Il ministro Romani si consola: “ La Borsa preoccupa, ma il nostro Pil cresce dello 0,3%”. Lo Sviluppo economico è in buone mani
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Venerdì 19 agosto 2011 – Anno 3 – n° 196 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
BORSA DI MILANO -6%, FIAT -12%
Pota contro Pato di Marco Travaglio
TUTTO MERITO LORO M Da sinistra Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Sergio Marchionne
La manovra di Tremonti va in pezzi: troppe tasse sul ceto medio e troppi scudi per gli evasori. Bossi contestato nelle sue valli per i tagli ai comuni. Minato dalla sua stessa maggioranza, il governo è indeciso a tutto. Risultato: i mercati bastonano ancora l’economia italiana. Compreso il geniale Marchionne Lantini, Malagutti e Meletti pag. 2-3 z
P3 x Bonifico di mezzo milione da Massimo De Caro, rappresentante di Putin in Italia e amico di D’Alema
DELL’UTRI BANCOMAT, PURE DAI RUSSI Sul conto del senatore una pioggia di soldi Da una società legata a Mediaset 25 bonifici da 1 milione e 600mila euro
di Marco
Lillo
on smette mai di stupire il senatore Marcello Dell’Utri. Non ci sono solo i 9,5 milioni di euro di Berlusconi nei suoi conti correnti spulciati dalla Procura di Roma. Ci sono anche i 25 bonifici da un milione e 600 mila euro provenienti da una società fiduciaria alimentata con stock option Mediaset per 3 milioni di euro. E poi i 250 mila euro che arrivano da una società pubblicitaria che fa affari con il gruppo Berlusconi in Spagna. pag. 8 z
N Il senatore Marcello Dell’utri (FOTO DLM)
CATTIVERIE Casini: “Sembra il 1992”. Allora tra un po’ arriva la mafia a salvarci (www.spinoza.it)
Stephen King Due donne. Un viaggio con i figli. Una storia inedita il 19 agosto su
TERRORE x Decine di morti
Israele sotto attacco: razzi sui civili Poi la rappresaglia
Udi Federico Mello “AVVENIRE” E LA BUFALA D’AUTORE lettera dello scrittore Paco LsullaaIgnacio Taibo II comparsa ieri prima pagina di “Avvenire”, con tanto di replica affettuosa del direttore Marco Tarquinio, è falsa. L’autore vero è sempre lui: il re delle truffe editoriali, Tommaso Debenedetti. pag. 14 z
L’autobus preso d’assalto dai terroristi ieri a Eilat (FOTO ANSA)
Colpito un autobus al confine con l’Egitto. Tel Aviv reagisce subito: raid aerei su Gaza Cicardi, Zunini pag. 13 z
a sì, in fondo che sarà mai. La Borsa di Milano perde un altro 6%, consolidandosi all’ultimo posto in Europa, ma solo perché Africa e Asia non sono pervenute. La Fiat di quel genio di Marchionne che piace a destra ma pure a sinistra (“un vero socialdemocratico”, lo benedisse Fassino) chiude a -11,8 per questioni di dettaglio: la gente non compra le sue auto nemmeno a spararle. Tonica anche Fondiaria-Sai di quell’altro gigante di Ligresti (-4,7). Quando si dice la classe dirigente. La famosa manovra-bis da 20 miliardi o giù di lì che doveva rassicurare l’Europa e i mercati, mettendo in fuga gli speculatori cattivi, è evaporata nel breve spazio di cinque giorni: la rapina ai fessi che pagano le tasse non piace al rapinatore per motivi elettorali (pare che lo voti anche qualche contribuente onesto), la rapina agli statali non piace agli statali, i tagli agli enti locali non piacciono alla Lega (che controlla molti enti locali), Tremonti è talmente suonato che non riesce neppure a spostare due o tre festività. I Responsabili, o come diavolo si chiamano, si fanno vivi dalle località belneari proponendo “emendamenti al decreto”: e certo la notizia che si muove anche Scilipoti deve aver ulteriormente elettrizzato i mercati. Rimane la liberalizzazione di alcuni canili municipali, se ce la fanno. Si era pensato tassare un pochino i ladroni scudati, ma qualcuno al governo s’è sentito chiamato in causa e non se n’è fatto nulla. Alla parola “scudo” il Cainano ha avuto un sussulto e, ridestatosi improvvisamente come ai bei tempi quando arrivava la Carfagna, ci ha preso gusto e ha proposto di farne un altro. Ma gli è andata buca pure quella: e se non riesce più nemmeno a fare la cosa che gli veniva meglio – i condoni – la situazione dev’essere seria. In compenso il premier si consola con una bitumatura parietale nuova di zecca: come ogni estate, s’è rifatto il manto stradale. Senza badare a spese: gli asfaltatori ci hanno dato giù pesante sul capino del Capo, ora mancano solo le striscioline pedonali per Brunetta. Bossi intanto non esce più di casa. L’altroieri ha dovuto annullare il comizio a Calalzo: non tanto perché la metà del pubblico non ci avrebbe capito niente, quanto perché l’altra metà avrebbe capito tutto. Insomma, rischiavano di materializzarsi i famosi “trecentomila padani pronti alle armi”, ma per sforacchiargli i pantaloni. Ieri poi è apparso in Cadore per alcuni secondi: l’hanno osteso brevemente come la Sindone, in canotta di ordinanza, poi l’hanno prontamente ritirato, prima che ridesse del nano a Brunetta e rimostrasse il manico alla “Boniver bonazza”, che ora siede al governo insieme con lui. Subito sul luogo del disastro sono accorsi alcuni pensionati della bocciofila, tra i quali Calderoli in salopette tirolese e Tremonti in maniche di camicia, che ieri compiva gli anni: 64 prima della chiusura dei mercati, 84 dopo. Era prevista anche una cena di compleanno, ma è stata annullata perché alcuni elettori padani avevano scoperto il ristorante. L’astuto Calderoli, in arte Pota, ha frattanto individuato il buco nero che inghiotte le migliori risorse del Paese: gli stipendi dei calciatori. Sono loro, insieme agli speculatori, a cospirare contro la nostra sanissima economia: bisognerà tosarli come meritano. Chissà che ne pensa Pato, fidanzato di Barbara B. Ecco: un duello rusticano Pota-Pato è proprio quel che ci vuole per rassicurare i mercati. Peccato che rischi di incrinare i già fragili equilibri nella Real Casa di Arcore. Manca ancora che il pover’ometto, nel fuggifuggi generale, venga scaricato pure dalla prole. L’ex ministro Martino, all’alba del 18° anno, ha finalmente scoperto che B. non è liberale (“Con Frattini, Brunetta, Tremonti, Sacconi, altro che partito liberale di massa: questo è il partito socialista di Carrara...”). Pure Ostellino è colto dai primi, timidi dubbi sul liberalismo di B., mollato persino da Belpietro, il che è tutto dire. Resistono Sallusti e Fede, che finiranno come i gatti: a leccarsi il culo da soli.