Anno XLIII n. 4 Aprile 2021 Euro 2.50 - I.P.
ATTUALITÀ
INTERVISTA
TENDENZE
ALIMENTAZIONE
Truffe agli anziani, l’altro volto della pandemia
Remo Girone, la vita intensa del “cattivo” della Tv
Interior design: la casa si veste di primavera
Come, cosa e quando mangi è più importante di quanto
I delinquenti colpiscono spesso in casa, complici le restrizioni
Un artista impegnato, tra set cinematografici, teatri e sociale
Colori e natura tra le pareti domestiche
Ricette in equilibrio per pilotare gli ormoni attraverso il cibo
IN QUESTO NUMERO
5. Editoriale 8. Periscopio 92. Vivere in armonia 94. Bacheca 95. Giochi 95. Stuzzica cervello 96. Oroscopo 96. Soluzioni 97. Lettere
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anteprime i
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28. Cambiamento climatico I rischiosi effetti sugli anziani di Luisella Berti
società
6. Startupper over 50 L’innovazione è senior di Flaminia Bruni
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Il Terzo Tempo Coabitare per non sentirsi soli di Lidia Ravera
12.
I pensionati in Italia La fotografia dell’Istat di Rachele Randon
14.
in evidenza
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__REPORTAGE__ I respinti di Ventimiglia, migranti in cerca di futuro Per tanti è il passaggio per lasciare l’Italia. Ma non tutti ce la fanno di Ilaria Romano e Romina Vinci
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__le INTERVISTE__ Remo Girone, una vita intensa tra ruoli e sfide importanti Teatro, cinema e televisione: la lunga carriera di un grande attore di Raffaello Carabini
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www.spazio50.org
INDICE
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APRILE 2021
20
__INCHIESTA__ Universo social network: tutto quello che c’è da sapere Comunicare, condividere ed esprimersi tra i pericoli del web di A.M. Melloni, L. Russo, W. Casula, I. Romano, R. Nicosanti, R. Vinci
16. Truffe e isolamento Impariamo a difenderci di Giada Valdannini
26. Le emozioni nascoste I volti dietro la mascherina di Lavinia Viti
34. Evviva la siesta
I benefici del sonnellino di Giovanni Orso
58. Una laurea a 70 anni La libertà di ricominciare di Carlotta Poselli
La regina del tombolo I merletti di Marilena Sparasci di Manola Irroia
61.
64. Le voci di Hollywood Per meditare e rilassarsi di Carlo Penguin
70. Amici a 4 zampe
Le insidie della primavera di Anna Costalunga APRILE 2021 I 3
cultura
Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi
tendenze
51. Libri 54. Arte 55. Musica 56. Cinema
66. Interior design di primavera Colori, luce e natura tra le pareti domestiche di Giulia Rachele Deli
Direttore Editoriale Anna Maria Melloni @ am.melloni@50epiu.it
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Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
Editoriale 50&Più Srl Amministratori Fanucchi Antonio (Presidente) Belardinelli Giuseppina Bonini Franco Frattagli Antonino Gallinaro Brigida
parliamo di...
scienze
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72. Addio a bilancia e calorie
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È ora di rivedere le indicazioni alla base dei vecchi regimi alimentari di Sadìa Maccari
76. L’igiene in frigorifero
Consigli e suggerimenti per la corretta conservazione dei cibi a cura di Fondazione U. Veronesi
78. Woga, il potere dell’acqua
81. Spazio50
Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più a cura della Redazione 50&Più
89. Fisco
di Alessandra De Feo
90. Previdenza
di Luca Giustinelli
La formula del benessere psicofisico: posizioni Yoga e una piscina calda di Viviana Rubini
98. Bazar
a cura del Centro Studi 50&Più
Credit foto: Agf, Contrasto, Marka, Masterfile, Shutterstock, Antonio Barella. Shutterstock: Pfeiffer, Massimo Todaro, Anna LoFi, Stefano Garau, MikeDotta, Filippo Carlot, Cristian Storto, Primakov, Alexandros Michailidis, dennizn, Elena Rostunova.
Foto di copertina: Shutterstock. Illustrazioni: Enrico Riposati.
ANNO XLIII - n. 4 aprile 2021
Per posta: Via del Melangolo, 26 - 00186 Roma Per telefono: 06.68134552 - Per fax: 06.6872597 m@il: redazione@50epiu.it
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ALIMENTAZIONE
Truffe agli anziani, l’altro volto della pandemia
Remo Girone, la vita intensa del “cattivo” della Tv
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I delinquenti colpiscono spesso in casa, complici le restrizioni
Un artista impegnato, tra set cinematografici, teatri e sociale
Aderente a:
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Finito di stampare: 24 marzo 2021
4 I spazio50.org I APRILE 2021
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ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
NECESSARIO, POSSIBILE… E SPERATO
di Carlo Sangalli Presidente Nazionale 50&Più
EDITORIALE
editoriale APRILE 2021
«INIZIATE FACENDO CIÒ CHE È NECESSARIO, CONTINUATE CON IL POSSIBILE. E ALL’IMPROVVISO VI SORPRENDERETE A FARE L’IMPOSSIBILE»: è una frase famosa, attribuita in modo controverso al Santo Patrono d’Italia (e dei commercian«QUANDO GLI ANZIANI ti), San Francesco D’Assisi. Al di là della SI OCCUPANO DI FAMIGLIA, paternità, oggi più che mai colpisce il senso VOLONTARIATO, di questa esortazione. Perché negli ultimi POLITICA... DIVENTANO decenni mai era stata così ampia la forbice UN POSSIBILE del “necessario” nel nostro Paese: vaccini, MOTORE DI RIPARTENZA» sanità, scuola, infrastrutture, indennizzi e lavoro. L’orizzonte del “possibile”, nel contempo, pare assottigliarsi giorno dopo giorno, trascorso questo lunghissimo, estenuante, anno in stato di emergenza. “L’impossibile” sembra essersi d’altra parte inverato in negativo, perché non era nei pensieri individuali e nelle previsioni comuni che il mondo fosse messo in ginocchio da un virus nel primo scorcio del XXI, modernissimo, secolo. I dati Istat da poco usciti sottolineano come in Italia l’indice di povertà assoluta delle famiglie sia quasi raddoppiato dal 2005 ad oggi. Parliamo di nostri concittadini che faticano a portare in tavola il pranzo, che cercano soluzioni per pagare le bollette e, senza dubbio, limitano in modo critico i propri consumi e le proprie spese. Nell’ultimo anno, il Nord Italia ha pagato il prezzo più alto in termini di aumento dei numeri assoluti delle famiglie in povertà, mentre al Sud si confermano le incidenze di povertà più elevate, nel Centro Italia sono in povertà quasi 53mila famiglie e circa 128mila individui in più. A pagare il prezzo più caro sono i nuclei con un maggior numero di componenti e quelli monogenitoriali. Insomma, di male in peggio, con una eccezione rilevante: per gli over 65 l’indice di povertà è rimasto sostanzialmente stabile. Ciò, sia ben chiaro, non significa affatto che non ci siano situazioni di difficoltà tra le classi di popolazione più anziane, tuttavia - statisticamente - ci porta a riflettere ancora «GLI ANZIANI POSSONO una volta sul contributo anticiclico che i AIUTARE senior portano nel mercato e nella società. AD ACCENDERE Se alla statistica poi si aggiunge l’espeLA LUCE rienza, si può arrivare ad affermare anche SULLA SPERANZA di più: quando gli anziani si occupano delDI UN FUTURO MIGLIORE» la famiglia, si impegnano nell’associazionismo, si spendono nel volontariato, si occupano di ambiente e politica e si allargano alla comunità, oltre che necessario fattore anticiclico di sopravvivenza, diventano un possibile motore di ripartenza. E a quel punto, possono aiutare ad accendere la luce non sull’impossibile, ma su un’ambiziosa speranza: un futuro migliore per le generazioni che verranno.
__SOCIETÀ__
STARTUPPER OVER 50 L’INNOVAZIONE È SENIOR DICI STARTUP e pensi subito a giovani con tuale è il 13,4% del totale, mentre gli startupmaglietta, infradito ai piedi e progetti innova- per under 30 sono il 16,2%. tivi e tecnologici in testa, Un fenomeno ancora più desiderosi di tradurre le evidente in Gran Bretaloro idee in opportunità gna e negli Usa dove, CRESCE IL NUMERO DEGLI OVER 50 CHE DANNO professionali. Ragazzi e ranegli ultimi anni, gli starVITA AD UNA STARTUP. gazze pronti ad estrarre il tupper over 60 che hanno IL MODO MIGLIORE DI METTERE loro sogno dal cassetto e avviato un’azienda sono A FRUTTO L’ESPERIENZA QUANDO SI È COSTRETTI A CAMBIARE ad imboccare la strada cresciuti del 132%. LAVORO IN TARDA ETÀ dell’auto-imprenditoriaIn Italia, nel 2020, i titodi Flaminia Bruni lità non appena trovato un lari d’impresa sono auinvestitore che li supporti. mentati soprattutto nella Da una ricerca condotta da Italia Startup ri- fascia di età 50-69 anni e, secondo dati Unionsulta, invece, che gli startupper over 50 sono camere, il 18,8% di chi ha avviato una nuova in costante crescita, tanto che la loro percen- società ha più di 55 anni.
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6 I spazio50.org I APRILE 2021
_Periscopio_XIII_DEF.qxp_Layout 1 17/03/21 19:26 Pagina 8
IN GIRO PER IL MONDO IL GIAPPONE SPERIMENTA UN FARMACO CONTRO L’ALZHEIMER
SPAGNA, LA PAURA DEL COVID BLOCCA GLI ACCESSI IN RSA
SEMPRE PIÙ COREANI RIFIUTANO LE CURE SALVAVITA
Prende il via, in Giappone, una nuova sperimentazione di un farmaco contro l’Alzheimer. Il BAN2401 sarà somministrato per quattro anni a 1.400 persone per esaminarne gli effetti. www.the-japan-news.com
Il reddito nelle case di cura per anziani in Catalogna si è arrestato a causa della crisi da Covid-19. Dodicimila i posti non occupati. A scoraggiare le famiglie dei possibili residenti la paura del virus. www.lavanguardia.com
Un numero sempre maggiore di coreani rifiuta le cure salvavita da quando, tre anni fa, è entrato in vigore il Death with Dignity Act, che consente di interrompere le cure mediche che prolungano la vita. www.koreatimes.co.kr
A PROPOSITO DI... SALUTE
AUTO ELETTRICA
La mascherina ha messo k.o. il virus stagionale Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’incidenza dell’influenza è stabilmente sotto la soglia di 1,4 casi per mille assistiti. L’anno scorso era 4,9. L’uso delle mascherine potrebbe aver inciso. www.repubblica.it
PIÙ ECOLOGICA SÌ - Al posto dei tradizio-
nali combustibili fossili, utilizza l’energia elettrica fornita dalla batteria in dotazione.
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La Giornata mondiale di nonni e anziani
Papa Francesco ha istituito la celebrazione della “Giornata mondiale dei nonni e degli anziani”. È la quarta domenica di luglio. In prossimità delle celebrazioni dei santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria, nonni di Gesù. www.avvenire.it
i BOTANICA
Licheni: un pericolo per le nostre piante?
GIURISPRUDENZA
Prodotti o servizi scarsi? C’è un portale utile
Con il portale Scan Project i cittadini europei possono risolvere con rapidità controversie civili e commerciali con controparti di differenti Stati Membri dell’Unione, fino al valore di 5mila euro. www.wired.it
CELEBRAZIONI
MENO AUTONOMIA NO - Rispetto alle auto a diesel e benzina, ma anche rispetto a quelle ibride, ha un’autonomia inferiore.
I licheni sono organismi che col tempo tendono a colonizzare la pianta su cui si insediano facendone seccare i rami e le parti colpite. Se avete un albero pregiato, il consiglio è quello di eliminarli. www.cosedicasa.com
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CURIOSITÀ
In città sono arrivati i post-it del buonumore
IN NUMERI
LA SPESA PENSIONISTICA IN ITALIA
FONTE: ISTAT
Secondo il Report Istat “Condizioni di vita dei pensionati 2018-2019”, il totale della spesa pensionistica nel 2019 è stato di 301 miliardi di euro, di cui il 50,8% erogato al Nord (principalmente per pensioni IVS), il 28% al Sud (soprattutto per prestazioni assistenziali) e il 21,2% al Centro.
SPESA PENSIONISTICA AL NORD
SPESA PENSIONISTICA AL SUD
SPESA PENSIONISTICA AL CENTRO
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8 I spazio50.org I APRILE 2021
I primi sono comparsi tra Natale e Capodanno. Poi, centinaia lungo le strade di Favria (To). Piazzati con la colla su lampioni o cartelli stradali, dispensano frasi gentili. La mano è ignota. www.lastampa.it
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PERISCOPIO
UN ATTO D’AMORE E CORAGGIO
a cura di Samuela Gangi
DONNE NON SCOLARIZZATE A RISCHIO DEMENZA
I PODCAST DELLE NONNE CON LE DRITTE AI GIOVANI
SPAGNA: ANIMALI INVADONO CITTÀ FANTASMA
Per la University College di Londra, le donne sopra i 75 anni sono più a rischio demenza rispetto agli uomini perché hanno avuto minore accesso all’istruzione. Il loro cervello invecchierebbe prima. www.dailymail.co.uk
“Chiama la nonna” è un podcast che spopola negli Usa. Pareri, consigli e nostalgia nelle registrazioni diffuse via web. Protagoniste le nonne di New York, che dispensano suggerimenti senza censure. www.nypost.com
Scarsa natalità e abbandono rurale stanno producendo la rinascita di grandi carnivori in Europa: linci, ghiottoni, orsi bruni e lupi. In Spagna, il lupo iberico è passato da 400 esemplari a più di 2mila. www.observer.com
TECNOLOGIA
Grazie a un robot “parleremo” con l’Aldilà? Una nota azienda informatica starebbe lavorando a un chatbot capace di far “rivivere” tramite audio una persona deceduta. Con sms e chat vocali ricostruisce la personalità per sostenere conversazioni. www.ilmessaggero.it
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CURIOSITÀ
Silenzio! Siamo nel metrò Tutti zitti sui mezzi pubblici. È la raccomandazione dell’Accademia di Medicina francese. «L’indossare mascherine sul metrò va unita alla precauzione - si legge - di non parlare e fare telefonate». www.repubblica.it
i PRIVACY
DUGUIMAA È UNA DONNA DI 79 ANNI, vissuta lavorando come pastora nelle praterie della Regione autonoma della Mongolia Interna della Cina settentrionale. Quando era ancora giovanissima, si rese protagonista di una storia incredibile. Era l’inizio degli anni Sessanta e, a soli 19 anni, decise di adottare 28 orfani di Shanghai, tutti con un’età compresa tra 1 e 5 anni. Nella foto sopra posa con una di loro, Chagaanchuluu che, nel 2009, ha lasciato le praterie assieme alla madre adottiva
per trasferirsi in una zona residenziale. Oggi Duguimaa è diventata nota proprio per la sua incredibile storia, guadagnandosi il titolo di “madre della prateria”. In occasione del settantesimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha deciso di conferirle la Medaglia della Repubblica e titoli d’onore nazionali per rendere omaggio a figure esemplari come lei, che hanno significato tanto per lo sviluppo del Paese.
Paesi Bassi: si può sbirciare nelle case? Chi è stato in Olanda lo sa: sono rare le tende. E dunque la privacy domestica. Secondo la CNN Travel, la scelta deriverebbe dalla religione calvinista: i cittadini onesti non hanno nulla da nascondere. www.businessinsider.com
i APRILE 2021 I 9
CAPOLAVORI DIGITALI CON SMARTPHONE E TABLET È un concorso a cui partecipano solo fotografie realizzate utilizzando esclusivamente telefoni cellulari e tablet. È il Mobile Photography Awards, giunto alla decima edizione. Vincitore assoluto di quest’anno è Dan Liu, fotografo e artista indipendente che vive a Chengdu, in Cina. Per le sue foto ha utilizzato un iPhone 11 Pro Max. 1 Kuki Tattoo 2 Early Evening Poplar 3 On Inle Lake
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______IL TERZO TEMPO______
COABITARE PER COMBATTERE LA SOLITUDINE di Lidia Ravera
LO SAPEVATE CHE NEGLI ULTIMI QUARANT’ANNI LA POPOLAZIONE ITALIANA È AUMENTATA DEL 20%, mentre quella “anziana” è aumentata del 155%? E che ogni tre abitanti uno è over sessantacinque? E che nel 2030 saremo 2 miliardi nel mondo? Ma quanti siamo, noi “grandi adulti”! Fa quasi spavento. Tocca fare i conti con noi. E con quelli che verranno dopo di noi, perché non torneremo certo indietro, ad una società di giovani, non nascono abbastanza bambini e, nonostante il Covid, le vite durano di più. Negli ultimi 40 anni, gli over sessantacinque sono passati dall’essere il 9,5% della popolazione a superare il 20%. Si tratta di un esercito di oltre 12 milioni di persone, nel nostro Paese. Di questi 12 milioni, più di 7 sono “famiglie unipersonali”, leggi: donne sole e, eventualmente, anche se un po’ meno, uomini soli. Di queste donne e uomini soli, due mi12 I spazio50.org I APRILE 2021
lioni e trecentomila hanno più di 75 anni. E notiziona! Il 32, 7 % di queste persone vive in una casa di proprietà. Nel 61,2% dei casi posseggono un numero di vani superiore a 4... Ho potuto tirarvi addosso tutte queste cifre grazie ad una attenta lettrice, Lucia Viegi, che mi ha scritto una bella lettera e mi ha “linkato” (possibile che non ci sia una parola nella lingua italiana per significare questa operazione?) www.eticaeconomia.it, dove ho potuto leggere il servizio Anziani: dall’isolamento urbano al silver cohousing. Lucia è una donna di 74 anni, sposata e senza figli, in pensione da quando ne aveva 68. Aveva un incarico di insegnamento all’Università, ha curato con dedizione sua madre affetta da demenza senile e, proprio mentre la accompagnava nell’ultimo tratto di strada, si è posta l’inevitabile domanda: chi accompagnerà me, per quel sentiero tutto in salita che è l’estrema vecchiaia, quando sarà il mio turno? Lucia non ce l’ha, una figlia. E come lei molte donne della generazione dei baby boomer, i nati fra il 1946 e il 1964. Siamo la prima generazione che si è conquistata il diritto di scegliere se diventare madre o no. In molte hanno scelto di no. Ma, come Lucia sa benissimo, anche quelle che i figli ce l’hanno non ci contano più come cent’anni fa. Cito dalla sua lettera: «Una volta le famiglie erano patriarcali, c’era posto per gli
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PARLIAMONE... CHI VOLESSE SCRIVERE A LIDIA RAVERA PUÒ FARLO: PER POSTA C/O REDAZIONE 50&PIÙ VIA DEL MELANGOLO 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL REDAZIONE@50EPIU.IT
anziani, che venivano accuditi per lo più da figlie rimaste zitelle, le case erano più spaziose, da quando anche le donne lavorano sono cambiate le problematiche e le soluzioni». Le problematiche sì, sono cambiate. Alle soluzioni nessuno ha ancora messo mano. Restiamo sospesi fra le tristemente note Residenze per Anziani e baratri di solitudine non considerata. Non dimentichiamo che una buona parte di over 65 vive con una pensione inferiore ai mille euro mensili, spesso sfiora appena i 500. E allora la fatica che costa sopravvivere stronca qualsiasi altra buona
intenzione, a cominciare da quella - ormai ben diffusa - di mantenersi in forma e il meno possibile infelici. Essere vecchi e poveri, nel sistema capitalistico, che è poi quello in cui viviamo da quando siamo nati e di cui non si vede la fine, è una vera condanna. Non produci più e non hai neanche potere d’acquisto. Quindi non sei niente. Ecco perché i problemi dell’estrema vecchiaia non vengono affrontati con l’energia necessaria per risolverli. Ecco perché non si organizzano coabitazioni nelle case troppo grandi di “grandi adulti” troppo soli. Ecco perché non nasce un’edilizia dedicata. Ecco
perché nei beni espropriati alla mafia o alla camorra non si organizzano piccoli appartamenti con i servizi centralizzati per consentire agli anziani senza figli, o agli anziani che non vogliono pesare sui figli, di curarsi l’uno con l’altro, di aiutarsi a vivere. Reciprocamente. Sarebbe un gran risparmio per quelli che vivono con 500 euro al mese (luce, gas, acqua, rifiuti... tutti costi condivisi). Sarebbe un gran sollievo per chi soffre di solitudine. Sarebbe una piccola grande rivoluzione anti-capitalista: mettere al centro donne e uomini che non producono più e consumano sempre meno. Con amore.
APRILE 2021 I 13
__SOCIETÀ ATTUALITÀ__
Nel report dell’Istat, Condizioni di vita degli anziani, la fotografia dei pensionati del nostro Paese
IL GENDER GAP NON RISPARMIA NEANCHE LE DONNE IN PENSIONE di Rachele Randon
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DENTRO LA NOTIZIA
Nel nostro Paese ci sono circa 12 milioni di nuclei familiari; i pensionati sono presenti in quasi 1 famiglia su 2 VITA DA PENSIONATO
Secondo il rapporto Istat, Condizioni di vita dei pensionati, in circa una famiglia su due - degli oltre 12 milioni di nuclei familiari - è presente un pensionato, mentre nel 12,4% delle famiglie la quota sale a due. Ma con chi vivono i pensionati? Il 35,6% di essi vive in coppia senza figli, il 18,4% ha figli conviventi; il 28,2%, invece, vive da solo. Analizzando in maniera più specifica, nelle Regioni settentrionali chi percepisce la pensione vive prevalentemente da solo (il 29,5%) oppure in coppia senza figli (il 39,5%), mentre i pensionati che risiedono nel Meridione vivono con una maggiore frequenza in coppia con figli (il 23,7%).
14 I spazio50.org I APRILE 2021
SONO POCO PIÙ DI 16 MILIONI I PENSIONATI ITALIANI, EPPURE UNA PARTE DI ESSI LAVORA ANCORA. Oltre un terzo di chi è in quiescenza percepisce più di una pensione e il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati è di 686 beneficiari ogni 1.000 lavoratori. Sono alcuni dei dati contenuti nel report Condizioni di vita dei pensionati 2018-19, diffuso dall’Istat nel 2021, report dal quale si evidenzia che la spesa pensionistica complessiva nel 2019 ha raggiunto i 301 miliardi di euro (+2,5% rispetto all’anno precedente), mentre i trattamenti pensionistici sono stati circa 23 milioni, distribuiti a 16 milioni di beneficiari. Questo significa che una parte dei pensionati percepisce più di una pensione.
Il 50,8% della spesa pensionistica è erogata a cittadini residenti nel Nord Italia, il 28% agli abitanti del Sud mentre il restante 21,2% viene erogato al Centro. Il gender pay gap non risparmia le donne neanche quando si ritirano dalla vita lavorativa; dai dati, infatti, risulta che, in genere, l’importo della loro pensione è più basso di circa il 36,1% rispetto a quello che percepiscono gli uomini per lo stesso tipo di prestazione. Ciò è determinato dal divario retributivo che si è verificato durante la vita lavorativa e la frammentarietà della carriera delle donne. Nell’86,2% dei casi, però, sono titolari di più di una pensione, in quanto assegnatarie della pensione di reversibilità a seguito del decesso del coniuge.
__SOCIETÀ ATTUALITÀ__
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CHI SUBISCE UN RAGGIRO O UN FURTO DEVE DENUNCIARE SUBITO L’ACCADUTO, AFFINCHÉ LE FORZE DELL’ORDINE POSSANO SVOLGERE IMMEDIATE INDAGINI RISPARMIANDO COSÌ ALTRE VITTIME
ISOLAMENTO E TRUFFE COME DIFENDERSI La pandemia ci ha resi più soli? Di certo, siamo tutti più isolati. Il rischio contagio ci ha costretti in casa diradando gli incontri e riducendoli allo stretto indispensabile. Chi intende truffare lo sa. Si muove bussando alle porte o attendendoci nei pochi luoghi aperti: bar e supermercati. E punta soprattutto agli anziani
di Giada Valdannini
APPROFITTANO DI OGNI FRAGILITÀ PER INSINUARSI IN UNA DEBOLEZZA E TRUFFARE. Bersaglio numero uno, gli anziani spesso soli e senza protezione e dunque più esposti a raggiri. Abbiamo parlato di questo col dottor Moreno Fernandez, primo dirigente della Polizia di Stato, oggi alla guida del Commissariato capitolino “Romanina”: «Per via della crisi economica legata alla pandemia, molti personaggi che vivevano di lavoro sommerso si sono riversati in attività di tipo predatorio o di microcriminalità, come sono i fenomeni delle truffe in genere». Perciò la pandemia ha accresciuto la diffusione delle truffe? La crisi economica ha creato senz’altro una maggiore ricerca di denaro e di liquidità e quindi ha in qualche modo ingegnato maggiormente dei personaggi a cercare escamotages per sbarcare il lunario. È un fenomeno di cui teniamo conto e che abbiamo rilevato.
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Gli anziani restano sempre i più esposti? Gli anziani sono di per sé una categoria vulnerabile, a prescindere dagli aspetti pandemici. Lo sono diventati ancor più perché quel senso di solitudine, quel senso di esclusione dalla vita sociale è sentita più che in altre categorie e quindi, da questo punto di vista, è molto più semplice che vengano avvicinati da persone con cattive intenzioni. La ragione perciò sta proprio nell’isolamento… L’anziano ha proprio l’esigenza di rapportarsi, di parlare, di comunicare e di interagire, soprattutto in questa fase in cui, per evitare contagi, sono anche venuti meno quei contatti con figli e nipoti. Però, magari, si apre meno la porta. Insomma, la paura del virus, non ci rende più vigili rispetto agli incontri? Negli anziani c’è comunque quel forte stimolo a comunicare con l’esterno che, a volte, è più forte di quell’elemento di prevenzione che dovrebbe prevalere in situazioni di questo tipo. Perciò, quando suona il campanello, l’anziano si predispone al contatto con chiunque esso sia. E quindi è facile che venga convinto ad interagire, a parlare, ad aprire la porta perché è proprio ciò che cerca, ciò di cui ha bisogno nella quotidianità. Quali sono le truffe più diffuse ai danni degli anziani? In questo periodo accade con una frequenza elevatissima la truffa operata con elementi di distrazione, soprattutto all’uscita di supermercati, » APRILE 2021 I 17
LUOGHI E TRANELLI tabaccherie o bar. È la cosiddetta truffa delle chiavi. In che consiste? Il truffatore si avvicina alla vittima, quasi sempre donna e che è appena salita in auto. Con fare rassicurante, le segnala che c’è un mazzo di chiavi a terra o una moneta appena vista cadere. La vittima scende dalla macchina per verificare e, nel mentre, un complice le ruba la borsa poggiata sul sedile. In tempi di moneta elettronica e pagamenti tramite carte e bancomat, molti anziani continuano a ritirare la pensione alla posta. Sono a rischio? Appena fuori dagli uffici postali o dalle banche capitano infatti tentativi di truffe. Quella di ritirare la pensione a mano è purtroppo una cattiva abitudine. Capita che dei truffatori si avvicinino agli anziani fingendosi personale di banca o della posta, e che chiedano di controllare le banconote per un presunto errore nella distribuzione delle somme. Una volta col contante in mano, il tipo scappa o sostituisce la somma ritirata dall’anziano con monete facsimile. E invece quali sono gli escamotages per introdursi nelle case? All’interno delle case sono più
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LA TRUFFA DEL TAMPONE APPROFITTANDO DELLO STATO DI EMERGENZA SANITARIA, SI PRESENTANO ALLA PORTA DI CASA CON TESSERINI E DIVISE DI CROCE ROSSA, PROTEZIONE CIVILE ECC. E, CON LA SCUSA DI ESEGUIRE TAMPONI GRATUITI, RAZZIANO DENARO E OGGETTI PREZIOSI
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GRANDI CITTÀ
Raggiri più facili «Laddove i rapporti sociali sono più frammentati - dice il dottor Fernandez -, le truffe trovano un terreno più favorevole. In grandi città, ad esempio, è molto più semplice che i truffatori si muovano in modo quasi invisibile scegliendo la vittima senza che il mondo circostante se ne accorga». L’INGANNO
Un finto incidente In una recente truffa sventata sedicenti marescialli chiamavano per un incidente stradale - mai avvenuto -, in cui era coinvolto un parente della vittima, chiedendo soldi per risarcire il danno. I malviventi rispondono di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe agli anziani, estorsione e furto.
o meno sempre gli stessi. Il tentativo è quello di accreditarsi nei modi più disparati: addetti ai servizi gas, elettricità, poste o anche chi, di recente, si spaccia per operatore di polizia indossando delle casacchine abbastanza rudimentali con la scritta “Polizia”. Esistono persino finti tecnici che simulano fughe di gas utilizzando delle macchinette che erogano gas e che dunque ne producono l’odore tipico. Suonano dicendo che li manda l’amministratore e che c’è una fuga in corso. Una volta in casa, uno dei due distrae l’anziano mentre l’altro svuota le camere dove in genere la persona tiene qualche monile d’oro o la borsetta. Ma c’è anche chi si finge amico di parenti, pur di attirare l’attenzione di un anziano e derubarlo. È così? Sono le truffe in cui si fa leva
sul sentimento: che sia quello della nonna verso i nipoti o della mamma verso il figlio. I truffatori si presentano appunto come amici del figlio o del nipote e chiedono soldi per conto suo. Tutte tecniche mirate a far abbassare le difese alla persona più vulnerabile. Così come quando si fingono disponibili a far salire le buste della spesa in casa per poi derubare. Il problema è che il danno maggiore non è neppure economico - anche se magari talvolta consistente - ma è psicologico. La vittima del reato, infatti, dopo una simile aggressione si sentirà inadeguata, tenderà a chiudersi ancora più in se stessa. Che consiglio darebbe per tenersi al riparo da rischi? Dobbiamo lavorare sul fattore tempo. Il truffatore, il ladro, il delinquente deve agire in fretta. L’anziano deve prendere tempo mentre il truffatore lo incalza. Gli comunica un affare a portata di mano? Un anello a prezzo stracciato, un’eredità che gli spetta, la vincita di un premio? Beh, l’anziano dica che tornerà col figlio una volta che gli ha parlato. Questo, nella maggior parte dei casi, metterà il truffatore in fuga.
__REPORTAGE VENTIMIGLIA__ e dei parenti lì. Abbiamo anche provato a trasferirci LA FRAZIONE DI GRIMALDI DI VENTIMIin Germania insieme ma non ci siamo riusciti, e GLIA È L’ULTIMO CENTRO ABITATO LIGUcosì lei è tornata nella capitale francese; e io qui, RE PRIMA DEL CONFINE CON LA FRANCIA: a tentare di passare dall’altra parte». poche case nel verde su una via tortuosa che si «La domenica è più facile vedere famiglie con affaccia sul mare e che porta dritta a Ponte San bambini, anche molto piccoli - racconta un poliLuigi, il valico alto di frontiera presidiato dalla ziotto di frontiera, che spiega come davanti a questo polizia italiana e a poche decine di metri da quella fenomeno anche loro abbiano le mani legate -; francese. Ogni giorno questa strada rappresenta quello che possiamo fare è rifocillarli al momento, la via di ritorno dei respinti, uomini, e spesso poi, se non hanno precedenti penali, non siamo anche donne e bambini, che hanno tentato di autorizzati a prenderli in carico e loro proseguono raggiungere Menton e lasciarsi alle spalle l’Italia a piedi fino al centro di Ventimiglia, otto chilometri ma che non ce l’hanno fatta. Fermati, trattenuti più avanti. Nel fine settimana gli uffici sono chiusi per il tempo che serve a identificarli e ad accertare e quindi l’identificazione viene meno. Ma il proche le loro impronte digitali siano già state regiblema è che sono chiusi pure i centri di assistenza strate, e rispediti indietro. del volontariato e Si tenta di passare a mancano i bus per ripiedi, dal valico bassparmiargli ore di so di San Ludovico, cammino». camminando lungo E difatti, in una dola ferrovia; oppure menica qualunque, salendo sul treno per ecco che alle otto del Nizza, sperando che mattino, da ponte i controlli non siano San Luigi si affacciainflessibili e che mano una giovane gari qualcuno finga mamma con una vecdi non vedere. C’è chia valigia e due anche chi tenta di bimbi che camminapassare dalla monno tenendosi per matagna e si inerpica no, infagottati nei losulle pareti rocciose, ro giubbotti troppo o chi si affida ai coTesto e foto di Ilaria Romano e Romina Vinci pesanti per quella siddetti passeurs, giornata di sole. che in cambio di deAvranno fra i tre e i cinque anni. «Hanno dormito naro offrono un passaggio in auto dall’esito incerto. nei container della polizia francese insieme a me «È un mese che tutte le notti continuo a provarci e altri adulti respinti - racconta una donna che - racconta un giovane arrivato in Italia tre mesi ha attraversato il valico poco prima e che spera fa dalla Tunisia - e puntualmente la polizia francese ancora nel passaggio di un autobus -, l’unica cosa mi ferma, non importa che io tenti di spiegare che hanno avuto da mangiare stanotte, come tutti che devo raggiungere mia moglie a Parigi e che noi, è stata una vaschetta di insalata russa con un lei sia incinta». po’ di yogurt». Originario di Sousse, è arrivato via mare a PanPoco più in là un’altra mamma si è fermata a ritelleria, e mentre mostra la foto dell’ecografia del posare: ha un bimbo piccolo in braccio, legato al suo bambino, spiega che tutte le volte prova a petto con una fascia porta bebè e uno appena più farla vedere ai poliziotti francesi e che però nessuno grande per mano; non riesce più a camminare di loro si è mai interessato al suo caso. «Mi sarebbe perché ha un problema alla caviglia. piaciuto restare in Italia, a Milano ad esempio, Come spiega la polizia di frontiera, le persone che ma anche qui c’è una grave crisi economica e ora arrivano qui hanno già percorso tutta l’Italia, se il Covid ha peggiorato tutto. In Francia la situahanno seguito la rotta mediterranea, come » zione è migliore, e poi mia moglie ha già una casa
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I RESPINTI DI VENTIMIGLIA
La frazione al confine con la Francia rappresenta per tanti migranti il passaggio per lasciare l’Italia, ma nella maggior parte dei casi è la via di ritorno di chi non ce l’ha fatta
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LA CONVENZIONE DI NEW YORK
Per i diritti dei minori Ai minori che entrano in Italia, indipendentemente dall’ingresso regolare o irregolare, devono essere riconosciuti tutti i principî garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, che afferma la priorità del “superiore interesse del minore”. Dalla sua approvazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a oggi, questo documento ha ricevuto 196 ratifiche. Alla Convenzione si affiancano tre Protocolli facoltativi, approvati nel 2000 i primi due e nel 2011 il terzo, redatti con l’obiettivo di approfondire i temi dei bambini in guerra, dello sfruttamento sessuale e delle procedure di reclamo da presentare in caso di violazione di diritti. Le tipologie di permesso di soggiorno che possono essere attribuite al minore di 18 anni sono: per motivi familiari, per minore età, per affidamento, per protezione sociale, per richiesta di asilo e per asilo.
__REPORTAGE VENTIMIGLIA__ la maggior parte dei cittadini di Paesi dell’Africa Subsahariana o del Maghreb, o hanno affrontato la rotta balcanica a piedi, se arrivano dall’Afghanistan, dall’Iraq o dalla Siria. Anche questi bambini dunque hanno camminato
per chilometri, hanno preso treni, incontrato trafficanti, dormito in alloggi di fortuna eppure nessuno li ha fermati, accolti, presi in carico “nell’interesse superiore del minore”, che sia accompagnato o no, come recita la Conven-
zione di New York sui diritti dell’infanzia. L’unico presidio solidale su questa strada, aperto anche la domenica, è il banchetto di Kesha Nya Kitchen, un gruppo di volontari di mezza Europa che da anni offre un
punto di ristoro ai migranti in transito, un caffè caldo, un pezzo di pane, mezz’ora di corrente elettrica e un cavo per ricaricare il cellulare, un posto dove sedersi e sentirsi al sicuro, anche se solo per poco tempo.
Dopo la chiusura del centro gestito dalla Croce Rossa, è sparito ogni tipo di accoglienza istituzionale. E la disputa continua
CAMPO ROJA, CHE FINE HA FATTO L’ACCOGLIENZA? DA QUANDO, A FINE LUGLIO SCORSO, È STATO CHIUSO IL CAMPO DI TRANSITO VICINO AL FIUME ROJA, gestito dalla Croce Rossa, non c’è più alcun tipo di accoglienza istituzionale a Ventimiglia. Sulla carta, infatti, esiste un protocollo di intesa tra Comune, Prefettura e Provincia di Imperia per creare un centro di accoglienza, indire una gara e trovare un luogo adeguato. Ma è una bagarre in atto da mesi, giunta ad un punto morto. L’Amministrazione comunale di Ventimiglia, da parte sua, è stata chiara: «In città non può e non deve esserci il centro di accoglienza. Va fatto, ma non nella città di confine». Nelle scorse settimane era trapelata la voce di un possibile allestimento del campo nel territorio di Camporosso e Vallecrosia, ma i sindaci dei due Comuni hanno subito eretto le barricate. 22 I spazio50.org I APRILE 2021
E mentre nei luoghi decisionali questa disputa senza fine continua a dilatare i tempi, i migranti sono per strada, lungo i binari della ferrovia, in edifici fatiscenti nella periferia della città o in spiaggia. «Bivaccano tutto il giorno, alcuni si ubriacano, la gente ha paura ad uscire di casa dopo le 18», racconta Antonio, che dopo aver lavorato per 40 anni a Monaco, ha deciso di tornare al di qua delle Alpi a godersi la pensione. «Queste persone non possono rimanere per strada, con questo freddo poi… Devono riaprire il campo profughi», afferma la receptionist di una delle poche strutture ricettive aperte in città. Nei mesi scorsi si erano formati dei piccoli insediamenti lungo il fiume Roja. A inizio ottobre, però, una forte alluvione ha colpito Ventimiglia, travolgendo il letto del fiume. Nei giorni successivi sono stati ritrovati dieci corpi,
otto mai identificati. La rete di solidarietà nell’estremo Ponente ligure va avanti solo grazie alle associazioni, alle reti informali e ai privati cittadini. Una domenica mattina, alle 8.30 in punto, una coppia di pensionati è già davanti all’ingresso della Caritas con un furgoncino pieno di buste. Vengono da Camporosso. «Abbiamo portato alcuni vestiti dei nostri nipotini», dice lui. «Sono tutti puliti e stirati», ci tiene a precisare lei. Passano pochi minuti, ed ecco arrivare, a piedi, un’altra coppia di coniugi. Camminano a braccetto con una bustina tra le mani contenente dei medicinali. La consegnano ai volontari e vanno via. Dietro di loro alcuni migranti si sono messi in fila. Sta per iniziare la distribuzione della colazione. Stanno per ricevere l’unico pasto caldo della giornata.
«Chi passa da qui e arriva da noi è appena stato respinto racconta My, una giovane volontaria tedesca - ed è importante che sappia di non essere solo. Gli diamo del cibo, dell’acqua, i biglietti dell’autobus per arrivare in città, siamo presenti tutti i giorni dalle nove del mattino alle sei del pomeriggio, quando c’è il sole e quando piove». Tra gli attivisti ci sono ragazzi arrivati dalla Francia, dall’Olanda, dalla Germania, alcuni poco più che maggiorenni, che organizzano delle vere e proprie staffette per essere sempre presenti, a turno. «A volte siamo dieci, altre venti, non abbiamo un numero fisso di presenze - spiega My - ma ogni giorno lasciamo una traccia del lavoro fatto attraverso un diario, in cui raccogliamo le storie di chi è pas-
sato di qua, segnaliamo eventuali abusi compiuti durante il trattenimento da parte della polizia francese, cerchiamo di monitorare quante persone riescono ad arrivare in Francia, lasciandosi alle spalle l’Italia dopo innumerevoli tentativi». La città di Ventimiglia intanto è diventata il luogo dell’attesa a tempo indeterminato. Alcuni dei chioschi sul lungomare, chiusi a causa del Covid, si sono riempiti di poveri giacigli fatti di coperte di lana, qualche indumento, borsoni e valige. Tutti i pomeriggi la spiaggia di ciottoli si popola di pescatori che in piccoli gruppi aspettano il tramonto sulla riva gettando l’amo di tanto in tanto, lasciandosi fisicamente alle spalle quell’umanità proveniente da mezzo mon- »
LA ROTTA BALCANICA Tristemente noto per abusi e violenze, il confine tra Bosnia e Croazia espone i migranti a grossi rischi LO SCORSO 23 FEBBRAIO, ALL’ALBA, LA POLIZIA DI TRIESTE HA FATTO IRRUZIONE NELL’ABITAZIONE DI GIAN ANDREA FRANCHI E LORENA FORNASIR. Sessantasette anni lei, psicoterapeuta; ottantaquattro anni lui, ex docente di filosofia. I due coniugi, nel 2019, hanno fondato a Trieste l’associazione di volontariato Linea d’Ombra ODV, conosciuta ben oltre i confini cittadini. L’attività portata avanti da Andrea e Lorena è sotto gli occhi di tutti: aiutano i migranti che, stremati, arrivano a Trieste passando per la rotta balcanica. In piazza, all’aria aperta, fasciano piedi, curano ferite, offrono un piatto caldo. I migranti li chiamano semplicemente “nonni”. Nel raid a casa loro le forze dell’ordine hanno sequestrato telefoni, libri contabili e altro materiale. L’accusa, contro Gian Andrea, è seria: imputato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In rete è esploso il disappunto verso questo provvedimento, “Gian Andrea sotto accusa per reato di solidarietà”, è il titolo più gettonato. La rotta balcanica delle migrazioni, infatti, è nota per l’alto tasso di violenza e abusi che la caratterizza. Secondo le stime, ad oggi sarebbero circa 8mila i migranti bloccati al confine tra la Bosnia e la Croazia. Scappano da zone in crisi come Afghanistan, Siria, Iraq, Pakistan, e cercano di raggiungere l’Europa per avere un futuro migliore. Quando la polizia croata li blocca, oltre a respingerli, togliendogli di fatto il diritto a richiedere asilo, li espone alle più brutali violenze: li fa spogliare, li umilia, li deruba dei pochi soldi che hanno in tasca, li priva del cellulare, spesso li picchia a sangue, per poi rimetterli sulla via del ritorno nudi in mezzo alla neve. Dal 2017 ad oggi, varie ONG presenti sul territorio hanno raccolto più di 6.200 denunce, tutte documentate, di abusi da parte della polizia croata contro i migranti. Molti riportano fratture e menomazioni permanenti a causa delle violenze subite. Una storia disumana che va avanti da ormai quattro anni. Ed a nulla è valsa la denuncia, il 27 gennaio 2020, della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo, nei confronti di Davor Bozinovic, ministro degli Interni croato.
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__REPORTAGE VENTIMIGLIA__
IL CONFINE DELL’ALTA VAL DI SUSA MA NON C’È SOLO VENTIMIGLIA A SEPARARE L’ITALIA DALLA FRANCIA. Molti migranti, per raggiungere l’oltralpe, decidono di attraversare le montagne innevate, in Alta Val di Susa. Oulx, un piccolo paesino montanaro a pochi chilometri dal confine, è l’unico luogo dove queste persone stremate possono trovare ristoro. Ci sono due realtà ad accoglierle, attive dal 2018. La prima è il Rifugio Fraternità Massi della Fondazione Talità Onlus, voluto dal Comune e ospitato nei locali dei Salesiani, vicino alla stazione ferroviaria. Poi c’è una casa cantoniera autogestita dagli attivisti di Chez JesOulx. Entrambe le strutture, spesso sovraffollate, offrono vestiti, scarpe, una coperta, un pasto caldo
do che resta seduta qualche decina di metri più indietro, a fissare l’orizzonte. Un giovane sudanese, classe 1983, racconta di essere partito dal suo Paese nel 2006 e di avere chiesto asilo in Kenya, perché come ex membro di un gruppo paramilitare non poteva più restare in patria. «Sono rimasto in un campo profughi gestito dall’Unhcr per dieci anni, e nel 2017 sono arrivato in Italia, dopo un anno di viaggio - dice -; qui mi hanno preso le impronte e da allora non so-
e un letto dove riposare prima della grande impresa: varcare il confine in pieno inverno, con temperature che scendono di molto sotto lo zero, passando dove solo pochi alpinisti esperti si spingono. Da settembre 2020 a gennaio 2021, da qui sono passate circa 5mila persone. Si tratta soprattutto di nuclei familiari, con minori e donne, spesso in stato di gravidanza. Persone vulnerabili, ma invisibili. Nei mesi scorsi, la notizia del possibile sgombero della casa cantoniera ha messo la comunità in allarme, soprattutto in virtù dell’assenza di adeguate soluzioni di accoglienza alternative. È per questo che sul web è partita una petizione per impedirne la chiusura. Sono state raccolte oltre 12mila firme.
no più riuscito ad attraversare nessuna frontiera. Ho provato ad andare in Svizzera, dove mi hanno dato l’allontanamento per il Sudan, in Francia, in Belgio, in Olanda, ma sono sempre stato respinto perché già identificato in Italia». Oggi, a 15 anni dalla sua partenza, ha collezionato solo attese: «Legalizzatemi - dice - o fatemi almeno tornare in Kenya, visto che in Sudan non posso rientrare». Anche Moussa, somalo, aspetta da 14 anni che le sue attese
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finiscano. Porta con sé una piccola borsa di cuoio a tracolla, con tutti i documenti collezionati finora. Ha una carta d’identità italiana e un codice fiscale scaduto. Ha lavorato nelle campagne del foggiano, nelle estati della raccolta del pomodoro, poi ha vissuto a Torino. Oggi dorme sulle panchine a Ventimiglia e la mattina passa dalla sede Caritas alle spalle della stazione a prendere una tazza di cioccolata calda, una brioche e qualcosa per il pranzo. Come lui tanti altri si
mettono in fila. C’è anche un gruppo di ragazzi sudanesi appena scesi dal treno: sono partiti da Roma la sera prima, e sul binario a Ventimiglia hanno conosciuto un coetaneo egiziano che li ha indirizzati qui, dai volontari. Sono in Italia da circa un mese, prima di Roma erano a Palermo, prima di Palermo erano sbarcati a Lampedusa, dopo tre, quattro giorni di mare. Prima ancora c’è stata la Libia, ma nessuno ha voglia di parlarne. Nel futuro c’è la Francia, o almeno la speranza di metterci piede. Tra i volontari di Caritas c’è Rahmani, afghano della provincia di Kunar, 36 anni, dei quali gli ultimi sei trascorsi in Italia, che grazie alla conoscenza di otto lingue riesce a essere un punto di riferimento per coloro che arrivano a Ventimiglia da ogni angolo di mondo. «Quando non lavoro come mediatore presto servizio qui oppure per strada e cerco di capire di cosa c’è bisogno - racconta -; ogni giorno vedo situazioni al limite, soprattutto da quando il campo Roja che ospitava i migranti in transito è stato chiuso». Il centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa fino a qualche mese fa sorgeva nei pressi dello scalo ferroviario, costruito nei primi anni Novanta come snodo internazionale per convogliare i treni merci tra Italia e Francia, definitivamente abbandonato nel 2017. Tutta l’area, di circa 25 ettari, è oggi in attesa di una riconversione prevista per il 2022 e finanziata dal Fondo strategico della Regione Liguria con oltre
sei milioni e mezzo di euro, destinata all’ennesimo spazio commerciale. Nel frattempo, in quegli edifici dove ancora sono presenti arredi e macchinari delle FS, trovano un riparo di fortuna alcune delle persone in attesa di oltrepassare il confine. Gli invisibili trascorrono le notti dormendo per terra, i più fortunati con un materasso, gli altri solo con un paio di coperte, fra spazzatura, resti di cibo, senza elettricità né acqua corrente. In alcune stanze le pareti sono completamente annerite perché per cucinare si accende il fuoco sul pavimento, fra quattro mattoni, e si bruciano cartoni e pezzi di legno. «Gli spazi sono stati divisi per provenienza geografica - spiega Rahmani, mentre saluta alcuni ragazzi afghani che escono da uno di questi edifici fatiscenti -; qui ad esempio ci sono afghani e iracheni, nell’altro palazzo ci sono i sudanesi. Ogni sera si spostano a piedi da Ventimiglia e risalgono la strada lungo il fiume per venire ad accamparsi qui, dato che l’alternativa è dormire in spiaggia». Nel gruppo di ragazzi, tutti giovani, suoi connazionali, c’è un bambino che non avrà più di dodici anni, anche se continua a dichiararne 15 e a dire che sembra più piccolo perché ha una malattia che non lo ha fatto crescere. È arrivato tre giorni fa con il fratello, e in 72 ore ha già tentato il valico una volta ed è stato respinto. Ma in Croazia ce l’hanno fatta, alla fine, ed era molto peggio. Domani notte riproveranno ad attraversare.
IL COLLO DI BOTTIGLIA DELL’EUROPA Il Trattato di Dublino, in vigore dal 1997, ha manifestato in questi anni tutti i suoi lati oscuri IL REGOLAMENTO DI DUBLINO RIGUARDA IL PROCESSO PER CHIARIRE QUALE STATO DEBBA ESAMINARE LA RICHIESTA DI UN MIGRANTE, e quindi ospitarlo per la durata della pratica una volta entrato nel territorio europeo. Il documento è stato firmato da 12 Stati dell’Unione Europea ed è entrato in vigore il 1° settembre 1997. Prevede, in sostanza, che a farsi carico della domanda e dell’accoglienza sia il primo Stato in cui il richiedente asilo mette piede. È un regolamento che, malgrado le criticità palesate nel corso degli anni, continua a rimanere in piedi. Uno tra i problemi principali è l’eccessivo onere a carico dei Paesi di frontiera (in primis Italia e Grecia, le cosiddette “porte d’Europa”), che devono stanziare cifre ingenti per gestire e accogliere i flussi. Inoltre, il sistema rigido non per-
mette ai richiedenti asilo di spostarsi verso Paesi con un mercato del lavoro più flessibile o dove magari hanno già dei contatti, ma li obbliga, di fatto, a sostare nella Nazione in cui sono sbarcati. Per non parlare poi del trattamento a loro riservato durante la gestione della pratica (che dura almeno due anni): un limbo burocratico che esaspera la vulnerabilità in cui si trovano queste persone. Per quanto riguarda l’Italia, il grosso degli arrivi proviene dal Mediterraneo. E sebbene la maggior parte dei migranti dichiari apertamente di voler raggiungere il Nord Europa, il fatto di esser stati identificati (con le impronte digitali) sulle coste italiane impedisce loro, di fatto, di lasciare il territorio legalmente. Un’indagine condotta da Youtrend, incrociando i dati pubblicati sul sito del ministero dell’Interno con quelli dell’UNHCR, ha mo-
strato come i flussi migratori verso l’Italia nel Mediterraneo abbiano subìto una battuta d’arresto a partire dal 2017. Un decremento spiegabile con le politiche attuate dall’allora governo di centro-sinistra del premier Gentiloni, e portate poi avanti dal successivo governo giallo-verde. Per quanto concerne i Paesi di origine dei migranti, dei 34mila sbarcati del 2020 il 38% è di nazionalità tunisina. Il 12% arriva dal Bangladesh, a seguire Costa d’Avorio (5,7%), Algeria e Pakistan (oltre il 4%), ed Egitto, Sudan, Marocco, Afghanistan e Iran. Nei primi due mesi del 2021 sono 4.536 i migranti sbarcati sulle coste italiane, quasi il doppio dei 2.359 registrati nello stesso periodo del 2020. Dopo esser stati tratti in salvo, e prima di sbarcare sulle nostre coste, i migranti rimangono in quarantena su un’altra nave per 14 giorni.
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ATTUALITÀ
Il sorriso NASCOSTO Secondo uno studio condotto dall’Università di Torino, risulterebbe più difficile valutare stato emotivo e affidabilità dei volti che indossano la mascherina
A seguito dell’emergenza sanitaria, le fidabilità espressi dai volti raffigurati in mascherine facciali sono entrate a far alcune fotografie. I 40 soggetti a cui sono parte della nostra quotidianità. Indosstati presentati dei visi coperti dalla masarle ci aiuta a prevenire l’infezione, scherina hanno commesso molti più ertant’è che in molti Paesi, compreso il rori rispetto ai 41 che vedevano i volti nostro, sono diventate scoperti. Nel terzo grupobbligatorie se si entra po, che ha visto i volti coQUANDO ABBIAMO in contatto con persone perti da una mascherina DI FRONTE UNA PERSONA non conviventi. dotata di una finestra di CON IL VOLTO COPERTO Ma l’avere una parte del plastica trasparente sulla DA UNA MASCHERINA FACCIALE, SIAMO volto coperto ha cambiabocca, la percezione delle IN GRADO DI CAPIRE LE to la nostra capacità di emozioni è rimasta inalEMOZIONI CHE ESPRIME? comprendere le emozioterata, mentre l’impresdi Lavinia Viti ni degli altri? sione di inaffidabilità è I ricercatori delstata solo parzialmente atl’Università di Torino hanno anatutita. Un risultato che invita a riflettere lizzato le reazioni di 122 persone, sull’opportunità di poter indossare, alsuddivise in tre gruppi, il cui meno in determinati contesti, maschecompito era quello di giudicare rine trasparenti che aiutino a decodificare lo stato emotivo e il grado di afle emozioni di chi ci sta di fronte.
__SOCIETÀ ATTUALITÀ__
L’impatto della crisi climatica riguarda tutti. Gli effetti sugli anziani, però, possono essere maggiori. Per questo l’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu ha aperto un’ampia consultazione
CAMBIAMENTO CLIMATICO: I RISCHI PER I SENIOR QUALI SONO GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SUI DIRITTI UMANI DELLE PERSONE ANZIANE? L’Alto Commissariato delle Nazioni di Luisella Berti Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha aperto una consultazione globale che include non solo gli Stati, ma anche le organizzazioni e le associazioni impegnate nel benessere dei senior. Qual è l’obiettivo? Come spiega l’Alto Commissariato, gli effetti del cambiamento climatico hanno una vasta gamma di impatti negativi sui diritti umani. Questi ricadono LA SFIDA DEL 2030 in modo più pesante su coloro che Ridotte emissioni di anidride carbonica si trovano in situazioni di vulneraPer rimanere sotto i 2 gradi di aumento medio delle tembilità, a causa di fattori geografici e perature a livello globale, è necessario ridurre le emissioni sociali, ma anche legati all’età. Le di anidride carbonica (CO2) del 7-8% all’anno entro il 2030. persone anziane, specie se con diL’obiettivo delle Nazioni Unite nel 2021 è costruire un’alleanza sabilità, sono tra quelle più colpite globale per azzerare le emissioni entro metà secolo.
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LE INIZIATIVE PER SENSIBILIZZARE
Anziani in prima linea
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UN SUGGESTIVO CIELO GIALLO-ARANCIO NELLA CITTÀ DI LIONE (FRANCIA). UN FENOMENO METEOROLOGICO DOVUTO A CORRENTI DI SCIROCCO CON UN’ALTA CONCENTRAZIONE DI POLVERE SAHARIANA
dai danni legati al clima. Sono più vulnerabili rispetto alla trasmissione di virus (lo abbiamo visto con la pandemia da Covid-19), alle ondate di calore e ad altri eventi climatici estremi. Allo stesso tempo, le persone anziane possiedono conoscenza, esperienza e resilienza. Grazie a queste risorse, hanno dimostrato, nel mondo, una grande capacità di adattamento alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in questi dodici me-
si. I senior, quindi, possono giocare un ruolo attivo per affrontare gli effetti del cambiamento climatico e mettere al centro il rispetto dei diritti umani. Dal 2015 l’OHCHR produce studi sulla crisi climatica e l’impatto sui diritti umani e finora sono stati indagati gli effetti sull’infanzia, la salute, le migrazioni, gli effetti sulle donne e sulle persone con disabilità. L’obiettivo degli studi è incoraggiare i Governi a intraprendere politiche coerenti e adeguate, adottando programmi ambiziosi di adattamento non discrimina-
tori. Così, è partita anche la consultazione su cambiamento climatico, diritti umani e popolazione in età avanzata. Tra i contributi all’attenzione dell’Alto Commissariato c’è quello di Age Platform Europa, la piattaforma europea dedicata ai senior, alla quale aderisce anche l’Associazione 50&Più. «Le persone anziane non sono un gruppo omogeneo e il cambiamento climatico non può che avere un impatto diverso sugli anziani a seconda del loro specifico contesto socioeconomico, del luogo di vita, se lavorano o sono in pensione, se sono in salute o meno. Se vivono nelle zone rurali oppure in città», sottolinea Age nel suo documento. Per questo le risposte all’impatto del cambiamento climatico sui diritti umani di questa fascia di popolazione »
Nel Regno Unito, in Norvegia e negli Stati Uniti gli anziani si sono organizzati per dare il proprio contributo e dire no al cambiamento climatico e ai suoi devastanti effetti. In Norvegia nel 2006 è nata The Norwegian Grandparents Climate Campaign, la Campagna dei Nonni per il Clima. Un movimento indipendente che al 2020 contava 5.500 membri. È organizzata anche in gruppi locali ed è molto radicata sul territorio. Nel Regno Unito invece opera il movimento Grandparents for a Safe Earth UK. Si presentano così: «Siamo una rete di nonni e anziani che hanno a cuore il mondo che i nostri discendenti erediteranno. Gli attuali piani delle compagnie energetiche e dei governi, se non cambiano radicalmente, metteranno a rischio il futuro dei nostri nipoti. Siamo pronti ad agire in uno spirito di non violenza e rispetto». L’organizzazione più longeva, però, è quella nata negli Usa nel 1991. Si tratta della Environmental Alliance for Senior Involvement (EASI). La missione dell'Alleanza ambientale per il coinvolgimento degli anziani è «costruire, promuovere e utilizzare l'etica, le competenze e l'impegno ambientale delle persone anziane per coinvolgere i cittadini nella protezione e nella cura dell’ambiente naturale per le generazioni presenti e future».
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debbono essere diversificate e tenere conto dei vaEMERGENZA CLIMATICA E COVID-19 ri contesti di vita, Una stretta relazione oltre che di geneL’attuale pandemia ha messo in ombra l’emerre. Inoltre, i segenza climatica. Si tratta, invece, di due crisi nior possono esconvergenti. Entrambe dipendono dall’eccessere colpiti in misivo impatto delle attività umane sull’ambiente, sura maggiore, se con la distruzione di ecosistemi, l’urbanizzanon sproporziozione, l’uso di combustibili fossili, l’incremento nata dai cambiadella popolazione globale e del conseguente menti climatici, a bisogno di cibo. Queste attività fanno crescere causa anche di alle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera tri fattori: l’esclue incrementano il rischio di zoonosi, vale a sione digitale e dire di pandemie originate da virus che hanno l’ageismo (discricompiuto il salto di specie, dagli animali alminazione basata l’uomo. A sottolinearlo è il Rapporto 2020 della sull’età). «Si tratrivista scientifica The Lancet, “Countdown on ta di fattori - preHealth and Climate Change”, al quale hanno cisa Age - che lavorato 120 scienziati di tutto il mondo. provocano l’emarginazione in molti ambiti della vita. In PER SAPERNE DI PIÙ caso di ondate di calore, ALTO COMMISSARIATO PER I DIRITTI UMANI inondazioni o incendi, le perDELLE NAZIONI UNITE: sone anziane, specialmente WWW.OHCHR.ORG quelle con problemi di moPIATTAFORMA EUROPEA bilità, possono ritrovarsi sole DELLE PERSONE ANZIANE: in queste situazioni di emerWWW.AGE-PLATFORM.EU genza. I sistemi di informazione, allerta e prevenzione disponibili solo su App o tramite mezzi digitali escludono gli anziani che non vi hanno accesso o che hanno una scarsa alfabetizzazione digitale. Pertanto, è fondamentale intervenire su ogni forma di esclusione e attivare un
IL RAPPORTO
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processo di coinvolgimento per affrontare il cambiamento climatico a livello di prevenzione e pianificazione degli interventi. Sono necessarie anche azioni di responsabilizzazione su come gli anziani possono migliorare il proprio stile di vita». Esiste ormai un’ampia letteratura sugli impatti maggiori del mutamento climatico sugli over. A sottolinearlo l’International Association of Gerontology & Geriatrics. Nel documento nelle mani dell’Alto Commissariato si sottolineano gli effetti dell’aumento della temperatura: un solo grado in più è causa di una maggiore mortalità degli anziani per problemi cardiovascolari, respiratori e cerebrovascolari. Non solo, la percentuale di persone in età avanzata con diabete è più che raddoppiata dal 1980 e l’aumento della temperatura rappresenta un ulteriore fattore di rischio per coloro che soffrono di questa patologia. A questo si aggiunge la crescita degli eventi climatici estremi. Negli ultimi quattro decenni, la loro frequenza è aumentata di quasi tre volte, da oltre 1.300 eventi nel 1975-1984 a quasi 4.000
nel 2005-2014. Questi eventi colpiscono le popolazioni più anziane in misura maggiore e sproporzionata. Con l’uragano Katrina del 23 agosto del 2005, che colpì lo stato della Louisiana e devastò New Orleans, il 75% dei decessi ha riguardato gli over 60 e il 40% di essi aveva più di 70 anni. Nell’ondata di calore che ha investito l’Europa nel 2003, sono morte ben 72.000 persone. Ci sono stati 15.000 morti nella sola Francia e la maggior parte erano anziani. Oltre agli effetti immediati degli eventi climatici estremi, ci sono anche quelli alle infrastrutture: trasporti, elettricità, acqua, servizi sanitari, distribuzione alimentare. Tutto questo genera ulteriori fattori di rischio e causa di morte per infezioni, malnutrizione, malattie croniche e crisi di salute mentale. «È di fondamentale importanza - conclude il documento - coinvolgere gli anziani negli sforzi di pianificazione comunitaria per la preparazione e la prima risposta alle catastrofi. La loro esperienza, competenza, conoscenza della comunità in cui vivono devono essere maggiormente riconosciute».
intervista di Raffaello Carabini
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REMO GIRONE
UNA VITA INTENSA, TRA RUOLI E SFIDE IMPORTANTI + __le INTERVISTE di 50&Più__
È stato il cattivo più cattivo della Tv, il tesoriere della mafia Tano Cariddi nella serie La Piovra, esportata in oltre 100 Paesi. Ma era già un famoso attore di teatro, cinema e televisione. E lo è diventato ancora di più in seguito, interpretando personaggi come Ponzio Pilato, Enzo Ferrari e Papa Pio XII
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REMO GIRONE VERREBBE DA DIRE INNANZITUTTO. INNANZITUTTO ANCHE RISPETTO ALLA CARRIERA TUTTORA MOLTO ATTIVA, perché Remo Girone, il grande attore di teatro, cinema e televisione, è uno dei più assidui testimonial dell’AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro. È proprio in questa veste che abbiamo voluto intervistarlo, nonostante siano in uscita due nuovi film, Il diritto alla felicità e Fra due battiti, di cui Girone è il protagonista, e l’atteso Walking to Paris di Peter Greenaway. «Mi è sembrato giusto partecipare non appena l’AIRC mi ha contattato. Io ho avuto un tumore alla vescica trent’anni fa, e il professor Pagano di Padova, che mi ha operato, mi ha raccomandato di parlarne, perché le tracce di sangue nell’urina sono quasi sempre per l’uomo indicazione di un carcinoma, mentre per la donna possono essere causate anche da una semplice cistite. Pagano, quando non volevo sottopormi alla chemioterapia, mi disse: “Per non fare poche sedute, vuoi rovinare il mio lavoro di sette ore consecutive in sala operatoria?”. Per fortuna, l’ho fatta. E allora erano molto più dure di oggi. Un consiglio che posso dare è quello di cercare dei bravi medici, come è stato nel mio caso. Rivolgetevi, se potete, ai migliori specialisti che ci sono per quella specifica operazione (sono tutte diverse) oppure a qualcuno dei loro allievi. A luminari che abbiano operato più volte perché, come per gli attori che possono essere validi al primo personaggio «LA MIA TECNICA MNEMONICA e diventano veramente braÈ LEGATA ALLE AZIONI FISICHE vi solo quando ne hanno afED È ANCHE MOLTO VISIVA, frontati almeno cinquanta, TANTO CHE NELLA VITA MI È MOLTO DIFFICILE RICORDARE così è per i medici. E poi I NOMI DELLE PERSONE» non bisogna perdersi d’animo, perché la volontà del paziente di uscirne conta». Ci parli di come funziona la memoria di un attore, chiamato ogni stagione a imparare pagine e pagine di copioni... La memoria è diversa per tutti. Io ho una memoria soprattutto visiva, mi ricordo
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In alto, Girone con Ben Affleck, in una scena del film “La legge della notte” (2016). Sopra, con Anita Bartolucci, durante lo spettacolo teatrale “Il titano insicuro” (2013).
la pagina dove sono scritte le battute. Inoltre l’attore è fortunato perché ha una memoria legata al movimento. Ricordando i movimenti so che al punto in cui mi siedo dico quella cosa, se faccio un’azione quella mi collega alla battuta, prima di uscire di scena ne dico un’altra. La mia tecnica mnemonica è legata alle azioni fisiche ed è anche molto visiva, tanto che nella vita mi è molto difficile ricordare i nomi delle persone, e anche altri particolari.
C’è un personaggio che né lei né il pubblico dimenticherà mai, il cattivo per eccellenza Tano Cariddi... Dopo la messa in onda della terza serie de La Piovra, la prima in cui appare Tano, mi recai da un elettrauto. E lui mi fece notare una battuta che dicevo, riferendomi all’anziano banchiere di cui ero l’assistente: «Perché stai sempre con lui?», mi chiedeva Giuliana De Sio. «Per imparare», rispondevo. L’elettrauto mi disse: «Quel-
BIOGRAFIA
1949
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GLI INIZI Remo Girone nasce ad Asmara (Eritrea) il 1° dicembre. Si diploma in recitazione all’Accademia di Arte Drammatica di Roma, studiando con grandi nomi quali Luca Ronconi e Orazio Costa. E immediatamente inizia la carriera teatrale.
1987
IN TELEVISONE Ne La Piovra 3 in onda sulla Rai dal 5 al 13 aprile per 4 puntate appare per la prima volta Tano Cariddi. Sarà il protagonista delle serie successive, fino alla decima e conclusiva, ad eccezione dell’ottava e della nona.
«Qualsiasi cosa faccia ho sempre dei dubbi. Anche per questo mi fido di chi lavora con me. Non vado a discutere con i registi: se dicono che la scena va bene, per me va bene» Sopra, Remo Girone assieme alla moglie, Victoria Zinny, nota attrice argentina. Sono sposati da circa trent’anni.
la è una grande battuta. Oggi nessuno ha più voglia di fare fatica per imparare!». In fondo era un personaggio, pur nella sua negatività totale, con molte ambiguità... Sì, perché agisce con la stessa determinazione e gli stessi “ideali” che dovrebbero spingere tutte le persone verso il bene: imparare sempre da chi sa di più e ricercare ogni volta nuove prospettive. Tutti si aspettavano da lui che, prima o poi, avesse delle fragilità, e questo lo rendeva interessante
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pur nella sua totale malvagità. Era anche la prima volta che in Tv veniva rappresentata la mafia dei colletti bianchi, che è una delle ragioni del successo clamoroso de La Piovra. Oggi, invece, Gomorra è differente, vuole dimostrare come la vita legata al crimine, di quella società a parte all’interno della nostra, sia una vita orribile. Il non proporre personaggi positivi oppure le stesse forze dell’ordine è fatto, secondo me, in questa ottica: mostrare come il vivere da delinquenti sia del tutto non attraente.
LE ONORIFICENZE Il presidente Giorgio Napolitano lo nomina Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Nel 2018 viene nominato dal presidente Sergio Mattarella Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica.
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C’è un ruolo che ricorda come il più piacevole interpretato? No, perché qualsiasi cosa faccia ho sempre dei dubbi. Anche per questo mi fido di chi lavora con me. Non vado a discutere con i registi: se dicono che la scena va bene, per me va bene. Il personaggio che ho impersonato più a lungo nel tempo, anche se facevo 25 pose ogni serie, è stato Tano. Ricordo molto volentieri anche il ruolo di Raskolnikov, in Delitto e castigo di Dostoevskij diretto da Jurij Ljubimov, un regista russo. Era subito prima de La Piovra. È un personaggio che vuole stare al di sopra della morale comune; mi è servito per fare Tano. Posso dirle che mi piacerebbe fare un Re Lear. Nel 2017 ho girato con Peter Greenaway Walking to Paris, dove interpretavo il figlio del grande scultore rumeno Constantin Brancusi che, ai giorni nostri, ricorda cosa gli raccontò suo padre del viaggio che fece a piedi da Bucarest a Parigi nel 1903. Non è ancora uscito, non si sa perché, però alla fine delle riprese Greenaway mi propose di mettere in scena un Re Lear insieme in inglese, dovetti rinunciare. Benché io reciti anche in inglese, l’accento italiano si sente. Ne La legge della notte con Ben Affleck ero un mafioso italoamericano che combatte contro i gangster irlandesi. Parlando con il collega e avversario gli chiesi: «Ma tu sei irlandese, vero?». «No, no, sono inglese. Ho studiato l’irlandese per questo film». «Ah, ecco. Anch’io ho dovuto studiare l’accento italiano», gli risposi. Durante la pandemia ha girato Il diritto alla felicità, che mette due generazioni a confronto... Sono un bibliotecario, un personaggio estremamente positivo che mi è molto piaciuto interpretare. Il film narra il rapporto tra lui e un bambino di colore. A Didie (Didie Lorenz Tchumbu, il giovane co-protagonista al debutto, ndr) ho detto: «Ce l’hai un nonno?». «Sì», ha risposto. «Gli vuoi bene?». «Certo!». «Pensami come fossi lui e ci troveremo ottimamente a recitare insieme». Nel film il confronto non è facile, ma anche nel quotidiano ci sono barriere. E la tecnologia e i telefonini le aumentano. Non solo tra le generazioni, ma anche tra gli stessi ragazzi, che spesso non si parlano nemmeno quando sono insieme pur di guardare gli schermi dei cellulari.
IN TEATRO Interpreta al Teatro dell’Opera di Roma il testo di Calvino per la Zaide di Mozart. «Alla fine dello spettacolo, che ha ottenuto ottime critiche, il pubblico applaudiva a lungo in piedi urlando “Viva il teatro!”». APRILE 2021 I 33
COSTUME
Evviva LA SIESTA però importanti anche per allontanare “APRILE DOLCE DORMIRE”, dice il il rischio di demenza negli anziani. proverbio, ma la saggezza popolare ha Lo studio è stato condotto su 2.214 peranche un riscontro scientifico. sone sane di almeno 60 anni d’età. Di L’arrivo della primavera, infatti, innesca queste, 1.534 facevano un un’accelerazione al ritmo sonnellino pomeridiano. del metabolismo del noFARE UN BEL RIPOSINO I risultati dei test cognitivi stro organismo, variazioDOPO PRANZO a cui è stato sottoposto il ne dovuta alle giornate SEMBREREBBE campione, hanno rilevato che si allungano col conAIUTARE AD EVITARE IL DECLINO COGNITIVO una migliore fluidità verseguente maggior numeE LA DEMENZA NELLE bale, memoria e attenzioro di ore di luce. Per adatPERSONE ANZIANE ne in coloro che dormitarci al nuovo orologio di Giovanni Orso vano dopo pranzo - da 5 biologico è richiesto, perminuti a 2 ore - rispetto ciò, un surplus di vitalità a chi restava sveglio. che facciamo fatica a reperire con temLa conclusione dei ricercatori è stata pestività. La spossatezza e il desiderio che il sonno forse è la risposta difendi dormire di più derivano proprio dalla siva dell’organismo alle attività indifficoltà ad assestarci ai nuovi ritmi. fiammatorie innescate da alcune proBen vengano quindi i riposini pomeriteine, infiammazioni che determinediani, che i ricercatori del Fourth People’s rebbero le demenze. Hospital di Wuhu, in Cina, considerano
LE INCHIESTE DI 50&PIÙ
VIAGGIO ALL’INTERNO DEI SOCIAL NETWORK FOCUS
di Anna Maria Melloni
L’inchiesta si propone di esplorare il mondo delle “interazioni virtuali” rapportate agli over, tra nuovi linguaggi e competenze
IN OGNI AMBIENTE O CONTESTO A CUI APPARTENIAMO CI MUOVIAMO CONSAPEVOLI DELLE NORME CHE REGOLANO LE INTERAZIONI E DEI CODICI COMUNICATIVI. Passando da una situazione all’altra, con grande agilità, rimoduliamo il nostro comportamento, spesso senza nemmeno rendercene conto. Quando la pandemia ha azzerato o quasi le nostre possibilità di incontro e scambio nei contesti tradizionali, siamo stati catapultati nelle cosiddette comunicazioni virtuali. Virtuali perché mediate dall’informatica e per questo percepite talvolta come antitetiche a quelle reali. Tuttavia, parlando con un giovane nativo digitale, la differenza tra relazioni reali e virtuali è priva di senso, tutte le relazioni sono ugualmente pienamente reali. Per chi, al contrario, è nato e cresciuto nel pieno del secolo scorso esiste una differenza importante tra la relazione vissuta vis à vis e quelle che si realizzano su un social o tramite uno smartphone. Nel passato recente la critica ai giovani che vivevano attaccati alla tecnologia era frequente. Preoccupazioni sono state mosse anche verso chi, meno giovane, usava la rete per approfondire amicizie e cercare nuovi amori. Poi, tutto d’un tratto, poco più di un anno fa, la rete è diventata uno dei pochissimi strumenti sicuri per continuare ad avere rapporti sociali. Ma quali sono le regole di comportamento, i codici comunicativi di questo mondo, al quale molti degli over 65 non erano ancora del tutto preparati? Questa inchiesta è stata pensata per tutti coloro che, durante lo scorso anno, approcciandosi ai social, si sono ritrovati all’im-
provviso in un paese straniero senza aver avuto il tempo di studiarne prima la lingua, gli usi, i costumi, le leggi vigenti. Si è molto parlato di divario digitale, ovvero di quel gap di competenze tecnologiche esistente tra parti della popolazione. Meno spesso si è analizzata la difficoltà insita nell’adottare codici di comunicazione tipici di alcuni canali. Parlando di rapporti tra generazioni oggi dobbiamo riflettere su come gli strumenti adottati e i loro linguaggi possano favorire od ostacolare il dialogo. Leggendo la frase “Xké 6 :-( ? Tvb :-x” qualcuno potrebbe pensare di essere incappato in una stringa casuale di caratteri, altri leggerebbero senza difficoltà un “Perché sei triste? Ti voglio bene. Un bacio per te”. Ma un giovanissimo troverebbe questo linguaggio già ampiamente superato, e utilizzerebbe espressioni come “LoL” (laughing out loud) per sottolineare un gran divertimento, “Gucci” per indicare che una cosa è bella, TBH (to be honest) per dire onestamente e “XOXO” per chiudere un messaggio in modo affettuoso. Facile sentirsi analfabeti di fronte a un vocabolario sconosciuto, impossibile azzerare le distanze con le generazioni più giovani che da sempre sviluppano linguaggi propri, anche in funzione distintiva. L’utilizzo dei social accentua le diversità linguistiche, occorre quindi che mentre ci attrezziamo per impadronirci delle competenze tecniche necessarie ad accedere alle principali piattaforme, ci prepariamo anche alla seconda sfida, quella di padroneggiare gli elementi di base della lingua del mondo a cui stiamo approdando.
LE INCHIESTE DI 50&PIÙ Tecnologie digitali e social network aiutano a combattere l’isolamento sociale. Vediamo quale impatto hanno avuto e avranno sulla popolazione anziana
SENIOR, RETI SOCIALI E ALFABETIZZAZIONE DIGITALE di Linda Russo DALL’INIZIO DELLO SCORSO ANNO, LA NOSTRA VITA È CAMBIATA ED È MIGRATA SEMPRE PIÙ DAL MONDO REALE A QUELLO DIGITALE. La rete web italiana nel periodo del lockdown, infatti, ha visto uno degli incrementi di traffico più elevati in Europa: in una sola settimana si è registrata una crescita media del 33%. Un aumento che, in condizioni normali, avverrebbe in circa un anno e mezzo. L’uso di applicazioni di collaborazione e comunicazione, come le piattaforme di lavoro e di studio a distanza, è cresciuto mediamente di 11 volte, mentre i social hanno re-
gistrato un incremento di utenti pari al 5,7% (quasi 2,2 milioni di persone in più). Eppure, secondo un sondaggio statunitense, solo il 20% degli over 65 ha partecipato a un incontro online o a una festa virtuale con amici e familiari durante il periodo di distanziamento, mentre i dati pubblicati nel Global Digital Report 2021 mostrano come solo il 4,2% degli ultrasessantacinquenni abbia utilizzato i social nell’ultimo anno. E così, il gruppo di ricerca di Aging in a Networked Society, il progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo e volto a indagare l’impatto dei social network sul benessere delle persone anziane, si è domandato se le competenze digitali dei senior e la loro dimestichezza con i social potessero fungere da “arma” per combattere la solitudine e l’esclusione sociale. Già nel 2019 era stato avviato uno studio che aveva coinvolto complessivamente 144 soggetti, tra i 79 e gli 84 anni, senza alcuna esperienza pregressa nell’utilizzo dei social media. Tutti i partecipanti facevano parte dell’hinterland milanese e avevano seguito lezioni sull’uso dello smartphone, Facebook e WhatsApp. A maggio 2020, i partecipanti sono stati contattati per rispondere a domande sulle condizioni in cui hanno affrontato il lockdown e su come hanno mantenuto la rete sociale. I risultati sono stati estremamente positivi: chi ha partecipato al corso, infatti, ha riportato di aver usato di più Facebook (+81%) e WhatsApp
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(+50%) per rimanere in contatto con amici e parenti. E, soprattutto, ha provato meno frequentemente la sensazione di essere emarginato (-61%). Per capire meglio il rapporto tra social network e senior italiani, abbiamo intervistato la professoressa Emanuela Sala, docente di Sociologia all’Università Bicocca di Milano e coordinatrice del progetto di ricerca Aging in a Networked Society. Professoressa Sala, quando si parla del rapporto tra senior e nuove tecnologie si fa riferimento al termine grey digital divide. Ci spiega cosa significa? Con l’espressione digital divide ci si riferisce al divario esistente tra chi ha accesso o competenze per usufruire, in modo parziale o totale, delle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso. Aggiungendo l’aggettivo “grey” (grigio) facciamo riferimento alla differenza che c’è fra la popolazione generale e quella anziana in tal senso.
Come si colloca il grey digital divide italiano rispetto alla media europea? Secondo i dati del portale europeo Digital Scoreboard, il grey digital divide risulta più marcato in Italia rispetto a quello delle altre Nazioni europee. Ad esempio, gli italiani fra i 65 e i 74 anni che hanno utilizzato internet negli ultimi tre mesi sono il 42% contro il 57% degli anziani europei. Inoltre, come documentato in uno studio realizzato in collaborazione con Alessandra Gaia, gli anziani italiani utilizzano pc, internet e social network in misura minore rispetto ai loro coetanei europei. Nel 2019, solo il 12% dei nostri senior ha utilizzato i social come Facebook o Twitter contro il 18% della media europea. Secondo lei, con la dovuta alfabetizzazione digitale, i social network potrebbero aiutare i senior in questo momento di isolamento sociale? Possono farlo i social network,
Il “digital divide” è il divario tra chi ha accesso o competenze per usufruire delle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso. Per distinguere in tal senso tra popolazione generale e anziana, si utilizza la definizione “grey (grigio) digital divide”
ma possono, più in generale, tutte le nuove tecnologie. Utilizzando le videochiamate, ad esempio, molte persone sono riuscite a rimanere in contatto con familiari e amici; utilizzando WhatsApp sono riuscite a scambiarsi immagini della nuova quotidianità. Non va dimenticato che in questo anno complicato molti over 65 hanno acquisito quelle competenze indispensabili che hanno permesso loro di costruire una nuova quotidianità. Anche in questo caso vorrei citare due esempi tratti da una ricerca condotta con Giulia Melis e Daniele Zaccaria sugli over 65 residenti nel Lodigiano, la prima “zona rossa” d’Italia. In quell’occasione, infatti, alcune persone ci hanno raccontato di aver imparato ad utilizzare YouTube per seguire le funzioni religiose mentre altre, per evitare di uscire di casa, hanno provato a fare la spesa online. Quindi pensa che la pandemia e le relative »
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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ
misure di contenimento abbiano spronato gli anziani ad approcciarsi maggiormente ai social network? Alcuni anziani, soprattutto coloro che risultano in possesso di titoli di studio elevati o che hanno familiarità con l’utilizzo dei pc, magari perché li hanno utilizzati in ambito lavorativo, hanno imparato o hanno dovuto imparare ad utilizzare i social network e le nuove tecnologie durante il lockdown. Molti altri, privi di quelle competenze di base, hanno avuto maggiori difficoltà. Per loro, la pandemia ha amplificato le diseguaglianze sociali esistenti. In ogni caso, le reti familiari (soprattutto i nipoti) hanno ricoperto e ricoprono un ruolo centrale nell’incentivare e aiutare i senior in tal senso. Secondo lei, quali strategie si potrebbero adottare per migliorare la relazione tra anziani e nuove tecnologie? DURANTE LA PANDEMIA MOLTI ANZIANI HANNO AVUTO DIFFICOLTÀ AD UTILIZZARE LE NUOVE TECNOLOGIE E IN MOLTI HANNO DOVUTO IMPARARE AD USARE I SOCIAL NETWORK PER RESTARE IN CONTATTO CON I FAMILIARI. FONDAMENTALE, PER MOLTI, L’AIUTO DEI NIPOTI NELL’ACQUISIRE LE COMPETENZE INFORMATICHE DI BASE
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insegnare ai loro coetanei ad utilizzare le nuove tecnologie. Alcuni studi teorizzano che ci sia una tendenza dei giovani a migrare su social network sempre più moderni. Ad esempio, pare che abbiano abbandonato Facebook per utilizzare Instagram, e che In primo luogo, credo sia necessario formulare proposte che tengano conto delle caratteristiche che differenziano la popolazione anziana. In alcuni casi, i senior dispongono delle risorse sociali ed economiche necessarie per rafforzare in modo autonomo le proprie competenze digitali. In molti altri casi, potrebbe essere necessario formulare interventi e percorsi formativi mirati, i cui contenuti e modalità siano definiti insieme alle persone anziane stesse nel pieno rispetto del principio dell’active ageing. Penso, ad esempio, a metodi didattici innovativi in cui sono proprio gli anziani ad
TREND DIGITALI
I più amati
Secondo il Global Digital Report 2021, il resoconto annuale dei dati sui trend digitali, il tempo medio speso ogni giorno sui social è pari 2 ore e 25 minuti, ma scende drasticamente all’1% se consideriamo la fascia over 65. Il social più amato da tutte le fasce di popolazione rimane Facebook che, però, registra solo il 2,5% di utenti over 65, mentre Instagram riporta solo l’1% di utenti senior e YouTube il 3,9%.
di Winda Casula
Il sogno della conoscenza libera e gratuita, diventato realtà, rappresenta ancora oggi il più grande esperimento di scrittura collettiva al mondo CONTA 52 MILIONI DI PAGINE, 40 MILIONI DI ISCRITTI E UN MILIARDO E MEZZO DI VISITATORI AL MESE: a vent’anni dalla sua nascita, nel 2001, Wikipedia resta fra i siti più cliccati al mondo, e ancora oggi incarna l’utopia della conoscenza alla portata di tutti, dove il fruitore di un contenuto digitale può diventarne anche produttore, generando nuove informazioni o correggendo quelle già scritte da qualcuno prima di lui. Non a caso questa enorme e internazionale enciclopedia virtuale, declinata in 300 lingue, resta - due decenni dopo - il più vasto pro-
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questo sia stato scalzato da TikTok. Pensa quindi che ai senior “spettino” solo i social più vecchi? In realtà, gli anziani utilizzano ancora molto poco i social. Ricordiamo infatti che, nel 2019, sempre secondo i dati europei dalla piattaforma Digital Scoreboard, il
73% dei giovani italiani utilizzava i social contro il 12% dei senior. Ragionare sulle preferenze future degli anziani risulta forse ancora prematuro, anche se l’emergenza sanitaria può aver indotto alcuni senior a un percorso che li porterà ad usare con maggior frequenza i social.
Se dovesse fare una previsione, fra vent’anni come immagina sarà il rapporto tra anziani e social network? Gli anziani del domani saranno i cinquantenni di oggi. I cinquantenni di oggi non sono nativi digitali, ma hanno dovuto apprendere l’utilizzo
delle nuove tecnologie, ad esempio, in ambito scolastico o lavorativo. Dato che la società italiana è caratterizzata da marcate diseguaglianze socioeconomiche, credo sia possibile ipotizzare una riduzione ma non un annullamento del divario digitale per i prossimi anni.
WIKIPEDIA, L’ENCICLOPEDIA DEL WEB COMPIE 20 ANNI getto di scrittura collaborativa mai prodotto. Inizialmente Wikipedia nasce come propaggine di Nupedia, una raccolta digitale di articoli scritti esclusivamente da esperti, sviluppata dall’imprenditore Jimmy Wales. L’intento era di affiancare alla versione accademica un progetto libero, al quale chiunque avrebbe potuto contribuire senza supervisione editoriale. Il lancio è avvenuto il 15 gennaio del 2001, e sei mesi dopo erano già stati scritti 6mila articoli, destinati a moltiplicarsi rapidamente. Il software Wiki, che ha dato il nome al progetto, ha consentito di rivoluzionare il cosiddetto “web pushing” e ha permesso a tutti di diventare editori di se stessi, rivolgendosi ad una platea pressoché illimitata. Ma se è vero che ognuno può proporre nuove voci, purché conservi un punto di vista neutrale, i volontari di Wikipedia sono sempre al lavoro per evitare
vandalismo e contenuti inappropriati, come a volte è accaduto per i personaggi storici o politici. Oggi l’enciclopedia digitale vanta oltre 125mila editor attivi, e la lingua più diffusa per scrivere i contenuti è l’inglese, con 6,2 milioni di articoli, seguita dal cebuano, una delle lingue delle Filippine, dallo svedese, dal tedesco e dal francese. In italiano sono presenti 1,6 milioni di articoli. Uno dei problemi che Wikipedia ha sollevato è stato quello dei diritti d’autore: per questo il fondatore ha sviluppato Wikimedia, una fonda-
zione internazionale no profit che rappresenta l’interfaccia tecnico-legale, e si occupa di gestire e promuovere progetti per la diffusione di contenuti liberi attraverso collaborazioni con musei, università e archivi storici. In tal modo, diventa possibile ottenere il via libera alla pubblicazione di foto, video, documenti d’archivio e opere protette da copyright. Tutti i contenuti sono stati inizialmente diffusi con una licenza di libero utilizzo inventata da Eben Moglen e Richard Stallman, la Gnu Free Documentation License, che
ha permesso la redistribuzione e la modifica, come per i software open source, impedendo a chiunque di apporre un personale copyright. In seguito, è stata adottata la Creative Commons Licence, creata dal giurista americano e docente di Harward Lawrence Lessig, per riconoscere l’appartenenza delle opere creative dell’enciclopedia ma, allo stesso tempo, favorirne la fruizione e la diffusione. Proprio Lessig disse di Wikipedia: «È come un giardino pubblico aperto a chiunque, ben tenuto da quelli che lo visitano». APRILE 2021 I 41
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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ Il diffondersi di notizie non verificate sul web pone il problema della regolamentazione. Ma è giusto ipotizzare la censura come soluzione?
I RISCHI DELL’INFODEMIA E IL PERICOLO DELLA CENSURA
di Ilaria Romano
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NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO ABBIAMO ASSISTITO, FORSE COME MAI PRIMA, AL FENOMENO DELLA INFODEMIA, la diffusione straordinaria ed eccessiva di informazioni, spesso non verificate o palesemente false, che ha reso difficile a molti trovare fonti attendibili per documentarsi. Le conseguenze sono state diverse, dalla sottovalutazione del rischio contagio da Covid fino all’estremo opposto, alla paura incontrollata. In entrambi i casi i comportamenti sono stati orientati - male - sulla base delle più disparate teorie spacciate per verità.
Il fenomeno ha suscitato un vivace dibattito sull’opportunità di regolamentare i contenuti della rete, e puntualmente si è anche tornati a parlare di censura. Non solo in relazione alla comunicazione della pandemia ma, più in generale, come soluzione possibile di fronte a contenuti ritenuti pericolosi: il caso Trump, che dopo gli scontri di Capitol Hill si è visto bloccare gli account social, ne è l’esempio più clamoroso. «Come conseguenza alla situazione violenta senza precedenti a Washington - avevano scritto da Twitter - abbiamo chiesto la rimozione di tre tweet di Donald Trump, che sono stati postati ma che violano le nostre policy sulla Civic Integrity. Le future violazioni delle regole, comprese quelle delle nostre policy o che comprendono minacce violente, comporteranno la sospensione permanente dell’account». Poche ore dopo è arrivata una decisione analoga da parte di Facebook e poi di YouTube, che dell’ex presidente Usa ha rimosso anche il video in cui denunciava i presunti brogli elettorali. Ma oscurare un profilo può essere la soluzione? Quali altre strade ci sono? 50&Più ne ha parlato con Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma, e curatore del portale www.dirittodellinformazione.it, che ha fatto parte della task force del Governo sulle fake news. Professor Razzante, quali sono i rischi della diffusione incontrollata di fake news e informazioni e no-
tizie non verificate? E quale lavoro è stato fatto dalla task force? I rischi sono quelli che stiamo vivendo, ossia che la gente si comporti in modo sbagliato a fronte di notizie non verificate che circolano in modo virale e rischiano di disinformare. Ho fatto parte della task force istituita dal Governo precedente, che si è occupata di contrasto alle fake news sui social e sul web a proposito del Covid-19. In quel lavoro, che è ancora disponibile online sul sito di Palazzo Chigi per l’informazione e l’editoria, abbiamo messo in evidenza questi rischi e proposto - a lungo e invano - di mettere in campo una serie di azioni, in particolare unificare i flussi informativi sul Covid, creare un unico polo per le domande più frequenti e fare azioni di sensibilizzazione anche sui canali YouTube per intercettare i giovani, perché non ci sono campagne efficaci per loro. Le fake news a volte sono volute, a volte sono figlie della superficialità, di una scarsa conoscenza degli argomenti, che vengono affrontati senza i dovuti approfondimenti. Ciascuno di noi può essere impegnato in prima persona contro le fake news per smascherare quelle più palesi, che citano ricerche inesistenti, o nelle quali viene travisato il contenuto di queste ricerche. E attenzione alle date dei link, che spesso sono superati dalla realtà. Si tratta di fare più discernimento dei contenuti che riceviamo online, perché molti di questi sono fonte di disinformazione e pos-
siamo riconoscerli; il problema è che tanti non si informano o credono di sapere già tutto. Come si può coniugare la libertà di espressione con la libera diffusione di contenuti, a volte anche pericolosi? Si può e si deve: bisogna trovare un equilibrio fra la libertà di espressione e la responsabilità di chi si esprime, rispetto alla tutela dei diritti della personalità, dei diritti e della reputazione degli Stati, dei diritti umani. Questo equilibrio si ottiene mettendo delle regole e istituendo delle autority sovranazionali che le facciano rispettare, perché l’anarchia non porta a nulla di buono. I colossi del web hanno manifestato buona volontà negli ultimi due anni nell’impegnarsi a tutelare i diritti degli utenti, ma in alcuni casi - come quello di Trump - hanno potuto fare quello che hanno fatto proprio perché non ci sono vere e proprie disposizioni dal punto di vista strettamente giuridico. Se il presidente degli Stati Uniti, che è uno dei soggetti più importanti al mondo, può essere censurato per quello che dice, fosse anche un’affermazione pesante come quella che ha fatto, c’è un problema di democrazia. Perché si tratta comunque di un soggetto eletto che ha preso milioni di voti, e che se dice qualcosa di sbagliato va combattuto sul terreno della dialettica politica, smascherato per l’inattendibilità delle sue proposte ma non va censurato. Il tema è che la censura finisce per violare un bene sacro e supremo che è la
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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ libertà di espressione. Si può affidare a piattaforme private la regolamentazione dei contenuti? Non si può affidare ad una piattaforma privata la garanzia del rispetto della libertà di espressione. Da questo punto di vista trovo che la decisione Trump sia sbagliata e che rappresenti un pericoloso precedente. Bisogna mettere delle regole, anche se io non sono per demonizzare i colossi del web, anzi. Nel mio ultimo libro La rete che vorrei. Per un web al servizio di cittadini e imprese dopo il Covid-19, edito da Franco Angeli, ho coinvolto Amazon, Ali Baba, Facebook, Google, che hanno raccontato cosa hanno fatto per favorire i diritti degli utenti durante la pandemia. Insomma, sono favorevole a una filiera allargata di produzione e distribuzione dei contenuti dove ci siano regole precise e dove anche queste realtà diano un contribuito al rispetto di queste regole. C’è un limite nella libertà di informazione? Oggi abbiamo più opportunità di comunicare, ma proprio per questa overdose informativa, la sfida è valorizzare l’informazione di qualità, e far sì che sia riconoscibile anche in rete. Trovo importante che i limiti se li diano gli operatori stessi, cioè che la deontologia, le forme di autodisciplina e autoregolamentazione siano sempre più sviluppate perché chiunque deve darsi delle regole quando scrive sui social, che si tratti di giornalisti, operatori della comunicazione ma anche di utenti. Per impedire l’anarchia, il limite va posto fra libertà e responsabilità, nella garanzia del rispetto delle regole.
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DENTRO LA NOTIZIA
IL FILTRO DEI MODERATORI, UN LAVORO OSCURO
di Rita Nicosanti A VOLTE, NAVIGANDO SUL WEB, ALCUNI POST E FOTOGRAFIE CI APPAIONO SFOCATI, e sopra spunta un avviso per informarci che il contenuto potrebbe essere inappropriato o violento, e se ne raccomanda l’eventuale visione soltanto ai maggiorenni. È un servizio utile, è importante che ci sia un filtro in un web che, troppo spesso, si trasforma in un veicolo per diffondere messaggi di odio e di violenza. Quello a cui, forse, non abbiamo mai pensato è che dietro a quell’avvertimento ci sono delle persone. Significa che qualcuno, dopo averlo visto, ha valutato che quel video o immagine poteva essere disturbante per il pubblico. E si tratta di visioni tutt’altro che piacevoli. » I MODERATORI DI CONTENUTI Anno 2016, nel pieno delle
Sono responsabili del controllo e della rimozione di post violenti ma, spesso, si ammalano proprio a causa di quello che è sempre sotto i loro occhi elezioni statunitensi. Mark Zuckerberg, numero uno di Facebook, riceve pressioni per far sì che i contenuti che appaiono sulle sue piattaforme siano moderati. Non bastano, infatti, gli algoritmi che riconoscono immagini e parole non appropriate. C’è bisogno dell’intervento umano, c’è bisogno di qualcuno che, al di là dello schermo, valuti immagine dopo immagine, video dopo video, e decida se optare per il semaforo verde o rosso. Così il numero uno di Facebook inizia a stipulare contratti con aziende terze, per far sì che queste moderino, in tempo quasi reale, ogni post. Il lavoro dei moderatori, sulla carta, è apparen-
temente semplice: arrivano in ufficio, lasciano il proprio cellulare nell’armadietto (per ragioni di privacy), raggiungono la loro postazione, accendono il computer ed iniziano a guardare i post che sono a rischio. Spetta a loro, al loro giudizio, il compito di decidere se approvarli o censurarli. È un processo relativamente veloce. Si richiede, in media, di spendere 30 secondi a contenuto. Per un totale di 400 contenuti al giorno, per dipendente. » OLTRE I NUMERI Nel mondo ci sono migliaia di persone pagate per guardare contenuti postati sui social o su YouTube in 50 lin-
gue. Uomini e donne, dai 25 ai 40 anni, che lavorano su turni di setto, otto o nove ore, giorno e notte. Di solito hanno cinque minuti di pausa ogni ora, venti per mangiare. Ma spesso non hanno alcuna voglia di cibo, perché il lavoro che fanno toglie loro l’appetito. E non solo. I contenuti che sono chiamati ad analizzare sono cruenti e crudi: traffico di esseri umani, di organi, di animali, violenze di ogni genere, spose bambine, soldati bambini, incitamento all’odio (hate speech), bullismo. Ed i numeri parlano chiaro: se prendiamo in considerazione l’estate 2020, i moderatori di Facebook sono intervenuti su 36 milioni di post contenenti immagini porno, 19 milioni contenenti violenze, 22 milioni contro l’hate speech, 1,3 milioni contenenti atti di autolesionismo. I post peggiori sono facilmente intuibili: riguardano gli stupri, le violenze, i suicidi. «Un giorno ho visto il video di un ragazzo della mia età che è stato accoltellato a morte. Ne ho un ricordo vivido, di come implorava sua madre mentre moriva. Da allora non riesco più ad usare coltelli da cucina»,
ha dichiarato un moderatore negli Stati Uniti. Un mondo sommerso, oscuro, blindato da contratti con clausole ferree, che impediscono a questi dipendenti di rivelare ogni cosa: non possono dire a nessuno che tipo di lavoro fanno, tantomeno che sono a servizio dei grandi colossi mondiali. In caso di licenziamento, sono costretti al silenzio per altri dieci anni. » UN LAVORO OSCURO È difficile portare a galla simili storie. C’è riuscito un giornalista americano di The Verge, che ha trovato il modo di avere accesso e parlare con decine di ex dipendenti. E ha rivelato le conseguenze a cui porta un tipo di lavoro del genere. Molti moderatori, dopo tanto tempo passato a guardare immagini e video violenti, sviluppano la Sindrome da stress post traumatico. È un disturbo che è stato osservato per la prima volta negli anni Settanta, nei veterani americani di ritorno dal Vietnam che accusavano disturbi psicologici e fisici anche molto tempo dopo la guerra. Un disturbo che deriva dalla visione di un trauma sofferto in prima persona da altri.
I moderatori sono soldati del nuovo millennio, che combattono una guerra privi di armi. E, pur se non sono al fronte, vivono l’esperienza traumatizzante delle immagini viste attraverso flashback improvvisi di giorno e incubi di notte. Una dipendente, ad esempio, ha iniziato ad avere attacchi di panico dopo aver visto un uomo venire ucciso in un video che avrebbe dovuto moderare per Facebook. È un disturbo che colpisce anche il corpo: possono presentarsi dolori al torace, capogiri, emicranie. Ma, soprattutto, prende di mira la mente: queste persone possono essere preda di rabbia improvvisa, depressione, ansia, irritabilità. Tra loro c’è chi non dorme più, chi lo fa solo con una pistola sotto il cuscino, chi salta ad ogni rumore improvviso, chi appena chiude gli occhi rivede le immagini di stupri e violenze, ed è facile preda di attacchi di panico. » LA LOTTA DI SELENA Nel 2018 Selena Scola, ex moderatrice, ha fatto causa a Facebook, accusando il colosso di non averla tutelata dal trauma derivante dal dover
vedere certe tipologie di immagini, come violenze e abusi sui minori. Selena parlava di una “esposizione costante e non mitigata a immagini altamente tossiche ed estremamente inquietanti sul luogo di lavoro”. La sua denuncia non è rimasta isolata, si è trasformata in una class action e, nel maggio 2020, ha portato ad una clamorosa svolta: Facebook ha accettato di pagare 52 milioni di dollari ai moderatori che hanno sviluppato disturbi mentali a causa della loro attività. » SVOLTA STORICA Si stima che, ogni dipendente, riceverà 5mila dollari per le cure a cui deve sottoporsi. E non solo. Zuckerberg si è impegnato anche ad introdurre misure per alleviare lo stress dei moderatori. Eccone alcune: tutti i video possono essere guardati in bianco e nero, e con il muto, al fine di ridurre il coinvolgimento emotivo. I moderatori hanno accesso settimanale a un mental coach, che ne monitori il comportamento e, in caso di allarme rosso, è garantito loro un consulto psicologico nel giro di 24 ore.
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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ In un mondo sempre più connesso la condivisione dei dati riduce drasticamente gli spazi della riservatezza. Abbiamo raccolto il parere di Laura Palazzani
LA PRIVACY IN RETE: QUALI INSIDIE? di Romina Vinci
IL PRINCIPIO DELLA “PRIVACY BY DESIGN”, PREVISTO DAL REGOLAMENTO EUROPEO, GARANTISCE LA PROTEZIONE DEI DATI FIN DALLA FASE DI IDEAZIONE DI UNA TECNOLOGIA
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I RISCHI
Tutelare i dati I giovani, utilizzando spesso i social network, sono i più esposti ai rischi di violazione della privacy e di solito sottovalutano i pericoli della rete.
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IL TEMA DELLA PRIVACY È QUANTO MAI CRUCIALE IN UNA SOCIETÀ 2.0, sempre più adepta all’uso degli smartphone e, soprattutto, dei social. Ne abbiamo parlato con la professoressa Laura Palazzani, che insegna Filosofia del diritto all’Università Lumsa ed è anche vice presidente vicario del Comitato Nazionale per la Bioetica. Privacy: quale tutela all’epoca dei social network? Nel contesto dell’enorme quantità di dati e informazioni che circolano in rete sui social network si dice che la privacy “evapora”. Questo perché la “condivisione” dei dati riduce, inevitabilmente, gli spazi della riserva-
Privacy La condivisione determina minor riservatezza e confidenzialità.
tezza e della confidenzialità. Quanta consapevolezza hanno, gli utenti, dei rischi che possono correre nel momento in cui condividono le proprie informazioni personali sui social? Vi è generalmente una mancanza di consapevolezza da parte dell’utente di essere “generatore di dati” e del trattamento dei dati personali sui social network. A volte, i cittadini non sono pienamente consapevoli dell’impatto dei dati sulla loro vita presente e futura, oppure sono rassegnati alla costante ed insistente richiesta di dati e informazioni che si estende a tutti gli ambiti della vita quotidiana. Infatti, ogni nostra azione, pensiero, movimento è “tracciata” digitalmente sulla rete. L’utente, sempre più frettoloso e distratto, non si sofferma a leggere con attenzione i contratti e consensi che sottoscrive (spesso lunghi, scritti con caratteri piccoli, in modo complesso) per poter accedere al servizio che interessa,
dimenticandosi delle “tracce” che rilascia nell’ambiente digitale. Spesso non ricorda a quali gestori ha consentito l’uso dei dati e non ha la minima idea di chi raccoglie i dati, dove sono conservati, per quale fine verranno usati (spesso fini commerciali). Di solito si sente “costretto” a dare il consenso all’uso del servizio o, spesso, non ha alternative. Quanto è importante “accendere i riflettori” su questo tema? È estremamente importante porre attenzione, soprattutto nei confronti dei giovani, coloro che usano più i social network con scarsa percezione del problema della privacy. I giovani sono spesso propensi alla “con-
divisione” (di foto, immagini, video, storie), senza comprenderne pienamente le possibili conseguenze negative e i possibili usi di informazioni che permangono nella rete. In particolare, manca la consapevolezza che i dati anagrafici raccolti possono essere connessi ad altre informazioni personali (educazione, preferenze, appartenenze, stati emotivi, comportamenti, atteggiamenti). Le informazioni personali possono essere usate nella “profilazione” dell’utente; i dati possono anche essere trasferiti in altri Paesi anche extra-europei, dove non ci sono regole sulla protezione della confidenzialità, o anche venduti a terzi. Il Regolamento Generale
sulla Protezione dei Dati GDPR (2016), è un regolamento dell’Unione Europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy. È efficace? Quali sono i punti deboli? Il Regolamento è uno strumento importante che delinea l’esigenza per gli utenti digitali di avere un controllo nella gestione dei dati in modo trasparente. Esige precisazioni dall’utente e consente la possibilità di revoca, rettificazione, integrazione o cancellazione dei dati (il “diritto all’oblio”). Ma queste precisazioni, a volte, sembrano difficili da realizzare nel contesto dell’enorme quantità ed eterogeneità delle informazioni raccolte nell’epoca dei “big data” e della possibile mancanza di trasparenza da parte dei provider e degli operatori della rete. Un altro concreto problema, che sta emergendo con sempre maggiore rilevanza, e non pienamente regolato, è l’uso secondario dei dati. I dati raccolti possono essere usati da enti o anche venduti ad altre società, per ricerche ulteriori, non previste al momento della raccolta, e per ricerche non correlate a quelle originarie. Facile perderne il controllo, inconsapevolmente. Navigando sul web non si può fare a meno di incorrere nei “cookie”, e spesso si è portati a cliccare su “Accetta tutto”. Quanto rischia di essere dannosa una simile leggerezza? Purtroppo è una leggerezza, che capita a tutti. A volte non abbiamo alternative oppure, se le
abbiamo - ad esempio, “opzioni personalizzate per i cookie” -, sono così complesse, che richiedono tempo, spesso incompatibile con i ritmi della nostra vita e la fretta che generalmente abbiamo quando siamo connessi alla rete. Dovrebbe essere invece chiaro il diritto di rifiutare, in modo semplice, conoscendo in modo trasparente le conseguenze dell’accettazione e del rifiuto. Certamente l’accettazione compromette la libertà della nostra navigazione, l’aumento di pubblicità. Cosa si aspetta nel prossimo futuro: la rete continuerà ad insediare i nostri dati personali o si maturerà una consapevolezza maggiore? Nel prossimo futuro, ma in verità già nel presente (è anche previsto dal regolamento europeo), l’auspicio è l’applicazione del principio della privacy by design, ossia “privacy nel disegno” o progettazione delle tecnologie. In base a questo principio è necessario garantire la protezione dei dati fin dalla fase di ideazione di una tecnologia, prima ancora che sia messa sul mercato. In questo modo il problema viene affrontato sin dall’origine e l’utente è più protetto. Ciò sarà davvero realizzato solo se verranno inseriti nel contesto degli studi di informatica e ingegneria, da cui usciranno i nuovi “sviluppatori” o i futuri costruttori e ideatori delle tecnologie, corsi di etica, per comprendere quali sono i requisiti essenziali nella produzione della tecnologia che siano rispettosi dei diritti di chi la userà.
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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ I negazionisti sono caratterizzati da uno scetticismo storiografico, non interpretano semplicemente fenomeni storici o contemporanei, ma si spingono a negarne l’esistenza
NEGAZIONISMO, QUANDO IL WEB FA DA MEGAFONO di Ilaria Romano IL NEGAZIONISMO È QUEL FENOMENO CHE NON SI LIMITA ALLA RIMOZIONE DELLA REALTÀ, MA NE COSTRUISCE UNA ALTERNATIVA. Nel corso degli anni ne abbiamo avuto diversi esempi, a partire da quello storico che ha messo in discussione l’Olocausto, e ha reinterpretato fatti connessi al fascismo e al nazismo attraverso uno scetticismo storiografico portato all’estremo. In tempi più recenti abbiamo assistito a teorie che hanno minimizzato i rischi del riscaldamento globale, che hanno negato la presenza del virus dell’Hiv, solo per citare i casi più eclatanti. Oggi i negazionisti più attivi, grazie anche alle possibilità offerte dalla rete di amplificare il messaggio, sono quelli
che minimizzano l’esistenza e i rischi del Covid-19 e che arrivano perfino a negare le vittime della pandemia e i ricoveri in ospedale. Alla negazione del fenomeno si associa spesso anche una teoria del complotto, come quella che collega la rete 5G alla pandemia e che riporta in auge vecchie tesi su collegamenti elettromagnetici e tumori. Insomma, i negazionisti non sono nati oggi, ma certamente lo sviluppo del web ha contribuito ad amplificarne i messaggi. Giovanni Ziccardi, professore di Informatica giuridica all’Università degli studi di Milano, esperto di Data Governance e Cybersecurity, individua quattro epoche che documentano l’avvicinamento dei negazionisti alle reti telematiche: i primi tentativi di utilizzare le reti pre-internet, poi i primi esperimenti di connessione internet, l’era del web grafico e infine quella dei social network e dei dispositivi mobili. Gli abbiamo chiesto se insieme all’evoluzione del contesto telematico ci sia stato anche un cambiamento nei contenuti diffusi. «Le frasi, gli stereotipi, le offese che si trovavano già in giornali
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L’UTILIZZO SMODERATO DEI SOCIAL MEDIA ALIMENTA FAKE NEWS. LA DEMOCRATIZZAZIONE DELLE IDEE CHE NE È DERIVATA FAVORISCE LA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE DELLE STESSE, PURTROPPO ANCHE DI QUELLE PIÙ FOLLI. NEL CASO DEI NEGAZIONISTI DEL COVID, C’È UN RIGETTO TOTALE DELLA REALTÀ STORICA E SCIENTIFICA E, IN UN MOMENTO DI PANDEMIA, QUESTO NON PUÒ CHE GENERARE CAOS
razzisti in Canada agli inizi del Novecento, e nelle offese agli ebrei tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, sono rimasti più o meno gli stessi - spiega Ziccardi -; cambia invece completamente la modalità di trasmissione, la resa grafica tramite “meme”, il modo per renderli virali ma, soprattutto, per creare messaggi che siano adatti a un contesto - quello telematico - dove il tempo di attenzione nell’utente è di pochi secondi, con riferimento ai contenuti che “passano” sul suo telefonino. Di conseguenza slogan, messaggi brevi, immagini, fotomontaggi e brevi video sono diventati i nuovi vettori di tali messaggi». Oltre ai contenuti che passano nel deep web, molto spesso oggi assistiamo a una diffusione di idee negazioniste - non solo storiche, ma anche scientifiche - sui comuni social, da parte di soggetti che molto spesso non sono nemmeno legati ad un network. Quali sono i rischi?
Il rischio principale è la capacità diffusiva, e persuasiva, di tali messaggi dovuta alla visibilità conferita dalla stessa architettura della rete, da algoritmi che non conosciamo, da modalità avanzate di profilazione che individuano senza problemi soggetti che si sa già che accoglieranno tali contenuti. Inoltre, vi è il fenomeno dell’“uno uguale a uno” in rete, per cui le competenze scientifiche, la preparazione, gli studi vengono completamente azzerati nel confronto anche su temi delicati come questi e che richiedono specifiche competenze storiche (si pensi a quello che sta accadendo nel mondo della medicina), e due opinioni possono avere senza problemi la stessa visibilità, gli stessi commenti, lo stesso apprezzamento dagli specifici follower, anche se nemmeno paragonabili dal punto di vista dell’autorevolezza di chi parla. La Cassazione ha ritenuto perseguibile un’associazione a delinquere che opera tramite il web.
Che peso hanno le normative nazionali in un mondo che non ha confini? E quali gli altri strumenti di contrasto, oltre al diritto? Purtroppo il diritto è molto confuso, in tanti Paesi, su questi temi. Vi è il problema che non esiste una definizione condivisa di odio e di istigazione all’odio da parte dei Legislatori. Ci sono normative nazionali che sono molto utili e che puniscono i comportamenti più gravi, ma è impensabile cercare di contrastare il fenomeno soltanto con l’uso del diritto. Occorrono anche un’attività educativa a tutti i livelli (compresa stampa e politica) e un intervento specifico di chi governa la tecnologia. Francia e Germania si sono mosse per prime con una normativa molto stringente nei confronti delle piattaforme (in Francia ritenuta in parte incostituzionale), mentre altri Paesi, ad esempio la Spagna, hanno puntato più sull’aspetto (ri)educativo anche di chi odia, soprattutto se adole-
scente, e non solo delle vittime. Quale può essere il ruolo del provider nella veicolazione o nel blocco di contenuti ritenuti pericolosi? Il provider ha un ruolo centrale, ma occorre disciplinarlo con cura, magari con percorsi di co-regolamentazione tra Stato e piattaforme. Veniamo da vent’anni, in Europa, dove è stata giustamente lasciata una grande libertà ai provider per consentire il boom dell’economia digitale, rincorrendo il mercato statunitense. Ora in molti sostengono che sia venuto il momento di ripensare al quadro e di prevedere obblighi più stringenti per le piattaforme con riferimento a contenuti d’odio, in violazione del diritto, ad esempio di proprietà intellettuale, e illeciti. Non è un processo facile: le piattaforme hanno oggi una potenza economica enorme, ma l’idea che possano essere considerate “giudice di primo grado” anche nell’ambito della gestione dei contenuti d’odio pone non pochi problemi giuridici. La proposta di Regolamento del dicembre scorso ha aperto probabilmente la via alla co-regolamentazione. APRILE 2021 I 49
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__LIBRI CULTURA__ «SOLO IN VIAGGIO UN REPORTER SI SENTE SE STESSO E A CASA PROPRIA», scrive Ryszard Kapuscinski, il grande giornalista polacco. Tre decenni prima, nel 1933, nei giorni che precedono l’incendio del Reichstag a Berlino, il reporter Simenon, per la rivista Voilà di Gallimard, alloggia all’Hotel Kaiserhof, dove Hitler ha il quartier generale. Lo incrocia, entra nel suo stesso ascensore. E così, con le sue “istantanee”, lo sguardo “volutamente e quasi rigidamente fotografico”, fiuta lo spirito del tempo: «Le ammucchiate, il nudismo, la speculazione, il freudismo, lo sport, la cocaina… ora decine di milioni di tedeschi hanno l’impressione che sia stato ristabilito l’equilibrio». Inesauribile davvero, George Simenon è stato anche un grande giornalista, un inviato speciale di razza. Europa 33 raccoglie le sue preziose corrispondenze dal Belgio, passando per Polonia, Romania e Bulgaria, “i popoli che hanno fame”, per approdare in Russia, muovendosi in un continente che “sonnecchia sotto la neve scosso da bruschi e terrificanti sussulti”. Ovunque, nel sordido dormitorio da Varsavia
GEORGE + SIMENON, VIAGGIATORE E REPORTER
come negli alberGEORGE SIMENON ghi di lusso, nel miEUROPA 33 serabile mercato di ADELPHI 377 PAGINE Odessa come nello 18 EURO studio di Trockij, si Giudizio di 50&Più: frantuma quella certa immagine dell’Europa “definitiva come una cattedrale, che non corrisponde più alUna testimonianza sincera la realtà”. Incontri, e preziosa, il resoconto colloqui, pedinadi viaggi attraverso menti a sorpresa, scenari, le “cartoliun’Europa sospesa ne illustrate mai tra due guerre esatte” che fotograper mostrare un ritratto fano “il mendicandell’uomo senza pregiudizi te che in Italia indossa la divisa”, la prostituta che indi Renato Minore veisce contro gli ebrei, i sagaci portieri, gli stravaganti SPECCHIO A TRE ANTE banchieri, le ricche dame neAnnella Prisco vrasteniche, i truffatori e gli Guida - 176 pagine avventurieri di alto bordo. Un prezzo: € 14 Giudizio di 50&Più: gran racconto prolungato nelle immagini, specchio di un In modo tenero e affettuoso, capace di leggere fotogiornalismo al suo meglio, dentro quel guazzabuglio che è l’animo umano, Annella Prisco racconta la sua Ada, la vita, che ora appare anche uno gli amori, le scelte che delineano il suo destino, con il segno delstracolmo deposito di calchi l’imprevedibile che lascia una traccia dolorosa e davvero incancelmemoriali da cui Simenon labile. Tra Roma, Firenze e il Cilento, tra segreti di famiglia che trarrà figure, climi, situacovano e possono esplodere dentro gli spazi di una vecchia casa zioni, comportaal mare: il ritratto di una donna che, come davanti ad uno specchio, menti della (lo “specchio a tre ante” del titolo di questo romanzo di passioni sua inesaurimai spente e di carezzevole emotività) ricompone il puzzle della bile comsua identità, della sua memoria, del suo rapporto con il mondo. media umaCon il passo quieto e malinconico della sua scrittura, Annella na costruita Prisco guida il lettore dentro quel flusso di ricordi e di vita vissuta intorno al suo in diretta, che rende quel ritratto di Ada un “volto disfatto e Maigret. segnato”, con il suo vivere e patire la vita. APRILE 2021 I 51
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DA NON PERDERE
Milioni di libri venduti in tutto il mondo, coppia nella vita e nella scrittura, Monaldi & Sorti ci presentano un inedito Dante e la sua storia sotto forma di finzione narrativa
IL PROGETTO
Una trilogia dedicata a vita e Commedia Nell’anno in cui si celebra Dante, i due scrittori si cimentano in un progetto culturale ambizioso: una trilogia che intreccia vita del Sommo Poeta e Divina Commedia. In questo volume si racconta l’Inferno, seguiranno Purgatorio e Paradiso.
QUANDO SHAKESPEARE RACCONTA DANTE di Renato Minore UNA NOTIZIA BOMBA, DI QUELLE CHE DOVREBBERO RIEMPIRE LE PRIME PAGINE DEI GIORNALI E RIMBALZARE IN OGNI PARTE NEL WEB: dopo un sonno pluricentenario, è stato battuto all’asta a Vienna un dramma perduto di Shakespeare, addirittura una trilogia teatrale su Dante Alighieri. Ma siamo nel campo della fiction: l’ultimo romanzo di Monaldi & Sorti nasce da questa fake news, è l’ipotetica trascrizione in forma di romanzo della prima parte di quel testo perduto, in cui il genio di Stratford narra la vita di Dante intrecciata con la
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trama del suo capolavoro. Monaldi & Sorti cioè Rita Monaldi e Francesco Sorti, coppia legale e coppia letteraria ora, con Dante di Shakespeare (Solferino) alla prova più temeraria del loro coniugale laboratorio di scrittura che ha alle spalle molti avvincenti romanzi d’ambientazione storica. Sul palcoscenico shakespeariano, ecco avventure e disavventure, tradimenti, lotte, in scena l’infanzia e la giovinezza del Poeta, la morte della madre, l’incontro con Beatrice, i rovesci famigliari e politici, le tentazioni del sesso, l’amicizia con Cavalcanti…
Chiedo ai due autori qualche chiarimento su questa impresa, che sta per diventare una colossale serie televisiva in occasione del 700° centenario della morte dell’Alighieri. Dante e Shakespeare (diceva Eliot) si spartiscono il mondo moderno. Siete d’accordo? SORTI. Carlyle scrisse: «Lo Zar ha terre, soldati e cannoni, ma non può parlare. Inghilterra e Italia invece possono, perché hanno Shakespeare e Dante». Ecco, i nostri due grandi hanno in comune questo, che è la cosa più importante: dare voce a un intero popolo. Solo loro
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NELLA FOTO ACCANTO, RITA MONALDI E FRANCESCO SORTI, COPPIA NELLA VITA E NEL LAVORO. AL LORO ATTIVO NUMEROSI BEST SELLER INTERNAZIONALI. LA PIÙ RECENTE PUBBLICAZIONE È “DANTE DI SHAKESPEARE” (SOLFERINO)
due sono arrivati a tanto. Dante e Shakespeare finalmente insieme. Per quale motivo? MONALDI. Perché solo il grande Bardo poteva dare voce al Sommo Poeta. Se avessimo messo in bocca a Dante le nostre parole, saremmo caduti nel kitsch e nell’improbabile. A Dante e Beatrice servono la nobiltà e l’arguzia di Amleto, di Enrico V, di Macbeth. La materia dantesca inseguita secondo l’arte di Shakespeare, ricreata nel laboratorio del manoscritto ritrovato cosa può far scoprire, a quali
esiti può portare? SORTI. Con la penna di Shakespeare abbiamo tentato di giungere fin là, dove nessuno, se non lui, Sommo Sacerdote delle passioni umane, sarebbe potuto arrivare: a toccare con mano la mente e il cuore del padre dell’intera civiltà occidentale. Nel 1890, l’ambasciatore austriaco von Hübner, figlio di Metternich, sconfessava suo padre e riconosceva che “sotto tutti i punti di vista l’Italia è la culla della civiltà e l’italiano il suo primogenito”; e ancora che “l’Italia è la patria comune di tutte le nazioni civili e ad essa si deve in gran parte la cul-
tura dello spirito”. Ecco, il Sancta Sanctorum che ha partorito tutto ciò è Dante: è lui - come sappiamo - il sovrumano e profetico padre dell’italiano e dell’Italia, e dunque lo è anche di tutto l’Occidente. Il ministro Franceschini ha ricordato che «Dante è di tutti, è identitario, coinvolge, è stato anche uno dei primi ad aver parlato di Europa». L’oscurità che circonda gran parte della vita di Dante e Shakespeare può essere ancora più lo spunto per l’invenzione narrativa? MONALDI. La nostra grande
sfida è stata appunto unire i puntini per far emergere la sagoma dei protagonisti dalla tenebra delle notizie storiche. È un po’ la specialità di tutti i nostri libri. Non amiamo mai inventare di sana pianta. Nella Commedia la capacità di costruzione narrativa dimostrata lungo i cento canti ha molti punti di contatto con il racconto di tipo romanzesco o cinematografico o persino delle serie televisive più recenti, con sospensioni improvvise, montaggi di scene. Tutto ciò può essere utile nella fiction? MONALDI. Certamente, ma solo se intrecciata con i dati biografici di Dante. La Commedia è un instant book. Dante ha messo in scena i propri tempi e il suo presente più intimo: colleghi e maestri, nemici e amici, perfino i parenti stretti. In una formula, come potete riassumere il lavoro in coppia, legale e letteraria, che avete già felicemente altre volte collaudato? SORTI. Scriviamo come viviamo. A casa nostra vita e scrittura sono tutt’uno. APRILE 2021 I 53
__ARTE CULTURA__ INFORMAZIONI SULLA MOSTRA
Gladiatori - Museo Archeologico Nazionale Piazza Museo, 19, Napoli Orari: tutti i giorni 9-19.30, martedì chiuso. Biglietti: €10 (museo + mostre temporanee); €16 (due adulti); ridotti €2 (dai 18 ai 25 anni), €5 (tessere) e €8 (convenzioni); gratuito per minorenni, portatori di handicap e docenti. Telefono: 0814422149. www.museoarcheologiconapoli.it
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BREVI PROPOSTE
MILANO
Tiepolo
La mostra Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa segna il culmine delle celebrazioni, peraltro limitatissime, del 250enario dalla scomparsa del sommo esponente del ’700 veneziano. Le sue impareggiabili narrazioni, dipinte con colori luminosi e sotto cieli spalancati, sono capolavori senza tempo. Gallerie d’Italia Fino al 2 maggio
PISA
De Chirico L’esposizione antologica De Chirico e la Metafisica ripercorre tutto l’universo fantasioso e onirico del Pictor optimus, come lo definirono per l’eccezionale tecnica e l’attenzione al mondo classico. Interessante ammirare anche la sua collezione personale. Palazzo Blu Fino al 9 maggio
Fino al 30 giugno il Museo Archeologico propone preziosi reperti provenienti dalla sua ricca collezione e da importanti scavi
NAPOLI CELEBRA IL MITO DEI GLADIATORI «COME GLI ANTICHI GLADIATORI, OGGI CI SENTIAMO TUTTI UN PO’ FERITI E SOFFERENTI DOPO LE DIFFICOLTÀ DEL 2020. Ma, prendendo spunto dal loro coraggio e dalla loro tenacia, siamo pronti a rialzarci e ad andare avanti». Così il direttore del MANN di Napoli, Paolo Giulierini, presenta la grande mostra dedicata a quel manipolo di combattenti, quasi tutti ex schiavi, criminali o prigionieri di guerra, divenuti - grazie alle imprese nelle arene - idoli delle folle bramati dalle donne, ma anche protagonisti di storiche ribellioni. La più no-
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MOSTRE di Ersilia Rozza
ta, quella comandata da Spartaco nel 73 a.C., si concluse con la strada da Capua a Roma punteggiata dai cadaveri crocifissi di circa 6.000 rivoltosi. Sono circa 160 i reperti esposti, alcuni dei quali mai visti prima. Mosaici (unico quello pavimentale del sito archeologico svizzero di Augusta Raurica per l’amplissima superficie, con scene di combattimenti), fregi, rilievi, armi (notevole l’elmo di mirmillone, uno dei combattenti più poderosi, con l’effigie rappresentante la personificazione di Roma, barbari e trofei) e iscrizioni danno una
rappresentazione chiara della vita di queste figure leggendarie. Non solo nel momento delle dure e violente esibizioni, ma presentandone anche la dimensione privata, le abitudini, il ruolo sociale, la routine degli allenamenti. Il percorso si rivela un’esperienza avvincente anche per i più piccoli con le ricostruzioni digitali e la sezione off, che propone come vengono visti i gladiatori oggi, offrendo una carrellata di film, action figures (statuine giocattolo) e fumetti che li hanno avuti come protagonisti. E persino la loro dieta è riproposta dalla caffetteria del Museo.
__MUSICA CULTURA__ I MIGLIORI
Cinema Samuele di Samuele Bersani è il più bel disco italiano dello scorso anno per gli oltre cento critici che hanno votato il referendum sui migliori album promosso dal Forum del giornalismo musicale. Nella sezione esordienti ha prevalso Merce funebre di Tutti fenomeni.
Continuano le riedizioni dei grandi album che hanno fatto la storia del pop e del rock, sempre ricchi di bonus allettanti e materiale inedito
MUSICA
IMPERDIBILI RISTAMPE PER NOSTALGICI (E NON)
di Raffaello Carabini
+ IL LIBRO
Un interessante volume dedicato agli ultimi giorni di Hendrix, tra mezze verità, false notizie e versioni distorte
50 ANNI SENZA JIMI
La morte di Jimi Hendrix, il più grande chitarrista del rock, il 18 settembre 1970, è stata attribuita a un’overdose di droga. Ma poi sono emersi frammenti di un’altra verità, false informazioni e versioni distorte. Gli esperti Enzo Gentile e Roberto Crema ci raccontano gli ultimi giorni di Hendrix nel bel volume The Story Of Life. Un ritratto sorprendente, con in più 40 pagine di foto, il resoconto sui litigi per l’eredità e i commenti di alcuni famosi fan.
CHE LA NOSTALGIA SIA UNA CANAGLIA NON SERVIVA CE LO DICESSERO AL BANO E ROMINA POWER. Lo sapevamo da soli, almeno da quando ci siamo accorti che le nostre ottime virtù giovanili si sono dimostrate solo occasioni sprecate. E la viviamo con il desiderio di ritrovare un profumo, un sentore, una musica che ce le faccia ricordare. Qualcuno cerca di accontentarci. Le case discografiche ripropongono gli album che hanno caratterizzato gli ultimi sessant’anni di rock e pop, aggiungendo agli originali brani inediti, provini, esibizioni live e quant’altro riescano a trovare negli archivi. Vi proponiamo alcune chicche recenti. I Japan di David Sylvian hanno creato un clima e uno stile destinati a influenzare
le generazioni future. Quiet Life, loro terzo LP e capolavoro della new wave, viene proposto rimasterizzato e, nel formato più ricco, con l’aggiunta di mix alternativi, rarità e materiale live, tra cui l’intero Live At Budokan del marzo 1980. Dieci anni prima usciva l’album della svolta dei Fleetwood Mac, Then Play On, che suona oggi ancora vitale e stimolante per le sonorità in bilico ma raffinatissime. Il cd propone 4 tracce inedite e un bel mediabook. Infine, il Live At The Hollywood Palladium (1988) è una formidabile performance della “pietra rotolante” Keith Richards con i suoi eccellenti XPensive Winos. Il cofanetto deluxe propone due LP e il cd rimasterizzati, un EP, il dvd, un libro, una nuova intervista, un saggio e un pass Vip. APRILE 2021 I 55
__CINEMA CULTURA __
Una commedia adatta a tutta la famiglia che racconta un tema attuale e il rapporto genitori-figli adolescenti, con intelligenza e ironia
di Alessandra Miccinesi
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FILM IN USCITA
GENITORI VS INFLUENCER
DRAMMATICO STORICO
1944 - LA BATTAGLIA DI CASSINO REGIA di Robert David Port con: Alexander Ludwig Rakuten Tv Giudizio di 50&Più:
È possibile restare umani in guerra? Difficile rispondere, specie se il conflitto è ricordato nei libri come uno dei capitoli più duri della II Guerra Mondiale. Le forze alleate e quelle tedesche si fronteggiano nella campagna d’Italia del ’44. Un drappello di soldati americani, guidati da un vecchio italiano (F. Nero), ha l’ordine di salire su una ripidissima collina nei pressi di Cassino per verificare la ritirata tedesca. Qui incontrano un nemico che li obbligherà a un drammatico capovolgimento dei ruoli.
DRAMMATICO THRILLER
DREAMLAND REGIA di Miles Joris-Peyrafitte con: M. Robbie e F. Cole Rakuten Tv Giudizio di 50&Più:
Ci sono storie fatte per il cinema che tengono lo spettatore incollato alla sedia. Una di queste è Dreamland, gangster movie dai risvolti romantici in cui Allison Wells (Margot Robbie) è una rapinatrice in fuga nell’America della grande depressione. Inseguita dalla polizia mentre si dirige in Messico, Allison incontra Eugene Evans (Finn Cole) un uomo che sogna di lasciare il Texas. I due, come novelli Bonnie e Clyde, cercheranno una via di fuga.
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CINEMA
ALLA VOCE INFLUENCER IL MOTORE DI RICERCA SFORNA 272MILA RISULTATI IN 0,48 SECONDI. Segno che il termine, sconosciuto a chi ha superato gli “anta”, ha conquistato i vertici della rete. Ma chi è un influencer? Per il vocabolario Treccani è “quel personaggio popolare sul web che ha la capacità di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di utenti”. Va da sé che intorno a queste figure, in grado di calamitare i gusti della gente, gli esperti di marketing concentrano le loro attenzioni per tratteggiare nuove tendenze di mercato. Anche la politica e i maggiori marchi oggi si avvalgono del supporto degli influencer, per dare più efficacia alla loro comunicazione. Il cinema non poteva lasciarsi sfuggire l’ennesima storia di padri contro figli, ma la re-
gista Michela Andreozzi è stata brava a cogliere l’attimo per raccontare con leggerezza una vicenda di genitori boomers e figlie super social. Paolo, professore di filosofia vedovo (Fabio Volo) e padre dell’adolescente Simone (Ginevra Francesconi), dopo il rapporto idilliaco dell’infanzia si trova a fare i conti con una figlia fagocitata dal telefonino, che sogna di diventare influencer come il suo mito Ele-O-Nora (Giulia De Lellis). Paolo inizia subito una campagna contro l’abuso dei social aiutato dalla figlia Simone, che diventa la sua web manager. Scoprirà così che i social, usati con cura, possono regalare preziose opportunità.
Regia: Michela Andreozzi Genere: commedia Sky Cinema e Now Tv Giudizio di 50&Più:
__SOCIETÀ ATTUALITÀ__
Con la laurea, a quasi 70 anni, Emilia Peatini ha ricucito una parte della propria storia che sentiva “incompiuta”. Con l’età ha avuto la possibilità di scegliere. E ha vinto
LA LIBERTÀ DI RICOMINCIARE A 70 ANNI di Carlotta Poselli EMILIA PEATINI È MAMMA, NONNA ED EX MAESTRA. Fin qui nulla di anomalo. Lei, però, che per 40 anni ha insegnato alle scuole elementari in provincia di Treviso e Verona, è anche una donna che ha scelto di ripartire da sé. Dopo la pensione. Una volta congedatasi dal lavoro, ha infatti ripreso in mano i libri e, alla soglia dei 70, si è laureata. Una studentessa brillante: ha discusso la tesi - su Olga Blumenthal, professoressa di origine ebraica che insegnò lingua e letteratura tedesca a Ca’ Foscari dal 1919 al 1937 - guadagnandosi un bel 110 GENITORI E NONNI e lode. «È stato bellissimo approUna guida indispensabile per i giovani fondire la vita di questa donna» Il ruolo di genitori e nonni, secondo Emilia Peatini, è ma, aggiungiamo noi, è stato solo fondamentale per guidare le scelte di vita di figli e l’inizio. Oggi Emilia continua a nipoti. L’importante è aiutarli ad esplorare e analizzare fare ricerca dedicandosi a quello tutte le possibili opzioni a loro disposizione.
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«MI SONO TROVATA MOLTO BENE CON STUDENTI GIOVANI E CON ALTRI COLLEGHI CHE, COME ME, HANNO SCELTO DI TORNARE SUI BANCHI. HO STRETTO AMICIZIE CHE HANNO ARRICCHITO TANTISSIMO LA MIA VITA»
per cui ha studiato tanto. Un debutto assoluto, l’università, o l’aveva già frequentata da ragazza? È stato un ritorno. Grazie alla pensione ho rimesso piede all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Per quarant’anni sono stata un’insegnante alle elementari ma, devo dire, non era nelle mie aspirazioni quando ero una studentessa. Che intende? Era un lavoro che non le piaceva?
Erano gli anni Sessanta quando ho dovuto scegliere la mia strada e la famiglia influiva molto su ogni decisione. Per i miei genitori, il fatto che io diventassi una maestra era una sicurezza per la mia vita futura perché la mentalità del tempo era sì che la donna lavorasse, ma che lo facesse a mezzo tempo, per conciliare tutto con l’impegno di moglie e di madre. Una frustrazione… In principio sicuramente ma poi, per essere stata una maestra poco ispirata, alla fine mi sono innamorata molto del mio lavoro e mi sono dedicata con propensione investendo tanto nel rapporto coi miei alunni. Cosa che mi ha dato anche tante soddisfazioni. Ma qual era il suo sogno? Le mie aspirazioni erano altre. Dopo la maturità magistrale perfezionai i miei studi per potermi iscrivere ad architettura. E in effetti così fu. Però, volendo essere autonoma, quando vinsi il concorso magistrale accettai di intraprendere quella carriera. Per un periodo, ricordo che lavoravo al mattino e poi di corsa a Venezia, alla Facoltà occupata - erano gli anni delle grandi contestazioni -,
ma alla fine lasciai e continuai con l’insegnamento. Però mi sembrava un percorso quasi incompiuto il mio. Lei, a quasi settant’anni, si è laureata in Storia. Perché ha scelto questa facoltà? Fin da bambina sono stata molto interessata a come l’uomo abbia utilizzato il territorio e l’ambiente. Tant’è che con le mie classi facevo sperimentazione, studio dell’ambiente, del territorio. Perciò mi è venuto spontaneo concentrarmi sullo studio della storia e della società contemporanea. Ambito nel quale mi sono appunto laureata. Perché una tesi sull’antisemitismo del Novecento? Perché il tema dell’antisemitismo è stato per me sempre di grande interesse. Ho condotto studi su Olga Blumenthal, che aveva insegnato vent’anni a Ca’ Foscari. Una docente della quale si sapeva molto poco e tuttora sto lavorando su nuovissime piste di ricerca. Com’è stato tornare all’università alla sua età? Mi ha aiutato moltissimo la mia educazione. Per cui, anche se sono arrivata all’Università con il mio bagaglio di vita, di esperienze e di insegnamento, mi sono messa subito nel ruolo di studentessa. Si dà del lei, innanzitutto, eccetto con alcuni professori che nel tempo hanno voluto optare per il tu. Mi sono trovata molto bene con studenti giovani e con altri colleghi che
come me hanno scelto di tornare sui banchi. Ho stretto amicizie che hanno arricchito tantissimo la mia vita. Quali difficoltà ha incontrato? A dispetto di ogni pregiudizio su noi senior, non ho avuto alcun problema con la tecnologia. Con l’inglese invece sì. Ho dovuto studiare duramente perché il livello di competenza linguistica in inglese è una conditio sine qua non a Ca’ Foscari. Oggi continua a fare ricerca pur essendo anche mamma e nonna. Sì e collaboro con l’istituto di ricerca della mia città, l’Istresco, Istituto di Storia della Resistenza e della Società Contemporanea. Quando ho iniziato l’università ero solo madre. Due figlie grandi di 44 e 42 anni. Nel frattempo, sono arrivati due nipoti di 7 anni e mezzo e 6. Una delle sue figlie vive all’estero. Patisce la lontananza? La tecnologia che abbiamo oggi rende la distanza sopportabile e meno dolorosa. Sento mia figlia ogni giorno e a volte prendiamo il caffè assieme, guardandoci tramite il telefonino. Certo, non posso stringere mio nipote ma siamo sereni, io e mio marito, e ci conforta che siano una coppia affiatata. Abbiamo tante amicizie e ognuna ha almeno un figlio all’estero. Ecco, è su questo che vorrei si riflettesse, perché questi ragazzi sono stati costretti ad andarsene e non sono rimasti qui in Italia.
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A 74 anni ha portato la sua arte sulle passerelle della maison Dior. E ora Marilena Sparasci, cultrice e artista del merletto a tombolo, pensa a nuovi progetti insieme al giovane socio, suo ex allievo
__SOCIETÀ ATTUALITÀ__
LA REGINA DEL TOMBOLO
di Manola Irroia
«LA PASSIONE PER IL TOMBOLO È VENUTA FUORI MOLTO TARDI, ANCHE SE DA ADOLESCENTE MI ERANO STATI INSEGNATI I RUDIMENTI: diciamo che non ero molto incline a quelle che erano considerate le arti femminili, dodicesima cugina di undici maschi». Sorride Marilena Sparasci, oggi uno dei nomi indissolubilmente legati all’arte del merletto a tombolo, a ripensare a quando, studentessa delle medie, avrebbe fatto volentieri a meno di quelle lezioni estive di pizzo. Tanti anni dopo, la scorsa estate, la delicatezza e la perfezione delle sue realizzazioni hanno incantato Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa Dior, che per la sfilata “Cruise 2021” era alla ricerca di artigiani di talento in grado di interpretare il merletto a tombolo fino a »
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L’abito con gli inserti realizzati a tombolo da Marilena e Marco richiama il “Miss Dior” del 1949, caratterizzato da un tripudio di fiori ricamati di Barbier.
MARCO FERSINO RIBEIRO AMORIM - NELLA FOTO È UNO DEGLI ALLIEVI A CUI MARILENA HA TRASMESSO LA SUA CONOSCENZA. OGGI È SUO SOCIO.
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fonderlo con l’alta moda. Così le creazioni di Marilena, 74 anni, e del suo giovane socio ed ex allievo, Marco Fersino Ribeiro Amorim, 39 anni, al quale ha trasmesso la sua conoscenza, sono finite in passerella, sotto forma di rose e farfalle applicate ad uno degli abiti iconici della sfilata del 22 luglio 2020 di piazza Duomo, a Lecce. «Ho sempre cercato di andare oltre la porta di casa racconta Marilena - e un giorno mi è arrivata la telefonata della segreteria di Maria Grazia Chiuri che voleva conoscermi. È stato amore a prima vista, il nostro lavoro l’ha folgorata, come lei ha folgorato noi. Ne è nata una collaborazione che nel giro di pochi mesi ci ha portato a lavorare oltre mille ore per gli inserti di un solo abito». Ma quando è nata la passione per il tombolo, visto che da adolescente non lo aveva amato particolarmente? È successo una trentina di anni fa, quando sono tornata in Salento e sono venuta ad abitare in campagna. Ho tirato fuori il tombolo inizialmente come passatempo, ma ho subito cominciato con merletti
A LECCE
Un viaggio nella memoria Il primo evento della maison Dior dopo l’inizio della pandemia è stata la sfilata “Cruise Dior 2021” che si è svolta a Lecce, in piazza Duomo, lo scorso 22 luglio. Una serata in cui la direttrice creativa Maria Grazia Chiuri, ha rivisitato in chiave contemporanea il lavoro e la vita nei campi delle cosiddette “tabacchine”, le donne che in Salento lavoravano nelle fabbriche di tabacco e si dedicavano anche alla tessitura. Un viaggio nella memoria della sua terra, con le musiche tradizionali e le “luminarie”, installazioni luminose ispirate a quelle delle feste patronali di piazza, a fare da cornice agli abiti realizzati in collaborazione con i numerosi artigiani locali coinvolti, come Marilena Sparasci e Marco Fersino Ribeiro Amorim.
molto difficili perché mi piace il disegno geometrico che nella sua ripetitività lascia spazio alla mia mente. Poi attraverso il passaparola sono stata contattata da un’amica che allora aspettava un bambino e che desiderava un mio fazzoletto da usare durante l’allattamento. È partito tutto da lì, poi sono arrivate le bomboniere, i cuscini per le fedi nuziali, le prime mostre. Lei ha dato vita ad una scuola che è andata avanti per 18 anni, abbattendo anche uno stereotipo sulla conoscenza del merletto... Mi sembrava giusto insegnare quello che sapevo, non sono mai stata gelosa delle mie conoscenze. C’erano alcune donne che mi chiedevano di imparare, per loro e le figlie, e così abbiamo cominciato. Era un modo per arricchire culturalmente le ragazze e dare anche un’opportunità di reddito. Purtroppo però mi sono sobbarcata tutti gli oneri del progetto e dopo 18 anni l’esperienza si è conclusa. Ma un’altra cosa importante di questa iniziativa fu quella di eliminare dalla dicitura dell’associazione la parola “femminile”, come se i merletti do-
IL TOMBOLO IL PROCEDIMENTO
Tra spilli, fili e fuselli Con il termine “tombolo” si indicano sia il merletto che lo strumento usato per realizzarlo, un cuscino solitamente di forma cilindrica sul quale viene fissato, con degli spilli, il foglio con il disegno del pizzo da creare. La lavorazione comincia con dei punti che seguono alcune parti del disegno, poi si procede all’intreccio utilizzando i cosiddetti fuselli, attorno ai quali viene arrotolato il filo necessario alla composizione. Nei merletti più semplici bastano poche coppie di fuselli, in quelli di particolare complessità ne occorrono anche un centinaio o più. Alla fine del lavoro, il pizzo è staccato dai punti di supporto e può essere eventualmente (ma non necessariamente) fissato ad una stoffa. In funzione delle dimensioni del filato risulterà più o meno pregiato.
vessero essere solo per le donne. In tempi non sospetti il corso diventò di “merletti e artigianato salentino”, anche perché nel frattempo era arrivato Marco, uno degli allievi migliori, e pure il mio nipotino di 11 anni cominciava ad appassionarsi. La sua è stata una famiglia internazionale: quanto ha inciso avere radici multiculturali nella sua arte? Mio padre ha sposato una donna tedesca, lui era un ufficiale medico e finì a lavorare nella farmacia di quello che poi sarebbe diventato mio nonno; mio zio ha sposato una donna romena che scappava dalle persecuzioni dei tedeschi. Ho anche una zia inglese e una austriaca. Io stessa ho vissuto a Milano per 15 anni, e ho fatto in tempo a eleggerla come città del cuore, poi sono tornata in Puglia. Insomma in casa abbiamo sempre vissuto nel rispetto degli altri ma non ci siamo mai uniformati, ognuno ha condotto la sua vita nella li-
bertà delle scelte. Sicuramente ho imparato che bisogna perseverare, conoscere i propri limiti, e adesso sono fiera di averlo fatto e che qualcuno si sia accorto di me, dopo aver visto certamente anche tante altre brave merlettaie. Quali sono i suoi progetti per il futuro, anche grazie alla collaborazione con Marco, che da allievo è diventato ormai socio? Ho sempre pensato che il tombolo non debba finire nel dimenticatoio: con Marco è da oltre un anno che ragioniamo su dei progetti da portare avanti insieme, io con la mia esperienza e lui con la sua energia oltre che talento, e dopo l’esperienza con Dior stiamo progettando di aprire un’accademia di tombolo, oltre a creare delle linee di prodotti che spazino dai gioielli d’oro e argento con inserti in pizzo, all’abbigliamento. Insomma, non lasceremo passare questo momento che ci ha offerto anche tanta inaspettata visibilità.
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“CASA DOLCE CASA”. Mai, come in questo momento storico, la casa può essere considerata il centro della nostra vita. Con la pandemia che purtroppo non sembra darci tregua, le abitazioni sono diventate sempre più il fulcro della quotidianità di ognuno, il luogo dove si lavora (per coloro che sono in smart working), si studia (figli e nipoti e perché no, anche nonni), ci si mantiene in forma, magari trasformando una stanza, o un angolo del soggiorno, in una mini pale66 I spazio50.org I APRILE 2021
la primavera, tradizionalmente portatrice di venti di cambiamento viene voglia di far entrare una ventata di novità anche all’interno dell’abitazione. Gli esperti di interior design sono concordi nell’affermare che questo 2021 sarà l’anno in cui i colori vivaci di Giulia Rachele Deli “prenderanno possesso” della casa, stra dove praticare yoga, meditazione, e con essi ci sarà un ritorno prepotente sistemare una cyclette o un tapis roulant alla Natura. Una ricerca dell’Interior Derichiudibili. sign at University of Arts London, pubCerto è che vivendo di più tra le mura blicata su Insider, ha evidenziato, infatti, domestiche - complice anche l’arrivo delche ci sarà una predisposizione ad utiliz-
COLORI E ALLEGRIA
La pandemia ha modificato il nostro modo di vivere: stiamo di più a casa, spesso trasformata in luogo di lavoro, di studio, di relax, di benessere. Stesse pareti, stessi colori, stessi oggetti a tenerci compagnia, possono indurre un po’ di tristezza. Ma basta un tocco di colore, su pareti, tessuti e complementi d’arredo, e torna subito il buon umore zare decorazioni che richiamano il mondo vegetale con tinte che ricordano la vegetazione e l’acqua: verdi, azzurri e blu. Come dire: limitando le uscite a causa dei vari lockdown, facciamo entrare in casa nuance che regalino allegria e speranza, abbelliamola con piante e fiori ricreando tra le mura domestiche un paesaggio agreste.
Cromoterapia tra le pareti di casa
I colori, si sa, influiscono sull’umore e sullo stato d’animo delle persone; non a caso la cromoterapia viene utilizzata per ripristinare l’equilibrio energetico e favorire il benessere fisico e mentale. Allo stesso modo, vestire la casa di colori più accesi e vivaci può contribuire ad infondere positività ed allegria, ed aiutarci a superare questo periodo faticoso indotto da eventi non dipendenti dalla nostra volontà. Per scegliere le tinte più adatte alle pareti, ai pavimenti o semplicemente per dare un tocco di colore qua e là utilizzando cuscini, cornici, soprammobili, si può prendere spunto dal Fashion Color Trend Report del Pantone Color Institute, le cui nuance tendenza primavera/estate sono state utilizzate anche dagli stilisti per le creazioni presentate sulle passerelle di New »
I COMPLEMENTI D’ARREDO
Piccoli e vivaci A volte basta poco: un cuscino, una lampada, una scatola in cui conservare delle vecchie fotografie, poggiata sulla libreria; degli asciugamani in bagno o delle presine in cucina. Tutti con un unico denominatore: un colore vivace. Un classico divano color beige o grigio, diventa più moderno e divertente se su di esso vengono disposti dei cuscini color arancio, verde, rosso o giallo. Meglio sarebbe fare un piccolo gioco di colori degradanti, mettendo tanti cuscini uno a fianco all’altro, con il compito non solo di regalare una stanza allegra ma anche un maggiore comfort alla seduta.
__ATTUALITÀ TENDENZE__ York, in occasione della settimana della moda. Una palette di colori energetici e brillanti, quella del Fashion Color Trend, che insieme alle nuance elette colori dell’anno 2021 - ovvero Ultimate Gray, un grigio definito “pratico e solido come una roccia ma allo stesso tempo caldo e ottimista”, e Illuminating, un giallo indice di forza e positività regalano un tocco di spensieratezza e di serenità.
Tutte le sfumature della primavera
Come la tavolozza di un pittore intento a dipingere un paesaggio fatto di cielo, mare, colline verdi ricoperte di fiori, anche i colori tendenza primavera/estate aiuteranno a colorare la casa donando un tocco personalizzato.
■ MARIGOLD ■■■■■■■ È un giallo dorato con delle note di arancio che donano un senso di calore e di benessere. Adatto a tende e cuscini, per un tocco di colore ad un soggiorno classico con i toni del beige.
■ CERULEAN ■■■■■■■■
Può essere paragonato alla sfumatura del cielo terso in una giornata senza nubi. Infonde calma e serenità, quindi
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IL GIARDINO, DENTRO SE LE NOSTRE USCITE SONO LIMITATE A CAUSA DELLE RESTRIZIONI SANITARIE, NON RINUNCIAMO AL VERDE E ALLA NATURA, MA PORTIAMO PIANTE E FIORI IN CASA, RICOSTRUENDO TRA LE PARETI DOMESTICHE UN PIZZICO DI GIUNGLA
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DA RICORDARE
RISTRUTTURARE
È quello giusto? Non esiste un colore giusto o sbagliato per tinteggiare le pareti di una casa, ma esiste il colore “giusto per ognuno di noi”, quello che rispecchia la nostra personalità e ci fa stare bene quando stiamo nella stanza.
ALL’INTERNO DELLA CASA
IN BASSO Prima di scegliere il colore delle pareti è buona regola partire dal colore del pavimento.
IN ALTO Le illuminazioni a led, non solo danno un tocco in più alla stanza, ma garantiscono un ottimo risparmio energetico.
può essere utilizzato nella camera da letto.
■ GREEN ASH ■■■■■■■
È un marrone ispirato alla terra, con una punta di rosso che lo rende simile alla ruggine. Caldo e vigoroso allo stesso tempo, è l’ideale per il pavimento, magari un caldo parquet.
■ BURNT CORAL ■■■■■
■ RUST ■■■■■■■■■■■
■ ILLUMINATING ■■■■■
Eletto colore dell’anno 2021, è un giallo brillante, che infonde gioia, energia e ottimismo come solo una giornata di sole sa fare. Accostato al grigio di Ultimate Gray, ravviva uno studio o un salotto rendendoli più accoglienti.
■ FRENCH BLUE ■■■■■■
Un’altra sfumatura di blu che richiama l’emozione che si ha quando si guarda il cielo di Parigi a primavera. Ideale per divani, poltrone, sedie, librerie, o per una parete del soggiorno o dello studio, in contrasto con il bianco.
Un tocco di verde morbido, che rinfresca e lenisce allo stesso tempo. Ricorda i colori dell’orto e degli aromi in cucina. Ideale per la cucina o per un living in stile minimal. Una tinta corallo che ricorda il Living Coral, eletto colore dell’anno nel 2019. Con una tonalità più lieve rispetto a quest’ultimo, esprime convivialità, allegria e solarità. È l’deale nella stanza adibita a studio, nei soprammobili o per dare una spruzzata di colore nei corridoi o in cucina.
■ MINT ■■■■■■■■■■■
Un’altra sfumatura di verde, un altro colore che ricorda quelli dell’orto. Più deciso del Green Ash, il Mint si ispira alla menta, che rinfresca e depura, e porta una ventata di spontaneità e vivacità. Può essere utilizzato nei tendaggi, con disegni ispirati alla natura o raffiguranti piante esotiche e orti botanici, oppure per dare un tocco di originalità ad un living moderno, dalle linee essenziali.
■ AMETHYST ORCHID ■■■
Una tonalità ispirata alle sfumature viola di uno dei fiori più belli che esistano, l’orchi-
dea, unita al colore caldo e rassicurante dell’ametista. Si dice che questa pietra infonda calma, consapevolezza, chiarezza, senso di giustizia. Un tocco di viola in una stanza dove prevale il colore grigio, può regalare tranquillità, calore, sicurezza.
■ RASPBERRY SORBET ■■
Un sorbetto al lampone ha ispirato la creazione di questa tonalità. Fresco, come solo un sorbetto sa essere; allegro, spensierato, con quella nota di libertà che solo i lamponi regalano. Per chi ama osare.
Un anticipo d’autunno
Gli amanti delle linee classiche, ai colori della primavera possono unire quelli più pacati e caldi che ricordano l’arrivo dell’autunno. E così via al blu Inkwell, intenso e profondo, con quel tocco intramontabile d’eleganza; all’Ultimate Gray, un grigio naturale facilmente abbinabile al giallo, al rosso, all’azzurro; al Buttercream, che richiama il biancoavorio, mai passato di moda; al caldo Desert Mist, ispirato alle sabbie del deserto e al Willow, un verde che ricorda le chiome autunnali dei salici.
Il corpo è un tempio. Abbiatene cura...
Speciali settimane del fango • 7 notti in camera doppia Classic con trattamento di pensione completa (bevande escluse) • Visita medica con stesura del protocollo di cura • Integratore di sali minerali ed estratti vegetali alcalinizzante e antiossidante • 6 applicazioni di fango • 6 bagni termali all’ozono • 6 trattamenti personalizzati (25 minuti) a scelta tra massaggi terapeutici o rilassanti
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__ANIMALI__
PARASSITI E BELLA STAGIONE
A primavera aumentano le occasioni per stare all’aperto. Le temperature favoriscono la diffusione dei parassiti e cresce il rischio di punture di zecche, pulci, zanzare e pappataci.
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AMICI FEDELI di Anna Costalunga
Come ad ogni cambio di stagione, prenotiamo una visita dal nostro veterinario. In nostri pet ci ringrazieranno e noi saremo più sereni PRIMI CALDI, FIORI, PRATI, FARFALLE E IL NOSTRO AMICO A QUATTRO ZAMPE che scalpita per fare una corsa o una bella passeggiata tra i boschi. Impossibile resistere ai suoi occhioni ed ecco che, guinzaglio alla mano e scarpe ai piedi, siamo pronti per uscire con lui. Ma l’inizio della bella stagione, con le temperature in rapida salita, nasconde qualche insidia che è preferibile non ignorare. Una visita dal nostro veterinario è senz’altro consigliabile, ma intanto vediamo quali sono i pericoli più diffusi e come difendere i nostri fedelissimi amici. Esistono diversi prodotti per tenere lontane zecche e pulci, dai collarini alle fialette, fino alle pasticche di ultima generazione. Sarà il parere del medico a farci preferire l’uno piuttosto che l’altro, l’importante è non dimenticare di ispezionare il pelo attenta70 I spazio50.org I APRILE 2021
PRIMAVERA, IL PERICOLO SI NASCONDE NELL’ERBA mente e con regolarità. Sono le zanzare comuni a trasmettere la Filariosi cardiopolmonare, passando con la loro puntura le microscopiche larve di dirofilaria immitis da
un cane malato ad uno sano. La Filariosi (comunemente detta anche Filaria) è una malattia che, se non curata, può essere fatale. Tuttavia esiste una profilassi farmacologica
I GATTI DOMESTICI
PROFILASSI ANTIPARASSITARIA Fare attenzione agli animali più girovaghi La profilassi antiparassitaria riguarda anche i gatti d’appartamento. Con la Filaria e la Leishmaniosi in agguato, per i più vagabondi una grave minaccia è rappresentata anche dalle piante tossiche - come i narcisi e le liliacee - e dalle processionarie. Meglio dunque non perderli d’occhio.
molto efficace, che consiste nella somministrazione di vari farmaci (alcuni per bocca, altri iniettabili). Se, sfortunatamente, il nostro quattrozampe dovesse ammalarsi, è possibile ricorrere ad uno dei vari piani terapeutici previsti, a seconda dello stadio e della gravità della patologia. I flebotomi, noti anche come pappataci, invece, sono i piccoli ma fastidiosi insetti che trasmettono una grave patologia nota come Leishmaniosi. Anche loro sono più attivi da maggio a ottobre. Fino a poco tempo fa l’unica prevenzione consisteva nel tenere il nostro amico al chiuso di notte, utilizzando dei repellenti spray nelle ore diurne. Fortunatamente, il vaccino ha cambiato l’approccio alla patologia e, potenziando il sistema immunitario, riduce il rischio di contrarre la malattia.
scienze ALIMENTAZIONE PREVENZIONE STAR BENE
Iader Fabbri, nutrizionista e divulgatore scientifico, assicura che «il dimagrimento si fa a tavola ma, per un fattore salutistico, l’attività fisica resta di importanza fondamentale» __ALIMENTAZIONE__
DIETA, ADDIO A BILANCIA E CALORIE di Sadìa Maccari
FETTE BISCOTTATE E MARMELLATA A COLAZIONE; pasta - poca scondita e con un po’ di verdure a pranzo. Chi non si è imbattuto, almeno una volta, in un regime alimentare di questo tipo? Chi non si è scoraggiato di fronte a una dieta tutta in salita? È la storia infinita di tutti coloro che stentano a trovare un punto di equilibrio: quelli per cui la guerra con la bilancia non è mai finita. Eppure, alla base potrebbe esserci un errore di fondo. Ne
abbiamo parlato con Iader Fabbri, dietista e nutrizionista, da vent’anni al lavoro in ambulatorio e con sportivi di fama internazionale. Oggi è in libreria col suo Ricette in equilibrio (Mondadori Electa). «Il mio primo libro del 2018 usava come slogan “Come, cosa e quando mangi è più importante di quanto mangi”. Le persone, spesso, non mangiano assolutamente molto, ma mangiano in maniera qualitativamente errata». Cosa intende esattamente? Due fette biscottate con la marmellata o qualche biscotto secco la mattina; a pranzo un piattino di pasta con le verdure;
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la sera un secondo e le verdure. Se dovessi fare un conteggio calorico di quello che mangiano, è un conteggio calorico basso, quindi è un’alimentazione quantitativamente scarsa. Esattamente ciò che ci è stato consigliato negli ultimi settant’anni. Se così fosse, però, la popolazione sarebbe magra e in salute, cosa che invece non è. E ciò, dunque, cosa significa?
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SECONDO UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI HARVARD, UNA DIETA EQUILIBRATA E SANA PREVEDE ALMENO CINQUE PORZIONI DI FRUTTA E VERDURA, DA ASSUMERE CON REGOLARITÀ OGNI GIORNO
Nuovi regimi alimentari
«Quando le persone falliscono programmi di nutrizione classici ipocalorici poi si colpevolizzano. In realtà, è sbagliato quello che ci è stato raccontato». Secondo Iader Fabbri, vanno riviste le indicazioni alla base dei regimi alimentari più consueti. L’aumento di peso della popolazione sarebbe la riprova che le vecchie diete non sono efficaci Significa che le persone non riescono a pilotare i propri ormoni da un punto di vista di equilibrio. Il mio obiettivo è quello di cercare di pilotare gli ormoni attraverso l’uso del cibo nel proprio piatto. Quindi, bilanciare i macronutrienti - noi abbiamo carboidrati, proteine, grassi - e gestirli in relazione al nostro obiettivo. Se il nostro obiettivo è fare in modo che si rimanga semplicemente magri, in salute e performanti, che fare? Dovremo cercare di fare in modo di non alterare la nostra glicemia, ovvero la concentrazione di zuccheri nel sangue. Questo è il reale obiettivo che ciascuno di noi deve avere. Quindi lei ci dice che seguendo i regimi cui siamo abituati da settant’anni, mortifichiamo il nostro rapporto con il cibo senza poi ottenere un risultato duraturo? Esatto. Perché, molto spesso, quando le persone falliscono programmi di nutrizione classici ipocalorici poi si colpevolizzano. In realtà, il problema è che è sbagliato quello che ci è stato raccontato. Ci hanno insegnato a dissociare i carboidrati dalle proteine, spiegandoci che probabil-
IL LIBRO
I CARBOIDRATI
Ricette in equilibrio (Mondadori Electa) è un manuale di nutrizione che insegna come creare pasti bilanciati, ponendo attenzione al loro effetto ormonale.
Formati da carbonio e acqua, i carboidrati (detti anche glucidi) si trovano soprattutto negli alimenti in particolar modo di origine vegetale. Sono presenti per lo più all’interno dei cereali.
mente assieme causano problemi di digestione. In realtà, questo ben poco c’entra, perché non esistono nutrienti che contengono solo carboidrati, solo proteine o solo grassi. I nostri cibi, di cui ci nutriamo quotidianamente, contengono tutti i macronutrienti, anche se in minima parte. Possiamo perciò trovare piccole quote proteiche anche nella pasta - perché abbiamo il glutine - e possiamo trovare piccole quantità di carboidrati nella carne perché contiene il glucosio muscolare. Dunque, questo equilibrio degli zuccheri sarebbe il nodo centrale della questione. Ma come lo rileviamo? Un semplice lavoratore che si metta alla guida del proprio camion o della propria auto dopo aver mangiato un piatto di pasta a pranzo, si accorgerà di avere quello che viene chiamato volgarmente “abbiocco”. Non servono medici o nutrizionisti per valutare se abbiamo mangiato bene o male: già da soli riusciamo a capire quale è stata la nostra performance. Capita sempre più spesso di vedere gente in sovrappeso. Persone che prendono peso soprattutto sulla pancia. Questo che significa? APRILE 2021 I 73
__SCIENZE__ L’aumento del grasso addominale è legato ad un aumento della glicemia nel nostro sangue e a una risposta insulinica. Ovvero, se a pranzo mangio solo un piatto di pasta, aumenterò molto velocemente gli zuccheri nel sangue che, poi, dovranno essere per forza abbassati. Il mio corpo, per gestire la cosa, fa entrare in circolo un ormone che si chiama insulina. In questo modo io mi troverò con un aumento di grasso tendenzialmente addominale e, in più, senza zucchero nel sangue. A quel punto, avrò fame di nuovo. Quindi qual è un’alimentazione, una dieta dell’equilibrio, specie se si è senior? Se si è senior, motivo in più per non aver timore delle proteine, tanto demonizzate quanto importanti, e che ognuno di noi deve assolutamente inserire. Più si diventa senior, più è bene includere una fonte proteica almeno nei tre pasti principali: colazione, pranzo e cena. Ma non bisogna fare chissà quali salti mortali. Ad esempio, che cosa suggerisce? Alla classica colazione con fette biscottate e marmellata an-
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UN COSTANTE ESERCIZIO FISICO AIUTA A RIDURRE L’ACCUMULO DI GRASSO, RENDE LA MUSCOLATURA PIÙ RESISTENTE ALLO SFORZO E AUMENTA L’EFFICIENZA CARDIORESPIRATORIA. INOLTRE, AUMENTA IL BENESSERE PSICOLOGICO E RIDUCE IL RISCHIO DI DEPRESSIONE
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BUONO A SAPERSI
LE PROTEINE
Animali e vegetali Le proteine sono (dopo l’acqua) le molecole biologiche più abbondanti nel corpo umano e in tutti gli organismi viventi. Più spesso sono in alimenti di origine animale. Le proteine vegetali si trovano in cereali, seitan, legumi (fagioli, ceci, lenticchie, fave e piselli), soia e derivati (tofu, tempeh, miso, tamari e shoyu).
GRASSO E GLICEMIA
Il grasso addominale è segno di aumento della glicemia nel sangue. Senior? Via libera alle proteine.
LA MASSA CAMBIA
Invecchiando diminuisce la massa magra ma, anche, la massa muscolare. Aumenta invece la massa grassa.
drò ad aggiungere, ad esempio, un po’ di ricotta. E a quel punto avrò apportato una fonte proteica che mi darà due effetti: il primo è quello di supportare e contrastare il catabolismo muscolare - che in età senior è molto importante - e poi mitigherà la mia risposta glicemica. Ovvero, le fette biscottate con la marmellata sono carboidrati ad alto indice glicemico che - come dicevamo - entreranno velocemente nel sangue, ma la proteina mi permetterà di rallentare l’assorbimento di quella fetta biscottata con la marmellata. Per il pranzo e la cena? Se si è abituati a consumare
un piatto di pasta, riso o cereali, a pranzo si può optare per una pasta in abbinamento a tonno o ragù. Il grasso, demonizzato per decenni, non è un problema. Sulla cena, si può pensare a una fonte proteica, anche la soia. Quantità e calorie vanno tenute sotto controllo? Da quanto tempo misuriamo il peso di ciò che mangiamo? Da tempi recenti. Ad un uomo del passato, infatti, nessuno si sarebbe sognato di chiedere di pesare il cibo. Perciò, se un prodotto è presente in natura, non è così importante tenere conto delle quantità; se invece è un derivato sul quale l’uomo ha dovuto mettere le mani, certamente le quantità sono importanti. Ragionando solo su quantità e calorie non si fa cultura alimentare ed è una strada che io non percorro. Il moto giova? Fare attività sportiva non è indispensabile per un dimagrimento - perché il dimagrimento si fa a tavola -, ma per un fattore salutistico l’attività fisica è fondamentale.
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IN FARMACIA
__SCIENZE PREVENZIONE__
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CONSIGLI UTILI
NEL CONGELATORE
Le regole per conservare Temperature anche a - 18°C, come nei congelatori a 3 o 4 stelle, sono un ottimo metodo di conservazione dei cibi. Il freddo costante, infatti, blocca la crescita di microrganismi. Per congelare cibi fatti in casa: • fare confezioni piccole, annotando la data; • riporle in modo che non tocchino gli alimenti già congelati (li scalderebbero); • scongelare il prodotto direttamente in padella o in pentola, se possibile, oppure lasciarli scongelare in frigorifero il tempo necessario, nel microonde o in acqua corrente fredda; • carne e pesce vanno sempre ben cotti.
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Frigo e congelatore sono nostri alleati per la conservazione del cibo. Ecco le regole per gestirli al meglio, preservando gli alimenti
SICUREZZA ALIMENTARE: L’IGIENE IN FRIGORIFERO a cura di Fondazione Umberto Veronesi IL FREDDO È UNO DEI NOSTRI MIGLIORI AMICI QUANDO SI TRATTA DI CONSERVARE GLI ALIMENTI. Gusto, proprietà organolettiche e sicurezza alimentare, però, dipendono anche dalla nostra capacità di gestire correttamente temperature, frigorifero e congelatore. Da quando facciamo la spesa fino a quando riponiamo gli avanzi. Ecco qualche consiglio per evitare gli errori più comuni. » FINO A CHE PUNTO FIDARSI?
È bene considerare la conservazione in frigorifero come una soluzione efficace e sicura per brevi periodi. Infatti, la
temperatura all’interno dell’elettrodomestico può non essere costante (ad esempio, per difetto dell’apparecchiatura, per le frequenti aperture, per l’inserimento di alimenti più caldi). A seconda degli alimenti, infatti, una variazione anche di pochi gradi può rappresentare un problema. E proprio per questo è importante conoscere la “geografia” del frigorifero domestico, e sfruttarne al meglio le possibilità. » LA POSIZIONE DEGLI ALIMENTI
In genere il frigo di casa ha una temperatura di 5°C nella parte centrale. È il posto giu-
sto per dolci cremosi, prodotti caseari (formaggi, yogurt, latte), salumi affettati e altri alimenti che possono essere conservati fra i 5°C (mensola centrale) e gli 8°C (la mensola più in alto). In generale, stanno bene qui gli alimenti che riportano in etichetta l’avvertenza “dopo l’apertura conservare in frigorifero”. Il punto più freddo è la mensola più bassa, quella collocata sopra il cassetto delle verdure (dai 2 ai 4°C). È consigliabile collocare qui alimenti che devono restare al freddo come pesce e carne freschi. La parte inferiore del frigorifero, dove di solito ci sono i cassetti per frutta e verdura,
MANUTENZIONE E PULIZIA pienti di vetro o di plastica, per evitare un effetto di ossidazione a contatto con aria e metallo. Un consiglio: le uova dovrebbero essere lasciate nel loro contenitore, sia per questioni igieniche sia per avere sempre ben visibile la scadenza. CALDO O FREDDO?
è una parte meno fredda, dove la temperatura arriva anche a 10°C, adatta alla conservazione degli ortaggi che potrebbero risentire del rigore eccessivo. Inoltre, sono anche gli alimenti generalmente meno puliti, che è bene lasciare ben separati. Ancora più “tiepidi” sono gli scomparti e le mensole collocate nella parte interna della porta del frigo, in genere sopra i 10°C, dove è bene lasciare solo gli alimenti che vogliamo refrigerare leggermente, come le bottiglie d’acqua e le bibite. Meglio evitare, ad esempio, di riporvi il latte fresco o in una confezione aperta.
» QUALI CONTENITORI?
Una buona igiene del frigorifero comprende anche l’abitudine di riporre il cibo avanzato e gli alimenti acquistati in contenitori adatti (puliti e chiusi con un coperchio). Questo aiuterà non solo a prevenire cattivi odori nel frigo, ma anche a evitare che gli alimenti perdano sapore, si asciughino o acquisiscano aromi non graditi. Separare gli alimenti aiuta, infine, a prevenire possibili contaminazioni fra loro. I cibi in contenitori di metallo, come scatolette o lattine, una volta aperti, andrebbero trasferiti in reci-
Quando vanno messi in frigorifero i piatti cucinati per la sera oppure gli avanzi per il giorno dopo? La virtù, come spesso accade, sta nel mezzo: non vanno riposti alimenti caldi in frigorifero, per evitare di innalzare la temperatura in tutto l’elettrodomestico. Meglio lasciarli raffreddare a temperatura ambiente, ma non oltre le due ore: oltre questo tempo, infatti, aumenta la concentrazione di microrganismi. Non trattiamo il frigorifero come un deposito! Stipare una quantità eccessiva di alimenti e di contenitori nel frigorifero può impedire una corretta circolazione dell’aria e ostacolare ancora di più il mantenimento di una temperatura omogenea e sufficientemente bassa in tutto l’apparecchio. Da evitare inoltre il contatto eccessivo con pareti e porta.
IL PROCEDIMENTO
Spegnere, svuotare e pulire Il frigorifero dovrebbe essere collocato perfettamente in piano: il rischio è che col tempo non si chiuda a dovere e il mantenimento della temperatura sia compromesso. Mai dimenticare la pulizia regolare del frigorifero, soprattutto dei cassetti e delle vaschette estraibili, dove riponiamo frutta e verdura da pulire. Se non si ha un modello a sbrinamento automatico, è bene controllare la presenza di brina sulle pareti interne e se necessario, quando raggiunge alcuni centimetri di spessore, provvedere a uno sbrinamento periodico. Di tanto in tanto, poi, è bene effettuare una pulizia a fondo, svuotando e spegnendo l’apparecchio. Basta acqua tiepida con l’aggiunta di un po’ di soda o di aceto, utili anche a togliere i cattivi odori. Consultare sempre le istruzioni dell’apparecchio prima di usare detergenti. Una volta l’anno pulire il condensatore nella parte posteriore del frigorifero, dopo aver staccato la spina. Controllare periodicamente che le guarnizioni della porta siano in buono stato.
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__SCIENZE STAR BENE__
Nato negli Stati Uniti, è una delle ultime tendenze fitness che permette di praticare lo Yoga in acqua. È insieme un esercizio corporeo e spirituale fondato su controllo di movimenti, ritmo e respiro
WOGA, IL POTERE BENEFICO DELL’ACQUA di Viviana Rubini IL TERMINE, CREATO UNENDO LE PAROLE “WATER” E “YOGA”, SI RIFERISCE ALLO SVOLGIMENTO DEI CLASSICI ASANA - LE POSIZIONI DELLA MILLENARIA DISCIPLINA INDIANA - IN IMMERSIONE O GALLEGGIANDO. Woga arriva dalla California, la patria della forma fisica e del benessere. L’idea nasce una decina di anni fa dal terapista Harold Dull, primo tra tutti a comprendere come l’acqua fosse uno degli ambienti più idonei per praticare diverse attività, e già noto per aver inventato il Watsu, il massaggio Shiatsu svolto in acqua. La disciplina sfrutta i benefici dell’acqua calda e i principi degli asana con un triplo vantaggio: rilassa, tonifica e rivitalizza tutto il corpo. Viene praticato in piscina con l’acqua a una temperatura attorno ai 3335°, anche se i luoghi migliori sono le vasche naturali di acqua termale. E non è necessario saper nuotare, anzi, il Woga può persino
aiutare a vincere la paura dell’acqua. Il massaggio dell’acqua calda sul corpo, unito ai movimenti lenti degli asana e al controllo del respiro, sono i suoi punti di forza. Con lo Yoga si ha la possibilità di intraprendere un cammino alla ricerca di una più profonda conoscenza di sé. La respirazione, la concentrazione e il rilassamento fanno sì che il soggetto ritrovi il proprio equilibrio interiore e riesca così a governare meglio la componente fisica. Chi pratica già lo Yoga a terra è sicuramente avvantaggiato nell’esecuzione in acqua; nulla vieta però di iniziare direttamente con il Woga che, più dinamico, alle posizioni classiche aggiunge delle varianti. Il lavoro viene svolto in piedi con l’acqua che arriva alla vita oppure all’altezza delle spalle. Molti movimenti seduti si eseguono nella parte bassa della vasca con l’acqua sino alla vita o al petto. Lo stretching in acqua aiuta ad abituarsi a una maggiore fles-
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sibilità degli arti, mentre le posizioni vengono ripetute continuamente, al fine di abituare il praticante alla loro esecuzione. La maggior parte degli asana di-
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IL WOGA RILASSA E TONIFICA IL CORPO UTILIZZANDO I BENEFICI DELL’ACQUA CALDA E DELLE POSIZIONI YOGA, RESTITUENDO BENESSERE FISICO E SPIRITUALE
stesi vengono eseguiti con l’ausilio di supporti galleggianti (manubri, cuscini e acquatube). La musica rappresenta il sottofondo utile per raggiungere la giusta concentrazione. Le classi sono mediamente formate da 3-7 persone. Per via dell’assenza di gravità, l’acqua permette di assumere le posizioni con uno sforzo ridotto. Rispetto ad altre attività in vasca come l’acquagym, il woga è adatto a tutti, dalle donne in gravidanza agli anziani, da chi soffre di obesità a chi necessita anche solo di sostegno psicologico, perché è molto lento e dolce e non sovraccarica muscoli e articolazioni. Aiuta le donne in dolce attesa a rilassarsi prevenendo eventuali affaticamenti alla colonna vertebrale, classici durante i nove mesi. Il carico articolare ridotto permette anche a soggetti avanti con gli anni di eseguire posizioni spesso impossibili a terra. Riduce quei fastidi articolari che sopraggiungono con gli anni, come artriti e reumatiti. L’acqua realizza un massaggio generale sull’intero corpo e aiuta la circolazione sanguigna. I soggetti che hanno subìto traumi o interventi chirurgici richiedono a volte un periodo di riabilitazione e il Woga rappresenta spesso un tipo di lavoro adatto a seguito di fratture o periodi di inattività fisica. È una disciplina idonea anche per le persone in sovrappeso, che hanno difficoltà a svolgere una corretta attività fisica a causa della loro corporatura e dell’eccessiva pressione che il peso esercita sul sistema muscolo-scheletrico. La parola “yoga” significa letteralmente congiungere, reintegrare: l’acqua, in questo caso, è un mezzo per connettere il corpo alla mente. Praticando il Woga, dunque, si sviluppa una maggiore consapevolezza del proprio corpo, ci si libera da ansia, stress e tensioni, e si migliora la salute. L’acqua ci restituisce così una forma di leggerezza, mentale e fisica.
L’EFFETTO RILASSANTE
L’IMMERSIONE
L’acqua ci mette in una condizione mentale propensa al rilassamento perché riconduce al ricordo ancestrale della nascita, favorendo il rilascio di endorfine.
L’essere immersi modifica la percezione dei suoni, attutendoli, rendendoli ovattati; consente un contatto profondo con movimenti, respirazione, battito.
LA PRATICA DEGLI SPORT ACQUATICI
Le attività fisiche da svolgere in acqua, oggi, sono innumerevoli. Il corpo umano è formato per circa il 65% di acqua, l’allenamento in piscina è sicuramente il più naturale. La prima attività, e ancora quella più praticata, è l’acquagym; si va dall’acquabike, passando per l’acquabox e l’acquastep, solo per citarne alcune. La diffusione di tali discipline, proporzionale alla loro efficacia, ha fatto in modo che molti centri sportivi si siano adeguati agli standard richiesti: la vasca deve avere un’altezza variabile tra i 90 e i 150 centimetri. Inoltre, l’attività fisica svolta in acqua è anche più divertente rispetto a quella sulla terra ferma, poiché si svolge in uno spazio circoscritto che tende a favorire i rapporti umani.
L’attività fisica in acqua ha grande efficacia, risulta più piacevole e favorisce la socialità
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DIRITTI INESPRESSI Li hai mai verificati? Senza una esplicita richiesta alcuni trattamenti assistenziali e previdenziali che ti spettano, non vengono riconosciuti. Sono i “diritti inespressi”. Vieni a verificarli presso i nostri uffici di Patronato.
RIENTRANO NEI DIRITTI INESPRESSI: • l’assegno per il nucleo familiare; • l’assegno familiare; • l’integrazione al trattamento minimo; • le maggiorazioni sociali; • la maggiorazione per ex combattenti; • l’aumento al “milione”; • le prestazioni a favore degli invalidi civili.
Rientrano, inoltre, i diritti insorti dopo il pensionamento, come il Supplemento di Pensione.
Per una verifica dei tuoi “diritti inespressi” e per il ricalcolo della tua pensione, rivolgiti al Patronato 50&PiùEnasco. Ti ricordiamo che per alcune di queste prestazioni esiste una prescrizione quinquennale, quindi è possibile recuperare le somme spettanti e mai percepite nei cinque anni precedenti; per altre, invece, il diritto decorre dalla data di presentazione della domanda. Gli uffici 50&PiùEnasco sono a tua disposizione per fornirti tutta l’assistenza e la consulenza necessarie. Trova la sede sul nostro sito o chiama il nostro numero unico nazionale
ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE
www.50epiuenasco.it
spazio INCONTRI EVENTI TEMPO LIBERO CULTURA
UNO SCATTO PER RISCOPRIRE TRIESTE
TRIESTE
Concorso fotografico Si è da poco concluso ‘Trieste, la tua città”, il concorso fotografico riservato ai soci ideato dalla 50&Più triestina, in collaborazione con Confcommercio. Gli scatti sono stati giudicati da una commissione formata dal presidente della Confcommercio locale, Antonio Paoletti, dal vice presidente vicario della 50&Più, Adriano Stolfa, e dai professionisti Albero Riccio Bergamas - fotografo ufficiale dell’Associazione - e John Gubertini, vincitore di numerosi premi internazionali. Ai vincitori Maria Stuoper, Edi Schiazzi e Marino Rota, classificatisi rispettivamente al primo, secondo e terzo posto, sono andati in premio
riproduzioni su tela delle loro immagini presentate al Concorso. Dal canto suo, Confcommercio curerà una raccolta delle fotografie più significative ed originali relative alle attività commerciali cittadine, vecchie e nuove, che rimarrà a ricordo della manifestazione. L’iniziativa ha voluto offrire ai soci la possibilità di “riappropriasi” della propria città, scoprendone i volti più curiosi e nascosti. Ma si può considerare anche una grande vetrina di lancio per la ripresa del turismo, uno dei comparti più in sofferenza a causa del protrarsi della pandemia. Il significato della manifestazione è racchiuso nelle parole della presidente di 50&Più, Marina Gruden
Vlach. «Il lockdown - spiega - al di là dell’emergenza sanitaria prima e di quella economica poi, costringendoci a rimanere in casa forse ci ha anche fatto apprezzare e desiderare ciò che spesso davamo per scontato, come una passeggiata a Barcola, sulle Rive o nei borghi della costiera, una gita in Carso, un po’ di shopping o un aperitivo in compagnia. Ed è in quest’ottica, perciò, che abbiamo ideato questa proposta, aperta ai nostri duemila iscritti, che potranno dedicare un po’ del loro tempo a cogliere le tante facce di Trieste, dall’Altipiano al mare, dalla vetrina di un negozio a un palazzo storico o a un monumento».
CREMONA
Sostegno alla Croce Rossa Sostenere la Croce Rossa vuol dire contribuire all’impegno quotidiano della più grande Organizzazione Umanitaria del Mondo con più di 600 Comitati e oltre di 130.000 volontari solo in Italia, pronti a tutelare e proteggere la salute e la vita della Comunità. 50&Più Cremona ha scelto di sostenere la Croce Rossa della sua città con una donazione in denaro, partecipando così in maniera efficace alla campagna #UnItaliaCheAiuta. Un gesto di ringraziamento per il prezioso supporto fornito ai cittadini lombardi in questi mesi difficili, ma anche l’espressione della volontà di concorrere al bene comune stando al fianco di chi aiuta. Al momento della consegna erano presenti la presidente della Croce Rossa di Cremona, Loredana Uberti, insieme a Maurizio Favara, referente del telesoccorso. Per la 50&Più sono intervenuti la presidente provinciale Luisa Torresani e i consiglieri Annibale Anelli, Leila Bernabè, Pier Lucio Brusaferri, Virginio Ferrari e Adriana Pedrazzini. info: 037225745 www.spazio50.org/cremona
info: 0407707340 www.spazio50.org/trieste APRILE 2021 I 81
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MILANO BENESSERE
La cura del sé al tempo del Covid Prendersi cura di sé è forse la migliore arma a disposizione per affrontare la vita ai tempi della pandemia. Ma quale è il modo migliore per farlo? Se ne è parlato in diretta sui canali social di 50&Più Milano con la vice presidente vicario Maria Antonia Rossini e due imprenditrici esperte di benessere, non a caso madre e figlia: Caterina Ippolito e Elena Putignano. Proprio dall’unione delle loro esperienze sono arrivati preziosi consigli in risposta alla domanda iniziale: come possiamo avere cura di noi stessi oggi? Partendo dai piccoli gesti quotidiani, come pettinarsi e truccarsi, curare la pelle del viso e l’abbigliamento. Questo è il momento giusto per dedicarsi agli hobby preferiti e per curare la casa, rendendola sempre più accogliente. Evitare le compagnie “negative”, trascorrendo il tempo con chi può trasmettere positività, è il segreto per aumentare il proprio benessere, ma se, nonostante tutto, la solitudine si fa sentire, possiamo cercare un aiuto. Quando poi la vice presidente Rossini ha ricordato come tutti gli incontri organizzati da 50&Più Milano siano legati dal comune denominatore “mente sana in corpo
AREZZO sano”, sono arrivati ulteriori consigli che sottolineano, ad esempio, l’importanza del movimento, non solo per la forma fisica, ma soprattutto come abitudine quotidiana nella cura di sé. In conclusione, le intervenute hanno suggerito alcuni preziosi consigli per vivere questi tempi al meglio. Anzitutto, tenere bene a mente che dedicarsi a se stessi non è sinonimo di egoismo, ma di opportunità (se non sai amarti, non puoi amare; se non sai fare, non puoi insegnare); non rimandare tutto al domani, ma vivere sempre secondo il “qui ed ora” (la vita che abiti è una sola, renderla piacevole e accogliente è tua responsabilità); infine, mantenere lo stile di vita quotidiano (nulla conta di più di ciò che puoi fare per te, solo così potrai dedicarti a chi ami).
info: 0276013399
CONCORSO
Giovani talenti in gara Il 30 aprile prenderà il via l’atteso concorso per i giovani talenti del pianoforte. La 50&Più di Arezzo, con il Patrocinio della Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, selezionerà un giovane pianista che si esibirà durante il 46° Cantiere in un recital solistico. Oltre alla possibilità di esibirsi davanti ad un pubblico selezionato, i primi tre vincitori potranno contare su una borsa di studio messa a disposizione dall’Associazione aretina. Il bando è disponibile su: www.spazio50.org/arezzo
info: 0575354292
www.spazio50.org/milano
NAPOLI CONCORSO
Nonni e nipoti in primo piano La 50&Più di Napoli ha pensato di valorizzare i suoi soci, ed in particolare i nonni, mettendo in campo il primo concorso di poesia, “W i nonni”. La manifestazione è stata presieduta da cinque giurati che hanno scelto 5 tra le tante poesie ricevute tramite e-mail, premiate ex aequo. Il concorso ha registrato un’enorme partecipazione, con l’inoltro di oltre 40 poesie composte da bambini tra i 6 ed i 10 anni, nipoti degli associati. Il 24 febbraio scorso i piccoli concorrenti, nel pieno rispetto della normativa anti Covid, hanno ritirato l’at82 I spazio50.org I APRILE 2021
testato di partecipazione, la targa e il premio consistente in un buono spesa. Con questa iniziativa, nonostante il delicato e difficile momento, l’Associazione del capoluogo campano è riuscita a tenere vivo lo spirito associativo, facendo sentire la sua vicinanza agli associati (ed anche ai non associati), i quali hanno avuto modo di apprezzarne i contenuti e l’impegno. L’auspicio è che
a questa prima edizione del Concorso ne possano seguire molte altre.
info: 0812514037 www.spazio50.org/napoli
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EMILIA-ROMAGNA
LE SEDI 50&PIÙ NEL MONDO
CUPLA
Nuovo team al timone del coordinamento Con l’impegno prioritario di promuovere il benessere delle persone anziane, per il biennio 2021-2023 il timone del coordinamento del Cupla (Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo) è passato alla nuova squadra del Regionale dell’Emilia Romagna, guidata dal presidente di 50&più Piacenza, Franco Bonini. Per facilitare il passaggio di competenze e la progettualità acquisita nel corso del biennio del coordinamento precedente, il Comitato ristretto è attualmente composto dal coordinatore in carica Franco Bonini di 50&Più Confcommercio, dal coordinatore uscente Paolo Monari della Coldiretti e dal coordinatore entrante per il successivo biennio, Gian Lauro Rossi di Confartigianato. A questo triumvirato, per scelta del coordinatore appena nominato, facendo anche riferimento all’articolo 6 del regolamento regionale, si affiancheranno tre esperti nel campo socio-sanitario. La nuova squadra si arricchirà così delle competenze di Salvatore Cavini di CNA, Venier Rossi di Confartigianato e Raffaella Costa di 50&Più Confcommercio. Il piano di interventi Come sottolinea il presidente Bonini, il nuovo coordinamento intende lavorare nel rispetto delle regole di trasparenza e di rappresentatività, proseguendo sul piano di una fattiva collaborazione con le istituzioni locali del welfare, dei Comuni e delle Ausl territoriali. L’impegno per la salute e l’assistenza agli anziani è il principale obiettivo da raggiungere, anche attraverso i nuovi strumenti tecnologici, come la telemedicina. Come Cupla, il nuovo Coordinamento assume l’impegno di monitorare costantemente l’andamento del piano vaccinale regionale, che prevede una programmazione flessibile, condizionata sulla base delle quantità di vaccini consegnate settimanalmente dalle case farmaceutiche. Ma al tavolo porterà anche la proposta di includere i caregiver tra le categorie prioritarie. In effetti, l’attenzione verso questi ultimi è da tempo centrale nei piani del Coordinatore appena nominato, convinto fautore dell’importanza del loro ruolo. Un tema che, come lui stesso sottolinea, «acquisisce importanza ogni giorno di più, man mano che aumentano le fragilità delle persone anziane». Altro intento del team è quello della sicurezza degli anziani sul territorio, in particolare dei più vulnerabili. L’obiettivo è di monitorare le soluzioni innovative per garantirne l’incolumità, soprattutto laddove per ridurre i costi - si è scelto di chiudere i presidi di Pubblica Sicurezza. Come sottolinea il documento di programmazione: «La persona anziana, quando viene truffata, perde sicurezza in se stessa e si sente come non più affidabile anche verso i propri familiari». Una situazione che può portare l’oggetto del raggiro, nei casi più gravi, ad atteggiamenti di depressione. I prossimi mesi, dunque, vedranno il nuovo team pronto a riscrivere, insieme a tutti gli attori istituzionali e non, un nuovo welfare per il Paese e la Comunità. In sostanza, conclude il presidente Bonini: «La nuova squadra continuerà a vigilare per far sì che le Istituzioni e la Sanità agiscano nel migliore dei modi, in un quadro già difficile, aggravato dalla pandemia».
Argentina
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Buenos Aires
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Villa Bosch
0054 1135019361
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San Paolo
0055 1132591806
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Burnaby
001 6042942023
Concord
001 6478301066
Hamilton
001 9053184488
Woodbridge
001 9052660048
Montreal Riv. des Prairies 001 5144946902 Montreal S. Leonard
001 5142525041
Montreal Ville Lasalle
001 5146675592
Ottawa
001 6135674532
St. Catharines
001 9056466555
Toronto
001 4166523759
Germania
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Dusseldorf
0049 021190220201
Spagna
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Uruguay
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Montevideo
0059 825076416
USA
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Fort Lauderdale
001 9546300086
ORISTANO SOLIDARIETÀ
Vicini alle persone La 50&Più di Oristano, guidata dal presidente Augusto Grossi, ancora una volta si è mostrata sensibile alle esigenze dei suoi concittadini, grazie ad un’iniziativa rivolta sia alle famiglie sia agli esercenti di bar e caffè. Il progetto, realizzato con il presidente
del Rotary Club di Oristano, Ugo Barbiero, ha visto la consegna di numerosi voucher per la prima colazione. Nella distribuzione dei buoni sono state coinvolte due associazioni no profit locali, Caritas e No Spreco Oristano.
info: 078373287 www.spazio50.org/oristano
APRILE 2021 I 83
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PISA
UNIVERSITÀ
MOSTRE
TRAPANI
Giorgio De Chirico e la pittura metafisica
Un libro al mese, tutto da ascoltare
Grazie allo spiraglio aperto dalla temporanea collocazione della Regione Toscana in fascia gialla, la 50&Più di Pisa ha potuto riprendere il percorso culturale intrapreso da oltre tre anni, che permette ai suoi soci di partecipare a visite guidate a musei, monumenti ed esposizioni sul territorio. L’occasione si è presentata con la mostra “Giorgio De Chirico e la pittura metafisica”, una raccolta di opere del Maestro e di artisti della corrente metafisica, allestita presso lo splendido Palazzo Blu sul Lungarno. Con la creazione di piccoli gruppi e nel pieno rispetto delle norme anti-contagio, i partecipanti - guidati dalle immagini e dalle parole - hanno percorso un lungo viaggio alla ricerca del significato dell’arte di uno dei massimi pittori del Novecento e di una straordinaria stagione pittorica. La mostra rimarrà aperta fino al 21 maggio e si spera di dare la possibilità ad altri soci di prendere parte all’iniziativa. Al momento, purtroppo, il ritorno alla zona arancione - come afferma lo stesso presidente provinciale, Franco Benedetti - non permette di dare continuità all’iniziativa, nonostante le numerose adesioni. L’appello del presidente, però, è di non lasciarsi abbattere da questi momenti ancora difficili. Come lui stesso dichiara: «Tutto ciò non ci deve scoraggiare, perché siamo certi che presto torneremo a essere protagonisti». info: 05025196-0507846635/30 www.spazio50.org/pisa
Prosegue - sulla base di due incontri mensili l’iniziativa di 50&Più Università di Trapani, intitolata “Il libro del mese”. Gli organizzatori della rubrica curano la scelta dei testi da proporre, mentre la lettura dei brani è affidata agli allievi del Laboratorio di Teatro e Lettura espressiva. Dopo il primo incontro dedicato alla Letteratura contemporanea, questa sarà la volta dell’omaggio ai grandi classici italiani, con due racconti tratti dalla raccolta Novelle per un anno di Luigi Pirandello, Ciaula scopre la luna e Lumie di Sicilia. Come afferma il presidente provinciale Antonino Frattagli, scopo dell’iniziativa è appassionare gli ascoltatori, spingendoli ad approfondire l’opera in autonomia. Un compito sicuramente ben riuscito, perché, se la lettura è sempre un balsamo per l’animo e un valido antidoto alla solitudine, ascoltare un audiolibro - o parte di esso - significa anche godere della magia dell’interpretazione sonora. info: 0923547829 - www.spazio50.org/trapani LIVORNO CORSO DI STORIA DELL’ARTE
Un aprile tra pepli e farsetti Con l’Università 50&Più Livorno ad aprile si torna indietro nel tempo, in un’appassionante cavalcata tra arte e costume. La dottoressa Silvia Gulli, docente di Storia dell’Arte, terrà infatti quattro lezioni per ripercorrere, attraverso i dipinti dei grandi Maestri, la storia e l’evoluzione della moda e del costume nel corso nei secoli, dalla Grecia classica ai primi anni del Novecento. Spesso, osservando una tela, ci soffermiamo sull’artista e sulla tecnica utilizzata. Ma per lo storico, o semplicemente per l’appassionato, è anche fondamentale individuarne le linee evolutive con le relative caratteristiche, così da giungere anche ad una più precisa datazione, inquadrando il dipinto all’interno del suo contesto. Non solo. La storia del costume è affascinante perché ricca di aneddoti, curiosi e divertenti, che permettono di immergersi nella vita dei secoli passati, scoprendo quei risvolti che nella semplice spiegazione dell’opera possono passare in secondo piano. L’appuntamento è sul web, ogni mercoledì alle ore 15,30, a partire dal 7 aprile. info: 0586898276 - www.spazio50.org/livorno
TERNI DONAZIONE
Per l’Ospedale S. Maria La 50&Più di Terni ha consegnato un nuovo televisore al reparto di Radioterapia oncologica dell’Ospedale S. Maria. L’apparecchio sarà impiegato dal personale medico e infer84 I spazio50.org I APRILE 2021
mieristico per le video conferenze e per facilitare i contatti con i vari reparti ospedalieri. Come riporta la scritta incisa sulla targa che accompagna la donazione, “Insieme è meglio”.
info: 0744390152 www.spazio50.org/terni
LE SEDI 50&PIÙ PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via F. Salomone, 67 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 90 Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 Salerno - Via Zammarelli, 12 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti Parma - Via Abbeveratoia, 61/A Ravenna - Via di Roma, 104 Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 Trieste - Via Mazzini, 22 Udine - Viale Duodo, 5 Lazio Frosinone - Via Moro, 481 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Cola di Rienzo, 240 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via XX Settembre, 40/5 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via del Torretto, 57/1 Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 154 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Bellini, 14 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 47 Pavia - Via Ticinello, 22 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48a Pesaro - Strada delle Marche, 58
Telefono 0862204226 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122201 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523/461831-32-61 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0407707340 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761341718 Telefono 010543042 0183275334 0187731142 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376288505 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 0712075009 0736051102 0733261393 0721698224/5
Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via XXIV Maggio, 331 Piemonte Alba - Piazza S. Paolo, 3 Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Trieste, 15 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Roma, 29 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Appia, 159/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 84 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Serristori, 15 Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio Pisa - Via Chiassatello, 67 Prato - Via San Jacopo, 20-22-24 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Via del Giglio, 10-12-14 Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Piazza Arco d’Augusto, 10 Veneto Belluno - Piazza Martiri, 16 Padova - Via degli Zabarella, 40/42 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B
Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0173226611 0131260380 0141353494 01530789 0171437261 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091334920 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 05025196-0507846635/30 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 049655130 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
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SUPERBONUS: REQUISITI E PROCEDURA
Il Governo ha ampliato le agevolazioni introducendo la possibilità di ottenere detrazioni fiscali fino al 110%, per spese sostenute su condomini e case private
a cura di Alessandra De Feo
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IL BONUS PREVEDE LA POSSIBILITÀ DI OPTARE PER UN CONTRIBUTO ANTICIPATO, SOTTO FORMA DI SCONTO PRATICATO DAI FORNITORI DEI BENI O SERVIZI (SCONTO IN FATTURA)O PER LA CESSIONE DEL CREDITO
COME ILLUSTRATO NELL’ARTICOLO PUBBLICATO SUL NUMERO DI MARZO, il Superbonus è una detrazione riconosciuta nella misura del 110% della spesa sostenuta nel 2020, da indicare nella propria dichiarazione dei redditi (Modello 730 oppure Modello Persone Fisiche) e ripartita in 5 quote annuali aventi pari importo e, per quelle sostenute, in via principale, dal 1° gennaio al 30 giugno 2022, in 4 quote annuali costanti (modifica apportata dalla Legge di Bilancio 2021). Qualora il contribuente beneficiario non avesse capienza di imposta nella propria dichiarazione dei redditi, la parte eccedente non potrà essere oggetto di rimborso o di rinvio al successivo anno di imposta. Risulta di fondamentale importanza che, a priori, venga eseguito un calcolo di convenienza in merito alla strada da percorrere tra quelle offerte dal legislatore, il che prevede la possibilità di optare per un contributo anticipato, sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni o servizi (sconto in fattura), oppure per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. Queste forme presentano aspetti peculiari di particolare rilievo. La suddetta cessione può essere disposta in favore dei fornitori dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione degli interventi; di altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti); di istituti di credito e intermediari finanziari. I soggetti che ricevono il credito ne hanno, a loro volta, facoltà di cessione. Questo aspetto assume particolare rilievo in quanto nel primo caso, soprattutto se il fornitore è una piccola ditta, non avendo le caratteristiche adeguate per sostenere l’operazione, probabilmente sarà costretto a cedere a sua volta il credito, accollando al cedente le relative spese e gli oneri che ciò comporta. Lo sconto in fattura è riconoscibile per le spese, sostenute nel 2020 e 2021, relative agli interventi di recupero del patrimonio edilizio (interventi di manutenzione, di restauro e di risanamento conservativo o ristrutturazione); efficienza energetica (interventi di riqualificazione energetica, con detrazione del 110%); adozione misure antisismiche (riduzione del rischio sismico, con detrazione del 110%); recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti, inclusi anche quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, ossia degli interventi rientranti nel cosiddetto “Bonus facciate”; installazione degli impianti solari fotovoltaici; installazione delle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. In sede di conversione del “Decreto Rilancio”, è stata prevista l’opzione che, in caso di applicazione dello sconto in fattura da parte del fornitore che ha effettuato gli interventi, può essere esercitata per ciascuno stato di avanzamento lavori e per gli interventi ivi indicati; inoltre, che gli stati di avanzamento lavori non possono essere più di due per ciascun intervento, e ogni stato di avanzamento lavori deve riferirsi ad almeno il 30% dell’intervento. L’opzione va comunicata all’Agenzia delle Entrate esclusivamente in via telematica dal soggetto interessato (contribuente), ovvero tramite un soggetto abilitato al rilascio del visto di conformità (professionisti abilitati), con le modalità e con il modello pubblicato l’8 agosto 2020 con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate (n. 283847), e successivamente modificato con il provvedimento del 12 ottobre 2020 (n. 326047). È opportuno precisare che di detta cessione i fornitori e i cessionari rispondono solo per l’eventuale utilizzo del credito d’imposta, in modo irregolare o in misura maggiore rispetto allo sconto praticato o al credito ricevuto. Per cui, la responsabilità in merito alla correttezza della detrazione, è unicamente del cedente.
__ PREVIDENZA __
QUELLO CHE I PENSIONATI NON SANNO
U
Esistono prestazioni o maggiorazioni a cui si potrebbe aver diritto, ma che l’INPS non attribuisce in automatico. Sono i cosiddetti “diritti inespressi” e vengono erogati solo a fronte di una specifica richiesta a cura di Luca Giustinelli
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OTTENUTO IL PROVVEDIMENTO DI LIQUIDAZIONE DELLA PENSIONE, È NECESSARIO VERIFICARE L’ATTRIBUZIONE DI TUTTE LE PRESTAZIONI ACCESSORIE RICHIESTE LEGATE A SPECIFICHE CONDIZIONI
90 I spazio50.org I APRILE 2021
UNA VOLTA RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DELLA PENSIONE, SI DEVE STARE ATTENTI A FAR VALERE TUTTI I PROPRI DIRITTI: gli addetti ai lavori definiscono infatti “diritti inespressi” tutte quelle prestazioni o maggiorazioni - di tipo, per lo più, assistenziale, che aumentano l’importo dell’assegno - spettanti sulle pensioni di importo modesto, a cui i pensionati potrebbero avere diritto, ma che non sono mai state richieste. Pur con le dovute eccezioni, infatti, non è previsto che l’INPS possa attribuire automaticamente ai pensionati le varie “maggiorazioni”, neanche quando - in base ai dati in suo possesso - l’Istituto possa autonomamente verificare l’esistenza del relativo diritto; per beneficiare delle prestazioni, è necessario che il pensionato presenti esplicita domanda. Una volta ottenuto il provvedimento di liquidazione della pensione, bisogna per prima cosa verificarne la correttezza: se sono stati valutati tutti i contributi accreditati; se il sistema di calcolo applicato è corretto; se i contributi relativi al periodo immediatamente precedente alla data di pensionamento sono stati inclusi nel calcolo (di solito no, ma saranno inseriti di lì a qualche mese, con un ricalcolo automatico della pensione e la liqui-
dazione dei relativi arretrati, se dovuti). Poi, bisogna verificare se sono state attribuite tutte le prestazioni accessorie richieste; stiamo parlando di maggiorazioni spettanti sulle pensioni di importo modesto, di solito legate a specifiche condizioni e al possesso di redditi personali, coniugali o familiari al di sotto di specifici limiti, differenziati per ciascuna tipologia di prestazione. Ma quali sono questi “diritti”, troppo spesso “inespressi”? » INTEGRAZIONE AL TRATTAMENTO MINIMO
Qualora l’importo della pensione calcolata sulla base dei contributi versati risulti inferiore a un limite minimo stabilito per legge (€ 515,58 mensili per il 2021), il pensionato ha diritto ad una integrazione a carico dello Stato, a condizione che possieda redditi personali e - per chi è coniugato - coniugali inferiori ai limiti stabiliti di anno in anno dalla legge. A seconda del reddito posseduto, l’integrazione può essere attribuita in misura intera o in misura ridotta. » MAGGIORAZIONI SOCIALI E “AUMENTO AL MILIONE”
Le maggiorazioni sociali costituiscono una forma particolare di incremento delle pensioni in favore di soggetti economicamente svantaggiati. L’aumento al milione spetta ai pensionati meno abbienti con un’età di almeno 70 anni (dal 2020 l’aumento spetta già dai 18 anni, in caso di invalidi o ciechi civili totali) ed è legata al possesso di redditi personali o cumulati inferiori a determinati limiti. Il limite di 70 anni per ottenere l’aumento si riduce, fino ad un limite di 65 anni, di un anno ogni 5 anni di contributi versati. » ASSEGNI FAMILIARI (ANF)
Sono dovuti in base alla composizione del nucleo familiare e ai relativi redditi. Gli assegni familiari ai pensionati si suddividono in quote di maggiorazione per
carichi di famiglia, che spettano ai titolari di pensione a carico delle gestioni di artigiani, commercianti, coltivatori diretti e consistono in un contributo per ogni familiare a carico; ovvero in Assegno al Nucleo Familiare (ANF), riconosciuto ai titolari di pensione a carico del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, nel caso in cui il reddito complessivo familiare dell’anno di riferimento rientri nelle varie fasce previste. Molto spesso, il mancato esercizio del diritto a queste prestazioni accessorie non avviene al momento del pensionamento. I dati INPS evidenziano che oltre il 90% delle domande di pensione vengono trasmesse attraverso i Patronati che, unitamente alla domanda di pensione, sono in grado di verificare correttamente e richiedere tutte le prestazioni accessorie a cui in quel momento il pensionando ha diritto in base alla sua situazione contributiva, familiare e reddituale. La maggior parte di quelli che vengono definiti “diritti inespressi” sorge, invece, in un momento successivo al pensionamento, quando - durante il periodo di godimento della pensione - si modificano le condizioni familiari e/o reddituali (o viene introdotta nell’ordinamento una nuova maggiorazione) e sorge un diritto che prima non esisteva e di cui, troppo spesso, il pensionato non ha consapevolezza. Un esempio? Quante vedove riconosciute invalide civili totali e titolari di pensione di reversibilità da lavoro dipendente sanno di avere diritto all’Assegno al Nucleo Familiare, anche se il loro nucleo familiare è formato solo da loro stesse? E ancora: quanti lavoratori - autonomi o dipendenti - hanno proseguito o ripreso un’attività lavorativa (dipendente, autonoma, parasubordinata) dopo il pensionamento e, magari, non hanno mai richiesto il Supplemento di pensione o la Pensione Supplementare (per parlare facile: non hanno mai ottenuto l’aumento
di pensione che in questi casi è dovuto a precise scadenze di legge)? Che succede in questi casi? Se il pensionato si accorge in ritardo di non aver fatto valere uno di questi diritti, cosa può fare? Ha perso tutto? Le prestazioni e le maggiorazioni di cui stiamo parlando non sono soggette ad un termine di decadenza, pertanto possono sempre essere richieste. Alcune di queste prestazioni (ad esempio, gli Assegni Familiari) sono però soggette al termine quinquennale di prescrizione: qualora il pensionato si accorga di poter beneficiare di un diritto che non ha mai richiesto, potrà sempre richiederlo e oltre al riconoscimento della prestazione/maggiorazione da quel momento in avanti - avrà diritto alle somme arretrate per un massimo di 5 anni precedenti alla data della domanda, perdendo invece il diritto alle ulteriori somme relative a periodi ancora precedenti. Altre prestazioni, come le maggiorazioni sociali, decorrono dal mese successivo alla domanda e ciascun mese di ritardo nella richiesta comporta la perdita di somme pensionistiche, senza la possibilità di recuperare importi arretrati. Tuttavia, la richiesta di prestazioni accessorie potrebbe anche avere effetti negativi sul trattamento pensionistico complessivo; ad esempio, la percezione di una maggiorazione e dei relativi arretrati da parte del pensionato potrebbero far venire meno il diritto ad una prestazione assistenziale che sta percependo il coniuge del pensionato stesso. Per questo, la convenienza a richiedere queste prestazioni deve essere sempre attentamente e preventivamente valutata con l’assistenza di consulenti capaci e professionali: gli Uffici 50&PiùEnasco, presenti su tutto il territorio nazionale, possono fornire tutte le valutazioni, informazioni e chiarimenti sul diritto alle prestazioni, fornendo assistenza per la presentazione della richiesta degli eventuali “diritti inespressi”. APRILE 2021 I 91
__VIVERE IN ARMONIA SEGUENDO LE STAGIONI__
Q
TEMPO DI RINASCITA «Questa fiorita Stagione sarà nell’Aprile spesso ventosa con acque, ed altre umidità, e molte variazioni, talvolta con tuoni». Almanacco Barbanera 1887
a cura di
APRILE
MUTEVOLE E IMPREVEDIBILE, REPENTINO NEL PASSARE DAL SOLE ALLA PIOGGIA. Eppure aprile sorride, con i suoi fiori e la Pasqua ad un passo. Prepara il terreno ai raccolti dell’estate, anche se il freddo potrebbe tornare a stringere i suoi nodi nel giorno del cuculo - il 10 - e in quello di San Marco, il 25. Ma il tempo è quello delle fioriture, della rinascita della natura e dello spirito. Di giornate che lasciano alle spalle l’inverno, che guardano avanti, che si dissetano agli improvvisi acquazzoni e si scaldano nei giorni di sole, ritrovando l’atteso respiro della terra. I lavori si susseguono nell’orto, nel giardino e sul balcone, dove la Luna non lesinerà il suo aiuto, anche quando, meravigliosa, donerà in cielo lo spettacolo di un’imperdibile Superluna, che cullerà notti più brevi e tiepide, di quelle che fanno dire al proverbio che ad aprile è dolce dormire. Altrettanto piacevole sarà raccogliere le prime erbe di campo, facendosi invece suggerire dall’orto, il più gustoso menu per la tavola di Pasqua.
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IL ROSMARINO (Rosmarinus officinalis)
Fa bene perché... Antisettico, antiparassitario e antibatterico, è molto utile in caso di malattie infettive. Ottimo tonico del sistema nervoso, aiuta chi è depresso. Efficace come digestivo, fa bene anche contro la tosse. Nell’uso esterno, tonifica la pelle, contrasta acne, dolori muscolari e reumatismi. Il proverbio Acqua di ramerino al corpo del bambino. Pollice bio Le modeste erbe dell’orto a più mali dan conforto. Pianta rustica, il rosmarino prospera in qualsiasi terreno ben drenato. Preferisce posizione soleggiata, calda e protetta, ma cresce bene pure a mezz’ombra e si adatta ai terreni aridi e secchi. Ottimi risultati si ottengono in vaso. La semina Fiorisce tra marzo e aprile quando è tempo del trapianto, da fare in Luna crescente, mettendo una piantina in terra o in un contenitore di almeno 50 cm di diametro, con del terriccio standard e ponendolo al sole. Durante i mesi più freddi dell’inverno sarà bene tenerlo al coperto, per proteggerlo dalle gelate. Raccolta e conservazione È cosa ben fatta raccogliere le foglie e i fiori da marzo a settembre, secondo le necessità, in Luna calante, per poi essiccarli all’ombra e conservarli in vasi di vetro. Se invece si vogliono essiccare rametti interi, è bene tagliarli solo nei mesi estivi.
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BUONO A SAPERSI!
Tempo di pulizie! “A primavera rifiorita senti scorrere la vita”. Come ricorda il proverbio, colori, profumi e nuove energie attraversano le giornate illuminate dal primo tiepido sole. Aria nuova anche in casa, a cominciare dalle tradizionali pulizie di Pasqua. E allora guardiamo a quel che la tradizione piò suggerirci per pulire rispettando l’ambiente. Per detergere i ripiani di marmo, ad esempio, sarà sufficiente strofinarvi sopra le bucce di una mela (dalla parte della polpa) che, oltre a sgrassarli a fondo, li renderà lucidi come non mai!
NEL CESTINO DEL MESE
ORTAGGI: aglio, agretti, asparagi verdi e bianchi, carciofi, carote, cavolfiori, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicorie, cicorino da taglio, cime di rapa, cipolle, fave, finocchi, indivie, lattughe, patate novelle, piselli, porri, radicchi rossi, rape, ravanelli, rucola, sedano, spinaci e valerianella. FRUTTA: arance ovali, bergamotti, fragole, limoni e pompelmi.
AROMI: menta, prezzemolo, rosmarino, timo e salvia.
COLTIVARE CON LA LUNA NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONE
Sul davanzale, o in un angolo del balcone, le aromatiche danno ottimi risultati anche in vaso. La gran parte ha bisogno di almeno 20 cm di profondità, mentre le più alte, come il finocchio, necessitano di almeno 30. Inoltre, erbe come la menta, la melissa e il rosmarino amano il sole. Salvia, timo e origano possono convivere nello stesso vaso. Nell’orto, invece, nei giorni di Luna calante, seminare cicorie, scarole, lattughe, radicchi, bietole, cavoli verza, valerianella, rucola, prezzemolo, ravanelli, porri e sedani. Preparare i tutori per fagiolini, piselli, pomodori e zucche rampicanti. In giardino, potare gli arbusti appena sfioriscono. Trapiantare astri, zinnie, lantane e gerani. Eliminare i rami secchi dagli agrumi. Radere il prato. In Luna crescente, seminare in piena terra cavolfiori, zucchine, cardi, cetrioli, zucche, fagioli, piselli e meloni. Se poi al Centro e al Nord è ancora rigido, seminare in semenzaio peperoni, melanzane e pomodori. In giardino, continuare con il trapianto di tagetes, begonie e surfinie (petunie). Riportare all’aperto le begonie bulbose e cominciare ad annaffiarle con regolarità ma senza eccedere con l’acqua. In cantina, tenere sotto controllo il livello dei recipienti vinari ed effettuare eventualmente le colmature. Prepararsi pure all’imbottigliamento che si fa in Luna calante, con l’eccezione dei vini frizzanti, che può essere fatto in luna crescente.
SE HAI ½ GIORNATA
FAVORIAMO L’IMPOLLINAZIONE
Esiste una legge della natura che governa orto e giardino: l’impollinazione. Se non tutte, la gran parte delle piante utilizza infatti l’attività degli insetti per l’impollinazione, e quindi per la produzione della frutta e degli ortaggi che giungono ogni giorno sulle nostre tavole. Bisogna allora favorire il lavoro degli insetti bottinatori: api, bombi e farfalle. Si attraggono seminando nell’orto anche fiori quali girasoli, borragine e calendula, utilissimi a questo scopo. Lo stesso nel frutteto, dove si possono prevedere piante di melo ornamentale, che con la loro fioritura abbondante sono un vero paradiso per le api. È bene favorire anche la crescita sotto i fruttiferi di specie erbacee come il timo e le leguminose o come l’erba medica lupulina, che attira con i suoi fiori gialli pure le coccinelle. È inoltre importante collocare delle arnie accanto all’orto e al frutteto e non trattare mai le piante durante la fioritura. Api e bombi sono sensibilissimi anche ai prodotti a basso impatto come quelli biologici.
Dice il proverbio... Aprile, apriletto, ogni giorno un rametto Gemma d’aprile non riempie il barile Per San Marco Evangelista, la spiga è già in vista
IL SOLE E LA LUNA IL SOLE
Il 1° sorge alle 06.43 e tramonta alle 19.26. L’11 sorge alle 06.26 e tramonta alle 19.37. Il 21 sorge alle 06.10 e tramonta alle 19.48. Le giornate si allungano. Il 1° aprile si hanno 12 ore e 43 minuti di luce solare e il 30 se ne hanno 14 e 1 minuto. Si guadagnano 1 ora e 18 minuti di luce. LA LUNA
Il 2 sorge alle 00.16 e tramonta alle 09.43. L’11 sorge alle 06.30 e tramonta alle 19.02. Il 21 tramonta alle 03.23 e sorge alle 13.00. Luna calante dal 1° all’11 e dal 28 al 30. Luna crescente dal 13 al 26. Luna Nuova il 12. Luna Piena il 27.
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a cura della Redazione
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RELAZIONI PERSONALI
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giochi di Lionello e Favolino
stuzzica di Enrico Diglio
CERVELLO
TEST 1 Osservate attentamente le due sottostanti figure e dite quali numeri, secondo logica, vanno inseriti al posto dei tre punti interrogativi.
REBUS Lionello 7 5 12
TEST 2
REBUS Lionello ...3 7 4 9
» SCIOCCO BELLIMBUSTO Nato povero in canna, or lo si vede posar raffinato e far sdolcinato, proprio da dissoluto, nei caffè. » LA MIA PULEDRA Per poterla montare agevolmente è necessaria la frusta adoperar. E quindi è fatta! Allora dolcemente le sue qualità ti farà gustar.
Osservate, a destra, i quattro gruppi formati da una lettera e due numeri e dite quali numeri sostituiscono, secondo un criterio logico da determinare, i due punti interrogativi nel gruppo contrassegnato dalla lettera d).
a)
b)
c)
d)
TEST 3 Osservate attentamente le quattro sottostanti sequenze di figure geometriche e il numero riportato alla fine di ognuna di esse, e dite, secondo logica, qual è il numero che sostituisce il punto interrogativo nell’ultima sequenza.
INDOVINELLI Favolino
__SOLUZIONI A PAGINA 96__ APRILE 2021 I 95
oroscopo di Aldebaran
APRILE
FRANCESCO DE GREGORI
Cantautore e musicista
ariete
bilancia
21 MAR. I 20 APR. Nessun problema per quanto concerne la salute. Sarete fisicamente resistenti e dotati di una buona forza di recupero. Passeggiate in mezzo al verde, sempre protetti e mantenendo le distanze.
23 SET. I 22 OTT. Un momento delicato dal punto di vista emotivo si trascinerà per qualche mese, ma niente di grave, la situazione rientrerà. Non perdete tempo a rimuginarci sopra. Evitate le discussioni!
toro
scorpione
21 APR. I 20 MAG. Accadranno alcune cose positive in ambito familiare. Ricordatevi che gli astri possono darvi una mano. Ritagliate del tempo per prendervi cura di voi stessi, gioverà a mente e corpo.
23 OTT. I 22 NOV. Potrete godere del calore che danno le vere amicizie e anche della compagnia della famiglia, che riscoprirete dopo un periodo in cui avevate trascurato gli affetti. La salute sarà buona.
gemelli
sagittario
21 MAG. I 21 GIU. Alcuni dei vostri sogni saranno densi di significato: cercate di non dimenticarli, torneranno utili. È il momento di riprendere l’attività sportiva, cambiando alimentazione e tornando in forma.
23 NOV. I 21 DIC. Passerete un mese abbastanza sereno, anche se ultimamente avete perso un po’ di fiducia in voi stessi. Ora però è il momento di dedicare del tempo alle vostre passioni. Siate ottimisti!
cancro
capricorno
22 GIU. I 22 LUG. Cambiamenti e novità nella vostra famiglia dovranno essere accettati con saggezza. Prestate attenzione alle vostre frequentazioni e state lontani dai luoghi affollati. Evitate sbalzi di temperatura.
22 DIC. I 20 GEN. Le persone che amate di più vi aiuteranno a sopportare giorni faticosi nel corso di questo mese. State attenti a dove andate, se è il caso rimanete a casa! La fiducia degli amici non vi mancherà.
leone
acquario
23 LUG. I 23 AGO. Questo mese è perfetto per riprendere il vostro ritmo di vita quotidiana, dopo mesi di inattività. La salute è importante e non va trascurata. Evitate contatti con estranei.
21 GEN. I 19 FEB. I figli o i nipoti saranno un toccasana: il loro affetto terrà lontane tutte le ansie accumulate in questi mesi difficili. Le stelle vi suggeriscono di cercare di distrarvi facendo ciò che più vi rilassa.
vergine
pesci
24 AGO. I 22 SET. Le relazioni affettive saranno serene, grazie alla vostra capacità di cogliere ogni piccola sfumatura della persona amata. Cercate la comprensione e la tenerezza, sempre! Siate parchi a tavola.
20 FEB. I 20 MAR. La signora Fortuna sarà più generosa e sarete felici di dare una mano ad alcuni parenti e amici che stanno attraversando un periodo economico difficile. Proteggetevi bene quando siete fuori casa.
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soluzioni
GIOCHI
REBUS (7 5 12)
REBUS (...3 7 4 9)
CR edere; N e L lava C; C in azione = Credere nella vaccinazione
...X T orna; re AL, la N; or M alita = ...per tornare alla normalità
INDOVINELLI
Sciocco bellimbusto = Lo zucchero La mia puledra = La panna
stuzzica
CERVELLO
TEST 1
I numeri che vanno sostituiti ai tre punti interrogativi sono rispettivamente 2, 1 e 3. Essi, infatti, permettono di rispettare il criterio valido nelle due sequenze: partendo dal numero posto sotto il rettangolo azzurro, il numero successivo aumenta o diminuisce di un’unità se il rettangolo sovrastante è di larghezza minore e rispettivamente di colore verde o rosso; nel caso in cui il rettangolo è di larghezza maggiore, l’aumento o la diminuzione è di due unità.
TEST 2
I due numeri da determinare sono 21 e 19. Essi sono collegati alla lettera del proprio gruppo dallo stesso criterio utilizzato negli altri gruppi di lettere e coppie di numeri: i due numeri rappresentano rispettivamente il numero successivo e quello precedente a quello corrispondente alla posizione nell’alfabeto della lettera del gruppo. Infatti: numero successivo al 20 posizione numero 20 dell’alfabeto numero che precede il 20 TEST 3
Il numero da determinare è 37. Esso, infatti, rispetta il criterio delle altre tre sequenze di figure geometriche: il numero che è riportato al termine di ogni sequenza è dato dall’addizione del numero dei lati di tutte le figure della sequenza.
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SCRIVETECI: PER POSTA VIA DEL MELANGOLO, 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL G.VECCHIOTTI@50EPIU.IT
lettere Risponde Giovanna Vecchiotti - Direttore Responsabile 50&Più
EFFETTO PANDEMIA: SIAMO DIVENTATI TUTTI SPORTIVI? Mai come in quest’ultimo anno c’è un proliferare di persone che, tuta e scarpe da ginnastica, corrono, vanno in bicicletta, fanno attività fisica in parchi e giardini. Ma è vera passione sportiva?
GENTILE DIRETTORE, immagino che in questo periodo di pandemia lei stia ricevendo numerose lettere di persone che si lamentano perché devono restare chiuse in casa. Certo, anch’io vorrei tanto andarmene di nuovo a teatro, a fare una passeggiata al mare o ricominciare a fare qualche bel viaggetto. Non si può più fare ciò che vogliamo, ne prendo atto, anzi lo considero un atto d’amore e di rispetto verso coloro che lavorano negli ospedali, con gli anziani, ma anche nel rispetto di tutti quei lavoratori che non si possono fermare e rischiano il contagio. E pure per chi è costretto a tenere chiusa la propria attività, a tenere la serranda abbassata e niente soldi da portare a casa. Bene, come le dicevo, io mi attengo alle disposizioni dell’autorità e cerco di uscire il meno possibile, e quando non esco mi metto sul mio balconcino a guardare la strada e la gente che passa. Ecco, appunto: la gente
che passa. Anche se non dovrebbe passare perché, mentre le scrivo, siamo zona rossa. E perché tanti sono ora in strada? Perché fanno “attività fisica” e quindi possono stare all’aria aperta. Altra considerazione: mai come in quest’ultimo anno ho visto un moltiplicarsi di giovani e meno giovani con cani al guinzaglio; qualcuno ne porta a spasso addirittura due o tre. E a questo punto mi chiedo: «Siamo diventati un popolo di sportivi, di maratoneti, di forzati della bicicletta, noi che prima vincevamo il campionato di “seduti sul divano”, noi che eravamo campioni del “sollevamento della forchetta”, noi che abbandonavamo gli animali ad ogni affacciarsi della bella stagione?». Oppure, come sospetto, “fatta la legge, trovato l’inganno” e siamo i soliti furbetti italici? Gianmarco Arturi Diciamo che un po’ di sospetto c’è, signor Gianmarco, considerando che fino a ieri l’italiano medio di certo non brillava per la pratica sportiva. Ma dal momento che “non tutto il male viene per nuocere” potrebbe essere che finalmente si è capito che per star bene è necessario combattere la sedentarietà e che muoversi e fare anche solo una camminata veloce non può far altro che bene. Come fa bene avere un amico a 4 zampe vicino. Qui l’amore viene restituito incondizionatamente, senza se e senza ma. E magari, è la volta buona che la vergognosa pratica dell’abbandono degli animali possa essere archiviata per sempre. APRILE 2021 I 97
bazar FARMACI LAVORI IN CORSO AMICO WEB I NOSTRI SOLDI LIBRI
a cura del Centro Studi 50&Più
Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili. Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio. Potete quindi inviarci le vostre segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it
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oppure al 0424708910.
FARMACI CONSEGNA A DOMICILIO Prosegue fino alla fine di aprile la consegna gratuita a domicilio di farmaci destinati a soggetti fragili. Grazie alla collaborazione tra Federfarma e Croce Rossa Italiana, infatti, si può richiedere il servizio al numero verde 800.065.510. Resta attivo anche il servizio Federfarma, riservato solo a chi convive con disabilità o gravi malattie e non può recarsi in farmacia. Il numero da chiamare è 800.189.521, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17,30.
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LAVORI IN CORSO
PER RICORDARE A Bergamo, città duramente colpita dal Covid-19, nascerà in autunno Il Bosco della Memoria, un parco multifunzionale in ricordo delle vittime della pandemia. L’idea dell’Associazione “Comuni Virtuosi” è quella
di piantare 750 alberi nel Parco della Tucca e costruire 1.300 metri quadri di percorsi pedonali. Per finanziare il progetto è stata lanciata una campagna di crowdfunding su www.produzionidalbasso.com/project/il-bosco-della-memoria RESTARE A CASA IN SICUREZZA Nel Lazio quest’estate verrà avviato il Progetto Fragilità, nato per aiutare gli anziani con difficoltà e fare in modo che possano continuare a vivere nelle loro case. L’iniziativa, infatti, prevede di monitorare le condizioni di vita di persone in difficoltà grazie all’elaborazione di una serie di parametri rilevati da sensori ambientali e supporti indossabili. In caso di situazioni di rischio o pericolo, sarà inviato un segnale di allarme al caregiver e ai soccorsi più vicini.
+ AMICO WEB NON SIETE SOLI Per chi convive con il Parkinson è iniziata una serie di corsi online gratuiti dal titolo “Non siete soli”, or-
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ganizzato da Confederazione Parkinson Italia e Fresco Parkinson Institute. Gli incontri, rivolti anche ai caregiver, proseguono fino all’8 aprile con “La riabilitazione nella malattia di Parkinson”, e dal 15 aprile al 27 maggio con “Aspetti sociali nella malattia di Parkinson”. In ultimo, il 3 e 10 giugno si terranno due appuntamenti per promuovere la corretta comunicazione nell’ambito medico-sanitario. Per informazioni: www.parkinson-italia.it DIABETE 2 È online la campagna “Non complicarti il diabete”, con suggerimenti e soluzioni per gestire al meglio questa patologia. Sul sito dedicato è disponibile anche una divertente web serie che, in cinque puntate, attraverso il rapporto padre-figlia, offre consigli per trovare le soluzioni migliori alle difficoltà quotidiane. Per informazioni: www.noncomplicartiildiabete.it
+ I NOSTRI SOLDI EDUCAZIONE FINANZIARIA A causa della pandemia sono sempre maggiori le disuguaglianze economiche tra cittadini. Per questo l’OCSE ha posto l’accento sul bisogno di una maggiore alfabetizzazione finanziaria della popolazione. Le due fasce di età estreme, i giovani e gli anziani, sembrano avere maggiore necessità di supporto. I primi per essere informati sulle
sfide finanziarie che si troveranno davanti, i secondi per prevenire le frodi ed essere spinti a utilizzare servizi innovativi che possano anche contrastare il rischio di isolamento. BANCA ITALIA Per aiutare i cittadini ad orientarsi tra le tante innovazioni bancarie, Banca d’Italia ha messo a disposizione un sito con notizie, video, calcolatori, giochi e infografiche per consentire un’esperienza di apprendimento divertente, semplice e concreta. Un modo per aiutare le persone a effettuare scelte più consapevoli, evitando così gli errori più comuni rispetto alla gestione delle proprie disponibilità economiche. Per informazioni: economiapertutti.bancaditalia.it
+ LIBRI LE ETÀ DEL DESIDERIO di Francesco Stoppa Feltrinelli, 2021, pp. 208 L’adolescenza e la vecchiaia sono i passaggi cruciali nei quali fare ricorso a una vera e propria arte di stare al mondo: arte di crescere in un caso, di tramontare nell’altro. Francesco Stoppa le indica come età del desiderio, dove è necessario saper rinegoziare il rapporto con gli altri e il mondo. Un libro che racconta la riscoperta della capacità di lasciare spazio all’imprevedibile evoluzione delle cose, cogliendo un’inedita prospettiva del rapporto tra le generazioni.
Stanchi? Stressati? Giù di tono?
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