6 minute read
L a vignetta di ro LL i
Stefano Rolli (1966) è giornalista professionista. Dal 1990 lavora al Secolo XIX e dal 2002 le sue vignette escono ogni giorno sulla prima pagina del quotidiano ligure. Collabora a Il Giornalone, l’inserto satirico domenicale fondato da Luca Bottura in edicola con La Stampa e Il Secolo XIX. Sposato, niente figli, moltissimi gatti, suona la ghironda e abita sull’Appennino, dove i lupi vivono di vento. www.facebook.com/rollipage
100 Anni Degli Ordini Degli
Ingegneri E Degli Architetti
UN SECOLO DI STORIA E DI VITA: «ORA SFIDE IMPORTANTI»
di Mafalda Meduri
Sono accadute tante cose dal 1923 ad oggi e la prima cosa fu la guerra e successivamente l’impegno degli ingegneri nella ricostruzione tra boom economico, infrastrutturazione del nostro Paese fino ad arrivare agli anni ‘90 con la seconda Repubblica, il cambiamento relativo all’impianto normativo e la riforma del sistema ordinistico, laurea triennale e magistrale fino ad arrivare ad oggi con il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza con gli ingegneri chiamati in campo ad essere protagonisti consapevoli, competenti, responsabili
Gli Ordini degli ingegneri e degli architetti festeggiano il loro centenario con il convegno “1923-2023. Cent’anni di professione. Tra passato, presente e prospettive future”, al quale hanno partecipato le istituzioni locali, i consiglieri nazionali, le associazioni di categoria e tutte le realtà con cui i due Ordini si confrontano quotidianamente nello svolgimento della propria attività e della professione. Questo traguardo rappresenta un secolo di impegno e dedizione nel disciplinare e regolamentare l’attività di queste figure chiave nei settori della costruzione, dell’architettura, della meccanica, e di tutte le altre scienze tecniche nate nei successivi decenni.
Tutto ebbe inizio nel 1923, con l’approvazione della legge n. 1395, seguita dal regolamento del 1925, che gettarono le basi per la disciplina dell’attività degli ingegneri e degli architetti. Questo testo normativo, nonostante la sua età, è ancora oggi uno strumento fondamentale per la professione, come sottolineato dal consigliere Deborah Savio durante l’incontro. «Un testo che ho letto e riletto molte volte, ed ogni volta vi ho trovato una soluzione, una chiave interpretativa legata alla situazione, nonostante ormai sia una legge datata».
Una riconoscibilità sociale in termini di pubblica utilità. L’iniziale e chiara struttura ordinistica, che interpretava gli antichi principi dei movimenti corporativi artigiani, monastici e cavallereschi, è arrivata oggi a essere una macchina complessa, tanto autorevole quanto a volte fragile, aggiornandosi in particolare negli ultimi trent’anni dove si è registrato un acuire legislativo che conferma come il sistema, sebbene determini in autonomia le proprie regole, sia lo specchio della nostra società e stia con essa cambiando velocemente, estendendo gli ambiti operativi e acquisendo nuovi ruoli e compiti da svolgere. L’architetto e l’ingegnere sono due figure centrali della società: si sta vivendo un periodo storico nevralgico, di passaggio e quanto mai importante, come sottolineato dal presidente degli Ingegneri della Provincia di Genova, Enrico Sterpi - «i cento anni degli Ordini rappresentano un punto di passaggio in un momento di grande rivoluzione e fermento professionale. Il bagaglio culturale che portiamo con noi deve essere il motore di propulsione per il futuro, per affrontare le nuove tecnologie e i nuovi approcci alla vita professionale. Periodicamente si assiste a modifiche e revisioni di processi, che in questo caso sono radicalmente stravolti dalla forte digitalizzazione che ha coinvolto tutto il mondo. Riteniamo in questo momento di poter essere un punto di riferimento e aggregazione tra le istituzioni proprio perché i nostri iscritti rappresentano il patrimonio delle conoscenze destinate a migliorare la vita di tutti».
Vi è stato un confronto costruttivo tra i due presidenti, ed una comunione di intenti, come ha sottolineato Riccardo Miselli, presidente dell’Ordine Architetti PPC di Genova. «Essere iscritti a un Ordine deve ricordare il ruolo che abbiamo nella società, quello di essere il ponte tra la dimensione tecnica e quella umanistica e, soprattutto, di essere gli interpreti della volontà politica, attraverso il ‘progetto’, strumento di trasformazione capillare del territorio e dall’altissimo valore culturale. Piuttosto che una celebrazione autoreferenziale del passato, è necessaria una riflessione sulla stagione che stiamo affrontando per capire la direzione che vogliamo prendere. Oggi viviamo in una sorta di crisi permanente, dove la programmazione avviene spesso a valle di situazioni emergenziali e dove la tutela dell’ambiente, dell’abitare e il rapporto con il territorio sono tra le poche certezze con cui dovremmo confrontarci nei prossimi anni. Sebbene siano spesso confuse e ridotte a semplici servizi o lavori, le nostre attività hanno una profonda radice intellettuale».
«Gli ordini professionali, compreso il nostro, hanno lo scopo di promuovere e regolamentare l›esercizio delle varie professioni – ha spiegato Georgia Cesarone segretario e consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Genova. Negli ultimi anni, abbiamo istituito commissioni intersettoriali, che coinvolgono anche colleghi di altre professioni, come medici, avvocati e architetti. Questo è fondamentale per favorire l’incontro e la collaborazione multidisciplinare, che stiamo cercando di costruire. Inoltre, stiamo affrontando l’invecchiamento della popolazione e l’invecchiamento della nostra professione attraverso l’ingresso di più professioniste donne. Questo ha portato a un aumento delle competenze e della diversità di prospettive. Finora c’è stata una divisione rigida in tre settori, con l’ingegneria civile come il settore più rappresentativo e gli altri due settori (come il terzo settore) con una rappresentanza più bassa. Stiamo lavorando per cambiare questa situazione, perché crediamo che la trasformazione digitale sicura richieda competenze profonde e multidisciplinari. Non basta solo l’introduzione della tecnologia, ma occorre un aggiornamento costante delle competenze in tutti i settori dell’ingegneria e, più in generale, della società. Vogliamo superare le divisioni settoriali e lavorare per una trasformazione digitale sicura che coinvolga tutte le professioni e i settori della società».
La professione degli ingegneri e degli architetti ha subito negli ultimi anni una serie di cambiamenti e sfide, che richiedono un continuo aggiornamento e adattamento. L’evoluzione tecnologica, l’urgenza di affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico e l’importanza di integrare la sostenibilità nelle pratiche professionali sono solo alcuni dei temi che gli Ordini professionali si trovano ad affrontare.
Inoltre, la digitalizzazione ha avuto un impatto significativo sulla professione, con l’introduzione di nuovi strumenti e tecnologie che hanno semplificato e reso più efficiente il lavoro degli ingegneri e degli architetti. Dalla progettazione assistita da computer alla realtà virtuale, queste innovazioni stanno trasformando il modo in cui vengono concepiti e realizzati gli edifici e le infrastrutture.
Tuttavia, nonostante tutti questi cambiamenti, il ruolo fondamentale degli Ordini professionali rimane immutato: garantire la qualità e l’etica nella pratica professionale, tutelare il pubblico e promuovere la cultura dell’architettura e dell’ingegneria. Attraverso la promozione di standard elevati, la formazione continua e il controllo dell’esercizio professionale, gli Ordini professionali svolgono un ruolo cruciale nella società.
Per di più, gli Ordini professionali sono anche un punto di riferimento per gli stessi professionisti, offrendo supporto e orientamento nelle varie fasi della loro carriera. Organizzano corsi di formazione, conferenze e workshop per favorire lo scambio di conoscenze e l’aggiornamento professionale. In questo modo, contribuiscono a mantenere alto il livello di competenza e professionalità degli ingegneri e degli architetti.
Ma, nonostante i successi e i progressi compiuti in questi cento anni, ci sono ancora sfide da affrontare. Una di queste è la necessità di migliorare la comunicazione e la collaborazione tra le diverse figure professionali coinvolte nella progettazione e nella realizzazione di un’opera. Una maggiore integrazione e coordinamento tra ingegneri, architetti e altre figure professionali può portare a risultati migliori e più sostenibili.
Il centenario degli Ordini professionali degli ingegneri e degli architetti dunque è stato un momento di celebrazione, ma anche di riflessione sulle sfide e le opportunità che attendono la professione nei prossimi anni La professione degli ingegneri e degli architetti è in continua evoluzione e gli Ordini svolgono un ruolo fondamentale nel garantire la qualità e l’etica nella pratica professionale. Guardando al futuro, è importante che la professione si adatti ai cambiamenti tecnologici e sociali, mantenendo sempre il focus sulla tutela dell’ambiente e del benessere della società.
A testimonianza dello spirito missionario cui sono chiamati architetti e ingegneri, è sufficiente leggere il Codice deontologico delle due professioni, tra loro legate dall’origine in modo indissolubile, che richiama il professionista a svolgere il proprio lavoro con profondo senso di responsabilità nei confronti della collettività e ad aggiornarsi continuamente per perseguire tale obiettivo.
Del resto già nella prefazione di entrambi i Codici deontologici sono espressamente citati alcuni articoli della Costituzione a evidente monito per tutti gli architetti e gli ingegneri italiani del loro reale compito durate la vita professionale:
• art. 4, comma 2: «Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società»;
• art. 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni»;
• art. 41, commi 1-2: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana».