Febbraio 2021

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Anno XLIII n. 2 Febbraio 2021 Euro 2.50 - I.P.



IN QUESTO NUMERO 5. Editoriale 6. Periscopio 92. Vivere in armonia 94. Bacheca 95. Giochi 95. Stuzzica cervello 96. Oroscopo 96. Soluzioni 97. Lettere

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società i

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20. Anziani e nuovi nati L’Italia in cerca di futuro di Luisella Berti

10. Senior in difficoltà? I giovani accorrono di Lavinia Viti

12. Il cane, uno di famiglia L’animale più amato di Flaminia Bruni

Felici in dodici passi Un vademecum per tutti di Rossana Martini

14.

anteprime

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__SOCIETÀ__ Rsa e pandemia: Anziani abbandonati? I risvolti dell’emergenza sanitaria nel Rapporto di Amnesty International di Ilaria Romano

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__le INTERVISTE__ Antonella Polimeni, la Magnifica Rettrice de La Sapienza La prima donna alla guida del più grande ateneo d’Europa di Raffaello Carabini

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www.spazio50.org

INDICE

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FEBBRAIO 2021

__INCHIESTA__ Le città del futuro: belle, a misura di pedone e possibili I luoghi in cui vivrà gran parte della popolazione mondiale di V. Rubini, L. Russo, A. Vallardi, I. Romano

16. Un libro per amico

Chi legge di più in Italia? di Giovanni Orso

18. Il Terzo Tempo

Sorrisi contro le difficoltà di Lidia Ravera

30. Tornare a stringersi

Nella “Sala degli abbracci” di Winda Casula

49. L’edilizia green

Attenta a salute e ambiente di Rachele Randon

59. La Divina Commedia L’eredità del Sommo Poeta di Renato Minore

62. Dante 2021

Un anno ricco di eventi di Zoe Bambi

64. Capitali della cultura

Tra le bellezze della Penisola di Stefano Leoni FEBBRAIO 2021 I 3


intervista

società

66. Radio in primo piano

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La Giornata Mondiale 2021 di Anna Costalunga

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68. Per il bene del pianeta

55. Paolo Mereghetti

L’esperto della settima arte di Raffaello Carabini

L’iniziativa di Marian Sachs di Giovanna Favale

51. Libri, Arte, Musica, Cinema

70. Sulla tavola del futuro

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Un’alimentazione salutare per l’uomo, gli animali e il pianeta di Romina Vinci

74. Dieta sostenibile? Si può

parliamo di...

Un equilibrio fra nutrienti, uso di risorse naturali e limitazione agli sprechi a cura di Fondazione U. Veronesi

76. Nia, il piacere di muoversi

78. Rifiuti elettrici ed elettronici 80. Nel web con Youcare Buone azioni in rete con un semplice click di Rita Nicosanti

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scienze

Un’importante raccolta che fa la differenza di Anna Mercuri

83. Spazio50

Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più a cura di Luisella Berti

89. Fisco

a cura di Alessandra De Feo

90. Previdenza

a cura di Luca Giustinelli

98. Bazar

a cura del Centro Studi 50&Più

Credit foto: Agf, Contrasto, Marka, Masterfile, Shutterstock, Antonio Barella, Foto Ufficio Stampa La Sapienza, www.memphismeats.com, www.facebook.com/Fran%C3%A7ois-Gemenne-page-publique, Centro Anziani Domenico Sartor, Foto Marco Ciatto, Taniavolobueva, ph. Edoardo Fornaciari, ph-Fabio-Gambina, Parma 2020.it, Foto Nasa. Shutterstock: EnricoAliberti ItalyPhoto, Bill Perry, SoaRez-92, starmaro, REDMASON, photo acorn, Hadrian, Restuccia Giancarlo, Paolo Bona, Mate Karoly, Dolores Giraldez Alonso, Alexanderstock23, monticello, Massimo Todaro. Foto di copertina: Marka - Illustrazioni: Enrico Riposati.

ANNO XLIII - n. 2 febbraio 2021

Anno XLIII n. 2 Febbraio 2021 Euro 2.50 - I.P.

Aderente a:

Finito di stampare: 26 gennaio 2021

4 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

Direttore Editoriale Anna Maria Melloni @ am.melloni@50epiu.it

Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it

cultura

Una tecnica ispirata alla danza, alle arti marziali e allo Yoga di Giovanna Dall’Ongaro

Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi

Per posta: Via del Melangolo, 26 - 00186 Roma Per telefono: 06.68134552 - Per fax: 06.6872597 m@il: redazione@50epiu.it ABBONAMENTI Italia: annuale (11 numeri) euro 22,00 sostenitore euro 40,00 copia singola euro 2,50 copia arretrata euro 4,50 Estero: annualeeuro 41,50 Tel. 06.68134552 Fax 06.81151914

Per il pagamento effettuare i versamenti sul c/c postale n. 98767007 intestato a 50&Più Srl - Roma. L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile e può avere inizio in qualunque momento dell’anno, ma avrà comunque validità annuale.

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ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA


LE COSE COME SIAMO

di Carlo Sangalli Presidente Nazionale 50&Più

EDITORIALE

editoriale FEBBRAIO 2021

“VEDIAMO LE COSE NON COME SONO, MA COME SIAMO”, diceva un grande regista italiano, Dino Risi. Ed, evidentemente, l’Italia è un Paese dove la famiglia è - e rimane - un punto di equilibrio del sistema economico e sociale. Dalla ricerca che 50&Più ha realizzato in collaborazione con Format Research (L’emergenza Covid-19, primi sintomi di impatto sociale e prospettive nel nuovo periodo), e che abbiamo presen«IL NOSTRO È UN PAESE tato nel numero scorso, emerge infatti IN CUI LA FAMIGLIA È IL PUNTO DI EQUILIBRIO in modo schiacciante il ruolo delle reti DEL SISTEMA familiari in questa crisi: il 73% degli ECONOMICO E SOCIALE» intervistati le riconosce come fondamentali, il 50,8% dei pensionati, in particolare, ha supportato economicamente la propria famiglia. Questa immagine di aiuto, supporto e coesione sembra forse un po’ in contrasto con il racconto che della popolazione anziana si è fatto nel corso della pandemia; anche nelle ultimissime settimane si è molto parlato della generazione over 60 come vittima degli scandali delle Rsa e protagonista della campagna vaccinale, mettendo in luce alcune fragilità del sistema. Come emerge proprio dalla ricerca che citavo prima, la fascia più anziana della nostra società ricopre anche un ruolo diverso, più silente ma decisamente anticiclico: quello di stabilità durante i momenti di crisi e incertezza. I pensionati solo nel 3,7% dei casi hanno subìto una riduzione della pensione. E come sempre hanno dato una mano alle loro famiglie. Famiglie per le quali, nondimeno, gli anziani sono molto preoccupati: il 73,7% ha dichiarato di essere maggiormente in pensiero per il benessere della propria famiglia nell’arco dei prossimi tre anni, facendo seguire l’ansia per il lavoro, le relazioni sociali e, addirittura, la salute. Alla preoccupazione si abbina quindi un certo pessimismo: il 70,2% degli intervistati, infatti, crede che l’Italia del prossimo futuro sarà un Paese fortemente impoverito e con scarse prospettive di crescita. Ma l’ansia non si trasforma in apa«I NOSTRI SENIOR tia: gli anziani vogliono rendersi utiHANNO L’INTENZIONE li. Il 71% si dice disposto a impiegare DI CONTINUARE A DARE tempo e risorse alla cura della faUNA MANO PER RENDERE miglia e, nel 51,8% dei casi, ritiene “LE COSE” MIGLIORI» che il nucleo familiare sia il primo valore su cui investire per assicurare la coesione sociale tra i cittadini. Insomma, se alla fine “le cose sono come siamo”, i cinquanta e più del nostro Paese hanno tutta l’intenzione di continuare a dare una mano per rendere “le cose” migliori. E lo fanno, certo, per i propri figli, per i propri nipoti, per le proprie famiglie, ma finendo per aiutare il futuro di tutti.


IN GIRO PER IL MONDO UK: LA PRIMA DONNA VACCINATA CONTRO IL CORONAVIRUS

DOPO 70 ANNI, LE SCUSE PER I PICCOLI INUIT

I SOGNI DEI LONDINESI NELL’ERA COVID

Con i suoi 90 anni, Margaret Keenan non ci ha pensato due volte quando le hanno proposto di vaccinarsi per prima contro il Covid. «Il miglior regalo di compleanno che potessi desiderare», ha dichiarato. www.bbc.com

La Danimarca ha chiesto scusa alla Groenlandia. Dopo 70 anni, le autorità hanno riconosciuto l’ingiustizia che portò 22 bambini Inuit a essere sottratti alle famiglie per essere cresciuti in Danimarca. www.repubblica.it

Il Museum of London e il Museum of Dreams stanno lavorando assieme per raccogliere la testimonianza dei sogni dei londinesi. Lo scopo è capire come la pandemia abbia influito sull’inconscio delle persone. www.artribune.com

A PROPOSITO DI... CONSUMI

RISCALDAMENTO AUTONOMO

Via libera alla carne coltivata in laboratorio

La città di Singapore è il primo posto al mondo in cui si può vendere, comprare e consumare carne di pollo coltivata. Prodotta in bioreattori senza la macellazione di animali, va sempre più a ruba. www.businessinsider.com

GESTIONE INDIPENDENTE SÌ - Si può mettere in funzione o disattivare nel momento in cui si desidera, decidendo orari e giornate.

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IGIENE

Pigiama pulito ogni quattro giorni

Per l’American Cleaning Institute bisogna cambiare il pigiama dopo averlo indossato 3 o 4 volte. Se si ha l’abitudine di fare una doccia ogni sera, il lavaggio può attendere per qualche altro giorno. www.elle.com

i ALIMENTAZIONE

La digeribilità del latte dipende dal Dna

SCIENZE

Soffri d’insonnia? Non stacchi mai

La transizione veglia/sonno prevede la deattivazione di processi cognitivi superiori nonché fenomeni allucinatori. Gli insonni continuano a pianificare ed entrano a fatica in quella fase di passaggio. www.corriere.it/salute

COSTI DI MANUTENZIONE NO - Uno svantaggio è dato dalle spese di manutenzione, che possono arrivare ad essere piuttosto onerose.

La “persistenza di lattasi” è la presenza costante di un enzima in grado di farci digerire il latte anche da adulti. Si tratta di una mutazione del Dna di cui gli intolleranti al lattosio sono privi. www.bbc.com

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CURIOSITÀ

Il “Forrest Gump” di Como

FONTI: WWW.HOWMUCH.NET - WWW.DATABANK.WORLDBANK.ORG

LA RICHEZZA MONDIALE IN TRILIONI

In epoca pre-Covid la ricchezza mondiale ammontava a 87,8 trilioni. E un trilione, nel mondo anglosassone, equivale a 1.000 miliardi. Si distinguono bene gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e la Germania. Ecco la loro ricchezza in trilioni di dollari:

STATI UNITI

CINA

GIAPPONE

GERMANIA

21,43

14,34

5,08

3,85

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Un quarantottenne della provincia di Como si è allontanato da casa dopo una lite con la moglie sperando di smaltire la rabbia con una passeggiata: ha percorso 450 chilometri arrivando fino alle Marche. https://tg24.sky.it

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IN NUMERI

PERISCOPIO

ALMA, VOCE ALTRUISTA DI ARONA

a cura di Samuela Gangi


LA MUSICA DEGLI ABBA CONTRO LA DEMENZA

GIAPPONESI SPRECONI. ALLO STUDIO UN’APP IN AIUTO

“STRAIN”, UNA PAROLA ORMAI NOTA

«Solo la musica è riuscita a raggiungere mia moglie affetta da demenza». A dirlo è il giornalista inglese John Suchet, che racconta come la donna desse gli unici segni di reattività ascoltando gli Abba. www.theguardian.com/theobserver/magazine

Ogni anno, in Giappone, si gettano più di 7 milioni di tonnellate di cibo. Il governo ha allo studio un’app in grado di valutare quanto cibo ci sia in frigo o in dispensa e quanto sia ancora commestibile. www.repubblica.it/venerdi

La parola inglese “strain” è entrata nel nostro vocabolario. Indica la variante di un virus. Variante che nasce da un certo numero di mutazioni del virus che avvengono nella proteina Spike. www.corriere.it

MERCATO IMMOBILIARE

Effetto smart working: fuga dalle città

Città che si svuotano e migliaia di persone dedite allo smart working guardando il mare, le cime o la campagna. È boom nella compravendita di residenze in campagna, stando ai dati di Idealista.it. www.businessinsider.com

i SALUTE

Senza energie con la “pandemic fatigue”

Secondo l’Oms, sei europei su dieci sono colpiti dalla pandemic fatigue. Si tratta di una fatica mentale dovuta alla mancanza di energie psichiche - che ha l’effetto di immobilizzarci. www.vanityfair.it

i CURIOSITÀ

taria della Croce Rossa Italiana di Arona (No), dove dal centralino coordina gli interventi delle diverse unità. Ed è questa la motivazione che ha accompagnato il riconoscimento verso una donna che, nonostate le novantadue primavere sulle spalle, non ha mai smesso di spendersi, con passione, in favore del prossimo senza mai chiedere nulla in cambio: «Per l’impegno profuso, nel corso della sua vita, nella promozione del valore della solidarietà». Congratulazioni a “la voce” della CRI di Arona.

Un paio di collant smagliati a 149 euro. È la trovata di una nota maison fiorentina che ha registrato il sold out. E non è la prima volta. Già nel 2015 erano andati a ruba quelli di una casa francese. www.huffingtonpost.it

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TRA I TRENTASEI CITTADINI AI QUALI IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA ha recentemente conferito le onorificenze al Merito della Repubblica Italiana, c’è anche Alma Broccoli Mazza, una donna di novantadue anni di Dormelletto, Comune in provincia di Novara. È stata insignita dell’importante titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Da quando è andata in pensione, infatti - trent’anni fa -, Alma è diventata volon-

149 euro per un collant firmato (ma rotto)

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IL QUASAR E LA GALASSIA: L’ENERGIA ESPLOSIVA


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+ Un’immagine suggestiva ed eccezionale: gli enormi flussi energetici di un quasar, attivo al centro di una galassia, attraversano lo spazio interstellare e spingono violentemente la materia causando il caos nella galassia stessa.

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__ATTUALITÀ__

SE L’ANZIANO È IN DIFFICOLTÀ

IO CI SONO

I GIOVANI volgono la propria attenzione verso anni - gli psicologi hanno monitorato il grado gli anziani, ma soltanto se questi vengono per- di attenzione che ponevano nel guardare le cepiti come persone bisoimmagini di persone di età gnose di aiuto e appartendiversa e diverso stato soUN ESPERIMENTO CONDOTTO gono ad una classe sociale ciale. Nella prima fase DAL DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA disagiata. È quanto afferma dell’esperimento i volti delDI MILANO-BICOCCA DIMOSTRA una ricerca dal titolo Social le persone anziane veniCHE I RAGAZZI SONO DISPOSTI AD AIUTARE GLI ANZIANI categorization and joint atvano ignorati di più; nella SOLO QUANDO QUESTI VENGONO tention: Interacting effects seconda parte, attiravano PERCEPITI COME BISOGNOSI of age, sex, and social stal’attenzione le donne di di Lavinia Viti tus, pubblicata sulla rivista mezza età e gli uomini anActa Psychologica e reaziani considerati “bisognolizzata dal dipartimento di Psicologia dell’Uni- si”. Per questi, in una terza fase dell’esperiversità di Milano-Bicocca. mento, i giovani erano disposti a prestare aiuto, Ai ragazzi che hanno partecipato all’esperi- offrire denaro o regalare oggetti che gli apparmento - tutti di età compresa tra i 18 e i 25 tenevano, come il proprio cellulare.

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__SOCIETÀ__

IL CANE, IL PIÙ AMATO DAGLI ITALIANI

UNO DI FAMIGLIA

Possedere un cane apporta dei grandi be- da Swg per Ca’ Zampa -, il 37% dei proprienefici, certificati anche dalla Scienza: mi- tari li considera come figli. Una percentuale gliora la socializzazione che cresce tra gli adoledei proprietari; comscenti (51%) e gli abitanti SONO 7 MILIONI LE FAMIGLIE batte la loro sedentarietà del Nord-Est (41%). Il CHE OSPITANO IL MIGLIOR AMICO costringendoli a quelle 17% degli intervistati, DELL’UOMO, ED È COSÌ AMATO passeggiatine che probainoltre, si sente più comCHE IL 37% DEI PROPRIETARI LO CONSIDERA COME FOSSE bilmente non farebbero; preso dal cane che dai UN FIGLIO. PER GLI OVER 65, sconfigge la solitudine; propri figli, dagli amici IL CANE MIGLIORA LA VITA regala allegria. (10%) e dai genitori (9%). di Flaminia Bruni Sono 7 milioni i cani che Uno studio di Fondavivono nelle case degli zione Affinity, infine, afitaliani e sono così amati che spesso ven- ferma che per il 54% dei bambini l’animale gono considerati come “uno di famiglia”. preferito è il cane, mentre per nove over 65 su Anzi - come emerge da una ricerca condotta dieci vivere con esso migliora la vita.

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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

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DENTRO LA NOTIZIA

EFFETTI DEL LOCKDOWN

Felici all’aperto Camminare all’aria aperta, meglio in spazi verdi e senza il cellulare, aiuta ad abbattere la tristezza da lockdown. A tale conclusione è giunta una ricerca condotta su 286 adulti, dagli studiosi dell’Anglia Ruskin University nel Regno Unito, della Karl Landsteiner University of Health Sciences in Austria e della Perdana University in Malaysia, e pubblicata sul Journal of Happiness Studies. Dallo studio è emerso che lo stare all’aperto produce livelli di felicità più alti e un minor senso di solitudine che non stare davanti alla Tv o al computer.

Nonostante la Scienza ci dica che essere felici ha effetti benefici su di noi, difficilmente viviamo a pieno questa emozione. In un libro qualche regola per riuscirci

OGNUNO DEVE AVERE LA FELICITÀ CHE SI MERITA SI PUÒ ESSERE FELICI NONOSTANTE LA PANDEMIA? C’è una “ricetta miracolosa”, o una sorta di bacchetta magica in grado di cancellare il senso di angoscia, lo stress, la rabbia dalla nostra mente e restituirci quella dose di felicità che ognuno di noi merita? Lucia Giovannini, psicologa e spiritual coach, ha appena pubblicato un libro dal titolo Il permesso di essere felice. Manuale di spiritualità pratica (Roi Edizioni) in cui elenca 12 passi da seguire per poter trovare la felicità. Scopriamoli insieme. 1. Ritorno immediato, ritardato e bisogni primari. Bisogna chiedersi quale bisogno dobbiamo soddisfare per avere

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di Rossana Martini

un risultato positivo a breve e a lungo termine; 2. Il mito del successo. Comprendere quando è il momento di fermarsi per assaporare ciò che si è raggiunto; 3. Dove l’essere incontra il diventare. Dare un significato concreto alla propria vita; 4. Ritrova la tua tribù. Cerchiamo il contatto con le persone, anche in questo momento di distanza sociale: basta una parola, un sorriso, uno sguardo; 5. Il potere della gentilezza. Essere gentili con gli altri migliora l’umore e aumenta la felicità. 6. La regola di platino. “Tratta l’altra parte nel modo in cui desideri essere trattato, andando oltre le tue preferenze”;

7. La presenza: vivere sopra la linea. Chiedersi almeno tre volte al giorno: “Cosa sto provando ora?”; 8. La scelta. Concentrarsi su ciò che si ha di positivo, non su ciò che manca; 9. Guarire le ferite emozionali. Scoprire ed analizzare le proprie emozioni; 10. Gli opposti polari: sciogliere i giuramenti del passato. Non lasciarsi condizionare dalle scelte passate; 11. Il coraggio dell’autenticità. Chiedersi: “Cosa è importante per me? Cosa rispetta i miei valori?”; 12. Aprirsi alla gioia. Chiedersi quali azioni ti rendono felice e metterle in atto.



__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

Lettori deboli, lettori forti, amanti del cartaceo oppure dell’edizione digitale. Chi ama di più i libri, ce lo dice l’Istat

UN LIBRO PER AMICO. CHI LEGGE DI PIÙ NEL NOSTRO PAESE?

di Giovanni Orso

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DENTRO LA NOTIZIA

Anche gli editori sono stati colpiti dalle conseguenze del lockdown. Molte le iniziative messe in campo DIVERSE SOLUZIONI

A seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid19, anche per gli editori il 2020 è stato un anno difficile e incerto. Nove su dieci tra quelli intervistati hanno dichiarato una perdita del proprio fatturato rispetto all’anno precedente: uno su tre dal 25 al 50% in meno (32%), circa uno su quattro ha stimato una flessione compresa tra il 50 e il 75% (24,9%). Solo il 7,4% non ha subìto perdite. Durante il lockdown, il 43,6% degli editori ha attivato la vendita e la consegna di libri a domicilio, mentre il 42,8% ha organizzato eventi di promozione e interazione con i lettori attraverso i canali social o il proprio sito internet.

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C’È CHI AMA I ROMANZI D’AVVENTURA, CHI LE STORIE NOIR, CHI SI DEDICA ALLE BIOGRAFIE E CHI, INVECE, CERCA IN UN LIBRO QUALCOSA DA IMPARARE. Sono molti i gusti dei lettori e molti gli italiani che si dedicano alla lettura, tanto che durante la prima fase dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, 6 persone su 10 (pari al 62,6% della popolazione) hanno trascorso il lockdown leggendo un libro. La maggior parte dei lettori ha letto esclusivamente libri su carta (19,9%) mentre il 5,3% si è dedicato solo a quelli su supporto digitale. Soltanto l’1,7% ha letto sia libri cartacei che e-book/libri online. A rivelarlo è l’Istat con la sua indagine Produzione e lettura di libri in Italia, attraverso la

quale ha analizzato il mercato editoriale italiano e il numero di lettori nel nostro Paese. Nel 2019 sono stati pubblicati in media 237 libri al giorno, quasi 1,3 volumi ogni mille abitanti; di questi, il 58,4% sono state novità mentre l’8,5% erano nuove edizioni. Ma quanti libri leggono gli italiani? Nel 2019 circa il 44,3% degli intervistati ha dichiarato di aver letto più di tre libri nei dodici mesi precedenti; essi costituiscono la fascia dei cosiddetti “lettori deboli”, tra i quali si annovera il 47,4% degli uomini e degli appartenenti alla fascia d’età tra gli 11 e i 14 anni. Il 15,6%, invece, fa parte dei “lettori forti” ovvero quelli che nell’ultimo anno hanno letto almeno 12 libri. Le donne amano la lettura


__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

I bambini seguono molto di più l’esempio della madre se essa è l’unica lettrice in famiglia.

molto più degli uomini: il 16,7% ha dichiarato di leggere in media un libro al mese contro il 14,1% dell’altro sesso. Quelle che amano di più la lettura sono le ragazze tra gli 11 e i 19 anni (oltre il 60% ha letto almeno un libro durante l’anno). La percentuale delle lettrici scende sotto il 45% do-

po i 55 anni, mentre per i maschi è sempre inferiore al 50% a partire dai 20 anni. Molto importante è l’esempio in famiglia; se entrambi i genitori leggono, il 77,4% dei ragazzi sotto i 18 anni legge, mentre lo fa solo il 35,4% se nessuno dei genitori è tra i lettori abituali di libri. In particolare, i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni seguono molto di più la madre se essa è l’unica lettrice in famiglia, cosicché è il 58,9% di essi a leggere, mentre dopo i 15 anni, anche se nessuno dei due genitori legge, ben il 40,6% di essi lo fa. Le case editrici stanno integrando sempre più la loro produzione cartacea con quella digitale: quasi la metà delle

opere pubblicate a stampa (il 45,3%) è stata affiancata da una versione digitale, l’ e-book. Di questi ultimi almeno uno su cinque presenta contenuti e/o funzionalità aggiuntive (19,8%). Gli e-book riguardano principalmente i libri di avventura e i gialli (81,0%), quelli di attualità politico-sociale ed economica (69,0%), di matematica (66,2), di filologia e linguistica (62,6%). Li leggono esclusivamente, o insieme al cartaceo, i giovani tra i 15 e i 34 anni, molto meno nelle fasce di età successive; mentre questa modalità è quasi assente dopo i 75 anni. I libri cartacei, invece, sono più diffusi tra i bambini fino a 10 anni e tra gli over 54.

MONTEGROTTO TERME


______IL TERZO TEMPO______

UN SORRISO CONTRO LE DIFFICOLTÀ di Lidia Ravera HO RICEVUTO MOLTE LETTERE, E QUESTA È UNA COSA MOLTO BELLA. Mi piace che la nostra sia una conversazione a distanza, mi piace sentire che intorno a questa pagina, a questo mensile, si stia formando una piccola comunità di amici. Fra le lettere che ho ricevuto, e letto con gioia, ce n’è una che mi ha colpita particolarmente. È di Anna e incomincia così: «Sono una ragazza di 65 anni, ho solo la licenza di scuola media inferiore e, con umiltà e ascolto, ho imparato la contabilità. Ho incominciato a lavorare a 15 anni e lavoro ancora come contabile e amministratrice di una piccola azienda». Mi ha colpito la qualità della scrittura, sorprendente per una persona che è andata poco a scuola. Sentite qui, sentite come racconta le varie fasi della pandemia: «All’inizio era come se vivessi in un mondo a parte. Lavoravo da casa, come faccio da cinque anni. Pulivo, cucinavo, mi prendevo cura dei nipotini. Appena potevo leggevo, ricamavo 18 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021


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e non uscivo, quasi rintanata in un angolo come una bambina in castigo. Dalla televisione tuonavano parole che risuonavano nella mia mente come un’eco infinita: “State a casa, anziani! State a casa, nonni!”. Mi sentivo offesa... Stringevo i miei nipotini spesso e, nello stringerli, l’angoscia prendeva il sopravvento come se ogni abbraccio fosse l’ultimo. E gli amici? Niente incontri, nessuna gita, solo telefonate... Poi è arrivata l’estate e un po’ titubanti siamo andati in vacanza, mi è sembrato un sogno che tutto fosse finito e invece siamo ricaduti nel buio. Ora sono a casa, il virus è venuto a trovarmi. Io e mio marito, 48 anni di matrimonio, ironia della sorte, adesso siamo separati in casa, io positiva, lui negativo. Anche nella vita siamo sempre stati così: io ottimista, lui pessimista». Mi riempie di ammirazione, Anna, per la sua scrittura (lo vedete che leggere molto serve più che andare a scuola?), innanzitutto, e poi per la sua capacità di sorridere. Nonostante il contagio, la malattia, la separazione coatta dal marito, l’ipotizzabile allontanamento dei nipotini, lei sorride. Non nega il dramma, ma sa vol-

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PARLIAMONE... CHI VOLESSE SCRIVERE A LIDIA RAVERA PUÒ FARLO: PER POSTA C/O REDAZIONE 50&PIÙ VIA DEL MELANGOLO 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL REDAZIONE@50EPIU.IT

gerlo in commedia. E questa è una qualità che noi, ragazze del secolo scorso, abbiamo conquistato per tutte le altre, tutte quelle che sono diventate donne dopo. Una volta non era così. Si viveva, noi femmine, nella cultura del lamento e della recriminazione. Mia madre non faceva che rinfacciarmi il suo sacrificio, cercando di buttare sulle mie spalle di bambina anche la sua rinuncia ad un lavoro che, in realtà, non aveva mai voluto né cercato. Era, come Anna, una donna intelligente che aveva studiato poco (non era arrivata neppure alla licenza magistrale)

ma leggeva moltissimo. Leggendo si era molto affinata e anche lei scriveva bene, ma di Anna non ha mai acquisito, nel corso dei suoi ottant’anni di vita, la forza tranquilla del sorriso e la determinazione ad affrontare le difficoltà piuttosto che farsene travolgere. «Quando potrò di nuovo uscire? - scrive più avanti Anna -. Ho deciso che mi prenderò ancora cura dei nipotini. È una gioia e una necessità... Probabilmente mi esporrò di nuovo al virus ma sia quel che sia: meglio morire sul campo di battaglia piuttosto che rintanati... Io

continuerò a lavorare e a occuparmi della casa, parlerò al telefono con gli amici e rideremo. Continuerò a leggere e ricamare, a cucire pupazzi e bambole di stoffa, e canterò, sì canterò, per scacciare la paura. Grazie per aver letto quello che ho nel cuore». Grazie a te, Anna, per avercelo raccontato. Forse, nel tempo che ha impiegato questa lettera a raggiungermi, e la rivista a pubblicarla, sia tu che io saremo state vaccinate. O forse soltanto io, perché tu ormai dovresti essere immune. Resta la potenza delle tue parole: spero che saremo in molte ad esserne contagiate.

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La pandemia ha colpito il Paese su vari fronti, tra cui quello demografico. Si è abbattuta sulla popolazione più anziana e frenato i progetti di vita dei giovani e delle famiglie. Nonostante tutto, le opportunità future non mancano, basta saperle cogliere

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L’ITALIA IN CERCA DI FUTURO +

SECONDO STIME ISTAT LE NASCITE DEL 2020 SI ATTESTANO A 408MILA (ERANO 420MILA NEL 2019). LO SCENARIO PER IL 2021 PREVEDE UN’ULTERIORE RIDUZIONE CON 393MILA NATI

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di Luisella Berti

LA PANDEMIA HA EVIDENZIATO LE MOLTEPLICI FRAGILITÀ DEL NOSTRO PAESE. Tra gli ambiti più colpiti c’è quello demografico, in squilibrio ormai da anni. Tanto che dall’ultimo Censimento Istat siamo arrivati ad avere 5 “nonni” per ogni bambino. La pandemia rischia di acuire ulteriormente la cronica denatalità del nostro Paese, tra le più alte del mondo. Quale futuro ci aspetta? Lo abbiamo chiesto al professor Alessandro Rosina, docente ordinario di Demografia alla Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, coordinatore del Gruppo di esperti Demografia e Covid-19 del Dipartimento per le politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Gruppo di lavoro è stato impegnato in un pri-

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mo rapporto, L’impatto della pandemia Covid19 su natalità e condizioni delle nuove generazioni. «Lo squilibrio demografico - spiega il professor Rosina - è dovuto sostanzialmente alla riduzione della natalità ormai a livelli molto bassi. Il numero di nascite si è dimezzato rispetto alla metà degli Anni ’60. Così, una volta raggiunti i 500mila nati, il punto più basso di sempre dall’Unità d’Italia in poi, nel 2019 siamo scesi a 420mila nascite. I fattori negativi che agivano sulla natalità prima della pandemia ora rischiano di aggravarsi. I giovani, che già facevano fatica a trovare un’occupazione, hanno anche dovuto rinviare i progetti di vita che avevano all’inizio del 2020. Questo emerge dall’indagine internazionale dell’Istituto Toniolo della scorsa primavera, poi replicata in ottobre. Da un confronto con altri Paesi, come Germania, Francia e Spagna, è emerso che i giovani italiani si trovano a rinviare maggiormente i loro progetti rispetto ai coetanei. Avevamo già la più alta percentuale di “Neet” (giovani che non studiano e non lavorano), una maggiore permanenza nella famiglia di origine e un’età più tardiva dell’arrivo del primo figlio. Insomma, la pan-

demia rischia di aggravare ulteriormente tutti questi aspetti. In più, la crisi sanitaria ha inciso sulla conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro. Il carico delle donne all’interno della famiglia è stato ancora più accentuato. Anche i nonni, a causa del distanziamento fisico, non hanno potuto dare il proprio contributo. Inoltre, i servizi per l’infanzia sono stati chiusi. Questa situazione, unita a un tasso di occupazione femminile già molto basso, frena l’arrivo dei figli. Poi ci sono le difficoltà economiche. Siamo il Paese con il più alto rischio di impoverimento delle famiglie dal secondo figlio in poi. Ultimo punto, non meno importante, la pandemia ha aggiunto incertezza verso il futuro. Anche questo pesa nella scelta di avere figli. Secondo alcune stime dell’Istat, l’impatto maggiore sulle nascite lo vedremo nel 2021: il rischio è di scendere sotto le 400mila, il punto più basso». Come si può invertire questa rotta? Se li vogliamo vedere, ci sono degli elementi incoraggianti. Prima della pandemia non eravamo pronti, a livello degli altri Paesi, rispetto alle politiche famigliari. Avevamo il progetto del Family Act che stava partendo, ideato per riallineare l’Italia con le mi» FEBBRAIO 2021 I 21


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SOCIETÀ ATTUALITÀ gliori esperienze europee. Tra le novità c’è l’assegno unico universale e il congedo di paternità portato ad almeno 10 giorni. Può sembrare poco ma è un segnale rilevante di condivisione. Avremmo già dovuto avere il Family Act avviato, invece ci siamo trovati sguarniti. Occorre accelerare con la protezione alle famiglie, altrimenti i costi saranno rilevanti e sarà difficile recuperare. Altro aspetto positivo è che ora abbiamo le risorse necessarie, quelle di Next Generation Eu, quindi non abbiamo più alibi. Infine, l’Italia è debole non solo per una struttura demografica squilibrata, ma anche per l’alto debito pubblico. Non possiamo scaricare sulle nuove generazioni sia gli squilibri demografici sia il debito pubblico. Per questo è fondamentale investire in formazione, politiche attive del lavoro, valorizzazione del capitale umano all’interno delle aziende e delle organizzazioni. In più occasioni, come nel suo ultimo libro Il futuro non invecchia, ha sottolineato la necessità di un’alleanza tra le generazioni... Lo scenario peggiore che potrebbe capitare è quello degli squilibri demografici uniti al conflitto generazionale. Ovvero la generazione più matura che riversa i suoi giudizi negativi sui giovani e questi ultimi i loro risentimenti nei confronti dei più anziani, pensando che ciò che manca ai giovani sia colpa degli anziani. Se andiamo a vedere la spesa sociale italiana, non investiamo troppo sulle pensioni o sulla spesa sanita22 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

IL CONFRONTO

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Cosa è cambiato Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente se confrontato con i passati censimenti Istat. Il numero di anziani per bambino è passato da meno di 1 nel 1951 a 5 nel 2019 (nel 2011 era di 3,8). L’indice di vecchiaia (dato dal rapporto tra la popolazione di over 65 e quella con meno di 15 anni) è notevolmente aumentato, dal 33,5% del 1951 a circa il 180% del 2019 (148,7% nel 2001). L’età media si è innalzata di due anni rispetto al 2011 (da 43 a 45 anni). La Campania, con 42 anni, è la regione con la popolazione più giovane. La Liguria è la regione con l’età media più elevata (49 anni). Anche nel 1951 la Campania e la Liguria erano la regione più giovane e quella più vecchia ma, per entrambe, l’età media risultava più bassa di 13-14 anni rispetto a quella del 2019. Nel 1951 l’età media del Paese era di 32 anni.

ria, voci che vanno di più a favore delle generazioni più mature. Anzi, se avessimo investito di più sul Sistema Sanitario Nazionale e sulla capacità di protezione della condizione di salute della popolazione più fragile e anziana, avremmo avuto meno problemi legati all’impatto della pandemia e alla necessità di bloccare il Paese. Quindi, investire sulla salute di tutti e su buone condizioni di vita in tutte le sue fasi è una necessità assoluta. Investire sulla formazione permanente, consentire che le fasi della vita, anche quelle più mature, possano essere anni di vita attiva dal punto di vista lavorativo, nel sociale o ovunque si voglia dare il proprio contributo. Questo va a vantaggio di tutti. Non possiamo pensare che il lavoro di un 55enne o 65enne vada a scapito di un giovane 25enne. Dobbiamo però creare nuove opportunità per le nuove generazioni, investendo in ricerca, sviluppo e innovazione. In questo modo possono espandersi quei settori più dinamici, più competitivi, più legati alla transizione verde e digitale. In modo da creare un’occupazione di qualità, capace di produrre ricchezza, necessaria per rendere sostenibile il sistema di welfare di una po-

polazione che invecchia. Questo va a vantaggio di tutti, anche della popolazione anziana. Un altro settore che dimostra come possano esserci soluzioni per il benessere di tutti è quello dell’innovazione tecnologica per l’assistenza a distanza, la domotica o le nuove tecnologie abilitanti. Tutto questo permette di vivere in un ambiente domestico più sano e più sicuro. Naturalmente, occorre valorizzare l’esperienza delle persone mature in ambito aziendale. Creare dei team di collaborazione anche all’interno delle associazioni, del volontariato tra persone più giovani e mature per unire innovazione, creatività, esperienza, saper fare ed energie. Quindi potremmo avere un futuro pieno di opportunità? Dipende da noi, immaginiamo un Paese in cui le competenze di ciascuno possano essere messe a disposizione e ogni stagione della vita sia considerata come portatrice di uno specifico valore. La pandemia ci ha messo di fronte alle nostre fragilità, ora dobbiamo costruire un percorso nuovo, mettendo in campo pienamente la collaborazione tra le generazioni. Questa è l’occasione, se vogliamo coglierla.


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La grave situazione che ha coinvolto le strutture residenziali assistenziali in tre regioni italiane, durante la prima fase dell’emergenza Covid, è finita sotto la lente di Amnesty International, l’organizzazione internazionale che si occupa di diritti umani. Lentezza nella risposta alla crisi, carenze strutturali di personale e nuove forme di isolamento anti contagio sono fra le criticità riscontrate

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di Ilaria Romano

RSA E PANDEMIA: ANZIANI ABBANDONATI? +

ANCHE LA MANCANZA ENDEMICA DI PERSONALE HA INCISO SULLA QUALITÀ DI VITA DEGLI OSPITI, GIÀ IN SOFFERENZA A CAUSA DEL BLOCCO ALLE VISITE DEI FAMILIARI

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L’IMPATTO DRAMMATICO DEL COVID-19 SULLE STRUTTURE DI RESIDENZA SOCIOSANITARIE E SOCIOASSISTENZIALI, dall’inizio della pandemia, ha spinto Amnesty International Italia a ricostruire quanto sia accaduto dietro a quei numeri spropositati di contagi, e purtroppo di decessi, fra gli ospiti delle Rsa. Attraverso oltre 80 testimonianze raccolte tra i familiari dei residenti in struttura, il personale dirigenziale, gli operatori sanitari e i membri delle associazioni di rappresentanza delle categorie professionali di settore, oltre ai dati resi disponibili da fonti Istat e da alcune Aziende sanitarie territoriali, l’organizzazione ha potuto constatare quanto la risposta delle istituzioni all’emergenza sia stata lenta, spesso inadeguata e costellata di errori. Il documento che ne è nato è il Rapporto Abbandonati, che si concentra su tre regioni italiane, Lombardia, Emilia Ro-

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magna e Veneto, esaminandone i numeri, il contesto, la risposta al virus in termini di prevenzione, controllo, disponibilità di dispositivi di protezione, oltre alle criticità endemiche di alcune strutture, soprattutto a livello occupazionale, e alle conseguenze sugli ospiti del prolungato isolamento dal mondo esterno come strumento per contenere i contagi. «Amnesty è nota per occuparsi di diritti civili e politici, ma negli ultimi anni sta seguendo anche quelli economici e sociali fra i quali il diritto alla salute - ha spiegato a 50&Più Debora Del Pistoia, campaigner di Amnesty International Italia e fra i curatori del Rapporto -, perciò, nel 2020, quando è stato evidente che la pandemia aveva colpito bruscamente Paesi europei dove finora ci si era concentrati di meno, abbiamo deciso di dedicare la nostra attenzione alle strutture socioassistenziali, perché è emerso con chiarezza che proprio in questi luoghi “fragili” sono stati messi in discussione i diritti fondamentali alla vita, alla salute, alla non discriminazione, a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti, e al rispetto alla vita privata e familiare». Il Rapporto Abbandonati è parte di una ricerca più ampia condotta a livello europeo: quali sono le specificità italiane rispetto agli altri Paesi e quali i risultati comuni? Il Rapporto presenta i risultati di un’attività di ricerca condotta tra luglio e dicembre 2020 sulla situazione delle residenze socioassistenziali in Inghilterra, Spagna, Belgio e Italia. I quattro Paesi hanno condizioni totalmente diverse quanto ad autorità di governance e controllo sulle strutture, ma in tutti abbiamo riscontrato le stesse criticità che precedevano l’avvento della pandemia, rispetto a standard qualitativi e quantitativi dell’assistenza, come il minutaggio che regola il tempo dell’operatore dedicato al paziente, oltre alle questioni legate all’occupazione che sono le più spinose. Con l’emergenza Covid il settore è poi ul- » FEBBRAIO 2021 I 25


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SOCIETÀ ATTUALITÀ teriormente passato in secondo piano rispetto a quello ospedaliero nelle realtà europee che abbiamo preso in esame. In Italia, a differenza degli altri Paesi, mancano alcuni dati cruciali che impediscono una lettura globale del fenomeno e del suo impatto. Perché nella Ricerca vi siete concentrati su tre Regioni in particolare? E quali dati mancano per avere il quadro completo della situazione? Il Rapporto si è focalizzato su tre Regioni emblematiche per numero di contagi e vittime riscontrate durante la prima ondata, sia in generale sia fra la popolazione anziana presente all’interno delle Rsa: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. In Lombardia, considerando il periodo compreso fra gennaio e maggio, i decessi totali per Covid-19 sono stati oltre 16mila, dei quali ben 3.139 nelle residenze assistite (dati Istat), in pratica una persona su cinque. In Emilia Romagna il 25% delle 4.081 vittime del Covid, registrate entro il 3 giugno scorso, ha riguardato persone che vivevano nelle Rsa (1.032); in Veneto, dove sono disponibili dati più recenti e completi rispetto alle altre due Regioni, le vittime di Covid residenti nelle strutture socioassistenziali assistite nel periodo compreso tra febbraio e novembre sono state 1.120, su un totale di 2.642, pari al 24% del totale regionale. Abbiamo anche analizzato due casi-studio in particolare: Bergamo, che ha avuto un tasso di mortalità del 702% nelle Rsa, e Milano, che si è attestata al 270%, da quanto è emerso incrociando i dati Istat e Agenzia di tutela della salute Città Metropolitana, dal primo marzo al 30 aprile. Se teniamo conto che nelle Rsa i tamponi sono ini- »

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TESTIMONIANZE di Ilaria Romano

IL MONDO DELLE RSA: RIFLESSIONI E CRITICITÀ

«LA STRUTTURA SOCIOASSISTENZIALE RAPPRESENTA UNA REALTÀ DI COMUNITÀ MOLTO COMPLESSA DA GESTIRE, e l’integrazione tra le figure professionali è la chiave di un funzionamento ottimale, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito a una forte burocratizzazione del lavoro». Anna Maria Melloni, direttrice del Centro Studi 50&Più, ha una lunga esperienza nel campo della formazione in ambito sociale e ha operato anche in molte Rsa nel Nord e nel Centro Italia sul lavoro d’équipe e della relazione d’aiuto; le abbiamo chiesto di condividere con i nostri lettori una riflessione sulla situazione delle residenze sanitarie assistenziali italiane, anche alla luce dell’ultimo anno e delle criticità aggravate dalla pandemia. «Negli anni ho visto situazio-

Anna Maria Melloni, direttrice del Centro Studi 50&Più, ha condiviso considerazioni sulla sua esperienza professionale nelle residenze sanitarie assistenziali

ni estremamente diverse, ma non ho riscontrato una polarizzazione fra pubblico e privato in cui sia possibile associare caratteristiche positive o negative. Ciò che fa la differenza è la gestione, il coordinamento e soprattutto il lavoro di équipe - spiega Melloni -, laddove c’è una frattura fra le diverse professionalità, ad esempio tra infermieri e Oss, operatori socio sanitari, è un disastro. Quando invece si riesce a mettere in campo un coordinamento ottimale, e tutti, dal medico all’animatore, si sentono parte della stessa comunità, si ottengono i migliori risultati. Purtroppo però esistono ancora situazioni in cui il riconoscimento di alcune professionalità co-

me l’Oss è solo retorica, e invece si tratta di una figura fondamentale perché è quella di maggiore contatto con l’ospite. Quali sono le criticità per i professionisti che lavorano all’interno delle Rsa? Negli anni c’è stato un progressivo aggravio burocratico dei compiti ai quali bisogna assolvere, oltre a maggiori richieste formali per certificare tutto ciò che accade all’interno delle strutture. E se è vero che è fondamentale avere traccia quotidiana del lavoro fatto, questo non deve però diventare un procedimento burocratico fine a se stesso. C’è poi il tema del minutaggio, ossia dei minuti medi previsti per


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l’assistenza di ogni persona residente in struttura, cosa che comporta una standardizzazione del lavoro sempre più incasellato entro parametri di calcolo. Il problema è che nel frattempo si assiste anche a una progressiva riduzione del personale, e questo rende difficile prendersi cura degli ospiti adeguatamente perché crescono le mansioni ma diminuiscono le persone. Un altro tema, secondo me importante da considerare, è che alcune professioni non si possono svolgere per tutta la vita lavorativa, e quelle che pongono il professionista in una costante relazione di aiuto e di cura sono fra queste. Altrimenti si rischia che le persone si “schermino” e mettano in atto comportamenti con varie gradazioni di minore sensibilità, perché a loro viene delegato tutto l’aspetto relazionale, e il carico psicologico nel tempo è molto forte. C’è infine un discorso occupazionale, soprattutto per gli operatori sociosanitari che lavorano in questi contesti, e che spesso non hanno adeguata garanzia contrattuale perché alle dipendenze di cooperative, costretti quindi a vivere una forte precarietà. Nella sua esperienza di formatrice quali criticità ha affrontato con il personale delle strutture socioassistenziali? Fino a quindici anni fa le persone che lavoravano nel campo affermavano tutte di aver scelto quella professione di cura per una sorta di vo-

cazione all’aiuto. Oggi non è più così, perché capita che alcuni operatori arrivino da esperienze molto diverse, anche nel campo impiegatizio, e si ritrovino nel settore dell’assistenza alla persona perché hanno perso il loro primo lavoro e non sono riusciti a trovare un altro impiego. Così capita di dover formare persone che non hanno una predisposizione per il contatto fisico e l’aiuto. In questo caso bisogna lavorarci insieme, partendo proprio dalla consapevolezza di non avere quella vocazione, ma cercando di dare strumenti che possano aiutare a lavorare al meglio, perché non dobbiamo dimenticare che parliamo di professioni che hanno un impatto diretto sulla qualità della vita di altri. Qual è il ruolo dei familiari dell’ospite nelle Rsa? I familiari e anche i volontari sono figure fondamentali in contesti di comunità. E questo è stato uno dei problemi quando è scoppiata la pandemia: le strutture si sono chiuse all’esterno e hanno limitato i contatti con i paren-

ti, che comunque garantivano un supporto pratico nell’assistenza oltre che una forma di controllo. Anche Amnesty International si è occupata di quanto accaduto nelle Rsa durante la pandemia: che cosa non ha funzionato, secondo lei? Quando a marzo è scoppiata l’emergenza si era tutti sotto choc, poi però si sarebbe dovuto pianificare un intervento più organico, supportare queste strutture che si sono ritrovate da sole e hanno fatto quello che hanno potuto, spesso andando contro le direttive che arrivavano dall’alto. Ancora adesso, dopo un anno, le residenze si stanno scontrando con il fatto che per i tanti operatori che hanno risposto alle chiamate degli ospedali, si ritrovano con una grave carenza di personale. A questo non aveva pensato nessuno. Viene da chiedersi che tipo di intervento ci sarebbe stato se non si fosse trattato di anziani ma di persone di diversa fascia d’età, bambini o giovani: questa lentezza di intervento si sarebbe manifestata lo stesso?

Io credo di no. Purtroppo, nonostante i tempi siano cambiati, esiste un retaggio non ancora superato che riconduce le strutture residenziali a luoghi dell’abbandono. Eppure le famiglie da sole non possono reggere il carico della cura di una persona totalmente non autosufficiente, anche se tante si trovano costrette a farlo. Faccio un esempio per spiegare la percezione e l’assuefazione a concetti sbagliati: quando nel marzo dello scorso anno è scoppiata la pandemia, e da ogni parte venivano fuori “dichiarazioni consolatorie” sul fatto che i più colpiti fossero gli anziani con patologie pregresse, abbiamo fatto un sondaggio fra gli over 65 per capire come si sentissero in merito. Ero certa che avremmo trovato indignazione e invece le persone hanno dichiarato di non sentirsi offese. Un po’ come accade quando le donne che percepiscono stipendi inferiori agli uomini per le stesse mansioni dichiarano di non sentirsi discriminate. Ecco, in questo caso la morte dei più vulnerabili era stata quasi “socialmente accettata”. C’è tanto da lavorare, insomma.

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SOCIETÀ ATTUALITÀ

ziati molto più tardi rispetto, ad esempio, agli ospedali, e che il dato non era disaggregato fino alla fine di maggio, è facile intuire quanto questi numeri, seppure elevatissimi, siano sottostimati. Come dicevo, non abbiamo una fotografia chiara della mortalità nelle strutture di tutte le Regioni perché non esistono dati raccolti organicamente a livello nazionale. Altro dato cruciale mancante è quello sugli operatori sanitari di Rsa deceduti a causa del Covid, perché gli unici numeri che vengono rilasciati sono quelli delle associazioni di categoria di medici e infermieri, che però non sono disaggregati sulla base del luogo di lavoro. Per gli operatori sociosanitari, gli Oss, non esiste nemmeno una categoria professionale di riferimento e dunque la ricerca è ancora più complicata. Nel Rapporto un intero capitolo è dedicato al contesto italiano: c’erano delle criticità già presenti prima della pandemia? A fronte di una popolazione anziana che è numericamente

la più alta d’Europa, ci si scontra con uno dei livelli più bassi di disponibilità di posti letto in strutture socioassistenziali assistite, peraltro con una distribuzione disomogenea fra Nord e Sud. Senza significative differenze tra strutture pubbliche e private, sono state evidenziati diversi problemi, uno dei quali è rappresentato certamente dalla cronica carenza di personale che a tutt’oggi resta irrisolta. In particolare, in Lombardia ed Emilia Romagna è frequente il ricorso a liberi professionisti e somministrati, che includono lavoratori delle cooperative e interinali, spesso soggetti a condizioni contrattuali al ribasso. Questa mancanza endemica di personale, oggi ancora più gravato da nuove mansioni, ha inciso sulla qualità di vita degli ospiti, che dalla prima fase della pandemia hanno subìto una condizione di isolamento con il blocco alle visite dei familiari, prima in grado di contribuire alla cura della persona e al suo benessere psicofisico. La questione del blocco delle visite è cruciale per-

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ché le misure di contenimento del contagio, che hanno limitato quasi sempre al virtuale il contatto con l’esterno, hanno avuto un impatto forte sui residenti delle Rsa. Quali elementi avete raccolto in merito? Amnesty ha rilevato che, nonostante le buone pratiche messe in campo da alcune strutture per favorire la ripresa degli incontri con il mondo esterno, nella maggior parte delle realtà è stato ritenuto più sicuro mantenere una politica di chiusura, e solo in pochi hanno utilizzato, ad esempio, i tamponi rapidi come strumento finalizzato alla riapertura in sicurezza. L’impatto sulla salute è stato negativo, in particolare per gli ospiti affetti da deficit cognitivi e motori. Abbiamo ricostruito la situazione attraverso testimonianze di personale sanitario, dirigenti, famiglie e associazioni che si occupano dei diritti dei residenti nelle strutture: ci sono stati casi di persone che hanno perso la capacità di deambulare, alcuni hanno avuto cali d’appetito,

fino a situazioni limite di denutrizione e disidratazione. Venuto meno il supporto dei familiari all’interno, alcuni aspetti dell’assistenza sono rimasti indietro, e anche in quei casi in cui sono riprese le visite, purtroppo il sistema non ha potuto integrare tutti i pazienti per la difficoltà di garantirne la protezione, penalizzando soprattutto casi di ospiti affetti da Alzheimer. Il tema è ancora attuale perché sono state predisposte nuove chiusure e le famiglie ci hanno più volte segnalato che spesso non riescono ad avere comunicazioni adeguate sui loro cari. Da ciò la forte raccomandazione di Amnesty Italia alle autorità, di fare in modo che le linee guida per gli accessi mettano al centro l’interesse degli ospiti. Nella prima fase sono stati tutti colti di sorpresa, ma a un anno di distanza è fondamentale che si recuperino gli errori fatti, perché abbiamo ancora Rsa che continuano a denunciare la difficoltà di rapportarsi con le Aziende sanitarie territoriali, che invece dovrebbero supportarle. Noi stessi abbiamo riscontrato una reticenza molto forte nel rilasciare testimonianze a causa del clima intimidatorio che esiste attorno alle strutture: ci sono professionisti che hanno ricevuto provvedimenti disciplinari dopo aver denunciato situazioni di difficoltà. Per questo nel Rapporto abbiamo deciso di conservare l’anonimato di chi ha raccontato la sua esperienza e di menzionare alcuni casi ma non le singole realtà, per porre l’attenzione sulle responsabilità pubbliche: quello che è emerso è che la trasparenza è uno dei temi che in Italia resta cruciale.


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In una Rsa in provincia di Treviso è nata la “Sala degli abbracci”, una stanza che attraverso una serie di dispositivi consente agli ospiti di incontrare i propri cari in sicurezza

TORNARE A STRINGERSI di Winda Casula

L’RSA DOMENICO SARTOR DI CASTELFRANCO VENETO È STATA LA PRIMA IN ITALIA A RIAPRIRE ALLE VISITE DEI FAMILIARI, attraverso un dispositivo di sicurezza in plastica e vetro a prova di Covid. Questa stanza speciale è stata chiamata “Sala degli abbracci” e ha consentito agli ospiti di recuperare il contatto fisico con i propri cari, pur restando separati e protetti. «Già la scorsa estate avevamo allestito uno spazio esterno per le visite in giardino, ma ovviamente non era consentito il contatto LA STRUTTURA fisico e questo rappresentava un Attenta alle esigenze degli ospiti grosso limite - ha spiegato a 50&Più Il centro Domenico Sartor conta 270 ospiti e altrettanti Elisabetta Barbato, direttrice della operatori, in un rapporto di cura uno a uno. Prima del struttura perché l’abbraccio è uno Covid offriva anche un servizio diurno per altri 45 ospiti, strumento efficace contro tante paora sospeso per ragioni di sicurezza. All’attivo ha numerosi progetti e interventi per il comfort abitativo. tologie di decadimento, oltre ad al-

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leviare l’ansia e lo stress». Dopo l’estate avete cominciato a progettare questa stanza speciale: com’è nata l’idea? L’idea di queste “carezze sigillate” nasce pensando all’incubatrice per i bambini prematuri, una struttura che consente di proteggere il piccolo ma permette le carezze dei genitori dalle aperture laterali, seppure in un ambiente sterile, che hanno un effetto benefico sulle condizioni di salute. Qui abbiamo pensato a una struttura assolutamente sigillata, che non fa passare l’aria e il droplet, ma consente agli ospiti di ricevere quello che gli fa bene, cioè una carezza, un abbraccio. Anche questa è una terapia. E la risposta degli ospiti? All’inizio c’è stato un po’ di stupore quando abbiamo proposto questa sala, poi invece gli ospiti hanno ricominciato a sperimentare il contatto con i loro familiari, che ormai vedevano solo a distanza da mesi, e ne hanno tratto beneficio a livello cognitivo e di umore sin da subito. Si sono sentiti più amati e meno soli. Come sono organizzate le visite? L’organizzazione è composta da due elementi: l’apparato tecnologico con vetrate, materiali plastici morbidi, manicotti per il contatto, cuffie per sentire e parlare agevolmente, e la procedura messa in atto per consentire di recepire tutte le disposizioni locali e nazionali. Ci sono regole stringenti per l’accesso dei visitatori e per condurre gli ospiti all’interno della sala. C’è una programmazione

delle visite e sono disponibili 12 postazioni per altrettanti incontri che si svolgono di mattina e di pomeriggio. Dopo ogni visita viene attivata una sanificazione con prodotti idroalcolici e lampade fotocatalitiche che puliscono l’aria, in pratica sono ripresi sistemi di derivazione aerospaziale per avere un’igienizzazione al 99,9%. In una settimana riusciamo a fare centinaia di visite in assoluta sicurezza perché l’area per gli ospiti è protetta da ogni possibile passaggio di particelle che potrebbero contenere agenti patogeni. Dall’altro lato, i familiari mantengono le giuste distanze fra loro. Insomma non trascuriamo nessun passaggio, altrimenti non avremmo potuto proporre questa soluzione. In sala c’è anche un led wall, cubo sensoriale di tre metri per tre, che sfrutta la realtà aumentata per proiettare scenari che stimolano i sensi e creano benessere durante gli incontri. Viene impiegato anche in altri momenti della giornata, ad esempio per guardare video e foto inviate dai familiari. A Natale la sala è stata usata per la Messa in presenza con il vescovo

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INIZIATIVE ALTRE REALTÀ

Sulla stessa scia

vicario della città, oltre che per lo scambio di doni con i parenti e per un momento di musica dal vivo offerto dai maestri del Conservatorio. Tutte attività che servono a combattere solitudine e isolamento. Quali altre iniziative avete in campo? La sala degli abbracci fa parte di un macroprogetto, “Psicologia dell’abitare: progetti per creare ambienti felici”, che già prima dell’emergenza ci aveva consentito di creare uno spazio interno ad alte caratteristiche rigenerative, oltre ad un giardino sensoriale e a un servizio di pet therapy. L’orientamento è quello della psicologia ambientale, che sfrutta un approccio interdisciplinare fra architettura, assistenza, psicologia e natura per mettere in primo piano la componente emotiva e il benessere relazionale dell’ospite.

La Rsa di Castelfranco Veneto ha fatto da esempio ad altre strutture socio-assistenziali che negli ultimi tempi hanno deciso di dotarsi di strumenti analoghi per favorire l’incontro e il contatto degli ospiti con i propri familiari. A Brugnato, in provincia di La Spezia, la Rsa Sacro Cuore ha installato una tenda gonfiabile con una parete in plastica rigida e due manicotti. Lo stesso ha fatto la Residenza Anna Maria di Ivrea (To). A Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, un’azienda che produceva mongolfiere ha deciso di tentare una riconversione, e ha cominciato a realizzare due tipologie di “stanze degli abbracci”: una da montare all’interno delle strutture, dotata di una parete trasparente in poliuretano termosaldato a tenuta di aria e gas, e l’altra da allestire all’esterno in caso di mancanza di spazio.

NELLA SALA DEGLI ABBRACCI SONO DISPONIBILI 12 POSTAZIONI PER ALTRETTANTE VISITE CHE SI SVOLGONO DI MATTINA E DI POMERIGGIO SU PRENOTAZIONE

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intervista di Raffaello Carabini

«SALDARE IL RAPPORTO TRA SCIENZA E SOCIETÀ», L’UNIVERSITÀ SECONDO LA MAGNIFICA RETTRICE DE LA SAPIENZA


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A

__le INTERVISTE di 50&Più__

ANTONELLA POLIMENI

L’OFFERTA FORMATIVA 2020-21 DELL’UNIVERSITÀ LA SAPIENZA DI ROMA VANTA 287 CORSI DI LAUREA (di cui 55 integralmente in inglese o con alcuni insegnamenti in lingua), 177 master e 196 corsi di dottorato di ricerca, di specializzazione e di alta formazione. Dal 1° dicembre li dirige la professoressa Antonella Polimeni, prima Magnifica Rettrice del più grande ateneo d’Europa. Lei è la prima donna a guidare La Sapienza dopo 717 anni: crede ci possa essere un plus di genere nella sua prossima gestione oppure le vie per migliorare non attengono a questa diversità? Intanto voglio precisare il fatto che questa circostanza, che ha avuto così eco dalla stampa, la comprendo ma non dovrebbe fare notizia, perché il tema è il percorso professionale di 25 anni in un’istituzione accademica. Inoltre, mi piacerebbe venisse

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Medico e odontoiatra, docente di Malattie odontostomatologiche, dopo essere stata la prima Preside della Facoltà di Medicina e odontoiatria, la Polimeni ha assunto il mandato di Rettrice de La Sapienza fino al 2026. La prima volta che una donna è alla guida del più grande ateneo d’Europa

evidenziato che sono didattica, per costruire stata eletta al primo professionalità che santurno di votazioni, con no adattarsi al mercato una percentuale molto del lavoro e a un mondo alta, del 60,7%, fra tre in continuo cambiamencandidati. L’iter che ha to. Insomma, una ricerca portato a questo risultato sempre più transdisciattiene certamente, per plinare, che incentivi le una quota parte, al menostre eccellenze e i notodo di lavoro che il gestri giovani a rimanere nere femminile prediliall’interno dell’ateneo e ge. La mia operatività è di attrarne di altrettanto sempre frutto della coneccellenti da fuori. divisione di idee e di espressioni por«LA SAPIENZA È UN ATENEO tate da molti e da ENORME E SOFFRE DI RIDONDANZA tutte le facoltà del DI PRECETTI AMMINISTRATIVI nostro ateneo. CHE INTENDIAMO SEMPLIFICARE. LA SITUAZIONE È ABBASTANZA Questo fa parte SIMMETRICA RISPETTO dello stile di leaderALLA BUROCRAZIA CHE INCONTRA ship al femminile, OGNI CITTADINO» che è più improntato all’ascolto, alla condivisione e al lavoro Come giudica il didi rete. Questo sarà la cistacco tra scienza e fra del mio rettorato. società che internet Quali saranno i punha contribuito ad alti cardine del suo largare piuttosto programma operache ricucire? tivo? Da un lato gli italiani, se L’università di domani intervistati, si fidano dovrà essere sempre più della scienza, ma poi i centrata sugli studenti, comportamenti sociali sempre più inclusiva, sono spesso divergenti sempre più internaziorispetto a queste affernale, sempre più solidamazioni. Pensiamo ad le, sempre più innovatiesempio al tema “no va nella progettazione vax”. L’università ha

una grande responsabilità nel saldare il rapporto tra scienza e società: è quella che noi chiamiamo terza missione. L’università ha il compito di portare all’interno della società civile la spiegazione alla collettività dei metodi scientifici e comunicare in maniera solida l’importanza della scienza. Si dice che la formazione deve seguire una tetra andragogia che sintetizziamo in sapere, saper essere, saper fare e saper comunicare. E il saper comunicare è un po’ il cardine di quanto le istituzioni universitarie debbano tendere, con le loro attività, a realizzare uno spirito di consapevolezza dell’importanza della scienza. Lei crede ci sia un ruolo specifico delle donne nel mondo dell’istruzione? Non deve essere assunto come cliché, ma l’approccio a tutte le funzioni di cura, e quindi anche a quelle di cura della formazione, sicuramente trovano nel genere »

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ANTONELLA POLIMENI femminile una predisposizione particolarmente spiccata. Però questo, se diventa uno stereotipo, impedisce in alcune discipline, tipicamente quelle Stem (acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics, è usato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche, ndr), di incentivare le ragazze fortemente portate verso le scienze pure, rischiando di perderle nel percorso oppure di vederle accedere a facoltà umanistiche. Anche su questo tema serve un grande lavoro da fare a tutti i livelli scolastici. Lei ha seguito tutto il cursus honorum degli incarichi universitari fino ad arrivare alla più importante responsabilità accademica italiana. Quali sono le qualità che servono per un percorso tanto impegnativo? Serve grande determinazione, consapevolezza delle proprie capacità e convinzione di poter andare avanti tramite l’autorevolezza. E aggiungo, ma forse è la prima necessità, provare passione per quello che si sta facendo. La Sapienza, nel più recente rapporto del World University Ranking, è arrivata al 171° posto, piuttosto vicina alla migliore italiana, il Politecnico di Milano, che è al 137°. Una posizione prestigiosa che sarà difficile migliorare... Noi ce la metteremo tutta per migliorare. È assolutamente un riferimento il tema del prestigio, della reputation all’interno delle classifiche internazionali, sia quelle generali che quelle per disciplina, che in alcune aree, le materie classiche e la storia antica, ci vedono già come la prima università al mondo. Come crede impatterà questo lungo periodo di «NELLE NOSTRE SCUOLE SI RIDE POCO. L’IDEA emergenza sulla formaCHE L’EDUCAZIONE DELLA MENTE zione dei nostri ragazzi? DEBBA ESSERE UNA COSA TETRA Al di là dell’emergenza che È TRA LE PIÙ DIFFICILI purtroppo si sta prolunganDA COMBATTERE» (GIANNI RODARI) do, credo che sia comunque da prendere come un momento di opportunità e di scelte. A cominciare dalla velocizzazione delle formalizzazioni delle aule, che ovviamente con l’emergenza abbiamo dovuto fare in tutti gli atenei con grande rapidità:

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La Polimeni ha assunto il mandato di Rettrice il 1° dicembre 2020. Tra i suoi incarichi più recenti, il coordinamento di Dottorato di Ricerca e Scuola di specializzazione.

sarà un patrimonio che rimarrà alle nostre strutture. Fermo restando che l’università è in presenza e nulla può sostituire il valore della presenza e dell’importanza che studenti e docenti vivano in comunità. Però questa esperienza choc della didattica a distanza ci potrà far riflettere su dei metodi di insegnamento innovativi e integrati. L’adeguamento tecnologico che abbiamo dovuto fare in tutte le nostre strutture potrà essere uno spunto per un’implementazione di ulteriori esperienze formative.

Lei era Preside di Medicina e odontoiatria. Come ritiene che l’offerta formativa universitaria possa aiutare quella ricostruzione della medicina territoriale che la pandemia ha dimostrato essere ormai non più procrastinabile? Questa linea di implemento della medicina territoriale è insita nel curriculum formativo dei medici. All’interno dei nostri corsi integrati può essere ulteriormente analizzata. È importante che nella formazione del medico i temi

BIOGRAFIA

1962

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GLI INIZI Nasce a Roma, dove si laurea a 24 anni in Medicina e chirurgia, specializzandosi in odontostomatologia e in ortodonzia. Durante gli studi è rappresentante degli studenti in diversi organi deliberativi.

1991

L’ATTIVITÀ DIDATTICA Inizia l’attività didattica teorico-pratica in clinica Odontostomatologica e Pedodonzia dei Corsi di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria delle università̀ di Roma Tor Vergata prima e La Sapienza poi.


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NELLE UNIVERSITÀ

«Il lavoro non è diventato il mio hobby, benché lo ami molto. Il mio hobby principale è viaggiare e in questo periodo è veramente estinto. Il secondo è leggere: ci riesco nei weekend» La Rettrice ha dichiarato di voler promuovere l’internazionalizzazione di ricerca e didattica.

della medicina territoriale, anche quelli della sua organizzazione di rete, vengano sempre più approfonditi. Quanto tempo crede ci vorrà ancora per superare il gap tra le retribuzioni per genere, per abbattere il “soffitto di cristallo” che blocca le carriere delle donne, e il fatto che numerose ragazze finiscono prima gli studi e con voti migliori ma poi ottengono posti di lavoro peggiori di quelli dei maschi che magari hanno studiato insieme a loro?

2007

Separiamo il tema del gap salariale da quello delle carriere. Io credo che per superare il divario serva che venga formalizzata la contrattazione di genere, l’unica che può ottenere risultati in questo ambito. Ovviamente è una scelta che non riguarda, se non lateralmente, l’università. Considerando poi le difficoltà che in questa fase di emergenza hanno ulteriormente messo un focus sull’occupazione femminile, è difficile parlare di tempi. È cosa nota che durante la pandemia il tasso di disoccupazione femminile è

GLI INCARICHI Viene eletta Direttore del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e maxillo-facciali de La Sapienza e, sei anni dopo, nominata componente del Consiglio di Amministrazione dello stesso ateneo.

2018

DONNE AL COMANDO

Antonella Polimeni guida la prima università europea per numero di iscritti (oltre 115mila, di cui il 57% donne e 9.800 internazionali), con oltre 7.000 dipendenti (3.300 i docenti), 11 facoltà, due scuole superiori, 58 dipartimenti, 50 biblioteche, 18 musei e 2 policlinici. L’incarico per Antonella Polimeni, già Preside della Facoltà di Medicina e odontoiatria, prima donna eletta dall’Università La Sapienza anche per questo ruolo, durerà fino al 2026. Con la sua nomina hanno raggiunto quota 7 le rettrici negli atenei italiani, che ammontano a poco meno di cento. Le altre sono Tiziana Lippiello (Ca’ Foscari a Venezia), Maria Del Zompo (Università di Cagliari), Sabina Nuti (Scuola Sant’Anna di Pisa), Giovanna Iannantuoni (Università degli Studi di Milano-Bicocca) e Maria Grazia Monaci (Università della Valle d’Aosta), mentre Giuliana Grego Bolli si è poi dimessa dalla carica presso l’Università per stranieri di Perugia, a seguito della vicenda legata all’esame del calciatore Luis Suárez.

aumentato. La sofferenza del nostro Paese nell’ambito delle politiche di conciliazione tra lavoro, vita personale e familiare è un importante tema da affrontare. E lo vorrei collegare con un altro grande problema italiano, quello della denatalità. L’emergenza ha ulteriormente focalizzato questi problemi, mettendo in evidenza come formazione, ricerca e salute sono gli asset strategici di questo Paese. Nel suo caso, chi o cosa l’ha aiutata di più a reggere la difficoltà di questo rapporto tra impegno e famiglia? Ho avuto un grande sostegno dalla mia famiglia. Mi ha supportato molto mio padre, mi ha supportata molto mio marito, con il quale sono cresciuta. Eravamo compagni di liceo e abbiamo condiviso un progetto di vita continuativo. Evidentemente per conciliare lavoro e famiglia, ho avuto bisogno di aiuti a casa, che non sempre tutti possono ottenere. Per questo facevo riferimento a politiche di sostegno alla famiglia, che supportino le donne permettendo, a prescindere dalla loro realtà economica, di appoggiarsi a servizi e strutture, penso agli asili nido e quant’altro, non costringendole a dover decidere se lavorare oppure crescere i figli.

PRIMATI AL FEMMINILE È la prima donna a diventare Preside della Facoltà di Medicina e odontoiatria e la prima donna a essere eletta Rettrice de La Sapienza, nel novembre scorso, al primo scrutinio e con una grande maggioranza.

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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ

UNA CITTÀ PER TUTTE LE ETÀ? Deve essere fruibile, sicura, accessibile, sostenibile. E promuovere relazioni sociali e solidali all’interno della comunità Attualmente il 50% della popolazione mondiale e il 75% di quella europea vive nelle città (dati Eurostat); secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, entro il 2050 circa due terzi della popolazione mondiale sarà urbanizzata, mentre in Europa la percentuale salirà all’80%. Da sottolineare, poi, che entro il 2050 il numero di anziani salirà a circa due miliardi, ovvero il 22% della popolazione globale. È evidente, quindi, che nel prossimo futuro le sfide più importanti si giocheranno nelle città. È qui che amministrazioni e comunità dovranno lavorare in sinergia e gestire le dinamiche socio-economiche, urbanistiche e ambientali che la convivenza di più generazioni imporrà. Le città del futuro, per essere in grado di offrire un’alta qualità della vita ai propri cittadini, dovranno ripensare non solo i servizi, ma i luoghi e gli spazi comuni e costruire nuovi linguaggi per coinvolgere tutti. Ma i Paesi stanno attivando le necessarie politiche per rispondere ai bisogni della popolazione? E quale impatto sta avendo oggi la pandemia sui contesti urbani e la sostenibilità ambientale? Tante domande a cui 50&Più ha provato a dare risposte, anche attraverso l’opinione degli esperti. FEBBRAIO 2021 I 37


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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ

BELLE, INCLUSIVE, POSSIBILI: LA SFIDA È ARRIVARE QUI Le città saranno sempre più il luogo nel quale vivrà gran parte della popolazione mondiale. E l’obiettivo primario è renderle inclusive e sostenibili per tutti, anziani compresi

di Viviana Rubini

IL 2020-2030 È STATO PROCLAMATO DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ IL “DECENNIO DELL’INVECCHIAMENTO IN BUONA SALUTE”. L’iniziativa mira a sensibilizzare gli Stati, i media, il mondo accademico e i privati, affinché collaborino all’attuazione di programmi volti ad un invecchiamento attivo e sano e al miglioramento della qualità della vita della popolazione anziana. Secondo le previsioni dell’Espon (European Spatial Planning Observation Network) - un programma europeo di osservazione del territorio - nel 2050 due terzi degli Stati membri d’Europa avranno una popolazione senior pari al 50%, con gli ultra 85enni che saliranno a 26,8 milioni. Attualmente negli Stati europei

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l’aspettativa di vita per un 65enne è in media di 9,4 anni; in Italia è di 7,8 anni per gli uomini e 7,4 per le donne. Pensare di aumentare l’aspettativa di vita, però, non basta perché è necessario che gli anni “in più” siano vissuti in buona salute. L’Oms definisce “invecchiamento sano” quel «processo di sviluppo e mantenimento dell’abilità funzionale che consente il benessere in età avanzata». Ma, in definitiva, cos’è che determina “l’abilità funzionale” di una persona? Certamente le attitudini specifiche in possesso di ognuno ma anche l’ambiente in cui si vive. Per questo motivo tra gli obiettivi individuati dall’Oms per un sano invecchiamento, c’è anche quello di rendere le abitazioni, gli spazi comuni, i

trasporti pubblici adeguati alle esigenze di una popolazione sempre più anziana. Sono quindi le città i luoghi principe nei quali affrontare il fenomeno del significativo cambiamento demografico. Oggi si vive gran parte dell’età senile in spazi progettati e creati da e per una popolazione più giovane e produttiva. Per un cambio di direzione sono necessarie strategie comuni a lungo termine da applicare su aree specifiche, e maggiori fondi pubblici da investire. I fattori da considerare per rendere le città a misura di senior sono molteplici. Partendo dall’architettura urbana, andrebbero eliminate barriere fisiche e socio-cognitive, incrementate le aree verdi e

quelle per l’attività fisica all’aperto, inserite zone per giocare a scacchi o svolgere diverse attività ricreative. Si dovrebbe dedicare maggiore attenzione agli attraversamenti pedonali e aumentare la distribuzione di servizi igienici. Indispensabili le infrastrutture quali teatri, biblioteche, musei e centri culturali. Nelle costruzioni, sono da prediligere materiali che isolino il calore, pavimentazioni antiscivolo e prive di ostacoli. Il design andrebbe curato anche a livello cromatico. In Europa sono molte le amministrazioni cittadine che hanno iniziato ad attuare programmi di sviluppo migliorativo in tal senso. A Saragozza, per esempio, so-


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no state posizionate panchine con schienale a distanza ravvicinata lungo tutte le vie dello shopping; sulle strade principali che collegano il centro città, sono state installate pensiline per la protezione dalla pioggia ed è stata intensificata l’illuminazione in determinate aree. In alcune città della Svezia, invece, è stata introdotta un’app con cui tutti i cittadini possono segnalare gli ostacoli e migliorare l’accessibilità. I trasporti sono un altro tassello rilevante. Andrebbero utilizzati mezzi più accessibili ed ecologici, previste soluzioni personalizzate per portare le persone nelle zone non coperte dal trasporto pubblico, includendo servizi di assistenza a costi contenuti. Ad Oslo, per esempio, è nato il Rosa Busser, un servizio porta a

porta per anziani, con spazio per deambulatori o sedie a rotelle, autisti formati e specializzati. Viene utilizzato abitualmente per andare a trovare familiari, raggiungere il centro città e allo stesso tempo è un modo per conoscere coetanei, prevenire l’isolamento e i deficit cognitivi. Relativamente al binomio invecchiamento-abitazione, però, c’è da tener conto che le persone anziane tendono a voler vivere nella stessa casa in cui hanno vissuto da sempre, nella quale hanno cresciuto i figli e realizzato progetti. E spesso in quelle case ci sono scale da fare a piedi, non c’è l’ascensore o i sistemi tecnologici installati sono arretrati. È necessario, quindi, introdurre piani di finanziamento e assistenza per aiutare i proprietari a trovare nuove abitazioni o rendere le loro case più adatte al mutato stile di vita o alla ridotta mobilità. Ciò è utile anche per prevenire gli incidenti domestici e ridurre, in un’ottica a lungo termi-

INIZIATIVE

Frutta e verdura a chilometro zero In città sono sempre più numerosi e coinvolgono circa 1,5 milioni di italiani, gran parte dei quali senior. Si tratta degli orti urbani, piccoli appezzamenti di terreno - pubblici e privati - messi a disposizione dei cittadini, che possono coltivarli e avere a disposizione, quindi, ortaggi e frutta freschi. Il tutto a chilometro zero. Secondo i dati dell’Istat, nell’ultimo anno gli orti urbani sono cresciuti nel nostro Paese del 4%; coprono 2 milioni di metri quadrati e si estendono su 77 capoluoghi.

ne, le spese sanitarie. Ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, per esempio, hanno formato dei volontari, gli housing coaches, che fanno visita a domicilio agli anziani per verificare, con sufficiente anticipo, se le loro abitazioni siano ancora adeguate. Presentano soluzioni alternative e assistono durante tutto l’iter - dalla scelta dell’immobile al trasloco - i cittadini che decidono di trasferirsi. La collaborazione tra popolazione anziana e istituzioni è vitale. Concedendo ai senior un ruolo attivo nella società o impegnandoli in attività di pubblica utilità, essi si sentono più coinvolti. Proprio come a Manchester, dove la Contea ha potenziato la presenza di uffici di assistenza per la ricerca e la formazione di lavoratori over 50. Nel processo di rigenerazione urbana non si può ignorare la rivoluzione digitale degli ultimi anni, che costituisce decisamente un alleato nella costruzione di città age-friendly. Se da una parte la tecnologia è uno strumento indispensabile per l’efficienza delle città, per la conversione in smart city e per il raggiungimento di maggior comfort, dall’altra l’evoluzione tecnologica può rappresentare un problema per gli anziani, costretti ad aggiornarsi. È necessario, quindi, organizzare progetti volti all’apprendimento, attuando campagne di informazione, scegliendo un linguaggio semplice, una comunicazione diretta ed efficace. Grazie a Life Filming, » FEBBRAIO 2021 I 39


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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ un workshop sviluppato a Göteborg, in Svezia, oltre un centinaio di senior hanno migliorato l’approccio alle moderne tecnologie digitali. Il metodo era finalizzato alla produzione di contenuti digitali: i partecipanti sono stati dotati di tablet e hanno condiviso ricordi o esperienze personali, video e immagini, fino a girare dei veri e propri film a tema sociale. I risultati hanno fornito una prospettiva differente sul loro mondo e i loro bisogni, oltre a migliorare le loro capacità tecniche. In molte città si stanno promuovendo aree con abitazioni a misura di senior in cui favorire socializzazione e interazione con l’ambiente urbano, proprio come i Logements Blues a Nantes, in Francia, complessi abitativi dedicati agli over 65 con reddito basso. Oltre al già noto e diffuso fenomeno del cohousing - modello abitativo nato in Scandinavia, che combina l’autonomia dell’abitazione privata con la condivisione di spazi e servizi comuni -, in alcune città è stata sperimentata con successo la convivenza di studenti universitari e senior nello stesso edificio, basandosi su studi che affermano come la stimolazione del contatto intergenerazionale migliori l’umore di chi è abituato alla solitudine. A Barcellona, in Spagna, grazie al progetto Viure i Conviure (Vivere e Condividere) studenti universitari sotto i 35 anni vengono ospitati da over 65 autosufficienti che vivono da soli; i partecipanti, principalmente donne intorno agli 80 anni e studentesse sotto i 24 anni, si sono supportati, tenuti compagnia e condiviso esperienze. In conclusione, in futuro ci si aspetta che, in un contesto metropolitano a partecipazione attiva, le persone, indipendentemente dalla loro età e dalle condizioni psicofisiche, possano aspirare ad avere una migliore qualità della vita e possano sviluppare un pieno senso d’appartenenza. 40 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

CITY4AGE: QUANDO LA TECNOLOGIA È AL SERVIZIO DEI SENIOR

Smartphone dotati di gps integrati, orologi e braccialetti in grado di inviare e ricevere messaggi audiovisivi, comandi vocali per accedere ai servizi: con “l’Internet delle Cose” le città diventano intelligenti e gli anziani ne beneficiano di Linda Russo

DIRETTIVE OMS

Una possibilità per tutti i cittadini

Secondo le indicazioni dell’Oms, una città “amica degli anziani” deve adeguare le proprie strutture e i servizi a tutti i cittadini che, pur avendo capacità e bisogni diversi, devono essere messi nelle condizioni di restare attivi e partecipare alla vita sociale, così da prevenire l’insorgenza di patologie indotte dalla solitudine

IL 21 OTTOBRE 2015 MARTY MCFLY ED EMMETT BROWN, DETTO DOC, VIAGGIANO SU UNA MACCHINA VOLANTE FINO AD ARRIVARE IN UN VICOLO DI UNA “CITTÀ DEL FUTURO”, SOTTO UN DILUVIO SCROSCIANTE. A Marty, figlio degli Anni ’60, bastano pochi minuti per rimanere sconvolto: la realtà che si compone davanti a lui, infatti, è fatta di numerose innovazioni e frutti del progresso. Le automobili non solo non hanno bisogno di ruote, ma usano i rifiuti come carburante, le televisioni e tutti gli altri elettrodomestici di casa si accendono con un semplice comando vocale e le impronte digitali sono il passepartout per tutte le porte. Chi sta leggendo queste poche righe, forse avrà già capito che si tratta dell’inizio di un film del 1989: Ritorno al Futuro. Parte II. Mentre Marty McFly e Doc vivevano le loro avventure sul grande schermo, infatti, chi si gustava la saga firmata da Robert Zemeckis stava sognando di salire sulla DeLorean (la macchina del tempo) e viaggiare avanti o indietro nel tempo. Tanto che i fan più accaniti hanno aspettato il 21 ottobre 2015 nell’attesa di scoprire quanto il mondo reale sarebbe stato simile a quello dei viaggiatori del tempo più famosi del mondo hollywoodiano. Ma oggi, nel 2021, anche se le macchine non volano e non utilizzano i rifiuti come carburante, il significato di “città del futuro” o più comunemente smart city, ha assunto altre sfaccettature. Il vero significato del termine smart city, in effetti, sarebbe “città intelligente”. Un luogo che punta a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, in cui la qualità della vita e i bisogni dei cittadini siano al primo posto. Le città intelligenti mirano a creare una grande connettività in cui, ad esempio, gli incroci vengano regolati da semafori intelligenti che mini-


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mizzino il rischio di incidenti e gli oggetti si scambino informazioni tra loro grazie all’“Internet delle Cose”, quella connessione che permette, così come faceva Marty McFly, di azionare gli elettrodomestici con un comando vocale. In Italia, da questo punto di vista, Milano è senz’altro la capostipite di questa graduale innovazione cittadina. Non a caso, da sei anni a questa parte, il capoluogo lombardo si conferma tra le città più smart d’Italia secondo l’ICity Rank, il rapporto annuale di Fpa (Forum sull’Innovazione nella Pubblica Amministrazione) che fotografa la situazione delle città italiane più intelligenti e sostenibili. Ma quali sono i vantaggi di questo assetto futuristico per la popolazione senior? D’altronde, si sa, quando si parla di tecnologia, il senso comune ci invita a pensare alle difficoltà che molti anziani riscontrano nell’utilizzo di alcuni dispositivi. La questione non è passata inosservata a un gruppo di ricerca coordinato dal Politecnico di Milano che, dal 2016 al 2018, ha avviato il progetto-esperimento City4Age

proprio per esaminare come i dati raccolti e gli interventi attivati dalle comunità smart possano supportare e assistere al meglio i senior. Le città che hanno partecipato al progetto sono state sei e in ogni realtà sono state approfondite tematiche diverse. A Montpellier gli interventi sono stati volti a monitorare gli anziani non autosufficienti dotandoli di smartphone con Gps integrato e ausili casalinghi smart che, ogni giorno, hanno raccolto dati sulle loro condizioni di salute, producendo un report dettagliato ad uso sia dei caregiver che del personale sociosanitario. A Lecce, Atene e Singapore, invece, la tecnologia è stata utilizzata soprattutto per incentivare la vita sociale della popolazione anziana. Appoggiandosi a realtà già esistenti, infatti, come i Club dell’Amicizia ateniesi o i Community Center di Singapore, è stato possibile coinvolgere gli anziani nella vita sociale della comunità grazie ad avvisi sugli smartphone in dotazione. Ad Atene, in particolare, sono state monitorate anche le condizioni psicofisiche dei partecipanti dopo ogni attività per capire quali fossero quelle più

FIRENZE È LA PIÙ DIGITALIZZATA

Quali sono le città italiane più digitali? Ce lo dice il rapporto ICity Rank 2020, che ha stilato la classifica sullo stato di digitalizzazione dei 107 capoluoghi italiani. Quest’anno al primo posto c’è Firenze (che ha ottenuto il primato su app municipali, open data, wifi pubblico, trasparenza e ottimi piazzamenti in quasi tutti gli indicatori), seguita da Bologna (che ha il primato per app municipali, piattaforme abilitanti e social media) e da Milano (che si è distinta per piattaforme digitali, open data e trasparenza, ma anche per la disponibilità di wifi pubblico).

benefiche. Nella città pugliese, nel frattempo, gli interventi si sono concentrati più sulla prevenzione, inviando avvisi a quegli anziani che per troppo tempo non sono usciti di casa anche solo per fare la spesa. La città inglese di Birmingham e la spagnola Madrid, invece, hanno puntato sulla mobilità e sui trasporti pubblici. Il polo britannico ha dotato i senior di cellulari con Gps e orologi smart e ha collocato delle “torrette” in città in grado di fornire loro informazioni audiovisive sulle fermate dell’autobus più vicine, sui luoghi dove potersi sedere, i negozi di alimentari e i servizi igienici. Anche la Capitale spagnola si è dotata di smartphone e braccialetti per rilevare l’attività degli utenti e intervenire in caso di bisogno. I dati delle sei città sono stati poi raccolti e analizzati, fornendo spunti di riflessione interessanti. Gli anziani di queste smart city, infatti, non solo hanno tratto vantaggi psicofisici dall’esperimento, ma hanno abbattuto il divario digitale. Un modo per rendere le città del futuro, le città del presente. FEBBRAIO 2021 I 41


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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ

TUTTI A PIEDI: LA RICETTA PER MIGLIORARE LA SALUTE E DIMINUIRE L’INQUINAMENTO È possibile pensare una città a “misura di pedone”? In alcuni Paesi è già stato fatto, con risultati sorprendenti in termini di qualità della vita e smog

di Adelaide Vallardi

SARÀ PER IL MARCIAPIEDE DISSESTATO. SARÀ PER IL GROVIGLIO DI MACCHINE CHE COSTRINGONO AL SOLITO FATICOSO SLALOM. Sarà per gli autobus che non passano mai o per le strisce pedonali tanto sbiadite da non riuscire a intimorire neanche il più prudente degli automobilisti. Sarà per tutti questi motivi che la voglia di uscire di casa passa facilmente. Il che, in tempi di pandemia, può essere anche un bene. Ma in condizioni normali le città che spingono i loro abitanti a starsene rintanati tra le mura domestiche piuttosto che a camminare per le strade e immergersi nella vita cittadina so-

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SONO OLTRE 20 ANNI CHE A PONTEVEDRA, UN COMUNE DI CIRCA 87MILA ABITANTI IN GALIZIA (SPAGNA), HANNO DETTO ADDIO ALLE AUTO, SIA IN CENTRO STORICO SIA IN PERIFERIA. LADDOVE È POSSIBILE CIRCOLARE IL LIMITE DI VELOCITÀ È DI 30 CHILOMETRI ALL’ORA. LA PEDONALIZZAZIONE DELLA CITTÀ HA DETERMINATO UN CALO DEL 95% DI INQUINAMENTO DOVUTO ALLE AUTO, MENTRE LE EMISSIONI DI CO2 SONO SCESE DEL 70%

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no tutt’altro che salutari. Covid-19 non fa testo. Generalmente vale l’opposto: più si esce, più ci si muove, a piedi o in bicicletta, più incontri si fanno, più cose si vedono, più la qualità di vita ci guadagna. Di norma non è isolandosi che si preserva il benessere. Lo sanno bene gli esperti di salute pubblica globale, a partire da quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sono arrivati a considerare le città a misura di pedone la terapia più efficace per combattere le altre pandemie dell’età moderna: obesità, diabete, malattie cardiovascolari, osteoporosi. E così, mentre gli epidemiologi fanno la conta dei danni alla salute della sedentarietà, gli urbanisti, gli

La prima isola pedonale in Italia fu inaugurata il 30 dicembre 1980 a Roma, quando l’area intorno al Colosseo venne chiusa al traffico. Napoli seguì l’esempio della Capitale nel 1993

architetti e gli addetti alla mobilità di molti centri urbani nel mondo cominciano a stendere per le città una serie di “tappeti rossi” ai pedoni, progettando soluzioni architettoniche che facciano venire voglia di muoversi a piedi o in bicicletta. Ma come si costruisce una città a misura di pedone? C’è una ricetta universale valida ovunque? Da dove si deve partire? Abbiamo rivolto queste e altre domande ad Alessandro Franchetti Pardo, architetto, docente a contratto di Progettazione Architettonica e Urbana presso varie Università italiane tra le quali La Sapienza e Roma Tre a Roma, ed estere quali la Cua (Catholic University of America). Secondo lei, cosa serve a una città per potersi definire “a misura di pedone”? La questione è complessa. Perché entrambi i termini della definizione, città e pedone, sono molto eterogenei. Partiamo dai pedoni: si tratta di persone di ogni età e di differenti condizioni fisiche che si muovono per le ragioni più svariate. Per facilitare gli spostamenti non basta solo ridurre le distanze, bisogna intervenire sulle barriere architettoniche, limitare il rumore, mitigare gli effetti del clima creando ripari per la pioggia e zone ombreggiate per sfuggire al caldo, prevedere dei servizi, delle aree di sosta ecc. Insomma, c’è tanto da fare. Veniamo ora al secondo elemento, la città. Non tutte le città hanno le stesse caratteristiche. C’è la città cosiddetta “densa” tipica dell’Europa, dove tutto è per lo più concentrato in poco spazio e nelle vicinanze; c’è la città “dif-


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fusa” del Nord America dove, al contrario, i luoghi sono molto distanti tra loro e raggiungibili solo in macchina; ci sono le megalopoli asiatiche e del Sud America. Ognuna di queste tipologie ha problematiche diverse. È impossibile trovare una soluzione valida per tutte. Insomma, non c’è un progetto urbanistico a “taglia unica”. C’è però almeno un interesse diffuso sul tema? Direi propri di sì. Anzi direi che il rapporto tra città e pedoni è il tema per eccellenza dell’urbanistica attuale. Non c’è progetto urbano che non parta dalla necessità di migliorare l’accessibilità pedonale. È un aspetto che tiene impegnati gli urbanisti di tutto il mondo. Come dicevamo prima, ognuno lo affronta in base alle caratteristiche della città in cui lavora. Per le città americane si cerca di intervenire aumentando la densità, inserendo cioè elementi di interesse per i cittadini nello spazio vuoto che separa due luoghi della città par-

ticolarmente distanti. In Europa si cercano altre soluzioni. Quali per esempio? Le zone pedonali? L’idea di zona pedonale a sé stante, chiusa al resto della città, è parzialmente superata. Oggi, nelle zone più critiche si prova a realizzare uno spazio urbano condiviso che possa essere vissuto in sicurezza da tutti, ciclisti, automobilisti e pedoni. È un’operazione possibile stabilendo limiti di velocità per i veicoli molto bassi, 10 chilometri all’ora, il classico passo d’uomo. In questo modo viene disincentivato l’uso della macchina, a cui si farà ricorso solo per il trasporto di cose o per accompagnare persone con difficoltà motorie. Si punta quindi allo sharing space, a una condivisione dello spazio, piuttosto che alla zona pedonale. Dove sono state adottate queste misure? Soprattutto nel Nord Europa, in Danimarca, per esempio, che è un Paese all’avanguardia nei progetti urbanistici a misura di pedoni. Perché, cosa fanno in Dani-

Isole pedonali, aree giochi per bambini e spazi per anziani al posto dei parcheggi. E per raggiungere il parco più vicino alla propria abitazione non si dovrà camminare più di 200 metri. Così Barcellona, chiude al traffico e recupera il 70% dello spazio urbano.

marca di così speciale? È bene fare una premessa. Quel che davvero fa la differenza è il collegamento con il territorio circostante. Una città veramente accessibile a piedi è una città che consente facilmente a chiunque, in qualunque momento del giorno, ma anche della notte, di partire da un quartiere centrale e raggiungere un quartiere periferico in pochi minuti, senza avere la sensazione di intraprendere un viaggio avventuroso. Questo è quel che succede per esempio a Copenaghen, dove un efficiente sistema di rete metropolitana automatica, tra l’altro prodotta in Italia, collega il centro della città al quartiere nuovo di Ørestad, a 5 chilometri di distanza, rendendo possibile arrivarci con estrema facilità. Il collegamento tra tessuto urbano e suburbano manca del tutto in Italia. Veniamo all’Italia, per l’appunto… Cosa può dirci delle città italiane. Ci sono stati progressi? La situazione italiana è variegata. Molte città hanno centri storici di piccole dimensioni che sono da sempre destinati ai pedoni. Pensiamo a Urbino, Siena, Perugia. Ma ci sono anche città più grandi dove i pedoni hanno più difficoltà a muoversi. Qualcosa si sta facendo, anche se molto lentamente. Mi viene in mente il nuovo quartiere di Milano Porta Nuova, dove il verde fa da tessuto connettivo tra un edificio e un altro e dove la mobilità dei pedoni viene incentivata. Ma è un caso abbastanza isolato. Continua a mancare in Italia una progettazione di più ampio respiro che non si » FEBBRAIO 2021 I 43


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limiti alla realizzazione delle aree pedonali. Manca innanzitutto quella rete efficiente di trasporti che consenta di muoversi agevolmente sul territorio. Solo così si avrebbe una vera svolta. Prendiamo come esempio Roma. Da dove inizierebbe per renderla più accessibile ai pedoni? Banalmente si potrebbe rispondere potenziando i trasporti pubblici. Ma sembra una missione impossibile. Prima di questa grande e quasi utopistica rivoluzione, si potrebbe partire migliorando lo spazio urbano, allargando i marciapiedi, rendendoli più sicuri, ben drenati dalla pioggia, bene illuminati. Si potrebbero realizzare aree ben attrezzate dove i cittadini possano passare il tempo libero, migliorare gli attraversamenti pedonali, costruire piste ciclabili separate dai pedoni, mitigare gli effetti del clima con la progettazione di zone alberate. Tutte queste misure potrebbero fare già tanto per disincentivare l’uso di auto e motorini. I benefici per i cittadini e l’ambiente sono scontati. Ma le modifiche urbanistiche a vantaggio dei pedoni potrebbero migliorare anche l’estetica delle città? Sì certo, se i progetti sono ben fatti l’estetica ci guadagna moltissimo. E anche l’economia. È stato ampiamente dimostrato 44 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

che la pedonalizzazione favorisce il commercio, i ristoranti, i bar e aumenta anche il valore degli immobili. A quali progetti ben fatti sta pensando? Ci sono fior fiore di architetti impegnati in progetti interessanti per aumentare l’accessibilità delle città ai pedoni. Penso a Norman Foster che ha vinto il concorso per Shenzen, in Cina, una metropoli con 13 milioni di abitanti, realizzando un progetto che integra in un unico snodo tre linee della metro e una stazione ad alta velocità intorno a un nucleo verde totalmente pedonalizzato (foto in alto, ndr). Penso anche al progetto per il nuovo centro culturale Stavros Niarchos di Atene al Pireo progettato

da Renzo Piano, che pensa di mettere a sistema con il centro della città. Sempre ad Atene è in fase di sviluppo un ampliamento della pedonalizzazione della città che, partendo dal quartiere centralissimo della Plaka, coinvolge le zone limitrofe arrivando fino all’Acropoli. Si tratterebbe di uno dei percorsi urbani più affascinanti d’Europa. Si è parlato molto del ritorno alla vita di quartiere, con scuole, uffici e negozi nelle vicinanze della propria abitazione. Ma siamo sicuri che sia una buona idea? Non c’è il rischio di creare comunità chiuse e isolate? Il rischio c’è. Ma c’è anche il modo per evitarlo. Basterebbe che i singoli nuclei fruiti pe-

donalmente fossero ben collegati tra loro. Il che ovviamente dipende dall’efficienza delle infrastrutture. Pedonalizzazione e potenziamento dei servizi di trasporto devono andare di pari passo. L’antidoto alla ghettizzazione è rendere facili gli spostamenti da un luogo della città a un altro. Tutti i progetti che puntano a creare legami culturali tra il centro e la periferia passano necessariamente per la possibilità di accedere a una rete di trasporti veloce e puntuale. La cultura può fare da volano e ridurre idealmente le distanze tra centro e quartieri periferici, ma se poi spostarsi per la città resta un’impresa, anche le migliori iniziative pensate per avvicinare realtà diverse e lontane sono destinate a fallire.

IN CITTÀ NUOVI MODELLI DI URBANIZZAZIONE

Per una vita senza stress arrivano “i quartieri da 15 minuti” È innegabile che la pandemia abbia modificato i nostri stili di vita. Si sta maggiormente a casa trasformata da molti in ufficio, palestra, biblioteca e sala giochi per i più piccoli -, si rifuggono i centri commerciali, troppo affollati, si riscoprono i negozi di quartiere e si gusta il piacere di spostarsi a piedi o in bicicletta. Il distanziamento sociale ha innescato un desiderio di prossimità che in alcune metropoli si sta trasformando in un modello alternativo di urbanizzazione, dove tutto è a portata di mano del cittadino.

In Francia, a Parigi, è definito ville du quart d’heure, la “città del quarto d’ora”, nella quale abitazione, posto di lavoro e servizi sono raggiungibili in soli 15 minuti. A Copenaghen, la capitale danese, c’è il quartiere five minutes to everything, “tutto a 5 minuti da casa”, mentre a Melbourne, in Australia, stanno pianificando il twenty minutes neighborhood dove, per raggiungere i servizi, si deve camminare al massimo 20 minuti. E a casa nostra c’è Genova, con un progetto denominato “La città dei 2 chilometri”.


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SI DEVE RIPENSARE A STILI DI VITA E SPAZI URBANI

Dopo la pandemia sarà impossibile non ridefinire gli spazi delle città in funzione di una nuova società, sempre più dislocata fuori dai grandi centri urbani e con un numero di senior crescente. Il parere di due architetti, Domizia Mandolesi e Carlo Valorani

di Ilaria Romano

SE LA SPINTA AL CAMBIAMENTO DELLE CITTÀ ERA GIÀ NELL’ARIA, LA PANDEMIA POTRÀ FORSE DARE QUELL’ACCELERATA VERSO UN RIPENSAMENTO DEGLI SPAZI URBANI IN FUNZIONE DI NUOVI STILI DI VITA. Ma anche nella consapevolezza che la popolazione senior sarà sempre più numerosa, con una permanenza più duratura sul mercato del lavoro, grazie anche alle nuove flessibilità legate allo smart working, e con una richiesta specifica di servizi di comunità, per il tempo libero e la cura della persona. Il distanziamento fisico e il rischio di contagio legato ai luoghi chiusi e affollati, insieme a una delocalizzazione del lavoro e a

un maggior numero di ore trascorse negli ambienti domestici, stanno portando a riflessioni profonde non soltanto sulla struttura economica e sociale odierna, ma anche sul suo impatto nello spazio metropolitano. Pendolarismo, congestione delle zone centrali e omologazione estrema delle periferie destinate a essere dei “non luoghi” dormitorio più che spazi di vita e di inclusione di esperienze, sono caratteristiche della nostra modernità che probabilmente saranno superate dai tempi e da nuove esigenze, se si potrà cogliere l’opportunità di ripensarle. «La città è la proiezione della struttura economica e sociale di una società nello spazio, e di questa struttura presenta contraddizioni, disuguaglianze ma anche opportu-

È necessario progettare le soluzioni più adatte a vivere bene in un pianeta molto popoloso, cosicché ciascun individuo possa avere gli stessi diritti e la medesima libertà nel movimento e nell’incontro con gli altri

nità, ricchezze, dinamismo economico e sociale - afferma Domizia Mandolesi, docente di Progettazione architettonica e urbana presso la Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma e direttrice della rivista bimestrale di architettura L’industria delle costruzioni -. La pandemia è solo la punta dell’iceberg di una serie di criticità ben note, dovute ai nostri stili di vita e alle loro conseguenze sull’ecosistema, ma in qualche modo rimosse». Professoressa Mandolesi, è possibile un ripensamento “sostenibile” delle nostre città? Credo che questa emergenza dolorosa e imprevista a scala globale ci stia mettendo di fronte al fatto compiuto, rendendo ineludibile l’assunzione di comportamenti più responsabili sia come utilizzatori che come consumatori di beni e servizi, costringendoci a ripensare abitudini e dinamiche quotidiane e con esse i luoghi e le città in cui viviamo. Dobbiamo avere una visione positiva e cogliere tutto questo come opportunità per progettare un futuro migliore per noi e per il nostro ambiente, individuando le soluzioni più adatte a vivere bene in un pianeta molto popoloso dove ciascun individuo possa avere le stesse possibilità, gli stessi diritti e la medesima libertà nel movimento, nello scambio e nell’incontro con gli altri. Questo è possibile, a mio avviso, attraverso tre azioni principali: contrastare la globalizzazione dei sistemi di vita che produce ambienti costruiti omologati in città troppo dense e congestio- » FEBBRAIO 2021 I 45


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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ nate causa di stress e inquinamento; riconoscere le differenze culturali e promuovere la diversità nei comportamenti e nella distribuzione delle attività, superando le logiche che generano disuguaglianze e segregazione sociale nei contesti urbani; individuare strategie a favore di una distribuzione più equilibrata della popolazione nel territorio, che superi la logica dell’alta concentrazione nelle “metropoli” a scapito dei centri minori e delle campagne. A questo proposito, un esempio importante è rappresentato dalla Cina, Paese che, dopo l’esodo di massa della popolazione dalle campagne e la costruzione in poco più di un ventennio di nuove città per milioni di abitanti, recentemente vede il governo impegnato in una drastica revisione delle politiche di espansione urbana. Grazie anche alla capillare ed efficiente rete delle infrastrutture interne su ferro di cui il Paese si è dotato, e alla diffusione di reti di telecomunicazione avanzate come il 5G, si sta verificando un’inversione di tendenza con la promozione, attraverso sostegni economici e strategie mirate, dei vecchi borghi rurali, con il rilancio di agricoltura e attività locali di vario tipo anche legate alla tradizione, al fine di ripopolare intere aree in abbandono. Dovremmo muoverci anche noi in questa direzione. Come si può affrontare questa riorganizzazione urbana a fronte di un invecchiamento crescente della popolazione, tenendo conto delle esigenze degli “over”? Sappiamo tutti che l’Italia è uno dei Paesi europei con la più alta percentuale di popolazione anziana e che queste persone ri-

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L’OPINIONE CARLO VALORANI

Invertire il paradigma della rendita urbana verso una riqualificazione diffusa «Siamo in un momento di passaggio, e la pandemia ha sicuramente messo in luce alcuni elementi già presenti in precedenza che ora non possono più essere ignorati». Così Carlo Valorani, architetto paesaggista e professore di Urbanistica presso il Dipartimento di pianificazione, design, tecnologia dell’architettura dell’Università La Sapienza di Roma, ha risposto a 50&Più a proposito del cambiamento sociale in corso e delle sue ripercussioni sugli spazi urbani. «Pensiamo allo smart working: come ha scritto anche Domenico De Masi (autore di Smart working. La rivoluzione del lavoro intelligente, ndr), è una questione di cultura e risorse. C’è stato un lungo ritardo nell’organizzazione del lavoro nel settore terziario e si è rimasti affezionati ai modelli industriali. Questa ritrosia al cambiamento ha fatto in modo che si perpetrasse un meccanismo di distribuzione umana sul territorio che fino alla pandemia era legato alla rendita urbana. Questa è riuscita a drenare le frequentazioni quotidiane delle persone verso le aree centrali con il fenomeno del pendolarismo, per il quale durante la giornata i lavoratori frequentano il centro e la sera lo abbandonano per tornare nei luoghi di abitazione. Il pendolarismo ha creato da un lato congestione e traffico, dall’altro ha fatto in modo che a livello culturale non si sviluppasse una sensibilità rispetto al verde e ai servizi di vicinato. Di conseguenza i servizi alla persona, i locali come bar e ristoranti si sono concentrati nei centri e grazie alla densità umana si sono potuti permettere di contribuire a questa

rendita, ad esempio, con affitti altissimi. Cosa che non è successa con le residenze, causando un processo di terziarizzazione dei centri storici. È possibile oggi “gestire” questa rendita finanziaria e orientarla verso uno stile di vita più sostenibile? In alcuni Paesi lo hanno fatto. Ad esempio, in Olanda il meccanismo è stato quello di acquisire a livello statale le aree agricole, urbanizzarle e farle crescere, per poi venderle ai costruttori che, pagandone la rendita urbana, consentono alle istituzioni pubbliche di realizzare la cosiddetta “qualità diffusa” delle aree esterne. In Italia finora i privati hanno portato fuori questa rendita urbana, che in tal modo non è stata reinvestita nelle città. Ora siamo di fronte ad un cambiamento, perché anche la fase post industriale avviata negli anni Settanta sta volgendo al termine. Da allora, quando si è formata la società industriale che ha trasformato il territorio, sono cresciute le sensibilità ambientali e digitali già presenti ancora prima dell’avvento della rete. Oggi, seppure con tutti i ritardi sulle connessioni, il modello di smart working può affermarsi grazie ad un livello culturale maturo; ciò che non è certo è la risposta che arriverà a livello amministrativo e istituzionale rispetto al cambiamento o alla conservazione di meccanismi ormai obsoleti, ma che sono andati avanti nello stesso modo per decenni. Quali dovrebbero essere gli standard urbanistici per una città a misura delle persone? Io sono stato uno degli allievi di Vittoria Calzolari e Mario Ghio, autori del libro Verde per la città, che ha ispirato una parte di quelli che si chiamano


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standard urbanistici da garantire nella città. Secondo il modello industriale, le città diventano a misura di automobile e non di uomo, si perdono gli spazi come luoghi di relazione e se ne perdono le misure: le strade tra gli edifici esplodono, non sono più racchiuse fra le abitazioni e non fanno più comunità ma diventano solo infrastrutture di collegamento e di transito. Ecco, Calzolari e Ghio proponevano già negli anni Sessanta spazi verdi che servissero a dare un’alternativa allo svago virtuale, che allora era rappresentato dalla televisione. Oggi, alle soglie di un nuovo cinquantennio di sviluppo, siamo di fronte ad un nuovo paradigma, con la pandemia che ha funzionato come elemento di crisi globale: i Paesi che riusciranno a governare la pressione della rendita urbana e delle lobby avranno la possibilità di sviluppare il cambiamento adeguando le città alla nuova dimensione. Non si tornerà alle città fortificate, né a quelle industriali estese a dismisura, ma si dovrà ragionare in termini di regioni urbane. Un tentativo in questo senso lo abbiamo già visto con l’introduzione delle “città metropolitane”... Prendiamo Roma come esempio: è dimostrato che i flussi quotidiani che arrivano nella Capitale partono da Napoli, Firenze, dal reatino, dal frusinate; di conseguenza, pensare in termini di città metropolitana calcolando solo il pendolarismo provinciale è già da tempo riduttivo rispetto alla realtà degli spostamenti. C’è poi il campo della distribuzione commerciale, con la frequente e crescente sostituzione del negozio di prossimità con la vendita online, i cambiamenti legati ai trasporti, meno vincolati all’acquisto e sempre più orientati al servizio, come dimostra il car sharing,

o i nuovi incentivi “why buy”. Il punto è: chi sarà in grado di cavalcare il cambiamento? Il rischio è che gli attori di questi nuovi processi saranno gli stessi che hanno guidato quelli precedenti, ma senza nuove competenze. Una grande struttura regionale crea ricchezza, e l’approccio multidisciplinare dovrebbe essere incoraggiato: per esempio, realizzando nuove reti per la telemedicina si avrebbero infrastrutture adeguate anche per altri scopi. Quali sono le conseguenze di questo cambiamento che già possiamo scorgere? Sicuramente alcuni meccanismi sono già cambiati: ad esempio, istituzioni ed enti non compreranno più un grattacielo per farne degli uffici, quindi ora si apre il tema di cosa farne di quegli immobili. Sarebbe bello se diventassero incubatori di idee dove i talenti possano usufruire di tecnologie di eccellenza per la loro attività in uno spazio condiviso. L’altro campo che muterà è quello familiare, perché una diversa organizzazione del lavoro farà rinascere forme di comunità che sembravano superate, come le famiglie allargate, dove anche gli over avranno ruoli nuovi e non solo quelli di supplenza nelle cure parentali. A quel punto però i 50/60 mq che finora erano lo standard abitativo medio delle aree metropolitane non basteranno più e andranno ripensate anche le case. Lo smart working creerà anche una domanda aggregata di centri di quartiere e spazi di qualità, e magari anche i paesaggisti potranno lavorare in questo senso. In fondo il verde di vicinato è fondamentale, lo abbiamo imparato proprio durante il lockdown, quando lo abbiamo vissuto da vicino, costatandone tutte le criticità.

chiedono un’attenzione particolare, sia a livello assistenziale che di servizi e spazi urbani. Tuttavia, la città deve essere pensata per tutti e non per una sola categoria di cittadini, deve essere accessibile e fruibile da ogni individuo senza distinzioni, prevedendo diverse tipologie di abitazioni e servizi secondo il principio della mixitè funzionale, creando luoghi e spazi pubblici per favorire relazioni comunitarie e scambi sociali intergenerazionali. La città, che sia antica o moderna, ha origine dal desiderio degli uomini di stabilire rapporti sociali, economici, politici, per questo la sua forma non è stabile ma in continua trasformazione. È nei nostri interessi orientarne il cambiamento per non perdere i vantaggi dell’agglomerazione e della vita di comunità. Lei si è occupata anche di residenze collettive, con uno sguardo proprio sulla terza età: quali caratteristiche devono avere per poter essere integrate nello spazio urbano circostante e per offrire servizi a misura di persona? Mi sono occupata di residenze collettive per la terza età ormai quasi dieci anni fa, attraverso una ricerca finanziata dall’ateneo La Sapienza. È stata un’esperienza molto interessante e stimolante perché ha costituito un punto di partenza per riflettere sull’articolazione degli spazi domestici e sul loro progetto a partire dalle relazioni che possono stabilirsi tra la dimensione più intima e privata e quella comunitaria, sia su singola abitazione che a dimensione dell’edificio e del quartiere. Studiando esempi di residenze collettive per anziani, autosuf- »

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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ ficienti e non, costruite in tutta Europa, sono emersi modelli di grande qualità, con caratteristiche ben precise che dovrebbero diventare la regola, sostituendo le molte tristi strutture ancora presenti nel nostro Paese, più simili ad alberghi di bassa categoria o a corsie di ospedale anziché a luoghi dove trascorrere gli ultimi anni della propria vita. Complessi, innanzitutto, di dimensioni contenute con massimo 40/60 ospiti, ubicati quasi sempre in prossimità di centri urbani abitati per evitare l’isolamento, dove l’atmosfera domestica e il rapporto tra interni ed esterni (logge, balconi, giardini privati e/o condivisi) costituiscono una costante della qualità spaziale complessiva contro la ripetizione seriale di stanze lungo anonimi corridoi. In questi edifici gli spazi di distribuzione, pensati come luoghi piacevoli dove incontrarsi o sostare, unitamente agli ambienti di soggiorno comuni, rappresentano la struttura nevralgica del sistema abitativo, lasciando a ciascun residente la libertà di scegliere se e quando incontrare gli altri. Queste residenze sono espressione di un concetto di abitare che oggi sta diventando sempre più diffuso, non solo per le categorie di anziani e studenti ma anche per giovani professionisti, coppie e nuclei famigliari, che individuano nella condivisione di spazi, funzioni, attività, senza comunque rinunciare a un proprio ambito domestico privato, una possibilità di convenienza sul piano economico e gestionale, ma anche un’opportunità di scambio sociale.

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Lo smart working ha offerto possibilità alternative per ricalibrare spostamenti e stili di vita: è ipotizzabile una riqualificazione dei piccoli borghi in funzione di queste nuove opportunità? E, soprattutto, è possibile una sinergia fra le piccole realtà e i grandi centri urbani evitando ulteriore consumo di suolo nelle periferie? Pensando alla realtà del nostro Paese, la vera sfida del prossimo futuro è proprio quella di ristabilire gli equilibri tra i diversi centri urbani - rilanciando le aree interne e le piccole realtà virtuose come i borghi storici -, di pensare a un territorio urbanizzato costituito da molteplici polarità connesse da una rete infrastrutturale, sia materiale che immateriale, che sfrutta le nuove tecnologie informatiche mettendole a sistema con precise finalità, come questo periodo di pandemia ci sta insegnando. Una sfida sulla quale dovremmo impegnarci tutti e che dovrà essere considerata obiettivo prioritario delle politiche urbane dei prossimi anni: solo così potremmo avviarci verso una fase di vero sviluppo sostenibile.

NUOVE TENDENZE

In fuga dalle città, verso borghi da salvare C’è in atto un controesodo o, forse, sarebbe meglio parlare di “tendenza”, ma è innegabile che qualcosa si stia muovendo. La causa primaria è da imputare alla pandemia in corso, che sta ridisegnato modi di lavorare, vite e spazi. Il desiderio di abbandonare città e metropoli per sfuggire al contagio si è affacciato prepotente in molti, in ogni parte del mondo; basti pensare che a New York, dopo 8 mesi dall’esplosione dei contagi nella Grande Mela, 300mila famiglie hanno trasferito la residenza in città più piccole, dove le case sono meno costose, più grandi e magari hanno il giardino. Anche il nostro Paese sta subendo il fascino del “piccolo è bello”: il timore di contagi unito allo smart working, infatti, ha portato migliaia di persone a rivolgere la propria attenzione ai borghi - molti dei quali spopolati - e ai piccoli centri che punteggiano il Belpaese. È accaduto a Roma, che in 5 mesi ha perso 5mila abitanti, mentre i paesi che la circondano ne hanno acquisiti 3mila; in Emilia Romagna, dove 2.310 famiglie hanno aderito al bando indetto dalla Regione per ripopolare i borghi dell’Appennino, ma anche in Toscana, la cui amministrazione progetta di elargire “fino a 28mila euro per famiglie e coppie di fatto che acquistano case nei borghi”. In Italia i Comuni sotto i 5mila abitanti sono 5.498, il 70% del totale, ma vi risiede solo il 16% della popolazione. E la spinta dovuta al Covid-19 sarà sufficiente a farli tornare a nuova vita?


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__TENDENZE__

L’EDILIZIA DEL FUTURO?

GREEN&SMART

Attenzione alla salute e all’impatto ambien- case prefabbricate dotate di una certificazione tale: sono queste le parole d’ordine che l’edi- green, ritenute più sicure dal punto di vista lizia green ha fatto proprie, sismico e meno impattandando così una spinta imti sull’ambiente; l’utilizzo CASE PREFABBRICATE, portante a un mercato già di materiali ecologici che PANNELLI SOLARI, in crescita. Secondo il siano in grado di limitare MATERIALI ECOLOGICI, World Green Building le emissioni di CO2; il riEDIFICI “SMART”, SONO SOLO ALCUNI DEI PRINCIPALI TREND Council, entro il 2030 la corso ai pannelli solari DEL FUTURO DEL MERCATO realizzazione delle nuove con conseguente riduzioDELLE COSTRUZIONI GREEN infrastrutture e degli edine dei combustibili fossili; di Rachele Randon fici punterà a dimezzare le l’incremento delle costruemissioni di carbonio del zioni “smart” gestite dal40% ed entro il 2050 si raggiungerà il 100%. l’intelligenza artificiale; il ripensamento degli Ma quali sono le idee alla base di un’edilizia spazi negli ambienti di lavoro, con meno posostenibile? Per esempio, la costruzione di stazioni e meno consumi.

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__LIBRI CULTURA__

IL CONTRABBANDIERE ALLA RICERCA DI UNA DONNA SMARRITA, il marinaio imbarcato su un cargo che trasporta armi verso la ex Jugoslavia, i clandestini disperati fantasmi notturni. Ha anticipato temi oggi attuali, i migranti e chi li aiuta a passare i confini, il fascino e la storia di paesaggi abbandonati Francesco Biamonti (1928-2001), ora riproposto con lo splendido trittico di L’angelo di Avrigue, Vento largo, Attesa sul mare. Era una singolare figura di isolato, vissuto nella sua scoscesa Liguria dispiegata verso la Francia, tra colline di ulivi e antichi villaggi. Inseguiva storie di transito e fuga trasformando il territorio, tra terra e acqua in un luogo interamente simbolico e minuziosamente reale. Storie di luce, colore, cieli cangianti, orizzonti rappresentati nella esatta sensazione fisica della loro forza, del loro peso, sapore,

suono. Era scrittoL’ANGELO DI AVRIGUE re di minimi eroi VENTO LARGO dolorosamente noATTESA SUL MARE EINAUDI stalgici, legati co338 PAGINE me lui al mare, alle 22 EURO luci e alle ombre, Giudizio di 50&Più: alla patria e alla sua minaccia. Navigava sempre a vista rispetto al “romanzesco”, ribelle all’idea di roPersonaggio irregolare manzo, ai tempi ed alla precipitazione nella letteratura italiana, del romanziere, leBiamonti ci regala gato piuttosto alla un affresco dell’infelicità circolarità e alla riumana, tra terra e mare, petizione del linguaggio poetico. paesaggi distrutti Così tutti i persoe al tempo stesso tanto poetici naggi di Biamonti assomigliano ad di Renato Minore una vera araldica figura di viandante solitario, destinato a scomTEMPO DI UCCIDERE parire, restituendoci interi la Ennio Flaiano - a cura di Anna Longoni Adelphi - 329 pagine: fascinazione, la malattia e il prezzo: 19 euro sublime del paesaggio che sta Giudizio di 50&Più: attraversando. Quel paesagAccanto ai romanzi di Bianciardi nello scaffale gio che faceva di Biamonti, del mese ecco un autentico classico del romanzo come si dedel Novecento, Tempo di uccidere di Ennio Flafiniva: «Uno iano, opportunamente riproposto in una nuova edizione. Scritto su specialista commissione in soli tre mesi, vinse il primo premio Strega nel dell’infelici1947. L’Africa della Guerra etiopica del ’36, con la lebbra che tà, ma di circola e terrorizza, è il Paese triste, ingrato, ambiguo delle “iene” una infelicial centro di un delitto futile e fatale. Una storia complessa e avtà non divolgente con un uomo qualunque - un tenente dell’esercito italiano chiarata che - coinvolto in una serie di circostanze fortuite, condizionato dal porta a vecaso di cui diventa prigioniero fino a vedere nella casualità il segno dere l’ombra del destino. Un tema drammatico, anche tragico come l’altro delsegreta delle l’ossessione del contagio, molto attuale in tempi come i nostri. Flaiano è sempre da riscoprire per antichi e nuovi lettori. cose».

SULLE TRACCE + DI BIAMONTI NELLA SUA TERRA DESOLATA

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__ARTE CULTURA__ PER SAPERNE DI PIÙ

Explora - Via Flaminia 82, Roma - Tel. 063613776 Gallerie degli Uffizi - Piazzale degli Uffizi 6, Firenze - Tel. 055294883 Museo del Novecento - Piazza Duomo 8, Milano - Tel. 0288444061

MOSTRE

di Ersilia Rozza

I genitori, ma soprattutto i nonni, diano ascolto al suggerimento dei pediatri: «Portateli alle mostre e ai musei fin da piccoli!»

L’ARTE FA BENE AI BAMBINI GIUSEPPE DI MAURO, PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI PEDIATRIA, LO AFFERMA DA SEMPRE: «I bambini sono protagonisti di un percorso conoscitivo unico e trovano nei musei e nelle mostre dei luoghi vivi in cui svilupparlo e arricchirlo di impensabili prospettive, grazie in particolare alla loro capacità di attualizzare il passato». Di fatto, i piccoli riescono a entrare molto più di noi adulti in sintonia con il “messaggio” o il monito che l’artista voleva proporre ai suoi contemporanei con una Crocefissione oppure con un’Apocalisse. E a riportarlo al presente. I bambini vedono le immagini in maniera differente dalla nostra. La loro capacità di lettura di un quadro o di una scultura, e anche di un’installazione con-

temporanea, è più immediata, senza speculazioni storiche né processi mentali di offuscamento, e apre loro - e a chi li accompagna, se sa ascoltarli e cerca di immedesimarsi nel loro punto di vista - le porte di panorami senza tempo e senza spazio, così come di una realtà “aumentata” con minacce e contraddizioni inconsuete, paragonabili a quelle dell’universo virtuale con cui sono abituati a interagire. I pediatri confermano quanto sia importante per i piccoli che l’esperienza dell’arte venga attuata con la presenza dell’adulto e specialmente dei nonni, questi ultimi sono vissuti come più disponibili a seguirne i pensieri e le scoperte, non in contraddittorio, bensì assieme. La “macchina del tempo” che un’armatura scintillante, un grattacielo

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di rifiuti oppure un semplice vaso di fiori attiva nella loro mente, li proietta in maniera più ricca nella consapevolezza del presente e li aiuta a capirne difficoltà ed errori. Un suggerimento significativo arriva dalla psicologa Anna Oliverio Ferraris: «È importante che con i bambini la visita sia condotta bene: con loro è inutile saltare da un quadro all’altro seguendo tutto quanto esposto, meglio scegliere due o tre opere per sala e prepararsi a vederle discutendone insieme». E ricordando che loro sono interessati alle cose più pratiche, a come è fatta una spada oppure alla stranezza di un copricapo, persino a che pennello si usa per certe sfumature o stesure. Secondo Openpolis, circa il 45% dei minori tra i 6 e i 10 anni po-

teva contare in Italia su almeno una visita l’anno, percentuale che è ovviamente crollata nel 2020 a seguito della pandemia e delle chiusure. È importante che si ritorni almeno ai livelli del passato, non solo grazie agli insegnanti e alle visite scolastiche. Le “aree kids” delle nostre istituzioni, infatti, sono varie e molto propositive, spesso con un approccio innovativo e non solo ludico: si va dalle ricette con prodotti naturali che si possono sperimentare all’Explora - il bel museo per bambini di Roma - alla “caccia alla creatura fantastica” nascosta nei dipinti del Quattrocento degli Uffizi, oppure alla scoperta di come nascono i colori, partendo dalle opere di astrattisti come Donghi e Accardi, al Museo del Novecento di Milano.


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__MUSICA CULTURA__ LA PIÙ ASCOLTATA

La canzone più ascoltata nel 2020 sulla piattaforma Spotify è stata Mediterranea di Irama, tormentone dell’estate, triplo platino, a lungo in testa alle classifiche e contenuto nell’EP Crepe.

Il nuovo cd di Jane Birkin: un album che si ascolta e si legge come un poema surrealista

LA “FEMME FATALE” DELLA CANZONE FRANCESE

MUSICA

di Raffaello Carabini

+ DISCO-EVENTO

L’atteso ritorno dei Fratelli Mancuso, grandi esponenti della world music mediterranea

“MANZAMÀ”, UN PICCOLO CAPOLAVORO

Cantautori e polistrumentisti, Enzo e Lorenzo Mancuso propongono il loro nuovo cd Manzamà, a dodici anni di distanza dal precedente Requiem e a ventiquattro dal formidabile debutto Nesci Maria. È un piccolo capolavoro, ostico da assimilare, ma che, dal momento in cui si supera la difficoltà del dialetto siciliano e del canto “sgraziato”, ti avvolge incantatore con i richiami profondi alla tradizione siciliana e mediterranea, con la bellezza di testi poetici e duri (uno di soli nomi di migranti deceduti), con la ricca strumentazione, tra cui gli archi arrangiati da Franco Battiato.

COME ALTRE ARTISTE DEL CALIBRO DI PATTI SMITH E UTE LEMPER, AVREBBE DOVUTO PARTECIPARE AL FESTIVAL DELLA BELLEZZA 2020 con un evento da lei ideato, ma le problematiche legate al Covid l’hanno impedito (il risultato sono state le polemiche sull’assenza di figure femminili alla kermesse veronese). Probabilmente la cantante e attrice Jane Birkin, femme fatale oppure donna dolente, madre affettuosa oppure musa sulfurea, avrebbe proposto le belle canzoni del suo nuovo disco Oh! Pardon tu dormais... Arriva a 12 anni dal precedente cd di inediti e segue il riuscito album del 2017 che riproponeva in chiave sinfonica le canzoni che Serge Gainsbourg scrisse per lei, a lungo sua compagna, ma senza la celeberrima e cen-

suratissima Je t’aime... (moi non plus). Prende spunto dall’omonima commedia drammatica che Birkin scrisse, diresse come film e portò in scena negli Anni ’90. Agli alterchi di una coppia che litiga tutta la notte discutendo di vecchiaia, ricordi, vita quotidiana, lavoro, desiderio, amore e morte, si sommano temi più “urgenti”, come la scomparsa della figlia Kate nel 2013, il crepacuore, i fantasmi. I 13 brani sono musicati da Étienne Daho, cantautore rock molto apprezzato oltralpe, e dal produttore JeanLouis Piérot. Un album riuscito e denso, tra i suoi più intimi, che oscilla tra canzone francese e pop, offrendo una cornice perfetta alla delicatezza, malinconia e anche umorismo della diva oggi 74enne. FEBBRAIO 2021 I 53


__CINEMA CULTURA __

Ispirato al romanzo Premio Andersen Il bambino di vetro, ecco il film con Loretta Goggi e Andrea Arru che ha vinto il premio ECFA al festival di Tallin

di Alessandra Miccinesi

+

FILM IN USCITA

GLASSBOY, OLTRE LA DIVERSITÀ

DRAMMATICO

GUIDA ROMANTICA A POSTI PERDUTI REGIA di Giorgia Farina con: Jasmine Trinca Clive Owen Giudizio di 50&Più:

Lei è una giovane blogger spaventata dalla gente e dagli spazi aperti. Lui è un over 50 che annega nell’alcol i suoi tanti segreti. Sono vicini di casa ma non si conoscono finché un giorno lui sbaglia pianerottolo. Insieme si ritrovano in macchina, in fuga: un viaggio da Roma fin nel cuore d’Europa alla ricerca di verità e di luoghi perduti nel sé. Perché nessuno dei due è sincero con se stesso. Allegra ha il sorriso mosso di Jasmine Trinca; Benno il broncio intrigante di Clive Owen.

MUSICALE

BALLO BALLO REGIA di Nacho Alvarez con: Ingrid Garcìa-Jonsson Fernando Guallar Giudizio di 50&Più:

Film d’apertura al Festival di Torino cucito sulle hit di Raffaella Carrà. Maria è una giovane innamorata del ballo e della libertà che nella Spagna degli Anni ’70, per un colpo di fortuna, entra come ballerina nel programma Las noches de Rosa. Qui incontra Pablo, figlio del censore tv Caledonio. Tra i due è colpo di fulmine. Nonostante gli orli delle gonne e i movimenti audaci del ballo considerati scandalosi, Maria scoprirà se vale la pena andare contro le regole e avere il coraggio di cambiare.

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CINEMA

A VOLTE NON BASTA INDOSSARE GOMITIERE, GINOCCHIERE E UN CASCHETTO PER DIVENTARE INVINCIBILI COME CAPITAN AMERICA O SPIDERMAN, specie se sei un “ragazzo di vetro” e la tua casa è diventata la tua prigione. Ma è sufficiente mettersi un mantello rosso sulle spalle e impugnare una spada giocattolo per riempirsi il cuore di sogni e la testa di avventure. Questo è il sentire di Pino, 11enne dagli occhi malinconici, che osserva il mondo dalle finestre della sua camera, spiando con un binocolo i suoi coetanei: soprattutto la banda degli Snerd, un gruppo di amici uniti per la pelle. Pino soffre di una rara malattia genetica, per questo vive recluso nel palazzo nobiliare della sua famiglia (la nonna è la marchesa Von Thorstein) ma darebbe via tutti i suoi giochi per essere un ragazzino normale e incontrare

gli Snerd. Lui non può correre, né incontrare estranei. La sua famiglia lo tiene rigidamente sotto chiave e strettamente sorvegliato per paura che si ammali. E questo gli impedisce di vivere una vita normale, fare amicizie e tutte le esperienze formative della sua età. Anche un banale incidente durante una partita di calcio o un giro in bici potrebbero costituire un rischio mortale. Ma come in tutte le fiabe, anche per il nostro eroe di vetro arriva il momento della ribellione e del riscatto. Il film ha vinto il premio come miglior film per ragazzi al POFF Tallinn Black Nights Festival ed è interpretato da Andrea Arru, Loretta Goggi, Giorgia Wurth, Massimo De Lorenzo, Giorgio Colangeli, David Paryla. Regia: Samuele Rossi Genere: drammatico Giudizio di 50&Più:


intervista di Raffaello Carabini

P

TRA LE PAGINE DEL “MEREGHETTI”. A TUTTO CINEMA +

PAOLO MEREGHETTI

__le INTERVISTE di 50&Più__

In una stagione decisamente complicata anche per il cinema, torna nelle librerie il dizionario dei film più famoso d’Italia, Il Mereghetti. Uno strumento che accompagna lo spettatore nella scelta e insegna a guardare ogni opera filmica per quella che è, senza pregiudizi, con attenzione e curiosità

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PAOLO MEREGHETTI LA SETTIMA ARTE, IL CINEMA, RENDE DEL TUTTO VERITIERA LA CELEBRE BATTUTA DE LA TEMPESTA DI WILLIAM SHAKESPEARE: «NOI SIAMO FATTI DELLA STESSA SOSTANZA DEI SOGNI, E NELLO SPAZIO E NEL TEMPO D’UN SOGNO È RACCOLTA LA NOSTRA BREVE VITA». Già, perché un film è innanzitutto un sogno da vivere a occhi aperti. Ma ci sono anche sogni banali, spiacevoli, persino dannosi. Per capire quanto è bello e coinvolgente sognare davanti allo schermo, è in libreria l’indispensabile Dizionario dei film 2021, Il Mereghetti, giunto alla 13ª edizione e scritto appunto da Paolo Mereghetti, critico cinematografico del Corriere della Sera, nonché autore di saggi tradotti in diverse lingue. «L’idea originale era di offrire allo spettatore italiano uno strumento che lo aiutasse nella selezione dei film che si vedevano in Tv; erano i primi Anni ’90, con l’esplosione delle televisioni private che riempivano i palinsesti con molti film, spesso brutti, spesso sconosciuti. Ho pensato che gli strumenti che c’erano all’estero e che non potevano essere tradotti per le loro specificità nazionali e per i molti film italiani che andavano inseriti, potessero avere una ragione di esistere anche da noi. Ci siamo messi a lavorare e la prima edizione conteneva circa 13mila schede. La speranza che avesse successo e che avremmo continuato c’era, ma dopo 27 anni questa speranza è diventata quasi una condanna: le confesso che mi sono già messo a lavorare per l’edizione del 2023». Nel tempo il giudizio sui film (espresso in stelle, da una a quattro, con l’aggiunta della pallina per quelli IL MEREGHETTI NASCE deludenti) in varie occaPER OFFRIRE UN AIUTO ALLO SPETTATORE, UNA GUIDA sioni cambia: alcuni ne A DIMENSIONE “CASALINGA” ottengono uno migliore PER ORIENTARSI NELLA SCELTA e altri le piacciono meno. DELLA MAREA DI FILM IN PROGRAMMAZIONE Come mai? NELLE TV PRIVATE Il nostro rapporto con i film cambia. Sono come il vino, ci sono quelli che invecchiano bene e quelli che invecchiano male. L’ideale sarebbe rivederli tutti ogni volta, ma è impossibile. Mi faccio guidare un po’ dalla casualità: a volte decido con i miei collaboratori che vale la pena rianalizzare

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In alto, Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant nel celebre film di Dino Risi “Il sorpasso” (1962); sopra, Asa Butterfield in “Hugo Cabret” di Martin Scorsese (2011), con cui il regista sperimenta il 3D.

la filmografia di un regista (l’abbiamo fatto questa volta per Wajda e la Varda, deceduti da poco e di cui sono stati ripubblicati i film in dvd), a volte ci sono registi che pensiamo di rivedere perché avevano schede un po’ striminzite o perché avevamo dubbi sulla loro opera (ad esempio, è successo stavolta con quattro film di Fellini e con Avati, Bresson, Nuti e altri), a volte esce in dvd o in Tv un film che da tempo non si vedeva e ci sembra giusto riscriverne. Non necessariamente lo facciamo per cambiare le valutazioni,

spesso è per approfondire meglio la riflessione sui temi; anche questo è il lavoro del dizionario e mi piace molto, perché mi costringe continuamente a mettere in discussione anche i miei stessi giudizi. Da cosa è attratto in particolare durante la visione di un film? Innanzitutto dal modo con cui il regista mette in scena l’idea che mi pare stia alla base di un’opera. Ci sono film nati per far ridere, altri per far riflettere, altri per far piangere, altri ancora per far vedere le meraviglie della tecnica e via di-

BIOGRAFIA

1949

Orson Welles (1957) 56 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

GLI INIZI Nasce a Milano, dove si laurea in Filosofia all’Università degli Studi con una tesi sul periodo hollywoodiano di Orson Welles, il grande attore e regista americano, e inizia le collaborazioni giornalistiche.

1990

IL DIZIONARIO Inizia la stesura del Dizionario dei film che vede la luce nel 1993, con 13mila schede. Il successo è immediato e già la quarta edizione (quella di fine 1999) si intitola Il Mereghetti, come tutti lo chiamavano.


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LA NUOVA EDIZIONE

Paolo Mereghetti collabora come critico cinematografico per numerose testate e ha pubblicato saggi tradotti in diverse lingue

Marcello Mastroianni e Anita Ekberg in una delle scene iconiche del capolavoro di Federico Fellini “La Dolce Vita” (1960), tra i più celebri film della storia del cinema.

cendo. Il senso di un film è sempre diverso. Fondamentale è capire come quel senso diventi una forma cinematografica e non un elenco di battute, di ambizioni, persino di prediche, come a volte succede. Quando vedo un film per la prima volta cerco di entrare nella testa del regista per capire quello che voleva realizzare e se ci è riuscito. Non sempre succede; ad esempio, molti “cinepanettoni” avrebbero voluto far ridere e invece ripetono stanche formule. Lo stesso fanno moltissimi western di serie B o tanti drammi che pre-

2001

feriscono colpire basso sotto la cintura, senza un senso preciso. I bei film cerco di vederli due, tre volte perché, liberato dal bisogno di capire dove va la trama, verifico se le mie intuizioni sono giuste, se c’è qualcosa che mi è sfuggito. Infine traduco questo lavoro nelle schede, che sono diverse dalle recensioni che scrivo per il Corriere della Sera. Sono due impegni completamente differenti: con le recensioni cerco di prendere il lettore per mano e di accompagnarlo all’interno del film, magari invitandolo ad andarlo a vedere, se per me

IL PREMIO FLAIANO Il critico cinematografico, approdato al Corriere della Sera, dopo aver frequentato le pagine di Ombre rosse, il francese Positif, Linus, Ciak, Reset, viene insignito del prestigioso Premio Flaiano.

2021

IL MEREGHETTI 2021

6.653 pagine per circa 33.000 schede di film (e 62 saggi tematici, tra cui nuovi e “definitivi” quelli dedicati a Star Wars, ai corti di Buster Keaton e a Gianni e Pinotto), più 2.187 pagine di indici. Sono i tre volumi del Dizionario dei film 2021 - Il Mereghetti, riuniti dalle edizioni Baldini&Castoldi in un cofanetto cartonato. L’infaticabile autore, che si avvale di una piccola équipe di collaboratori, ma che rivede personalmente tutto il materiale scritto, ci propone un’autentica enciclopedia dei film in ordine alfabetico del titolo italiano, con giudizio, titolo originale, data, durata, regia e cast; a introdurre la scheda analitica, aperta dalla sinossi.

vale la pena; le schede sono qualcosa di più oggettivo, più riflettute, più sedimentate, chiare ma non generiche, con informazioni fondamentali, musiche, montaggi e premi. Perché a volte è così differente il modo di “vedere” un film tra critica e pubblico? Non così spesso come siamo portati a credere. Ogni tanto ci sono differenze fondamentali, ma soltanto perché c’è un pubblico che ha perso il piacere di approfondire e c’è una critica che si è rinchiusa in se stessa. Negli Anni ’60 si andava a vedere sia Accattone di Pasolini che Per un pugno di dollari di Leone: non c’era la differenza tra il film di pubblico e quello di critica. Con gli anni e tutte le crisi culturali e sociali che abbiamo attraversato, gli errori commessi di qua e di là (i critici ne fanno spesso, e non mi riferisco a quelli di giudizio sul film singolo, ma all’impostazione generale del loro discorso) hanno fatto sì che oggi i film si dividano in capolavori o schifezze. Non è vero, ci sono mille vie di mezzo. E ce ne sono moltissimi che, seppure richiedano una visione più impegnativa e più attenta, meritano di essere visti. Le generalizzazioni non sono mai così vere né così assolute. »

IL PROSSIMO “MEREGHETTI” Ha già iniziato l’aggiornamento e la stesura delle nuove schede per l’edizione 2023 del Dizionario. Se avete suggerimenti per film non elencati o dubbi sulle critiche, scrivete a: ilmereghetti@gmail.com.

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PAOLO MEREGHETTI

Per Mereghetti, il film migliore del 2020 (le schede si fermano a giugno) è il documentario “La storia dei Beastie Boys”, dedicato all’ensemble rap-rock newyorkese

+

L’ULTIMO FILM “SCHEDATO” (**1/2) È L’ACTION-THRILLER DI FANTASCIENZA “TENET”: «CI SIAMO MESSI IN TRE PER TRE GIORNI PER SINTETIZZARNE LA TRAMA»

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C’è, secondo lei, un modo “corretto” di porsi, una forma mentis che lo spettatore dovrebbe assumere quando entra in sala o si pone davanti alla Tv a guardare un film? Oppure è giusto che ognuno si lasci andare e si faccia prendere dallo scorrere delle immagini? Io mi lascio andare, do la mano al regista e mi faccio accompagnare. Certo mi deve portare verso terreni che in qualche modo mi interessano e deve tenermi stretto, per non farmi fare cattivi incontri e non farmi imbattere in qualche inciampo. Però la prima volta che vedo un film do fiducia al regista, anche se sono uno spettatore un po’ più preparato della media e posso cogliere delle furbizie oppure delle genialità che altri non vedono. Alla fine traggo le conclusioni. I film dovrebbero

essere visti fino al termine, non sono tanto lunghi, magari facciamo un sonnellino di cinque minuti come i surrealisti. Se poi questo regista, questo genere o questo attore ci sembra abbiano preso in giro la nostra disponibilità, la prossima volta ci andremo con i piedi di piombo. Pensare prima: «Oh mamma, questo film cosa vorrà dire?», ci frena. Picasso sosteneva di essere un genio perché era stato capace di continuare a dipingere come fosse un bambino ed io penso che i film meritino di essere visti come fossimo dei bambini, concedendo la nostra immaginazione. Poi anche i bambini, nel loro piccolo, possono arrabbiarsi. Un compito della critica è far capire l’importanza nel tempo di molte opere. Un impegno che, a fronte dell’evoluzione del gusto sempre più ac-

LO SAPEVATE CHE?

celerata dall’incessante trasformazione tecnologico-consumistica, si fa ogni giorno più complesso... Sono felice di non dover seguire solo l’attualità. Mi piace molto capire perché certi film che rivedo mi danno ancora gioia e piacere. Secondo me è questa la grande forza del cinema: parlare un linguaggio che è stato messo a punto velocemente, negli anni Dieci del ’900. Poi è arrivato il sonoro, poi gli effetti speciali, tutto quello che volete, ma già allora il cinema aveva un modo di narrare attuale. Nelle mie schede cerco di privilegiare le ragioni per cui certi film continuano a essere capaci di parlarci. Guardarli è simile al prendere in mano romanzi come I miserabili oppure David Copperfield (e ne potrei citare altri duemila): sanno ancora dirci qualcosa e non si mollano più!

La fascinazione di Martin Scorsese per il mondo dei malavitosi italoamericani e irlandesi gli viene dalla sua infanzia. Ricorda che si affacciava dalla finestra e vedeva in strada questi gangster che si sparavano.


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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

L'eredità di Dante non si è esaurita e, a 700 anni dalla sua morte, la Divina Commedia continua a parlare agli uomini del presente e del futuro. Lo studioso Alberto Casadei ne ripercorre le tappe

UN VIAGGIO NELLA DIVINA COMMEDIA di Renato Minore

È LA “STORIA AVVENTUROSA DELLA DIVINA COMMEDIA DALLA SELVA OSCURA ALLA REALTÀ AUMENTATA” IL “DANTE” DI ALBERTO CASADEI. Un saggio-racconto ben costruito, con la serietà critica e filologica che è del Casadei studioso e ben montato, con le doti narrative dello scrittore e del poeta. Un “tutto Dante” che è anche un viaggio nella sua vita, con gli accertamenti, i dubbi, le acquisizioni più recenti, e nell’opera di un uomo tormentato dalle sciagure politiche, cacciato dalla patria, costretto a vagare per le corti italiane in cerca di ospitalità e sostegno. E, insieme, una storia della fortuna del poeta: Dante moderno tra Sette e Ottocento, dalle avanguardie novecentesche alla contemporaneità, fino al Dante icona nell’epoca della globalizzazione. Con la convinzione che la “dimensione del poema è quella squisitamente narrativa” e la forza del racconto “genera un’accettazione fiduciosa perfino degli aspetti in cui realtà e immaginazione si fondono indissolubilmente, »

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IL LIBRO DANTE, ICONA INTERNAZIONALE

Fino alla contemporaneità Dante. Storia avventurosa della Divina Commedia dalla selva oscura alla realtà aumentata è il nuovo volume dell’italianista Alberto Casadei, edito da Il Saggiatore. Profondo conoscitore della materia, l’autore esamina concetti complessi, anche attraverso l’analisi poetica, e colloca il testo dantesco tra riferimenti storici, politici e filosofici, alla luce dei più recenti studi. Non si tratta di una vera e propria biografia ma, partendo dalle opere, Casadei ripercorre la fortuna di Dante fino alla contemporaneità, come artista ormai innalzato a icona a livello internazionale. La persistenza di temi cari al poeta che continuano a riemergere e la sua vocazione all’opera d’arte totale sono la chiave interpretativa per spiegare la sua fortuna multiforme.

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come avviene nei grandi romanzi moderni”. Nella prospettiva della contemporaneità e della “attualità” con cui leggiamo Dante oggi, nell’anno settecentesimo dalla morte, chiedo ad Alberto Casadei se possiamo rileggerlo attraversando la “selva oscura” della nostra attuale costrizione, nei giorni della pandemia, rappresentando, attraverso lui, una crisi, una condizione come quella che stiamo vivendo. Mi risponde: «Una crisi storica forse no, ovviamente sarebbe più simile quella vissuta da Boccaccio con la peste del 1348. Ma in senso psicologico personale direi di sì, perché Dante, nel suo ritrovarsi in una selva, indica una sorta di smarrimento totale: non solo il peccato, bensì anche la perdita completa di ogni capacità di

procedere. E se Dante ha scritto davvero il primo canto dell’Inferno nel 1300, come io penso, fu perché a metà della vita si sentì privo di ogni prospettiva, come sta capitando a molti oggi. C’è qualche verso o qualche episodio che può più di altri essere in sintonia con i giorni così difficili che tutti viviamo? Citerei i versi che presentano Virgilio e Dante in risalita dall’Inferno: «Lo duca e io per quel cammino ascoso / intrammo a ritornar nel chiaro mondo». Prima di rivedere le stelle, bisogna camminare nel buio: ma ritornare nel chiaro mondo si può. Da Tobino fino ai vari thriller contemporanei dove Dante è protagonista di delitti, congiure, segreti: cosa aggiunge l’invenzione alla selva della critica che produce nel mondo il maggior numero di contributi? Serve leggere la Divina Commedia sottolineando

gli aspetti più vicini alle modalità letterarie attuali? Serve per comprendere come alcune modalità narrative tipicamente umane siano costanti, anche se vengono modificate nelle varie epoche. Se non ci fosse una continuità profonda, biologica nella genesi delle opere d’arte, noi non riusciremmo a decodificare ancora oggi persino i disegni di Lascaux. E Dante ha anticipato tecniche e stili che solo adesso sono messi in pratica… Lei vede infatti meccanismi cinematografici ante litteram. E anche tecniche di racconto che vengono riprese in molte serie di televisive di successo. Sì, le tecniche sono simili, con sospensioni improvvise, montaggi di scene… La capacità di costruzione narrativa dimostrata lungo i suoi cento canti ha molti punti di contatto con il racconto di tipo romanzesco o cinematografico, o persino delle serie tele-


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visive più recenti. E poi c’è la definizione del Paradiso come “realtà virtuale”. Parla di realtà aumentata: non è una attualizzazione troppo brusca? No, se si considera questo un paragone, non una spiegazione storica. Per cercare di immaginarci cosa si è inventato Dante, noi possiamo parlare di realtà virtuale o aumentata. È quanto esiste oggi di più vicino alla sua idea, anche se non coincide con essa. Non è scorretto usare, metaforicamente, termini come “realtà aumentata” (cioè integrata rispetto ai sensi) o addirittura virtuale: sono le modalità attuali che ci permettono di intuire qual è stato il processo creativo di Dante quando s’immaginava, per esempio, quel luogo-non-luogo che è l’Empireo. La Divina Commedia, che è interpretabile nell’epoca della cultura manoscritta, lo diventa ancora in quella nostra di internet e degli algoritmi? Ogni grande opera d’arte anticipa qualcosa dei tempi fu-

ALBERTO CASADEI È NATO A FORLÌ NEL 1963. SI È SPECIALIZZATO IN LETTERATURA ITALIANA E ATTUALMENTE INSEGNA COME PROFESSORE ORDINARIO PRESSO L’UNIVERSITÀ DI PISA. HA PUBBLICATO NUMEROSI LAVORI SULLA LETTERATURA ITALIANA, DAL TRECENTO FINO A QUELLA CONTEMPORANEA

turi, quindi è interpretabile con i loro strumenti, ovviamente dopo che si è messa bene a fuoco la sua dimensione storica di partenza. C’è un Dante del nuovo Millennio? In un’epoca come la nostra che muta velocemente il gusto estetico e concede successo di breve durata, Dante è ancora un “classico” che “non ha finito di dire quel che ha da dire”, come sosteneva Calvino? Forse è ancora di più. È un’icona riutilizzabile in tutto il mondo, quando si parla dei comportamenti umani perenni. E in previsione, Dante per lettori colti o Dante per tutti? Le due dimensioni devono convivere, se si vuole farlo nostro senza banalizzarlo. Moderno, ma non in senso generico, non attuale ma contemporaneo, una intramontabile leggibilità. È d’accordo? Sì, perché ancora oggi Dante è l’autore che meglio sa sintetizzare in pochi versi un preciso nucleo di senso, ossia l’essenziale dei destini umani.

Primavera di rinascita ad Abano Terme

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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

Un complesso di iniziative che comprendono eventi istituzionali, letterari, espositivi, performativi, didattici e di ricerca celebrano il Sommo Poeta

DANTE 2021: UN ANNO DI EVENTI di Zoe Bambi

IL 5 SETTEMBRE SCORSO IL PRESIDENTE MATTARELLA HA APERTO LE CELEBRAZIONI PER IL SETTECENTESIMO ANNO DALLA MORTE DEL SOMMO POETA A RAVENNA, una delle città fulcro insieme a Firenze e Verona, dove, fino a settembre, si renderà omaggio all’opera di Alighieri con numerosissimi eventi. Ravenna, città in cui il poeta morì nel settembre 1321, sarà teatro di tre mostre importanti, unificate sotto il titolo Dante. Gli occhi e la mente. La prima, attualmente allestita nelL’AUDIOLIBRO la Biblioteca Classense, dal titolo Un percorso guidato tra le tre Cantiche Inclusa est flamma. Ravenna 1921: Il Ministero degli Affari Esteri ha prodotto un audiolibro il Secentenario della morte di Danin 33 lingue diverse, Dalla selva oscura al Paradiso. te, ricorda il VI centenario dantesco Uno strumento unico che, realizzato grazie alla collasvolto alla presenza dell’allora miborazione di altrettanti istituti italiani della cultura, propone un percorso guidato attraverso le tre Cantiche. nistro della Pubblica Istruzione,

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Benedetto Croce. L’altra, Le Arti al tempo dell’esilio, a partire da marzo presso la chiesa di S. Romualdo ripercorrerà le tappe dell’esilio dantesco, attraverso una raffinata selezione di opere dei più importanti artisti contemporanei a Dante, come Giotto e Cimabue, concesse da prestigiosi musei internazionali. A settembre sarà la volta di Un’Epopea pop allestita al MAR, che racconterà la fortuna popolare della figura di Dante che attraversa i secoli e i generi espressivi e presenterà testimonianze letterarie, grafiche e artistiche, fotografiche e cinematografiche, musicali e pubblicitarie legate al Sommo Poeta, con centinaia di oggetti esposti. Sempre a Ravenna, ogni giorno presso la Tomba di Dante, riaperta di recente dopo l’opera di restauro, va in scena L’ora che volge il disìo - Lettura perpetua della Divina Commedia, dove chi vuole può cimentarsi nella lettura di un Canto. Esiliato da Firenze nel 1302, Dante visse a Verona dal 1303 al 1304 e dal 1312 al 1318, ospite di Cangrande della Scala, signore illuminato che accoglieva scienziati e artisti di talento. Proprio Verona, in primavera inaugurerà le mostre Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona alla GAM, e L’Inferno di Michael Mazur a Castelvecchio. E infine Firenze, la città natale del poeta, lo celebrerà con un fitto programma. L’Opera di Santa Croce ospiterà la mostra multimediale Dante Poeta Eterno, a cura di Felice Limosani, che verterà sulle incisioni

di Gustave Doré, artista francese considerato uno dei massimi illustratori della Commedia. Immagini statiche retro illuminate o animate con proiezioni e realtà virtuale, per una fruizione intimistica e contemplativa abbinata all’esperienza interattiva e digitale. Il Museo Galileo e le Gallerie degli Uffizi organizzano Dall’Inferno all’Empireo - Il mondo di Dante tra scienza e poesia, un percorso che vuole inquadrare le competenze scientifiche di Dante nella cultura del suo tempo. Al Museo Casa di Dante, infine, è previsto un ciclo di projection mapping notturno. Nella classifica dei viaggi irrinunciabili del 2021 Le vie di Dante sono l’unica meta italiana segnalata come esempio di turismo naturale, sostenibile e slow. Un progetto che ha coinvolto Emilia-Romagna e Toscana con itinerari tra borghi storici, natura, cibo e tradizione. Le vie sono quelle percorse dal poeta esule nel 1302, in fuga da Firenze, inseguito da una condanna a morte proclamata dai Guelfi saliti al potere. Non tornerà mai più a Firenze, ma è proprio lungo quelle vie che

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INIZIATIVE LA LINGUA ITALIANA

Un museo dedicato

scriverà la Divina Commedia tra il 1304 e il 1307. Venti tappe e 380 km da percorrere a piedi o in bici, che coinvolgono i Comuni di Firenze, Scarperia, San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza e Ravenna. Tra luoghi famosi come Forlì, che ospita l’importante mostra Dante, la visione dell’arte con prestiti degli Uffizi, le Vie portano anche alla scoperta di perle segrete, come l’eremo di Gamogna o la Tanaccia, una delle più belle grotte nell’affascinante scenografia naturale della Vena del Gesso di Brisighella, borgo tra i più belli d’Italia. Da non perdere il Vicolo degli Asini, un cammino di ronda sopraelevato e coperto costruito nel Medioevo, e l’incantevole Rocca Manfrediana. Luoghi di storia e paesaggi che sono il grande giacimento culturale d’Italia.

Nascerà a Firenze il Museo della Lingua italiana. In occasione della presentazione delle celebrazioni dantesche, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha annunciato che i lavori prenderanno avvio entro il 2021 nell’ex convento di Santa Maria Novella. Lo Stato ha investito 4,5 milioni di euro per la riqualificazione dell’area e la realizzazione del museo: sarà uno spazio completamente nuovo per raccontare e far conoscere la lunghissima storia della lingua italiana, dal primo documento del 960 che contiene frasi scritte in volgare italiano, fino alla lingua dei social degli Anni ’20 del XXI secolo, passando per Dante, Boccaccio, Petrarca, Ariosto, Galilei, Machiavelli, Leopardi, Manzoni, D’Annunzio e Sciascia. Un luogo che celebrerà l’unità nazionale e valorizzerà la nostra lingua anche a livello internazionale, in un’ottica rivolta alla modernità e all’interattività: un sapere non statico ma dinamico, in continua evoluzione, proprio come la lingua stessa.

UN SETTECENTENARIO ARTICOLATO E CORALE CHE, ATTRAVERSO VARIE DISCIPLINE ARTISTICHE, RACCONTERÀ COSA HA RAPPRESENTATO E COSA RAPPRESENTA DANTE ANCORA OGGI

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PARMA 2020+21

SCONTI E AGEVOLAZIONI

La carta fedeltà Per vivere al meglio la Capitale della Cultura 2020-21, potete usufruire della Parma Card. Si tratta di una carta fedeltà, acquistabile online o direttamente dall’app Parma 2020+21, che verrà rilasciata in formato digitale e personalizzata a seconda del proprio profilo (turista o cittadino). Esibendone il codice sarà possibile usufruire di sconti sugli ingressi di musei, mostre online ed eventi, ma anche durante lo shopping o la consumazione di pranzi e cene. Fino al 28 febbraio 2021, il costo è di 5 euro, mentre da marzo 2021 sarà possibile acquistarla al prezzo ordinario di 21 euro.

Procida è stata designata Capitale italiana della cultura 2022. Nel 2023 il titolo andrà a Brescia e Bergamo, duramente colpite dall’emergenza Covid

QUANDO LA CULTURA SI FA CAPITALE

di Stefano Leoni

NEL 2015 CAGLIARI, LECCE, PERUGIA, RAVENNA E SIENA; NEL 2016 MANTOVA; NEL 2017 PISTOIA; NEL 2018 PALERMO E NEL 2019 MATERA. Un itinerario fantasioso lungo le bellezze della Penisola? In un certo senso, sì. Si tratta, infatti, di tutte le città che, anno dopo anno, sono state scelte e designate come Capitali italiane della cultura dal MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) e da una commissione di sette esperti. Un progetto nato nel 2014 da un’idea di Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali e del Turismo, dopo la proclamazione della città di Matera come Capitale euro-

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pea della cultura 2019. L’obiettivo dell’iniziativa italiana ricalca quello della versione “comunitaria”: avvicinare i vari cittadini alle bellezze dei territori, aumentando la visibilità delle capitali culturali e migliorandone il contesto socioeconomico. Così, dopo che nel 2019 non è stato assegnato alcun titolo per celebrare al meglio il primato europeo di cui era stata insignita Matera, nel 2020 sarebbe stato il turno di Parma. Sarebbe stato, appunto. Se non fosse che abbiamo dovuto far fronte alla pandemia e alle restrizioni per rallentare il contagio. A marzo, come ben sappiamo, tutto si è fermato e allora

la città di Parma, insieme alla Regione Emilia-Romagna e alle vicine Piacenza e Reggio Emilia, altrettanto coinvolte nel progetto culturale, ha avanzato la richiesta di estendere il titolo all’anno successivo, trovando il sostegno anche delle città candidate al bando nel frattempo aperto per il 2021. Una richiesta accolta e approvata con il Decreto Rilancio di luglio. Il programma parmense riparte, dunque, sia con le attività già previste in calendario e rimaste in sospeso, sia con rinnovate iniziative scaturite proprio dal periodo che ha colpito duramente molti settori culturali. Significativo è l’evento cardine dell’edizione emi-


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1 Parma, un interno del Battistero. 2 Parma, la Cattedrale e il Battistero. 3 Fontanellato (Pr), il Castello medievale. 4 e 5 Parma, Palazzo Tarasconi:

la mostra “Ligabue & Vitaloni. Dare voce alla natura”. 6 Torrechiara (Pr), il Sentiero dell’Arte. 7 Uno scorcio di Matera. 8 Parma, il Teatro Regio.

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MATERA

Il bilancio della Capitale europea della cultura 2019 Matera, divenuta Capitale europea della cultura nel 2019, sembra aver beneficiato ampiamente dell’iniziativa. Secondo le stime rilasciate da Fondazione Matera-Basilicata, infatti, la Città ha registrato un aumento dei turisti stranieri del 44%, per un totale complessivo di quasi 870mila pernottamenti. Inoltre, si stimano circa 330mila accessi a quasi 1.250 eventi, di cui oltre 400 in altri Comuni della Regione, portando ad un aumento delle presenze in tutta la Basilicata pari al 34%.

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liana dal nome “Hospitale - Il futuro della memoria”, una mostra che celebra la memoria storica dell’iconico quartiere Oltretorrente, utilizzato come ospedale, e che oggi si presta a nuovi significati e a riflessioni più che mai attuali. Ed è proprio per l’attualità degli ultimi mesi che, durante l’approvazione del Decreto Rilancio, è stato aggiunto un altro tassello al progetto delle Capitali italiane della cultura. Saranno, infatti, Bergamo e Brescia le città portatrici del titolo nel 2023, grazie all’approvazione di un emendamento che prevedeva che i due capoluoghi ottenessero il riconoscimento senza dover partecipare ad alcun bando.

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SUL SITO DEL MIBACT (WWW.BENICULTURALI.IT) È ATTIVA UNA SEZIONE DEDICATA AI LUOGHI DELLA CULTURA IN ITALIA. AL SUO INTERNO SONO DISPONIBILI NUMEROSI VIAGGI VIRTUALI PER GODERE DELLE BELLEZZE DEL TERRITORIO ANCHE DA CASA 8


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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__ CURIOSITÀ

«Amo la radio perché arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamente», noto ritornello di un brano del 1976 di Eugenio Finardi, è stato l’inno delle prime radio private.

Nonostante l’avvento del web, resta un canale potente, il media più utilizzato a livello globale

13 FEBBRAIO, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA RADIO +

GLI ASCOLTI DA CASA

di Anna Costalunga

L’emergenza sanitaria ha inciso anche sulle modalità di fruizione e sul ruolo di questo strumento COMPAGNA FEDELE

Secondo la Ter, Tavolo Editori Radio, che pubblica i dati delle emittenti in Italia, l’ascolto è diventato soprattutto casalingo (70,9% post lockdown contro il 47,9% precedente). La radio accompagna più di prima le diverse attività indoor, come cucinare e pulire (34,2%), ma non ci abbandona neanche nei momenti di relax (22%). Ascoltiamo la radio mentre facciamo ginnastica (12,9%) e al risveglio (21,3%), e per farlo usiamo tutti i device, con un aumento dell’uso di smartphone (27,6%), televisione (26,4%), pc (12,5%) e tablet (4,0%).

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LA RADIO È IL MEZZO DI INFORMAZIONE PIÙ DIFFUSO ED ANCHE IL PIÙ ECONOMICO E DEMOCRATICO. Uno strumento in grado di raggiungere le aree più povere del pianeta e i luoghi più disagiati. Per queste ragioni il 13 febbraio si celebra la Giornata Mondiale della Radio che riconosce a quest’ultima il ruolo di fondamentale mezzo di comunicazione, sostenendo la collaborazione tra le emittenti dei diversi Paesi e incoraggiando l’accesso all’informazione, la libertà di espressione e l’uguaglianza. L’edizione di quest’anno, “Una nuova radio per un mondo nuovo”, affronterà tre sotto-temi: evoluzione, connessione e innovazione. Il primo richiama alla resilienza, ossia alla capacità della radio di accompagnare gli eventi della storia testimoniando i cambia-

menti ed evolvendosi con essi. Il riferimento alla connessione evidenzia i servizi resi alla società nel corso di eventi gravi, come l’ultima pandemia, durante i quali la radio si dimostra il mezzo più veloce e sicuro per trasmettere avvisi di pubblica utilità. Infine, l’innovazione: il mondo cambia e la radio si rinnova sulla base delle nuove tecnologie (podcast, internet, cuffie wireless) adattandosi a nuovi stili di vita. La radio non è più solo un mezzo sonoro: oggi infatti si ascolta in Tv mentre la Tv si ascolta alla radio. “Una nuova radio per un mondo nuovo” è un tributo ad uno strumento che, nonostante i cambiamenti, da più di 100 anni resta sempre accanto ai suoi ascoltatori e alle loro esigenze.


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come

ERAVAMO come

SIAMO Un libro ideale, un confronto tra presente e passato che mette d’accordo tutti, adulti e giovani. La penna ironica di Rosella Bennati racconta l’Italia tra il ’900 e 2000. Un volume che strizza l’occhio alla saggistica, lieve e irriverente. Arricchito da disegni e foto d’epoca. DESIDERO RICEVERE IN CONTRASSEGNO AL MIO DOMICILIO N ._____ COPIA/E DEL VOLUME DAL NOVECENTO AL DUEMILA € 10,00 A COPIA (+ SPESE SPEDIZIONE) BUONO D’ORDINE COMPILARE IN STAMPATELLO, RITAGLIARE E SPEDIRE A 50&PIÙ EDITORIALE - VIA DEL MELANGOLO, 26 - 00186 ROMA Nome _____________________________________________________ Cognome _________________________________________________ Via _______________________________________________________ Città __________________________________Cap________________ Pr. ____ Cod. Fisc. ____________________________________________ Telefono __________________________________________________ Mail ______________________________________________________ Data ________________ Firma ________________________________ 50&Più Editoriale assicura che i dati personali verranno trattati con la riservatezza prevista dal D. Leg.vo 196/2003 e saranno utilizzati solo per i propri fini commerciali. Tali dati, su richiesta, potranno essere cancellati o rettificati.


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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

Marian Sachs è una centenaria che vive in una casa di riposo in California. Ispirata da Greta Thunberg, ha deciso di far osservare un giorno senza carne a tutti i residenti

PALADINA DELL’AMBIENTE A 101 ANNI di Giovanna Favale

IL SUO MODELLO DI RIFERIMENTO È GRETA THUNBERG, l’adolescente svedese che con la sua caparbietà è riuscita a smuovere le menti dei grandi e dei piccoli, accendendo i riflettori sul pessimo stato di salute in cui versa il nostro pianeta. Ma lei non ha sedici anni, ha smesso di andare a scuola da un bel po’, non può scendere in piazza e sventolare cartelloni con slogan ambientalisti durante i Fridays for future. E non ha neanche il potere mediatico della giovane attivista scandinava, che nel 2019 è stata proIL PARERE clamata la persona dell’anno per Una trasformazione irreversibile la rivista Time. «Il riscaldamento globale non è una crisi: è una traPerché lei, Marian Sachs, (nella fosformazione irreversibile. Non esiste un vaccino contro to, in alto, a sinistra) di anni ne ha i cambiamenti climatici, non ci sarà alcun ritorno alla 101, e vive in una casa di riposo a normalità», ha dichiarato François Gemenne, ricercatore Pasadena, in California. I giorni dell’Università di Liegi, in Belgio.

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scorrono lenti in luoghi come questo, ma Marian, che è stata un’infermiera, non ha perso la voglia di documentarsi. E così, sfogliando le riviste e guardando la Tv, scopre la protesta capitanata da Greta Thunberg, ed inizia a seguirla con interesse. Ma non basta osservarla da lontano, non si accontenta di fare da mera spettatrice. Condivide le idee portate avanti da questa giovane leader dai capelli color grano, e decide che anche lei deve fare la sua piccola parte. In fondo, non sono i piccoli gesti quelli che danno valore ad un’intera esistenza? Marian propone alla struttura che la ospita di osservare un giorno alla settimana senza carne. È questo il modo con cui pensa di poter sostenere la causa di Greta e dei giovani di tutto il mondo. Si fa portavoce della sua proposta tra gli altri residenti della struttura. Ne spiega le motivazioni, fa breccia sul fatto che i ragazzi, compresi “i nostri nipoti e pronipoti”, stanno portando avanti una battaglia importante, e tutti hanno il dovere di fare la propria parte. La proposta di Marian viene accolta con favore dalla maggior parte dei residenti della struttura. Messa ai voti, la sua mozione ottiene 44 sì e soltanto 6 no. È così che, dopo essersi consultati con il cuoco, viene variato il nuovo menù senza carne. Il giorno prescelto è il lunedì: a pranzo e a cena, anziché pollo o manzo viene servito tofu, pasta e melanzane. «Ho 101 anni e vivo in una struttura di residenza assistita - scrive in una lettera che spedisce ai giornali della zona -,

non c’è molto che noi anziani possiamo fare per aiutare in questa battaglia. Tuttavia, ho pensato che forse potremmo osservare un giorno senza carne alla settimana nella nostra sala da pranzo. La proposta ha ricevuto una notevole approvazione da parte dei nostri residenti, un po’ di pubblicità potrebbe ispirare altri anziani a fare la loro parte», scrive Marian Sachs. » SPETTATORI SÌ, MA ANCHE VITTIME

Secondo l’ultimo rapporto pubblicato sulla rivista Lancet, il numero di anziani che muoiono ogni estate di caldo è aumentato del 53,7% negli ultimi venti anni. Soltanto nel 2018 ne sarebbero morti 296mila per colpi di calore causati dal riscaldamento globale. La maggior parte in Giappone, dove l’età media della popolazione è molto alta, ma anche nell’Est della Cina, nel Nord dell’India e nel Centro dell’Europa. Le ondate estive di caldo sono state letali anche per chi aveva già problemi cardiaci o di disidratazione, e per chi vive in appartamenti sprovvisti di aria condizionata. Ed il cal-

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LA STORIA VOCI DALL’AFRICA

Kuki Gallmann

do, secondo i 120 scienziati che hanno preso parte al rapporto, è all’origine anche di nuove minacce delle quali si parla ancora poco: come la diffusione delle zanzare Aedes che trasmettono la dengue, oppure i casi di malaria e di altri virus che potrebbero diffondersi globalmente, come il Covid-19, favoriti dalle deforestazioni e dal cambiamento dell’uso del suolo dovuto alle attività umane. «Non possiamo cambiare il mondo da soli, ma non fare nulla non è un’opzione percorribile. Come anziani responsabili dovremmo dare il nostro sostegno in questa crisi climatica. Il menù senza carne è tutto ciò a cui sono riuscita a pensare», afferma Marian Sachs davanti ai microfoni del Los Angeles Time, avendo l’opportunità di far arrivare il suo messaggio ben oltre i confini locali.

E se la signora Marian, a 101 anni, ha deciso di fare la sua parte nella lotta al climate change, c’è chi ha dedicato tutta la vita alla causa ambientale. Stiamo parlando di Kuki Gallmann (nella foto accanto), all’anagrafe Maria Boccazzi, scrittrice di successo che vive in Kenya dal 1972. Aveva 29 anni quando si trasferì in questo angolo di Africa. Non ha avuto una vita facile: nel 1980 perse il marito in un incidente stradale, e tre anni più tardi morì il figlio diciassettenne, morso da un serpente. Nel 1984 ha fondato la Gallmann Memorial Foundation, che si occupa della salvaguardia dell’ambiente, e gestisce la Laikipia Nature Conservancy: la più grande riserva naturale privata del Kenya. Nel 1991 è uscito il suo romanzo autobiografico, Sognavo l’Africa, da cui è stato tratto il film cult Sognando l’Africa, interpretato nel 2000 da Kim Basinger. Kuki ha affrontato numerose invasioni della propria terra da parte di pastori in fuga della siccità e nel 2017 è stata ferita in un attacco che ha messo in pericolo la fauna di quest’area. Ma lei è ancora lì, e continua a lottare in prima fila nella battaglia ecologista.

PROMUOVERE AZIONI, A TUTTI I LIVELLI, PER COMBATTERE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: QUESTO È L’OBIETTIVO 13 DELL’AGENDA 2030 PROMOSSA DALL’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE

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scienze ALIMENTAZIONE SALUTE STAR BENE AMBIENTE TECNOLOGIA

Un’alimentazione più sostenibile, che preveda il consumo di alimenti sani, con ridotte emissioni di carbonio e basso impatto su terreno e risorse idriche. È così che può sopravvivere l’uomo del domani

IL CIBO DI DOMANI? LA CARNE “FINTA” __ALIMENTAZIONE__

di Romina Vinci

IL 9% DELLA POPOLAZIONE GLOBALE SOFFRE DI DENUTRIZIONE. A LANCIARE L’ALLARME È LA FAO, L’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L’ALIMENTAZIONE E L’AGRICOLTURA. Il perché è presto detto: produciamo cibo in maniera inefficiente. È più l’energia che spendiamo per produrlo rispetto a quella che riceviamo mangiandolo. Nel 2020 ci sono stati due eventi senza precedenti che hanno aggravato la situazione: il Coro-

navirus e l’invasione delle locuste in Africa, che ha devastato i raccolti. Due fattori che hanno fatto salire di ben 100 milioni il numero delle persone denutrite. E se non si farà qualcosa per invertire questo trend, nel 2030 arriveremo a 840 milioni. L’obiettivo di sconfiggere la fame del mondo, che rientra tra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile per il 2030 dell’Onu, è ormai fuori portata. Purtroppo. Invertire la rotta è possibile, a patto di passare ad un’alimentazione povera di carne e ricca di ortaggi e legumi. Il consumo globale di carne, nella seconda metà del Novecento, è aumen» ALLEVAMENTO

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tato di cinque volte. Se nel 1950 si aggirava intorno a 45 milioni di tonnellate l’anno, nel 2000 le tonnellate erano 233 milioni. Secondo le stime della Fao, entro il 2050 si arriverà a 465 milioni di tonnellate. Tutto ciò ha causato un aumento del numero di animali allevati, una crescita esplosiva della popolazione animale domestica, che è incompatibile con i ritmi naturali della Terra, minandone gli equilibri.

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UNA DIETA SANA DEVE ESSERE ACCESSIBILE A TUTTE LE CLASSI SOCIALI, SENZA BARRIERE GEOGRAFICHE. DEVE INOLTRE RINEGOZIARE IL CONCETTO DI ABBONDANZA A FAVORE DI QUELLO DI SOSTENIBILITÀ, PREDILIGENDO UN MIGLIORE APPORTO NUTRIZIONALE


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L’industria alimentare cambia volto

È arrivato il momento di pensare a produzioni di cibo che facciano bene a noi, agli animali e quindi anche alla Terra. Per scrivere il futuro alimentare sono necessari interventi specifici: politiche di supporto ai piccoli produttori, lo sviluppo di nuove tecniche agroalimentari più sostenibili, l’aggiornamento della catena alimentare per ridurre gli sprechi e, soprattutto, l’adozione di nuovi cibi, con meno carne e più verdure.

LE ALGHE

Sono ricche di proteine, acidi grassi essenziali e antiossidanti. Il tipo Wakane, in particolare, sta iniziando a diffondersi anche in Occidente, grazie al Poke Hawaiano.

Dallo spreco di acqua al cambiamento climatico, gli allevamenti sono tra le cause maggiori di tutti i problemi di sostenibilità. Senza contare che sono piuttosto inefficienti. In media, per ottenere una singola caloria dalla carne di pollo, servono nove calorie per nutrire quel pollo stesso. » UN PROBLEMA DI COSTI

Una dieta sana costa cinque volte quanto una fatta di cibo spazzatura. Il risultato è che più di tre miliardi di persone non possono permettersi un’alimentazione bilanciata, completa dei nutrienti essenziali. La sproporzione dei prezzi tra cibo spazzatura e cibo »

I CACTUS

I FUNGHI

In Giappone già se ne consumano in abbondanza. Sono sostenibili e dall’alto apporto vitaminico. Da segnalare, soprattutto, la specie Maitake: rafforza il sistema immunitario.

Ricchi di acqua, vitamine e fibre, sono già presenti nelle tavole di alcuni stati del Sud America. Sono utili per il trattamento dell’obesità e anche come mangime animale.

Il fonio è uno dei cereali più antichi al mondo, anche se è ancora quasi sconosciuto in Occidente. Viene coltivato in Africa da cinquemila anni. È un cereale che cresce nelle aride zone sub-sahariane, dove non può crescere nient’altro. Non richiede né acqua né antiparassitari. Il Wwf lo ha inserito tra i cinquanta cibi del futuro: «Sostituendo il mais e il riso con il fonio o il farro - si legge nel documento - si migliorano i valori nutrizionali del pasto e, al tempo stesso, si contribuisce alla biodiversità agricola difendendo il sistema alimentare globale».

IL FONIO È UNO DEGLI ALIMENTI CHE SALVERÀ IL PIANETA

Questo antico cereale nasce nelle zone rurali del Senegal, Burkina Faso, Mali e Ghana

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__SCIENZE ALIMENTAZIONE__ salutare è una delle cause della cattiva alimentazione nel mondo e affligge l’economia di tutti i Paesi. Basti pensare che nel 2030 i costi sanitari dovuti alla cattiva alimentazione saranno di circa 1.000 miliardi l’anno, mentre quelli ambientali, derivati delle emissioni di gas serra dovuti alla produzione alimentare, saranno all’incirca di 2.000 miliardi. » GLI ALIMENTI CHE SALVERANNO IL PIANETA

Il Wwf, in collaborazione con Knorr, nel maggio 2019 ha diffuso l’elenco dei “50 Future Foods”, ovvero gli alimenti che dovranno diventare il centro della nostra dieta nel prossimo futuro. Si tratta di cibi che potrebbero migliorare la salute del mondo e ridurre l’impatto ambientale dell’industria alimentare, in particolare di quella della carne. Nell’elenco, infatti, ci sono tutti alimenti vegetali. La selezione include non solo frutta e verdura, ma anche cereali, semi, tuberi, germogli e alcuni cibi particolarmente rilevanti per le loro proprietà benefiche, tra cui le alghe e il cavolo riccio.

NUMERI E PERCENTUALI

DIETA MEDITERRANEA

I valori nutrizionali La dieta mediterranea, se scomposta in valori nutrizionali (55% di carboidrati, 30% di grassi e 15% di proteine), rivela un tipo di alimentazione altamente energetica.

La vera grande sfida dell’alimentazione moderna però è » CARNE SENZA CARNE

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LA FINE DI UN’ERA ANCHE LA PIÙ GRANDE CATENA DI FAST FOOD AL MONDO, IL MCDONALD’S, HA ANNUNCIATO CHE A BREVE LANCERÀ LA SUA LINEA DI PRODOTTI VEGETALI, IN ALTERNATIVA AL CLASSICO HAMBURGER, FRENANDO COSÌ L’ALIMENTO CHE HA DECRETATO IL SUO SUCCESSO

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700 mln sono le persone denutrite nel mondo secondo il Rapporto Fao 2020. Rappresentano il 9% della popolazione globale.

1.000 mld sono i costi sanitari che, nel 2030, i governi dovranno sostenere ogni anno per curare i danni causati dalla cattiva alimentazione.

un’altra: la carne “finta”. Riproduce esattamente consistenza, odore, colore e gusto di quella vera, riducendone però notevolmente l’impatto ambientale. Nella Silicon Valley sono nate molte startup che cercano di trovare il sistema più efficiente e sostenibile possibile per produrre qualcosa che ricordi la carne. Esistono due modi per avere “carne senza carne”: il primo consiste nel produrla in laboratorio, partendo da cellule animali. Un’azienda molto promettente in questo campo è la Memphis Meats, tra i cui investitori c’è Bill Gates . Il problema di questo metodo però è il costo: il prezzo di produzione di 1 kg di carne si aggira attorno ai 6mila dollari, tutt’altro che economico insomma; il secondo modo, usato da diverse aziende, è quello di sostituire la carne con altri cibi che la ri-

cordino per sapore e consistenza (il succo di barbabietola, ad esempio, viene usato per emulare il rosso del sangue). Il business della carne finta raggiungerà nei prossimi dieci anni un giro d’affari da 140 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti, solo nel 2019, le vendite di alimenti a base vegetale sono cresciute dell’11%. Il motivo? Più attenzione alla salute e all’impatto ambientale. » UNA SFIDA TRA GENERAZIONI

E mentre in molte parti del mondo i nuovi modelli alimentari (come il sushi o il poke) stanno diventando sempre più popolari, al punto da sostituire il cibo spazzatura (fast e street food), in Italia siamo ancora indietro. Complice anche la nostra tradizione culinaria, continuiamo a preferire un modello alimentare basato su più portate e grandi quantità. Con un gap generazionale: da una parte quella fetta di popolazione ancorata al rito della tavola imbandita, con i suoi tempi dilatati e conviviali, dall’altra le nuove generazioni che guardano con curiosità al green food, prediligendo monoporzioni da gustare davanti al pc o al tablet. Chi la spunterà?


ABBIAMO SCOPERTO CHE C’È VITA DOPO LA VITA. Grazie al tuo lascito testamentario a Fondazione Umberto Veronesi la ricerca potrà andare avanti e migliorare la vita delle generazioni future.

Dal 2003 Fondazione Umberto Veronesi sostiene i migliori ricercatori, impegnati a trovare nuove terapie per i tumori, le patologie cardiovascolari e neurodegenerative. Scopri di più su lasciti.fondazioneveronesi.it Per saperne di più e ricevere gratuitamente la guida informativa sui lasciti, telefona allo 02.76018187 o scrivi una e-mail a lasciti@fondazioneveronesi.it In alternativa, compila il coupon e invialo via fax al numero 02.76406966 oppure in busta chiusa a Fondazione Umberto Veronesi - Via Solferino 19, 20121 Milano.

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Privacy – Art. 13, GDPR: I dati personali saranno trattati, con modalità prevalentemente elettroniche, da Fondazione Umberto Veronesi - titolare del trattamento - Piazza Velasca 5, 20122 Milano (MI) per inviare informazioni sui lasciti testamentari, nonché per contatti informativi istituzionali e di promozione di iniziative, progetti, per sondaggi e ricerche, attività di raccolta di fondi a sostegno della nostra missione, in virtù del legittimo interesse della Fondazione a fornire informazioni sulla propria attività per la quale con questa richiesta si è espresso interesse, e a dimostrare il proprio costante impegno alla realizzazione della propria missione. Inoltre, se lo si desidera, i dati saranno trattati per eseguire i predetti contatti in maniera personalizzata, cioè in base a interessi specifici, comportamenti, azioni, preferenze e caratteristiche della persona. Ciò comporterà la selezione delle informazioni archiviate rispetto alla persona, affinché questa riceva comunicazioni di suo interesse e in linea con le sue preferenze, evitando di essere disturbata da contatti non graditi o di non interesse. Tutti i contatti avverranno a mezzo posta, telefono (fisso e cellulare), e-mail, Sms. Le persone autorizzate al trattamento sono gli incaricati a: attività istituzionali e progetti, eventi, raccolta fondi, sistemi informativi e di sicurezza dei dati. Ai sensi degli artt. 15-22, GDPR, scrivendo al titolare al suddetto indirizzo postale o all’e-mail lasciti@fondazioneveronesi.it, si possono esercitare i diritti di consultazione, modificazione, di cancellazione e oblio, limitazione del trattamento dei dati, portabilità dei dati o opporsi al loro trattamento per motivi legittimi o per scopi informativi e promozionali, anche limitatamente a uno o più strumenti di contatto (es.: via e-mail e/o sms e/o posta e/o telefono). Qualora non sia precisato, l’opposizione al trattamento dei dati per fini informativi sarà inteso esteso a tutti gli strumenti di contatto. Si può richiedere anche l’elenco aggiornato e completo dei responsabili del trattamento. Si ha il diritto di presentare reclamo all’autorità di controllo per far valere i propri diritti. Informazioni da fornire in forma completa su lasciti.fondazioneveronesi.it [ ] Lette le informazioni da fornire ai sensi dell’art. 13, GDPR desidero essere contattato in base ai miei interessi, preferenze e caratteristiche, in modo personalizzato.


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__SCIENZE SALUTE__

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CONSIGLI UTILI

PREVENZIONE TUMORI

Gli alimenti da preferire La gran parte delle diete considerate protettive contro il cancro sono ricche in alimenti di origine vegetale. Frutta e verdura poco trasformate sono una fonte di nutrienti e fibra, e dovrebbero prevalere nella dieta rispetto a cibi processati, ricchi di grassi, zuccheri e pasta, pane o prodotti da forno raffinati (“bianchi”). Via libera quindi ogni giorno a: • verdure non amidacee e frutti di colori differenti; • radici e tuberi non amidacei (come carote, carciofi, sedano e rape); • cereali integrali (come riso, frumento, avena, orzo e segale). (Fonte: World Cancer Research Fund)

Un’alimentazione fondata sull’equilibrio tra nutrienti assunti e risorse naturali utilizzate, limitando sprechi, è possibile?

DIETA E AMBIENTE: UNA SCELTA SOSTENIBILE a cura di Fondazione Umberto Veronesi

«DUE DELLE MAGGIOR SFIDE DEL NOSTRO TEMPO SONO LA MALNUTRIZIONE IN TUTTE LE SUE FORME E IL DEGRADO DELLE RISORSE NATURALI E AMBIENTALI. Entrambi stanno accadendo a velocità accelerata». Sono parole della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura, e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Esistono, oggi, soluzioni sostenibili in grado di rispondere alle necessità della salute umana e di quelle della salute ambientale? » UOMO E AMBIENTE: INTERESSI CONVERGENTI

Da alcuni decenni la ricerca

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scientifica in ambito medico, economico e ambientale ha dimostrato che ciò che è bene per la salute umana è positivo anche per degli ecosistemi. Ed è in questa ottica che oggi si guarda alla fragilità di un pianeta popolato da poco meno di 8 miliardi di esseri umani, che ogni giorno hanno bisogno di acqua e cibo sufficienti e sicuri. Mangiare a sufficienza e in modo equilibrato è indispensabile per acquisire i macro e micronutrienti che ci mantengono vivi e in salute. All’alimentazione sono legate le malattie più diffuse come quelle cardiovascolari, il diabete e molte forme di tumore. » CIBO E SALUTE

Il rapporto con l’ambiente è una delle determinanti fondamentali della salute umana. Abbiamo sott’occhio gli effetti dell’inquinamento per esempio, e con l’emergenza pandemica in corso abbiamo imparato a nostre spese che deforestazione o pratiche poco controllate di allevamento provocano interazioni nuove e pericolose fra patogeni, animali e uomini. » AMBIENTE E SALUTE

Anche produrre il cibo che ogni giorno portiamo in tavola richiede attività ad alto impatto ambientale. Basti pensare agli allevamenti intensivi, al fatto che il 50% del suolo e il 70% dell’acqua che consumia» CIBO E AMBIENTE


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FRUTTA E VERDURA INSOSTITUIBILI

Per una dieta sana

mo sono destinati a nutrire uomini e bestiame; che la filiera alimentare è responsabile del 25-30% delle emissioni di gas a effetto serra che concorrono al riscaldamento globale. » IDENTIKIT DELLA DIETA SANA E SOSTENIBILE

Esiste una super dieta capace di unire in sé i vantaggi per l’uomo e per l’ambiente? Gli esperti studiano alacremente il tema e naturalmente non esiste un “menu” univoco, però esistono principi condivisi che la Fao ha sintetizzato in 16 punti. Le diete sostenibili: 1. iniziano dall’allattamento al seno: il latte materno do-

vrebbe essere esclusivo per i primi sei mesi di vita e dovrebbe proseguire anche fino ai due anni d’età, integrato con gli alimenti opportuni; 2. si basano su una varietà bilanciata di alimenti, meglio se poco o per nulla trasformati; 3. includono cereali integrali, legumi, frutta a guscio, nonché frutta e verdura varie ed abbondanti; 4. includono quantità moderate di uova, latticini, pollame e pesce, e piccole quantità di carni rosse; 5. includono acqua pulita e sicura come bevanda principale; 6. apportano l’energia e i nutrienti che occorrono (e non di più!) per crescere e condurre una vita sana e attiva; 7. sono in linea con le linee guida per ridurre i rischi di malattie croniche; 8. sono il più possibile prive di patogeni, tossine e altri agenti dannosi; 9. limitano l’emissione di gas serra, il consumo di

acqua e suolo, l’uso di azoto, fosforo e altri inquinanti chimici; 10. preservano la biodiversità di colture, animali ed ecosistemi, evitano lo sfruttamento eccessivo di pesca e caccia; 11. riducono al minimo l’uso di antibiotici e ormoni per la produzione di cibo; 12. riducono al minimo l’uso di plastica per il packaging; 13. riducono gli sprechi; 14. si fondano sul rispetto delle culture, delle pratiche e dei valori con cui il cibo è prodotto, cucinato e consumato; 15. sono accessibili e appetibili; 16. evitano le discriminazioni di genere nella produzione, approvvigionamento e preparazione del cibo. Questa descrizione somiglia alla nostra dieta mediterranea, non a caso inclusa nel 2010 dall’Unesco nella Lista del Patrimonio Culturali immateriale dell’Umanità.

Il 2021 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno della frutta e della verdura”. Perfettamente in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, questa scelta darà l’occasione di promuovere l’educazione, la ricerca e l’innovazione nel campo agroalimentare di cui abbiamo un estremo bisogno. Ma sarà un anno importante anche per ricordare e valorizzare i consigli dei nutrizionisti: frutta e verdura sono fonti insostituibili di fibra, vitamine e sali minerali (ad esempio, folato, vitamine A e C e potassio), oltre che di composti fitochimici benefici. Componenti essenziali di una dieta sana, frutta e verdura possono aiutare a ridurre i fattori di rischio per le grandi malattie non trasmissibili più diffuse, come sovrappeso/obesità, infiammazioni croniche, ipertensione e colesterolo alto. Quindi? Consumare ogni giorno cinque porzioni di frutta e verdura (circa 400 grammi) è uno fra i sistemi più semplici, economici ed efficaci per prenderci cura della nostra salute, dalla prima infanzia sino alla vecchiaia.

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__SCIENZE STAR BENE__

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BENESSERE E DIVERTIMENTO

TANTI BENEFICI

Tutto il buono che c’è Sono molteplici i benefici derivanti da questo tipo di allenamento, primo fra tutti il maggiore piacere di vivere nel proprio corpo. Rafforza poi la muscolatura, aumenta il tono e la definizione muscolare nonché la resistenza. Nia calma la mente e contribuisce a diminuire lo stress, accresce grazia e flessibilità, migliora la postura, la circolazione e la funzione degli organi, in particolare di cuore e polmoni. Infine, riduce i sintomi della depressione e aumenta la concentrazione e la funzione cognitiva. Il tutto, divertendosi.

Non è una danza, non è un’arte marziale. Non è neanche Yoga, ma è nata unendo il meglio di queste discipline. Una tecnica indicata a ogni età

NIA, IL PIACERE DI MUOVERSI VOLTI SORRIDENTI. PIEDI SCALZI. CORPI IN MOVIMENTO AL RITMO DELLA MUSICA. Tutti eseguono la stessa mossa, ma ognuno la fa a modo suo. C’è chi è più energico e chi è più delicato, chi amplifica i gesti e chi li accenna appena, chi ondeggia di più, chi di meno, chi segue fedelmente le indicazioni dell’insegnante e chi ne dà un’interpretazione personale. Nessuno viene corretto. Quella che sembra una lezione di danza un po’ anarchica è in realtà una tecnica di movimento per nulla improvvisata, ma frutto di lunghi e approfonditi studi. Si chiama Nia, è nata negli anni Ottanta negli Stati Uniti e ora si è diffusa anche in Italia. Per dirla in

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di Giovanna Dall’Ongaro

breve è un mix di danza, arti marziali e mindfulness che fa bene al corpo, alla mente e all’umore. Ma Letizia Accinelli, Cintura Nera e unica formatrice Nia in Italia, ce l’ha spiegata meglio. Per chi non ne sapesse niente, può dirci cos’è Nia e come nasce? La tecnica nasce negli Stati Uniti 35 anni fa dal lavoro di due sportivi, un uomo e una donna, lui un tennista professionista, lei insegnante di aerobica di successo. Entrambi avevano osservato che i movimenti ripetitivi dell’attività fisica portano spesso ad infortuni e alla lunga danneggiano le articolazioni. Si erano quindi chiesti quale fosse l’allenamento ideale che conci-

liasse l’attività cardiovascolare con movimenti rispettosi dell’anatomia del corpo. Così hanno passato in rassegna le discipline più disparate prendendo il meglio da ognuna di queste. Dalla danza moderna, dalla danza jazz e dalla Duncan Dance è stata presa l’espressività, la gioia e la naturalezza del movimento libero; dalle arti marziali come il Tai Chi è stata presa l’eleganza e la leggerezza, dal Tae Kwon Do la potenza esplosiva, dall’Aikido i movimenti fluidi a spirale. A tutto questo si sono aggiunti elementi di Yoga, del metodo Feldenkrais e dell’Alexander Technique incentrati sulla postura. Tutti questi movimenti sono stati riuniti in coreogra-


COME UNA DANZA

fie molto semplici che prevedono 52 movimenti di base che coinvolgono tutto il corpo, partendo dai piedi per poi salire fino alla testa. La musica è il vento che ci trascina durante la lezione. Nia è un allenamento completo per il corpo, per la mente e per le emozioni. Ci può descrivere una lezione tipo? L’attività delle lezioni è graduale. Prima di iniziare si stabilisce il focus della lezione, l’obiettivo che ci si prefigge e su cui ci si concentrerà nel corso dell’allenamento. Poi, riprendendo un termine delle arti marziali, si passa alla fase dello “step-in” in cui si prende consapevolezza del corpo; successivamente si riscaldano le articolazioni con una coreografia lenta e con movimenti fluidi, dopodiché si passa all’attivazione cardiovascolare con il “get moving” in cui i movimenti sono più energici e il

ritmo è più intenso, anche se ognuno ha la possibilità di adattarlo a proprio piacimento. Segue il defaticamento e la fase a terra che si svolge con una modalità più giocosa. L’ultima fase è lo “step out”, l’uscita consapevole dal gruppo. Le lezioni durano un’ora. L’ideale sarebbe farne almeno due a settimana. Come mai mancano i movimenti sincronizzati tipici delle lezioni di aerobica. La cosa interessante di Nia è che ognuno calibra l’attività a seconda dei propri desideri. L’insegnante fornisce degli input poi ognuno li modula autoregolandosi. L’obiettivo di Nia è quello di sviluppare una consapevolezza corporea per imparare a dosare la propria forza ed energia. Siamo tutti diversi e ognuno deve rispettare il proprio benessere. Il filo conduttore della lezione è la piacevolezza. Se quello che l’insegnate propone non è piacevole, ognuno è autorizzato a modificarlo. A chi è consigliata e quali vantaggi procura? È un allenamento adatto a tutti, agli atleti quanto alle persone più sedentarie. È particolarmente indicato per le persone di una certa età perché migliora la scioltezza delle articolazioni di tutto il corpo, favorisce l’equilibrio, il coordinamento e la concentrazione. Inoltre infonde fiducia in se stessi e insegna a ri-

spettare il proprio corpo e quello degli altri. Ma ad una certa età si può ancora intervenire per modificare il proprio corpo alleviando i dolori, per esempio? Se riceve stimoli diversi, il corpo può acquisire maggiore agilità e flessibilità anche a 90 anni. Ricevendo impulsi di diverso tipo su più fronti, il corpo impara ad autocorreggersi. Io ho visto corpi cambiati a ogni età. Nia non fa bene solo al corpo, giusto? Favorisce il benessere a tutto tondo, del corpo, della mente, delle emozioni e dello spirito. Attraverso la danza si liberano le emozioni, ma c’è anche un aspetto spirituale che consiste nell’accettazione della propria unicità e nel rispettare quella degli altri. Gli iscritti ai corsi diventano spesso amici e formano relazioni solide. In realtà ci sarebbe un modo molto più efficace per capire davvero in cosa consiste Nia: provarla!

52 MOVIMENTI

A piedi nudi in palestra C’è il meglio della danza, delle arti marziali, dello yoga, del Feldenkrais e dell’Alexander Tecnique. Nia è una disciplina che allena il corpo, la mente e le emozioni, si pratica scalzi ed è indicata ad ogni età. Non è una ginnastica posturale, ma una danza cardiovascolare che combina 52 movimenti di intensità variabile, adattabili alle peculiarità del corpo di ciascuno. Nia favorisce la consapevolezza del movimento e l’ascolto del proprio corpo, offre una carica di energia e procura chiarezza mentale ed equilibrio emotivo. Ogni persona può così esplorare ed aumentare il proprio potenziale per vivere una vita più sana. I movimenti sono organici, modificabili e regolabili a seconda del tipo di allenamento desiderato, più o meno intenso. La musica è tra gli ingredienti principali di ogni lezione. Nia è divertente ed è suggerita a coloro che vogliano trovare o ritrovare piacere nel movimento. Per saperne di più: www.letizia-accinelli.com

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__SCIENZE AMBIENTE__

+ COME FUNZIONA L’ECO CONTRIBUTO

Chi paga la gestione dei Raee La gestione dell’intero sistema di riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici e della loro trasformazione è finanziata dai produttori delle stesse apparecchiature. La fonte del finanziamento è un eco contributo che il consumatore paga ogni volta che acquista un prodotto elettrico ed elettronico. Quanto paghiamo? Alcuni esempi: se acquistiamo un forno a microonde l’eco contributo è di 0,60 euro, per una lavatrice e lavastoviglie di 3,90 euro e per un piano a induzione di 1,30 euro. Questo, secondo l’ultimo aggiornamento di agosto 2020 del Consorzio Ecodom, al quale aderiscono i principali produttori di elettrodomestici.

Tra vecchi cellulari, smartphone, televisori, lampadine, pc e chi più ne ha più ne metta, spesso in casa abbiamo una quantità di rifiuti che sono una vera ricchezza

RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI, LA RACCOLTA CHE FA LA DIFFERENZA di Anna Mercuri

IN CASA POTREMMO AVERE UN TESORO DI RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI. EH GIÀ, PROPRIO UN TESORO. Oggetti alimentati da energia elettrica o a pile non più utilizzati, o non funzionanti, ma ricchi di materie preziose, come ad esempio rame, alluminio, litio e plastica. Tutti questi oggetti possono essere riciclati dando vita ad altri prodotti tecnologicamente più avanzati. Pensiamo ai milioni di televisori che dovremo salutare perché non in grado di ricevere il nuovo digitale terrestre che debutterà il 30 giugno 2022. Già a partire dal 1° settembre di quest’anno, se il televisore non riceve in HD (Alta Definizione),

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dovrà essere sostituito. Infatti, solo a settembre dovranno essere rimpiazzati almeno 4 milioni di televisori (https://nuovatvdigitale.mise.gov.it/). » CHE FARE DI TANTA RICCHEZZA?

La via è quella della raccolta differenziata e del riciclo. Un processo fondamentale per il risparmio di materie prime, l’utilizzo di energia e l’emissione di gas serra associati. Insomma, tutti abbiamo da guadagnarci. Tanto per rendere l’idea, da 40 smartphone è possibile recuperare abbastanza litio per la batteria di una e-bike media. Invece, dal recupero di 670 pc è possibile

ricavare il litio necessario per la batteria di un’automobile elettrica media. » SAPER RICONOSCERE I RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI

Innanzitutto, è bene fare chiarezza su due sigle: AEE e RAEE. La prima sta per Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, mentre la seconda per Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Le apparecchiature si distinguono in RAEE domestici e RAEE professionali. Quelli domestici a loro volta si dividono in 5 categorie. La loro suddivisione ci aiuta a riconoscerli e a gestirli in maniera corretta. Con la si-


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I DATI AUMENTA LA RACCOLTA

Regioni del Nord, le più virtuose

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DAL RICICLO DI UNA LAMPADINA FLUORESCENTE È POSSIBILE RECUPERARE: 8% DI POLVERE CON MERCURIO, 3% DI MATERIALE FERROSO, 3% DI MATERIALE NON FERROSO, 1% DI PLASTICA, 1% DI ALTRO MATERIALE

gla R1 ci si riferisce a tutte quelle apparecchiature che hanno a che fare con “Freddo e clima”, quindi si tratta di frigoriferi, condizionatori, congelatori etc. La seconda sigla è R2 e comprende i “Grandi bianchi”: in questa categoria rientrano lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, cappe, forni etc. La terza sigla è R3 “Tv e monitor” comprende Tv, schermi a tubo catodico, LCD o plasma. La quarta, R4, raggruppa i “Piccoli elettrodomestici” come ferro da stiro, aspirapolvere, frullatore, ventilatore, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici etc. Infine R5, “Sorgenti luminose”, in questa categoria troviamo le lampadine a basso

consumo, lampade e led, lampade a neon, lampade fluorescenti etc. Pertanto, i rifiuti elettrici ed elettronici da avviare al riciclo sono davvero tanti, per questo è bene seguire una corretta raccolta differenziata. » DAI CENTRI DI RACCOLTA AI PUNTI VENDITA

In Italia esistono oltre 40.000 centri di raccolta, luoghi dove è possibile conferire direttamente i Raee, gratuitamente divisi per raggruppamento. Non solo, spesso i comuni durante l’anno organizzano il ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti, tra i quali anche le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Oltre ai centri di raccolta ci sono anche altre due possibilità. In caso di acquisto di un prodotto analogo, il negoziante è sempre obbli-

gato a ritirare gratuitamente il RAEE di cui ci si vuole disfare. Ad esempio, ritiro del vecchio frigorifero a fronte dell’acquisto di uno nuovo. Il ritiro gratuito a domicilio vale anche per gli acquisti online, nell’acquisto però bisogna specificare il ritiro del vecchio apparecchio. Questa operazione si chiama “scambio uno contro uno” ed è prevista dal Dm n.65 del 2010. L’altra possibilità riguarda il ritiro gratuito di piccole apparecchiature inferiori a 25 cm. In questo caso si può fare lo “scambio uno contro zero”: si lascia al negoziante il RAEE senza comprare nulla. Questo sistema è valido solo nei negozi con una superficie di almeno 400 mq. È facoltativo per gli altri punti vendita. Questa regola è stabilita dal Dm n. 121 del 2016. Così, ad esempio, potremmo conferire al negoziante un vecchio cellulare, una calcolatrice o una piccola radio che non funzionano più.

In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti elettrici ed elettronici è in crescita. Nel 2019 sono state raccolte 343.086 tonnellate di RAEE, un risultato in aumento del 10,45% rispetto al 2018 e che corrisponde a una raccolta pro capite di 5,68 kg. Al novembre del 2020 sono state raccolte 32.000 tonnellate di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Il 13% in più rispetto a novembre 2019. Insomma, siamo sulla strada giusta. I risultati della raccolta dei RAEE però non sono uniformi sull’intero territorio nazionale. Le regioni più virtuose sono quelle del Nord, dove nel 2019 sono state avviate a corretto trattamento oltre 186mila tonnellate di rifiuti elettrici, pari al 54,27% del totale nazionale. Tra di loro spicca su tutte la Valle d’Aosta, la regione con la maggiore raccolta pro capite d’Italia. Centro, Sud e Isole si spartiscono, rispettivamente con il 23,18% e il 22,55%, il resto della raccolta. Per saperne di più ecco il sito per una corretta raccolta differenziata dei RAEE: https://raccoltaraee.it. Inoltre, su https://weee4future.eitrawmaterials.eu/ è disponibile un calcolatore dove inserire le apparecchiature inutilizzate che abbiamo in casa e scoprire quanto materiale prezioso è possibile ricavarne se avviate al corretto riciclo.

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__SCIENZE TECNOLOGIA__

Si chiama YouCare ed è nato dall’intuizione di due ragazzi francesi, Thomas Moreau e Charles Thiery. Consente agli utenti di generare donazioni per associazioni con semplici click su internet

IL MOTORE DI RICERCA CHE FA BUONE AZIONI di Rita Nicosanti

I RISULTATI DEL 2020

SOLIDARIETÀ IN RETE

Il team YouCare ha totalizzato più di 3 milioni di ricerche, riuscendo a donare quasi 200mila litri di acqua potabile a popolazioni svantaggiate e oltre 70mila pasti ad animali nei rifugi. Ha permesso inoltre di piantare più di 800 alberi e di rimuovere dal mare oltre 500 kg di plastica. Infine, ha garantito 61 ore di scolarizzazione a bambini in situazioni di svantaggio. Bastano 45 ricerche effettuate su questo motore di ricerca per dare vita a una “buona azione”.

Oltre a YouCare, in Francia c’è anche il motore di ricerca Lilo, che permette di effettuare ricerche e, allo stesso tempo, finanziare progetti ambientali e sociali. C’è poi il tedesco Ecosia, che reinveste l’80% dei suoi profitti dalla pubblicità in un programma del Wwf per la protezione delle foreste pluviali. Non a caso questa startup tedesca è nota come “il motore di ricerca per piantare alberi a distanza”, ed ha un obiettivo: piantare un miliardo di alberi nel mondo.

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SI POSSONO FARE DELLE BUONE AZIONI SEMPLICEMENTE NAVIGANDO IN INTERNET? Risposta affermativa! Del resto il computer è diventato un luogo virtuale all’interno del quale spendiamo molto del nostro tempo, e utilizzarlo per creare qualcosa di buono potrebbe dare un senso diverso alle nostre azioni. YouCare nasce proprio per questo. Letteralmente significa “Ti importa”. Si tratta di un motore di ricerca benefico, che dona alle buone azioni il 50% di quello che guadagna dalla pubblicità derivante dalle ricerche degli utenti. In questo modo i click si trasformano in ricerca, in alberi piantati, cibo per animali nei rifugi, plastica rimossa dagli oceani, oppure acqua per le popolazioni in difficoltà. L’iniziativa è frutto dell’intuizione di due ragazzi francesi, Thomas Moreau e Charles Thiery, 28 anni il primo, 36 il secondo. Thomas

è un programmatore autodidatta, ha lasciato la scuola a 17 anni. Lui e Charles avevano un duplice obiettivo: realizzare un progetto innovativo e, allo stesso tempo, dare un significato al loro lavoro. Non sempre si riesce ad essere volontari di qualche associazione. Spesso manca il tempo, oppure non si è in grado di coordinare il volontariato con il lavoro o con la famiglia. E non tutti, purtroppo, hanno i mezzi per poter fare delle donazioni regolari. Ma che cosa facciamo ogni giorno con i nostri smartphone ed i nostri computer? Utilizziamo un motore di ricerca. E poco importa se lo si usa per trovare una ricetta di cucina, per aggiornarsi sulle ultime news, per visionare l’andamento dei titoli in borsa o cercare un luogo di interesse. L’utilizzo dei motori di ricerca è gratuito, ma grazie ai link spon» L’IDEA


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COME FORMA DI RINGRAZIAMENTO GLI UTENTI CHE SCELGONO DI USARE YOUCARE PER FARE LE RICERCHE RICEVONO FOTO DEI PROGETTI SOTTO FORMA DI FINESTRA POP-UP

sorizzati è un settore che genera miliardi. Da qui l’idea dei due amici francesi: «E se potessimo usare una parte di quei ricavi per fare delle buone azioni beh… forse potrebbe davvero cambiare il mondo», si dicono. Siamo a maggio del 2018, e viene lanciata per la prima volta YouCare. Thomas e Charles calcolano che, su una media di 45 ricerche, le persone toccano abbastanza link sponsorizzati per guadagnare 20 centesimi. La metà di quei proventi viene destinata alle buone cause, l’altra usata dall’organizzazione per le proprie spese di gestione. YouCare è semplicissimo da usare. Bisogna andare sul sito www.youcare.world o, da pc, impostarlo come estensione di un motore di ricerca per » COME FUNZIONA

Google Chrome, Firefox e Safari. In questo modo, si potranno fare ricerche direttamente usando YouCare. Ancora più semplice la procedura per smartphone e tablet. In questo caso c’è un’app dedicata, sia per iOS che per Android. «Ogni volta che gli utenti cliccano su un risultato di ricerca sponsorizzato, YouCare percepisce dei guadagni». La sua interfaccia è simile a quella di Google, e questo lo rende estremamente facile da usare. Inoltre, qualora i risultati della ricerca non fossero ritenuti sufficienti in fondo, è un portale francese -, si può tornare al motore di ricerca americano con un semplice click. Un altro punto a favore è l’estrema trasparenza. L’utente stesso può scegliere quale tipo di buona azione sostenere. Basta aprire la tendina in alto a destra della home page per accedere al menu, indicare il tipo di donazione ed entrare nel proprio account per trovare tutte le ricerche e le azioni già effettuate. In ogni momento si ha la libertà di cambiare la propria scelta, individuando altre associazioni. Si può scegliere se fornire pasti agli animali nei rifugi, sostenere la ricerca sul cancro, » LE BUONE AZIONI

ripulire gli oceani dalla plastica, piantare alberi, scavare pozzi di acqua potabile nei paesi che ne sono privi, finanziare l’istruzione dei bambini in condizione di svantaggio, e persino aiutare a piantare nuove barriere coralline. YouCare mette a disposizione una mappa sulla quale vengono indicate le associazioni finanziate nel mondo. È possibile consultare anche un elenco dove, per ogni Paese, è disponibile il numero di progetti attivi e la specifica vocazione dell’ente. Ci sono progetti attivi in tutti i continenti. Si può scegliere se piantare degli alberi in Papua Nuova Guinea, fornire cibo agli animali nei canili negli Stati Uniti, oppure in Francia. Si può anche decidere di destinare il denaro delle proprie ricerche alla protezione animali nell’isola di Mayotte, in Madagascar. Tutto con la massima trasparenza e massima tracciabilità. Le organizzazioni aiutate ricevono un certificato di donazione e si impegnano a fornire foto e testimonianze delle azioni rese possibili dalle donazioni. E così, navigando nel portale, si possono vedere i frutti del proprio operato. Le persone ritratte nelle fotografie, che provengono da territori e contesti molto diversi, hanno però qualcosa che li unisce. Tutte mostrano il cartello “Merci Youcare”, grazie Youcare. Tra essi c’è l’Eden Reforestation Projects, al quale vengono versate delle somme per piantare alberi così da compensare il 100% del» TRASPARENZA

le immissioni di anidride carbonica che produce con l’attività nei suoi uffici, con i suoi server e con gli spostamenti dei suoi collaboratori. Le ricerche effettuate, inoltre, sono protette e non vengono registrate. C’è un’intera sezione del portale, in inglese, che spiega come viene tutelata la privacy. In totale, il motore di ricerca supporta più di 30 associazioni, le cause da sostenere sono varie e destinate ancora ad ampliarsi. » IL GIGANTE E LA FORMICA

Thomas e Charles sanno che hanno messo piede in un settore dove il colosso Google detiene il predominio assoluto. Vanta infatti il 95% del mercato a livello globale. Basti pensare che, ormai, è stato coniato persino il verbo “googlare”. I due sanno che sono davanti ad una grande sfida e non hanno paura. Nutrono forte ambizione nei confronti del loro progetto, sono convinti che l’idea del “regalo facile” possa piacere a tutti. E hanno un obiettivo di lunga durata: in dieci o vent’anni aspirano a detenere il 10, il 15 o il 20% del mercato. Al momento YouCare è disponibile in lingua francese e vanta 100mila utenti unici in un anno e mezzo. È in fase di sviluppo anche una versione inglese del motore di ricerca. Secondo gli organizzatori la crescita potrebbe essere esponenziale e non escludono che YouCare possa diventare multilingue, abbracciando anche l’Italia. FEBBRAIO 2021 I 81


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In pensione anticipata con OPZIONE DONNA Possono beneficiare dell’Opzione Donna, prorogata per tutto il 2021, le lavoratrici dipendenti ed autonome che hanno compiuto rispettivamente 58 e 59 anni di età e che hanno versato almeno 35 anni di contributi entro il 31/12/2020.

A CHI SPETTA Le lavoratrici che hanno i requisiti per poter accedere all'opzione donna o regime sperimentale, riceveranno la pensione di anzianità a partire dai 12 o dai 18 mesi successivi alla data di maturazione degli stessi, a seconda che si tratti di dipendenti o di autonome. Non è obbligatorio cessare l’attività lavorativa non appena si raggiunge la prima data utile per la decorrenza; una volta aperta la finestra di accesso infatti, la domanda potrà essere presentata anche in data successiva.

Verifica la possibilità di “uscita anticipata” presso gli uffici 50&PiùEnasco, a tua disposizione per una consulenza gratuita e per l’inoltro della domanda di pensione.

ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE

Trova la sede sul nostro sito o chiama il nostro numero unico nazionale

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spazio INCONTRI EVENTI TEMPO LIBERO CULTURA

LA BIBLIOTECA 50&PIÙ DI KEVOTE, IN KENYA

PESCARA

Senza confini

Nel villaggio di Kevote, proprio ai piedi del monte Kenya, nel distretto di Embu, c’è una biblioteca per i bambini che frequentano le elementari. Un ambiente di 50 mq con libri, quaderni ed altro materiale scolastico, dove i piccoli studenti possono studiare e rifornirsi di ciò che gli occorre. La biblioteca è stata costruita in due anni grazie a una raccolta fondi tra soci, consiglieri e dipendenti della 50&Più provinciale di Pescara presieduta da Pino D’Atri. La costruzione è stata realizzata su un progetto dell’associazione Missione Possibile. Molto attiva in Kenya, opera in stretta collaborazione con i missionari comboniani e con le suore dell’ordine delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore di Roma. L’Asso-

ciazione è stata fondata nel 2003 dallo stesso D’Atri e da un gruppo di volontari a seguito di un viaggio in Kenya. «Da allora - spiega - abbiamo inaugurato oltre 100 progetti tra scuole, dispensari sanitari e sostegno nel proseguimento degli studi ai ragazzi più meritevoli dei quartieri più poveri. Abbiamo realizzato dei villaggi della cultura, trasformando le baraccopoli fatte in lamiera in strutture scolastiche di mattoni». La biblioteca si inserisce all’interno delle attività dell’Associazione. «La nostra politica - spiega d’Atri - è di partecipare ai progetti attivamente, dalla posa della prima pietra all’inaugurazione finale. Seguiamo passo passo l’avanzamento dei lavori e sulla base del loro stato li finanziamo. Una volta terminati i progetti, verifichiamo la loro

funzionalità. Con 50&Più abbiamo intenzione di realizzare altre iniziative. Intanto, visto che la scuola è ripresa anche in Kenya, abbiamo inviato il denaro necessario per l’acquisto di altri libri e del materiale scolastico. Oltre che alimenti. Siamo sempre aggiornati sulla situazione, grazie ai rapporti continui con Padre Agabius Kamau, sacerdote del villaggio». Della biblioteca usufruiscono 700 bambini che frequentano la scuola. «Arrivano al mattino dopo due ore di cammino, spesso scalzi per non rovinare le uniche scarpe che hanno», racconta d’Atri. «Ora, per la scuola primaria il Governo ha stabilito l’obbligatorietà di un refettorio, in modo che i bambini abbiano un pasto assicurato al giorno e che possano così studiare a scuola. Per questo abbiamo in progetto la costruzione di una mensa. Purtroppo, il Covid ha bloccato tutto. E speriamo di ritornare presto. Intanto, ringrazio tutti i soci 50&Più e i nostri collaboratori per la generosità che hanno dimostrato. Non solo per questo progetto, ma anche per il sostegno alle esigenze della nostra provincia, alla difficoltà di tante famiglie a causa del Covid-19». Lo sguardo della 50&Più è ampio, un ponte tra i piccoli villaggi del Kenya e la provincia di Pescara. info: 0854313623 www.spazio50.org/pescara

TERNI

La cultura non si ferma

A causa della pandemia i teatri sono stati chiusi da mesi. Questo però non ha impedito di realizzare alcuni spettacoli, anche se con il pubblico a distanza. La 50&Più provinciale di Terni si è data da fare decidendo di collaborare alla stagione di “OperaInCanto”. Si tratta di un evento culturale ideato dall’Associazione InCanto che da oltre 30 anni produce concerti e teatro musicale. Così, grazie al sostegno di 50&Più e altri sponsor, l’Associazione ha portato in scena due spettacoli. Il primo, L’opera delle filastrocche, celebra il centenario della nascita di Gianni Rodari ed è stato dedicato ai più piccoli. Il secondo, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, che si ispira all’omonimo libro di Oliver Sacks, è incentrato sul valore terapeutico della musica. Gli spettacoli sono visibili in streaming gratuito sui canali Facebook e YouTube dell’Associazione InCanto. Un’iniziativa che per l’Associazione ha un significato profondo, come ha affermato Gabriella Podestà, presidente della 50&Più provinciale di Terni: «Questo è un modo per essere vicini, condividendo emozioni». info: 0744390152 www.spazio50.org/terni FEBBRAIO 2021 I 83


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SOLIDARIETÀ

Le iniziative delle 50&Più provinciali

Un’unica parola: solidarietà. La sola che può unire nella difficoltà. Sin dall’inizio della pandemia, quasi un anno fa, le iniziative di solidarietà delle 50&Più e dei suoi soci si sono moltiplicate. Non si sono fermate, sono proseguite all’insegna del prossimo, dell’impegno e della buona volontà. Ve ne raccontiamo alcune che hanno concluso il 2020. ORISTANO

LA SPEZIA

Sostegno al Comune di Betti e ai suoi studenti

Un volano per altre realtà

La 50&Più provinciale di Oristano è stata impegnata nell’ultimo scorcio del 2020 su più fronti. Era il 28 novembre 2020 quando una terribile alluvione ha colpito il Nord-Est della Sardegna. In particolare la popolazione di Betti che, purtroppo, ha avuto anche delle vittime. Sin da subito la 50&Più di Oristano si è attivata per dare il proprio sostegno con una raccolta fondi lanciata dal presidente Augusto Grossi. La somma è stata messa nell’immediata disponibilità del Comune in modo da fronteggiare le esigenze più urgenti. Un aiuto concreto è arrivato anche agli studenti dell’Istituto tecnico industriale statale Othoca. In occasione di una cerimonia ristretta a causa della pandemia, ma di grande significato e sostegno, nell’aula magna dell’Istituto sono stati consegnati notebook a tre studenti meritevoli dell’Istituto. Un sostegno di grande utilità, vista la necessità di seguire gli insegnamenti online. I tre studenti premiati sono stati: Lorenzo Piga di Paulilatino (corso di meccanica), Davide Grau di Arborea (corso di elettronica) e Federico Lilliu di Simaxis (corso di informatica). Accompagnati dalle rispettive famiglie, sono stati festeggiati e incoraggiati dal dirigente scolastico, professor Franco Frongia, dal presidente provinciale 50&Più, Augusto Grossi, e dai rappresentanti della sede oristanese intervenuti alla cerimonia. info: 078373612 www.spazio50.org/oristano

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«Abbiamo voluto dare un aiuto concreto donando prodotti di qualità a chi in questo periodo si trova in una situazione di fragilità. Per farlo abbiamo scelto il canale della Caritas diocesana di La Spezia», racconta il presidente della locale 50&Più, Giorgio Molinari. I prodotti sono stati consegnati direttamente a don Luca Palei che si è espresso con queste parole: «È questo un gesto di speranza e ringrazio 50&Più. È un modo concreto per prendersi cura dei poveri, scendere in campo e dare un sostegno effettivo alle persone che oggi si preoccupano di avere un pasto caldo. Spero che questa iniziativa possa essere un volano per altre realtà. Siamo tutti nella stessa barca, come dice Papa Francesco. E se tutti ci aiutiamo riusciremo a vincere questa tempesta». info: 0187731142 www.spazio50.org/laspezia

dalla presidente Brigida Gallinaro. Tre saranno i punti di distribuzione: la parrocchia stessa attraverso lo sportello Caritas, la Rete Genitore-Bambino, di cui fanno parte le mamme affidate dal Comune di Genova alle varie strutture assistenziali, e l’Ospedale Pediatrico Istituto Giannina Gaslini. «Grazie ai soci di 50&Più e a tutti coloro, tanti, che hanno impegnato il loro tempo per rispondere al nostro appello - afferma entusiasta la presidente Gallinaro -. Abbiamo avuto tante adesioni da Genova e anche da altri Comuni, Torino, Cremona, Milano, ecc. Il filo della solidarietà continuerà ancora. Questo filo che ci tiene in un abbraccio, ci tiene caldi insieme». Un grazie sentito anche da don Valentino Porcile: «Quando il volontariato inventa un modo così bello e creativo è una benedizione, specialmente in questo periodo di pandemia, chiusura e sofferenza. A chi ha realizzato questi lavori dico grazie, grazie, grazie all’infinito! Non è possibile da lontano trasmettere quanto sia stata utile la loro iniziativa. Spero che almeno in parte questo mio messaggio possa arrivare a ognuno di loro». “Dritto&Rovescio” proseguirà anche nel futuro e chi lo desidera può parteciparvi. info: 010543042 - 0105530352 www.spazio50.org/genova

GENOVA

Il filo della solidarietà prosegue

Detto fatto. Un successo inaspettato quello della 50&Più provinciale di Genova con “Dritto&Rovescio”, che ha coinvolto oltre 40 volontarie socie e non socie della 50&Più. In un mese, grazie al lavoro a maglia, hanno prodotto circa 150 indumenti per adulti e piccini. Una montagna coloratissima di sciarpe, gilet, maglioni, coperte, completi da neonato, berretti, calze, guanti, scialli, scaldacollo, scarpette e quant’altro. Il tutto, come previsto, è stato consegnato al parroco della chiesa della Santissima Annunziata di Sturla, don Valentino Porcile,

L’AQUILA

Vicini al territorio

Donare un po’ di serenità. Gesti significativi a testimonianza di come la 50&Più provinciale de L’Aquila sia vicina al territorio e alle persone che hanno più bisogno. Così sono stati donati prodotti alimentari a due mense Caritas de L’Aquila e di Avezzano.


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IMPERIA La consegna è avvenuta alla presenza del Vescovo della diocesi dei Marsi, monsignor Pietro Santoro, di padre Quirino e della presidente della 50&Più provinciale, Dina Piperni, accompagnata da una nutrita delegazione della 50&Più. info: 0862204226 enasco.aq@enasco.it www.spazio50.org/laquila

TRIESTE

Un incontro fortunato

È stato proprio un incontro fortunato quello tra la 50&Più provinciale di Trieste e l’Associazione De Banfield, da più di 30 anni accanto alle persone anziane fragili e alle loro famiglie nell’assistenza domiciliare. Ebbene la 50&Più, capitanata dalla presidente Marina Gruden Vlach, ha aderito all’iniziativa “La Borsa che Dona”. Si tratta di borse speciali, in tessuto, acquistabili all’Emporio della Solidarietà di Via Filzi. La presidente Vlach si è recata all’Emporio e ha consegnato una somma che equivale a ben 70 visite a domicilio di infermiere e operatrici sanitarie dell’Associazione. Questo gesto farà la differenza nella vecchiaia fragile di chi, soprattutto in questo periodo, ha bisogno di essere curato e protetto nella propria casa. info: 0407707340 www.spazio50.org/trieste

LECCE

“Nessun socio è un’isola”

Prosegue il progetto della 50&Più provinciale di Lecce “Nessun socio è un’isola”, nato all’inizio dell’emergenza Covid-19. Nessuna persona lo è. Tra le ultime iniziative la consegna, in cinque Comuni della Provincia, di 52 pacchi contenenti prodotti alimentari di prima necessità per le famiglie dei soci bisognosi. Il secondo intervento ha riguardato la donazione di buoni benzina all’Associazione Cuori e Mani aperte, diretta da don Gianni Mattia, cappellano dell’Ospedale Vito Fazzi. I buoni carburante sono andati alla “Bimbulanza”, un mezzo con cui si organizzano ogni giorno veri e propri viaggi salvavita per minori in gravi condizioni. Il presidente provinciale Marcello Bonatesta ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso di realizzare queste importanti iniziative, testimonianza del grande cuore dell’Associazione. info: 3515016187 - 3296673246 www.spazio50.org/lecce

NUOVE GENERAZIONI

L’impegno verso i più giovani

Sostegno, accompagnamento e vicinanza. La 50&Più provinciale di Imperia, da sempre sensibile al mondo della scuola, si è dimostrata ancora una volta capace di unire le generazioni. E lo ha fatto con due importanti iniziative, nonostante un anno particolare e difficile. La prima iniziativa ha riguardato la realizzazione del progetto didattico “Il nostro Cuore”, nato dall’idea del presidente provinciale Giuliano Gandelli, della dirigente scolastica Paola Baroni dell’Istituto Comprensivo di Riva Ligure e San Lorenzo al Mare, e delle insegnanti. L’iniziativa ha coinvolto 70 ragazzi. I giovani scrittori, in prosa, in poesia e attraverso disegni, hanno raccontato i propri sentimenti, le emozioni di un anno scolastico anomalo nel quale hanno sperimentato per la prima volta la didattica a distanza. Il tutto raccolto in un diario che è diventato un libro. È il “libro Cuore” dei ragazzi che hanno vissuto la pandemia e le sue limitazioni, che si lega come un filo invisibile al libro Cuore di Edmondo De Amicis, capolavoro della letteratura per ragazzi ispiratore dell’iniziativa. Il testo è stato inviato per posta ad ognuno di loro, accompagnato da una lettera di ringraziamento agli alunni e alle loro famiglie, con l’augurio: «Che il 2021 possa realizzare i sogni di tutti!». La seconda iniziativa riguarda l’assegnazione delle borse di studio 2020 agli allievi meritevoli delle classi quarte dell’Istituto Alberghiero E. Ruffini - D. Aicardi di Arma di Taggia. Così, seppur in forma ridotta, nel pieno rispetto delle restrizioni è stato possibile premiare gli studenti. Nel suo intervento, il presidente provinciale 50&più Imperia, Francesco Giuliano Gandelli, ha ricordato che le Borse di Studio sono una tradizione che si rinnova da oltre diciannove anni, ponendo al centro dell’attenzione i valenti e meritori studenti che frequentano l’Alberghiero e che eccellono nei numerosi concorsi nazionali e internazionali. Per l’Istituto scolastico sono intervenuti la vice preside Barbara Antenucci, la dirigente scolastica Maria Grazia Blanco e il professor Walter Gaiaudi. Hanno ricevuto le Borse di Studio 50&Più 2020: Sara Carletti, Erica Corradi, Davide Lombardo, operatori di Enogastronomia; Antonio Neri, operatore di Sala. info: 0183275334 - www.spazio50.org/imperia

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LE SEDI 50&PIÙ NEL MONDO Argentina

Telefono

Buenos Aires

0054 41477105

Villa Bosch

0054 1135019361

Australia

Telefono

Perth

0061 864680197

Belgio

Telefono

Bruxelles

0032 25341527

Brasile

Telefono

Florianopolis

0055 4832222513

San Paolo

0055 1132591806

Canada

Telefono

Burnaby

001 6042942023

Concord

001 6478301066

Hamilton

001 9053184488

Woodbridge

001 9052660048

TOSCANA CONCERTO

Musica per il nuovo anno

Non avete assistito al Concerto per il nuovo anno organizzato dalla 50&Più Toscana? O volete riascoltarlo? Nessun problema, basta collegarsi a youtube.com/c/STREAMING-LIVE95/live o facebook.com/Lucca50epiu/. L’evento, infatti, si è tenuto online dal Teatro Vasariano di Arezzo. L’iniziativa è un omaggio a tutte le Associazioni del Sistema 50&Più in Italia e nel mondo. Lo spettacolo comprende musiche di Bach, Beethoven, Bartok, Ravel, Gounod, Tosti e Morricone. Ad eseguire i brani Giuditta Ara (violoncello), Virginia Capozzi (violino), Lorenzo Magi (pianoforte) e Noemi Umani (soprano). Coloro che possiedono uno smart tv collegato alla rete possono seguire il concerto direttamente sul televisore. info: 0583473170 - www.spazio50.org/lucca

FIRENZE

Montreal Riv. des Prairies 001 5144946902 Montreal S. Leonard

001 5142525041

Montreal Ville Lasalle

001 5146675592

Ottawa

001 6135674532

St. Catharines

001 9056466555

Toronto

001 4166523759

Germania

Telefono

Dusseldorf

0049 021190220201

Spagna

Telefono

Valencia

0034 961030890

Svizzera

Telefono

Lugano

0041 918212050

Uruguay

Telefono

Montevideo

0059 825076416

USA

Telefono

Fort Lauderdale

001 9546300086

TANTE INIZIATIVE

Ripartono “Le Camminate”

Sono numerose le attività programmate dalla 50&Più provinciale di Firenze per questo nuovo anno. Naturalmente, la realizzazione dipende dall’andamento delle restrizioni anti-Covid, ad ogni modo partiamo con quanto previsto nel mese di marzo. Riprende l’iniziativa “Le Camminate” che tanto successo ha avuto nel mese di ottobre. L’appuntamento è tutte le domeniche di marzo a partire dal 7. La prima Camminata sarà la passeggiata all’interno del Parco della Villa Medicea della Petraia. Successivamente sarà la volta della passeggiata panoramica fino a Monte Ceceri; poi si andrà a Villa Gamberaia e, per concludere, a San Domenico, con un percorso che giunge fino

alla scuola di musica. Non solo, riprendono anche numerose gite. A fine marzo è prevista quella al Borgo dei Fiori, in Lucchesia, tra ville e camelie. Ci saranno anche diverse visite guidate, come quella alla Microfficina dei gioielli (8 marzo) e al Museo del ’900 (17 marzo). Si ricorda inoltre che 50&Più Firenze ha creato un gruppo WhatsApp per tenere aggiornati i soci in maniera frequente e tempestiva. Chi desidera farne parte può mandare la propria richiesta con il numero di cellulare all’indirizzo: fenacom.fi@enasco.it. info: 055664795 www.spazio50.org/firenze

UNIVERSITÀ LUCCA

Un nuovo laboratorio teatrale

Avete mai sentito parlare di radiogramma? Si tratta di un testo teatrale scritto espressamente per la radio. Questo è il nuovo laboratorio teatrale della 50&Più Università di Lucca per l’Anno Accademico 2020/2021 che si terrà online sulla piattaforma Zoom. Il laboratorio, coordinato dal professor Francesco Tomei, culminerà con l’interpretazione e l’incisione dei testi realizzati, ovvero “Lettere dal 2020”. Ecco come si articolerà il corso. È prevista una prima fase nella quale, tramite esercizi e giochi teatrali, si raggiunge un adeguato livello di cono-

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scenza e di fiducia nel gruppo. I partecipanti potranno condividere preoccupazioni, dubbi e riflessioni sul momento di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Il laboratorio, infatti, vuole essere una zona franca, uno “spazio protetto” di confronto e condivisione attraverso l’espressione della creatività. Dalle prime suggestioni emerse nel gruppo, si proseguirà in un percorso di ricerca drammaturgica di materiali vari che andranno a costruire l’immaginario che guiderà il gruppo nella scrittura. Dopodiché, si procederà alla costruzione dello spettacolo mediante un processo di scrittura collettiva. Una volta che la bozza del radiodramma sarà pronta, si passerà allo studio della respirazione diaframmatica, dell’uso della voce e della cura della dizione per prepararsi all’incisione dello sceneggiato. info: 0583473170 - www.50epiu-unilucca.it


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LE SEDI 50&PIÙ PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via F. Salomone, 67 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 90 Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 Salerno - Via Zammarelli, 12 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti Parma - Via Abbeveratoia, 61/A Ravenna - Via di Roma, 104 Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 Trieste - Via Mazzini, 22 Udine - Viale Duodo, 5 Lazio Frosinone - Via Moro, 481 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Cola di Rienzo, 240 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via XX Settembre, 40/5 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via del Torretto, 57/1 Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 154 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Bellini, 14 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 47 Pavia - Via Ticinello, 22 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48a Pesaro - Strada delle Marche, 58

Telefono 0862204226 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122201 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523/461831-32-61 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0407707340 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761341718 Telefono 010543042 0183275334 0187731142 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376288505 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 0712075009 0736051102 0733261393 0721698224/5

Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via XXIV Maggio, 331 Piemonte Alba - Piazza S. Paolo, 3 Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Trieste, 15 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Roma, 29 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Appia, 159/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 84 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Serristori, 15 Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio Pisa - Via Chiassatello, 67 Prato - Via San Jacopo, 20-22-24 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Via del Giglio, 10-12-14 Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Piazza Arco d’Augusto, 10 Veneto Belluno - Piazza Martiri, 16 Padova - Via degli Zabarella, 40/42 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B

Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0173226611 0131260380 0141353494 01530789 0171437261 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091334920 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 05025196-0507846635/30 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 049655130 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502

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DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE Rivolgiti ai nostri uffici per le pratiche di successione e volture catastali. La dichiarazione di successione va presentata dagli eredi entro un anno dalla data del decesso del titolare dei beni.

EVENTUALI DOCUMENTI DA PRESENTARE

n Delega a 50&PiùCaf per la presentazione della dichiarazione n Certificato di morte (in carta semplice) n Certificato di stato di famiglia del defunto o autocertificazione rilasciata dall’erede n Certificato di stato di famiglia degli eredi e legatari (o autocertificazione) n Autocertificazione “status eredi”, fotocopia dei documenti, dei codici fiscali del defunto e degli eredi n Atti di acquisto e vendita del patrimonio immobiliare, se in possesso n Certificazione comprovante le passività e le detrazioni n Certificato rilasciato dal gestore di eventuali c/c, libretti postali, azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento, ecc n Certificato di destinazione urbanistica per i terreni n Eventuali donazioni effettuate in vita

50&PiùCaf grazie all’accordo stipulato con il Patronato 50&PiùEnasco offre inoltre assistenza per la pensione di reversibilità.

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__FISCO__ SONO MOLTE LE NOVITÀ E LE PROROGHE CHE LA LEGGE 30 DICEMBRE 2020, N. 178 (LEGGE DI BILANCIO 2021) CONTIENE IN MATERIA DI FISCO, LAVORO E FINANZIAMENTI. ESAMINIAMO ALCUNE DELLE NORMATIVE AGEVOLATIVE.

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Godono di una proroga sino alla fine dell'anno i seguenti bonus per interventi edilizi: • il Bonus facciate del 90% per gli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti; • la detrazione Irpef per gli interventi di ristrutturazione edilizia nella misura potenziata del 50%; • l’Ecobonus del 50% o del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica delle singole unità immobiliari (la scadenza della detrazione per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali e per quelli effettuati su tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio era già fissata al 31 dicembre 2021, ai sensi della Legge di Bilancio 2017); • il Bonus mobili per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica elevata finalizzati all’arredo dell’immobile. Il limite massimo della spesa detraibile viene elevato da 10.000 a 16.000 euro; • il Bonus verde per gli interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi, di coperture a verde e giardini pensili. » PROROGA AL 31 DICEMBRE 2021 DEI BONUS EDILIZI

LEGGE DI BILANCIO, BONUS E NUOVE MISURE REGOLATIVE Ampio il ventaglio di nuovi interventi promossi per far fronte al nuovo contesto socioeconomico causato dall’emergenza Covid

a cura di Alessandra De Feo

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VENGONO INTRODOTTI NUOVI BONUS: QUELLO IDRICO PER LA SOSTITUZIONE DI APPARECCHI SANITARI O DI RUBINETTERIA A SCARICO RIDOTTO, E UN CONTRIBUTO SOTTO FORMA DI VOUCHER PER L’ACQUISTO DI OCCHIALI DA VISTA

Con i commi da 66 a 75 viene modificata la disciplina del Superbonus 110%. Nel prossimo numero della Rivista entreremo nello specifico dell’argomento. » SUPERBONUS 110%

Viene introdotto il Bonus idrico, pari a 1.000 euro, a favore delle persone fisiche residenti in Italia, per interventi di sostituzione di vasi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto e di apparecchi di rubinetteria sanitaria, soffioni doccia e colonne doccia esistenti con nuovi apparecchi a limitazione di flusso d’acqua, su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari. La definizione delle modalità e dei termini per l’erogazione e l’ottenimento del bonus è demandata ad un apposito decreto del Ministro dell’Ambiente. Viene prevista, inoltre, l’istituzione del “Fondo tutela vista”, con una dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023. A valere sulle risorse del Fondo è disposta l’erogazione di un contributo in forma di voucher una tantum di importo pari a 50 euro per l’acquisto di occhiali da vista ovvero di lenti a contatto correttive, nei limiti dello stanziamento autorizzato, che costituisce limite massimo di spesa, in favore dei membri di nuclei familiari con un valore dell’Isee non superiore a 10.000 euro annui. È demandato a un decreto interministeriale il compito di definire i criteri, le modalità e i termini per l’erogazione del contributo, anche ai fini del rispetto del limite di spesa previsto. A favore delle madri disoccupate o mono-reddito, facenti parte di nuclei familiari monoparentali con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60%, è stato previsto un contributo mensile nella misura massima di 500 euro netti, per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023. Inoltre, viene prorogato l’assegno di natalità (Bonus bebè), con le stesse modalità dall’articolo 1, comma 125, della Legge n. 190/2014 e dell’articolo 1, comma 340, della Legge n. 160/2019. » NUOVE MISURE AGEVOLATIVE


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__PREVIDENZA__ Ogni annO, la legge di BilanciO intrOduce interventi, più O menO Organici e più O menO di rilievO, in materia previdenziale ed assistenziale. non ha fatto eccezione la legge di Bilancio 2021 (entrata in vigore il 1° gennaio 2021), che ha introdotto alcune misure innovative, in particolare l’iscrO, misure per il part time verticale e ciclico e l’assegno unico per i figli (che necessita tuttavia di un decreto attuativo), e altre misure che costituiscono, per lo più, un prolungamento o un rifinanziamento di provvedimenti già esistenti. tra i provvedimenti a sostegno della famiglia, quello di maggiore interesse e di maggiore impatto è sicuramente l’assegno unico per i figli. viene introdotto un “assegno unico” destinato alle famiglie con figli, riconosciuto a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento dei 21 anni di età dei figli (non si applica invece alcun limite di età in caso di figlio disabile). tutte le detrazioni, gli incentivi, gli assegni - compresi gli assegni Familiari e l’anF -, gli sgravi e i mini bonus già previsti per le famiglie italiane con figli, resteranno attivi fino al prossimo 30 giugno. successivamente, confluiranno all’interno dell’assegno unico. per l’applicazione di quest’ultimo è necessario attendere un decreto attuativo. altri interventi a sostegno della famiglia sono la proroga dell’assegno di natalità (cosiddetto “Bonus bebè), rifinanziato anche per le nascite avvenute nel 2021, il congedo di paternità per i padri lavoratori dipendenti (che viene innalzato a 10 giorni) e il contributo mensile alle madri disoccupate, nella misura massima di € 500 mensili; anche per questo provvedimento, tuttavia, sarà necessario un decreto attuativo. a seguire, si segnalano le misure più strettamente previdenziali e a sostegno del reddito.

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LEGGE DI BILANCIO 2021: INTERVENTI PREVIDENZIALI Previste ulteriori misure per garantire un sostegno a famiglie e lavoratori a cura di luca giustinelli

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A PARTIRE DA LUGLIO 2021 SARÀ RICONOSCIUTO UN ASSEGNO UNICO PER I FIGLI, UN SOSTEGNO IL CUI IMPORTO VARIA A SECONDA DEL NUCLEO FAMILIARE. RACCHIUDERÀ TUTTI I BONUS EROGATI PER I FIGLI E SARÀ ESTESO ANCHE A LAVORATORI AUTONOMI E INCAPIENTI

90 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

l’“indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa” (iscrO) è introdotta in via sperimentale per il triennio 2021-2023 per i liberi professionisti con partita iva iscritti in via esclusiva alla gestione separata dell’inps, non pensionati, che registrano un calo di reddito. per poter presentare domanda per la nuova indennità, il reddito registrato nell’anno precedente la richiesta deve essere inferiore al 50% della media dei redditi dei tre ulteriori anni precedenti e non superiore a € 8.145 (rivalutati nel tempo). la misura è pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito certificato dall’agenzia delle entrate, per un importo compreso tra 250 e 800 € al mese. l’iscrO spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda, è erogata per sei mensilità e non comporta accredito di contribuzione figurativa. per accedere all’indennità occorre rispondere ad una serie di requisiti: • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie; • non essere beneficiari di reddito di cittadinanza; • aver prodotto un reddito, nell’anno precedente la domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni passati; • aver dichiarato un reddito non superiore a 8.145 euro; » ISCRO


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• essere in regola con i contributi; • aver aperto la partita iva da almeno 4 anni. l’indennità può essere richiesta una sola volta nel triennio ed è accompagnata da percorsi di aggiornamento professionale. la domanda deve essere presentata dal lavoratore all’inps in via telematica entro il 31 ottobre di ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023. » RIFINANZIAMENTO INDENNIZZO PER CESSAZIONE ATTIVITÀ COMMERCIALE

dal 2019 è stato reintrodotto l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale, di cui possono beneficiare i soggetti con un’età di almeno 57 anni (donne) o 62 (uomini), che possano far valere almeno 5 anni di contribuzione nella gestione commercianti e che cessino definitivamente l’attività commerciale. tuttavia, nel corso del 2020 l’inps ha sospeso la liquidazione delle domande di “indennizzo” a causa dell’esaurimento, in via prospettica, della dotazione dello specifico fondo, dovuto all’elevato numero di richieste presentate. la legge di stabilità interviene a sanare questa situazione prevedendo l’innalzamento allo 0,48%, a decorrere dal 1°/1/2022, dell’aliquota contributiva aggiuntiva prevista a carico degli iscritti alla gestione degli esercenti attività commerciali per finanziare il fondo. per la copertura del fabbisogno previsto per il 2021, invece, anche in considerazione della crisi del settore in conseguenza dell’emergenza sanitaria da covid-19, viene introdotto il finanziamento del fondo a carico del bilancio dello stato. si ritiene che i meccanismi di rifinanziamento del Fondo introdotti possano far superare la sospensione delle domande presentate all’inps dopo il 30/11/2020, e che l’istituto possa così procedere alla liquidazione dei relativi indennizzi; sulla

questione si dovranno attendere, tuttavia, le disposizioni dell’istituto. peraltro, proprio in considerazione della crisi del settore e dei profondi fenomeni di trasformazione che lo attraversano, si sarebbe potuto agire più in profondità, trasformando questo strumento (con requisiti e condizioni, magari rivisti) in un vero e proprio ammortizzatore sociale con finanziamento a carico della fiscalità generale - per il settore del commercio, alla stregua degli strumenti esistenti per i lavoratori dipendenti. È prorogata anche per il 2021 la cosiddetta “Opzione donna”, sistema di pensionamento introdotto in via sperimentale nel 2004 e più volte reiterato, che consente alle donne lavoratrici dipendenti (private e pubbliche) e lavoratrici autonome di accedere al pensionamento con requisiti ridotti rispetto ai requisiti ordinari, ma con l’applicazione del sistema di calcolo dell’assegno interamente contributivo. per il 2021, le lavoratrici potranno usufruire dell’Opzione donna se hanno maturato i seguenti requisiti entro il 31 dicembre 2020: • 35 anni di contributi; • 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti (nate, quindi, entro il 31/12/1962); • 59 anni di età per le lavoratrici autonome (nate entro il 31/12/1961). » OPZIONE DONNA

a distanza ormai di dieci anni dall’entrata in vigore della legge monti-Fornero, viene previsto un ulteriore provvedimento di salvaguardia (il nono), in favore di 2.400 soggetti privi di occupazione al 2011 o che avevano siglato accordi per l’uscita dal mondo del lavoro. i beneficiari della misura continuano a godere delle vecchie disposizioni in materia di requisiti di accesso, a condizione che maturino la decorrenza della pensione, secondo le precedenti regole pensioni» NONA SALVAGUARDIA

stiche, entro il 6 gennaio 2022. possono beneficiare della salvaguardia a condizioni specifiche previste dalla legge per ciascuna categoria: • lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione prima del 4 dicembre 2011 e che possano far valere almeno un contributo volontario al 6 dicembre 2011, privi di rapporti a tempo indeterminato dal 4 dicembre 2011; • lavoratori cessati dal rapporto entro il 2012 per accordi individuali, o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011; • lavoratori cessati, a seguito di risoluzione unilaterale del rapporto, tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011; • lavoratori che nel corso del 2011 risultavano in congedo per assistere figli con handicap grave, ai sensi della legge 104; • lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato e lavoratori in somministrazione con contratto a tempo determinato, cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato. le domande devono essere presentate, con modalità diversificate per le varie categorie di lavoratori, entro il 2 marzo 2021. sono previste inoltre misure tese a favorire il ricambio e l’incentivo all’esodo anticipato dei lavoratori più prossimi alla pensione. sono stati infatti prorogati sia il contratto di espansione interprofessionale con incentivo all’uscita, sia la possibilità di pensionamento anticipato per i lavoratori che raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro (cosiddetta “isopensione”), sia l’ape sociale. FEBBRAIO 2021 I 91


__VIVERE IN ARMONIA SEGUENDO LE STAGIONI__

TRA TRADIZIONI E ULTIMI FREDDI «In questo mese perché la temperatura dell’aria si abbassa facendo cadere la neve, per sopportare il freddo, è buono ad usare dei cibi più sostanziosi e non fare abuso di liquori. Il freddo si fa crudo, è bello al fuoco stare» Almanacco Barbanera 1887

a cura di

FEBBRAIO ATTRAVERSANDO IL SUO PONTE DI GHIACCIO, FEBBRAIO SI INOLTRA VERSO LA PRIMAVERA. L’aria punge, ma nell’orto, tra i cavoli e i rossi radicchi, qualcosa di nuovo riprende a spuntare. Anche nel giardino e sul balcone si mette mano alle semine, con le bulbose che a breve fioriranno. Si comincia a immaginare una stagione nuova, a pensare al bel tempo, a rimettere in sesto gli strumenti, a definire spazi e colture. E anche se l’aria gelida punge ancora con insistenza, siamo agli sgoccioli dell’inverno: nel mese più corto dell’anno, le allegrezze del Carnevale accendono lo spirito e il cuore. Ma poiché le basse temperature ci terranno ancora compagnia, la tradizione chiama a raccolta tutte le sue buone pratiche. Il 3 febbraio si festeggia San Biagio, uno dei grandi santi dei giorni invernali, pronto a proteggerci da mal di gola e raffreddamenti. Ma ancor prima, il 2, è la Candelora, decisa a rammentarci che “dell’inverno semo fora!”. 92 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

IL PREZZEMOLO (Petroselinum hortense)

Fa bene perché... Contiene vitamina A, B, C, ferro, calcio e altri preziosi sali minerali. È antianemico, stimola digestione e reni ed è diuretico. Le foglie pestate sono calmanti e antisettiche, utili in caso di contusioni, ferite o punture di insetti. Il proverbio Una manciata di prezzemolo è un pugno d’oro. Pollice bio Troppo seme dà raccolto scarso. Poco esigente, cresce bene anche in vaso sul davanzale. In una cassetta piuttosto grande darà “raccolti” per tutta l’estate. Il terriccio deve essere di medio impasto, ricco di sostanza organica e ben drenato. La semina Si effettua in Luna calante, in vari momenti dell’anno, da febbraio a settembre. Si interra il seme a circa 0,5-1 cm di profondità. Semine troppo anticipate provocano, causa freddo, una crescita lenta, mentre semine estive possono richiedere di mantenere il terreno fresco, coprendolo con sacchi o teli ombreggianti. Raccolta e conservazione Si raccolgono le foglie tagliandole o staccandole dalla base. Le piante continuano a crescere permettendo una raccolta prolungata. I gruppi troppo fitti si possono diradare lasciando circa 3-4 cm di distanza. In cucina si utilizza fresco, essiccato perde il profumo. In alternativa si può surgelare.


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BUONO A SAPERSI!

La frittura in pastella Ogni giorno è buono per una gustosa frittura! E quella con la pastella è fra le più amate. Ci vogliono acqua, farina e sale, con cui preparare un composto cremoso e morbido, ma esiste anche una variante con l’uovo. Il segreto per un’ottima riuscita? Acqua molto fredda e gassata e un cucchiaio d’aceto che, però, va evitato se al posto dell’acqua si usano vino bianco frizzante o birra. Trucco finale: far riposare la pastella un’ora in frigorifero prima di usarla.

NEL CESTINO DEL MESE

ORTAGGI: carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicorie, cicoria da taglio, cime di rapa, cipolle invernali, finocchi, indivie, lattughe, porri, radicchi rossi, rape, rucola, sedani, spinaci, valeriana e valerianella.

COLTIVARE CON LA LUNA NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONE

Nel mese in cui riprendono a pieno ritmo le semine, la Luna crescente chiede di mettere mano a ceci, rucola, zafferano, piselli (al Nord), di seminare in semenzaio i peperoni e mettere a dimora le zampe di asparago. In giardino è tempo di propagare per talea begonie, dalie e viti americane, e posizionarle in substrato di sabbia e terriccio. Mettere a dimora forsizia, cotogno giapponese, clematide e rose. Tra i rampicanti, piantare convolvolo e pisello odoroso, proteggendo il terreno con della pacciamatura per evitare che le gelate danneggino le radici. Potare le rose per averle a gambo lungo da recidere. Seminare viola e violacciocca in vaso e pelargoni in semenzaio. Con la fase di Luna calante è invece il momento per la semina in semenzaio di basilico, bietola da coste, cipolla bianca, erba cipollina, lattuga, prezzemolo, ravanello e sedano, mentre all’aperto - bietola da orto, le varietà precoci di carote, cavolo cappuccio primaverile-estivo, rape e spinaci. Se non già fatto, si possono ancora piantare i bulbilli di aglio e il topinambur. Rincalzare i piselli seminati in autunno. In giardino, potare e cimare (ovvero ridurre la cima) le siepi delle specie spoglianti, gli arbusti a fioritura autunnale e quelli che hanno già perso i frutti. Iniziare a potare anche le ortensie, le rose e le erbe aromatiche.

SE HAI ½ GIORNATA

LE SEMPREVERDI D’INVERNO

FRUTTA: arance, bergamotto, cedri, clementine, kiwi, limoni, mandarini, pere Conference e pompelmi.

AROMI: alloro, prezzemolo, rosmarino, salvia e timo.

Anche nel pieno dell’inverno saranno le specie sempreverdi a donarci quel tanto di natura che fa bene agli occhi e al cuore. E allora si potranno mettere insieme, in uno stesso capiente vaso, una piccola conifera, il Taxus baccata, dalla crescita assai lenta, e la Gaultheria procubens, che rallegrerà il balcone con vivacissime bacche rosse. Oltreché piacevoli alla vista, sono specie che non richiedono manutenzione e non temono il freddo. Poi, dopo aver pulito e affilato gli strumenti da taglio, forbici e seghetto, con l’aiuto della Luna calante sarà tempo di potare le piante spoglianti: i fruttiferi, gli arbusti che hanno già dato fioriture invernali, tipo Forsithia e Calicanthus, e quelli che fioriranno in tarda primavera, estate e autunno. In genere la potatura invernale, con le piante senza foglie, serve anche a dare la “bella forma”, con la cosiddetta potatura di formazione. Un’utile regola è tagliare tanto se la pianta ha bisogno di essere stimolata, poco se invece è vigorosa, ha molto legno e poche gemme fiorifere.

Dice il proverbio... A Carnevale dalla frappa non si scappa

Per San Biagio il freddo è andato

Se farai buona Quaresima, Pasqua farai medesima

IL SOLE E LA LUNA IL SOLE

Il 1° sorge alle 07.13 e tramonta alle 17.15. L’11 sorge alle 07.01 e tramonta alle 17.28. Il 21 sorge alle 06.47 e tramonta alle 17.41. Le giornate si allungano. Il 1° febbraio si hanno 9 ore e 11 minuti di luce solare e il 28 se ne hanno 11 e 12 minuti. Si guadagnano 1 ora e 10 minuti di luce.

LA LUNA

Il 1° tramonta alle 09.33 e sorge alle 21.31. L’11 sorge alle 07.12 e tramonta alle 17.03. Il 21 tramonta alle 02.25 e sorge alle 11.44. Luna calante dal 1° al 10 e il 28. Luna crescente dal 12 al 26. Luna Nuova l’11, Luna Piena il 27.

FEBBRAIO 2021 I 93


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94 I spazio50.org I FEBBRAIO 2021

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giochi di Lionello e Favolino

stuzzica di Enrico Diglio

CERVELLO

TEST 1 Osservate attentamente i seguenti gruppi di figure colorate e i numeri in esse riportati, e dite quale numero va sostituito al punto interrogativo utilizzando un criterio da determinare.

REBUS Lionello 10 1’6 7

TEST 2 Osservate attentamente le lettere posizionate nei due rettangoli rossi qui sotto a sinistra e dite, utilizzando un criterio logico da determinare, quali sono i due numeri che vanno posizionati nei due rettangoli verdi affinché si possano formare in totale sei parole.

REBUS Lionello 4 13 3’4

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BELLA MA SENZA DOTE L’hanno chiesta in parecchi... ed allorquando - si fa per dire l’hanno avuta, spesso non sanno che occorre mantenerla in verità.

TEST 3

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Leggete attentamente la sequenza sottostante di tredici parole e dite quale di esse, secondo logica, può essere considerata “intrusa”.

IL CONVENTO Io conosco un monastero in cui vivono raccolti tanti santi (e sono molti!). Vi son dodici reparti, parte freddi e parte no, in alcuni, il radiatore spande un ottimo calore mentre in altri (che mistero) si sta quasi sotto zero.

INDOVINELLI Favolino __SOLUZIONI A PAGINA 96__ FEBBRAIO 2021 I 95


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oroscopo di Aldebaran

FEBBRAIO

Attore

JOHN TRAVOLTA

acquario

vergine

21 GEN. I 19 FEB. La vostra generosità è nota, ma non esagerate! Evitate di scaricare sul partner tutte le responsabilità della casa. Il movimento e una corretta alimentazione sono importanti per mantenervi in forma.

24 AGO. I 22 SET. Mese ricco di soddisfazioni. Finalmente vedrete realizzarsi un vecchio progetto. L’affetto della famiglia non vi mancherà. Non rinunciate alle passeggiate, ma proteggetevi contro il freddo.

ariete

bilancia

21 MAR. I 20 APR. Un mese con pochi problemi di natura finanziaria. Una situazione sospesa da tempo vi darà qualche preoccupazione, ma non perdete l’ottimismo. L’amore del partner non vi mancherà. Ricambiate.

23 SET. I 22 OTT. Momenti sereni insieme a parenti e nipoti, ma non abbassate la guardia, indossate sempre le mascherine. Passeggiate almeno mezz’ora al giorno, meglio se nelle ore più calde.

toro

scorpione

21 APR. I 20 MAG. Il favore di diversi pianeti assicurerà il successo di una vostra impresa. Avrete voglia di rinnovare un po’ l’ambiente domestico, sbizzarritevi come meglio credete. Ricordatevi di bere molta acqua.

23 OTT. I 22 NOV. Avvertirete il bisogno di trascorrere più tempo in famiglia: approfittatene per parlare di progetti futuri. La fortuna sarà al vostro fianco, cogliete l’occasione per giocare qualche numero al Lotto.

gemelli

sagittario

21 MAG. I 21 GIU. Amate sentirvi avvolti dal calore della famiglia. Ricambiate sempre l’affetto dedicando le giuste attenzioni a partner, figli e nipoti. Mantenetevi in forma praticando un po’ di camminata veloce.

23 NOV. I 21 DIC. Continuate a coltivare i rapporti con gli amici lontani, anzi, attivatevi per organizzare una rimpatriata nel corso della prossima estate. Mangiate in modo sano e passeggiate ogni giorno.

cancro

capricorno

22 GIU. I 22 LUG. Coccolatevi un po’ dedicando del tempo alla cura del vostro benessere psicofisico. Condividere le vostre ansie con un buon amico vi aiuterà a guardare le cose da un’altra prospettiva.

22 DIC. I 20 GEN. Sarà un periodo caratterizzato da alti e bassi. Vi sentirete un po’ demotivati per via di un progetto che tarda a realizzarsi. Non arrendetevi, il momento buono arriverà presto!

leone

pesci

23 LUG. I 23 AGO. Vi sentirete molto propositivi. Malgrado l’estate sia ancora lontana, vi divertirete a programmare una bella vacanza al mare. Cercate di portare a termine un lavoro lasciato a metà.

20 FEB. I 20 MAR. Qualche incomprensione metterà a rischio l’armonia familiare. Parlarne insieme aiuterà a trovare i giusti compromessi. Cercate di ritagliarvi del tempo da dedicare all’attività fisica.

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soluzioni

GIOCHI

REBUS (10 1’6 7)

REBUS (4 13 3’4)

F in AL mente; latte SO; va CC in O = Finalmente l’atteso vaccino

ST arco; S T ante; mente AL; L erta = Star costantemente all’erta

INDOVINELLI Bella ma senza dote = La parole - Il convento = Il calendario

stuzzica

CERVELLO

TEST 1 - Il numero che sostituisce il punto interrogativo è 1. Esso,

infatti, permette di rispettare il criterio logico utilizzato nelle altre tre sequenze di figure colorate: i numeri contenuti nelle figure di colore verde si addizionano, mentre quelli contenuti nella figure di colore rosso si sottraggono ai numeri contenuti nella figura iniziale azzurra, in modo tale da dare come risultato il numero contenuto nella figura finale di colore arancione (in basso a destra di ogni sequenza). Quindi:

TEST 2

I numeri che vanno inseriti nei due rettangoli verdi sono rispettivamente 8 e 3. Le sei parole che si ottengono sono: LOTTO, COTTO, BOTTO, MOTTO, DOTTO e OTRE. Le prime cinque si ottengono unendo le lettere contenute nel primo rettangolo rosso sulla sinistra con le lettere che compongono il numero 8, l’ultima parola si ottiene unendo la lettera contenuta nel secondo rettangolo rosso sulla sinistra con le lettere che compongono il numero 3. TEST 3

La parola che può essere considerata “intrusa” è GITA. Essa, infatti, non fa parte della sequenza circolare di parole formata dalle rimanenti dodici fornite, in cui ogni parola ha la seconda e ultima sillaba uguale alla prima sillaba della parola successiva. Quindi:


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SCRIVETECI: PER POSTA VIA DEL MELANGOLO, 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL G.VECCHIOTTI@50EPIU.IT

lettere Risponde Giovanna Vecchiotti - Direttore Responsabile 50&Più

SE L’AMORE BUSSA ALLA PORTA, LASCIAMOLO ENTRARE Una vita come tante, molta routine, grande solitudine e il tempo che scorre tutto uguale. Poi, un giorno d’estate, scopri che il destino aveva per te altre carte da giocare. Tra queste, l’asso di cuori...

GENTILE DIRETTRICE, la mia lettera potrà sembrarle banale considerando gli argomenti che toccano quelle pubblicate nella sua rubrica. Eppure credo che la mia esperienza possa essere, diciamo così, di conforto per molte persone anziane, anche se non si sentono tali dentro. Io sono una signora ormai settantenne, sola, perché il mio compagno è stato chiamato lassù dal Signore. Nella mia vita ho amato solo lui e devo dire di essere stata fortunata perché sono stata ricambiata con lo stesso sentimento. Ho due figli che purtroppo vivono molto lontani da me, uno addirittura all’estero. Trascorro, quindi, le mie giornate in solitudine, vivendo la solita routine: pulizia della casa, piccola spesa quotidiana, le chiacchiere con gli altri inquilini del palazzo con cui ci conosciamo da una vita, libri e Tv per passare il tempo. Mia figlia mi ha regalato un telefono cellulare e mi ha insegnato giusto le cose basilari per usarlo, così quando mi chia-

ma ci vediamo pure. Una vita in solitudine, quindi, solitudine che è aumentata con la segregazione (così la chiamo io) dovuta alla pandemia. Questa estate, però, quando sembrava che il virus fosse scomparso, la mia vicina di casa mi ha proposto di andare in un parco poco distante da casa, dove il centro anziani del quartiere organizzava piccole festicciole accompagnate da un po’ di musica. E proprio durante uno di questi pomeriggi ho incontrato un signore, più o meno della mia stessa età, anch’egli vedovo, e... da quel momento la mia vita non è stata più la stessa. Mi vergogno un po’ a dirlo, ma ci siamo innamorati. È buffo, a quest’età sembra che l’amore non ti appartenga, eppure quello che sentiamo l’uno per l’altro lo chiamiamo proprio “amore”. Certo, non è la passione travolgente dei 20 anni, ma posso assicurare che il cuore batte alla stessa velocità di quello dei giovani, e la tenerezza - quando ci si guarda negli occhi - è uguale. Ecco, volevo dire questo: non importa l’età, non importa l’opinione degli altri. Quando l’amore bussa al tuo cuore, apri quella porta e lascialo entrare. Giuseppina Ferrari Nessuna banalità nella Sua lettera, signora Giuseppina, perché l’amore non è mai un sentimento banale, ma la forza che fa muovere il mondo. Molto più dell’odio. Ora non ci resta che aspettare e vedere quanti lettori seguiranno il suo consiglio lasciando aperta la porta del cuore. Perché, non sembra, ma la felicità è più contagiosa di un virus. FEBBRAIO 2021 I 97


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bazar a cura del Centro Studi 50&Più

MEDICO ONLINE GIORNATA MONDIALE SONNO BELLEZZA E TECNOLOGIA LIBRI Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili. Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio. Potete quindi inviarci le vostre segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it oppure al 0424708910.

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MEDICO ONLINE

TERAPIE DIGITALI Le terapie digitali che aiutano a curare una patologia tramite il supporto tecnologico sono ancora poco conosciute in Italia. Per recuperare il divario, però, è stato istituito il gruppo Terapie Digitali per Italia #DtxITA, in accordo con altri Paesi. Il gruppo italiano è composto da circa 40 ricercatori ed esperti di varie materie che lavoreranno anche per favorire gli sviluppi della telemedicina.

L’APP DEL MEDICO DI FAMIGLIA È nata l’App “SM3.0”, la soluzione digitale per il dialogo tra medico e paziente. Attraverso l’applicazione, infatti, si possono effettuare video consulti, ricevere le ricette, visualizzare gli orari di ricevimento, ritirare e inviare i referti. Un’ottima soluzione di monitoraggio costante del paziente che permette anche di evitare assembramenti negli ambulatori. Per maggiori informazioni: www.sm3puntozero.com/app

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GIORNATA MONDIALE

I AM AND I WILL Il 4 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro il cancro e lo slogan per il triennio 2019-2021 è “I Am and I Will - Io sono e Io farò”. Un invito all’azione e all’impegno personale, associazionistico e istituzionale, anche durante l’emergenza sanitaria dell’ultimo anno. La prevenzione, infatti, ha subito uno stop dovuto al virus, ma è necessario continuare a mantenere viva l’attenzione. Per informazioni: www.airc.it

RIPOSARE IN MUSICA Se state cercando un metodo naturale contro l’insonnia, provate ad ascoltare un po’ di musica. Un recente studio britannico ha stilato una classifica dei brani più adatti per rilassarsi ed indurre il sonno. Tra gli artisti più votati Johann Sebastian Bach svetta al primo posto, seguito da Ed Sheeran e Wolfgang Amadeus Mozart. Se invece dovete affrontare un lungo viaggio in auto e cercate qualcosa per stare svegli, provate con il popjazz. Sembrerebbe l’ideale per rimanere vigili senza accumulare stress.

SONNO DORMIRE BENE PER INVECCHIARE BENE Secondo un sondaggio americano, il 63% dei cittadini statunitensi non dorme a sufficienza. Un dato che sembra valere anche per gli europei e che potrebbe comportare alcuni disturbi. La

zone. I chirurghi, infatti, segnalano un grande incremento della domanda che tocca addirittura il 90% in più negli Usa.

ATTENTI ALLA LUCE BLU La luce blu del cellulare, oltre a danneggiare gli occhi, può invecchiare precocemente la pelle. Le radiazioni che provengono dai dispositivi elettronici come smartphone, pc e tablet, possono infatti favorire lo stress ossidativo della cute, portando a macchie scure e a rughe. La causa sembrerebbe l’emissione delle lunghezze d’onda ad alta energia che riescono a penetrare nell’epidermide anche più profondamente dei raggi UV. Per proteggersi si possono usare creme solari con ossido di zinco.

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mancanza di sonno, infatti, si manifesta con cali di memoria, minore elasticità verbale, riduzione di attenzione e di capacità esecutive e peggioramento delle prestazioni psicofisiche. Secondo l’indagine svolta negli Usa, chi non dorme abbastanza rischierebbe di invecchiare più velocemente.

DISMORFIA DA VIDEOCHIAMATE Per minimizzare i rischi da contagio Covid, le videochiamate sulle piattaforme digitali sono aumentate, portando anche alla nascita di un nuovo disturbo, la dismorfia da Zoom. Complice la webcam, che peggiora l’estetica mettendo in risalto il naso e le imperfezioni, sono aumentati gli interventi estetici proprio su queste

QUANDO I FIGLI CRESCONO E I GENITORI INVECCHIANO di Sylvie Galland Feltrinelli, 2020, pp. 144 Come possiamo svolgere il ruolo di figli, una volta raggiunta l’età adulta? E come essere buoni genitori di figli ormai cresciuti? Sylvie Galland affronta il problema dei rapporti tra genitori e figli adulti e descrive tutte le condizioni che ostacolano il progresso reciproco, suggerendo soluzioni che soddisfino entrambe le parti.


Macula



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