidata la messa in nel campo antifascista deve essere rafforzato. Ribadiamo: il nemico è in casa nostra. È la lotsicurezza dell’impianto. Che questo Governo sia fedele esecutore dei po- ta che in questa fase non deve mancare: contro teri forti non ci sono dubbi anche di fronte all’ac- l’aumento dello sfruttamento, la disoccupazione, celerazione delle riforme per realizzare il diktat il precariato,l’austerità, il fascismo, il razzilanciato dall’agenzia finanziaria statunitense smo, la “buona scuola”. Contro la militarizzazione Se noi lavoratori europei, J.P.Morgan contro le costituzioni “antifasciste” e del territorio - determinata dall’emergenza del “socialisteggianti”, comunque troppo rigide e con terrorismo che proprio il capitalismo alimenta -, ormai supersfruttati eccessive tutele a difesa della classe lavoratrice, le guerre di conquista di risorse e territori, le aggressioni ad altri popoli, per disarmare il nemico, anche se pensiamo come quella... italiana. Da mesi siamo sottoposti al bombardamento di portare avanti il processo di emancipazione ed di non esserlo, non ci una campagna sul referendum costituzionale per ottenere veri cambiamenti a favore della classe la quale sono stati stanziati 3 milioni di euro (gran lavoratrice e delle masse popolari. È nella lotta sveglieremo, i muri che parte dal finanziamento pubblico) che occupa che si vincono riformismo e opportunismo che tutti gli spazi di TV, radio e della grande stampa frenano il rovesciamento del sistema capitalista e si stanno costruendo alle dove, capitalisti e banchieri mettono a disposizio- la presa del potere da parte della classe sfruttata. nostre frontiere grazie Oggi le contraddizioni del sistema capitalista si ne tutti i loro mezzi a sostegno del Sì. Mentre i lavoratori - costretti ad interessarsi di un acuiscono, ma la classe operaia stenta a rafforzaanche al silenzio di noi terreno scelto dal nemico sono fuorviati dai pro- re la sua capacità politica ed organizzativa, a noi pri reali problemi e dalle tragedie internazionali comunisti, forti della nostra concezione di società che ci viviamo dentro, ci delle guerre - Confindustria prosegue il6/2016 suo assal- nuova e dei principi ideologici basati sulla teoria 1 cadranno addosso. to. In un recente convegno, alla presenza dei ver- marxista-leninista, l’onere di lavorare per rafforzatici Cgil-Cisl-Uil, ha lanciato il “Patto di fabbrica”. re la lotta di classe e togliere il potere ai propri pagina 4 La sostanza è sempre la stessa ovvero come con- oppressori.

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