Luglio/Agosto 2023

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PRIMO PIANO

Voglia di viaggiare Mare, arte e relax

Dati in ripresa per il turismo dopo il Covid

Mete e costi per una vacanza perfetta

EVENTI

Immagina 2023

a Castellaneta Marina

50&Più incontra Amref per tutelare i diritti in Africa

PERSONAGGI

Francesco Di Leva

vince il David di Donatello

“Con il teatro costruisco un esercito del bene”

IL CASO Chi ha ucciso

Simonetta Cesaroni?

Il delitto di via Poma tra depistaggi e misteri

Il valore dell’esperienza | LUGLIO - AGOSTO 2023 | Anno XLV - n. 7-8 - € 2,50 I.P.

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Bologna, 2 agosto 1980

Una nuova sentenza della Corte d’Assise a 43 anni dalla strage di Linda Russo

Rubriche

Torna la voglia di viaggiare

Dati in ripresa per il turismo dopo il Covid di V.M. Urru, L. Russo, A. Costalunga, G. Zaccardelli, D. De Felicis, I. Romano, A.G. Concilio

R. Vinci

STUDENTI IN PIAZZA NO AL CARO AFFITTI

Accampati da settimane davanti al Rettorato di Milano, chiedono al Governo interventi mirati e un freno ai costi

40

TRUFFE DEL CUORE 400 VITTIME L’ANNO

I contatti avvengono tramite social network con un copione ben definito. Conoscenza e prevenzione sono le parole d’ordine per difendersi dagli impostori

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ELEZIONI A BRUXELLES

Sul tavolo dell’Assemblea Generale di Age Platform Europe la battaglia per i diritti dei senior e un mercato del lavoro che li valorizzi

luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 3 Sommario Anno XLV - n. 7/8 - luglio/agosto 2023
generazione in generazione Carlo Sangalli 5 L’inesauribile ricchezza di una popolazione più longeva Spazio alla redazione 6 In questo numero Luci e ombre sul delitto Cesaroni Anna Grazia Concilio 30 Turchia, le sette vite del Sultano Leonardo Guzzo 38 Jurassic Italia Ester Riva 57 Destinazione Luna, sbarco nel 2024 Francesco Andreani 58 AAA agenti segreti cercasi Valerio Maria Urru 60 La ‘moda veloce’ accende il dibattito Giulia Zaccardelli 61 Appello all’Europa: mai più cavie Anna Costalunga 62 Gli occhiali ‘intelligenti’ Berardo Falcone 65 Cala la natalità in Italia Giovanna Dall’Ongaro 66 Social media: i danni di un like Dario De Felicis 73 Previdenza Maria Silvia Barbieri
Alessandra De Feo 76
enigmistici Ettore Costa 84
Di
74 Fisco
Giochi
/50epiu /50epiu
G. Valdannini
34
V.M. Urru
La
delle
Gianrico
Carofiglio 10 Il terzo tempo Lidia Ravera 12 Anni possibili Marco Trabucchi 14 Effetto Terra Francesca Santolini 16
forma
nuvole
e Giorgia

Personaggi

Francesco Di Leva vince il David di Donatello

«Il mio è un premio di quartiere Racconta la mia storia» di Anna Grazia Concilio 22 Sulla

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Finito di stampare: 28 giugno 2023
tempo libero I Viaggi di 50&Più 80 Libri, Consigliati da 50&Più, Incontro con l’Autore, Arte, Musica, Teatro, Cinema 85 Bacheca 93 Vivere in Armonia 94 Giochi 96 Bazar 97
Cultura e
ossa chiedono aiuto Alessandro Mascia 68
Scienze Le
sua funzionalità una serie di falsi miti, vediamo quali Tiroide, no agli stereotipi
a cura di Fond. U. Veronesi
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DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE

Il 23 luglio si celebrerà la terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani un appuntamento voluto da Papa Francesco che quest’anno sarà dedicato al tema “Di generazione in generazione la sua misericordia”

La ricorrenza si lega a doppio filo a un’altra manifestazione la Giornata Mondiale della Gioventù, organizzata a Lisbona dal 1° al 6 agosto

Era il 28 settembre 2014 quando Papa Francesco incontrò gli anziani in Piazza San Pietro, in quello che ha definito “uno dei momenti più belli” dei suoi dieci anni di pontificato, festeggiati quest’anno. È bello in qualche modo ipotizzare che proprio quell’incontro sia stato il seme che ha portato il Pontefice, qualche tempo dopo, ad istituire ogni quarta domenica di luglio (in prossimità della memoria liturgica dei Santi

Gioacchino ed Anna: i biblici “nonni” di Gesù) la Giornata Mondiale dei

Nonni e degli Anziani per richiamare l’attenzione su una categoria a volte data per scontata, altre trascurata, ricordandone così il valore e incoraggiando azioni in loro favore. Arrivati alla terza edizione, il tema della Giornata scelto per il 2023 rilancia con un tema di grande impatto: “Di generazione in generazione la sua misericordia”, gettando così un ponte ideale con la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Lisbona dall’1º al 6 agosto. Nel presente, giovani e anziani vivono un’analoga condizione di fragilizzazione, per motivi opposti e complementari: l’impatto dirompente delle nuove tecnologie,

l’indebolimento dell’istituzione famigliare, l’accelerazione dei tempi della vita, le grandi difficoltà a garantire livelli di welfare adeguati, dalla scuola alla salute, disorientano, creano nuove solitudini e lasciano senza punti di riferimento. Esiste poi, soprattutto nel nostro Paese ma non solo, un tema che lega le generazioni e la sostenibilità del sistema, quello della demografia: laddove nascono sempre meno bambini e la vita si allunga, proprio il dialogo e l’alleanza intergenerazionale diventa sempre più essenziale. È un argomento etico, certamente, ma non è di meno un tema sociale e politico, che va messo a terra nella quotidianità della vita di ognuno e nelle scelte di comunità, come sono quelle associative. Coinvolgere i giovani, per un’organizzazione come 50&Più, dunque, si può e si deve. A volte può bastare davvero poco: la stessa passione calcistica o sportiva, gli stessi gusti in fatto di hobby e tempo libero, la stessa curiosità verso le novità, un modello di vita fatto di condivisione e voglia di essere - e rimanere - attivi sono le scintille che accendono la comprensione reciproca e i mattoni che costruiscono un dialogo solido. Anche perché così facendo, molto spesso, si capisce che può cambiare il mondo, ma una costante rimane valida: si cambia il mondo in meglio solo quando le generazioni sanno parlarsi, sanno aiutarsi, sanno considerarsi indispensabili gli uni per gli altri, di generazione in generazione.

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«SI CAMBIA IL MONDO IN MEGLIO SOLO QUANDO LE GENERAZIONI SANNO PARLARSI, SANNO AIUTARSI, SANNO CONSIDERARSI INDISPENSABILI GLI UNI PER GLI ALTRI, DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE»

Spazio alla redazione

Questo spazio viene dedicato a idee, considerazioni, approfondimenti della redazione di 50&Più Un luogo aperto dove confrontarsi con opinioni che traggono ispirazione dall’attualità

Direttore editoriale 50&Più Anna

L’INESAURIBILE RICCHEZZA DI UNA POPOLAZIONE PIÙ LONGEVA

L’11 luglio ricorre la Giornata internazionale della popolazione: otto miliardi di persone con diritti da tutelare ed esigenze da rispettare. E gli over 65 sono il pilastro della società

Sfogliando l’opera Devozioni per occasioni di emergenza del poeta e saggista inglese John Donne, vissuto tra il 1500 e il 1600, alla Meditazione XVII leggiamo: “Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. Sono parole che raggiungono punti molto profondi del nostro cuore, lì dove si annida quel senso di appartenenza che nutre le relazioni che intrecciamo. Appartenenza ad una famiglia, ad un amore, ad un gruppo di amici e di colleghi. E c’è una comunità alla quale aderiamo in modo imprescindibile: il genere umano che abita su questa terra. Siamo più di otto miliardi nel mondo, dato destinato a crescere nel futuro. Come ci ricorda il segretario generale della Nazioni Unite Antonio Guterres, dopo lo stupore iniziale per questa cifra record, l’attenzione deve ritornare sulle persone. Cosa si può fare affinché tutti gli individui abbiano la concreta possibilità di vivere una vita dignitosa e soddisfacente? Nel 1989 il Consiglio Direttivo del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale della popolazione, che ricorre l’11 luglio. Un’occasione per riflettere su temi che riguardano la collettività ma strettamente legati al benessere dell’individuo: i diritti umani, la povertà, la parità tra i sessi, la pianificazione familiare e la salute durante la maternità. Si tratta di un impegno più attuale che mai. In questi ultimi anni la popolazione mondiale sta fa-

cendo i conti con le conseguenze di una pandemia, con le guerre e con una crisi climatica, fenomeni che mettono a rischio la sicurezza, il benessere e i diritti delle persone e che puntano i riflettori sulle disuguaglianze già esistenti. La popolazione mondiale, infatti, non progredisce in modo omogeneo: secondo la Banca Mondiale, il 9,2% della popolazione vive ancora in una condizione di estrema povertà, mentre solo per l’Italia l’Istat registra un valore del 7,5% per il 2021. Anche la crisi climatica incide sulle disuguaglianze: l’aumento delle temperature costituisce una minaccia per alcune fasce di popolazione più vulnerabili, ad esempio quelle che vivono in zone povere in cui c’è meno disponibilità economica e strumenti per affrontare i cambiamenti climatici. Sul fronte della parità di genere sono stati fatti importanti progressi, ma si procede ancora a ritmo lento. Nonostante l’occupazione femminile sia in crescita, nel 2021 in UE le donne hanno guadagnato in media il 12,7% in meno rispetto agli uomini: sono principalmente le donne a prendersi cura della casa e della famiglia, dovendo optare per lavori part-time con una retribuzione inferiore o dovendo addirittura interrompere la propria carriera alla nascita di un figlio. Non c’è parità neanche tra le figure dirigenziali: solo un terzo dei manager europei è donna e guadagna il 23% in meno degli uomini. Fenomeni di portata così ampia richiedono un’azione condivisa da parte

di tutti gli Stati affinché si possa creare una società più inclusiva ed egualitaria, in cui i cittadini possano essere tutelati in tutti i loro diritti. Quando si parla di popolazione, un dato importante su cui soffermarci è l’inarrestabile longevità alla quale stiamo assistendo. Nel 2019 gli over 65 in tutto il mondo erano 703 milioni e potrebbero diventare 1,5 miliardi entro il 2050; solo in Italia, un cittadino su quattro ha più di 65 anni. Questo fenomeno impone un ripensamento del welfare per passare da un modello assistenziale a quello di un mercato che offre beni e servizi. Le persone anziane aiutano le proprie famiglie e consumano di più a beneficio di tutti i settori. Basti pensare che la silver economy, nel 2020, ha inciso per il 20-30% sul PIL italiano con un valore che oscilla tra i 323,5 e i 500 miliardi di euro. Le persone anziane sono un pilastro che traina la famiglia e la società, sia dal punto di vista economico che valoriale. Ci rivolgiamo a loro in quanto scrigni di valori, portatori di esperienze, capaci di offrire uno scambio reciproco. È l’arte dell’incontro. Da sempre ci impegniamo affinché venga riconosciuto il potenziale di sviluppo verso la collettività e per creare occasioni di condivisione in cui nascano legami solidi che aumentino il senso di appartenenza ad una comunità. Perché insieme siamo continenti ricchi di speranza e di progetti da realizzare.

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IN FARMACIA Essere il tuo benessere.

EMERGENZA EMILIA-ROMAGNA

50&PIÙ E FONDAZIONE ORLANDO

INSIEME PER LE POPOLAZIONI ALLUVIONATE

L’ Associazione 50&Più e Fondazione Orlando si impegnano a favore delle zone colpite dall’alluvione che lo scorso maggio si è abbattuta sull’Emilia-Romagna. In pochi giorni, una quantità di pioggia incredibile ha inondato 44 comuni facendo registrare oltre ventimila sfollati. Siamo al loro fianco, insieme a voi. Tutto quanto verrà raccolto dalla Fondazione Orlando grazie al 5x1000 e verrà destinato ad interventi per risollevare le sorti delle popolazioni emiliano-romagnole.

FONDAZIONE GIUSEPPE ORLANDO

La Fondazione Giuseppe Orlando è un ente senza scopo di lucro, costituito nel 2000 da Confcommercio-Imprese per l’Italia. Svolge la propria attività nei settori dell’assistenza sociale, della beneficenza, dell’istruzione, della formazione e della tutela dei diritti civili. Inoltre, promuove iniziative per la prevenzione ed il contrasto dell’usura e di altri reati di carattere economico-commerciale, nonché per il sostegno alle vittime di tali reati. Grazie al 5×1000 e alla sinergia instaurata con le Associazioni territoriali e di categoria del sistema Confcommercio, Fondazione Giuseppe Orlando è in prima linea per fornire aiuti concreti ed immediati alle popolazioni ed alle imprese colpite da calamità naturali e da eventi criminosi. Per devolvere il proprio 5×1000 a favore di Fondazione Orlando, che destinerà l’intero ricavato al sostegno e al recupero delle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna, in fase di 730 basterà porre la propria firma in uno dei sette riquadri che figurano sui modelli di dichiarazione e scrivere il codice fiscale.

Uniti si può fare molto: nella tua prossima dichiarazione dei redditi sostieni la fondazione Giuseppe Orlando

Mario Rossi

DONA IL TUO ALLA FONDAZIONE GIUSEPPE ORLANDO NELL’APPOSITO QUADRO SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF INSERISCI IL SEGUENTE CODICE FISCALE 97246640581 5XMILLE Codice scale del bene ciario 9 7 2 4 6 6 4 0 5 8
SOSTEGNO DEL VOLOTARIATO E DELLE ALTRE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITÀ SOCIALE, DELLE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE E DELLE ASSOCIAZIONI FONDAZIONI RICONOSCIUTE CHE OPERANO NEI SETTORI DI CUI ALL’ART.10, C. 1, LETT A) DEL D.LGS. n.460 DEL 1997 L
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La forma delle nuvole Un

LA

FILOSOFIA

AIUTA

A VIVERE ANCHE IN UN’EPOCA COMPLICATA COME QUESTA

Se non avete mai sentito parlare di consulenza filosofica siete in buona compagnia: la conoscono davvero in pochi. Nata in Germania negli Anni ’80, si colloca a metà strada tra la psicoterapia e il coaching motivazionale. I consulenti filosofici, a differenza degli psicologi, non si occupano di condizioni patologiche. Partono invece dalla consapevolezza che ci sono domande di natura etica ed esistenziale a cui nessuno, nel corso della propria vita, può sfuggire. Permettono a chi si rivolge loro di esplorare possibilità inaspettate, fare i conti con dubbi e questioni complesse, osservare in maniera critica la realtà che li circonda.

Il counseling filosofico si ispira a una concezione della filosofia come disciplina che si interroga sul vivere e soprattutto sul vivere bene. È uno dei tanti esempi dell’interesse che si è diffuso negli ultimi anni per la filosofia pratica e che ha risvolti immediati sul mondo. Interesse che ha trovato nello stoicismo (una scuola di pensiero che ha radici nel mondo greco e romano) un terreno particolarmente fertile. Gli insegnamenti degli stoici sono così attuali da aver ispirato una forma di psicoterapia molto diffusa ed efficace: la terapia cognitivo-comportamentale.

È una terapia che si basa, tra le altre cose, sul presupposto che non sono

gli eventi a causare disagio psicologico, ma l’interpretazione che diamo a ciò che ci accade. Un precetto che era già stato espresso con eleganza dal filosofo stoico Epitteto, duemila anni fa: «Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma le opinioni che essi hanno delle cose».

Forse questa filosofia antica sta diventando così popolare anche perché rappresenta una via di fuga dalla retorica del pensiero positivo di cui sono pieni tanti mediocri manuali. Esortazioni a non fermarsi davanti a niente, a porsi obiettivi sempre più ambiziosi, come se successo e felicità dipendessero solo da noi. Gli stoici ci insegnano invece due verità fondamentali: ci sono circostanze che non possiamo controllare e occorre concentrare la nostra energia su ciò che, invece, ci è possibile cambiare; cioè le nostre azioni, le nostre reazioni e la nostra prospettiva sugli eventi. È quella che in un bel libro, La legge del contrario, il giornalista Oliver Burkeman chiama la «via negativa» alla felicità: un approccio che richiede il coraggio di familiarizzare con le difficoltà della vita, con l’incertezza, con il fallimento e la perdita. È la ricerca affannosa, quasi ossessiva, della felicità che ci rende frustrati e depressi; il nostro tentativo di liberarci dalle emozioni difficili senza affrontarle, ci costringe all’insoddisfazione e spesso, paradossalmente, all’infelicità.

padre e una figlia osservano il mondo
di Gianrico e Giorgia Carofiglio
«Gli stoici
ci insegnano due verità fondamentali
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Ci sono circostanze che non possiamo controllare e occorre concentrare la nostra energia su ciò che, invece, ci è possibile cambiare»

Si racconta che Zenone di Cizio, il padre dello stoicismo, fosse arrivato alla filosofia proprio dopo un’enorme sciagura. Nato nel IV secolo a.C., Zenone veniva da una famiglia di ricchi commercianti di porpora, una tintura preziosissima amata da reali e aristocratici. In viaggio con un grosso carico di quel raro pigmento, fu vittima di un disastroso naufragio e vide sparire tra le onde un patrimonio inestimabile. Eppure, fu a causa di quella perdita che fece un incontro che gli cambiò la vita. Approdato ad Atene, un giorno si fermò in una bottega di libri. Lì, sentendo leggere ad alta voce un’opera che parlava di Socrate, rimase così colpito da chiedere al libraio dove potesse trovare uomini del genere. Il caso volle che proprio in quel momento passasse di lì Cratete di Tebe,

un famoso filosofo ateniese. Il libraio glielo indicò e Zenone lo seguì. Invece di sprofondare nella sofferenza, scelse la via della saggezza. Lo stoicismo insegna ad avere un approccio equanime rispetto alle casualità della fortuna nelle vicende umane. È una capacità che va allenata, non necessariamente sperando che ci capitino atroci sciagure. «Io non mi sono mai fidato della fortuna, anche quando sembrava in pace; e tutto quello che essa con bontà mi elargiva: denaro, onori, favori, io lo accettai sempre in modo che essa potesse anche riprenderselo senza mia sofferenza.» Lo scriveva Seneca, e infatti il filosofo latino sosteneva che l’antidoto alla paura di perdere tutto era vivere, di tanto in tanto, rinunciando a ogni agio.

Si pensa spesso che la cura della psi-

che umana e delle sue sofferenze sia un fenomeno moderno, nato alla fine del secolo diciannovesimo con la fondazione della psicologia e della psicanalisi.

Secondo alcune fonti storiche però già nel V secolo a.C. un filosofo e drammaturgo di nome Antifonte aveva messo a punto un’arte «per evitare il dolore», cioè un metodo per decifrare e curare le sofferenze psicologiche attraverso l’uso di domande strategiche e l’interpretazione simbolica dei sogni. Questo 2.400 anni prima di Sigmund Freud e dell’invenzione della psicanalisi.

Non sappiamo quanto siano fondate queste fonti storiche. Quello che è certo, però, è che la filosofia può riservarci molte sorprese, può offrirci molti strumenti per vivere un’epoca complicata come la nostra.

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Il terzo tempo

“TUTTO PUÒ DIVENTARE UN VIAGGIO SE VI SORREGGE LA CURIOSITÀ DEL VIAGGIATORE”

Si partiva per il mare due giorni dopo la chiusura delle scuole, nel mese di giugno, si tornava in città il 30 di settembre, perché allora, nel cenozoico, le scuole ricominciavano il primo di ottobre. Tre mesi e mezzo di vuoto totale. Si partiva io, mia madre e mia sorella. Mio padre arrivava ad agosto e con lui si faceva “Il viaggio”. Dietro la millecento blu veniva attaccata una roulotte giallina, e ci si muoveva alla volta di luoghi pericolosi e lontani da Torino come la Calabria, una volta addirittura l’Abruzzo e Molise. Finite le ferie paterne, io mia madre e mia sorella venivamo di nuovo deportate al mare. Cioè nel paesino ligure di Laigueglia, dove tutti i giorni alla stessa ora ci si recava ai Bagni Arcobaleno, a mezzogiorno si tornava a casa, nell’asfissiante appartamentino del condominio Primavera, per tornare poi ai Bagni Arcobaleno alle ore 16 e restarvi fino all’imbrunire. La sera si eseguiva la Passeggiata al culmine della quale si consumava

un gelato dal titolo scoraggiante: “la coppa del nonno”, una cremina beige al vago sapor di caffellatte. Dopo 13 anni di questo strazio per bambini benestanti (la villeggiatura era privilegio delle classi medie, abbastanza abbienti) minacciai di darmi fuoco davanti alla cabina numero 18 se non mi avessero, dall’anno dopo, lasciata a casa. Magari da sola. A fare compiti supplementari (purtroppo ero sempre promossa), a lavare le scale, a bagnare le piante, a dar da mangiare al gatto dei vicini, ero disposta a tutto pur di non tornare ai Bagni Arcobaleno. È da allora che sono allergica alla vacanza. A cominciare dalla parola, vacanza, che richiama il vuoto. Il vuoto mi dà le vertigini. Mi dà l’ansia, l’idea che ci siano dei momenti in cui ti devi divertire, devi essere felice, devi godertela, e dei momenti in cui devi patire, sacrificarti e vendere il tuo tempo in cambio di denaro. A me piace scavarmi angolini di gioia tutti i giorni e lavorare molto tutti i giorni.

Tre mesi e mezzo senza scrivere li vivrei come una calamità innaturale, non certo come un riposo. Purtroppo, anche un anno senza i miei tre mesi e mezzo al mare lo vivrei come un anno disgraziato. Così mi sono attrezzata per abitare dai primi di giugno su un’isola, che è un luogo deputato alla vacanza, ma, da lì, lavorare come se fossi in miniera. Tutti i giorni e tutto il giorno. Disciplinata come un soldatino, in guerra con le parole. Certo, una nuotatina al giorno me la concedo, ma è una nuotatina selvaggia. Niente Bagni Arcobaleno.

Sono una privilegiata, perché ho sempre potuto organizzarmi il lavoro dove voglio e con l’orario che voglio, a parte i cinque anni in cui sono stata Assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili della Regione Lazio, tre settimane di ferie, nel pieno di agosto. Voi, o almeno la maggior parte di voi, care lettrici e cari lettori, al privilegio in cui io vivo da sempre siete arrivati da poco, con il ritiro dal lavoro e la meritata pensione.

I maschi, quasi sicuramente, proveranno un gran senso di vuoto. Erano abituati a dipendere, se sono stati lavoratori dipendenti quindi smettono di lavorare, di studiare, di pensare, di fare qualsiasi sforzo. Molto probabilmente si sentiranno soli senza le chiacchiere coi colleghi, senza il caffè al bar, senza occasioni, magari, per partire. Un congresso. Una trasferta pagata.

Le donne se la caveranno meglio: non sono abituate a considerare la casa una galera da cui fuggire andando in ufficio o in fabbrica o in negozio. Ne hanno sempre avuto cura, della casa, tornando stanche dal lavoro. Sono ben felici di poter distendere quell’attività contratta da sempre (rigovernare) sulla intera giornata e sanno come occupare il tempo libero. Resta il fatto che “andare in vacanza”

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PARLIAMONE

Per scrivere a Lidia Ravera posta - C/O Redazione 50&Più via del Melangolo, 26 - (RM) fax - 066872597 email - redazione@50epiu.it

quando non c’è un tempo occupato dal lavoro risulta, in qualche modo, più difficile. Non puoi contare sul sollievo immediato della libertà dalla costrizione: “È agosto, sono in ferie, la sveglia non la metto, quando mi sveglio mi sveglio”.

È da quando sei andata in pensione che la sveglia non la metti. Tempo libero ne hai quanto ne vuoi e spesso non sai come occuparlo. Per alcune può essere una gioia infinita. Per altre uno stato d’ansia: “E adesso?”

Non fatevi prendere dal panico. La vita non è una sacca vuota da riempire di doveri o, tre settimane all’anno, di piaceri.

Lasciatevi vivere, senza freni, senza limiti, senza orari. Guardatevi attorno con calma.

Qual è il desiderio che avete represso? Andare a scuola di Tango? Misurarvi con la scrittura creativa? Imparare il giapponese?

Realizzatelo, in rete o di persona, oggi si può imparare di tutto. La vacanza, con la sua assenza di regole, ha invaso tutta la vostra vita. Non opponete resistenza: godetevela. Tutto può diventare un viaggio, se vi sorregge la curiosità del viaggiatore, la sua passione per l’altrove. Può bastare anche un tragitto in autobus, verso un quartiere lontano dal vostro, dove non siete mai state. Basta avere un taccuino nella borsa, per annotare che cosa vi colpisce, le piccole rivelazioni di una mente sgombra. E riposata.

luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 13

LA NATURA È UN MONDO POSSIBILE E AMICO

Il periodo estivo è fonte di grande gioia. A tutte le età la luce, la temperatura, il verde invitano a guardare fuori da sé stessi, a pensare ad un futuro più sereno, a non doversi affliggere per il freddo, la pioggia, l’oscurità precoce. Però è una “vita possibile” che non tutti sanno accogliere perché dominati da preoccupazioni, da false informazioni, da timori più o meno motivati per la propria salute. Ma perché rinunciare alle possibilità offerte dalla bella stagione? Quali sono i percorsi nei quali anche una persona anziana può muoversi senza riceverne danno? Schematicamente è possibile iniziare con una considerazione confermata dalla scienza: il maggior numero di ore di luce è un fattore che agisce contro la depressione del tono dell’umore. Permette di affrontare il tempo della giornata con una visione positiva della vita; non è ovviamente in grado di cancellare le avversità della vita, ma permette di avvicinarle partendo da un livello più favorevole. Si potrebbe dire che la luce esterna accende anche una luce nel cuore! Per questi motivi nel periodo estivo è molto utile esporsi al sole; però i

motivi psicologici non sono i soli, basti pensare all’effetto positivo sul metabolismo dell’osso e quindi alla possibilità di evitare le conseguenze che nell’età avanzata derivano dal loro indebolimento. Certo, qualcuno obietta che l’esposizione al sole faccia male a chi ha una pelle sensibile e al rischio della comparsa di melanomi; in questi casi è, ovviamente, necessario evitare un’esposizione diretta. Un comportamento prudente non impone, però, di chiudersi in casa. Per alcune persone è peraltro opportuno utilizzare occhiali scuri. Di fatto si deve partire da considerazioni positive sulla luce e sul sole; poi si deve provvedere proteggendosi. Invece, alcune (troppe!) persone ragionano in modo opposto e antepongono tutte le possibili criticità a considerazioni sagge e libere. In generale è indispensabile fondarsi sulla logica per la quale la vita deve essere vissuta interamente, con attenzioni e prudenza, ma non partendo dal rifiuto, per poi faticosamente accettare qualche apertura. In questo modo si perdono i vantaggi certi di un’azione e la vita diviene il susseguirsi di autolimitazioni, di incertezze, di

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Anni possibili

angosce. Di fatto una vita infelice! Oltre alla luce, le stagioni estive inducono all’“attività fisica”. Vorrei dire ai lettori che questa definizione è, secondo me, pessima, perché la vita all’aria aperta, a contatto con la natura, curiosa, attenta al mondo colorato che ci circonda, non può essere

digeribile e un altro causerebbe disturbi intestinali o per un altro ancora potrebbe indurre una certa intolleranza: dobbiamo essere generosi con noi stessi, non farci indottrinare attraverso informazioni generiche e spesso sbagliate, da chi diffonde timori di ogni tipo. Una buona alimen-

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svilita chiamandola “attività fisica”, quasi fosse una medicina. Muoversi, ciascuno a seconda delle proprie capacità, deve essere un evento positivo, che stimola il rapporto con l’ambiente e induce serenità. Capisco chi ha problemi osteoarticolari, dolori, chi si sente molto debole; però si deve cercare di porvi rimedio con terapie adeguate, perché l’immobilità peggiora la condizione, mentre un piccolo, progressivo impegno porta, seppur lentamente, alla ripresa di una possibile funzione. Un altro aspetto positivo della bella stagione è la possibilità di un’alimentazione più ricca di cibi freschi. Comprendo le persone anziane che hanno problemi economici, quelli che fanno fatica ad uscire di casa e quindi a comperare cibi freschi; verso di loro la comunità dovrebbe avere un’attenzione particolare, cercando di aiutare le persone che si trovano oggettivamente in difficoltà (e, purtroppo, sono molte). Però è necessario che tutti gli altri non si lascino dominare dai limiti, perché un cibo sarebbe poco

tazione, ricca e varia, non ha mai fatto male a nessuno: dobbiamo avere una nostra personale sicurezza che permette di affrontare con serenità anche i consigli sbagliati che ci vengono dati, senza lasciarci indurre a scelte che limitano la nostra alimentazione. Ad alcuni piacerebbe che la vostra vita fosse uno slalom tra paure, precauzioni, dubbi. Non è così; dobbiamo sviluppare una nostra personale autonomia e renderla più forte dei dubbi che altri ci instillano. La bella stagione è un invito continuo alla libertà, alla serenità, alla gioia di vivere: ricordiamoci che sono sentimenti che tendono ad autoriprodursi in senso positivo, generando benessere. Dobbiamo solo incominciare!

PARLIAMONE

Per scrivere a Marco Trabucchi posta - C/O Redazione 50&Più via del Melangolo, 26 - (RM) fax - 066872597 email - redazione@50epiu.it

luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 15
«La bella stagione è un invito continuo alla libertà, alla serenità, alla gioia di vivere Ricordiamoci che sono sentimenti che tendono ad autoriprodursi in senso positivo, generando benessere. Dobbiamo solo incominciare

LE DONNE SONO PIÙ

ATTENTE ALL’AMBIENTE

Dalle shopper riutilizzabili alle coppette mestruali, dalle calze ai contenitori dei cosmetici, la maggior parte dei prodotti ecologici hanno come target le donne.

Se poi pensiamo a chi si batte per la causa climatica, a chi fa attivismo, da Greta Thunberg a Jane Fonda, tanto per fare qualche esempio, le persone che ci vengono in mente sono principalmente donne. E non è un caso. Pare che le donne siano tendenzialmente più attente degli uomini alle problematiche ambientali.

Non è una congettura, ma l’esito di uno studio della società britannica di ricerche di mercato Mintel che ha anche dato anche un nome al fenomeno: eco

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 16 Effetto Terra
di Francesca Santolini

gender gap. E non è una bella notizia. Il report dimostra come vi sia un ampio divario di genere per quanto riguarda le scelte di acquisto: le donne che provano a consumare più eticamente sono il 71%, mentre gli uomini si fermano al 59%. Il gap non è certo sfuggito agli analisti e per conseguenza le campagne pubblicitarie e i prodotti di consumo green sono in gran parte orientati verso il pubblico femminile.

Nella ricerca emerge in maniera evidente la maggiore tendenza delle donne a essere altruiste ed empatiche, a mostrare un’etica di cura più forte e ad assumere una prospettiva orientata al futuro. Questa maggiore propensione verso gli altri e verso la cura si traduce in un impegno più forte e concreto

verso la tutela dell’ambiente. Ma qual è il motivo di questo divario? Ci sono varie ragioni. In primo luogo, le donne sono più attente all’altro: statisticamente (e storicamente) si occupano della casa, della famiglia, degli anziani e dei bambini più degli uomini. Questo potrebbe portarle a rivolgere il loro lavoro di cura anche verso il Pianeta. Un altro dei fattori che si pensa influenzino questa disparità è il modo di guardare alla crisi climatica, che

Un dato che conferma quanto emerso in un articolo pubblicato dal Journal of Consumer Research, vale a dire che gli uomini sarebbero demotivati nell’adottare comportamenti ecologici e nel compiere scelte di consumo sostenibili per il timore di vedere compromessa la propria identità di genere.

Possiamo apprezzare l’interesse delle donne per l’ambiente, possiamo esserne orgogliose ma quando esiste un “gap” o un difetto di consapevolezza

sia da un punto di vista economico, scientifico o sociale: il tema dei diritti è più caro al genere femminile. Come spiega molto chiaramente il rapporto Women and Climate Change: Impact and Agency in Human Rights, Security, and Economic Development del Georgetown Institute for Women, Peace and Security, le donne nel mondo sono più vulnerabili ai problemi ambientali. La loro condizione di maggiore povertà (secondo le Nazioni Unite il 70% delle persone che vivono in condizione di povertà sono donne), minore mobilità (dovuta alle responsabilità familiari, ad esempio), lo scarso potere economico e decisionale e la mancanza di un’istruzione adeguata, le espone particolarmente ai disastri ambientali.

Ciò ha fatto sì che femminilità e cura per l’ambiente siano state collegate culturalmente e cognitivamente, tanto che un altro studio, pubblicato sulla rivista scientifica Sex Roles, ha evidenziato come molti uomini siano poco inclini a portare una borsa della spesa riutilizzabile (o a riutilizzare quella in plastica), oppure a mettere in pratica attività eco-compatibili, per la paura di essere percepiti come gay o effeminati.

(quello maschile, per intenderci) c’è poco da festeggiare. L’eco gender gap è un bias - uno stereotipo - che riguarda i maschi ma che finisce per danneggiare tutti. Dunque, in questo campo, come in molti altri, smascherare gli stereotipi e combatterli è una pratica culturale, etica, politica e - ora sappiamo - anche green.

Ma qualcosa sta cambiando, soprattutto grazie alle giovani generazioni che hanno dimostrato di sapersi allineare in maniera compatta e senza alcun divario di genere nella lotta per la giustizia climatica. I cortei e i sitin degli ultimi anni hanno riempito le strade e le piazze del mondo intero di ragazzi e di ragazze, dimostrando come il gap di genere, per le nuove generazioni, sia molto più sottile, quasi inesistente. E questa sì, è una buona notizia.

PARLIAMONE

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luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 17
«Il riscaldamento globale smette di essere una questione solo dei più giovani, perché il futuro riguarda tutti e forse sarà proprio la solidarietà fra generazioni a salvare il mondo»

FENG SHUI

LA RICETTA DELL’ARMONIA ARRIVA DALLA CINA

a cura di Dario De Felicis

“Casa mia, casa mia per piccina che tu sia tu mi sembri una badia” recitava l’antico detto. A ragione, visto che la nostra abitazione è il rifugio ultimo, il luogo più intimo dove poterci finalmente riposare dopo una giornata faticosa, talvolta carica di stress. Secondo l’arte geomantica cinese del feng shui, però, la casa è molto di più: è una fonte di energia positiva che ci avvolge. Un’energia che va ricercata nella corretta sistemazione di oggetti e piante ma anche nei colori, nelle forme geometriche e nei materiali che ci circondano. Il feng shui - il cui nome significa “vento e acqua”, elementi che plasmano la terra e che influenzano la qualità di un luogo - ha come obiettivo quello di ristabilire l’equilibrio tra i due principi fondamentali dello Yin e dello Yang. La sua applicazione pratica non è sempre semplice e lineare ma consiste nello spostare oggetti di varia

natura presenti nell’appartamento in base a regole ben precise. Secondo l’arte orientale, ogni elemento in casa - che sia un mobile, un arredo o una pianta - ha una corrispondenza con uno dei cinque elementi della natura (fuoco, terra, metallo, acqua e legno) e con una delle otto direzioni cardinali. Queste relazioni tra elementi sono rappresentate dal Bagua, un simbolo e una sorta di mappa che divide lo spazio in otto settori, ognuno dei quali corrisponde a un aspetto della vita (famiglia, ricchezza, salute, carriera, amore, creatività, saggezza e fama). Dunque, organizzando e arredando le stanze della casa seguendo le regole del Bagua si favorisce il flusso del Ch’i, l’energia vitale che pervade ogni cosa.

Le regole del feng shui sono molte e variano a seconda della stanza e dell’orientamento della casa. Esistono però principi generali, facili da seguire, che

possono dare effetto immediato. Innanzitutto è bene mantenere ordine e pulizia, eliminando gli oggetti superflui che creano disordine e bloccano il flusso energetico. L’ingresso deve essere ben illuminato, in quanto rappresenta il “portale” attraverso cui entra l’energia nella casa, così come le finestre, che devono lasciar entrare la luce naturale. Per la pavimentazione bisogna avere particolare cura nello scegliere materiali naturali, a base di legno; stesso discorso per i mobili e gli accessori di arredo che non dovrebbero essere sintetici o metallici per non creare interferenze magnetiche. Voltando lo sguardo tutto intorno ci si deve immergere in forme rotonde e sinuose che favoriscono il movimento del Ch’i, evitare mobili e oggetti dalle forme troppo spigolose e, dove possibile, posizionare piccoli punti di verde con piante da appartamento. Nel luogo dove si dorme, fulcro del benessere, il letto deve essere posizionato in modo da avere una vista sulla porta ma non stare in asse con questa. Ed è fondamentale evitare di mettere in questa stanza troppi specchi, televisori e apparecchi elettronici. Secondo il feng shui, solo così potremo vivere in piena armonia la nostra casa, assorbire il suo flusso vitale rigenerante e sentirci più sereni, riposati e ottimisti.

Periscopio

VIETATA LA SOLITUDINE

In Svizzera è illegale vendere, acquistare o adottare i porcellini d’India da soli. Lo sancisce una legge iscritta nell’Ordinanza sulla protezione degli animali (OPAN): secondo l’articolo 13, “gli animali delle specie sociali devono avere adeguati contatti con i conspecifici”.

www.tvsvizzera.it

IL SESTO SENSO DEI SERPENTI

Secondo lo scienziato Jiang Weisong, responsabile del progetto dell’Ufficio terremoti di Nanning, in Cina i serpenti sarebbero in grado di prevedere i terremoti fino a 100 chilometri. Nei suoi studi ha notato che i rettili, all’arrivo di un forte sisma, si scagliano contro le pareti dei recinti in cui sono custoditi per cercare una via di fuga.

www.lastampa.it

IL LUNGO AMORE PER LA MADRE TERRA

Il 96enne giornalista e storico naturale inglese David Attenborough detiene un record unico. Divulgando un messaggio di amore per la Terra da oltre 70 anni, è la sola persona ad aver vinto un premio BAFTA (organizzazione britannica che premia opere cinematografiche e televisive) per un programma in bianco e nero, a colori, in HD, 3D e 4K.

www.wateronline.info

In giro per il mondo

A PROPOSITO DI...

NUMERI DA RECORD

UN ALTRO CALENDARIO

Rispetto a quello occidentale il calendario dell’Etiopia è assai differente perché è composto da 13 mesi all’anno e va indietro di 7 anni. I primi 12 mesi durano 30 giorni, il 13esimo dura 5 giorni (oppure 6 negli anni bisestili). Dunque, in Etiopia è attualmente l’anno 2015.

www.tellonline.it

C’È TANTO GIAPPONE IN BRASILE

C’È SPAZIO PER TUTTI

La strada più larga del mondo si trova in Argentina e passa nel centro di Buenos Aires. Si chiama Avenida 9 de Julio, ha 14 corsie in 140 metri di larghezza.

Il Brasile è il Paese con la comunità giapponese più grande del mondo: circa 2 milioni di abitanti nipponici. Sulla fine del XIX secolo, il Giappone iniziò una politica di incoraggiamento all’immigrazione che portò circa mezzo milione di suoi cittadini a lavorare come fazenderos in Brasile.

www.wanderlustintravel.com

INSODDISFATTI PER SCELTA

Nell’agosto 2022 la star del web Logan Paul ha acquistato una carta da gioco collezionabile dei Pokémon, la “Pikachu Illustrator”, per la cifra record di 5,275 milioni di dollari.

IN NUMERI - MATERIALI PREZIOSI

Quando si pensa ai materiali più preziosi al mondo, spesso si associa il concetto di preziosità al valore economico. Per non parlare d e i luoghi comuni su oro e diamanti. Tuttavia, il prezzo di un materiale – che talvolta raggiunge cifre da capogiro - dipende da diversi f attori, come la rarità, la difficoltà di estrazione o produzione, le proprietà chimico-fisiche e i suoi usi pratici.

Si può “aver paura di essere felici”, letteralmente. Ed esiste un termine specifico per questa condizione, la cherofobia. Il termine deriva dal greco kairós, “ciò che rallegra”, e phóbos, “paura”, e descrive una tendenza ad evitare le circostanze positive e le emozioni che ne conseguono. In pratica una forma d’ansia anticipatoria che impedisce di essere felici.

www.elle.com

Antimateria circa 6.25 trilioni di dollari/grammo

Californio circa 27 milioni di dollari/grammo

Diamante puro

Trizio

circa 55.000 dollari/grammo

circa 30.000 dollari/grammo

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NON SOLO CARTE DA GIOCO

La vita prima di Photoshop

Questi sono alcuni dei numerosi provini a contatto esaminati da Harold Feinstein per il montaggio. Una volta deciso quali fotogrammi utilizzare, li ha inseriti nell’ingranditore, ha effettuato i ritagli necessari e disegnato a matita il punto di ogni fotogramma su un pezzo di carta comune, in modo che l’intero montaggio fosse tracciato su un modello. Poi ha tirato fuori la carta fotografica ed è tornato su ogni negativo. Una maschera attorno per definire le inquadrature ripetendole sei volte per completare l’intera immagine.

Una sinfonia di note umane sul pentagramma della vita, questo il significato delle foto scattate a Coney Island dal fotografo Harold Feinstein per l’emittente radiofonica turca Acik Radyo (Radio Aperta). La locandina fu pubblicata per la prima volta sul New York Times nel 1952.

Gli spartiti di Coney Island

Personaggi

IL MIO

È UN

PREMIO DI QUARTIERE RACCONTA LA MIA STORIA RISPECCHIA IL MIO POPOLO»

Francesco Di Leva vince il David di Donatello per aver interpretato don Luigi Rega nel film Nostalgia

di Anna Grazia Concilio

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Èun boss spietato, con le sue regole, quando interpreta don Antonio Barracano nel film Il sindaco del rione Sanità. Vive protetto da delinquenti, si fa giustizia da solo e l’unica legge che conosce è quella criminale. È anche don Luigi Rega, il prete che combatte la camorra dal sacrato di una chiesa nel film Nostalgia, tra i vicoli del Centro storico napoletano deturpati dalla droga e dal racket, che costruisce alternative per i giovani destinati a un futuro spesso scontato. Il protagonista è Francesco Di Leva, attore di cinema e di teatro che lo scorso maggio ha ritirato il suo primo David di Donatello come migliore attore non protagonista interpretando don Luigi, al fianco di Pierfrancesco Favino. Insieme all'attore romano, Di Leva ha recitato anche nel film 'L'ultima notte di Amore'. Oltre quindici anni fa, Di Leva - napoletano e tifosissimo del Napoli - ha avviato una piccola rivoluzione gentile a San Giovanni a Teduccio, il suo quartiere, nella zona orientale del capoluogo campano, noto alle cronache per essere stato roccaforte della criminalità organizzata. Nella palestra di una scuola abbandonata ha aperto un teatro, Nest - Napoli Est Teatro. Con una platea di 98 posti, il Nest - anche compagnia teatrale - ospita spettacoli, mostre, eventi culturali e musicali. A calcare il palcoscenico del teatro grandi nomi del panorama artistico. Ma il miracolo più bello, ogni giorno, il Nest lo compie raggiungendo decine di giovani che scoprono l’arte e si scoprono talenti.

In questi anni ha interpretato esponenti di spicco della criminalità organizzata e uomini impegnati nella lotta alla camorra. Come costruisce i suoi personaggi?

Li costruisco guardando, soprattutto, la realtà. Mi piace non vedere l’uomo, che sia il criminale o il prete, ma

Francesco Di Leva vince il David di Donatello come ‘migliore attore non protagonista’ per aver interpretato nel film Nostalgia il ruolo di don Luigi Rega, il prete napoletano che combatte la camorra a viso aperto. Nella palestra abbandonata di una scuola, l’attore fonda Nest: è il primo teatro di San Giovanni a Teduccio, periferia a est di Napoli

quello che quei personaggi sono stati. E mi piace guardare il ‘bambino’ che era in loro perché credo che in ogni essere umano ci sia una nota positiva da cogliere. Se da un lato c’è l’attore che studia i personaggi, dall’altro c’è la persona, Francesco, che vive e lavora in un quartiere devastato dalla criminalità, che i criminali li condanna. Certo, combattere la criminalità è un compito che spetta allo Stato ma anche la cultura ha il proprio ruolo, quello di far innamorare i ragazzi di un’alternativa.

Cinema e teatro. Quale di queste forme di arte sente più sua?

Si tratta di due forme d’arte completamente diverse che mi accompagnano da tempo. Ho iniziato la mia carriera con il teatro e il suo rigore, la sua poetica, il suo ritmo e le sue sensazioni. Anche il cinema lascia le stesse emozioni ma lo fa con un meccanismo diverso. In una fase della mia vita ho

amato il cinema, in un’altra ho amato il teatro. Faccio teatro perché credo che sia la vera forma di resistenza nell’arte. No, non so dire quale preferisco. Con il cinema sai che stai mettendo sulla pellicola qualcosa che resterà per sempre, con il teatro, invece, compi un viaggio che ogni sera crea qualcosa di magico e che ogni sera poi svanisce. Con il cinema devi provare a immedesimarti nella percezione del pubblico, al teatro non puoi.

A maggio ha vinto il suo primo David di Donatello. A chi lo ha dedicato?

Ho dedicato questo premio a mia moglie Carmela, per la donna che è e per tutto quello che è stato e continua ad essere per me ogni giorno. Lei mi rende un uomo semplice e onesto. Possiamo dire che Mario Martone è il suo padrino artistico? Che rapporto vi lega?

È colui che accompagna la mia car-

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© foto mariospada

riera da 25 anni e lo fa come un padre sa fare con un bambino. Mi ha accompagnato anche alla cerimonia di premiazione a maggio. Sì, è il mio padrino artistico.

Anche lei a sua volta è papà e padrino artistico. Suo figlio Mario - che abbiamo visto nella fiction RAI Resta con me - ha intrapreso la stessa carriera di attore. Le chiede consigli?

Lui ed io ci confrontiamo spesso sul nostro lavoro, è un mestiere che si fa per tutta la vita. Gli dico che ogni giorno deve costruire qualcosa che lo porterà a vivere una grande carriera e per grande carriera intendo scelte importanti, circondarsi di persone che possano arricchirlo da un punto di vista umano. Sì, perché quando si decide di fare uno spettacolo, si decide al tempo stesso di stare intorno a quel progetto due o tre anni, gli stiamo dedicando un pezzo della nostra vita e la scelta deve essere quella giusta, bisogna decidere bene con chi intraprendere il viaggio. Non so quali sono i progetti che devo fare ma sicuramente so quali sono quelli che non voglio fare. Veniamo al Nest. Come nasce il progetto di ‘Napoli Est Teatro’ nella palestra abbandonata di una scuola, nel quartiere San Giovanni a Teduccio?

Sarebbe bello dire che volevamo realizzare un teatro per tutti. In realtà, volevamo prima di tutto realizzare un teatro per noi, un posto in cui esserci e creare arte. Ogni atto di grande generosità nasce da un atto egoistico. Poi questa, che era una nostra necessità, è diventata una necessità collettiva e allora abbiamo iniziato a condividere la bellezza, il teatro. Lo abbiamo fatto anche promuovendo corsi di recitazione gratuiti per i ragazzi fino ai 18 anni di età. A me piace definire il Nest un aggregatore umano dove si sta costruendo un piccolissimo esercito del bene, in cui le persone si incontrano e

si possono anche innamorare del teatro, frequentato da tanti artisti. Abbiamo messo in scena venti spettacoli negli ultimi mesi e tutti hanno registrato il sold out. È stato meraviglioso perché ogni forma d’arte può creare una sensibilità diversa in un viaggio personale e unire, nello stesso istante, la concretezza alla meraviglia. Il progetto può diventare un modello, una buona pratica da replicare. Secondo lei, esistono periferie ‘impossibili’?

Mi dà l’assist per citare Muhammad Alì, gli ho dedicato anche uno spettacolo. Lui diceva che l’impossibile non esiste. E io dico che le periferie impossibili non esistono: il Nest ne è la prova perché ce ne sono tante di realtà come la nostra. Conosco molta gente che non fa teatro ma fa comunque resistenza in questi luoghi. Il Nest è un modello replicabile, certamente, ma già ne esistono altri in tante città d’Italia, in tanti ‘sud’ del mondo. Con noi lavorano decine di ragazzi per creare una comunità artistica, e lavorano tutti i giorni affinché la cultura possa essere alla portata di tutti. Già questo vuol dire fare resistenza. Recentemente ha detto che non lascerà mai San Giovanni a Teduccio. Cosa vi tiene legati così tanto?

A San Giovanni a Teduccio mi lega la mia famiglia, i miei amici, le persone

a cui voglio bene. Napoli è una terra magica, esoterica. C’è una popolazione di milioni di abitanti che, nonostante i tanti problemi, resta e non si capisce perché. È una città che mi restituisce tanto. San Giovanni è sempre stato un po’ isolato in questi anni ma adesso vive una stagione di rinascita. Lei è parte di questo cambiamento, sicuramente. Ci sono tanti motivi che mi spingono a restare qui. Voglio, molto semplicemente, vedere i miei figli andare al cinema nel mio quartiere, che sia un posto sereno, tranquillo. Quando tocchi il fondo puoi solo rinascere e San Giovanni a Teduccio è stato devastato dalla criminalità negli Anni ’80. Spero che i turisti tornino sempre più numerosi tra le strade, vadano al mare e che il quartiere viva.

Dopo lo scudetto del Napoli e il David di Donatello, qual è il desiderio che resta ancora da avverare? Magari entro l’anno? Desidero tantissimo riaprire il cinema nel mio quartiere, insieme al mio gruppo. È chiuso da 38 anni, sarebbe una conquista per tutti, una vittoria collettiva, perché tanti risultati personali diventano poi anche collettivi. Come questa statuetta, perché il mio David è un David di quartiere, rispecchia una parte del popolo, racconta la mia storia. Sì, il mio prossimo desiderio è questo.

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 24
Personaggi

2 AGOSTO 1980 LA BOMBA CHE COLPÌ AL CUORE L’ITALIA

Alle 10:25 di sabato alla stazione di Bologna rimangono uccise 85 persone e oltre 200 sono i feriti

Il 5 aprile 2023, dopo quasi 43 anni, si è aggiunto un altro tassello a questa storia con una nuova sentenza della Corte di Assise di Bologna

Sul binario 4 c’è Rossella, ha 19 anni e deve tornare a Prarolo, in Piemonte. Viaggia con l’amica Arianna. Per far stare tranquilli i genitori hanno deciso di non tornare in moto, ma in treno. Fa caldo il 2 agosto 1980, caldissimo, alla

stazione di Bologna. Così la lunga attesa sulla banchina diventa insostenibile e Rossella decide di andare al bar a prendere qualcosa da bere. È proprio mentre sta tornando verso l’amica che l’orologio della stazione batte le 10:25. Un sibilo poi un boato gigantesco: l’on-

da d’urto scaraventa oggetti, colpisce le persone, abbatte i muri. La sala d’aspetto di seconda classe è invasa da fiamme e fumo, l’ala ovest è piegata su sé stessa, il piano superiore crolla verso il basso. L’esplosione è così forte che colpisce il treno al binario 1 e il parcheggio dei taxi sul piazzale. Travolti e sepolti dalle macerie ci sono oltre 200 feriti e 85 morti. Dopo la deflagrazione accorrono sul posto in tanti per aiutare e cercare i sopravvissuti scavando anche a mani nude. Passano poche ore prima che arrivino i vertici dello Stato e raggiungano il luogo del più grave atto terroristico avvenuto nel Paese nel secondo dopoguerra.

L’Italia, incredula, si chiede cosa sia successo, chi sia stato e perché. All’inizio si parla dell’esplosione di una caldaia, proprio com’era avvenuto dieci anni prima a Piazza Fontana, ma non

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Anniversari

viene scartata l’ipotesi dell’attentato. È verso mezzanotte che soccorritori e inquirenti scoprono un cratere nella sala d’aspetto: la prova che a scoppiare è stata una bomba. Si scoprirà poi che si trattava di 23 chili di esplosivo. I sospetti si concentrano immediatamente sui militanti di estrema destra appartenenti ai NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), una frangia eversiva clandestina animata soprattutto da un desiderio di vendetta nei confronti del sistema. Nato nel 1977, il movimento è composto da ragazzi giovanissimi come i fratelli Giuseppe Valerio (detto ‘Giusva’) e Cristiano Fioravanti, Francesca Mambro e Alessandro Alibrandi. Le indagini si muovono subito su questa pista “nera” seguendo anche quanto avvenuto in Piazza Fontana nel 1969, in Piazza della Loggia nel 1974 e sul treno Italicus lo stesso anno. Tre settimane dopo, il 26

agosto, la procura di Bologna emette 28 ordini di cattura nei confronti degli esponenti dell’eversione di destra, ma uno dopo l’altro vengono tutti rilasciati per mancanza di prove. Tuttavia, a causa di deboli alibi, versioni contrastanti, contraddizioni, testimonianze (anche a distanza di molti anni) e l’uccisione del potenziale testimone Ciccio Mangiameli, Valerio ‘Giusva’ Fioravanti e Francesca Mambro diventano i principali indiziati della strage di Bologna. Il processo, aperto con difficoltà nel 1987, si chiude nel 1995 con la condanna definitiva dei due insieme a Sergio Picciafuoco. Secondo i giudici, sono loro gli esecutori materiali dell’attentato. In quegli anni, però, c’è anche chi cerca di depistare le indagini. Ci sono uomini dei servizi segreti che cercano di “confondere le acque” e far pensare a una possibile pista internazionale. Il 13 gen-

naio 1981 viene rinvenuta una valigetta su un treno Taranto-Milano che contiene esplosivo, armi e due biglietti aerei intestati a un francese e a un tedesco. Questo fa pensare a un’operazione internazionale soprannominata “Terrore sui treni”, rivelatasi poi falsa. Verranno condannati per calunnia aggravata Giuseppe Belmonte, colonnello dei carabinieri e ufficiale del SISMI (Servizio informazioni e sicurezza militare); Pietro Musumeci, agente segreto iscritto alla loggia massonica P2; Francesco Pazienza, faccendiere, e Licio Gelli, detto il “Maestro venerabile” della P2. Nella ricerca di risposte e spiegazioni che sembrano impossibili da trovare, il 5 aprile 2023, dopo quasi 43 anni, si è aggiunto un altro tassello a questa storia. Sono state depositate le motivazioni della sentenza della Corte di Assise di Bologna che lo scorso anno aveva condannato all’ergastolo Paolo Bellini, ex militante fascista esponente del gruppo Avanguardia Nazionale, per aver concorso alla strage. Nella sentenza si parla di mandanti e finanziatori. Tra i nomi, oltre a quello di Licio Gelli, si leggono anche quelli di Umberto Ortolani, faccendiere e braccio destro di Gelli; Federico Umberto D’Amato, direttore dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, e Mario Tedeschi, politico eletto con il Movimento Sociale Italiano (MSI) e storico direttore del giornale Il Borghese. Secondo questa sentenza, gli esponenti della P2 non furono solo ispiratori della strage e depistatori delle inchieste giudiziarie, ma giocarono un ruolo attivo. Si legge nei documenti: «Anche coloro che si resero verosimilmente mandanti e/o finanziatori della strage, pur senza appartenere in modo diretto a gruppi neofascisti, condividevano i predetti obiettivi antidemocratici di fondo ed ambivano all’instaurazione di uno Stato autoritario, nell’ambito del quale fosse sostanzialmente impedito l’accesso alla politica delle masse».

luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 27

AGE PLATFORM EUROPE HEIDRUN

MOLLENKOPF

È LA NUOVA PRESIDENTE

Si è svolta a Bruxelles, dal 7 al 9 giugno

l’Assemblea Generale di AGE. Sul tavolo

la battaglia per i diritti e la necessità di un mondo del lavoro che non isoli gli anziani

All’appuntamento anche una delegazione 50&Più

«Una persona da sola non potrà mai risolvere tutti i problemi dell’età matura, dovremo collaborare. Ci sono tante sfide che ci aspettano. Essere longevi è solo un dettaglio. Dobbiamo considerare anche il problema della denatalità, tenere a mente l’aspetto delle giovani generazioni che cominciano a sparire. C’è poi la sfida della digitalizzazione selvaggia, quella drammatica del cambiamento climatico, le catastrofi naturali, le guerre. Voglio ascoltarvi tutti, dobbiamo essere uniti per risolverli e perché gli anziani siano integrati».

È solo una parte del discorso con cui Heidrun Mollenkopf ha salutato la sua nomina alla presidenza di AGE Platform Europe, organizzazione che riunisce numerose associazioni di tutela degli anziani, compresa 50&Più. Con spirito di continuità ed impegno la nuova presidente prende il posto dell’uscente Ebbe Johansen, eletto nel 2017.

A Bruxelles, alla prima Assemblea Generale di AGE in presenza dopo la lunga parentesi Covid, si è parlato anche di molto altro: dai progressi nella lotta per i diritti alla necessità di un mondo del lavoro che non isoli gli anziani, dai progetti internazionali in corso sino alle attività svolte dalle task force dell’organizzazione, dalle future strategie per l’inclusione dei senior al Manifesto di AGE per le prossime elezioni europee del 2024.

L’Assemblea è stata preceduta il 7 giugno dalla conferenza annuale sull’ageismo nel mercato del lavoro. Non potendo essere presenti, Dubravka Šuica, vicepresidente per la democrazia e la demografia della Commissione

Europea, e Anna Tenje, ministro svedese per gli Anziani e la Sicurezza sociale (in rappresentanza dell’attuale presidenza svedese al Consiglio dell’UE), hanno inviato un videomessaggio per supportare un tema che AGE Platform Europe considera da sempre vitale, sostenere cioè un mercato del lavoro che valorizzi e includa i senior. Relatori, ricercatori e membri presenti di AGE hanno dialogato di buone pratiche in atto, degli ostacoli rimasti sul cammino e delle politiche da sviluppare nel settore per la parità dei diritti. Tutti argomenti che hanno un unico comune denominatore: una maggiore inclusione degli anziani. Per conseguire questo risultato, l’ultimo giorno dell’Assemblea ha visto la discussione e l’approvazione del Manifesto che AGE intende presentare per le prossime elezioni europee (6-9 giugno 2024). A circa un anno dall’evento politico che avvierà un nuovo ciclo del Parlamento e della Commissione Europea (2024-2029), lo scopo è fornire un segnale chiaro ai candidati e ai loro programmi politici perché integrino una serie di riforme strategiche per la popolazione anziana. Sarà uno strumento per fare in modo che la politica si focalizzi su un’Europa di “tutte le età”. Un obbiettivo che la stessa Heidrun Mollenkopf ha dichiarato di voler perseguire nel discorso precedente alla sua elezione: «Voglio adoperarmi con tutti coloro che desiderano combattere per migliorare le condizioni degli anziani, rappresentare al meglio AGE per una vita fatta di pari opportunità per tutti». Una promessa che riguarda tutte le generazioni e che non lascia indietro nessuno.

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Il caso

Sono trascorsi trentatré anni da quando il corpo di Simonetta Cesaroni, martoriato di coltellate, è stato rinvenuto negli uffici dell’AIAG - Associazione Italiana Alberghi per la Gioventùdi Roma. Era il 7 agosto del 1990. Quell’omicidio, ancora oggi irrisolto, passerà alla storia come il “delitto di via Poma”. A quel tempo, una giovane Raffaella Fanelli si avviava alla professione di giornalista scavando tra documenti e carte processuali. A lei si deve l’unica intervista mai realizzata a Francesco Caracciolo di Sarno, l’avvocato romano presidente dell’AIAG, figura chiave nella vicenda che - a distanza di tanti anni - conserva ancora contorni oscuri. Dopo quella chiacchierata l’uomo viene chiamato a processo per la prima volta nella storia. Fanelli - già collaboratrice, tra gli altri di La Repubblica, Corriere della Sera, Oggi, Quarto grado e Chi l’ha visto? - mette in fila date, fatti, nomi e fornisce un quadro complessivo sugli eventi di quell’estate del ‘90. Lo fa nelle pagine del libro Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?, edito da ‘Ponte alle grazie’. L’abbiamo incontrata.

Perché un libro sul delitto di via Poma?

Conoscevo molto bene la famiglia di Pietro Vanacore, il portiere dello stabile di via Poma. Entrambi siamo originari di Torricella, in provincia di Taranto. E lo avevo intervistato, avevo sentito i suoi figli, per loro Pietrino era stato aiutato a morire. Si è occupata fin da subito della vicenda?

Sì, all’epoca ero giornalista praticante e ho iniziato a seguire le udienze di Raniero Busco, fidanzato di Simonetta Cesaroni, processato vent’anni dopo l’omicidio perché il suo DNA è stato trovato sul reggiseno della giovane, ma i periti della Procura dimenticarono di dire che su quel reggise-

CHI HA UCCISO SIMONETTA CESARONI?

E OMBRE SUL DELITTO DI VIA POMA

Trentatré anni di mistero, depistaggi, processi e false testimonianze. Tanti i protagonisti di una vicenda mai chiarita. Cosa è avvenuto negli uffici dell’AIAG il 7 agosto del 1990? È Raffaella Fanelli, giornalista e scrittrice a mettere in fila i fatti e a raccontare “Il nome dell’assassino è scritto nel DNA”

no c’erano altri due DNA maschili. Le menzogne, i depistaggi e le omissioni però, in questa vicenda, sono tanti. Basti pensare che i dipendenti dell’AIAG hanno dichiarato di non aver mai conosciuto Simonetta, eppure andava di pomeriggio in quegli

uffici, quando molti di loro avevano il rientro. Anche l’avvocato Caracciolo di Sarno aveva dichiarato di non aver mai conosciuto Simonetta, invece. Lui, come altri, è un attore della vicenda ma nessuno lo aveva sentito fino a che lei - unica tra

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LUCI

magistrati e giornalisti - lo rintraccia e lo intervista. Esattamente. Addirittura, si credeva fosse morto. Già all’epoca lavoravo per il settimanale Oggi, l’ho scovato e l’ho intervistato, registrando interamente l’incontro. Fu una chiacchierata molto burrascosa, mi propose di scrivere che era morto ma soprattutto ammise di conoscere Simonetta - non era mai successo prima - e che aveva un amico nei servizi segreti. Dopo la pubblicazione del mio pezzo, lui venne chiamato a deporre. Oltretutto, la sera del 7 agosto, quando l’omicidio era stato compiuto ma non ancora ufficializzato, dagli uffici di via Poma sono partite due telefonate a Mario Macinati, il fattore di Caracciolo. Negli anni, poi, l’alibi di Caracciolo si è rivelato falso.

Vanacore, portiere dello stabile di via Poma, è stato trovato morto il 7 marzo del 2010. Omicidio o suicidio?

Risulta difficile pensare che un uomo possa annegare in 50 centimetri di acqua. La sua protesi dentaria, tra l’altro, è stata ritrovata sulla spiaggia e dai risultati dall’autopsia, che ho potuto leggere, non risulta avesse ingerito qualcosa. Per la famiglia l’uomo è stato ‘aiutato a morire’. Tre giorni più tardi avrebbe dovuto testimoniare al processo contro Raniero Busco che lui sapeva essere innocente. È chiaro, però, che Pietrino qualcosa sapesse.

Tra gli indizi trascurati, una traccia di sangue. Cosa significa?

Significa che nel DNA di quella macchia di sangue c’è il nome dell’assassino perché è molto vicina al sangue di Simonetta. L’inchiesta sull’omicidio è stata riaperta grazie a questa traccia. Si deve, ora, capire a chi appartiene. All’epoca altre tracce di sangue furono trovate sulla scena, e da quelle trovate sul telefono non è stato estrapolato il DNA.

Come commenta questi trent’anni di indagini?

Le indagini sono state condotte malissimo. Rinviare a giudizio Busco dopo vent’anni è stato un delirio. Non c’erano prove contro di lui e tante a sua discolpa sono state ignorate. Sull’avvocato Caracciolo Di Sarno nessuno ha mai indagato. Tra le anomalie anche questa: il primo ad arrivare in quegli uffici fu Sergio Costa, ex genero di Vincenzo Parisi - ex capo della polizia, ex vicedirettore del Sisde - lo ha detto lui stesso ascoltato dagli inquirenti. Ma in tutti i verbali redatti dalle varie volanti quel nome non viene scritto, salta fuori anni dopo.

Cosa c’entra Roland Voller?

Voller - che si è poi scoperto essere un informatore dei servizi - entra in scena poche settimane dopo la diffusione di un’informativa della Digos su Caracciolo, tra queste pagine l’avvocato del foro romano viene citato come una persona di dubbia moralità che infastidiva le ragazze. Poliziotti maldestri? Strategie? Che cosa è successo nell’appartamento di via Poma quando è stato scoperto il corpo di Simonetta Cesaroni?

Di tutto. Un poliziotto ha estratto dalla borsa di Cesaroni un foglio di carta e su questo ha scritto un numero di telefono, un altro agente ha staccato la presa del computer. E ancora, un altro poliziotto ha cancellato tutti i messaggi dalla segreteria telefonica e un altro ha lasciato le impronte di scarpa sul pianerottolo. Non solo. È stato poi trovato un disegno sulla scena del crimine: su un foglio di carta è stata disegnata una margherita e in basso al disegno la scritta ‘dead ok’. Solo 18 anni dopo una poliziotta ha raccontato di essere stata l’autrice del disegno lasciato sulla scrivania dell’ufficio in cui Simonetta è stata uccisa, l’ufficio di Corrado Carboni,

direttore dell’AIAG. Possibile che ci si metta a disegnare sulla scena del crimine? Questi errori madornali hanno condizionato le indagini .

Insieme alla sorella Paola, in quell’appartamento sono entrate altre persone quella sera. Chi?

Erano le 23.30 circa quando Paola è entrata negli uffici di via Poma accompagnata da Mario Vanacore (il figlio del portiere del palazzo ndr).

Insieme a loro anche il datore di lavoro di Simonetta - Salvatore Volponi - che al buio e con le serrande abbassate ha urlato “Oddio, bastardo” correndo verso il pianerottolo. L’uomo non ha mai spiegato a chi si riferisse con queste parole che sono state raccontate da Mario Vanacore. Per scovare un assassino si deve partire dal movente. In questo caso qual è?

Sicuramente non si è trattato di un femminicidio e sul suo corpo non sono state trovate tracce di violenza sessuale. Il movente è da trovare negli uffici dell’AIAG. Non si è mai cercato di capire cosa davvero si facesse in quelle stanze e se c’erano degli interessi istituzionali.

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SPORT, AMICIZIA E SOLIDARIETÀ

L’appuntamento è fissato dal 10 al 18 settembre a Castellaneta Marina in provincia di Taranto. Alle Olimpiadi estive 50&Più anche Amref impegnata nella tutela dei diritti delle popolazioni africane di Redazione

Sport, condivisione, amicizia e solidarietà. Se dovessimo usare solo quattro parole per descrivere ‘Immagina 2023’ sarebbero senz’altro queste. Dal 10 al 18 settembre si torna nella cornice dell’Ethra Reserve a Castellaneta Marina (Taranto), all’interno della Riserva Naturale di Stornara. È in questo scenario che si svolgerà uno dei grandi eventi targati 50&Più.

Tante le novità di questa edizione e tanti i tradizionali appuntamenti, come la passeggiata in bicicletta con Francesco Moser, già vincitore del Giro d’Italia, del mondiale su strada e ad oggi il ciclista italiano con il maggior numero di vittorie su strada. Passeggiare con il campione sportivo è ormai una consuetudine per i partecipanti alle Olimpiadi estive. Nel capitolo novità, invece, la presenza all’evento del giornalista e conduttore Marino Bartoletti (già ospite della ‘Settimana della creatività’ lo scorso ottobre a Stresa), con uno spettacolo a tema ciclismo. Spazio anche alla cultura con Flavio De Bernardinis - critico cinematografico e docente presso il Centro Sperimentale di Cinematografia - durante la serata dal titolo ‘Cinema e sport’. De Bernardinis è un volto noto ai soci 50&Più perché già autore di webinar e membro di giuria al concorso internazionale ‘Corti di Lunga Vita’ promosso dall’Associazione. All’interno del grande evento 50&Più anche uno spazio per celebrare i recenti successi dei cantanti che si sono esibiti alla scorsa edizione di ‘Italia In…Canto’. In programma incontri sul benessere con la presenza di osteopati e cardiologi.

«Le Olimpiadi rappresentano la sintesi perfetta dei nostri valori associativi. Un grande evento che diventa momento

di incontro e di socialità. Diventa anche uno spazio dove fare cultura e l’occasione per praticare sport in amicizia attraverso una competizione sana. La 50&Più è una comunità e ciascuno di noi è parte integrante di un processo di costruzione e condivisione che diventa più importante giorno dopo giorno. Sono tasselli come questi, aggiunti passo passo, che valorizzano il disegno che da anni realizziamo», dice Gabriele Sampaolo, Segretario Generale di 50&Più.

‘Immagina 2023’ sigla una nuova partnership tra l’Associazione e Amref Italia, l’organizzazione non governativa impegnata nella tutela dei diritti delle popolazioni africane. «Lo sport, con la sua capacità di unire persone di diverse età e storie personali, è uno strumento potente per promuovere la salute e il benessere, e abbattere pregiudizi e paure. Siamo certi che la passione, la determinazione e l’energia positiva che pervaderanno le Olimpiadi favoriranno l’avvio di una nuova sinergia, basata su impegno e giustizia. Amref Health Africa, la più grande organizzazione sanitaria africana che agisce da oltre 60 anni perché la salute sia un diritto di tutti, vede nella condivisione di questo impegno la chiave che farà la differenza - spiega Paola Crestani, Presidente di Amref Italia -. L’Africa è il continente con i più alti tassi di mortalità e malattia al mondo e il più basso numero di operatori sanitari per abitante, ma insieme possiamo sostenere il cambiamento e costruire un futuro di salute per tutti». E conclude: «Siamo entusiasti e grati per l’opportunità di partecipare alle Olimpiadi e di disegnare una nuova, importante collaborazione» (ulteriori informazioni alle pagine 80-81).

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A MILANO I PREZZI PIÙ ALTI D’ITALIA LA PROTESTA DEGLI STUDENTI IN TENDA CONTRO IL ‘CARO AFFITTI’

Da settimane sono accampati davanti al Rettorato. Fanno la colletta per il cibo e di notte restano svegli a turno per evitare problemi. Al Governo chiedono interventi mirati e un freno ai costi. Abbiamo ascoltato le loro storie e raccolto le voci di chi la pensa diversamente

di Romina Vinci

La statua in bronzo di Eugenio Villoresi, realizzata da Luigi Calabresi nel 1906, troneggia sul piazzale antistante l’ingresso del Politecnico di Milano. Il monumento dedicato all’ingegnere lombardo vissuto nell’Ottocento è di colore verdastro,

ormai, con le braccia conserte dietro le spalle, il capo chino leggermente inclinato a destra, proprio in direzione del gruppo studenti, accampati nelle tende da inizio maggio, che protestano dinanzi al rettorato dell’Università Statale di Milano, per dire ‘no’ al caro affitti.

L’ondata di dissenso è partita da Ilaria Lamera, studentessa fuorisede alla facoltà di Ingegneria che, il 2 maggio scorso, si è accampata qui con una tenda. Pochi giorni dopo ne sono spuntate altre e in breve tempo la protesta si è diffusa anche nel resto d’Italia.

Attualità

La protesta

Gli studenti sono stretti nella morsa tra chi li considera dei perenni bamboccioni e chi li indica come paladini della giustizia sociale. In piazza Leonardo ci sono circa venti tende fisse, tra cui quella di Alessandro. È uno studente al primo anno di Lettere Moderne, ha 20 anni, e quella voglia di cambiare il mondo tipica della sua età. Alessandro punta il dito contro lo Stato: «Dovrebbe mettere un tetto al prezzo degli affitti, e rivedere la Legge 431 del 1998 che ha dato il via al libero mercato. La maggior parte delle case che vengono affittate a peso d’oro sono delle catapecchie, se ci fossero dei controlli verrebbero dichiarate non idonee. Invece, oggi, i proprietari degli immobili fanno il bello e il cattivo tempo». Lui vive con i genitori a Giussano, un comune brianzolo, e son dieci giorni che protesta qui, insieme agli altri. Non è facile. «La settimana scorsa ha piovuto per cinque giorni, grandine e acquazzoni. Le tende erano allagate, il fango ci arrivava alle caviglie, è stata dura. Alcuni hanno deciso di tornare a casa, siamo rimasti in pochi. Passavamo le giornate sotto il gazebo, controllando costantemente che non crollasse sotto il peso dell’acqua. Sono stati tremendi quei giorni. Poi con il sole è arrivata più gente, e la situazione è migliorata», afferma con un sospiro di sollievo.

Margherita viene da Lentate sul Seveso, è al terzo anno di Filosofia e racconta la quotidianità della protesta. «Le persone qui cambiano semprespiega -, ogni sera, alle 19, facciamo un’assemblea per coordinare la campagna politica. Vi partecipano anche ragazzi che non dormono qui, ma che sono solidali alla causa. Per mangiare facciamo una cassa comune, ma spesso il cibo ci viene offerto anche dagli abitanti del quartiere. Per i bagni, invece, usiamo quelli del Politecnico,

l’università infatti ne lascia aperti alcuni per noi».

Viky protesta da una settimana. Studia Arte, vive ad Abbiategrasso con i suoi genitori: «Io sono una privilegiata, non ho bisogno di affittare una stanza ma sono solidale alla causa - dice -. Noi studenti siamo una categoria fragile dal punto di vista economico, perché non siamo ancora formati per poter avere un certo tipo di stipendio, stipendio che sarebbe necessario per permettersi l’affitto di una stanza qui a Milano. Non si va sotto i 700 euro se si vuole rimanere in zona centrale. Si arriva anche a 500 euro ma spostandosi nelle zone periferiche della città».

Un problema nazionale

La questione abitativa non è un dilemma che riguarda solo gli studenti milanesi, anzi. Secondo un’analisi condotta da Immobiliare.it, una stanza singola a Milano costa circa 620 euro al mese, a Roma 465. È poi la volta di Padova e Firenze, in cui servono 450 euro; poco meno a Bologna (447 euro). La prima città che scende sotto i 400 euro è Torino, dove si riesce a trovare una singola anche intorno ai 360 euro al mese.

Viky ha ben chiari i motivi della protesta e sa anche che non basterà per

trovare soluzioni: «Abbiamo deciso di continuare ad oltranza - spiega la studentessa -, è una forma di dissenso pacifica la nostra. Noi non possiamo trovare soluzioni concrete al problema, non ne abbiamo il potere, ma quello che possiamo fare è accendere i riflettori su questa tematica, e lo abbiamo fatto».

La risposta del Governo

Gli studenti sentono che c’è solidarietà nei loro confronti dal mondo delle istituzioni. «I professori sono dalla nostra parte, ogni tanto al mattino vengono e ci portano le brioches», racconta Alessandro con il sorriso sulle labbra.

Ma non solo il mondo dell’istruzione, anche il palazzo del Governo non si è mostrato insensibile alle grida di questi cittadini. A metà maggio, quando la protesta degli studenti è dilagata a macchia d’olio in tutti gli atenei delle principali città, in primis a Roma, l’esecutivo aveva presentato un emendamento contro il ‘caro affitti’ al decreto sulla Pubblica Amministrazione. L’emendamento, che prevedeva 660 milioni di euro a sostegno degli studenti, è stato però ritirato, durante la seduta congiunta delle commissioni Affari costi-

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tuzionali e Lavoro della Camera, per “estraneità di materia”. Dovrebbe confluire, stando alle promesse, in un successivo provvedimento.

Dentro e fuori

Non tutti condividono la forma di protesta in tenda. «L’altra notteracconta Alessandro - alcuni ragazzi hanno defecato a fianco delle nostre tende. A volte, mentre dormiamo, alcuni arrivano e si mettono a scuotere le tende. Abbiamo deciso di fare dei turni di guardia di notte, perché non ci sentiamo sicuri».

All’interno dell’Università, invece, la situazione è molto diversa, c’è calma. Le lezioni sono finite, la sessione d’esami è alle porte, il caldo e l’afa non spaventano. Gli studenti continuano a darsi appuntamento qui, nei giardini antistanti gli edifici universitari, occupano le panche riparati dall’ombra degli alberi, spargono libri, appunti, fotocopie, tablet e pc sui tavoli e studiano in silenzio.

Due amiche scuotono la testa e pren-

dono le distanze dalla protesta. Loro sono delle “fuorisede doc”, venendo una da Roma e l’altra da Lucca. Vivono non distante da qui, pagano 700 euro per una stanza, utenze incluse. Ammettono di poter contare sul sostegno dei loro genitori, ammettono che il costo della vita nella metropoli sia proibitivo, non pensano però a prender parte alla protesta sul piazzale. «Preferiamo studiare sodo - dicono - così da finire al più presto gli studi, anziché perdere giornate lì fuori».

Lo sguardo dei senior Chissà cosa ne penserebbe Villoresi della protesta. Dall’alto del suo bronzo sembra quasi li stia scrutando con occhio severo. Come lui anche Raffaele li scruta, seduto su di una panchina in piazza. Ottantaquattro anni, si è laureato in Ingegneria elettrotecnica in questa stessa università, nel 1964. Lui dà la sua approvazione alla protesta. «Gli affitti sono troppo cari, se non si prendono delle decisioni tra poco questa università sparirà, perché nessuno

potrà più permettersela». Raffaele sa cosa sia un privilegio. Sa che erano in pochi, nei suoi anni, a riuscire a completare gli studi universitari. «Allora però c’erano più possibilità - afferma -, avevo colleghi di corso che venivano dall’Abruzzo, dalla Calabria, dalla Campania, e riuscivano ad affittare stanze qui nel quartiere. Certo, erano case modeste, spesso vivevano in tanti, però era possibile farlo. Oggi non più». Poco distante, Alberto Cesati, anch’egli classe 1938, manifesta invece il suo dissenso scuotendo la testa: «Ho sempre abitato e lavorato in queste zone. Nella mia azienda ci sono state persone che venivano dalla periferia milanese, dalla Brianza e dal bergamasco, e facevano i pendolari. Mi sembra che i ragazzi di oggi siano un bel po’ viziati, e farebbero bene a rimboccarsi le maniche ed impegnarsi, anziché stare qui a inscenare queste proteste». E del resto se riesce a polarizzare, il dibattito ha fatto breccia. Perché non esistono gli indifferenti in questa storia, o si è favore o si è contro.

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Attualità

LE SETTE VITE DEL SULTANO

Dato

per sconfitto alla vigilia, Erdogan è riuscito a piegare al ballottaggio lo sfidante Kilicdaroglu e a riconfermarsi presidente della Turchia

È la settima vittoria elettorale, la più dura per il leader del Partito di Giustizia e Sviluppo, ma difficilmente segnerà una svolta

Il Sultano è arrivato a quota sette. Lo scorso 28 maggio Recep Tayyip Erdogan, prevalendo al ballottaggio sullo sfidante Kemal Kilicdaroglu, ha vinto per la settima volta una competizione elettorale in Turchia. Dopo essere stato sindaco di Istanbul tra il 1994 e il 1998, aver guidato alla vittoria in tre elezioni parlamentari (2002, 2007 e 2011) il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, da lui fondato nel 2001, e aver già vinto le elezioni presidenziali nel 2014 e nel 2018, sarà ancora lui il presidente della Repubblica turca. Dopo la riforma in senso presidenziale del sistema di governo, voluta dallo stesso Erdogan nel 2017, il presidente della Repubblica è la guida politica del Paese e resta in carica per cinque anni. Imponendosi al ballottaggio con il 52,1% dei consensi, Erdogan si è assicurato la leadership fino al 2028. Dato in svantaggio dai sondaggi della vigilia, era riuscito comunque a ottenere il 49,5% dei voti al primo turno, il 14 maggio, grazie al sostegno dell’Alleanza per il Popolo, una coalizione che riunisce il suo partito, il Partito Nazionalista (MHP) e altre formazioni minori. Il suo sfidante Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito Repubblicano (CHP) sostenuto dalla coalizione Alleanza per la Nazione, si era guadagnato il diritto a partecipare al ballottaggio ottenendo il 45% dei voti al primo turno, ma non è andato oltre il 47,9% nella seconda tornata elettorale. Dopo aver

vinto la sfida più difficile della sua vita politica, in coda a un confronto accesissimo che ha visto partecipare al voto l’85% dei circa 64 milioni di aventi diritto, Erdogan ha ringraziato la sua gente e ha scandito orgogliosamente: «Con questa vittoria si apre il secolo della Turchia». «Le elezioni presidenziali dello scorso maggio sono probabilmente state per Erdogan le più combattute di sempre - spiega la professoressa Valentina Rita Scotti,

docente di Diritto pubblico comparato presso l’European Public Law Organization -. La capacità delle forze di opposizione di presentarsi compatte in coalizione, con un programma omogeneo, ha spinto la contesa fino al ballottaggio. La proposta politica della coalizione di Kilicdaroglu, fondata sul ritorno alla forma di governo parlamentare, su una maggiore attenzione ai diritti civili, pur con richiami al nazionalismo e al secolarismo, ha fatto

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Estero

breccia in un’ampia fetta dell’elettorato; e d’altronde il terzo incomodo Sinan Ogan, leader nazionalista della cosiddetta Alleanza Ancestrale, ha raccolto circa il 5% dei consensi. Le declinazioni del nazionalismo proposte dai vari partiti hanno attratto l’attenzione degli elettori molto più delle ricette di politica economica e delle posizioni in tema di diritti. In particolare i giovani della genera-

zione Z, per la prima volta al voto, si sono dimostrati più nazionalisti ma forse meno conservatori del previsto. Se a tutto questo si aggiunge il fisiologico logoramento della leadership ventennale di Erdogan, e della sua formula di governo basata sull’autoritarismo competitivo, l’intoppo del secondo turno appare un’eventualità in fondo prevedibile». Al primo turno la contrapposizione tra i principali candidati appariva netta. Erdogan si è presentato come sempre: un uomo del popolo che ha avuto successo e vuole condividerlo con la sua patria, un conservatore che obbedisce al principio “Dio, patria e famiglia”. Kilicdaroglu, invece, si è ammantato di moderazione: nazionalista sì, ma aperto al dialogo con la minoranza curda; secolarista sì, ma attento alla sensibilità dei conservatori religiosi. Prima del ballottaggio, peraltro, lo sfidante ha irrigidito la sua posizione insistendo sul rimpatrio forzato dei milioni di migranti siriani presenti nel Paese, laddove Erdogan ha continuato a sostenere il rimpatrio su base volontaria. L’effetto, però, non è stato quello sperato.

«Erdogan non ha mai visto il ballottaggio come un rischio concreto per la propria leadership - precisa la professoressa Scotti -. Piuttosto lo ha interpretato come una prova di democrazia del sistema politico turco verso l’esterno. Il ricorso al ballottaggio, nella sua ottica, dimostra che il presidente non è un dittatore capace di conculcare la volontà del popolo turco, circostanza peraltro discutibile visto che il governo controlla innegabilmente i media. Ma tant’è: tutto lascia pensare che Erdogan trarrà pochi insegnamenti da queste elezioni e manterrà inalterata la sua linea politica. La sfida principale che già si trova ad affrontare è quella economica, a cominciare dalla lotta all’inflazione che, secondo i

principali organismi economici internazionali, sta conducendo in un modo eterodosso, tagliando cioè i tassi d’interesse. Il rilancio dell’economia è fondamentale per consentire al governo la prosecuzione del programma di sostegno ai meno abbienti e alle famiglie, considerate da Erdogan il cardine imprescindibile della società turca. Il presidente rieletto dovrà poi conquistare i cuori della generazione Z, molto critica verso la compressione dei diritti civili. Difficile però che questi vengano estesi, e certo non alla comunità LGBTQ, verso cui Erdogan ha usato parole estremamente critiche. L’unica concessione possibile pare al momento un ammorbidimento della forma di governo presidenziale, per la cui realizzazione Erdogan ha peraltro bisogno dei voti della minoranza parlamentare». Tutto sembra già scritto: grandi piani e mega-investimenti economici per alimentare la produzione e il dinamismo del sistema e, in politica estera, il rafforzamento dello status di potenza regionale della Turchia. La professoressa Scotti è chiara: «Erdogan tiene a enfatizzare l’indipendenza della Turchia, la sua equidistanza da Oriente e Occidente, da USA, Europa, Cina e Russia, e cerca relazioni stabili con gli altri attori politici mediorientali. La stabilità - ad ogni costo, viene da dire - è la grande eredità che il presidente vuole lasciare alla Turchia».

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«Erdogan non ha mai visto il ballottaggio come un rischio concreto per la propria leadership. Piuttosto lo ha interpretato come una prova di democrazia del sistema politico turco verso l’esterno»

Società

TRUFFE SENTIMENTALI OGNI ANNO 400 VITTIME

Le truffe del cuore fanno ogni anno 400 vittime: quelle disposte a denunciare - s’intende -. Il resto rimane in un angolo di sommerso. Stiamo parlando delle cosiddette truffe sentimentali, quei raggiri che fanno leva sulla solitudine o la fragilità delle persone con lo scopo unico di spillare loro somme ingenti di denaro.

«Dalla pandemia in poi abbiamo riscontrato un aumento del fenomeno», ci dice Alessandro Scarpello, vice questore, vice dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio (nella foto a destra). Ci siamo rivolti a lui per fare chiarezza e per definire in maniera circostanziata un fenomeno che non guarda in faccia al genere o all’estrazione sociale: «Ci è capitato che professionisti cadessero nella trappola delle truffe sentimentali».

Gli chiediamo, perciò, di inquadrare esattamente questa realtà. «Si tratta

- ci spiega - di truffe portate avanti da persone che contattano le vittime tramite social network. Quello in cui avvengono più spesso è Facebook, semplicemente perché più frequentato da una fascia d’età che va dai quarant’anni in su». Il che ovviamente non preclude la strada ai truffatori nemmeno attraverso ulteriori piattaforme che infatti vengono usate seguendo un copione ben definito e che si basa sulla capacità del truffatore di «instaurare una relazione con la persona. Nel caso delle truffe romantiche, si tratta di una vera e propria relazione sentimentale». Quando parliamo di truffe sentimentali intendiamo - ci dice ancora il Vice Questore - che «le vittime si convincono davvero di essersi fidanzate - o comunque di avere un rapporto sentimentale - con chi le contatta o, in alternativa, si genera un rapporto comunque stretto legato a una mancanza». Cosa si intenda, è presto detto: «È il caso di coloro

che, fingendosi interessati alla vittima, lasciano intendere di voler stare al fianco della persona contattata arrivando magari persino a chiamarla ‘mamma’ o ‘papà’». Il che ci lascerebbe intuire che questo genere di raggiri colpisca indistintamente uomini e donne, ma non è proprio così: «Le vittime sono soprattutto donne tra 50 e i 60 anni e, solo a Roma, ogni anno se ne contano almeno 30 o 40». Parliamo, come detto, di coloro che riescono a denunciare. Le altre restano nel sommerso. Le ragioni di un tale silenzio risiedono proprio nelle caratteristiche di questo reato che, come sottolineano dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio, ha sia un profilo economico evidente sia il danno psicologico causato alle persone che sono realmente convinte di avere una relazione con qualcuno che, solo in un secondo momento, scopriranno non esistere. «A cadere nella trappola - aggiunge il Vice Questore - sono persone che nella vita magari sono sole, sono rimaste sole o vivono una relazione non soddisfacente. Di fatto si aggrappano a chi li sta truffando idealizzandone la figura». E non pensate si tratti di pratiche svolte in velocità. Dietro a questi raggiri, c’è

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di Giada Valdannini
«Dietro i raggiri c’è un lavoro di mesi. Le vittime si convincono davvero di essersi fidanzate»

I contatti attraverso i social network con un copione ben definito: dal tentativo di instaurare una relazione alla richiesta di denaro. Chi c’è dietro lo schermo? Ne parliamo con Alessandro Scarpello, vice questore e vice dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio

un lavoro di fino che può durare anche mesi, a seconda della disponibilità economica della persona e, soprattutto, alla sua maggiore o minore propensione a coinvolgersi economicamente. Sì, perché l’obiettivo finale è solamente quello di estorcere denaro e c’è persino chi - come ricostruisce la Polizia - è stato a un passo dal perdere la casa su cui aveva messo un’ipoteca, proprio a causa di queste truffe sentimentali. Ma vediamo come si presentano questi truffatori. «Col volto pulito di una persona che può essere un rappresentante delle Forze dell’Ordine, un rappresentante di alcune Istituzioni, un importante dirigente. Spesso racconta di trovarsi in zone complicate per questioni politiche o di guerre e, da qui, si arriva alla fase successiva: quella della necessità di ottenere, per le ragioni più varie, denaro». Tant’è che, se in un primo momento, la persona interessata ai nostri soldi non farà che elogiare le nostre qualità sottolineando l’affinità innata con noi e la fortuna di averci incontrate sul suo cammino tramite internet, nella seconda scatterà la richiesta di bonifici.

Per molti, le richieste hanno assunto la forma di centinaia di migliaia di euro erogati pur di «consentire un presunto ricongiungimento con la ‘persona amata’ adducendo la momentanea indisponibilità di denaro per motivi burocratici, assenza di permessi per poter lasciare il Paese». In realtà, il nostro truffatore noi non lo incontreremo mai: primo perché non ha nessuna intenzione a che ciò avvenga; secondo, perché dietro il suo profilo c’è un autentico arsenale di gente. Si tratta, infatti - come chiarisce il vice questore

Scarpello -, di «organizzazioni formate da persone che, h24, si alternano nella comunicazione con la vittima. Dietro queste truffe, non c’è mai un singolo». E talvolta, per indurre le vittime a sborsare ancora più soldi, vengono raccontati presunti problemi familiari - figli malati, ad esempio - premendo sul tasto della sensibilità della vittima che magari, nel confidarsi col suo interlocutore che mira però a ingannarla, ha confessato un desiderio di maternità talvolta mai concretizzatosi. Ma la domanda a questo punto è: se una squadra di delinquenti si dà il cambio alla tastiera, qualche incongruenza nella scrittura e dunque nel contenuto nella relazione web ci sarà pure? «Questosecondo Scarpello - dovrebbe infatti essere un campanello di allarme. Se il primo è la richiesta di denaro, il secondo è proprio nella mancanza di coerenza nelle risposte. Sebbene i truffatori seguano un copione ed eventualmente si scambino una reportistica della vittima, ci sono dei passaggi delle conversazioni che possano sfuggire e che dovrebbero metterci in allerta».

Eppure questo spesso non avviene per quanto si sia completamente obnubilati dalla fascinazione verso una persona che sta dando a noi attenzioni. Ma, occhio: sempre bene parlarne almeno con un’amica, con un amico che, da esterno, può metterci in guardia e farci scattare il campanello di allarme che a noi evidentemente non è suonato. Ad ogni modo, i consigli sono questi: «Controllare - come ci dice il Vice Questore - il nominativo della persona che ci si presenta su internet perché, spesso, quel suo nome è già stato usato e finito al centro di commenti negativi da parte di altri utenti che sottolineano come si tratti di una truffa. E diffidare - lo ripete ancora una volta - di chiunque ci faccia questo genere di richieste di denaro».

Tra le operazioni più recenti andate a segno - e che dunque hanno portato all’arresto dei truffatori - c’è quella legata al nome (chiaramente finto) di Larry Brooks: sedicente ufficiale dell’esercito americano, di stanza in Siria, con una foto profilo su Facebook che lo ritrae come un uomo affascinante di mezza età. Dopo aver sedotto molte donne - con questo profilo ‘fake’, appunto -, scattava la richiesta di denaro anche a nome di un presunto figlio. Le donne versavano, insospettite ma versavano, con la speranza che quell’amore lontano un giorno potesse toccare il suolo del nostro Paese. A corroborare la finta favola, identità fittizie che si fingevano avvocati di studi legali incaricati da Brooks di gestire le transazioni finanziarie. Dalle indagini della Polizia sono emersi illeciti per oltre 400mila euro: soldi spillati a persone che, per diverse ragioni e fragilità, sono finite nella rete.

«La difesa migliore - conclude Alessandro Scarpello, vice questore, vice dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio - è conoscenza e prevenzione».

41 luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org

DIETRO LE QUINTE DEGLI ‘INCONTRI 50&PIÙ’

a cura di Redazione

Cultura e creatività ma anche sport, benessere e soprattutto amicizia. Tutto questo e molto altro sono stati gli ‘Incontri 50&Più’. L’appuntamento, dal 4 al 18 giugno, si è svolto presso il Serenè Village di Marinella di Cutro, in provincia di Crotone. Centinaia i soci che da ogni parte d’Italia hanno raggiunto la Calabria per partecipare all’evento diventato ormai un’occasione per ritrovarsi. Tra le novità di questa edizione, la scoperta del territorio e delle specialità enogastronomiche che 50&Più ha promosso in collaborazione con le pro loco locali, accompagnando i soci. Da un lato l’attività fisica con gli appuntamenti di acqua gym e zumba (per citarne alcuni), dall’altro spazio alla creatività e alla fantasia. Ne sono una prova tangibile i risultati dei laboratori incentrati sul riuso creativo - volti a promuovere la sostenibilità e l’ecologia - che hanno animato i pomeriggi dei soci. Tanti si sono cimentati nella realizzazione di piccole opere d’arte, utilizzando materiali messi a disposizione dalla natura. Tra tutti, una nota di rilievo merita l’opera realizzata da Giuseppe Tonino Giustizieri, socio 50&Più Brindisi che, utilizzando canne di bambù restituite dall’acqua di mare, ha costruito un

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Eventi
Alla scoperta della Calabria tra natura archeologia e specialità enogastronomiche L’appuntamento si è svolto presso il Serenè Village di Marinella di Cutro, in provincia di Crotone

sole sulla sabbia: un cerchio enorme con i raggi di lunghezze diverse che rendono l’immagine più dinamica. «Mi piace passeggiare sulla spiaggia e raccogliere in un secchio gli oggetti che possono diventare altro», ha spiegato. In poco tempo Giustizieri ha realizzato un sole: «Mi ispiro alla ‘land art’. Questa idea è nata da sola: ho visto cosa mi offriva la spiaggia e in due giorni ho realizzato la struttura». I soci e gli amici di Brindisi e di altre città, hanno raggiunto il ‘sole’ e si sono messi in posa per realizzare dall’alto uno scatto che diventerà

indimenticabile. «Conserveremo per sempre questo ricordo», ha concluso. Spazio anche al gusto durante gli ‘Incontri 2023’. Già, perché oltre all’esplorazione del territorio calabro, tra archeologia e natura, i soci hanno avuto occasione di assaporare i prodotti enogastronomici e cimentarsi nella loro realizzazione. Hanno dato prova delle capacità culinarie nella preparazione della ‘pitta mpigliata’, un dolce della tradizione calabrese che contiene, tra gli altri ingredienti, frutta secca e miele. Altri prodotti tipici sono stati esposti durante i mercatini - organizzati anch’essi in collaborazione con la Pro locoall’interno del Serenè Village. Spazio anche per il torneo di burraco e la gara di ballo. Entusiasmo e partecipazione. Sì, se dovessimo usare solo due parole per descrivere gli ‘Incontri 2023’, sarebbero senz’altro queste quelle giuste.

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VACANZE ESTIVE

ITALIANI E VACANZE ESTIVE VOGLIA DI NORMALITÀ

L’estate si conferma il periodo trainante per la ripresa del turismo

La domanda è in crescita dopo essere rimasta diverso tempo sotto i livelli pre-Covid. I dati dell’ultimo report Istat sulle tendenze dal 2019 al 2022. E il 2023? Promette bene

Se dovessimo stilare una classifica dei film più rappresentativi sugli italiani e il loro rapporto con le vacanze estive avremmo qualche difficoltà. Perché l’estate, con la sua promessa di riposo, riflessione, viaggi e stacco dalla routine quotidiana, rappresenta un argomento fin troppo versatile in cui cimentarsi.

Da Il sorpasso (1962) a Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto (1974), passando per Un sacco bello (1980), Caro Diario (1993), Ferie d’agosto (1996), Pane e tulipani (2000), sino ai più recenti Pranzo di Ferragosto (2008), Chiamami col tuo nome (2018) e Odio l’estate (2020), la lista delle pellicole sull’argomento è lunga. Sono le vacanze ad essere le protagoniste indiscusse, mentre le storie dei personaggi offrono la scusa per un’analisi sociologica degli italiani alle prese, decennio dopo decennio, con la grande siesta estiva. Ma divagazioni cinematografiche a parte - per i motivi che sappiamo - negli ultimi tre anni gli italiani hanno certamente mutato il loro rapporto con le vacanze estive. Le limitazioni per contenere la pandemia e i timori di possibili contagi hanno a lungo frenato i flussi

turistici. La crisi economica, il conflitto ucraino-russo e i rincari legati all’energia e alle materie prime hanno pesato sulla scelta di spostarsi.

Vacanze estive in ripresa

Per fortuna la parola “fine” alle restrizioni sulle attività in vacanza e il quietarsi dell’incertezza sulla situazione sanitaria hanno accelerato la ripresa del turismo. Stiamo a poco a poco raggiungendo (se non superando in alcuni casi) i livelli pre-Covid, come dimostrano i dati Istat pubblicati nel report Viaggi e vacanze in Italia e all’estero - Anno 2022. Uscito alla fine di aprile, il rapporto offre sì una panoramica sulle vacanze degli italiani dal 2019 al 2022, ma può comunque essere utile per comprendere i possibili sviluppi. I dati dello scorso anno, infatti, confermano la tendenza, ormai consolidata, a riprendere gli spostamenti in modo massiccio. Partiamo dal dato più interessante: nel 2022 sono state 21,1 milioni le persone partite per una vacanza estiva. Un milione in più rispetto all’anno precedente, il 2021, quando se ne sono registrate 20,1. Tradotto in percentuale vuol dire che la crescita dei vacanzieri è stata

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di Valerio Maria Urru

Primo piano

di circa il 5%. Certo, se paragonati al 2019, nell’insieme i turisti partiti in vacanza tra il mese di luglio e quello di settembre 2022 sono stati il 6,8% in meno. Ma questa estate 2023 promette record di presenze e spostamenti. Ancora una volta la classe d’età tra i 55 e i 64 anni è tra quelle più propense agli spostamenti rispetto alle altre fasce di turisti. Dati alla mano, è quella che nell’estate 2022 ha mostrato la percentuale maggiore di crescita con un +18,2%. Potere della Silver Economy, visto che questa fascia spesso dispone di una solida stabilità economica rispetto ad altre classi di età.

Più italiani in vacanza più a lungo

A mano a mano che ci si allontana dall’inizio dello scoppio della pandemia, la situazione diventa più confortante. A cominciare dal fatto che gli italiani che si sono concessi almeno una vacanza nel periodo luglio-settembre 2022, sono aumentati salendo al 35,7%. C’è stato un piccolo balzo in avanti rispetto al 33,9% registrato nel 2021.

Sono cifre in crescita, che fanno il paio con la lunghezza dei viaggi: quelli dei mesi estivi nel 2022 sono stati in media decisamente più lunghi (8,5 notti) rispetto agli altri trimestri considerati all’interno del rapporto Istat, ovvero gennaio-marzo (4,6), aprile-giugno (4,4) e ottobre-dicembre (4,1). Anche in questo caso è evidente una crescita sensibile ma non eccessiva rispetto all’estate del 2021, quando le notti si sono attestate intorno ad una media di 8,1. Comunque - al netto di situazioni economiche, internazionali e sanitarie - gli italiani non sembrano voler rinunciare al rito delle vacanze “lunghe”. A parte il crollo nell’estate 2020, quando la percentuale si è at-

testata al 63,3%, tale modalità è rimasta piuttosto invariata nel tempo. Così, se nel 2022 hanno rappresentato il 73,7% dei viaggi estivi, nell’estate 2021 sono state il 72,2% e il 72,6% nello stesso periodo del 2019.

C’è poi un ristretto gruppo di turisti “fortunati” che la scorsa estate si è potuto permettere una vacanza ancora più lunga tra le 15 e le 21 notti (15,5%) e addirittura tra le 22 e più notti (7%).

Bellezze naturali, borghi e città ritorno di fiamma per i turisti Nel panorama delle mete più gettonate spiccano quelle che sembrano non avere mai perso il loro appeal. Secondo l’Istat, sono state soprattutto le bellezze naturali - di cui ça va sans dire il nostro Paese è ricco - ad attrarre una cospicua percentuale di viaggiatori grazie al fascino che continuano ad esercitare. Destinazioni che nel corso dell’estate passata hanno rappresentato quasi il 55% dei viaggi, tornando persino in tempi più rapidi a livelli antecedenti la pandemia. Molto gettonate, con il loro 88,2%, anche le visite alle città e ai borghi che restano in tal modo l’attività culturale preferita in assoluto. Più giù nella classifica - al 44,1% - si sono piazzate le visite ai monumenti e ai siti storici o archeologici, seguite da quelle ai mercati tipici locali (29,7%) e ai musei e alle mostre (29,2%). Poche variazioni percentuali invece per le attività legate alle esperienze enogastronomiche: nell’estate 2022, con il loro 18,1%, si sono posizionate tra il 17% del 2021 ed il 20% del biennio 2019/2020.

In parziale risalita i viaggi estivi per seguire spettacoli e manifestazioni. Rispetto al 2020 e al 2021 - quando si sono attestati all’11,3% e al 13,7% - la tendenza si arresta al 16,9%. Ancora piuttosto distante, dunque, da quel 29,6% registrato nel 2019.

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Il trend dei viaggi all’estero è cresciuto

Secondo il Rapporto Istat, per tutto il 2022 la passione per i viaggi all’estero è tornata a crescere. I soggiorni in terra straniera hanno toccato il 19,7%, contro il predominante 80,3% dei viaggi in località italiane. L’aumento è stato consistente, considerato che nel 2021 toccavano appena il 10,7% e il 9,1% nel 2020. Una situazione che ha finito col riflettersi sul trimestre estivo 2022, quando le mete straniere hanno rappresentato il 20,6% delle vacanze, addirittura il 24,3% in caso di vacanze “lunghe”, superando i livelli 2021, quando la crescita è andata oltre l’11% e quasi il 14% per le vacanze “lunghe”. Assai vicina ai livelli pre-Covid del 2019 con il 22,4% e il 26,3% se vacanze “lunghe”.

Estate 2023, sempre più in viaggio

Le condizioni per ritenere che questa estate 2023 sarà diversa dalle precedenti ci sono tutte. Mentre cerchiamo di capire meglio come questa stagione manterrà le sue promesse, sull’onda della crescita degli anni passati, un dato è certo: siamo lontani ormai dalle restrizioni legate al Covid. L’emergenza è finita, come ha dichiarato anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS. Inflazione e aumento dei prezzi restano le uniche ombre sulle vacanze degli italiani. Anche se, secondo la 22ª edizione dell’Holiday Barometer, indagine realizzata da Ipsos con Europ Assistance, il desiderio di partire non sembra averne risentito troppo. Il 75% degli intervistati ha espresso sì la sua preoccupazione per l’impatto dell’inflazione, ma il budget medio destinato alle vacanze è salito e il 53% del campione ha previsto di incrementarlo.

Sessant’anni fa esatti Mina cantava un vero e proprio tormentone estivo, Stessa spiaggia, stesso mare. Era il 1963, era un’Italia che “viaggiava” - è il caso di dirlo - sul finire del boom. Sessant’anni dopo siamo qui a ripetere il rituale: stacchiamo la spina prima di riprendere la corsa verso l’ultimo quarto di anno. Perché la voglia di viaggiare non ci ha mai abbandonati.

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Primo piano

AGLI OVER 60 PIACE L’EUROPA

Eventi, tour, crociere o pacchetti ad hoc. Da oltre 40 anni le esperienze di viaggio proposte da 50&PiùTurismo

tengono conto delle esigenze e delle aspettative dei viaggiatori senior. A raccontarlo è Bruno Gaddi amministratore delegato del tour operator

Una vacanza ad Ischia, una crociera nel Mediterraneo o magari sul Nilo, un viaggio in Uzbekistan o un tour del Portogallo. Sono solo alcuni dei pacchetti proposti da 50&PiùTurismo, il tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi e vacanze per gli over 50 che, grazie agli oltre 40 anni di esperienza nel settore, ha imparato a conoscere esigenze e aspettative dei viaggiatori senior soddisfacendo ogni tipo di richiesta. Così come racconta Bruno Gaddi, amministratore delegato di 50&PiùTurismo: «Il nostro valore aggiunto è sicuramente dato da una programmazione turistica che tiene conto delle esigenze, dei bisogni e dei desideri degli over 50. Inoltre, durante tutte le nostre attività c’è sempre un membro dello staff a disposizione, pronto a rispondere a qualsiasi richiesta. Questo

ha permesso la creazione di un rapporto basato sulla fiducia che porta i nostri clienti a tornare a viaggiare insieme a noi». Sono tante, infatti, le occasioni in cui i soci di 50&Più - e non solo - partecipano ai viaggi organizzati dal tour operator, ma alcune rappresentano davvero un must. «Tra i pacchetti che proponiamo, uno dei più amati è senz’altro la formula crociera, che sia fluviale o marittima. Questo perché si tratta di una vacanza che ha molti benefici - sostiene Gaddi -. Il primo è il mezzo di trasporto suggestivo, meno usuale rispetto all’aereo, poi si aggiungono senza dubbio l’accessibilità, la facilità nel visitare più luoghi in pochi giorni e la possibilità di usufruire di un servizio 5 stelle a prezzi competitivi che derivano dalla lunga collaborazione che abbiamo instaurato con MSC e Costa Crociere». Molto amati, da sempre,

sono anche gli eventi: «Nelle prossime settimane ci aspettano due eventi particolarmente importanti: la Settimana della Creatività, dall’11 al 16 luglio ad Assisi, e Immagina, dal 10 al 18 settembre a Castellaneta Marina. Due situazioni diverse, ma che raccolgono sempre una certa adesione. Nel primo caso la partecipazione ovviamente viene soprattutto da quei senior che amano l’arte, vogliono approcciare nuove forme creative e mettere in gioco il proprio estro. Il tutto in aggiunta a una meta suggestiva come la città di Assisi, un luogo magico, e una struttura confortevole e immersa nel verde - ha raccontato -. Nel caso di Immagina, invece, l’adesione arriva principalmente da parte degli sportivi per via delle Olimpiadi 50&Più che si tengono all’interno dell’evento, ma anche gli accompagnatori si sentono ugualmente partecipi. Nei giorni di settembre in cui si tiene questo appuntamento l’entusiasmo è palpabile e anche persone non sportive si mettono in gioco in discipline meno impegnative come il tiro a canestro o le freccette. Si crea un bellissimo clima che coinvolge tutti, anche lo staff». Dopo lo stop imposto dalla pandemia, quindi, la voglia di viaggiare è tornata a farsi sentire, anche se non per tutti allo stesso modo. «A livello globale è tornata l’esigenza di viaggiare, tanto che si sta verificando un fenomeno di overtourism (sovraffollamento turistico, ndr) con conseguenti problemi di prenotazione di alloggi e di trasporti, ma anche di mancanza di guide turistiche - ha commentato Gaddi -. In questo scenario gli over 60 condividono il desiderio di muoversi, ma adottano qualche accortezza in più, preferendo mete turistiche e culturali in Europa o luoghi di mare entro i confini nazionali, rimandando i viaggi in giro per il mondo al futuro. Di certo, comunque, tutte le generazioni condividono la volontà di investire sui viaggi, dando valore alle esperienze che possono vivere in posti nuovi e incontrando culture diverse».

di Linda Russo
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LE FERIE SONO (SOPRATTUTTO)

UNA QUESTIONE DI COSTI

La previsione di spesa per le donne è di mille euro La cifra arriva a duemila per gli uomini

A raccogliere preferenze e priorità è un sondaggio realizzato da Revolut tra le più importanti applicazioni finanziarie globali

L’estate 2023 rischia di essere un salasso per le tasche degli italiani, costretti a fare i conti con i forti aumenti nel settore. Non sorprendono dunque i risultati di un sondaggio di Revolut, nota applicazione finanziaria globale, secondo cui il 76% degli intervistati indirizza le scelte di villeggiatura in base ai costi.

A seguire contano salute e sicurezza (43%) soprattutto per le donne (46%), meno per gli uomini (40%).

Le prime, più preoccupate per i rincari, prevedono di spendere per una settimana tra 250 e 1.000 euro, contro il 59% della controparte maschile che si posiziona tra i 500 e i 2.000. Meno determinanti per la scelta della meta sono il cibo e le tradizioni locali (41%) e persino la sistemazione, che sia albergo, appartamento o altro (38%).

Non solo viaggio e location, anche le spese di soggiorno sono contenute: per il 7% del campione il budget medio previsto per un viaggio di una settimana si attesta sotto i 250 euro, il 24% spenderà tra 250 e 500 euro, il 36% tra 500 e 1.000, mentre il 17% si spingerà fino ad una spesa compresa 1.000 e 2.000 euro. Solo uno sparuto 5% supererà la soglia dei 2.000 euro.

Il denaro sarà utilizzato per le espe-

rienze gastronomiche (68%), per visite nei luoghi vicini (57%), per il contatto con la natura e con gli animali (49%), per l’arte e i musei (48%) o per lo shopping (36%).

L’Italia è cara, si sa. O meglio, così la pensano gli intervistati che in molti casi scelgono l’estero come destinazione: Spagna, Grecia e Croazia prime nel rapporto qualità-prezzo. E quando tutto è ormai pronto per la partenza si spera di non rimanere stritolati tra la folla (56%), di non essere truffati (37%) e di schivare i temuti scioperi dei trasporti, incubo di tutti i viaggiatori (29%).

Il rischio è che dopo tutta questa fatica un italiano su tre non riesca a staccare la spina. Continua il trend della “workation”, quel mix tra ferie e lavoro a distanza da trascorrere in baita o sotto l’ombrellone. Il timore è forte soprattutto per una percentuale di italiani, pari al 12%, obbligati alla reperibilità in caso di emergenza, mentre un 8% non può fare a meno di controllare le mail e il 9% è obbligato alla disponibilità dal ruolo svolto. Le ferie però rimangono un diritto sacro e irrinunciabile per il 61% del campione, uno spazio per rigenerarsi e recuperare le energie, il momento tanto atteso da dedicare alle relazioni personali e familiari.

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ITALIANI A CACCIA DI BENESSERE

Tra sport, relax ed enogastronomia, i turisti prediligono esperienze di relax. Ne parliamo con Alberto Corti responsabile del settore turismo di Confcommercio

Dal relax agli sport più audaci, chi va in montagna ha a disposizione un’ampia scelta di esperienze per arricchire il proprio tempo: può esplorare piccoli borghi incastrati tra alte vette e avere modo di conoscere le tradizioni locali, assaggiare acqua freschissima di sorgente e gustare prodotti enogastronomici di ottima qualità. E ancora, camminare sui sentieri boschivi al riparo dal sole, uscire in bici sulle strade sterrate, fare escursioni lungo i sentieri di mon-

tagna o, per i più esperti, arrampicarsi sulle cime e fare vie ferrate. Tra le montagne è anche possibile percorrere i cammini, un’esperienza di turismo lento con lo zaino in spalla: si tratta di itinerari escursionistici in cui si attraversano, a piedi o in bici, sentieri di montagna, strade e campi e si dorme nelle strutture ricettive lungo la strada. Nati in antichità come percorsi fatti da uomini religiosi, oggi il cammino offre a chi lo sceglie la possibilità di connettersi profondamente con la natura che lo avvolge.

La presenza delle Alpi e degli Appennini in Italia permette, inoltre, di scegliere tra due tipi di paesaggi montani molto diversi tra loro: l’arco alpino offre versanti rocciosi, cime più alte e appuntite tra le quali è possibile trovare neve anche d’estate. Le vette degli Appennini, invece, sono più basse e più morbide e i dorsali ricoperti di boschi. Anche queste differenze paesaggistiche orientano la decisione sul tipo di vacanza da fare.

Che vacanze saranno quelle dell’estate 2023? Ne abbiamo parlato con Alberto Corti, responsabile del settore turismo presso Confcommercio Imprese per l’Italia.

Quanti sono gli italiani che quest’anno scelgono la montagna per le loro vacanze estive?

Secondo le nostre stime previsionali, raccolte a maggio con la collaborazione della società SWG - che si occupa di ricerche di mercato -, su un campione rappresentativo di italiani tra i 18 e i 74 anni, che fotografa le

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scelte dei cittadini del trimestre successivo, bisogna innanzitutto distinguere le vacanze in base alla durata. Ne esistono infatti tre categorie: vacanze brevi, di 2/3 giorni; di durata media, 4/6 giorni; vacanze lunghe, a partire dai 7 giorni. Per i mesi estivi, da giugno e settembre, è emerso che tra gli italiani che ci hanno detto di scegliere la montagna, l’11% l’ha fatto per soggiorni brevi; il 12% ha optato per vacanze di media durata; il 10% si è orientato sul periodo più lungo. Se confrontiamo questi dati con quelli del 2022, scopriamo che sono in leggero ribasso. L’anno scorso, infatti, considerato lo stesso periodo estivo, il 13% della popolazione aveva optato per vacanze su periodi brevi e il 12% per soggiorni medi e di lunga durata. Qual è oggi il tipo di vacanza in montagna che scelgono gli italiani?

Si sta affermando sempre di più la vacanza esperienziale. Gli italiani vogliono fare esperienze che portino loro benessere, che si tratti di sport, di enogastronomia o di relax. Tra le mete di montagna, le piccole città sono località molto interessanti perché uniscono la passione per la natura con quella per i borghi e questo premia le regioni del nord come il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta. Per alcuni, il soggiorno ideale è all’insegna del riposo totale, per altri dell’attività fisica, per altri ancora è alla scoperta delle tradizioni locali, soprattutto di cibi sani e particolarmente gustosi. Quanto allo sport, quest’anno ci sarà il boom delle e-bike, la bicicletta elettrica a pedalata assistita: circa nove milioni e mezzo di italiani la useranno, anche noleggiandola nel luogo di vacanza.

Quali sono i mesi preferiti per andare in montagna?

Il turismo è molto influenzato dai cambiamenti climatici. L’aumento

delle temperature ha portato gli italiani a scegliere la montagna anche per cercare un ambiente più fresco. Questa scelta è stata evidente l’anno scorso, quando le temperature sono state molto alte da giugno fino a ottobre. Quest’anno, invece, il clima è più incerto e l’estate tarda ad arrivare: questo potrebbe portare le persone a non scegliere la montagna. I mesi preferiti sono comunque giugno e luglio, mentre agosto è sicuramente scelto per le vacanze lunghe.

Qual è stato l’andamento delle prenotazioni?

Quest’anno gli italiani hanno tardato a prenotare le loro vacanze, l’aumento del costo dell’energia si è trasferito sui beni di prima necessità e ciò ha fatto crescere l’inflazione. Il

costo della vita è più alto rispetto all’anno scorso e l’incremento si è trasferito anche sui prezzi dei servizi turistici e dei trasporti, in particolare aerei. Tuttavia, tra i mesi di aprile e maggio, rimanendo stabile la variazione dei prezzi, il 40/45% dei vacanzieri italiani ha deciso ugualmente di prenotare i propri soggiorni presso le strutture ricettive, rinviando la scelta dei servizi che ruotano attorno alla vacanza - ad esempio le escursioni - ad un momento successivo. A fronte di questo scenario, si può comunque affermare che dopo gli eventi degli ultimi anni, il turismo si sta riprendendo in tutti i suoi aspetti, confermando l’importanza di questo settore nell’economia nazionale.

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L’ITALIA PREMIATA CON 458 BANDIERE BLU SUL PODIO LIGURIA, PUGLIA E CAMPANIA

Per ottenere il riconoscimento è necessario rispettare una serie di parametri tra cui la qualità delle acque di balneazione, gestione dei rifiuti, l’accessibilità per persone con disabilità, servizi igienici e dispositivi di sicurezza

L’Italia, con le coste bagnate dal Mediterraneo, è da sempre una meta privilegiata per gli amanti del mare. I paesaggi mozzafiato, le acque cristalline e le spiagge incontaminate fanno della penisola italiana una destinazione ambita per turisti provenienti da tutto il mondo. A certificare la “grande bellezza” dei nostri lidi c’è la “Bandiera Blu”, attestazione assegnata dalla Foundation for Environmental Education (FEE), che rappresenta un segno distintivo di eccellenza per le località costiere capaci di soddisfare rigidi criteri di qualità. In tal senso è importante sottolineare che non solo le spiagge marine, ma anche molte aree lacustri italiane possono fregiar-

si del prestigioso riconoscimento. Per ottenere la Bandiera Blu, le spiagge e i laghi devono rispettare una serie di parametri che vanno dalla qualità delle acque di balneazione alla gestione dei rifiuti, dall’accessibilità per persone con disabilità ai servizi igienici e ai dispositivi di sicurezza. E non è tutto. Le località premiate devono dimostrare di avere una politica di gestione ambientale sostenibile e di promuovere l’educazione ambientale tra i visitatori. Un lavoro costante di collaborazione Stato-Regioni che dura tutto l’anno e che riconosce l’impegno per la tutela ambientale e la conservazione delle bellezze naturali.

Nell’estate 2023, in Italia potranno fregiarsi del riconoscimento 458

spiagge appartenenti a 226 comuni, con 17 nuove entrate rispetto allo scorso anno. Al primo posto di questa speciale classifica si trova la Liguria, con 34 tratti di costa premiati, seguita dalla Puglia con 22. Diciannove “Bandiere” vanno a Campania e Toscana, 18 alle Marche, mentre la Sardegna conferma le sue 15 dello scorso anno; l’Abruzzo resta a 14, la Sicilia a 11, Lazio e Trentino a 10. Emilia-Romagna e Veneto possono vantare 9 località certificate, poco più giù, la Basilicata rimane a 5. Chiudono la classifica - ma solo per ovvi motivi geografici - il Piemonte, con due nuove spiagge d’acqua dolce, la Lombardia, regione senza mare che però si aggiudica 3 Bandiere Blu, 2

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Primo piano

per il Friuli-Venezia Giulia e 2 per il Molise. Tanti premi che rappresentano un ottimo spot pubblicitario per il nostro Paese, con il risultato positivo di stimolare il turismo nazionale oltre che favorire lo sviluppo economico delle comunità locali. Nulla di scontato, specialmente dopo il periodo risalente al Covid, che aveva dato un duro colpo al turismo internazionale penalizzando in maniera ancor più importante l’Italia che vanta un sistema ricettivo ben strutturato proprio per valorizzare un patrimonio culturale unico al mondo. Ma se serviva una ripresa, una ripresa c’è stata. Lo fotografa l’Istat che, estrapolando solo i dati relativi al periodo estivo luglio-settembre 2022, conta la cifra rilevante di circa 196 milioni di turisti (seppure col lieve calo del 4,7% rispetto alla cifra record pre-pandemia di circa 205 milioni raggiunta nel 2019). Nonostante i movimenti altalenanti del turismo, il Belpaese rimane per molti sinonimo di mare, sole e relax con alcune località balneari che hanno riscosso, durante lo scorso anno, un grande successo. Secondo l’indagine Panorama Turismo-Mare Italia 2022 dell’Osservatorio di Jfc, prendendo in considerazione 116 luoghi di villeggiatura ed assegnando a ciascuno un punteggio in base alle prenotazioni, Rimini si dimostra la regina della villeggiatura marittima. Secondo posto per la veneta Jesolo e al terzo posto un’altra destinazione della riviera romagnola, Milano Marittima - Cervia. La toscana Forte dei Marmi si attesta in quarta posizione, seguita da un’altra destinazione della riviera romagnola, Cattolica. È interessante notare che la forte presenza di turisti italiani in queste località è dovuta anche ad altri fattori. Ad esempio, Capri, Budoni e l’Isola d’Elba sono considerate eccellenze in tema di relax

e tranquillità. Alghero, seguita da Sabaudia ed Eraclea, sono viste come mete “green” per gli amanti delle escursioni e della natura, mentre la già citata Rimini, con Jesolo e San Benedetto del Tronto, sono consi -

derate perfette per le famiglie con bambini. Ancora Rimini torna, insieme a Riccione e Gallipoli, come una delle destinazione marittime più alla moda della scorsa estate. Ce n’è per tutti e per tutti i gusti.

In Emilia-Romagna l’estate non è a rischio

La devastante alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna lo scorso maggio continua a far danni, stavolta colpendo l’economia locale. Dopo il comprensibile sgomento dato dall’emergenza, secondo gli operatori turistici romagnoli è stata fatta, da parte dei media nazionali, una narrazione non corretta del disastro ambientale. I toni catastrofisti utilizzati starebbero alimentando timori, soprattutto sui mercati esteri, a recarsi sulla riviera romagnola nei mesi estivi, generando una spirale di disdette e mancate prenotazioni per le molte strutture turistiche della zona. Va però considerato che i danni sono stati contenuti e molte funzionalità ripristinate. Inoltre, le spiagge che si estendono per 110 chilometri da Comacchio fino a Cattolica non hanno subìto forti danni e bar, chioschi, ristoranti - e anche i musei - sono pronti ad accogliere i visitatori. Infine, è bene ricordare che l’Emilia-Romagna non è solo mare ma propone una vasta offerta culturale con le sue città d’arte, in primis Ravenna, poi Ferrara, il delta del Po, le saline di Cervia e tanti percorsi da attraversare, con la bici o a piedi (c’è la via Francigena), perfetti per il trekking.

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TURISMO ACCESSIBILE LA STORIA DI GIORGIA E GAETANO

Lo stabilimento balneare di San Foca ha ottenuto la Bandiera Lilla. I gestori hanno promosso il progetto dal titolo ‘Io posso’ che consente l’accesso al mare ai turisti con la Sla

Garantire l’accessibilità ai servizi turistici è un’esigenza sempre più diffusa, oltre ad essere un obiettivo di sviluppo sociale. Oggi in Italia le persone con disabilità superano il 5% della popolazione e, secondo le stime dell’Istat, potrebbero aumentare gli spostamenti e i viaggi per le vacanze del 70% entro il 2035, a patto che le strutture accoglienti e accessibili siano sempre di più e garantiscano viaggi e soggiorni sicuri, senza barriere e con alti standard di accoglienza. I dati

sul turismo accessibile ci dicono che il numero di persone con disabilità o con particolari esigenze in Europa ha raggiunto i 130 milioni, 50 dei quali viaggiano regolarmente. Dal 2012 nel nostro Paese esiste un riconoscimento per i Comuni che lavorano al fine di migliorare la propria accessibilità turistica: è la Bandiera Lilla, ma solo 45 su un totale di quasi 8mila può vantarsi di averla ottenuta, in pratica lo 0,57%. I progetti virtuosi però non mancano e, anche se lentamente, cominciano a diffon-

dersi. A San Foca, in provincia di Lecce sul litorale Adriatico, esiste ormai dal 2015 la Terrazza “Tutti al mare”, il primo accesso attrezzato al mare per persone con Sla, patologie neuromotorie e altre disabilità motorie. La Terrazza è stato il primo di tanti obiettivi raggiunti grazie al progetto ‘Io Posso’, fortemente voluto da Gaetano Fuso e da sua moglie Giorgia Rollo, per realizzare i bisogni e i desideri di chi come lui, affetto da Sla, sognava di poter raggiungere il mare, trascorrere una giornata in famiglia e “lasciare la malattia sul bagnasciuga”, almeno per qualche ora. Dallo scorso anno ‘Io Posso’ ha raddoppiato la presenza in spiaggia con una seconda Terrazza a Gallipoli, sempre ad accesso gratuito per tutti gli ospiti e su prenotazione per poter garantire la migliore accoglienza e assistenza, oltre che l’accompagnamento in acqua. La novità di quest’anno è una terza Terrazza, appena inaugurata in località Porto Cesareo, sempre sulla costa jonica del Salento (per prenotazioni: a San Foca 3661810331, a Gallipoli 3791296924, a Porto Cesareo 37912966656).

«Quest’anno la struttura di San Foca, ormai rodata, ha registrato un numero altissimo di prenotazioni che sono cominciate da dicembre scorso - racconta Giorgia Rollo, presidente di 2HE, Center for Human Health and Environment, l’Associazione di promozione sociale che ha dato vita al progetto ‘Io Posso’ -, in pratica tutto il mese di luglio è già pieno, non possiamo inserire altre prenotazioni. Mentre San Foca è ormai un luogo di ritrovo per ospiti che arrivano da tutta Italia e anche dall’estero, a Gallipoli lo scorso anno sono arrivate soprattutto persone della zona, che magari non erano mai riuscite a portare il proprio figlio a fare un bagno pur vivendo a pochi passi dal mare».

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Primo piano

Quante persone sono state ospiti della Terrazza dalla sua fondazione a oggi?

Dal 2015 al 2022 abbiamo ospitato 1.159 persone con disabilità, insieme ai loro familiari. In particolare, l’anno scorso abbiamo avuto 451 ingressi di persone dai 2 ai 92 anni, con un aumento del 70% rispetto ai 256 del 2021. Possiamo dire che dall’inizio a oggi la crescita è stata sempre costante, con l’unica eccezione del 2020, quando le restrizioni dovute alla pandemia hanno portato a un leggero calo di presenze.

Quali sono i servizi che gli ospiti trovano in Terrazza?

Le strutture sono dotate di ausili per l’ingresso in acqua, adatti a conformazioni fisiche diverse, una passerella che consente l’accesso al mare con la sedia a rotelle, un box infermieristico attrezzato, bagni accessibili e con doccia calda, e ovviamente personale specializzato per il supporto. L’anno scorso hanno lavorato complessivamente nelle due strutture 6 coordi-

natori, 7 operatori sociosanitari e 10 volontari. A San Foca, come ogni anno, non è mancato il contributo della Polizia di Stato con 19 agenti che si sono alternati nei turni di salvataggio. Prossimi progetti in cantiere? Quest’anno apre un nuovo lido ispirato alla Terrazza a Metaponto, noi siamo stati contattati e ci stiamo occupando della formazione del personale e dei tirocini in loco. Si tratta di un lido su quella che era una concessione della Polizia di Stato, poi affidata al Comune, dove Gaetano tanti anni fa aveva fatto anche il bagnino come personale della Polizia. La struttura ha circa 40 ombrelloni, con alcune postazioni per persone con disabilità e altre dedicate a persone con autismo. La cosa innovativa è l’accoglienza alle persone con disabilità psichiche, perché non è affatto scontata. Dobbiamo ricordarci che i familiari non staccano mai, e sapere che vengono accolti da persone specializzate gli permetterà di godersi una giornata al mare.

Gaetano è stato un visionario e oggi siete diventati un’ispirazione per altri.

Si, ci chiamano spesso Comuni, associazioni, e pochi mesi fa abbiamo avuto una riunione con il Comune di Rimini; è un riconoscimento importante, vuol dire che abbiamo fatto bene. Come ‘Io Posso’ avete attivato anche il progetto ‘Smasc’. Di cosa si tratta?

‘Smasc’ è un sostegno ai malati di Sla e ai caregiver con tre linee di intervento: il supporto di psicoterapia a domicilio, l’arteterapia per i bambini che in famiglia hanno un malato grave e il gruppo di ascolto dei familiari coinvolti nell’assistenza. Si tratta di progetti sperimentali, per i quali a volte vediamo ancora diffidenza, perché spesso il caregiver fatica a ricavarsi uno spazio anche solo per uscire di casa. Abbiamo anche organizzato un corso professionalizzante per il personale Oss, per implementare le competenze tecniche e l’aspetto relazionale.

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Primo piano

e laboratori.

FUORI PORTA

L’ESTATE DEGLI ANZIANI CHE RESTANO IN CITTÀ

Milano, Bologna, Firenze, Roma. Le amministrazioni comunali organizzano soggiorni diurni anche gratuiti Le iniziative, dedicate agli over 65, si svolgono tra i mesi di luglio e settembre. Il nostro viaggio lungo lo stivale, alla scoperta delle gite al mare e in montagna

Parola d’ordine: socializzazione. È questo l’obiettivo delle iniziative dedicate alle persone anziane, promosse dalle amministrazioni comunali delle più grandi città italiane. Da Milano a Palermo, passando per Bologna e Roma, gli over 65 non vengono lasciati soli durante i mesi estivi: gite fuori porta, vacanze al mare o in montagna e passeggiate in luoghi di arte e di storia. Molto più di una vacanza, le attività promosse dalle amministrazioni pubbliche sono soprattutto occasione di incontro e di contrasto alla solitudine.

Il Comune di Milano ha iniziato a lavorare all’estate degli over 65 già

nel mese di marzo, con la pubblicazione di due bandi nell’ambito del progetto ‘Milano aiuta estate’. Alla presentazione dell’iniziativa, Lamberto Bertolé - assessore al Welfare e Salute - ha spiegato: «Da sempre, il Comune di Milano è animatore di iniziative di contrasto alla solitudine e all’isolamento, soprattutto durante i mesi estivi, quando la città si svuota e molti anziani non hanno la possibilità di andare in vacanza». Per l’appuntamento del 2023, l’amministrazione ha bandito avvisi utili a realizzare visite guidate nei luoghi del Centro storico, gite fuori porta, serate danzanti, iniziative di carattere culturale e ricreativo, spettacoli

Scendendo lungo lo Stivale, ecco le ‘Vacanze in città’ promosse dal Comune di Bologna. Feste, animazioni, sport, gite brevi e giochi di società sono le attività dedicate alle persone che hanno compiuto 65 anni di età e risiedono nel territorio comunale. Le iniziative si svolgono tra i mesi di giugno e settembre, all’interno di parchi, centri sociali e spazi pubblici. E ancora, il Comune di Firenze promuove - da anni - vacanze in località marine e montane nel periodo estivo. Si tratta di soggiorni della durata di quattordici giorni. Il progetto si rivolge a persone con più di 60 anni di età, residenti a Firenze. A Roma tornano, come ogni anno, i ‘Punti Blu’ - vacanze al mare - e i ‘Punti Verde’ - vacanze in montagna -; entrambe le iniziative, promosse dal Comune e sviluppate dai Municipi, sono a costo zero per gli over 65. Nel primo caso si tratta di soggiorni organizzati presso alcuni stabilimenti balneari del litorale romano e prevedono l’andata e il ritorno dal mare in giornata. L’attività si svolge su tre turni: ognuno, della durata di dieci giorni, accoglie fino a un massimo di cinquanta persone. I ‘Punti Verde’, invece, sono soggiorni presso aree verdi della città. «Si tratta di una grande occasione per le persone anziane del nostro territorio - ha spiegato Nicola Franco, presidente del Municipio Roma VI delle Torri -. Garantiamo, con la realizzazione dei ‘Punti Blu’, oltre ai servizi anche la socializzazione e l’incontro, considerato che gli over 65 trascorrono la giornata insieme».

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Nel Cretaceo gli scenari del nostro Paese non erano così diversi da quelli immaginati nel film Jurassic Park di Steven Spielberg. Per incontrare “dal vero” i grandi rettili, basta andare al Museo di Storia Naturale di Milano o al Museo di Trento che custodisce lo scheletro di Ciro, noto come “il velociraptor del Sannio”. Per trascorrere una giornata all’insegna delle emozioni è possibile visitare i numerosi parchi a tema rintracciabili navigando in Internet. Il divertimento è assicurato!

JURASSIC ITALIA

Il sito paleontologico del Villaggio del Pescatore, a pochi chilometri da Trieste, ha restituito i resti - in ottimo stato di conservazione - della specie Tethyshadros insularis, un dinosauro erbivoro di almeno 5 metri, che ad oggi rappresentano i più grandi e completi fossili di dinosauro mai rinvenuti in Italia. Gli scavi hanno portato alla luce anche un intero ecosistema: calchi di pesci, coccodrilli, rettili marini e persino piccoli crostacei attualmente esposti al Museo Civico di Storia Naturale del capoluogo triestino.

La scoperta di per sé sarebbe già eccezionale, se non fosse che ha catalizzato l’interesse degli studiosi anche per un altro motivo. Dall’analisi delle strutture ossee risulta che il branco fosse composto da individui di età diverse, destinati a raggiungere da adulti dimensioni ragguardevoli. Questo fa decadere la tesi precedente secondo la quale il Tethyshadros italiano fosse una specie nana, adattatasi (come si ritiene sia accaduto con gli elefanti nani in Sicilia) alle dimensioni ridotte dell’area del Villaggio dei Pescatori, che per i geologi costituiva solo una delle tante isolette che costituivano allora l’Italia. Un vasto e frastagliato arcipelago tropicale (i cui abitanti non potevano perciò raggiungere dimensioni eccessivamente ragguardevoli) emerso dall’Oceano Tetide, il grande bacino di acqua salata che divideva i primi blocchi continentali di Europa e Asia, e di cui ancora oggi si conservano tracce sul fondo del mar Ionio.

Solo oggi, comparando i dati geologici dello scavo con gli scheletri dei Tethyshadros ritrovati, i ricercatori hanno potuto stabilire l’età di questi grandi rettili: circa 80 milioni di anni fa (il cosiddetto Cretaceo), esattamente 10 milioni di anni prima di quanto si riteneva in precedenza. Nel periodo d’oro dei dinosauri, dunque, l’area del Villaggio del Pescatore era grande abbastanza da fungere da collegamento tra l’Europa occidentale e l’Asia. Ciò significa che l’antico Mediterraneo (di cui faceva parte l’Italia) non era caratterizzato solo da isole, ma anche da ampie zone emerse, corridoi migratori per i giganti terrestri.

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Il ritrovamento in Friuli di un branco di dinosauri riscrive la (prei)storia dell’area mediterranea
di Ester Riva
Paleontologia

DESTINAZIONE LUNA

NUOVA MISSIONE NEL 2024

di Francesco Andreani

Edwin Aldrin, si avvia verso la scaletta del modulo lunare, come aveva fatto circa venti minuti prima Neil Armstrong, il comandante dell’Apollo 11; scende un gradino, esita, torna indietro, afferra un piccolo registratore e lo attiva. La voce calda e profonda

di Frank Sinatra subito si diffonde sommessa all’interno dell’Eagle, il lem che qualche ora prima aveva portato i due astronauti sul suolo lunare. Fly me to the moon / Let me play among the stars/ Let me see what spring is like on / A-Jupiter and Mars... (Portami sulla luna / Fammi gioca -

re tra le stelle / Fammi vedere com’è la primavera / Su Giove e Marte...) canta The Voice, segnando così un altro primato in quel giorno straordinario: quelle note sono le prime a propagarsi sul nostro satellite.

È il 21 luglio 1969, una data storica per l’umanità: alle ore 22.56

Costume

(le 4.56 in Italia) infatti, Neil Armstrong lascia l’Eagle e calca esitante il terreno polveroso e accidentato della luna. «That’s one small step for a man, one giant leap for mankind» («Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità»), sono le sue iconiche parole a commento di un evento che rimarrà nella storia e cambierà per sempre la percezione del futuro da parte degli uomini. Quel giorno, in tutto il mondo, 900 milioni di persone restano incollate per ore davanti alle tv, a sperimentare un sogno fantascientifico farsi realtà.

Tra il 1969 e il 1972, all’Apollo 11 - il cui equipaggio era formato oltre che da Neil Armstrong e Edwin Aldrin anche da Michael Collins, rimasto al comando del modulo Columbia in orbita intorno alla luna - seguirono altre cinque missioni Apollo: gli ultimi a calcare il suolo lunare furono Eugene Cernan e Harrison H. ‘Jack’ Schmitt, astronauti dell’Apollo 17. Poi più nulla. La corsa allo spazio tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, messa in atto in quegli anni di Guerra fredda, aveva ormai chiaramente designato il vincitore, l’interesse scientifico per la composizione della luna cominciava a scemare mentre il costo delle missioni lunari era

diventato un macigno sulle casse dell’amministrazione statunitense. La luna è rimasta quindi per decenni ad aspettare nuovi visitatori. Ma la sua attesa non è stata vana.

Il 16 novembre 2022 dal Kennedy Space Center, in Florida, negli Usa, la Nasa ha infatti messo in orbita un nuovo veicolo spaziale, l’Orion, il cui compito era quello di dirigersi verso il nostro satellite. La prima delle missioni spaziali Artemis era iniziata.

Artemis I è stata solo un volo di prova, senza equipaggio, ma nelle prossime missioni spaziali, la navicella spaziale Orion, avrà il compito di trasportare gli astronauti e i moduli del Gateway, necessari a costruire una stazione spaziale in orbita permanente intorno alla luna, e porre le basi per un obiettivo ancora più ambizioso: quello di raggiungere Marte.

Il veicolo spaziale Orion nasce dalla collaborazione tra la Nasa e l’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Quest’ultima si occupa in particolare dello sviluppo del modulo di servizio di Orion, ovvero quella parte che fornisce aria, energia elettrica e propulsione alla navicella. In sostanza può essere paragonato alla “locomotiva” di un treno, necessaria a far muovere il veicolo e far sopravvivere chi è all’interno di esso. Per la costruzione del modulo di servizio, l’Esa si avvale di oltre venti aziende facenti parte di dieci Paesi europei, tra cui l’Italia. La partecipazione italiana al programma Artemis si basa in particolare sulla fornitura da parte dell’Asi (l’Agenzia Spaziale italiana) di moduli abitativi per l’equipaggio e dei servizi di telecomunicazione, svolgendo anche un ruolo fondamentale nella realizzazione del Lunar Gateway.

Si tornerà, dunque, a calcare nuova-

mente il suolo lunare? Molto presto. Intanto fervono i preparativi per Artemis II, la prima missione che avrà anche un equipaggio a bordo e che aprirà la strada ai prossimi allunaggi.

Sono quattro gli astronauti che a novembre del 2024, decolleranno dal Kennedy Space Center, in Florida, a bordo dell’Orion, per una missione di circa 10 giorni: Reid Wiseman (comandante), Victor Glover, Christina Koch insieme a Jeremy Hansen dell’Agenzia spaziale canadese. Un equipaggio che segnerà un nuovo primato: sarà infatti il primo composto da una donna, un uomo di colore e un non statunitense.

La loro missione sarà quella di orbitare intorno alla Luna, portandosi nel lato più lontano di essa compiendo una traiettoria a forma di otto, e tornare sulla terra. Questa traiettoria servirà a fare sì che il campo gravitazionale Terra-Luna fornisca la propulsione necessaria per il viaggio di ritorno verso il nostro pianeta impiegando un basso consumo di carburante. La missione servirà inoltre a testare l’efficienza dello Space Launch System, il razzo che farà decollare la navicella spaziale Orion, e a testare che tutti i sistemi di quest’ultima siano funzionanti.

Ma sarà con Artemis III che gli astronauti calcheranno di nuovo il suolo lunare. La missione prevista per il 2025, ha come obiettivo il polo sud della Luna, finora rimasto inesplorato. Qui, secondo la Nasa “le aree costantemente in ombra contengono depositi di suolo lunare ricco di ghiaccio d’acqua. Le missioni future potrebbero raccogliere questa risorsa per produrre acqua, ossigeno e carburante per razzi”. Non ci resta quindi che aspettare, sicuri che saremo di nuovo incollati alla tv, come 60 anni fa.

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La navicella spaziale Orion avrà il compito di trasportare gli astronauti e i moduli del Gateway necessari a costruire una stazione spaziale in orbita permanente intorno alla luna

AAA AGENTI SEGRETI CERCASI

Sotto copertura, operativi infiltrati o specialisti Essere uno 007 richiede elevate competenze tecniche e affidabilità Solo una parte delle doti necessarie per svolgere questo lavoro

Nessuna licenza di uccidere. Niente smoking o sguardo penetrante. E neppure inseguimenti al cardiopalma o improvvise esplosioni. Con buona pace di Ian Fleming, papà letterario di James Bond, le “spie” di oggi sono altro rispetto a ciò che la narrativa cinematografica ha sedimentato nel nostro inconscio collettivo. A cominciare dal fatto che la “guerra segreta” dell’Intelligence, con tutto il suo corollario di operazioni sotto copertura, avviene nel più totale silenzio. Non potrebbe essere diversamente, dal momento che la prima regola di un bravo agente è operare in modo nascosto. Eppure, nonostante la grande cortina di silenzio che tutto avvolge, il fascino della professione è rimasto intatto. In un mondo in cui le minacce alla sicurezza mutano continuamente, la priorità è prevedere tutti gli scenari possibili. Missioni all’estero, infiltrazione in organizzazioni criminali o ambienti del fondamentalismo religioso, lotta al traffico di esseri umani, droga e armi, esfiltrazione di ostaggi,

trattative, sono solo una parte del lavoro di Intelligence. Oltre agli agenti “sotto copertura” ci sono profili che operano in supporto.

I servizi di Intelligence sono quindi alla costante ricerca di personale con elevati livelli di preparazione. In Italia, ad esempio, le selezioni sono sempre aperte come riporta il sito web del DIS, il Dipartimento per le Informazioni della Sicurezza, l’organismo che coordina le agenzie dei Servizi segreti italiani. Ci si può candidare attraverso la sezione on line “Lavora con Noi” ( www.sicurezzanazionale.gov.it ). I profili più ricercati per lavorare alla tutela della Repubblica? Per contrastare terrorismo ed eversione servono analisti geopolitici e esperti in campo economico: temi come green economy e transizione energetica sono essenziali per la sicurezza e lo sviluppo. Persino chi conosce rare lingue straniere può rivelarsi utile, interpretando intercettazioni e non solo.

Il settore della cyber sicurezza e delle tecnologie di sorveglianza è un altro

tassello fondamentale. L’Intelligence ha bisogno di professionisti specializzati e proprio di recente ha avviato una “ricerca mirata” di chi possiede competenze in “algoritmica per la crittoanalisi” (cifratura e decifratura di messaggi attraverso gli algoritmi), “fotointerpretazione di immagini satellitari” (rilevamento di informazioni mediante analisi del territorio) o “tecniche di “machine learning” per il riconoscimento biometrico” (uso dell’Intelligenza Artificiale per identificare soggetti pericolosi).

Accanto ad “agenti” pronti a tutto, oggi sono sempre di più gli esperti informatici. Setacciano dati e informazioni, oro per gli uomini dell’Intelligence. Un esercito di soldati all’avanguardia che magari non ha nulla a che vedere con James Bond. Non usano i gadget che “Q”, in ogni film, fornisce con la solita frase di rito: «La prego di riconsegnare intatto l’equipaggiamento al termine della missione». Ma gadget a parte, grazie anche alle loro conoscenze della psiche umana, lavorano “nell’ombra” a tutela di tutti.

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Attualità
di Valerio Maria Urru

LA ‘MODA VELOCE’: TUTTI I SEGRETI DEL FENOMENO COMMERCIALE

Abiti meno costosi, un numero ridotto di collezioni in vendita nei negozi. L’utilizzo delle materie prime e le politiche interne di marchi internazionali accendono il dibattito in Europa

Era il 31 dicembre 1989 quando nel mondo viene usato per la prima volta il termine ‘fast fashion’: appare sul New York Times riguardo l’apertura di un negozio spagnolo. Negli anni è diventato un vero e proprio modello economico. Letteralmente ‘moda veloce’, indica la rapidità con cui viene prodotta una collezione, caratterizzata da capi realizzati spesso con materie prime di non elevata qualità e venduti a prezzi molto bassi. I negozi sono passati dal vendere una o due collezioni a stagione a oltre cinquanta all’anno perché molti marchi impiegano appena quindici giorni per la produzione. Le vetrine cambiano ogni settimana e offrono la possibilità di indossare uno stile sempre diverso. Questa grande disponibilità permette a tutti di trovare il capo perfetto per ogni occasione ad un prezzo accessibile. Tutto questo ha un costo. Vediamo quale.

Il 17 aprile 2023 Fair Trade Advocacy Office - fondazione che sostiene le politiche UE a favore del commercio equo e della giustizia commerciale - e Clean Clothes Campaign Europe - una rete globale di organizzazioni che opera nel settore dell’abbigliamento a tutela dei lavoratori e dei loro diritti - hanno pubblicato un report sulle relazioni commerciali tra marchi di moda e fornitori, intitolato ‘Pratiche d’acquisto da fast fashion nell’Unione Europea’. La ricerca ha riguardato i produttori di Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Germania e Romania da cui i marchi acquistano i loro capi. Nello studio si evidenziano pratiche commerciali caratterizzate da prezzi bassi, tutele deboli o inesistenti che le aziende con un elevato potere economico applicano ai

produttori, imprese piccole che non possono negoziare per non perdere il cliente. Clean Clothes Campaign ha condotto anche un’indagine sullo stato dei pagamenti ai lavoratori post Covid in sette Paesi asiatici: Bangladesh, Cambogia, India, Indonesia, Sri Lanka, Myanmar e Pakistan. Nonostante i profitti nel campo della moda siano tornati a crescere, i dipendenti delle aziende tessili non hanno ricevuto salari e indennità di licenziamento per un totale di 11,85 miliardi di dollari - pari a 10 miliardi di euro -, stando alla lettura dei dati dell’indagine.

A risentire di questo modello economico è anche l’ambiente. Sul sito del Parlamento europeo si legge che per produrre una maglietta in cotone servono 2.700 litri d’acqua dolce, pari al fabbisogno pro-capite di una persona in due anni e mezzo. I mari e gli oceani, inoltre, sono inquinati dalle sostanze che gli abiti - realizzati in materiali sintetici come il poliestere - rilasciano ad ogni lavaggio. Comprare tanti abiti equivale a produrre più rifiuti: circa 39mila tonnellate di capi, provenienti dall’Europa, dall’Asia e dagli Stati Uniti, sono ammassate nel deserto di Atacama in Cile.

Per un acquisto e un uso più consapevole degli abiti, Cecilia Frajoli Gualdi, presidente dell’associazione ‘Dress the Change’, che si occupa di sensibilizzazione e consulenza in tema di moda sostenibile, raggiunta dalla nostra redazione, ha spiegato: «Il consumatore può scegliere abiti fatti con materiali naturali e riciclabili, prendersene cura attraverso lavaggi delicati e un uso non eccessivo di detersivi, informarsi anche tramite i documentari e i film sul tema».

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Attualità
di Giulia Zaccardelli

MAI PIÙ CAVIE UN MILIONE DI CITTADINI SI APPELLA ALL’EUROPA

Il Parlamento europeo esamina una petizione controversa che chiede l’eliminazione graduale di tutti i test sugli animali nei Paesi membri

di Anna Costalunga

Il dibattito infervora la società e la comunità scientifica: i milioni di animali utilizzati ogni anno nei laboratori di ricerca europei sono martiri della scienza necessari o vittime che potrebbero essere risparmiate?

Dal 2004 l’Unione europea ha messo al bando la sperimentazione animale per i prodotti cosmetici. Una promessa infranta successivamente dall’ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche) che chiede di modificare la normativa del divieto per ottenere il via libera alla sperimentazione di ingredienti di uso cosmetico su animali come topi e conigli. L’iniziativa ha scatenato la reazione delle associazioni animaliste e di migliaia di cittadini europei, fautori di una petizione online per un’Europa libera dai test sugli animali. Più di 1,2 milioni di persone (tra cui 92mila cittadini italiani) hanno firmato sul portale dell’UE chiedendo di mantenere il bando già imposto e contestualmente di modernizzare la ricerca per giungere infine all’eliminazione della sperimentazione in ogni campo. Lo stesso Parlamento europeo nel 2018 aveva esortato l’UE ad avviare un’iniziativa diplomatica per un divieto a livello mondiale sulla sperimentazione dei cosmetici sugli animali entro il 2023. La richiesta dei cittadini è dunque in linea con la strada già tracciata dall’Europa. A questo proposito vale la pena ricordare anche la direttiva del 2010 sulla sperimentazione animale che per la prima volta - oltre ad imporre ai laboratori di agire in trasparenza e solo a seguito di autorizzazione -, classifica il livello di dolore incentivando l’utilizzo di metodi alternativi. Elementi recepiti dal legislatore italiano con il D.L. n. 26/2014, che vieta l’allevamento di cani, gatti e primati da laboratorio (indimenti -

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Scienze

cabili le immagini della liberazione dei cuccioli di Green Hill), prevedendo un fondo per lo sviluppo di metodi alternativi.

La questione etica infiamma l’opinione pubblica: i medici di Research4Life si impegnano a diffondere informazioni corrette sul tema della sperimentazione animale, illustrandone pro e contro. Anche l’industria è interessata ad una via alternativa, in primis per un problema di costi e di tempistica. Tanto che in tossicologia è stato già possibile approvare sistemi sostitutivi, alcuni dei quali elencati sul sito del Centro di Referenza Nazionale per i Metodi Alternativi, Benessere e Cura degli Animali da Laboratorio, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna.

Il bisogno di individuare in tempi rapidi terapie sempre più efficaci e di risparmiare esseri usati come cavie ne ha fatto diminuire il numero. Le statistiche europee indicano una lieve flessione, dagli 8,8 milioni del 2018 ai 7,9 milioni del 2020, in maggior parte topi, più a basso co-

sto, ma anche maiali (73.509), conigli (343,521), cani (8,716) e gatti (2.464), cavalli (3.830), primati tra cui macachi e babbuini (4.784). Una lista infinita che comprende pesci, uccelli, polpi e persino rettili. Dopo la Brexit la maggior parte dei test sono stati effettuati in Germania (1.897.640), Francia (1.643.787) e Spagna (732.831). Questi numeri tuttavia dimostrano che, nonostante i progressi, la via al cambiamento è ancora lunga. La buona notizia per l’Italia è che il Ministero della Salute lo scorso anno ha individuato 16 enti pubblici ai quali destinare 1,6 milioni di euro per lo sviluppo di metodi alternativi all’impiego di animali a fini scientifici. Le alternative alla ricerca con modelli animali devono essere di livello scientifico e di risultato pari o superiore a quelli che impiegano animali. Considerando tra le alternative anche le procedure che pur impiegando animali risultino meno dolorose.

Al momento i ricercatori si concentrano sulla creazione di organi artificiali (i cosiddetti organoidi) una

riproduzione in miniatura dell’organo umano dal quale provengono, impiegati in particolare nella cura dei tumori. Una questione di ottimizzazione di tempi e risorse se si pensa che all’ospedale San Raffaele di Milano si studia il cancro al colon inserendo in una piastra da laboratorio 384 organoidi di tumore del colon prelevati dai pazienti. Ciò significa poter testare 384 farmaci o combinazioni di farmaci per trovare in pochi giorni la formula più efficace. Un altro filone riguarda lo studio dei modelli al computer, utilizzato per individuare rapidamente - tra le decine di migliaia di sostanze registrate - quelle tossiche per l’uomo e l’ambiente. Impensabile farlo con qualunque cavia, anche se al momento per i ricercatori sarebbe più corretto parlare di metodi complementari piuttosto che sostitutivi. Ma intanto il consumatore può fare la sua parte: sul sito di Peta crueltyfree.peta.org , ad esempio, è disponibile un database di brand del mondo della cosmesi e non solo, per individuare i marchi “cruelty-free”. Un scelta consapevole e di tendenza.

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«La direttiva del 2010 sulla sperimentazione animale per la prima volta - oltre ad imporre ai laboratori di agire in trasparenza e solo a seguito di autorizzazioneclassifica il livello di dolore incentivando l’utilizzo di metodi alternativi»

CURIOSITÀ

Brevettato nel 1952, il codice a barre cominciò ad essere usato solo nel 1974 per etichettare i prodotti. Il primo prodotto scansionato? Un pacchetto di chewing gum

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SMARTPHONE ANDROID, ASSISTENZA A DISTANZA

Vediamo AnyDesk, una delle app che si possono impiegare

Quando si assiste qualcuno a distanza nell’uso dello smartphone, il difficile è farsi capire. Ci sono però app per interagire da remoto, come AnyDesk. Una volta installata (insieme al plugin) è possibile collegarsi ad un altro dispositivo, dotato anch’esso di AnyDesk. Una volta avviata, l’app mostra in alto un ID numerico da comunicare alla persona con cui connettersi. Si clicca due volte su “Accetto” e l’altro potrà accedere e aiutare.

www.anydesk.com/it/downloads/android

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UN TIROCINIO SPECIALE ALL'UNIVERSITÀ DI TRIESTE

Hal, il paziente-robot del Centro di addestramento medico

Il suo nome può ricordare quello del supercomputer della nave spaziale Discovery del film 2001: Odissea nello spazio, eppure Hal s5301 non è una minaccia. Attraverso la sua intelligenza artificiale, questo robot umanoide addestra alle principali tecniche di pronto soccorso, terapia intensiva e chirurgia. Le sue reazioni fisiologiche reali (suda, parla, muove occhi e braccia), infatti, preparano il personale medico alle più disparate situazioni.

www.gaumard.com/hal-s5301/

3 TERAPIE DIGITALI, QUALCOSA SI MUOVE IN ITALIA

È nato in Parlamento il gruppo su sanità e terapie digitali

In futuro si potrà prescrivere un algoritmo, ovvero una terapia digitale, a supporto di un farmaco. Nei casi di depressione o ansia, ad esempio. Di Digital therapeutics (o DTx) si parla ormai da 14 anni. Germania, Regno Unito e USA vantano numerosi brevetti. In Italia, l’Osservatorio sulle terapie digitali è nato pochi mesi fa per superare le normative che le confinano nella sola categoria dei dispositivi medici. È già un passo avanti.

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4 TRUFFE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE L’inganno corre sul filo del telefono

Fa riflettere il caso di un’anziana coppia canadese raggiunta per telefono dal nipote che chiedeva soldi per la cauzione della prigione. Peccato che non fosse davvero il ragazzo, ma un’intelligenza artificiale che ne imitava la voce. Uno scrupoloso direttore di banca ha evitato il peggio. All’IA bastano brevi registrazioni per capire cosa renda unica una voce. Una volta a conoscenza di età, sesso ed accento, grazie ad un database di voci simili, vengono create registrazioni ad hoc.

Tecnologia e dintorni a cura di Valerio Maria Urru
LO SAPEVATE CHE? Dal 13 al 16 luglio, a Roma, si svolge Videocittà 2023, il festival della visione e della cultura digitale. Info: www.videocitta.com
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OCCHIALI INTELLIGENTI UNA VISIONE SUL FUTURO

Quando nel 2013, Google presentò al mondo i primi smart glass, gli occhiali “intelligenti”, fu subito chiaro di trovarsi davanti ad una rivoluzione nel campo della tecnologia. Conosciuti come Google Glass, gli occhiali furono sviluppati dalla X, una struttura semi-segreta gestita dalla Alphabet Inc, che si occupa di lavorare su importanti innovazioni tecnologiche. Le “super-lenti”, una volta indossata la montatura, offrivano un’interfaccia visuale basata su schermi a prismi proiettati direttamente nell’occhio. Questi consentivano agli utenti di accedere a informazioni in tempo reale, effettuare chiamate, scattare foto e video e persino navigare su Internet: tutto attraverso semplici comandi vocali e gestuali. Un po’ come avere uno schermo costantemente davanti agli occhi. Niente più smartphone o pc portatili: l’accesso alla rete e il modo di comunicare sarebbero stati sovvertiti per sempre. Tuttavia, l’accoglienza del pubblico, dopo lo stupore iniziale, divenne tiepida. Innanzitutto, si poneva un problema sostanziale: la privacy. Le persone erano preoccupate che l’apparecchio potesse essere utilizzato per registrare o fotografare senza il consenso degli altri. Paura confermata dal fatto che diversi luoghi pubblici e commerciali negli Stati Uniti iniziarono a porre restrizioni di accesso per i possessori dei Google Glass. Poi il design. All’inizio futuristico e innovativo, venne considerato, poco dopo, asettico e invadente. L’apparecchio aveva una forma insolita e sembrava fuori luogo in molte situazioni sociali. Altra questione era legata alla batteria, fortemente limitata da un utilizzo costante, e

la mancanza di un pacchetto di applicazioni valide da utilizzare con l’occhiale. Ultimo enorme ostacolo, il prezzo: oltre 1.500 dollari per i residenti in America e 1.000 sterline per il mercato britannico. Un costo eccessivo che ha scoraggiato Google a portare avanti lo sviluppo, interrompendone di fatto la produzione per il grande pubblico nel 2015. La fine di tutto? Macché. La tecnologia può rallentare, ma non smette mai di progredire. Nel 2021, grazie ad una collaborazione tra Facebook & Ray-Ban, sono arrivati i Ray-Ban Stories, nuova generazione di occhiali interattivi nati con la promessa di invadere il mercato dei prodotti tech indossabili. Con i nuovi occhiali è possibile vedere attraverso le lenti la realtà “aumentata”, cioè corredata da una enorme quantità di dati relativa a ciò che si sta osservando. È come avere una guida che spiega costantemente tutto quello che ci circonda. Le stanghette della montatura (ora molto più elegante) permettono di controllare l’occhiale per telefonare e per ascoltare musica grazie ad un collegamento bluetooth. La telecamera integrata rimane nascosta ma, per la privacy, si illumina un led quando scatta una foto. E questo è solo l’inizio, perché le altre grandi aziende del settore non sono rimaste a guardare. Amazon, Huawei e Xiaomi, solo per citare le più grandi, hanno già aggredito il mercato con modelli che si aggirano intorno ai 350 euro. A questa corsa alla rivoluzione non poteva mancare di certo Apple, che sta studiando una tecnica per eliminare direttamente ogni gesto delle mani e valorizzare i movimenti della testa. Il futuro si trova proprio dietro al vetro.

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Tecnologia
di Berardo Falcone

DIMINUISCE LA NATALITÀ IN ITALIA SI REGISTRANO

6.000 NATI IN MENO

I dati Istat raccontano di un calo demografico già a partire dal 2021

Ci saranno conseguenze per il nostro Paese?

Ne parliamo con Cecilia Reynaud docente di Demografia presso la facoltà di Scienze Politiche Università Roma Tre

Leonardo, Alessandro e Tommaso, per i maschi. Sofia, Aurora e Giulia, sono invece quelli più gettonati per le femmine. Sui nomi da dare ai figli, gli italiani sembrano avere le idee chiare. Ma le occasioni per fare queste scelte sono già da tempo piuttosto rare e la pandemia le ha ridotte ancora di più: di culle piene in Italia nel 2021 ce ne sono state davvero poche. Gli ultimi dati dell’Istat pubblicati a dicembre 2022 dicono che nel 2021 sono mancati all’appello 4.643 neonati, rispetto al 2020 (un calo dell’1,1% sull’anno precedente). E nel 2022 non è andata meglio: secondo le stime provvisorie di gennaio-settembre le nascite sono circa 6mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Perché? Po-

trebbero esserci conseguenze per il futuro del Paese? Ne abbiamo parlato con Cecilia Reynaud, docente di Demografia presso la facoltà di Scienze Politiche, Università Roma Tre. Come mai assistiamo a un calo della natalità? Cosa è successo? E quando è iniziata questa tendenza?

Ripercorriamo a grandi linee l’andamento demografico del nostro Paese nella storia recente. Intorno alla metà degli anni Sessanta, tra il 1964 e il 1969, si è assistito un po’ in tutta Europa al celebre fenomeno del ‘baby boom’. L’Italia ha registrato un incremento del numero delle nascite e dei livelli di fecondità che non si è mai più ripetuto e che purtroppo, possiamo affermarlo senza troppi dubbi, non si ripeterà più.

Nel 1964 è stato toccato il picco storico di un milione di nuovi nati. Nel 2021 se ne contano 400mila.

In 60 anni, quindi, si è registrato un calo del 60% delle nascite. Come mai?

Dal picco del ‘baby boom’ in poi, la natalità comincia a diminuire, lentamente ma in maniera incessante e intensa. Il tasso di fecondità, ossia il numero medio di figli per donna, comincia a scendere a partire dagli anni Settanta, proseguendo negli anni Ottanta e Novanta, risalendo leggermente intorno ai ’90, ma si mantiene sempre sotto la soglia di 2,1 che è il cosiddetto livello di sostituzione, quello che garantisce il ricambio generazionale della popolazione. Anche la Francia ha conosciuto una

Società
di Giovanna Dall’Ongaro
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riduzione della natalità negli anni Settanta, ma è riuscita a mantenersi vicina alla quota di 2,1. Cosa differenzia, dunque, la Francia dall’Italia?

La Francia ha messo in piedi una serie di politiche a favore delle famiglie, puntando su due aspetti: quello finanziario, facendo pagare meno tasse a chi fa più di due figli, e quello dei servizi, come gli asili nido o gli stipendi detraibili delle babysitter, permettendo così di conciliare famiglia e lavoro. Ma ciò che più ha inciso in Francia è un atteggiamento culturale che manca totalmente da noi. Per i francesi, i bambini piccoli sono considerati un bene della società. Il sistema sanitario, per esempio, ha un occhio di riguardo per le donne

in età riproduttiva, gli alberghi o i ristoranti accolgono a braccia aperte le famiglie con bambini piccoli. Qui da noi i bambini nei luoghi pubblici sono spesso visti come un disturbo e vengono mal tollerati.

Insomma, l’Italia non è un Paese per giovani?

In realtà, pecchiamo un po’ su tutti e due gli estremi. Anche i servizi per gli anziani hanno indubbiamente delle carenze, ma finora la politica ha sempre agito cercando il consenso delle persone più grandi che sono quelle più numerose nell’elettorato. Speriamo che le risorse del PNRR vengano sfruttate per investire sull’istruzione e sui servizi per i giovani, perché da loro dipende il futuro del nostro Paese, anche perché saranno loro a pagare

le pensioni degli anziani del futuro. Bisogna agire in maniera lungimirante e non solo pensando al qui ed ora. È diminuito anche il numero di nati da genitori stranieri?

L’immigrazione straniera ha permesso negli anni Duemila che il tasso di fecondità in Italia non crollasse. Ma ora le nuove generazioni di stranieri seguono la tendenza del Paese e hanno smesso anche loro di fare tanti figli.

La religione non ha alcun impatto sulla natalità?

È dimostrato che la religiosità non incide o incide molto poco quando c’è un alto livello di istruzione. I dettami religiosi in questo caso hanno un ruolo marginale. Ma il fatto che l’Italia sia uno dei Paesi con il tasso di fecondità più basso del mondo dipende soprattutto dalla mancanza di politiche a sostegno della natalità. E poi, dobbiamo ricordarlo, a tutto questo si aggiunge una cultura, soprattutto nel Meridione, ancora legata a stereotipi di genere per cui le donne si sentono in dovere di rinunciare al lavoro se vogliono fare figli. È vero che mancano i posti negli asili nido, ma è anche vero che molte mamme preferiscono tenere i bambini a casa. In Francia, tanto per far capire la differente mentalità, le scuole sono aperte dalle 8 del mattino alle 6 di sera e le mamme non si sentono in colpa se riprendono i figli ben oltre l’orario scolastico.

Cambierà qualcosa?

Non sappiamo se siamo a un punto di non ritorno. Quel che è certo è che la politica deve fare la sua parte. Sono necessari interventi di aiuto ai giovani e alle giovani donne. Ma è necessario un cambio di paradigma culturale per arrivare ad attribuire la responsabilità della cura dei figli a entrambi i genitori. Finché non ci sarà una reale parità di genere non si faranno molti figli.

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«La politica deve fare la sua parte. È necessario un cambio di paradigma culturale per arrivare ad attribuire la responsabilità della cura dei figli a entrambi i genitori. Finché non ci sarà una reale parità di genere non si faranno molti figli»

Prevenzione

QUANDO LE OSSA CHIEDONO AIUTO

L’osteoporosi è una patologia più che mai attuale Nonostante la diffusa campagna di prevenzione il numero dei casi continua a crescere

L’osteoporosi è una affezione del sistema scheletrico che aumenta la fragilità delle ossa esponendole ad un elevato rischio di fratture. Ha un andamento cronico e progressivo evidenziato dalla rarefazione della matrice che costituisce l’osso. La si scopre spesso come causa all’origine di una frattura spontanea.

Le fratture da osteoporosi non soltanto rappresentano un importante

La solidità dell’apparato scheletrico si costruisce sin dall’infanzia e l’integrazione di vitamina D è indispensabile già n e i primi mesi di vita. Invece prende il nome di “romosozumab” il principio attivo di un n u ovo farmaco utile a prevenire le fratture per osteoporosi i n “donne a rischio elevato”. Il nuovo farmaco blocca la perdita di osso e favorisce la formazione di nuovo osso.

motivo di perdita di autonomia ma costituiscono uno dei fattori ad alto rischio di mortalità. Colpisce prevalentemente gli adulti con più di 50 anni e mediamente un solo uomo su cinque donne affette. Il tasso di incidenza di osteoporosi sulla popolazione in Europa pone la Germania al primo posto (18%) mentre l’Italia segue a ruota al secondo posto (14%). Negli ultimi decenni i governi stanno impegnando molte risorse economi-

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di Alessandro Mascia

che in favore di una capillare campagna informativa. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, si registra negli ultimi decenni un aumento del numero di persone affette da patologie croniche. È uno scotto da pagare per il fatto che il tasso di mortalità precoce è diminuito di circa il 20% negli ultimi 12 anni. Dati del 2019 attestano che in Italia un paziente affetto da osteoporosi costa alla comunità circa 900 euro/anno. Attualmente nel nostro Paese si stima che si spendano circa 66,7 miliardi di euro per le malattie croniche. Stando alle proiezioni effettuate sull’aumento della longevità elaborate dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2028 si spenderanno invece 70,7 miliardi di euro.

Il professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio Nazionale, evidenzia quanto “la sostenibilità della salute dei prossimi anni si giochi sulla capacità di resilienza degli stati e della popolazione, con azioni proattive delle istituzioni e dei cittadini in termini di promozione di stili di vita salutari e di prevenzione”.

L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura (trabecole) del tessuto osseo, con conseguente aumento della sua fragilità. Questa situazione porta a un aumento del rischio di frattura (in particolare per vertebre, femore, omero, polso e caviglia). L’osteoporosi viene distinta in due forme: la forma primaria include le varietà post-menopausale e senile; la forma secondaria può essere la risultante di altre patologie ma anche dovuta all’assunzione di alcuni farmaci nel medio-lungo periodo.

I grandi alleati della prevenzione dell’osteoporosi sono il sole e l’attività fisica. Il sole è l’elemento fonda-

mentale che contribuisce alla sintesi della vitamina D, la quale aiuta il corpo ad assorbire il calcio contenuto negli alimenti ed è indispensabile per il rimodellamento osseo. Per contro alcool, fumo, sale, alimentazione iperproteica riducono la fissazione del calcio alle ossa. L’osso, come avviene per tutti gli organi del nostro corpo, viene continuamente rigenerato con una curva che diminuisce con il passare degli anni. È fondamentale esporsi ai raggi solari in quanto la vitamina D viene sintetizzata a livello della pelle grazie all’esposizione ai raggi ultravioletti (UVB). È sufficiente passare un’ora al giorno all’aria aperta con mani, braccia oppure il viso scoperti. Nel caso in cui non fosse possibile uscire, come nei soggetti con disabilità motorie, è indispensabile assumere integratori specifici di vitamina D. L’osso viene costruito e rimaneggiato in funzione del carico cui è sottoposto. Vale a dire che movimento ed attività

fisica sono elementi fondamentali per investire sulla robustezza di tutto lo scheletro. Questo spiega il motivo per cui, dopo un prolungato allettamento, la struttura dell’osso presenta una maggiore fragilità. Sono quindi ad alto rischio le persone adulte e anziane costrette a letto da una malattia. Sono a rischio anche i soggetti troppo magri e quelli in sovrappeso.

Quali migliori stagioni, se non la primavera e l’estate, rappresentano il momento migliore per investire sulla solidità del nostro sistema portante. Nutriamo le nostre ossa grazie all’esposizione alla luce solare, alla sana alimentazione ed alla pratica di attività motorie. Camminare al mare, in montagna, al parco vicino casa, nuotare, praticare ginnastica in acqua, ginnastica dolce, yoga, tai chi chuan, pilates, pedalare in bicicletta. L’offerta è vastissima e sta soltanto ad ognuno di noi uscire di casa e godere dei grandi benefici che la natura ci offre.

QUALCHE NUMERO

Dopo i 65 anni circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore, vertebre o polso. Le fratture da fragilità per osteoporosi hanno rilevanti conseguenze, sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sia sanitari che sociali. Il rischio di mortalità a un anno dopo frattura del femore aumenta del 15-25%, e solo il 30-40% dei soggetti torna alle condizioni di salute precedenti alla frattura.

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LA TIROIDE E GLI STEREOTIPI COSA C’È DA SAPERE

La ghiandola tiroidea si trova nella parte anteriore del collo, misura circa 5-8 centimetri di lunghezza per 3-4 di larghezza, pesa pochi grammi

Sulla sua funzionalità una serie di falsi miti, vediamo quali

Molto citata ma in fondo poco conosciuta, la tiroide è una ghiandola di pochi centimetri a forma di farfalla collocata nel collo. Come un “cravattino” discreto può farsi notare ben poco, mentre dovremmo concederle l’attenzione che merita, poiché svolge un ruolo cruciale per l’equilibrio e la salute di tutto l’organismo.

Che cosa succede se funziona male?

Questo complesso sistema di regolazione funziona in modo armonico, come un’orchestra. Talvolta può non funzionare a dovere, provocando un

eccesso di attività e di produzione di ormoni tiroidei (ipertiroidismo) o, al contrario, un deficit e un rallentamento delle funzioni corporee (ipotiroidismo). Fra le malattie della tiroide vanno citati i tumori tiroidei (circa nel 90% dei casi i noduli sono formazioni benigne), il gozzo e le malattie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto.

I falsi miti

Si stima che siano circa 6 milioni le persone in Italia con problemi alla tiroide, estremamente eterogenei per sintomi, natura e complessità, ma accomunati da un non trascurabile numero di notizie poco corrette. Ecco

una carrellata dei più comuni falsi miti, raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità in occasione della Settimana della tiroide 2023.

I chili in più sono colpa della tiroide

Può accadere nei casi di ipotiroidismo grave, ma le alterazioni della funzione tiroidea nelle persone obese non sono la regola. Per questo dev’essere un endocrinologo a valutare eventuali disfunzioni con esami appositi e, in mancanza di riscontri clinici, è assolutamente da evitare l’uso di farmaci a base di ormone tiroideo per perdere peso.

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 70 Salute

Iodio? Ci vuole l’aria di mare

Un adeguato apporto di iodio si ottiene attraverso l’alimentazione ed è necessario al buon funzionamento della tiroide. Dal 2005 è stato avviato in Italia un programma nazionale di iodoprofilassi tramite il sale iodato, che ha migliorato considerevolmente lo stato nutrizionale iodico della popolazione. Lo slogan è: “Poco sale ma iodato”, consigliato a tutti, compresi i portatori di patologie tiroidee.

Fatica a deglutire sarà la tiroide

Soltanto una tiroide molto ingrossata e noduli tiroidei di grandi dimensioni provocano difficoltà rilevanti nella deglutizione. È importante rivolgersi al medico e non sottovalutare altre possibili cause, assai più comuni, come una esofagite da reflusso o una faringite.

La tiroide

influenza solo il corpo

Chi soffre di ansia, insonnia, irritabilità difficili da spiegare altrimenti dovrebbe anche tenere in considerazione la tiroide e, su consiglio medico, valutarne la funzionalità. Sembra strano, ma fra le conseguenze dell’ipertiroidismo ci sono anche malesseri psicologici che, una volta intrapresa una terapia adeguata, possono essere ricondotti alla normalità.

Meglio i vecchi rimedi

Resiste il mito dei preparati a base di tiroide secca di origine animale, perlopiù suina, per trattare i problemi tiroidei. In voga negli anni passati, si trovano ancora in pagine internet di dubbia scientificità e sono disponibili in molte farmacie come preparato galenico, ma sono trattamenti ormai in disuso, non autorizzati dal Ministero della Salute, che non presentano vantaggi di efficacia o sicurezza rispetto alla terapia standard con L-Tiroxina.

La mammografia mette a rischio la tiroide

La quantità di radiazioni emesse dalla mammografia, l’esame di screening per i tumori del seno consigliato periodicamente alle donne, non è tale da provocare tumori o altri problemi di salute, e si tratta di controlli preziosi per diagnosticare precocemente una malattia che ogni anno colpisce 55.000 donne in Italia. Le radiazioni, inoltre, non colpiscono la tiroide e non sono quindi di nessuna utilità metodi spacciati come protettivi, come l’uso di collari piombati o altre “bufale” ricorrenti.

La scintigrafia tiroidea è radioattiva e pericolosa

La scintigrafia è un esame di medicina nucleare non invasivo e importante per valutare la morfologia e la funzionalità della tiroide. Comporta l’utilizzo di un radiofarmaco e l’esposizione a dosi molto basse di radiazioni, motivo per cui vanno seguite alcune precauzioni e non è consigliato a bambini piccoli e donne in gravidanza. Ma la sostanza radioattiva somministrata si concentra in maniera pressoché esclusiva nella tiroide e non compromette la funzionalità di altri organi, compresi quelli riproduttivi. Analogamente, anche le terapie con iodio radioattivo si concentrano nel tessuto tiroideo, senza coinvolgere in modo rischioso altri organi.

COS’È E A COSA SERVE

La ghiandola tiroide si trova nella parte anteriore del collo, misura circa 5-8 centimetri di lunghezza per 3-4 di larghezza, pesa pochi grammi, e produce e secerne due ormoni chiamati tiroxina (o T4) e triiodotironina (o T3). Questi ormoni sono coinvolti in molte attività cruciali per la nostra vita, come lo sviluppo del sistema nervoso del nascituro, la crescita dei tessuti, le funzioni metaboliche che ci permettono di far fronte alle necessità energetiche e alle condizioni ambientali. La tiroide è a sua volta sottoposta all’influenza di ormoni prodotti da altre ghiandole, come il TSH secreto dall’ipofisi (situata alla base del cranio), che stimola la produzione degli ormoni tiroidei.

IL SISTEMA ENDOCRINO

È formato da ghiandole e organi che regolano i processi dell’organismo tramite la secrezione di ormoni, sostanze chimiche che fungono da messaggeri per coordinare le funzioni di tutto il corpo. Le principali ghiandole endocrine sono:

• ipotalamo

• ipofisi

• ghiandola tiroide

• paratiroidi

• cellule delle isole pancreatiche

• ghiandole surrenali

• gonadi (testicoli negli uomini e ovaie nelle donne)

a cura di Fondazione Umberto Veronesi
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“L’ORGOGLIO DI AVER LOTTATO PER LA LIBERTÀ”

di Redazione

Storia, lotta e resistenza. C’è tutto questo nell’appuntamento che 50&Più Genova ha organizzato lo scorso mese di maggio, nell’ambito degli ‘Incontri del giovedì’: una iniziativa che da tempo l’associazione promuove su tematiche diverse, spaziando dalla storia alla cultura. Protagonista dell’incontro Giordano Bruschi, il partigiano Giotto, che ai partecipanti ha raccontato gli anni della guerra e dell’antifascismo ma anche quelli della rivalsa, del suo impegno politico e dell’impegno sindacale, portato avanti tra le città di Torino e Genova.

Chi è Giordano Bruschi, il partigiano Giotto

Nasce a Pistoia nel 1925. Qualche anno più tardi, nel 1937, si trasferisce con la sua famiglia a Genova per sfuggire al regime fasci -

sta. Nel 1942, Giordano Bruschi fonda - insieme ai compagni di scuola - un gruppo antifascista: «Così eravamo già pronti per l’8 settembre (giornata dell’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile ndr)», ha spiegato ai microfoni di 50&Più Genova a margine dell’evento che lo ha visto protagonista nell’ambito degli ‘Incontri del giovedì’, lo scorso mese di maggio.

«Il primo aiuto è stato avere una famiglia antifascista, il secondo avere dei compagni antifascisti», ha aggiunto il partigiano Giotto a margine dell’incontro. Giordano Bruschi partecipa attivamente alla Liberazione dell’Italia mentre si trova nella città di Torino. Il partigiano torna a Genova nel dopoguerra: è in terra ligure che inizia l’attività di sindacalista. Ricopre ruoli di primo piano all’interno del Partito Comunista e si candida sindaco di Genova. Inizia poi l’attività di scrittore e dedica il suo tempo alla narrazione della resistenza: «C’è l’orgoglio di aver lottato per la libertà», ha aggiunto, ospite dell’Associazione. Tra le sue opere ‘Uomini di pace a Genova’.

Buone pratiche

Sull’importanza dell’incontro, Brigida Gallinaro - Presidente Liguria 50&Più e Vicepresidente nazionale 50&Più ha commentato: «Un incontro molto interessante. Il partigiano Giotto è una persona estremamente gentile, schietta, simpatica, dotta, un eroe che ha raccontato ai nostri soci l’impegno di quegli anni. Abbiamo promosso questa iniziativa perché è importante ricordare e ricordare soprattutto quanto di buono è accaduto cercando di superare il cattivo, il brutto, che in guerra era ovunque. Guardiamo al futuro».

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Buone pratiche 50&Più
50&Più Genova promuove l’incontro con il partigiano Giotto, al secolo Giordano Bruschi

Società

SOCIAL MEDIA I DANNI DI UN LIKE

Ansia, stress e senso di inadeguatezza sono i sintomi più diffusi di un utilizzo smodato di strumenti

A dirlo sono gli studi raccolti dalla rivista accademica “Frontiers in Psychology”

Senza dubbio, Facebook, Instagram, Twitter e da qualche tempo anche TikTok, hanno rivoluzionato il modo in cui interagiamo e ci connettiamo con il mondo, offrendoci un’ampia gamma di opportunità di comunicazione e di accesso alle informazioni. Un flusso di notizie e relazioni costanti, solo apparentemente selettivo, che regala a primo impatto una grande soddisfazione, anche per la semplicità di accesso. Tuttavia, c’è un lato oscuro dietro questa rivoluzione digitale, che coinvolge tutti a prescindere dalla fascia d’età: l’uso intensivo dei social media infatti può avere un impatto altamente negativo sulla nostra salute mentale. Secondo articoli e studi apparsi su Frontiers in Psychology, uno degli effetti più evidenti dell’uso scorretto dei social è la dipendenza, ovvero la tendenza a controllare costantemente il proprio telefono o il proprio computer per vedere se ci sono nuove notifiche o messaggi. Un comportamento che può portare ad ansia e stress, oltre a distruggere le relazioni reali con familiari e amici. A farne le spese sono proprio i più anziani, che soffrendo spesso di solitudine e isolamento sociale, diventano particolarmente vulnerabili a questo fenomeno; cercano nei social media una fonte di compagnia e conforto, ma allo stesso tempo si allonta-

nano dal mondo reale. Sullo schermo, poi, si assiste ad una versione idealizzata e filtrata delle vite degli altri. Questo innesca un confronto costante, che può alimentare sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima. Gli anziani, che spesso devono affrontare problemi di salute, perdita di autonomia o lutto, possono essere particolarmente colpiti da questo “effetto confronto”, sentendosi esclusi o inferiori rispetto agli altri. È bene ricordare che ciò che viene visto su uno schermo difficilmente rappresenta la realtà e che ogni individuo ha le

proprie sfide e imperfezioni. Ancora in riferimento agli studi già citati, dai social arriva anche l’insidia delle informazioni ingannevoli o manipolatorie, che possono influenzare le opinioni e le decisioni delle persone - soprattutto i senior - che hanno meno competenze digitali e possono essere particolarmente esposte a questo rischio. Il risultato è una grossa confusione e un conseguente disorientamento cognitivo.

Attenzione però, anche i giovani - e forse in maniera anche più invasiva - subiscono gli effetti di un utilizzo sconsiderato dei social. Lo sintetizza in maniera efficace lo studio britannico “L’influenza dei social media sulla depressione, l’ansia e il disagio psicologico negli adolescenti”, pubblicato nel 2020 sull’International Journal of Adolescence and Youth: davanti uno schermo i ragazzi diventano psicologicamente vulnerabili. Sono più frequentemente vittime di insulti, attacchi o molestie, in quello che si definisce cyberbullismo e soffrono di FOMO (Fear Of Missing Out), la cosiddetta “ansia da prestazione digitale” ovvero la costante sensazione di non riuscire a seguire tutto e perdersi qualcosa (o qualcuno). Questi pensieri ossessivi di connessione continua generano ansia, stress, piccole forme depressive e insoddisfazione, oltre che una forte insonnia causata dal continuo controllo dei propri dispositivi. Ma come spezzare il giogo di questo disagio emotivo? La soluzione è semplice e al tempo stesso complessa: usare con moderazione e saggezza i social media, anche quando sembra che siano l’unico contatto con il mondo. Spegnere la dipendenza da schermo luminoso, tenendo a mente che, quando possibile, le interazioni reali sono più sane e la loro autenticità garantisce una migliore qualità della vita.

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A LUGLIO PENSIONE PIÙ RICCA ECCO LA QUATTORDICESIMA

A partire dal mese di luglio l’Inps paga a milioni di pensionati la somma aggiuntiva: l’importo varia in base al reddito complessivo e agli anni di contributi

Si parte da un minimo di 336 euro fino a un massimo di 655 euro in più: è la cosiddetta “quattordicesima”, introdotta dall’articolo 5, commi da 1 a 4, del Decreto Legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni nella Legge 3 agosto 2007, n. 127. Spetta ai pensionati che abbiano compiuto 64 anni di età e posseggano un reddito complessivo non superiore a 1,5 o a 2 volte il trattamento minimo annuo.

La somma aggiuntiva viene pagata dall’Inps sulla rata di luglio a tutti i pensionati che perfezionano i re -

quisiti entro il 31 luglio dell’anno di riferimento. A chi invece raggiunge il requisito anagrafico dal 1° agosto in poi, la quattordicesima viene riconosciuta sulla rata di dicembre. Ricevono la somma aggiuntiva anche le vedove titolari di pensione di reversibilità, purché abbiano compiuto 64 anni entro il 31 luglio e posseggano redditi non superiori a 2 volte il trattamento minimo Inps. Quali sono esattamente gli importi? Ecco nel dettaglio le somme riconosciute in base alla fascia reddituale e agli anni di contributi:

Reddito fino a 1,5 volte il trattamento minimo (10.992,93 euro)

Anni di contributi (dipendenti)Anni di contributi (autonomi)

Fino a 15

Oltre 15 e fino a 25

Importo somma aggiuntiva

a 18 € 436,80

18 e fino a 28€ 546,00

Oltre 25 Oltre 28 € 655,20

Reddito fino a 2 volte il trattamento minimo (14.657, 24 euro)

Anni di contributi (dipendenti)Anni di contributi (autonomi)

Fino a 15

Oltre 15 e fino a 25

Oltre 25

Importo somma aggiuntiva

a 18

18 e fino a 28€ 420,00

28

504,00

Il pagamento della quattordicesima viene effettuato dall’Inps d’ufficio sulla base dei redditi disponibili relativi agli anni precedenti. In ogni caso, il pensionato che non dovesse ricevere la somma ma ritenesse di averne diritto, potrà farne richiesta alla competente sede Inps, presentando una domanda di ricostituzione reddituale. Se avrà tutti i requisiti necessari, la quattordicesima gli sarà riconosciuta sulla prima rata utile di pensione. Vale la pena ricordare che l’importo aggiuntivo non costituisce reddito, né ai fini fiscali né ai fini previdenziali e assistenziali. Non è finita qui. Sulla rata di luglio dovrebbero finalmente arrivare anche gli attesi aumenti sulle pensioni minime, previsti dall’ultima Legge di Bilancio e finora rimasti sulla carta. In sostanza, chi percepisce un assegno complessivo pari o inferiore a 563,74 euro (il minimo Inps) dovrebbe ricevere 8,46 euro in più al mese se ha meno di 75 anni e 36,08 euro se ha un’età superiore. La cosa sicura è che i titolari di pensione minima avranno diritto anche agli arretrati, visto che la Legge di Bilancio ha stabilito che gli aumenti saranno riconosciuti “per ciascuna delle mensilità da gennaio 2023 a dicembre 2024, ivi compresa la tredicesima mensilità spettante”.

a cura di Maria Silvia Barbieri Previdenza
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Fino
Oltre
Fino
336,00
Oltre
Oltre

RIENTRANO NEI DIRITTI INESPRESSI:

Assegno Unico

Assegno familiare (vedovile)

Integrazione al trattamento minimo

Maggiorazioni sociali

Maggiorazione per ex combattenti

Aumento al “milione”

Prestazioni a favore degli invalidi civili

DIRITTI INESPRESSI Li hai mai verificati?

Alcune prestazioni assistenziali, senza una esplicita richiesta, non vengono riconosciute.

Rientrano, inoltre, i diritti insorti dopo il pensionamento, come il Supplemento di Pensione.

Gli uffici del Patronato 50&PiùEnasco sono a tua completa disposizione per la verifica dei “diritti inespressi” e per l’eventuale ricalcolo della pensione.

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ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE

BONUS EDILIZIA

ANCORA INTERVENTI E CHIARIMENTI

LA CERTIFICAZIONE “SOA”

Dall’introduzione dei diversi crediti fiscali per interventi di edilizia, il contribuente ha dovuto aggiornarsi con molteplici normative e chiarimenti emanati dagli Organi competenti. Da ultimo, a seguito delle modifiche apportate dal Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023, convertito con modificazioni dalla Legge n. 38 dell’11 aprile 2023, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta, con la Circolare n. 10/E del 20 aprile 2023, fornendo delucidazioni in merito al riconoscimento degli incentivi fiscali, di cui agli articoli 119 (SUPER BONUS) e 121, 2° comma (BONUS DIVERSI DA SUPERBONUS), del Decreto Legge n. 34/2020, a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 30 giugno 2023, la cui esecuzione dei lavori, di importo superiore a 516.000 euro, deve essere affidata a imprese che siano in possesso della certificazione SOA, ai sensi dell’articolo 84 del Decreto Legislativo n. 50 del 18 aprile 2016 (Codice dei contratti pubblici). L’intento del legislatore è di promuovere la qualificazione delle imprese che effettuano lavori di importo rilevante e per i quali è possibile fruire di agevolazioni fiscali, per contrastare il fenomeno delle frodi e raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio. La certificazione SOA è, infatti, un’attestazione che abilita le imprese a partecipare a gare di appalto per l’esecuzione di lavori pubblici di importo superiore a 150.000 euro. Viene rilasciata da appositi organismi di diritto privato autorizzati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e attesta che l’impresa sia in possesso di idonei requisiti in re-

lazione alla categoria di lavorazione che deve essere svolta, quali l’idoneità professionale, un’adeguata capacità economica e finanziaria, nonché idonee capacità tecniche e professionali. Inoltre l’Agenzia, in primis, precisa che la soglia di 516.000 euro debba essere calcolata avendo riguardo a ciascun singolo contratto di appalto e a ciascun singolo contratto di subappalto.

In questi casi, per poter accedere ai bonus edilizi - sia mediante detrazione sia tramite cessione del credito o sconto in fattura -, gli interventi devono essere affidati a ditte che abbiano, come sopra detto, la SOA. In particolare, è stato chiarito che:

• per i lavori in corso di esecuzione al 21 maggio 2022 e per i contratti di appalto o subappalto stipulati prima di detta data, aventi data certa, è possibile fruire degli incentivi fiscali di cui agli articoli 119 e 121 del Decreto Rilancio a prescindere dalle “condizioni SOA”, per le spese agevolabili sostenute:

- fino al 31 dicembre 2022;

- negli anni successivi al 2022, ivi incluse quelle sostenute a decorrere dal 1° luglio 2023;

• per i contratti di appalto o subappalto stipulati a decorrere dal 21 maggio 2022 e fino al 31 dicembre 2022 è possibile fruire degli incentivi fiscali, per le spese agevolabili sostenute:

- fino al 31 dicembre 2022 a prescindere dalle “condizioni SOA”;

- tra il 1° gennaio 2023 e il 30 giugno 2023, qualora le imprese, entro il 1° gennaio 2023, abbiano acquisito la certificazione SOA o abbiano sottoscritto un contratto finalizzato al

rilascio della predetta certificazione;

- dal 1° luglio 2023, solo qualora le imprese abbiano già acquisito la certificazione SOA, anche a seguito della richiesta formulata nel semestre precedente;

• per i contratti stipulati dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2023 è possibile fruire degli incentivi fiscali, per le spese agevolabili sostenute:

- tra il 1° gennaio 2023 e il 30 giugno 2023, qualora le imprese, al momento della sottoscrizione del contratto, abbiano acquisito la certificazione SOA o abbiano sottoscritto un contratto finalizzato al rilascio della predetta certificazione;

- dal 1° luglio 2023, solo qualora le imprese abbiano già acquisito la certificazione SOA, anche a seguito della richiesta formulata nel semestre precedente;

• per i contratti stipulati a decorrere dal 1° luglio 2023 è possibile fruire degli incentivi per le spese agevolabili sostenute a decorrere da tale data, qualora le imprese abbiano acquisito, al momento della sottoscrizione del contratto, la certificazione SOA.

L’Agenzia delle Entrate a riguardo ha anche chiarito che l’ambito di applicazione della norma in esame, ovvero, le “condizioni SOA”, non sono applicabili alle detrazione per le spese riguardanti l’acquisto delle unità immobiliari ristrutturate, di cui all’articolo 16 bis, comma 3, del D.P.R 917/1987, e delle case antisismiche, di cui all’articolo 16, comma 1-septies, del D.L. n. 63/2013.

a cura di Alessandra De Feo Fisco
www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 76

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La data di scadenza per la presentazione della dichiarazione è fissata al 30 settembre. Prenota un appuntamento con i nostri consulenti per la consegna dei documenti e per la compilazione del Modello 730/2023.

730 2023

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SIAMO A TUA DISPOSIZIONE PER: Invio comunicazioni all’Agenzia delle Entrate Cessione del credito e sconto in fattura per i bonus fiscali

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Abruzzo Telefono

L’Aquila - viale Corrado IV, 40/F

Chieti - via F. Salomone, 67

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Latina - via dei Volsini, 60 0773611108

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Imperia - via Gian Francesco De Marchi, 81 0183275334

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Savona - corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 019853582

Lombardia Telefono

Bergamo - via Borgo Palazzo, 133 0354120126

Brescia - via Trento, 15/R

0303771785

Como - via Bellini, 14 031265361

Cremona - via Alessandro Manzoni, 2 037225745-458715

Lecco - piazza Giuseppe Garibaldi, 4 0341287279

Lodi - viale Savoia, 7 0371432575

Mantova - via Valsesia, 46 0376288505

Milano - corso Venezia, 47 0276013399

Pavia - via Ticinello, 22 038228411

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Le sedi 50&Più all’estero

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Argentina Telefono Buenos Aires 0054 11 45477105 Villa Bosch 0054 9113501-9361 Australia Telefono Perth 0061 864680197 Belgio Telefono Bruxelles 0032 25341527 Brasile Telefono Florianopolis 0055 4832222513 San Paolo 0055 1132591806 Canada Telefono Burnaby - Vancouver BC 001 6042942023 Hamilton 001 9053184488 Woodbridge 001 9052660048 Montreal Riviere des Prairies 001 5144946902 Montreal Saint Leonard 001 5142525041 Ottawa 001 6135674532 St. Catharines 001 9056466555 Toronto 001 4166523759 Germania Telefono Dusseldorf 0049 021190220201 Portogallo Telefono Lisbona 00351 914145345 Spagna Telefono Valencia 0034 961030890 Svizzera Telefono Lugano 0041 919212050 Uruguay Telefono Montevideo 0059 825076416 USA Telefono Fort Lauderdale 001 9546300086

Turismo

CASTELLANETA MARINA (TA) 10-18 SETTEMBRE

Immagina un grande evento 50&Più, manifestazione all’insegna dello sport e di tutto ciò che lo circonda nella suggestiva cornice marittima della Puglia. Un soggiorno mare di fine estate al Bluserena Ethra Reserve di Castellaneta Marina (TA), IMMAGINA 2023 durante il quale si svolgerà la 29ª edizione delle Olimpiadi 50&Più, accompagnate da attività culturali e ricreative, momenti di incontro e serate animate da spettacoli. Un’occasione per condividere passioni, hobby e divertimento in un contesto di allegria e di sana competizione sportiva.

Gli over 50 provenienti da tutta Italia, si sfideranno in numerosi sport come basket, bocce, ciclismo, freccette, nuoto, marcia, maratona, ping-pong, tennis e tiro con l’arco. Sarà l’occasione per coinvolgere squadre, atleti individuali provenienti da diverse province e testimonial d’eccezione del mondo dello sport in un clima all’insegna della salute, del benessere e della condivisione.

Per gli appassionati di gioco a carte verrà organizzato il “13° Torneo Nazionale di Burraco” e per gli amanti del ballo si svolgerà il “7° Torneo Nazionale di Ballo”.

VALENTINO VILLAGE

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 80

INFORMAZIONI SPORTIVE

L’organizzazione sarà gestita dallo Staff 50&Più supportata da Giudici FIDAL. I partecipanti, divisi per fascia d’età, gareggeranno per le seguenti gare: bocce, marcia, maratona, nuoto, bicicletta, ping pong, tiri a canestro, tennis, tiro con l’arco e freccette

RISTORAZIONE

In pieno stile Bluserena dal menù ricco, vario e di qualità. Gli chef vi condurranno alla scoperta del territorio e delle tradizioni italiane anche con piatti cucinati a vista.

BEVANDE FORMULA LIGHT

Tutta la caffetteria a pranzo e cena, infusi solo la sera e acqua alla spina tutto il giorno.

MARE E SPIAGGIA

Un’ampia pineta congiunge il Resort ad una spiaggia privata di sabbia fine perfetta per la balneazione. È attiva la navetta continua per il mare (circa 8 minuti di percorrenza).

TRASPORTI

In pullman organizzati dalle Sedi Provinciali - In aereo con voli per/da Bari e Brindisi, inclusi i trasferimenti al Resort (circa 50 minuti) - In treno per Bari/Taranto, inclusi i trasferimenti al Resort.

A grande richiesta si torna all’ETHRA RESERVE, nella Riserva Naturale di Stornara, un’area naturalistica protetta, affacciata su una lunga e selvaggia spiaggia riservata, con un mare pulito e incantevole. Saremo accolti nel pregiato Resort di cui verranno utilizzate le strutture turistiche del Valentino Village (4 Stelle e 4 Stelle Superior) e dell’EcoLodge Alborea (5 Stelle).

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE (8 notti/9 giorni)

VALENTINO Village (4 Stelle) IN DOPPIA IN SINGOLA IN 3° LETTO

650

790

880€ 520

995€ 630

ECOLODGE ALBOREA (5 Stelle) € 890€ 1.150€ 715

Riduzioni bambino in 3°/4° letto su richiesta

Supplemento Formula All Inclusive € 80 a persona (da regolare sul posto)

Le quote di soggiorno sopra riportate sono riservate ai soci 50&Più Associazione. Quota supplementare per i non soci 50&Più: € 50

LA QUOTA COMPRENDE: soggiorno di 8 notti/9 giorni presso la struttura prescelta con trattamento di pensione completa (acqua minerale e vino locale) • Tutta la caffetteria a pranzo e cena, infusi solo la sera e acqua alla spina tutto il giorno • Servizio di ombrelloni e lettini in piscina e in spiaggia • Noleggio teli mare (con cauzione di € 10) • Divisa sportiva • Animazione diurna e serale • Assistenza in loco di personale medico H24 • Assistenza Staff 50&Più e 50&Più Turismo • Assicurazione bagaglio-sanitaria e annullamento UNIPOL SAI.

LA QUOTA NON COMPRENDE: Tutti i trasporti da e per l’Ethra Reserve • Escursioni facoltative (da prenotare e regolare in loco) • Tassa di soggiorno (da regolare in loco) • Pasti extra e tutto quanto non specificato.

(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 - Email: info@50epiuturismo.it www.50epiuturismo.it
Camera Classic €
Camera Premium €
ECOLODGE ALBOREA VALENTINO VILLAGE ECOLODGE ALBOREA

Turismo

DAL 12 AL 21 NOVEMBRE

9 NOTTI 10 GIORNI

TOUR SRI LANKA - I SENTIERI DEL BUDDHA

Un affascinante viaggio che unisce la scoperta dei siti archeologici buddisti e la bellezza della natura tropicale: spiagge abbaglianti, palme e piantagioni di tè. Perla d’Oriente, Lacrima dell’India, Ceylon: tanti nomi per questa gemma incastonata nell’Oceano Indiano e collegata al continente solo attraverso un lembo di terra. Un vero paradiso terrestre, ricco di storia, tradizioni, letteratura e spiritualità.

1° GIORNO: Partenza con volo dall’Italia.

2° GIORNO: COLOMBO - DAMBULLA

Visita al sito archeologico e complesso rupestre. 5 grotte affollate da innumerevoli statue di Buddha e impreziosite da ricche e raffinate decorazioni.

3° GIORNO: DAMBULLA (escursione ad Anuradhapura e Mihintale)

Antica capitale buddista con rovine di complessi monastici. Tappa al Brazen Palace con lo spettacolare tetto di ottone e allo stupa di Thuparama, il più antico dell’isola. A seguire, il sito archeologico di Mihintale, centro religioso affollato di monasteri.

4° GIORNO: DAMBULLA (escursione a Sigiriya e Polonnaruwa)

Spettacolare fortezza scavata nel granito rosso che si innalza per 200 m con pareti a strapiombo sulla vegetazione. Tappa all’antica capitale di Polonnaruwa, palazzo reale, monasteri e giardini.

5° GIORNO: DAMBULLA - KANDY

Alla scoperta della cittadina di Kandy, ex residenza estiva degli inglesi. Sosta al vasto complesso di Dalada Maligawa, luogo sacro venerato dai buddisti.

6° GIORNO: KANDY - NUWARA ELIYA

Percorso attraverso villaggi, giardini di spezie e piantagioni di tè, per raggiungere la regione di Nuwara Eliya, la “piccola Inghilterra”.

7° GIORNO: NUWARA ELIYA - ELLA - PARCO NAZIONALE DI YALA

Partenza in treno lungo un suggestivo percorso panoramico e proseguimento per il Parco Nazionale di Yala e Ravana Falls.

8° GIORNO: YALA - GALLE

Escursione in jeep nel Parco. A seguire visita alla città coloniale di Galle, tra abitazioni coloniali dai colori vivaci, caffè con terrazze e giardini.

9° GIORNO: GALLE - NEGOMBO

Tempo libero nella graziosa cittadina che con i portoghesi nel XVII secolo visse un periodo di splendore e ricchezza.

10° GIORNO: NEGOMBO - ITALIA

Rientro in Italia

La quota comprende: Voli di linea da Roma • Sistemazione in Hotel 4-5 stelle locali • Trattamento di pensione completa (bevande escluse) • Trasferimenti con mezzo privato • Visite guidate come da programma • Jeep safari nel Parco Nazionale di Yala • Guida locale parlante italiano • Accompagnatore 50&Più dall’Italia • Assicurazione medico-bagaglio e annullamento.

La quota non comprende: Tasse aeroportuali, bevande, mance, extra, facchinaggio e tutto quanto non specificato ne “La quota comprende”.

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE

Mimino 15 partecipanti € 2.140

Supplemento camera singola € 440

Visto d’ingresso $ 50

Le quote di soggiorno sopra riportate sono riservate ai soci 50&Più Associazione.

Quota supplementare per i non soci 50&Più: € 50

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 82

50&PIÙ ESPERIENZE

YOGA E BENESSERE A OTTOBRE

La cornice naturalistica della Tuscia ospiterà una vacanza dedicata a yoga, meditazione e passeggiate. Alessandra Miccinesi, docente dei nostri webinar su Spazio50 , proporrà degli incontri per approfondire pratiche mirate ad accrescere benessere e ristabilire un equilibrio mente-corpo in una splendida località termale. Non mancheranno momenti di relax e visite alla scoperta delle bellezze del territorio circostante. Un percorso immersivo in un luogo di pace combinando l’effetto meditativo di discipline olistiche. Cucina sana e trattamenti rilassanti, per vivere un soggiorno indimenticabile e riconnettersi con sé stessi e con la natura. Per programma dettagliato e quotazioni:

Telefono: 066871108/369 - Email: info@50epiuturismo.it - www.50epiuturismo.it

CROCIERA MSC ORCHESTRA

EGITTO • MAR ROSSO

ARABIA SAUDITA • GIORDANIA

Periodo: dal 10 al 17 dicembre

Durata: 7 notti/8 giorni

Partenza con volo: da Roma e Milano

Una crociera magica in Medio Oriente a bordo della nave MSC ORCHESTRA, navigando lungo le acque baciate dal sole del Mar Rosso. Si farà scalo a Jeddah vivace metropoli, con un patrimonio storico e culturale sorprendente; Aqaba in Giordania piacevole destinazione turistica e punto di partenza per visitare la città di Petra, patrimonio Unesco; in Egitto a Sharm el Sheikh nota località balneare sul Mar Rosso, Sokhna a sud di Suez, porta di accesso al Cairo che offre la possibilità di visitare non solo la città, ma anche le piramidi a Giza.

QUOTA CROCIERA IN CABINA DOPPIA volo andata/ritorno + trasferimenti aeroporto/nave/aeroporto + assicurazione + quote di servizio crociera (quote minimo 20 persone)

Cabina

Per i non soci 50&Più è prevista la quota di gestione pratica: € 50 per persona

Safaga (Egitto)

Jeddah (Arabia Saudita)

Aqaba (Petra-Giordania)

Sharm-el-Sheikh (Egitto)

Sokhna Port (Egitto)

Safaga (Egitto)

(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 - Email: info@50epiuturismo.it www.50epiuturismo.it

Deluxe Interna € 1.100
Cabina Deluxe Esterna
1.270
Cabina Deluxe Balcone
1.450
Tasse portuali
150
Sharm El Sheikh Jeddah Safaga
EGITTO ARABIA SAUDITA Aqaba
GIORDANIA Sokhna Port Petra
Itinerario:

Tempo libero

PAROLE CROCIATE E SUDOKU

STORIA DEI PASSATEMPI CHE ALLENANO LA MENTE

Il giapponese Maki Kaji (nella foto), conosciuto come il padrino del Sudoku, una volta dichiarò: «Mi emoziono molto quando ho una nuova idea per un gioco, è come trovare un tesoro». Una sensazione che di certo accomuna tutti gli appassionati di enigmistica, che per svagarsi scelgono di usare l’intelletto puntando sul ragionamento e sull’intuito strategico.

Kaji negli Anni ’80 non fece altro che riprendere la tavola da gioco inventata dal matematico svizzero Eulero nel XVIII secolo, modificandola. Scopo del gioco (il cui nome significa “numero singolo”) è completare lo schema (81 caselle, 9 blocchi, 9 righe per 9 colonne) in modo che ogni colonna, ogni riga e ogni blocco contenga tutti i numeri da 1 a 9, nessuno escluso e senza ripetizioni. Giochi logici di questo tipo sono molto apprezzati in Giappone, dove gli ideogrammi rendono le parole crociate virtualmente impossibili. Il Sudoku richiede qualità che travalicano le differenze di età e cultura, dalle quali dipende la sua fortuna nel mondo: una logica deduttiva basata sul criterio dell’esclusione e tanta pazienza.

Ben prima del Sudoku, nel 1925, in Italia le parole crociate guadagnano la copertina de La Domenica del Corriere con una tavola dell’illustratore Achille Beltrame che rappresenta una sala da ballo in cui si tenta di risolvere, senza smettere di ballare, un enorme cruciverba appeso alla parete (una sorta del Cruciverbone di televisiva memoria).

Da allora questo divertissement costituisce una potente palestra antietà per la materia grigia, come ha dimostrato uno studio inglese dell’Università di Exeter, nel quale più i partecipanti si impegnavano nei giochi enigmistici più raggiungevano un punteggio alto negli esercizi su attenzione, ragionamento e memoria. Dimostrando, al tempo stesso, un’età cerebrale di dieci anni inferiore a quella anagrafica.

Il giapponese Maki Kaji, inventore del sudoku: «Mi emoziono molto quando ho una nuova idea per un gioco, è come trovare un tesoro»

Altro diffuso enigma bizzarro è il rebus. Uno dei primi (e più famosi) della storia è “L’amore mi fa sollazzare”, attribuito a Leonardo da Vinci, che si desume dall’immagine di un amo da pesca e di un pentagramma che riporta le note RE, MI, FA, SOL, LA seguite da una sillaba - ZA - e da un’ultima RE. Ai giorni nostri, il compianto Giancarlo Brighenti (il celebre Briga) è l’autore di rebus geniali, come quello nato dal quadro di Renoir Le déjeuner des canitiers (La colazione dei canottieri) deturpato da due strisce nere per creare, dopo aver apposto la lettera T e la lettera R, la frase “terreno irrigato” (T e R Renoir rigato).

di Ettore Costa

144 PAGINE

15,00 EURO

COME D’ARIA

La storia che racconta Ada D’Adamo è quella di una madre che si prende cura di sua figlia Daria. La ragazza non può camminare, non riesce a parlare ma comunica, ama ed è amata

di Renato Minore

“Proprio io, abituata a tenere sotto controllo la posizione di un mignolo, mi ritrovavo alle prese con un corpo completamente fuori controllo, con scatti epilettici, una testa e una schiena incapaci di stare dritte”. Daria e Ada, la figlia e la madre. Una splendida bambina - Daria - nata con una grave malformazione che la fa soffrire dal primo giorno di vita, e la costringe a innumerevoli operazioni chirurgiche e a uno sviluppo psicofisico fortemente compromesso. Una “bambina” che, entrata nel suo diciottesimo anno d’età non può camminare, non riesce a parlare, eppure miracolosamente, magicamente, comunica, ama ed è riamata. Ed è la storia di una madre - Ada -, studiosa di danza, esperta di corpi e movimenti, costretta a confrontarsi con un corpo che non sa proprio coordinarsi, quello di sua figlia. Una donna che dal primo giorno di vita della figlia impara a prendersi cura di lei senza altri strumenti se non il proprio amore e l’ostinazione di accudire e proteggere, poco o per nulla sostenuta da

ANDREA PALLADIO La famiglia, l’opera, il suo tempo di Gianpietro

Olivetto

Itinera Progetti

192 pagine

9,90 euro

un’architettura sociale inadeguata. Ma intensamente aiutata e “portata” da un compagno, che, con la nascita della figlia e la sua malattia, dopo un periodo di crisi ha rigenerato il suo rapporto sentimentale con la madre, sottoposto a molte difficoltà. “È necessario raccontare il dolore per sottrarsi al suo dominio”. Una madre che si scopre anche lei malata, con i giorni contati. E morirà proprio nel momento in cui è stata accettata allo Strega dove poi vincerà il premio per i giovani, cui seguiranno gli speciali al Flaiano e al Campiello. Come d’aria di Ada d’Adamo è proprio un racconto sul dolore, sulla malattia e sul senso di impotenza, moltiplicati dai sistemi sanitari ed educativi che non sanno prendersi cura della fragilità, incapaci di includere. E il dolore di Ada sa di dover fare i conti con il senso di inesorabile abbandono della figlia malata. Ci sono casi estremi - ha osservato Paolo Di Stefano - in cui la letteratura “serve” a chi “scrive” e a chi legge, è una strategia contro il dolore.

Non ebbe mai una casa propria Andrea Palladio (1508 -1580), il più influente e famoso pittore dell’età moderna, con la sua numerosa famiglia abitava in case sempre in affitto e spesso era ospite. Gianpietro Olivetto ha scritto una bella e completa biografia sulla “famiglia, l’opera, il suo tempo” del grande artista, l’unico nella storia dal cui nome è nato uno stile, il palladianesimo. Curiosamente il suo mestiere non era quotato sul mercato per il suo valore: “Per le logge del Palazzo della Ragione ebbe appena 5 scudi al mese con cui si poteva comprare due maiali e un taglio di lana buona”. Olivetto racconta assai bene questa storia di un grande genio alle prese con le difficoltà della vita. E nello stesso tempo ricostruisce il suo lavoro di progettista così prestigioso, il suo metodo, la sua fantasia.

ADA D’ADAMO COME D’ARIA
ELLIOT
Libri
luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 85
Cultura

In paradiso si mangiano sfogliatelle (sottotitolo “Imparare a vivere aiuta a non morire”) è un’opera scritta da Paolo Albano per Armando Curcio Editore. L’autore, che durante la sua carriera di magistrato si è particolarmente distinto per l’impegno a favore della tutela ambientale, contro terrorismo e camorra, abbandona qui gli orrori delle stragi dimenticate della Seconda guerra mondiale già raccontati nel saggio storico La strage di Caiazzo 13 ottobre 1943 (scritto con il giornalista Antimo Della Valle), per offrirci la sua visione filosofica della vita.

Nella presentazione del libro si legge: “Un libro da gustare adagio, come le sfogliatelle, assaporando una pagina alla volta”. Un paragone quanto mai calzante per lo scrittore nato nel capoluogo campano, che riflette un gusto per la napoletanità nei toni ironici e leggeri (a tratti persino surreali) con cui indaga il mistero profondo della vita e della morte, della dimensione onirica e della realtà. L’opera è strutturata sotto forma di racconti brevi scritti nell’arco della sua vita, ispirati spesso a momenti autobiografici legati alla storia personale e familiare, ben evidenti in ‘Un tuffo nel passato’ o in ‘Zio Giovanni’. Altre volte l’autore immagina di dialogare con Dio o di imbattersi in situazioni oltre la morte, in un aldilà ricco di umanità e sentimento.

IN PARADISO SI MANGIANO SFOGLIATELLE

Imparare a vivere aiuta a non morire

PAOLO ALBANO

Armando Curcio Editore

290 pagine, 16,90 euro

Dall’antologia dei racconti che spingono il lettore a interrogarsi su temi senza tempo e senza età, come il rimpianto e la nostalgia, emergono riflessioni su temi complessi, il destino, la casualità, espressi già ne ‘Il Fato’. Episodi grandi e piccoli della vita di tutti i giorni in cui è facile identificarsi. Il libro, vincitore del primo premio della IX edizione del concorso letterario “I fiori sull’acqua”, celebra la vita in ogni singolo momento, da assaporare lentamente e con gusto come i dolci indicati del titolo. Un gusto a volte dissacratore, specie nell’affrontare il tema della morte (Il becchino), altre volte dolce e amaro (Un uomo mite). Non mancano i riferimenti alla sua attività di magistrato, sia in termini diretti (Il delitto perfetto) che allegorici (Ponzio Pilato, emblematico esempio del più noto errore giudiziario della storia).

Scorrendo le pagine appare in pieno la cultura umanistico-filosofico-letteraria, che il versatile scrittore esprime, sempre in maniera del tutto originale, attraverso novelle ispirate a modelli letterari quali Dino Buzzati e Edgar Lee Masters. Il primo dotato di grande immaginazione e attratto dalle incognite dell’umana esistenza, ben espresse nel capolavoro Il deserto dei Tartari; il secondo autore dell’Antologia di Spoon River scritta in forma di epitaffio, i cui personaggi fanno da tramite tra il mondo terreno e l’arcano ultraterreno.

Consigliati da 50&Più www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 86
Cultura

VALERIO NICOLOSI

Giornalista, fotografo, regista, Valerio Nicolosi ha vinto premi internazionali, collabora con la Rai, Mediaset, l’agenzia Reuters e vari quotidiani. Il suo ultimo libro si intitola

Il gioco sporco

Le sue sono pagine che testimoniano un dramma non solo europeo e italiano.

Le migrazioni sono il punto di caduta della geopolitica, delle guerre, del terrorismo, della fame, di quanto stiamo vivendo in questi anni. E i migranti vengono utilizzati dai governi dei Paesi d’origine che li spingono verso una zona precisa, da quelli di transito che li fermano in cambio di soldi e da quelli di destinazione che vogliono respingerli. In mezzo ci sono le vite delle persone, quelle che ho raccontato nel libro. Dal quadro generale della situazione arrivo ad esempio a un ragazzo

afgano di poco più di vent’anni, che a 12 ha perso la famiglia, sterminata dai talebani mentre era a scuola. Poi ha vissuto in Iran dallo zio e a 18 anni ha intrapreso il cammino verso l’Europa, ma non ci è mai arrivato. L’ho conosciuto in Grecia, l’ho visto in Bosnia e poi è tornato in Grecia, alla fine ho perso i contatti. È l’esempio di una vita costretta al movimento, sempre respinta. Eppure avrebbe diritto all’asilo politico, ma soprattutto a potersi ricostruire una vita dignitosa.

Lei definisce sempre l’Europa come ‘Fortezza Europa’, ma in molti la definiscono ‘colabrodo’. In questi anni abbiamo investito una quantità di soldi in muri, a volte fisici, a volte tecnologici. Quelli che definiscono colabrodo l’Europa sono le persone che pensano che non siamo abbastanza chiusi dentro

Le migrazioni sono il fenomeno geopolitico più rilevante di questi anni, più delle guerre e più della globalizzazione. Nicolosi lo racconta andando in mezzo a chi lo vive, seguendone le peregrinazioni e i drammi, testimoniando. Lungo soprattutto il ‘game’, come viene definita per la sua difficoltà di successo, peggio di un gioco d’azzardo, la rotta balcanica e ci parla della grande diaspora dall’Ucraina. Non senza dimenticare che, come recita il sottotitolo, “L’uso dei migranti come arma impropria” è praticato da molti Paesi.

questa fortezza per salvaguardare il nostro benessere, senza pensare che questo ha il risvolto negativo di calpestare i diritti umani. E dimenticano che, per quanto la si possa militarizzare, una frontiera sarà sempre permeabile. Spingiamo solo queste persone ad affrontare sentieri sempre più pericolosi, tanto che di frontiere si muore molto più di quanto pensiamo.

luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 87
«DI FRONTIERE SI MUORE MOLTO PIÙ DI QUANTO PENSIAMO»
Incontro con l’autore
IL GIOCO SPORCO © FOTO DI PIETRO BARONI

L’IMPERO CHE NON VOLEVA MORIRE

Una grande mostra a Torino racconta l’incontro tra Oriente e Occidente che da Bisanzio si irradiò a tutto il Mediterraneo e oltre

John Haldon, lo storico inglese cui abbiamo “rubato” il titolo del libro più famoso, lo definiva “il paradosso di Bisanzio” e parlava della capacità dell’Impero Romano d’Oriente di resistere alle invasioni e alle catastrofi militari fino al 1453, anno della conquista della città da parte dei turco-ottomani. Erano passati esattamente 1.164 anni dalla partizione amministrativa in due imperi fatta da Diocleziano e 1.058 dalla definitiva separazione, avvenuta con la morte di Teodosio I.

Un’idea piuttosto chiara di questa resilienza ce la offre la ricca mostra dedicata ai Bizantini, aperta al Palazzo Madama di Torino, dopo essere stata al MANN di Napoli. Proprio le tappe del percorso espositivo spiegano come la religione con i riti, i monasteri, l’ortodossia, e la romanità con l’organizzazione, la tassazione, la burocrazia, furono i collanti dello stato, che, uniti alla situazione geografica, sia dell’Asia Minore che della stessa Bisanzio (poi Costantinopoli, poi Istanbul), permisero una storia millenaria, vissuta per la gran parte in conflitto con i diversi

califfati mussulmani.

Oltre 350 opere, tra sculture e mosaici, affreschi e vasellami, sigilli e monete, manufatti in ceramica, a smalto, in argento e di oreficeria, elementi architettonici e documenti, ci pongono di fronte alle strutture ordinatrici, ai commerci, alle eccellenze manifatturiere, alle sovrapposizioni culturali, agli stilemi e alla creatività artistica di quella complessa realtà storica. Un iter che dal mondo greco-romano porta al Medioevo, irrorato da una fede cristiana rinnovata e dagli influssi delle civiltà mediorientali.

Informazioni sulla mostra: Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario

Palazzo Madama

Museo Civico d’Arte Antica

Piazza Castello, Torino

Orari: 10/18; martedì chiuso. Biglietti: € 12; ridotto € 10 (gruppi, dai 6 ai 25 anni, disabili, convenzioni); gratuito minori di 6 anni, accompagnatori disabili, convenzioni. www.palazzomadamatorino.it/it/evento/bizantini-luoghi-simboli-e-comunita-di-un-impero-millenario

Fino al 28 agosto

BREVI PROPOSTE

ROBERT CAPA

AD AOSTA

Il Centro Saint-Bénin si conferma palcoscenico eccellente della grande fotografia proponendo oltre 300 opere del grande fotoreporter americano, scattate per l’agenzia Magnum. Ne coprono in modo esaustivo la produzione, dagli esordi del 1931 alla morte avvenuta nel 1954 in Indocina per lo scoppio di una mina.

Fino al 4 settembre

LEANDRO ERLICH A MILANO

La più complessa mostra mai organizzata a Palazzo Reale - parola del direttore Domenico Piraina - propone le opere, anche di enormi dimensioni, dell’artista concettuale argentino, che espande la capacità di percezione dello spettatore manipolando la realtà, che diventa magica e (im)possibile, tra surrealismo e Borges, illusione e concretezza.

Fino al 4 ottobre

Arte
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di Ersilia Rozza
Cultura

LE CARTOLINE DEI NOMADI

La band emiliana festeggia i sessant’anni di attività con un nuovo album di inediti e proseguendo la sua infinita catena di concerti dal vivo

Tra luglio e agosto hanno in cantiere una ventina di concerti, come si vede alla pagina www.nomadi.it/tour, anche se sono forse il gruppo più longevo al mondo, tra quelli che hanno ancora in formazione uno dei membri originali. Quest’anno festeggiano i sessant’anni di carriera e lo fanno suonando le loro canzoni iconiche, Io vagabondo e Ho difeso il mio amore, Dio è morto e Noi non ci saremo, e quelle nuove del 43esimo album in studio Cartoline da qui, cui contribuiscono amici storici come Francesco Guccini, con una poesia in due parti recitata da Neri Marcorè, Ligabue, sua la ‘title-track’, e Giorgio Faletti, che qualche stagione prima di morire aveva proposto loro il testo de I ragazzi del ponte, tuttora attualissimo. Dodici brani inediti per la band guidata dal tastierista 77enne Beppe Car-

letti, che ha mantenuto la barra dritta delle ballate rock-beat fin dalla loro nascita come evoluzione dei Monelli, quando entrò a dare stabilità il cantante Augusto Daolio, morto nel 1992 a soli 45 anni. «Non siamo i più bravi, però la coerenza, insieme alla credibilità e all’umiltà, sono la nostra bandiera. Abbiamo sempre seguito il nostro cammino, rispettando il pubblico che ci segue», dice orgogliosamente. Cartoline da qui affronta temi quotidiani, dallo sfruttamento sul posto di lavoro al valore della parola data, dal vivere “vero” fuori dai social al significato della propria identità, senza impennate di novità, continuando a proporre quel sound che affonda le radici negli Anni ’60, quei giri di accordi, quel modo di raccontare le storie, con solo un pizzico di ecletticità in più.

Sono 41 i concerti in programma per festeggiare il cinquantesimo anniversario del Festival Jazz italiano più famoso nel mondo. Dal 7 al 16 luglio si avvicenderanno sui diversi palchi allestiti a Perugia artisti del calibro di Bob Dylan, Brad Mehldau, Paolo Conte, Bill Frisell, Danilo Pérez, Ben Harper, Mika, Stefano Bollani, Herbie Hancock e via dicendo.

www.umbriajazz.it/programma

DA NON PERDERE

Dal 1976, per trent’anni, la Sanctuary è stata una delle più importanti etichette indipendenti. Tra le oltre 170mila registrazioni del suo catalogo (oggi targato BMG) ci sono quattro spettacolari cd del grande chitarrista irlandese Gary Moore, morto nel 2011. Il cofanetto The Sanctuary Years li ripropone ancora emozionanti, di grande lucidità espressiva, tra blues canonico e spolverate hard, con la sua tipica voce soul. Inediti, interviste, poster, adesivi completano il riuscito ‘package’.

di Raffaello Carabini GLI ANNI SANCTUARY DI GARY MOORE Musica
luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 89
I 50 ANNI DI UMBRIA JAZZ
© FOTO MICHELE PIAZZA

RIFLETTORI ACCESI

SUI FESTIVAL ESTIVI PER DIALOGARE

FRA PASSATO E PRESENTE

Estate Teatrale Veronese, viaggio nella cultura in un magico luogo d’arte che svela il forte legame con Shakespeare Cartellone multidisciplinare capace di indagare fra riscritture drammaturgiche, danza e musica, il rapporto col Bardo

di Mila Sarti

Settantacinque candeline. Sono quelle che Verona, città d’arte, cultura e spettacolo spegne per festeggiare il compleanno dell’Estate Teatrale Veronese e del suo prestigioso Festival Shakespeariano. Fino al 13 settembre, una proposta culturale fatta di teatro, musica e danza, prenderà vita negli incantevoli spazi della città scaligera, dal Teatro Romano al Museo Lapidario Maffeiano, dal Museo degli Affreschi Tomba di Giulietta al Teatro Camploy. Il programma multidisciplinare e internazionale è firmato dal direttore artistico Carlo Mangolini che dichiara: «… dopo la “semina” dello scorso anno, che segnava la ripartenza, per l’edizione 2023 ho scelto come slogan la “fioritura”. Un festival dunque che germoglia rigoglioso e raduna artisti di grande talento». Fra questi, per il teatro, vogliamo ricordare Lino Guanciale, Giuliana De Sio, Alessan-

dro Preziosi, Laura Morante, Francesco Montanari, Laura Marinoni, Andrea Pennacchi, Valter Malosti, Adriano Giannini, Giuseppe Sartori, Eva Robin’s.

Il cartellone teatrale comprende tre sezioni: il ‘Festival Shakespeariano’, l’anima, il fulcro intorno a cui ruotano allestimenti dai linguaggi diversi e riletture drammaturgiche, quindi ‘Settembre Classico’ dedicato al teatro antico e ‘Celebrating’ per onorare il significativo anniversario. Grande novità di quest’anno è l’attenzione dedicata alle nuove generazioni e ai progetti destinati alla danza inclusiva, capace di far ballare gli spettatori con i performer, alla musica internazionale con otto appuntamenti e all’iniziativa ‘Intrecci di Programmazione’, rassegna di un certo rilievo ospitata al Teatro Romano.

Info: 0458011154

EVENTI

FRIULI

Cividale del Friuli, sguardo sulla cultura mitteleuropea Dodici i Paesi presenti coi loro progetti artistici al Mittelfest di Giacomo Pedini. Tema di quest’anno l’‘Inevitabile’. Gli spettacoli di teatro, musica, danza e circo in scena dal 21 al 30 luglio vedranno, fra i tanti, Vinicio Marchioni, Nicola Piovani, Lucia Vasini, Paolo Triestino, Haris Pašović, Mirijana Karanović.

Info: 0432730793

TODI

Todi s’illumina di eventi

Torna a splendere l’antico borgo umbro grazie al Todi Festival in programma dal 26 agosto al 3 settembre, diretto da Eugenio Guarducci. Molti i protagonisti che si avvicendano fra teatro, musica, danza, poesia e arte contemporanea. Da Iaia Forte a Stefano Massini, Giorgio Colangeli, Luca Barbarossa, Vivian Lamarque, Madame.

Info: www.todifestival.it

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 90
Cultura
© FOTO LUCA D’AGOSTINO © PH. FLAVIA TARTAGLIA

SPETTACOLO DAL VIVO DALL’ALBA AL TRAMONTO GRANDI EMOZIONI IN SCENA

Il Festival Teatrale di Borgio Verezzi fra omaggi al cinema, alle coppie artistiche e non solo Debutti che raccontano lo spirito della rassegna, ogni anno vetrina di anticipazioni della stagione invernale di prosa

Il grande cinema, i protagonisti di una televisione passata ma vissuta con entusiasmo e un pizzico di nostalgia, le coppie artistiche che ci hanno fatto sognare, ridere e divertire. Cambiano tutti casa, per trasferirsi sulle tavole del palcoscenico di una delle cittadine liguri più suggestive, Borgio Verezzi, che ogni anno ospita il suo Festival, diretto con passione da Stefano Delfino. La 57esima edizione parte il 7 luglio e prevede dodici spettacoli fra piazza Sant’Agostino e le Grotte di Borgio dove, il 14 agosto, L’ombra lunga di Cenerentola chiude la maratona teatrale. Nove le prime nazionali e tre le riprese di grandi successi. L’omaggio al grande schermo prende il via con La strana coppia di Neil Simon, interpretato da Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia. Quindi Sentimental

dal recente film spagnolo di Cesc Gay. In scena Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Alberto Giusta, Alessandra Acciai. Fra cinema e coppie artistiche non possiamo dimenticare gli straordinari ‘Stanlio&Ollio’ qui recitati da Claudio Insegno e Federico Perrotta. E la black comedy Il Malloppo proposta da Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro. Senza dimenticare Mariangela D’Abbraccio, Pino Quartullo, Michele La Ginestra, Gaia De Laurentiis, Max Pisu, Vladimir Luxuria, Irene Ferri. Riannodando il filo della storia televisiva intravedo l’indimenticabile Quartetto Cetra omaggiato dai bravissimi Stefano Fresi e Compagnia e Il Tenente Colombo portato in scena da Gianluca Ramazzotti, Nini Salerno e Fabio Bussotti.

Info: 019610167

SEGESTA, UN’EMOZIONE LUNGA UN MESE

Vuoi respirare la storia e contemporaneamente vivere l’emozione della creatività contemporanea? Raggiungi dal 28 luglio al 27 agosto il Segesta Teatro Festival diretto da Claudio Collovà per assistere ad una programmazione ricca, variegata e multidisciplinare. Dall’alba al tramonto il Parco Archeologico di Segesta si trasforma in un coinvolgente palcoscenico, un luogo magico dove si esibiranno 250 artisti fra 14 rappresentazioni teatrali, 10 concerti e 4 spettacoli di danza. Il Teatro Antico e il Tempio, la qualità degli eventi, la bellezza della natura, la stessa contaminazione di linguaggi sono la formula vincente del festival che annovera fra le sue presenze Fabre con Bergamasco e Cappuccio, Vacis, Baricco, Pambieri, Sollima, Bollani, Cosimi.

Info: 3892959634

POMPEI, LA RINASCITA

Abbiamo temuto, solidarizzato, sperato e ora gioito per la realizzazione del Pompeii Theatrum Mundi 2023, rassegna estiva del Teatro di NapoliTeatro Nazionale diretto da Roberto Andò. Quattro gli spettacoli fino al 16 luglio nell’emozionante scenario del Teatro Grande del Parco Archeologico firmati da registi del calibro di Tiezzi con in scena la Marinoni e Peparini con Sartori. Ragonese e Sastri protagoniste di Pasqual e Andò.

Info: 0815513396

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Teatro © FOTO DOMENICO DI RUOCCO © FOTO DIRK VOGELVEREZZI

OPPENHEIMER

Dal genio di Christopher Nolan ecco la storia del progetto Manhattan e del fisico che inventò l’atomica Oppenheimer pensava di salvare l’umanità ma il mondo non era pronto per il nucleare

Quando gli americani, in gara coi nazisti, sfidarono le leggi del tempo e della fisica per costruire l’atomica, fu una questione di vita o di morte. In ballo non c’era solo la sicurezza nazionale, ma la difesa della Terra. Almeno così pensava il fisico statunitense Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) quando accettò di guidare il progetto Manhattan, laboratorio di ricerca e sviluppo militare con attività di intelligence sui progetti nucleari tedeschi, durante la Seconda guerra mondiale, portato avanti con Canada e Regno Unito. Oppenheimer, che aveva primeggiato nel campo della meccanica quantistica con studi sul positrone, non perse mai il lume della ragione, facendo prevalere i principi dell’etica sulla folle corsa agli armamenti. “Sono diventato il

FILM IN USCITA

COMMEDIA

LO SPOSO INDECISO

Regia: Giorgio Amato

Con: I. Pastorelli, G. M. Tognazzi, C. Gerini e F. Pannofino

Che succede quando un prof di filosofia incontra una bellissima donna delle pulizie e tra i due scoppia l’amore? Si fissa la data delle nozze. Peccato solo per quella ‘maledizione’, predetta da una cartomante, che incombe sul matrimonio. Il film gioca tra superstizione e razionalità, nel solco della commedia all’italiana.

distruttore dei mondi” diceva di sé citando il poema indiano Baghavad Gita a proposito dell’esplosione di Trinity: la prima bomba atomica della storia. Nonostante i successi del progetto Manhattan, il fisico riconobbe la propria responsabilità di scienziato per quanto accadde a Hiroshima (“i fisici hanno conosciuto il peccato”). Nel dopoguerra Oppenheimer, che pensava di garantire al mondo una pace duratura mai vista, si oppose alla costruzione della bomba H. Per questo negli Anni ’50 fu estromesso dal nucleare. Thriller storico con un grandissimo cast: Matt Damon, Emily Blunt, Rami Malek, Robert Downey Junior, Kenneth Branagh.

Regia: Christopher Nolan

Genere: thriller storico

AVVENTURA

INDIANA JONES

E IL QUADRANTE DEL DESTINO

Regia: : James Mangold

Con: H. Ford, P. Waller-Bridge, M. Mikkelsen, T. Kretschmann

Capitolo finale per Indy (H. Ford), iconico archeologo armato di frusta e cappello che il genio di Spielberg ha donato al cinema e ai sognatori d’ogni età. La storia è ambientata a fine Anni ’60, durante la corsa all’allunaggio. Indy e sua figlia (P. Waller-Bridge) girano il mondo a caccia di un oggetto bramato anche da un ex nazi (M. Mikkelsen) collaboratore della Nasa.

Cinema Cultura www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 92
di Alessandra Miccinesi

a cura della Redazione

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RICORDIAMOCI DELLE NOSTRE PIANTE

Almanacco Barbanera 1800

LUGLIO/AGOSTO

Tempo di vacanze! Si lascia o ci si prepara a lasciare la città per una rigenerante pausa estiva al mare o magari in più rilassanti località montane. E le piante? Proprio nel momento in cui sole e caldo ne mettono a dura prova la resistenza, dobbiamo pensare pure a loro. Anche perché è il momento delle raccolte e di mettere nel cestino tutti gli ortaggi che fanno bene al corpo e alla mente. In vista della partenza, affidiamo anche il nostro orticello ad un vicino, poi al ritorno ricambieremo donandogli le primizie di stagione. Ma ci sono pure da programmare semine e trapianti degli ortaggi autunnali e le confetture da fare, che porteranno nell’inverno i caldi sapori dell’estate. Senza mai dimenticare di farci dare una mano dall’amica Luna e di affidare alle stelle sogni e desideri nella notte di san Lorenzo. Al rientro delle vacanze in giardino ci aspettano talee e potature da fare. Nell’orto, invece, penseremo alle semine degli ortaggi autunnali, ma anche alle raccolte degli ultimi ortaggi e frutti estivi.

a cura di:

L’ORTAGGIO

Cicoria Catalogna (Cichorium intybus)

Coltiviamola così

Forse più nota con il nome di “puntarelle”che sono i germogli -, la catalogna è un’insalata piuttosto rustica, semplice da coltivare, che dà i migliori risultati nei terreni fertili e ben lavorati. Nel periodo primaverile e autunnale le precipitazione atmosferiche possono essere sufficienti al suo bisogno di acqua. Si coltiva bene anche in vaso.

La semina

Ortaggio autunno-invernale, la cicoria catalogna preferisce terreni non troppo compatti, profondi, fertili e freschi. Il clima ideale è temperato con autunno e inverno miti. Si semina in Luna calante da giugno a luglio in semenzaio, per poi eseguire il trapianto, o direttamente a dimora, fino ad inizio autunno, per la raccolta invernale.

Raccolta e conservazione

La raccolta si fa quando i cespi sono sviluppati ma ancora teneri, e le puntarelle vanno tagliate appena sufficientemente grandi. La catalogna verde si raccoglie gradualmente nel corso dell’autunno o all’inizio dell’inverno, dopo che avrà perso il suo sapore amarognolo. La raccolta va preferibilmente effettuata in Luna crescente.

Fa bene perché...

È ricca di sali minerali e vitamine. Contiene in particolare vitamina A, C, calcio, potassio e fosforo. Per questo è considerata alimento rimineralizzante, soprattutto se cruda. Dall’azione diuretica, depurativa e disintossicante, è ottima per le diete.

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 94
«I garofoli debbono tenersi riparati dal Sole ardente dell’Estate Se con il tempo caldo le formiche pregiudicano agli erbaggi dell’orto o ai fiori, si spruzzano con acqua in cui abbia bollito il pesce»
seguendo le stagioni Vivere in armonia

Nell’orto

BUONO A SAPERSI

Ormai tutto, dalle tasse, alle bollette, agli acquisti, si può pagare online risparmiando carta e tempo. Sono tante le modalità, l’importante è usare sistemi che permettano la tracciabilità del pagamento. Per la tracciabilità sono metodi sicuri il bonifico bancario online, le carte di credito, tradizionali e prepagate, utilizzate anche negli smartphone, come Apple Pay, Google Pay o Amazon Pay, e altri circuiti di pagamento online tra cui il popolare Paypal, che facilitano gli acquisti online ed evitano anche i rischi che sono connessi allo scrivere il numero della propria carta di credito. Inoltre, con PagoPA potrete effettuare tantissimi pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni, comprese le rette e le spese scolastiche, il bollo auto e il rinnovo della patente.

FIORI SUL BALCONE

La piccola visciola

Il Prunus cerasus, ciliegio acido, proviene da Cerasonte, città dell’Asia Minore a cui deve il nome latino. Ne esiste una varietà, la visciola, diffusa un tempo nelle campagne, che per la sua ridotta dimensione può essere coltivata in vaso, trapiantandola in Luna crescente in autunno con normale terriccio ed esposizione al sole. Di poche esigenze, richiede annaffiature ogni due o tre giorni. A luglio donerà i suoi piccoli frutti, da fare sotto spirito.

DICE IL PROVERBIO...

Per vivere beato non rimpiangere il passato

Calura che monta

burrasca già pronta

Per la Madonna d’agosto si rinfresca il bosco

COLTIVARE CON LA LUNA

Nel cuore dell’estate meglio scegliere le ore più fresche per dedicarsi ai lavori dell’orto. Con la Luna crescente, raccogliere di mattina presto gli ortaggi per il consumo fresco. Procedere poi con un attrezzo chiamato forca alla raccolta di aglio e cipolle: servirà a non spezzare lo stelo. Seminare le zucchine autunnali. Togliere i germogli laterali dai pomodori e le infiorescenze del basilico per favorire la produzione di foglie. Anche nel frutteto aumentare la frequenza delle irrigazioni. Raccogliere i frutti da consumare freschi. Se c’è l’oidio, malattia detta anche ‘mal bianco’, trattare con zolfo. In Luna calante oltre a raccogliere ortaggi e frutti per la conservazione, è tempo di seminare insalate e verdure autunnali, quali indivie, scarole, cicorie, porri, ravanelli, cavolo nero, cavolo cappuccio, rape, bietole e finocchi. Sarchiare - ovvero pulire dalle infestanti - bene il terreno.

Nel giardino

Per avere anche con il caldo un giardino bello fiorito, annaffiare al mattino presto o di sera. In Luna crescente fare le talee di caprifoglio, clematis, rose, gerani, ortensie e petunie prelevando un rametto alla base della gemma per poi piantarlo in vaso con sabbia e torba. Collocarlo all’ombra e protetto con pacciamatura di foglie. All’arrivo della Luna calante regolare le annaffiature in base alle temperature. Dissotterrare i bulbi dei tulipani sfioriti, spazzolarli e conservarli in sacchetti di carta in luogo fresco, buio e asciutto. Dividere i tuberi degli iris per propagarli, tagliare le foglie per 2/3 e interrarli di nuovo a dimora.

IL SOLE - LUGLIO

Il 1° sorge alle 05:28 e tramonta alle 20:40

L’11 sorge alle 05:34 e tramonta alle 20:36

Il 21 sorge alle 05:43 e tramonta alle 20:30

Le giornate si accorciano. Il 1° si hanno 15 ore e 12 minuti di luce solare e il 31 si hanno 14 ore 28 minuti: si perdono 44 minuti di luce

LA LUNA - LUGLIO

Il 1° tramonta alle 03:03 e sorge alle 19:02

L’11 sorge alle 00:55 e tramonta alle 14:55

Il 21 sorge alle 08:59 e tramonta alle 22:43

Luna crescente il 1° e il 2 e dal 18 al 31

Luna calante dal 4 al 16

Luna Piena il 3. Luna Nuova il 17

IL SOLE - AGOSTO

Il 1° sorge alle 05:53 e tramonta alle 20:19

L’11 sorge alle 06:03 e tramonta alle 20:04

Il 21 sorge alle 06:14 e tramonta alle 19:52

Le giornate si accorciano. Il 1° si hanno 14 ore e 26 minuti di luce solare e il 31 si hanno 13 ore e 12 minuti: si perdono 74 minuti di luce

LA LUNA - AGOSTO

Il 1° tramonta alle 04:51 e sorge alle 20:42

L’11 sorge alle 01:02 e tramonta alle 17:15

Il 21 sorge alle 10:58 e tramonta alle 22:05

Luna calante dal 2 al 15. Luna crescente dal 17 al 30

Luna Piena il 1°. Luna Nuova il 16

luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 95

» UN LOSCO MENDICANTE

Che sia sempre là davanti, allampanato, col braccio teso e l’occhio allucinato, è noto a tutti come è certamente noto che regge il moccolo alla gente

Stuzzica Cervello

TEST 1

Osservate attentamente la figura a destra e andate a pagina 98.

TEST 2

Osservate la seguente sequenza di figure e i numeri in esse riportati e dite quale numero, secondo un criterio logico da determinare, va sostituito al punto interrogativo nell’ultima sequenza.

TEST 3

Osservate attentamente le quattro figure sotto riportate, i numeri posti al loro interno e le frecce di collegamento posizionate tra di essi e dite, utilizzando un criterio logico da determinare, quali numeri vanno sostituiti ai punti interrogativi nella figura contrassegnata dalla lettera d).

TEST 4

Osservate attentamente le sottostanti quattro sequenze di fi

gure e andate a pagina 98.

» DOLCI COLLINE

Un lungo ramo dondola sospeso sull’infinito. Leggermente mossi salgono i colli...

Palpita nel cielo

un largo volo e quando tutto tace la vita s’addormenta sullo stelo

Soluzioni a pag. 98

www.spazio50.org | luglio/agosto 2023 96
-
Favolino
Enrico Diglio
1 5 2 5 2 1’6
6 1 8 1’6
INDOVINELLO
a) b) c) d) e) 5 2 6 10 4 ? f) a) b) 6 9 8 3 +1 11 5 +3 12 19 c) d) 9 ? 14 7 +2 9 2 +7 23 ?
Giochi di Lionello e
di
REBUS Lionello
REBUS Lionello
BISENSO Favolino
Favolino

Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio Inviate segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it

ALIMENTAZIONE

UNA DIETA PER LA MEMORIA

Chi consuma elevate e regolari quantità di flavanoli ha una migliore funzione della memoria a breve termine rispetto a chi non lo fa. È quanto emerge da una ricerca della Columbia University, pubblicata su PNAS. Un supplemento quotidiano di 500 mg di queste sostanze nutritive di origine vegetale potrebbe invertire, nelle persone anziane, gli effetti negativi sulla memoria legati al loro basso apporto. I flavanoli sono presenti in diversi tipi di frutta, cibi e bevande: mele, avocado, fichi, mango, fragole, cacao, ciliegie, tè nero o verde e persino vino rosso e vino bianco.

SALUTE SESSUALITÀ E DEMENZA

LA GUIDA

In occasione del 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, è stata diffusa la guida “Sesso, genere e sessualità nel contesto della demenza: una guida per sensibilizzare gli operatori sanitari e sociali”. Obiettivo: fornire a chi lavora in campo sanitario e sociale, maggiori indicazioni su assistenza e supporto per pazienti, familiari e caregiver in un’ottica di rispetto di sesso, identità di genere e orientamento sessuale di ciascuno. La guida intende sensibilizzare sul benessere, i bisogni e i desideri di chi è affetto da demenza: uomini, donne e persone non binarie, sole o con partner, sessualmente attive o meno.

ASSISTENZA

OLTRE 3 MILIONI DI CAREGIVER IN ITALIA

Nel nostro Paese sono oltre 3 milioni i caregiver che assistono familiari non autosufficienti o con patologie croniche invalidanti. Nel 9,4% dei casi si tratta di donne tra i 18 e i 64 anni contro il 5,9% degli uomini nella stessa fascia d’età. Nonostante le numerose iniziative a livello regionale, ancora oggi continua a mancare una legge nazionale che riconosca il loro ruolo. Eppure, è uno degli ambiti in cui serve intervenire urgentemente a livello legislativo per tutelare chi, almeno nella metà dei casi, ha dovuto lasciare il lavoro per dedicarsi all’attività di cura a tempo pieno.

SPORT

IL TENNIS ALLUNGA LA VITA

Dieci anni: è l’allungamento della vita prodotto dal tennis secondo tre diversi studi, uno statunitense, uno danese e uno inglese. Tutti hanno analizzato il rapporto tra qualità della vita e pr atica sportiva. Lo studio danese, in particolare, ha rilevato che chi pratica il tennis ha un’aspettativa di vita di 9, 7 anni in più rispetto a chi è abitualmente sedentario. È emerso inoltre che il tasso di mortalità cala del 47% in chi gioca a tennis, percentuale che scende del 28% per chi nuota e del 27% per chi svolge attività aerobiche in palestra. Il tennis sembra quindi essere un vero e proprio elisir di lunga vita.

LONGEVITÀ

COME “NON” INVECCHIAMO

Sono i geni a incidere per il 25% sulla nostra velocità di invecchiamento. Il resto è dovuto all’ambiente, ovvero allo stile di vita, come ad esempio la capacità di gestire lo stress. Le terapie sempre più avanzate possono garantirci p iù a lungo un buon funzionamento di cellule, tessuti e organi, ma ci sono altri fattori su cui agire per allungare la vita: dieta sana, movimento regolare e buone relazioni sociali. In particolare, secondo recenti indagini, sono proprie queste ultime ad avere un potente effetto sulla nostra capacità di “allungare” gli anni e ridurre gli effetti del trascorrere del tempo.

FILM

NARCISO

DIETRO AI CANNONI

DAVANTI AI MULI

di D. e M. Baldi, con R. Herlitzka, A. Syed - Italia 2008 - 120 minuti Ciso è un 84enne nato, cresciuto e vissuto in Valsugana. Qui ha esercitato il mestiere di mandriano, da giovane, e poi di gestore di una malga. È buono, saggio, forse burbero ma sensibile. Sicuramente esperto della montagna e dei suoi segreti. Solitario, fin quando non compare il figlio Tommaso con la moglie Aruna e il nipotino Samir. Ciso li accoglie a braccia aperte, si affeziona al nipote, supera l’iniziale diffidenza verso la nuora. Tutto sembra ricomporsi, ma il destino chiederà all’anziano un cuore ancora più grande di quello che ha.

BAZAR a cura del Centro
luglio/agosto 2023 | www.spazio50.org 97
Studi 50&Più

Soluzioni giochi

REBUS (1 5 2 5 2 1’6)

avo L; TE la legge la s’ignora = A volte la legge la s’ignora

GIOCHI IN VERSI

REBUS (6 1 8 1’6)

E V vivai; campi O NI; dita L IA = Evviva i campioni d’Italia

INDOVINELLO / Un losco mendicante = Il lampione

BISENSO / Dolci colline = Gru

Stuzzica cervello

TEST 1 - Quale delle seguenti figure rappresenta quella prima vista?

TEST 2 - Il numero che secondo logica va sostituito al punto interrogativo nella sequenza prima vista è 0. Esso, infatti, permette di rispettare il criterio logico secondo il quale, partendo dalla prima figura di colore azzurro, ogni figura successiva di colore verde contiene un numero dato dalla somma del numero dei propri lati e del numero contenuto nella figura precedente; nel caso di una figura di colore rosso, il numero in essa contenuto sarà fornito dalla differenza tra il numero contenuto nella figura precedente e quello dei lati contenuto nella figura rossa. Quindi:

5 – 3 (lati del triangolo rosso b) = 2

6 + 4 (lati del rettangolo verde d) = 10

4 - 4 (lati del trapezio rosso f) = 0

2 + 4 (lati del quadrato verde c) = 6

10 - 6 (lati dell’esagono rosso e) = 4

TEST 3 - I numeri che sostituiscono i punti interrogativi sono, dall’alto verso il basso, 14 e 18. Essi, infatti, permettono di rispettare il criterio valido per le altre tre figure: i numeri posti in alto e in basso rispetto alla coppia di numeri iniziale sono dati rispettivamente dalla sottrazione e dalla addizione di questi ultimi aumentate del numero posto a destra contrassegnato da un più. Quindi:

14

9 2 +7

TEST 4 - Quale delle seguenti figure compaiono al termine di tutte le sequenze di figure prima viste?

5 – 0 a) b) c) d)
18 a) b) c) d)
5 2 6 10 4 0
9 - 2 + 7 = 14 9 + 2 + 7 = 18
a) b) c) d) e) f)

Kathy ha migliorato la sua vista con Blue Berry, e ha impressionato la sua oculista

La mia vista è migliorata, grazie a Blue Berry!

Kathy ha scritto per raccontarci la sua meravigliosa storia:

“Sono una donna di 62 anni, che ha portato gli occhiali fin dall’età di 10 anni. Un giorno feci un normale controllo della vista, ma i risultati non furono molto confortanti.

Mi ricordai di aver letto di Blue Berry su alcune riviste, così, qualche tempo dopo, iniziai ad assumerlo.

Tornai dalla mia oculista per i controlli di routine, e mi fece notare che la mia parte visiva riguardante la lettura era notevolmente migliorata. Ne restò letteralmente impressionata.

LO SAPEVI?

Durante la seconda guerra mondiale i piloti dell’aviazione inglese erano noti poiché mangiavano considerevoli quantità di mirtilli neri la notte prima di andare in missione, per affinare la visione notturna.

Non starò mai più senza Blue Berry™

Le dissi che avevo iniziato a prendere le compresse di Blue Berry e lei mi confermò che molto probabilmente erano state queste a farmi migliorare la vista.

Volevo solo far sapere a tutti che prodotto meraviglioso è Blue Berry. Ho portato gli occhiali fin da quando avevo 10 anni ed ora che ne ho 62, la mia vista è migliorata! Non starò mai più senza Blue Berry. Grazie per avermi fatto conoscere questo prodotto così efficace che mi ha aiutato a migliorare la vista”

Blue Berry è l’integratore naturale per la vista più venduto in Scandinavia e lo è da almeno dieci anni. Blue Berry è approvato dall’associazione per la salute Canadese come integratore utile nella prevenzione della degenerazione maculare e della cataratta.

Il percorso della vitalità
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