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Una biodiversità tutta da tutelare

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Litorale laziale © NoyanYalcin/shutterstock.com

I dati Istat sulla popolazione

Nelle quindici regioni italiane bagnate dal mare vi sono, come registra l’Istat nel “Rapporto sul territorio 2020”, 644 comuni litoranei, pari a l’8,1% del totale. Tra il Censimento del 1951 e quello del 1981, la popolazione lì è aumentata di circa 4,4 milioni, passando dal 26,4 % al 29,9% del totale nazionale. Una leggera riduzione degli abitanti c’è dal 1991, fino al 28,0% del 2011. Dividendo i cittadini per macro-aree, il 53% risiede nel litorale tirrenico, il 24% in quello adriatico e il 23% nelle isole. La regione con più popolazione rivierasca è il Lazio (per la presenza del comune di Roma), seguito da Sicilia e Campania. Oltre la metà dei residenti si trova nel Mezzogiorno. Le aree marittime risultano anche le più densamente popolate: in media 398 abitanti per km2, rispetto ai 167 di quelle non litoranee. Ciò dipende, in gran parte, dalla presenza di grandi centri urbani, tra cui dieci capoluoghi di regione. «L’ inverno passerà / fra la noia e le piogge, / ma una speranza c’è / che ci siano nuove spiagge». Il desiderio espresso nel 1983 da Renato Zero e Dario Baldan Bembo nel brano “Spiagge” li accomuna a quella dell’associazione “Marevivo”. Trentasei anni dopo la prima attività di pulizia è partita in aprile la nuova campagna nazionale “Adotta una spiaggia”, con cui sarà possibile aiutare le attività di ripulitura, osservazione e valorizzazione di numerose coste in tutta Italia, dalla Liguria alla Sardegna, dal Friuli - Venezia Giulia alla Sicilia.

Il delicato equilibrio di quell’ambiente in cui la terra incontra il mare troppe volte corre il rischio di venir rovinato dai nostri modi di agire sbagliati. Sottrarre sabbia, conchiglie, distruggere la vegetazione e le tante creature che vivono sul litorale o nelle acque vicino alla riva crea danni incalcolabili per un ambiente delicato e indispensabile al quale, spesso purtroppo, siamo abituati a pensare solo nei mesi estivi. A prendersi cura delle “adozioni” saranno i volontari presenti sul territorio, i quali da anni hanno deciso di dedicare il proprio tempo per tutelare l’integrità, il pregio naturalistico e l’incanto di luoghi sorprendenti, che ci fanno essere orgogliosi di vivere in Italia.

Le donazioni da cinque euro in su (una tantum, mensili o annuali) consentiranno di mettere in piedi o favorire in futuro la pulitura e tutte le azioni di sensibilizzazione verso la popolazione e le istituzioni, anche tramite l’installazione di pannelli informativi. Sul sito internet di “Marevivo” è possibile selezionare quale lido “difendere”, decidendo di seguire il cuore o la razionalità, con un occhio attento al punto di vista naturalistico. «Quando pensiamo alla spiaggia - dice Raffaella Giugni, responsabile delle relazioni istituzionali di “Marevivo” - spesso non ci rendiamo conto che si tratta di un ecosistema complesso, habitat naturale di centinaia di animali e piante marine. Per proteggerla dobbiamo capirne il valore, guardarla con occhi diversi.

Per questo abbiamo deciso di lanciare questa campagna e di chiedere a tutte le persone che amano il mare di aiutarci a preservare decine di spiagge in tutta Italia e gli animali che le abitano». La frase “Conoscere per amare, amare per proteggere” rappresenta la mission di tutti gli associati e lo spirito dell’iniziativa che pensa a salvaguardare i luoghi per la villeggiatura, ma anche l’ambiente, meritevole di essere preservato e rivalutato. Secondo il “Rapporto sul territorio 2020” dell’Istat (Istituto nazionale di statistica) le zone bagnate dai mari della nostra penisola sono molto estese, così come la linea di costa, coprendo il 6% del totale europeo. Siamo al quinto posto tra i Paesi Ue 28 (per le caratteristiche frastagliate Svezia, Finlandia e Regno Unito insieme rappresentano circa la metà della linea costiera complessiva dell’Unione). Caratterizzato storicamente da un’elevata urbanizzazione il territorio litoraneo italiano ha caratteristiche climatiche e morfologiche diverse tra est e ovest.

Nel complesso, per un quarto della propria estensione sono presenti parecchie attività antropiche. La loro incidenza raggiunge il 55% in Liguria e il 47% in Friuli-Venezia Giulia, dati i numerosi insediamenti urbani, le città e le aree portuali di notevole dimensione (Genova, Trieste, La Spezia e Monfalcone). L’aspetto naturale maggiormente rappresentato è la tipologia sabbiosa (il 47,8%). È prevalente specialmente lungo l’Adriatico; in Veneto ed Emilia-Romagna, rappresenta circa i tre quarti del totale. Sardegna e Toscana possiedono, invece, un’incidenza elevata di litorale con vegetazione naturale e coste rocciose (nell’insieme intorno al 50%).

«Le principali minacce e pressioni su questi ambienti fragili - scrivono sul sito di “Marevivo” - sono l’inquinamento, la cementificazione delle coste, il turismo irresponsabile, le attività di vario genere che si svolgono nell’immediato entroterra, la distruzione delle praterie sommerse di posidonia, la presenza di specie aliene, la distruzione degli alvei dei fiumi. Si stima che l’inquinamento delle spiagge colpisca più di 800 specie di fauna selvatica in tutto il mondo, e sono più di 100.000 gli uccelli, le tartarughe marine e i mammiferi marini che ogni anno muoiono a causa dei rifiuti di plastica abbandonati. Hanno la loro influenza anche fenomeni a scala globale come i cambiamenti climatici e l’aumento delle tempe-

rature medie del pianeta». Frequentemente i numerosi bagnanti e il rumore che producono disturbano animali come il fratino o la tartaruga marina Caretta caretta. Essi non riescono a trovare un po’ di pace o le condizioni adatte per la propria riproduzione, la deposizione e la schiusa delle uova o per lo sviluppo dei nuovi nati. La vegetazione costiera è, quasi ovunque, sparita oppure molto danneggiata e non riesce più a contrastare l’avanzata dell’erosione. Specie tipiche che ritroviamo sugli arenili del bacino mediterraneo come il giglio di mare (pancratium maritimum, pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae) o la sfinge del pancrazio (una farfalla notturna il cui bruco si nutre esclusivamente delle foglie regalate dal giglio), stanno ormai diventando rare, una perdita che questo “mondo tra i due mondi” non merita. (G. P.).

UNA BIODIVERSITÀ TUTTA DA TUTELARE

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