Il fatto quotidiano

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Pechino: “I giorni in cui lo zio Sam poteva sperperare sono finiti” I figli dei camerieri e dei cuochi cinesi presentano il conto all’America y(7HC0D7*KSTKKQ(

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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Domenica 7 agosto 2011 – Anno 3 – n° 187 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

TOLGONO AI POVERI

Guitto Palma di Marco Travaglio

SALVANO CASTA ED EVASORI È Pensioni d’invalidità, assegni di maternità, sostegni alle famiglie: il pareggio di bilancio per il 2013 annunciato dal governo mette a rischio lo stato sociale . Ma non si toccano i soliti noti

Il fumo e l’infamia di Antonio

Padellaro

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enerdì sera, davanti ai giornalisti convocati in tutta fretta su insistente pressing della Merkel, di Sarkozy e degli spazientiti banchieri di Francoforte, Berlusconi e Tremonti sembravano grandi amici, d’accordissimo soprattutto sul modo migliore di fregare gli italiani. Un gatto e una volpe piuttosto ammaccati dalla guerra che si sono fatti per mesi che con voce flautata non facevano che ripetere la frase: “Pareggio di bilancio nel 2013”. Ecco la formula magica che avrebbe finalmente convinto i famosi mercati a non gettare l’Italia sul lastrico. Ecco il mantra che avrebbe accompagnato gli italiani in gita di Ferragosto. Naturalmente, il pareggio di bilancio nel 2013 sarebbe un eccellente obiettivo per un Paese indebitato fino al collo, se dietro al fumo delle parole vane non si nascondesse una norma capestro. Infatti, in caso di mancato raggiungimento entro il settembre 2013 di risparmi di almeno 20 miliardi (ma qualcuno prevede oltre 30) nell’ambito della riforma fiscale, “si prevede un taglio drastico, lineare di molte agevolazioni fiscali che oggi vanno a vantaggio soprattutto delle famiglie più povere” (Tito Boeri). Del resto, basta scorrere la lista del saccheggio lineare per comprendere come un governo indecente stia per superare la soglia dell’infamia. Si va infatti dalle pensioni di invalidità, agli assegni di maternità, dai sostegni al nucleo familiare, agli interventi sul mantenimento del salario. Macelleria sociale che punta a smontare il welfare superstite colpendo perfino i disabili. Neanche una parola sugli evasori fiscali: 240 miliardi di euro l’anno sottratti all’erario. Silenzio assoluto, ovviamente, sui tagli ai costi della politica. Se non altro ci vengono risparmiate le solite balle sull’abolizione delle Provincie, l’accorpamento dei Comuni, la diminuzione del numero dei parlamentari, ecc. Quindi, non solo la Casta non molla un euro ma toglie ai poveri per mantenere prebende e privilegi. Fino a quando questi signori pensano di sfidare la sopportazione del Paese? E perché mai il mondo nella bufera dovrebbe dare retta a un vecchio viveur dai capelli tinti e ormai universalmente dato per bollito? Perché i famosi mercati dovrebbero fidarsi di un ministro dell’Economia che si faceva ospitare (in nero) da un collaboratore di non specchiate virtù? Il nostro vero debito sono loro. E sono loro che andrebbero drasticamente tagliati.

V

In Europa non si fidano più delle nostre promesse e vogliono vedere subito i soldi, sempre più vicini tagli fino a 32 miliardi pag. 2 - 3 - 4 - 5 z

SCHIAFFO AGLI USA

Udi Furio Colombo COSA DICONO I MERCATI IMPAZZITI di essere gli Ilia".mmaginiamo sceneggiatori del film "ItaAbbiamo appena girato la scena in cui i tre eroi della difesa del Paese contro il furore dei mercati ostili si sono coraggiosamente presentati in campo. pag. 18 z

Il presidente Barack Obama teme la reazione dei mercati domani (FOTO LAPRESSE)

Tagliato il rating del debito americano, la Cina: “Ora più rigore”. Fiato sospeso pag. 3 e 14 z per la riapertura delle Borse

“MISSIONI” x L’onorevole contro le banche

DINASTIE ITALICHE x Raccomandati molto speciali

Scilipoti e i suoi disinvolti paladini antiusura

Terna, la rete dei figli dal cognome pesante

Nel forum che dovrebbe combattere gli abusi sui prestiti l’onorevole si circonda di strani personaggi Di Blasi pag. 6 z

Tra i rampolli che lavorano nell’azienda quelli del generale Adinolfi, di Catricalà Lillo pag. 7 z e del pm Capaldo

nSomalia

Udi Enrico Fierro

Appello dell’Onu: “Donate, o carestia fino a dicembre”

ZEDDA: “ZERO PRIVILEGI A CAGLIARI”

Reguitti pag. 11z

on basta, era il minimo Npolitica, per ridare credibilità alla ma è ancora poco”.

CATTIVERIE Distribuito a Roma un decalogo antistupro: tra i consigli, quello di evitare vestiti appariscenti. Ti deve violentare per quello che sei. (www.spinoza.it)

all’interno pag. I - VIII z

Massimo Zedda, 35 anni, sindaco di Cagliari, spiega così la rinuncia al vitalizio e la sfida ai poteri forti della città sarda. pag. 9 z

stato un errore ribattezzare “Zitto Palma” il nuovo ministro della Giustizia. Se vi siamo incorsi è stato perché non si rammentavano sue esternazioni di particolare rilievo e, appena nominato Guardagingilli, non aveva speso una parola contro la legge del “processo lungo”. Ma si stava semplicemente orientando col tom-tom nella sua variopinta biografia di giudice prestato alla politica (che fortunatamente non l’ha più restituito), cognato di un avvocato (Dinacci, difensore del premier e di Brancher), compare d’anello del presidente dell’Anm (Palamara), amico di un pregiudicato (Previti). Poi, in pochi giorni, ha ritrovato la favella per commentare, sul Giornale e sul Pompiere, l’ultimo caso di Stato: le sue imminenti vacanze in Polinesia: “La destinazione non la dico, problemi di sicurezza”. Già, perché il nostro eroe è braccato da organizzazioni mafiose e terroristiche di ogni genere e tipo, Al Qaeda, Ira ed Eta incluse: “Ove mai si dovesse conoscere la meta, sarei costretto a portare con me la scorta, con aggravio per le casse dello Stato, cosa che non permetterò mai”. Ecco, nessuno osi insinuare che le ferie gravino sulle spalle dei contribuenti: “Purtroppo per me, si tratta solo di 16 giorni, da Ferragosto al 31. Le ho pagate a maggio coi punti Millemiglia, perché io appartengo alla classe medio borghese e come tale mi muovo. Ho una Mercedes di 12 anni, l’ho comprata usata nel 2006, pagandola credo 9mila euro. Poi non frequento i salotti, non vado al ristorante...”. Capita talvolta di incontrarlo alla mensa della Caritas, per dire. Ma è un duro, questo sì. Mica si lascia intimidire dal Fatto che lo chiama Zitto Palma: “Sono stato 25 anni sotto scorta per processi di terrorismo e criminalità organizzata. Mi insultassero pure, sono strutturato”. Non duro: strutturato, ecco. E pronto a metter mano all’epocale riforma della Giustizia, specie per impedire a certi putribondi magistrati di entrare in politica e poi di uscirne. Tipo lui, per esempio, che vi entrò nel 2001 senza mai lasciare la toga, ma ora ha scoperto improvvisamente il problema e lo risolverà da par suo: “Ho già chiesto i conteggi per il mio collocamento a riposo”. Il tempo di fare i conteggi, poi lascerà la magistratura. Con comodo. Decennio più, decennio meno. Nell’attesa, si colloca a riposo in Polinesia anche se i soliti malpensanti “alimentano polemiche sterili” per la sua assenza dall’Italia in piena burrasca finanziaria: “Non sono il ministro dell’Economia né dell’Interno. Non capisco perché sia tanto indispensabile che io rimanga qui. Sarò rintracciabile con telefoni e tecnologia varia, e dai quali (sic, ndr) mi sono messo in grado di tornare a Roma in qualsiasi momento, a mie spese”. Ecco, qualora l’assedio degli speculatori si facesse asfissiante e richiedesse la presenza di un tipo duro, anzi strutturato, lui si mette in contatto con tecnologia varia (un cellulare e, si sussurra, addirittura un i-pad) e, se non basta, torna. Si è messo in grado. Noi vorremmo qui lanciargli un accorato appello: resti pure in Polinesia, possibilmente più di 16 giorni, anzi 16 mesi, 16 anni, quanto gli pare. E si porti dietro il premier B con tutto il cucuzzaro di ministri e sottosegretari e, se avanza posto, parlamentari di maggioranza e, potendo, di opposizione. Per pagare a tutti un viaggio Roma-Tonga sola andata, gl’italiani non baderebbero a spese, ben felici di rinunciare alla loro idiosincrasia per la casta. Anche perché mille bungalow polinesiani ci costerebbero certamente meno di una casa a Roma per Tremonti o per Scajola. Eppoi il Belgio, senza governo da 415 giorni, è al riparo da turbolenze finanziarie e il suo Pil cresce del 2,4%. E non ha mai avuto un B. né un Palma. Figurarsi quanto potrebbe giovarsi l’Italia se il governo le venisse a mancare. La Giustizia, senza le “riforme” dei vari Palma, potrebbe persino rifiorire. E così l’economia se sparisse tutto il governo: oggi stesso Piazza Affari, anziché chiudere per eccesso di ribasso, riaprirebbe di domenica per eccesso di tripudio.


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