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INNOVAZIONE
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Parlare oggi di possibilità di lavoro e di mercato del lavoro potrebbe sembrare un puro esercizio accademico. La situazione attuale parrebbe indurre ad analizzare altre emergenze, trascurando quelle non strettamente legate al quella sanitaria.
Come spesso accade, la realtà è ben più complessa e le artificiali semplificazioni servono a poco. Le dinamiche macroeconomiche continuano ad evolvere, anche se quelle microeconomiche sembrano ristagnare. Questo significa che l’evoluzione del mercato del lavoro è oggi in piena effervescenza, rapida modificazione e sta mettendo in luce opportunità che sarebbe poco accorto trascurare, solo perché la loro definitiva realizzazione non è dietro il prossimo angolo, ma solo ad un isolato di stanza.
Come ho più volte affermato, il successo di una professione viene in gran parte determinato dalla sua capacità di intercettare bisogni emergenti e di rispondere a esigenze concrete espresse dalla società, anche se non ancora esplicitate. Per scendere sul terreno della prassi e chiarire come l’evoluzione che stiamo vivendo possa essere utilizzata per innovare la nostra professione di biologo, vorrei partire da dati concreti offerti da due importanti strumenti demoscopici: AlmaLaurea e il Rapporto Excelsior di Unioncamere.
AlmaLaurea è un consorzio tra 76 Atenei, che licenziano circa il 90% dei laureati del sistema universitario italiano, e realizza ogni anno due indagini profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo. Il sistema informativo Excelsior, invece, fornisce annualmente i dati di previsione sull’andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese. Questi due strumenti permettono di avere un quadro abbastanza chiaro delle tendenze del mercato del lavoro, anche se l’integrazione dei dati, forniti da queste due fonti, non è sempre un esercizio semplice.
AlmaLaurea ci informa, nel suo ultimo rapporto, che i dati Istat relativi al tasso di occupazione mostrano un tendenziale miglioramento. Il 2019 ha fatto registrare, nella fascia di età 20-64 anni, un tasso di occu-
I BIOLOGI E IL MERCATO DEL LAVORO
di Stefano Dumontet*
pazione pari al 63,5% (+ 0,5 punti percentuali rispetto al 2017 e + 3,0 punti rispetto al 2015). Gli obiettivi fissati per il 2020 prevedevano il raggiungimento di un tasso di occupazione nella fascia d’età 20-64 anni pari al 67%. Correndo il rischio di fare osservazioni lapalissiane, e ragionando in negativo, cioè sul fronte della disoccupazione invece che su quello dell’occupazione, il 67% di occupazione corrisponde al 33% di disoccupazione, una cifra al limite della tenuta sociale di una nazione. L’attuale situazione non ha certo migliorato le cose.
Nella figura 1.2, ripresa dall’ultimo rapporto AlmaLaurea, è indicata l’andamento del tasso di occupazione in alcuni paesi europei e la media europea, dal 2004 al 2019. Come si vede, l’Italia mostra una vistosa sofferenza rispetto alla media dell’UE a 28 stati. Poiché il Paese deve pur andare avanti e la sua economica deve pur essere alimentata dall’esercizio di competenze tecniche, cerchiamo di capire cosa può fare il biologo e quali sono le richieste delle aziende in termini di competenze professionali che il biologo può esprimere. Sempre Alma Laurea, guardando al modello europeo, ci informa che il gap occupazionale italiano riguarda posti di lavoro qualificati, in servizi pubblici o alle imprese,
AlmaLaurea è un consorzio tra 76 Atenei, che licenziano circa il 90% dei laureati del sistema universitario italiano, e realizza ogni anno due indagini profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo.
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Figura 1.12. Spesa per Ricerca e Sviluppo in alcuni Paesi europei. Anni 2000-2008 (valori percentuali rispetto al Pil).
Figura 1.13. Occupati nelle professioni ad elevata specializzazione in alcuni Paesi europei. Anni 2004-2019 (valori percentuali).
Figura 5.5. Laureati magistrali biennali dell’anno 2014: tasso di occupazione per ripartizione geografica di residenza alla laurea. Anni di indagine 2015, 2017, 2019 (valori percentuali). per i quali è necessario un titolo di studio elevato. In altri termini, la domanda di impiego nei settori ad alta intensità di conoscenza è più bassa in Italia che negli altri paesi europei.
Questo dato negativo è spiegabile tenendo presente la scarsa propensione per la ricerca e sviluppo che caratterizza l’Italia, ben illustrata dalla figura 1.12 (elaborazione AlmaLaurea su dati Eurostat).
Non c’è dunque da stupirsi se l’occupazione nelle professioni ad elevata specializzazione segua l’andamento illustrato dalla figura 1.13 (fonte: AlmaLaurea).
Nel 2019 il tasso di occupazione, a un anno dal conseguimento del titolo, è pari al 74% tra i laureati di primo livello e al 76% tra i laureati magistrali. Questo dato mostra un tendenziale miglioramento del tasso di occupazione che, nell’ultimo quadriennio, risulta aumentato di 8,4 punti percentuali per i laureati di primo livello e di 6,5 punti per i laureati di secondo livello. Bisogna comunque ricordare che nel 2008 il tasso di impiego ad un anno dalla laurea dei laureati triennali era dell’82% e quello dei laureati magistrali dell’80%. A 5 anni dal conseguimento del titolo i tassi di occupazione salgono all’89% per i laureati di primo livello e all’87% per quelli magistrali. Le note differenze territoriali, tra nord e sud del nostro paese, si confermano anche nel tasso di occupabilità dei laureati, come mostrato nella figura 5.5 (Fonte AlmaLaurea).
Oltre che il tasso di occupazione, è interessante osservare la retribuzione ad 1 anno e a 5 anni dalla laurea. Questa è in media, ad un anno dalla laurea, di 1.210 euro per i laureati di primo livello e di 1.324 euro per i laureati magistrali. Questi valori passano, a cinque anni dalla laurea, a 1.418 e 1.512 euro per i laureati triennali e per i magistrali, rispettivamente.
Passiamo ora ad esaminare le statistiche che ci stanno più a cuore: quelle relative alla nostra professione. Ci riferiamo solo alla situazione dei laureati magistrali. Prima di esaminare i dati, vorrei ricordare che AlmaLaurea ricomprende i biologi in un gruppo, a mio avviso troppo eterogeneo, che chiama “gruppo Geo-Biologico”. Non è chiara la ratio di tale scelta. In ogni caso, in questo raggruppamento, seppur arbitrario, il tasso
di occupazione a 5 anni dalla laurea quin- to per quanto riguarda competenze quali la quennale è dell’82,8%, contro il 93,9% dei capacità di analisi e di problem solving, la laureati in ingegneria. capacità di lavorare in autonomia, la capa-
Sempre a 5 anni dalla laurea, i laurea- cità di apprendimento continuo, la resilienti magistrali del gruppo “Geo-Biologico” za, la tolleranza allo stress e la flessibilità. I sono occupati per il 16,0% in attività di responsabili d’impresa ritengono che circa lavoro autonomo e per il 41,1% in attività il 40% dei lavoratori avrà necessità di una di lavoro con contratto a tempo indetermi- riqualificazione e si aspettano che i lavoranato. Il 42,9% è compresa nella galassia del tori acquisiscano nuove competenze durante precariato, che va dai contratti “non stan- la vita lavorativa. Quindi, appare ovvio che dard”, ai contratti “parasubordinati”, alle le imprese, se si aspettano una propensiotipologie “senza contratto”, agli assegni di ne alla riqualificazione e all’aggiornamento ricerca, ecc. dei propri dipendenti, saranno propense ad
A 5 anni dalla laurea i laureati magistrali assumere lavoratori con particolari doti di del gruppo “Geo-Biologico” hanno una re- avanzata professionalità. A questo bisogna tribuzione media di 1.584 euro per gli uomi- aggiungere che progettualità relativa all’utini e di 1.467 euro per le donne, in linea con lizzo delle risorse del piano Next Generation il gruppo “Medico/professioni sanitarie” la EU (https://www.europarl.europa.eu/Recui retribuzione media, a fronte di un mag- gData/etudes/BRIE/2020/652000/EPRS_ gior tasso di impiego a 5 anni dalla laurea BRI(2020)652000_EN.pdf), , orientata alla (91,0% contro il nostro 82,8%), è di 1.581 sostenibilità e allo sviluppo delle competeneuro per gli uomini e di 1.477 per le donne. ze green e digitali, accentuerà ulteriormente
Fin qui l’impietoso quadro offerto dalle il fabbisogno di queste competenze e la dostatistiche. Bisogna comunque considerare manda di cosiddetti green jobs. come questo tipo di analisi sia importante, La futura richiesta di competenze, seconma non sufficiente. Più interessante è il qua- do il Rapporto Excelsior, si concretizzerà dro sulla nostra professione che ci offre l’ul- come mostrato nella figura che segue. timo “Rapporto Excelsior” di Unioncamere, intitolato “La domanda di professioni e di formazione delle imprese italiane nel 2020”. Questo rapporto, differentemente da quello di AlmaLaurea, prende in considerazione la trasformazione imposta dalla crisi in atto e cerca di individuare le prossime necessità, in termini di competenze, che il mercato del lavoro Fabbisogni previsti per grandi gruppi professionali in Italia 2020-2025 (distr. %). esprimerà nei prossimi mesi. Una considerazione preliminare è che il divario tra l’Italia e Come si vede, la richiesta di professioni l’Europa, in termini di richiesta di professio- specialistiche e dirigenziali e di professioni nalità ad alta intensità di conoscenza, sarà il tecniche diminuirà nel quadriennio prossibanco di prova della tenuta del nostro siste- mo in relazione al biennio 2020/2021. ma economico. Più che preoccuparci per quanto ripor-
Il divario tra le competenze richieste e tato da Unioncamere, conviene soffermarci quelle possedute dai lavoratori continua a sulle possibilità che i “macrotrend” nell’eessere elevato ed è destinato ad accrescersi voluzione del mercato del lavoro chiedono ulteriormente nei prossimi anni, soprattut- ai biologi. Anche in questo caso il Rapporto
A 5 anni dalla laurea i laureati magistrali del gruppo “Geo-Biologico” hanno una retribuzione media di 1.584 euro per gli uomini e di 1.467 euro per le donne, in linea con il gruppo “Medico/professioni sanitarie”.
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delle sue necessità in termini occupazionali. Nella tabella che segue sono individuate le necessità del mercato del lavoro in funzione di ciò che abbiamo appena descritto. Dalla tabella si deduce che ci sarà, per i dirigenti e per le professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione, una difficoltà di reperimento delle competenze pari al 40% delle esigenze. Per tutto il sistema del mercato del lavoro (industria più servizi) si prevede una Excelsior è per noi uno strumento impor- difficoltà di reperimento delle competenze tante. Nel rapporto si legge “Da un’analisi che riguardano le nuove tecnologie della vita complessiva delle caratteristiche delle entra- (biotecnologia e salute) pari al 66% del totate programmate dalle imprese dell’industria le delle esigenze. Per il settore chimica, mae dei servizi per il 2020 emerge che la contra- teriali e biotecnologie (non mediche) questo zione del loro numero assoluto non ha inciso valore sale ad oltre il 77%. sul processo di cambiamento qualitativo del- Per quanto riguarda i lavoratori con la domanda di lavoro già in corso”. E anco- competenze di livello universitario, gli skill ra “[...] si osserva che nelle imprese italiane più richiesti saranno: lavorare in gruppo sta proseguendo il processo di adattamento (96,9%), problem solving (96,9%), lavorare della forza lavoro ai cambiamenti strutturali in autonomia (94,2%), flessibilità e adattaindotti dai megatrend prima delineati e ora mento (98,1%) e risparmio energetico e soinfluenzati dalla crisi sanitaria, che sta acce- stenibilità ambientale (84%). Come si vede, lerando alcuni aspetti e modificandone al- insieme a competenze specialistiche sono tri”. E per concludere: “Nel 2020 si rileva fortemente richieste competenze trasversali una significativa crescita della difficoltà di e ”soft skils”. reperimento, che dal 26% del 2018-19 sale a Per quanto riguarda le competenze spequasi il 30% nel 2020; in lieve aumento an- cifiche, in relazione al gruppo di professioche la richiesta di una precedente esperienza nalità nel campo agrario, agroalimentare e lavorativa. Si acuisce quindi ulteriormente zootecnico i biologi si classificano come la la difficoltà delle imprese a trovare i profili quarta professionalità più difficile da reperidi cui necessitano, problematica che riguarda ormai quasi una figura su tre.” Dunque, a fronte di una contrazione degli effettivi, cresce molto la difficoltà a reperire competenze strategiche.
E’ qui che la nostra professione potrebbe trovare Entrate programmate per grandi gruppi professionali secondo alcune caratteristiche 2020 (valori assoluti e soddisfacimento quote % sul totale).
re, mentre al quinto posto troviamo i tecnici della produzione e del controllo di qualità, un’attività anche di nostra pertinenza.
Per quanto riguarda l’ambito biologico-biotecnologico, i biologi sono la prima professione più difficile da reperire seguita al terzo posto dai tecnici della produzione e preparazione alimentare. Non sembri una contradizione in termini il rilevare che i biologi sono la professionalità più difficile da reperire nell’ambito del settore biologico-biotecnologico. In effetti, ciò che è difficile reperire è una professionalità che coniughi competenze tecniche, competenze trasversali e soft skill, strumenti che non sempre l’Università italiana riesce a fornire ai suoi laureati, né gli studenti sembrano apprezzare come complemento indispensabile e aggiuntivo al carico didattico del corso di studi.
Il mercato del lavoro, secondo il Rapporto Excelsior, richiederebbe per il 63% laureati in scienze biologiche e biotecnologie e per il 34% competenze biologiche nel settore agrario, agroalimentare e zootecnico. Importante sottolineare che la richiesta di ulteriore formazione, oltre a quella ottenuta nel corso di studio, è pari all’82%. In altri termini, il mercato del lavoro reputa sufficiente le competenze acquisite con la laurea solo per il 18% dei casi.
Tra le competenze trasversali richieste troviamo: digitali (51%), analisi dati e programmazione informatica (31%), tecnologiche (42%), green (34%), comunicative (47% comunicazione in italiano e 26% in lingue straniere). I principali soft skill richiesti sono: 1) definire norme di qualità, “) applicare gli standard di qualità, 3) conoscenza dell’inglese, 4) delegare le attività, 5) lavorare in gruppo, 6) adattarsi al cambiamento, 7) pensare in modo analitico, 8) stabilire buone relazioni, 9) problem solving.
I principali e-skill richiesti sono: 1) processare i dati, 2) uso professionale di Microsoft Office, 3) fare ricerche su internet, 4) competenze nella gestione di database.
Se il quadro occupazionale del prossimo futuro non appare roseo, come contraltare bisogna rilevare che il mercato del lavoro fatica a reperire le competenze di cui ha bisogno. Esiste, dunque, una grande potenzialità di sbocchi occupazionali per chi ha voglia di completare le sue conoscenze tecniche affrontando nuove sfide. La nostra professione è particolarmente ben predisposta a questo tipo di nuove interazioni e contaminazioni culturali e tecniche. La biologia è al crocevia di numerosi approcci concettuali , che vanno dalla nano scala, alla micro scala, al livello cellullare, a quello dell’organismo per arrivare a quello ecosistemico passando per lo studio delle comunità. In aggiunta a tutto questo, bisogna elencare le competenze nel campo della certificazione di qualità, dell’Ecoaudit, dell’economia circolare, del risk assessment, della sicurezza alimentare, del biorisanamento tanto per citarne alcune tra le più importanti.
Il nostro corso di laurea offre una visione particolarmente plastica delle problematiche che attengono allo studio della vita, nella sua accezione più ampia. Il nostro Ordine ha ben chiarito questo concetto, facendo un inventario particolarmente completo di tutte le aree di potenziale interesse professionale del biologo.
Il messaggio di chiusura di questo mio intervento è di fiducia nelle potenzialità di una professione che ha tutte le carte in regola per esercitare un ruolo di primo piano nell’affrontare le sfide dei prossimi anni. Purché ci si apra a nuove prospettive e si seguano le vie della biologia lette alla luce delle nuove esigenze sociali.
Se il quadro occupazionale del prossimo futuro non appare roseo, come contraltare bisogna rilevare che il mercato del lavoro fatica a reperire le competenze di cui ha bisogno. Esiste, dunque, una grande potenzialità di sbocchi occupazionali per chi ha voglia di completare le sue conoscenze tecniche affrontando nuove sfide.
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