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I colori della primavera dalle piante tintorie

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© Inna Bigun/shutterstock.com

Proteggersi dalle radiazioni anche con i coloranti naturali utilizzati per tingere lino, canapa e cotone

Con l’arrivo della primavera diventano più numerose le occasioni per stare all’aria aperta. Tuttavia, è proprio in questa stagione che bisogna prestare attenzione ai raggi Uv, perché la nostra pelle non è pronta all’esposizione. Se la gamma dei filtri solari oggi offre un’ampia scelta, a seconda del fototipo, la ricerca si orienta anche sulla capacità dei tessuti di schermare al meglio i raggi ultravioletti. In tal senso, un ruolo importante può appartenere ai coloranti naturali, utilizzati soprattutto per tingere lino, canapa e cotone, che possono contribuire a proteggerci dalle radiazioni.

Daniele Grifoni, dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche, ha spiegato: «Esistono svariate piante tintorie dalle quali è possibile estrarre coloranti naturali. Ad esempio, dalle radici della robbia tintoria e della robbia selvatica si ricava il rosso, mentre il blu viene ottenuto dalle foglie del guado, il giallo dai fiori dell’elicriso, il marrone dalla corteccia del castagno e le bucce della cipolla possono fornire un colore rossastro. Molti coloranti naturali risultano, inoltre, composti da sostanze che ostacolano lo sviluppo di batteri e presentano anche caratteristiche protettive nei confronti della radiazione ultravioletta». Questi coloranti sono particolarmente indicati per coloro che risultano sensibili alle dermatiti allergiche e trovano impiego anche nella realizzazione di indumenti per neonati. Il ricercatore ha studiato il rapporto tra Uv e tinture vegetali. «Dai dati sperimentali emerge- riferisce Grifoni- come le tinture oggetto di alcune prove contengono un’ampia gamma di polifenoli, molecole che generalmente risultano possedere caratteristiche tali da determinare un certo assorbimento nella banda Uv. Nel caso del lino, ad esempio, i tessuti mordenzati con allume di potassio e tinti con elicriso, lavanda selvatica e robbia selvatica mostrano livelli di protezione Uv che vanno da molto buono a buono.

Nel caso della tintura con elicriso, si è ottenuto un buon livello di protezione anche con la mordenzatura effettuata con i tannini naturali. In ogni caso, i valori Upf dei tessuti colorati e mordenzati con i tannini sono in genere più bassi di quelli dei tessuti trattati con allume di potassio; ciò indica come i fissanti metallici possano determinare un miglior “legame” tra colorante e tessuto. Appare evidente che anche altri parametri possono influenzare il grado di protezione Uv, come ad esempio lo spessore e la trama del tessuto o la composizione chimica della fibra».

Un altro studio condotto dal Cnr-Ibe, «Risorse dei territori rurali e impresa femminile nell’artigianato tessile», ha avuto come finalità il censimento e la valutazione di tali attività artigianali in alcune aree rurali soggette all’abbandono, nelle regioni Toscana, Emilia Romagna, Campania e Sardegna e i benefici per l’economia locale, grazie all’opportuna valorizzazione di una produzione di nicchia molto pregiata a cura prevalentemente femminile. (P. S.).

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