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Per un pugno di libri e di film

IL CONTAGIO DELLE IDEE

Si sono spesi fiumi di parole sul Covid e sulle conseguenze sanitarie e economiche che questa pandemia ha avuto nelle nostre vite. Non è opportuno ripetere il già detto… vorrei invitare ad una riflessione sulle conseguenze culturali che ha comportato, soprattutto in termini di mancate opportunità. Mi pare sia evidente, più di quanto non fosse già prima, che la nostra società, ed in particolare i nostri governanti, nonostante i proclami di varia natura e provenienza, considerano la cultura come qualcosa di non essenziale alle nostre vite. Certo, se si deve stilare una scala di valori, la vita e la salute sono al primo posto, è indubbio. Ma non si vede con quali criteri siano state compiute altre scelte da parte del governo: mi sembra chiaro che si è chiuso prima ciò che si riteneva meno utile, meno indispensabile. E così sono aperti i tabaccai e chiuse le scuole e i musei. Sono aperti i parrucchieri e chiusi i teatri e i cinema. C’è una grande ingiustizia in tutto questo: le menti vanno nutrite tanto quanto i corpi, ancor più se la malattia e l’isolamento ci costringono a ripiegarci su noi stessi. Il teatro in tutte le epoche è stato luogo di riflessione e mezzo di comprensione della realtà; questa funzione recentemente è stata assunta anche dal cinema. Nei musei si può respirare il bello e colloquiare con il passato. Tutti i luoghi che ho citato, scuole comprese, sono luoghi di aggregazione dell’anima, ed erano stati regolamentati perché non fossero luoghi di assembramento. Il contagio al loro interno è quello delle idee, del confronto, non della trasmissione di agenti patogeni. Interrompere questo flusso non è sano. La nostra società mostra già i primi sintomi di una malattia ben diversa dal Covid: disinteresse, ignoranza, mancanza di pensiero critico, violenza e aggressività, depressione. Tutto ciò va contrastato. Con la cultura e la relazione. A margine delle mie riflessioni, vorrei proporvi un bel libro

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CRISTINA DE STEFANO, Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori, Rizzoli, p. 331, 20 euro

che racconta la vita della dottoressa e pedagogista che rivoluzionò l’impostazione didattica con il suo metodo innovativo. Nelle scuole Montessori (di cui abbiamo un bell’esempio nel nostro quartiere, dove è attiva una sezione alla scuola primaria e a breve sarà aperta anche una sezione nella scuola dell’infanzia) il bambino è al centro del progetto e l’insegnamento è considerata una missione da attuare con amore. La Montessori elaborò anche materiale didattico originale, ma dichiarò anche che “non il materiale didattico, ma questa mia voce che li chiamava destò i fanciulli...”. E non credo che l’avrebbero sentita attraverso lo schermo di un pc. La Didattica a Distanza non può sostituire le relazioni fra docente e alunni e le tecnologie sono solo strumenti, non la sostanza dell’insegnamento. Credo che anche la Montessori sarebbe stata d’accordo.

Laura B.

L’IMMAGINE AI TEMPI DEL COVID

Quanta tristezza, chiuso in casa, dalla finestra vedo passare poche anonime persone celate in volto, alcune con il cagnolino al guinzaglio, altre a braccetto, tutte come solitari superstiti di un mondo altro. Il silenzio rotto solamente dalle sirene, non le affascinanti creature abitatrici dei mari della fantasia, ma quelle delle ambulanze in una ininterrotta sequela di viaggi verso la salvezza. Con il peso nel cuore tra dolore e paura, ma anche colmo di speranza confortata dalla fede, mi siedo in poltrona e accendo la tv. Tra le tante cose che sono cambiate di questi tempi c’è il cinema. Le sale cinematografiche sono chiuse, gli abituali incontri sospesi, ma la finestra virtuale sul mondo, che tutti abbiamo, rimane aperta per mostrarci un immenso panorama che può aiutarci a rinfrancare lo spirito. Certo bisogna scegliere, o meglio dosare le nostre scelte, nel senso che se ci concentriamo sui vari telegiornali e format che ininterrottamente ci parlano della pandemia, non ci rinfranchiamo di certo; se invece per un po’ ci estraniamo con un buon serial tv, un buon film, ognuno seguendo i propri gusti, allora scopriremo quanto beneficio possiamo avere. Le storie raccontate, le emozioni che ci coinvolgono, i sorrisi che facciamo e perché no anche le riflessioni che ci stimolano diventano un antidoto alla depressione. Quindi oggi non una scheda presentazione di un film, ma più semplicemente una riflessione su come la televisione, il cinema, l’immagine in genere, oltre alla lettura di un buon libro siano diventati un complemento importante delle nostre giornate. Complementi fonte di informazione e cultura, indispensabili alimenti per la mente e lo spirito. Augurandoci presto il ritorno alla nostra normalità dove però molte cose saranno cambiate, non l’amicizia e l’affetto, come di consueto auguro a tutti buona visione.

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