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L’importanza del dio Asclepio nell’antichità
Asclepio, che i latini chiamavano Esculapio, era figlio del Dio Apollo e di una donna mortale di nome Coronide. Quest’ultima, mentre teneva in grembo il figlio ancora in tenera età, fu assassinata della dea Artemide con una freccia lanciata da lontano. L’assassinio era stato meditato e portato a termine da Apollo, che era abbastanza adirato perché Coronide lo avrebbe tradito con un altro mortale di nome Ischi. Sin da bambino Asclepio dimostrò tanta predilezione verso il mondo scientifico al punto che il padre Apollo lo affidò al centauro Chirone perché conoscesse e apprendesse i fondamenti della scienza medica. Asclepio denotò subito grande interesse verso questa disciplina e la sua abilità cominciò non solo ad essere apprezzata dagli uomini ma anche dagli dei, tanto che Zeus, preso da invidia, non esitò ad ucciderlo con un fulmine. Ma lo stesso Zeus, padre degli dei, si pentì ben presto del suo gesto e lo fece ritornare alla vita, e da semidio lo elevò a divinità minore.
Di Asclepio abbiamo avuto notizie anche dall’Iliade omerica, quando fra gli eroi greci che parteciparono alla guerra di Troia sono stati citati i suoi due figli, Podalirio e Macaone, i quali erano anche medici militari. Asclepio era un medico e, nello stesso tempo, un guaritore ed il centauro Chirone gli insegnò a curare le ferite. Proprio allora si generò la figura del medico-mago che, oggi corrisponderebbe ad uno stregone oppure allo sciamano: quindi, cominciò a farsi largo la medicina secondo una concezione magico-religiosa e taumaturgica del male e della terapia da applicare. Asclepio, che fu considerato un medico-mago, nei suoi interventi sugli ammalati utilizzava incantesimi, sacrifici, purificazioni rituali, infusi di erbe per guarire dalle malattie, che venivano viste come una punizione inviata dalle divinità. Quindi, la medicina ebbe origine divina e seguitò ad essere in tal modo considerata fino al V secolo a.C., quando si affermò Ippocrate di Coo, le cui teorie porteranno un’innovazione profonda e rivoluzionaria nel mondo della medicina. Ad Asclepio, tra il IV ed il III secolo a.C., venne dedicato ad Epidauro, antica città dell’Argolide (Peloponneso nordorientale) un santuario, che divenne col passare del tempo una solenne “città della salute”.
Infatti, nei pressi del santuario sorgeva una fonte sacra, celebre fin dal VI secolo a.C., esso era affiancato da altri templi, porticati, da alloggi riservati a sacerdoti e pellegrini e da un teatro tra i più perfetti del mondo greco, costruito da Policleto il Giovane (350 a.C.) e tuttora utilizzato per le straordinarie qualità acustiche. Il culto di Asclepio si diffuse in ogni angolo della Grecia e santuari gli furono dedicati nelle colonie greche dell’Italia meridionale, in Sicilia e persino a Roma dove Asclepio sarà venerato, a partire dal III secolo a.C., con il nome di Esculapio. Ma la città di Epidauro per oltre un millennio fu meta di pellegrinaggi di fedeli al culto di Asclepio: questo culto riuscì a superare le credenze religiose degli invasori barbari del III secolo a.C. e si oppose anche all’affermazione del Cristianesimo, che oramai aveva messo ai margini i riti pagani. Solo nel 426 d. C. l’imperatore romano d’Oriente Teodosio II pose fine a questo culto e lo vietò per sempre. Per Asclepio, infine, venivano organizzate pure le Asclepieie, feste che comprendevano i giochi minori, competizioni sportive e musicali e anche rappresentazioni teatrali, che erano considerate parte integrante di ogni terapia.
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Fu considerato un medico-mago, nei suoi interventi sugli ammalati utilizzava incantesimi, rituali, infusi di erbe per guarire dalle malattie
di Barbara Ciardullo