Novembre 2020

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Anno XLII n. 11 Novembre 2020 Euro 2.50 - I.P.

EVENTI

INTERVISTA

ATTUALITÀ

SOCIETÀ

Lavorare sì, lavorare insieme. Con un patto tra generazioni

Anna Maria Montaldo: «I musei, luoghi di tutti»

Barriere contro: ancora ostacoli alla disabilità

Moreno Cedroni, lo chef al fianco della ricerca

Presentato al Cnel il volume “La popolazione anziana e il lavoro”

L’arte, secondo la direttrice del Polo museale di Milano

A 31 anni dalla Legge n. 13, troppo poco è cambiato

«La prevenzione inizia da una sana alimentazione»




IN QUESTO NUMERO 6. Editoriale 8. Zoom 18. Periscopio 77. Dentro la rete 92. Vivere in armonia 94. Bacheca 95. Giochi/Stuzzica cervello 96. Oroscopo/Soluzioni 97. Lettere

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società i

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anteprime

www.spazio50.org

INDICE

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NOVEMBRE 2020

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i i 4 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020

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__INCHIESTA__ Adozioni: sfatiamo insieme i luoghi comuni Un’analisi del fenomeno, il parere dello psicologo e le testimonianze di Daniela Floridia

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_le INTERVISTE__ Anna Maria Montaldo: «L’idea è la potenza dell’arte» La direttrice del Polo Museale di Milano si racconta di Raffaello Carabini

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__SOCIETÀ__ “La popolazione anziana e il lavoro: un futuro da costruire” Spunti e considerazioni sul volume presentato al Cnel di L. Berti e G. Valdannini

67. Moreno Cedroni «La prevenzione inizia a tavola» di Giovanna Dall’Ongaro 10. Giappone: bambini cercasi Un bonus contro il calo delle nascite di Rossana Martini 12. I senior 2.0: reattivi, agili e... Più in forma rispetto a 30 anni fa di Rachele Randon 14. La bottega dietro l’angolo Riscoperti i negozi di quartiere di Flaminia Bruni 16. Il progetto di Guarcino Nel 2025, primo “borgo smart” di Lavinia Viti 20. Muoversi nell’era Covid Gli over 65 scelgono l’automobile di Giovanni Orso 22. Europa: dove si vive meglio? Al Nord, ma non solo… di Giulia Rachele Deli 26. Il Terzo Tempo Quando i figli crescono di Lidia Ravera 32. Abitare con City Pop Un nuovo concetto di living di Romina Vinci 59. Addio ufficio. Meglio il mare Lo smart working dei sogni di Francesco Andreani 60. Barriere contro Ancora ostacoli alla disabilità di Ilaria Romano 64. L’inverno con Fido Proteggiamolo dal freddo di Anna Costalunga 66. La scelta del pet food Solo cibo sostenibile di Carlo Penguin


società

intervista i

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70. Alle origini del gusto

«È l’amore che ci rende diversi, ci eleva a vite-vive con testa e cuore» di Raffaello Carabini

La riscoperta di colture dimenticate di Giada Valdannini

Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi

51. Michele Mozzati

cultura

Direttore Editoriale Anna Maria Melloni @ am.melloni@50epiu.it Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it

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45. Libri, Arte, Musica, Teatro, Cinema

Art Director Elisa Rossi @ elisa.rossi@50epiu.it

scienze i

72. Prove generali di telemedicina L’ambulatorio virtuale è realtà. Il progetto pilota dell’ospedale di Prato di Winda Casula

parliamo di...

Tra i principali fattori di rischio, il fumo di sigaretta e l’inquinamento a cura di Fondazione U. Veronesi

eventi

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74. Neoplasia del polmone

79. Spazio50 Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più a cura di Luisella Berti

89. Fisco

54. Concorso 50&Più

di Alessandra De Feo

Libellule d’Oro: i nomi e le opere dei quattro vincitori

90. Previdenza di Gianni Tel

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98. Bazar a cura del Centro Studi 50&Più Credit foto: Agf, Contrasto, Marka, Masterfile, Shutterstock, Antonio Barella, Shutterstock: Koshiro K, Mr. Tempter, Michele Buzzi, barbacane, Kristyna Henkeova, Nejdet Duzen, mariyaermolaeva, Pierre Teyssot, MikeDotta, A. Emson, lorenza62, Ufficio Stampa Artisa, Ufficio Stampa Airc. Foto di copertina: Contrasto Illustrazioni: Enrico Riposati.

ANNO XLII - n. 11 Novembre 2020 Per posta: Via del Melangolo, 26 - 00186 Roma Per telefono: 06.68134552 - Per fax: 06.6872597 m@il: redazione@50epiu.it Anno XLII n. 11 Novembre 2020 Euro 2.50 - I.P.

ABBONAMENTI Italia: annuale (11 numeri) euro 22,00 sostenitore euro 40,00 copia singola euro 2,50 copia arretrata euro 4,50 Estero: annualeeuro 41,50 Tel. 06.68134552 Fax 06.81151914

EVENTI

INTERVISTA

ATTUALITÀ

SOCIETÀ

Lavorare sì, lavorare insieme. Con un patto tra generazioni

Anna Maria Montaldo: «I musei, luoghi di tutti»

Barriere contro: ancora ostacoli alla disabilità

Moreno Cedroni, lo chef al fianco della ricerca

Presentato al Cnel il volume “La popolazione anziana e il lavoro”

L’arte, secondo la direttrice del Polo museale di Milano

A 31 anni dalla Legge n. 13, troppo poco è cambiato

«La prevenzione inizia da una sana alimentazione»

Aderente a: Finito di stampare: 23 ottobre 2020

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ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA


VACCINARSI: UNA SCELTA PERSONALE E SOCIALE

di Anna Maria Melloni Direttore Editoriale 50&Più

EDITORIALE

editoriale NOVEMBRE 2020

6 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020

COME REAGIREMO QUEST’ANNO A QUEI SINTOMI INFLUENZALI CHE DA SEMPRE ABBIAMO AFFRONTATO CON UNA CERTA SERENITÀ? Lo sappiamo, quest’anno sarà diverso per tutti noi, ogni piccolo segnale sarà vissuto con un grande e giustificato allarme. Perché oggi i sintomi di una banale influenza possono in L’INTERO PIANETA realtà indicare un problema ben più grave. È IN ATTESA L’intero pianeta è in attesa di quel vaccino DI QUEL VACCINO che ci proteggerà dalla malattia che ha CHE CI PROTEGGERÀ stravolto le nostre vite, il nostro modo di lavorare, di relazionarci gli uni con gli DALLA MALATTIA altri, che ci ha tolto addirittura il conforto di un abbraccio. Ma in attesa che il vaccino contro il Codiv-19 sia testato e diffuso, in questi giorni e nei mesi che verranno, i virus influenzali e da SARS-CoV-2 circoleranno assieme, e chi sarà contagiato non saprà, almeno nelle fasi iniziali, quale virus deve debellare. Quest’anno quindi è più che mai importante vaccinarsi per semplificare la diagnosi, per gestire in modo adeguato i casi sospetti, per ridurre gli accessi al pronto soccorso. Per diminuire sensibilmente la diffusione dell’influenza è necessario raggiungere coperture vaccinali elevate. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, l’obiettivo minimo per le persone con più di 65 anni e i soggetti ad alto rischio dovrebbe essere pari al 75%, mentre l’obiettivo ottimale, per raggiungere l’immunità di gregge, è addirittura del 95%. A livello europeo, però, sono poco più del 40% gli over 65 che si vaccinano contro l’influenza. In Italia il dato è un po’ più alto, ha raggiunto il 54.6% nella stagione 2019/2020 ma, sebbene in crescita rispetto all’anno precedente, questo dato rimane molto distante dall’obiettivo finale. Quest’anno, a causa dell’attuale circolazione del nuovo Coronavirus, la platea delle persone a cui è fortemente raccomandato il vaccino antinfluenzale è stata allargata: sarà disponibile gratuitamente per i bambini dai VACCINIAMOCI 6 mesi ai 6 anni e a partire dai 60 SENZA INDUGIO. anni di età. Riducendo i casi di inÈ UN ATTO fluenza, che presentano sintomi simili DI RESPONSABILITÀ al quelli del Covid-19, si eviterà di gra- VERSO SE STESSI E GLI ALTRI vare ulteriormente sul Sistema Sanitario Nazionale che ha davanti a sé mesi ancora molto difficili. La vaccinazione anti-influenzale consentirà infatti la distinzione tra le due infezioni portando più precocemente all’isolamento di eventuali casi di Coronavirus. Allora, se non lo abbiamo già fatto, vacciniamoci, senza indugio. Con senso di responsabilità verso noi stessi, le persone che ci circondano e tutti coloro che, impegnati nel lavoro di cura, stanno gestendo questa seconda ondata di contagi da Covid-19.



Z TRUFFE AGLI ANZIANI: NESSUNA TREGUA

8 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020

ZOOM APPUNTI SUL PRESENTE

«BUONGIORNO SIGNORA, SONO IL TECNICO DELLA CALDAIA». È così che si è presentato un truffatore a due sorelle bolognesi di 89 e 91 anni in una calda giornata di giugno. Uno stratagemma efficace che non ha insospettito le due signore nemmeno quando l’uomo, una volta in casa, ha chiesto di poter controllare se nella cassaforte ci fosse qualche oggetto responsabile delle interferenze che impedivano ai suoi attrezzi di funzionare. Un’abile recita che si è conclusa con il furto di gioielli e contanti per un valore di circa 15mila euro. Si tratta dell’ennesimo episodio di truffa a danno degli anziani, un reato che negli ultimi anni ha colpito sempre più malcapitati e che non ha avuto tregua nemmeno nei mesi del lockdown e del distanziamento sociale. In un’analisi elaborata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, infatti, è emerso come quest’anno si siano registrati meno casi di fenomeni criminali, ma che gli episodi di truffa a danno degli anziani siano calati solo del 13,3% rispetto all’anno precedente. Le Regioni più colpite sarebbero Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Lombardia. E proprio quest’ultima ha deciso di stanziare più di 200mila euro per il finanziamento di 27 progetti tera, ritoriali mirati a contrastare questo fenomeno. Il programma, attivo per il biennio 2020-2021, prevede numerose iniziative di a: prevenzione e contrasto dei reati ai danni della popolazione anziana: da attività di informazione e divulgazione fino a rappresentazionii teatrali che coinvolgano direttamente gli anziani.

L’ennesimo episodio di truffa a danno degli anziani, un reato che negli ultimi anni ha colpito sempre più malcapitati e che non ha avuto tregua nemmeno nei mesi del lockdown. In Lombardia 27 progetti territoriali per contrastare il fenomeno



SOCIETÀ

Bambini CERCASI anno consecutivo, ha registrato un calo. I NUMERI SONO ALLARMANTI. Ad oggi, i minori al di sotto dei 15 anni Secondo attenti studi, infatti, se in Giapsono il 12% della popolazione mentre pone non si dovesse invertire la tengli over 65 ne costituiscono il 28,7%. denza, si calcola che nel 2040, ovvero Un tendenza che non sembra possa arquando andrà in pensione la generarestarsi a breve, considerando la scarsa zione degli anni Settanta - periodo che propensione dei giovani ha visto un’impennata nipponici al matrimonio delle nascite -, la percenTANTI ANZIANI E POCHI e a fare figli. Motivo? Pretuale di anziani con oltre BAMBINI: IN GIAPPONE, carietà del lavoro con 65 anni sarà pari al IL CALO DELLE NASCITE HA SPINTO IL GOVERNO conseguenti problemi 35,3% del totale della NIPPONICO AD ELARGIRE economici, che non spinpopolazione giapUN BONUS ALLE COPPIE gono i ragazzi a fare “il ponese. PER SPINGERLE A FARE FIGLI grande passo”. Attualmendi Rossana Martini Per questo motivo il neo te, il tasso premier giapponese, Yoshihide Suga, di natalità nel Paese del ha deciso di stanziare un bonus di Sol Levante è ai minimi 600.000 yen, circa 4.850 euro, da elarstorici tanto che, nell’ulgire alle coppie con meno di 40 anni, timo censimento, le nasciche possiedano un reddito annuo totale te registrate sono state non superiore ai 5,4 milioni di yen, circa soltanto 865mila e il 43mila euro. Basteranno queste misure numero dei neoa migliorare il tasso di natalità del Giapnati, per il trenpone? Staremo a vedere. tanovesimo



SOCIETÀ

Più GIOVANI di ieri pacità di ragionamento, memoria a brePiù veloci nel camminare, una memoria ve termine e funzionalità polmonare) migliore ed una fluidità verbale di tutto e, successivamente, hanno confrontato rispetto. È l’identikit degli appartenenti i risultati con i dati raccolti tra il 1989 alla fascia d’età 75-80 anni che, secondo e il 1990 su un campione uno studio, sono molto di persone appartenenti più reattivi, veloci e con GLI ANZIANI DI OGGI, alla stessa fascia d’età e migliori capacità cogni- APPARTENENTI ALLA FASCIA sottoposte ad analoghe tive dei loro coetanei di D’ETÀ 75-80 ANNI, SONO MOLTO PIÙ IN FORMA prove. I risultati hanno 30 anni fa. Questo è ciò DEI LORO COETANEI evidenziato che gli over che è emerso dallo studio DI 30 ANNI FA. A DIRLO, 70 di oggi hanno ottenuto condotto nella Facoltà di UNO STUDIO FINLANDESE punteggi molto più alti riScienze dello Sport e deldi Rachele Randon spetto ai coetanei di 30 la Salute dell’Università anni fa, indice di una midi Jyväskylä in Finlandia, gliore salute fisica e mentale degli ane pubblicato sul The Journals of geronziani odierni. Tali performance sono tology. Gli studiosi hanno effettuato dei determinate da una vita nel complesso test su persone di età compresa tra i 75 più sana, dovuta anche ai progressi e gli 80 anni, analizzando specifici panell’assistenza sanitaria e ad un migliore rametri (forza muscolare, velocità del accesso all’istruzione. passo, riflessi, fluidità linguistica, ca-



__SOCIETÀ__

RISCOPERTI I NEGOZI DI QUARTIERE

VICINO È MEGLIO Centri commerciali addio? Sembrerebbe di Format Research ha realizzato un’indagine sì. E questo perché la pandemia di Coronavi- sui negozi di vicinato. Dalla ricerca è emerso rus non ha stravolto solo il nostro modo di vi- che oltre il 70% dei proprietari dei punti venvere, ma anche quello di dita ritiene che l’emerfare acquisti. Tra lockgenza sanitaria abbia LA PANDEMIA DOVUTA down e distanziamento portato alla riscoperta AL COVID-19 HA CAMBIATO ANCHE IL MODO DI FARE ACQUISTI. sociale, in tanti si sono ridei negozi di quartiere, ABBANDONATI I GRANDI CENTRI volti alla rete per commentre uno su due afCOMMERCIALI - TROPPO DISTANTI prare beni di prima ferma che sono aumenE AFFOLLATI -, SONO STATI RISCOPERTI I NEGOZI DI VICINATO necessità, ma in moltistati i nuovi clienti. simi hanno riscoperto il Un ritorno al passato, di Flaminia Bruni negozio vicino casa o codunque? Forse momenmunque posto nel proprio quartiere. taneo, tanto che solo il 43% degli intervistati A dirlo è l’Osservatorio della Fida, la Fede- è sicuro che si continuerà ad acquistare nel razione Italiana Dettaglianti dell’Alimenta- punto vendita vicino casa anche dopo zione aderente a Confcommercio, che con l’emergenza sanitaria.

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__SOCIETÀ__

GUARCINO 2025: BORGO SMART

A MISURA DI SENIOR È uno dei borghi più suggestivi del Lazio, ada- trasferimento nel Comune di 200 coppie di giato nel cuore della Ciociaria, alle cui spalle pensionati, 80 studenti universitari e 20 tra arsorge la stazione sciistica di Campo Catino. Tra tigiani e piccoli imprenditori. Una sorta di sogioielli architettonici, un cial housing che, però, Osservatorio astronomico andrà sottobraccio anche IL PROGETTO DEL COMUNE e una natura superba che a mobilità alternativa e CIOCIARO PREVEDE UN’ALLEANZA lo avvolge tra le sue bracturismo sostenibile. INTERGENERAZIONALE IN GRADO cia, Guarcino, in provincia Il progetto, che coinvolge DI FAR LAVORARE I GIOVANI E PERMETTERE AGLI ANZIANI di Frosinone, è un piccolo un pool di esperti (medici, DI VIVERE UNA VITA SERENA, CON Comune con poco più di architetti, imprenditori e SERVIZI E ASSISTENZA CONTINUA 1.500 anime, che ha in docenti universitari), si di Lavinia Viti serbo un grande piano: disvilupperà entro i prosventare il primo borgo simi cinque anni, ma c’è d’Italia a misura di anziano. E per farlo chiama già chi si è messo in lista d’attesa per andare a a raccolta anche i giovani. “Guarcino 2025”, vivere e lavorare in quello che sarà il primo questo il nome del progetto, prevede infatti il “borgo smart” d’Italia.

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IN GIRO PER IL MONDO CURIOSITÀ: FINESTRINI AEREI

IL RE DELLA COSMESI ANNI ’80

COCCOINA: ODORE D’INFANZIA

Qualcuno se lo sarà sicuramente chiesto. A che serve il buco nei finestrini degli aerei? A gestire la differenza di pressione interno/esterno ma anche a farci vedere in basso evitando appannamenti. www.ilpost.it

Il miliardario Ron Perelma, patron della Revlon, è stato costretto a cedere beni e aziende: sul mercato è stata messa, infatti, una villa da 180 milioni di dollari. A renderlo noto, il Business Insider. www.corriere.it

Chi non ricorda la Coccoina? Colla per carta, stoffa, ad uso fotografico tra le più note un tempo nelle scuole. La ragione per cui in molti l’amavano è la sua deliziosa fragranza alla mandorla. www.repubblica.it

A PROPOSITO DI... CURIOSITÀ

ILLUMINAZIONE A LED

I 90 anni di Warren Buffet Con un patrimonio di 82,4 miliardi di dollari, Warren Buffett è il sesto uomo più ricco del mondo. Vive ancora nella casa acquistata nel ’58 per 31mila dollari, dove ha appena festeggiato il suo 90° compleanno. www.corriere.it

i SCELTE DI VITA

DURATA SÌ - Dura fino a 40mila ore: le lampadine fluorescenti compatte 10mila, 2mila le alogene e mille quelle a incandescenza.

SALUTE

Infarto: diagnosi veloce Un test salivare potrebbe rivoluzionare la diagnostica degli attacchi di cuore riducendo drasticamente la tempistica del loro rilevamento. Servono infatti 10 minuti per rilevare i livelli di troponina. www.adnkronos.com

i SOCIETÀ

Una “ricca” commessa

Regioni a rischio povertà

Vincere alla lotteria ti cambia la vita. Non alla 64enne Elaine Thompson che, nonostante i quasi 3 milioni di euro vinti, ha deciso di continuare a fare la commessa in un supermercato. Lavora di notte. www.ilmessaggero.it

Campania, Sicilia e Calabria figurano tra le prime dieci Regioni dell’Ue con la maggior quota di popolazione a rischio di povertà, come evidenziato dall’Eurostat Regional Yearbook 2020. www.ilfattoquotidiano.it

NO - Produrle resta un processo molto energivoro. Un bilancio energetico simile a quello delle lampade fluorescenti.

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PRODUZIONE

AMBIENTE

Dopo il Covid, più “green”

IN NUMERI

GLI ANZIANI E IL VACCINO ANTINFLUENZALE

FONTE: EUROSTAT

Eurostat ha recentemente pubblicato le percentuali delle vaccinazioni antinfluenzali effettuate nel 2018 dagli over 65 europei. Il Paese che ha ottenuto la copertura più alta è stato il Regno Unito.

OVER 65 INGLESI VACCINATI OVER 65 ITALIANI VACCINATI OVER 65 FRANCESI VACCINATI CONTRO L’INFLUENZA CONTRO L’INFLUENZA CONTRO L’INFLUENZA

72%

52,7%

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51%

Gli italiani sono i primi in Europa (81%) a pensare che l’emergenza da Covid-19 sia l’opportunità per una svolta green. A dirlo è lo studio “The New Normal”, pubblicato dal think tank More in Common. www.ilsole24ore.com

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PERISCOPIO

A CENA FUORI... NEL VUOTO a cura di Samuela Gangi


PULIZIA DELLA STRADA AI SENIOR

LOCKDOWN: CROLLO FATTURATI

VOLI SENZA DESTINAZIONE

Né il municipio né il Comune puliscono, e allora scendono in campo i pensionati, per spazzare le foglie dai marciapiedi e curare il verde. Succede a Roma, nel quartiere periferico di Centocelle. www.ilmessaggero.it

Un calo “senza precedenti”. Questa la definizione Istat degli effetti del lockdown sui servizi nel secondo trimestre 2020. Il calo è del 21,0%, su base annua del 26,2%. Il risultato peggiore dal 2001. www.repubblica.it

Sono bastati 10 minuti per vendere 149 posti su un volo partito da Sydney e lì tornato sette ore dopo. Solo posti finestrino. L’obiettivo? Fare un giro per i cieli, godersi il panorama e tornare a casa. www.ilriformista.it

CURIOSITÀ

Un secolo di vita Stanno compiendo 100 anni i figli del primo “baby boom” del Novecento, quello del 1920. Sono i protagonisti della rinascita dopo la fine della guerra nel 1918. Il conflitto fece crollare la natalità. www.ilmessaggero.it

i LAVORO

Azienda in dono dopo 40 anni Dopo tanti anni, è l’ora della pensione. Solo che due artigiani di Bologna non ci stavano a chiudere e, non trovando acquirenti, hanno regalato l’attività a dei giovani. Riparano bilance e affettatrici. www.lastampa.it

i BUONE PRATICHE

Libri al posto delle slot CHE NE DIRESTE DI UNA CENA IN QUOTA? È quello che vi capiterà se siete a Dubai e vi siete aggiudicati una “Dinner in the Sky”. Vista mozzafiato sulla città e sulle acque circostanti. Il tutto all’aria aperta, a 50 metri di altezza. A deliziarvi con le sue pietanze, uno chef situato nel mezzo del ristorante aereo, che vi servirà un antipasto, una portata principale, dessert e bevande. Un’esperienza per i più avventurosi. La curiosità? Ne stanno nascendo di analoghi in tutto il mondo, da

Londra a Las Vegas passando per Bruxelles. Ma anche in Italia c’è chi ha provato la “cena sospesa”: il debutto è stato a Carpi, poco distante da Modena. I costi variano a seconda del menù che viene ordinato: quel che è certo è che si va da un minimo di 59 euro a un massimo di 169. Per persona, s’intende. Si cena alla stessa maniera: una pedana con sedili, naturalmente dotati di cinture di sicurezza, appesa a una grossa gru e agganciata a spessi tiranti.

Avrà anche rinunciato a qualche guadagno in più, sostituendo nel suo bar le slot machine con una piccola libreria. Ma lodevole la scelta etica di Lorenzo Naldoni, barista di Palazzuolo sul Senio (Fi). www.repubblica.it

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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

La paura del contagio ha cambiato il modo di muoversi sia in città che fuori: meno mezzi pubblici, più auto private

PER GLI OVER 65 L’AUTO È IL MEZZO PIÙ SICURO PER SPOSTARSI

di Giovanni Orso

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DENTRO LA NOTIZIA

Meno incidenti gravi se a guidare sono gli anziani, più responsabili di molti giovani OVER 70: I PIÙ BRAVI AL VOLANTE

Gli anziani al volante sono un pericolo? No, semmai sono più responsabili dei giovani. A dirlo è un’indagine realizzata negli Usa dall’IIHS (Insurance Institute for Highway Safety), che ha analizzato i dati degli incidenti in cui erano rimasti coinvolti guidatori tra i 35 e i 54 anni e quelli con gli over 70. Per quest’ultimi i tassi di incidenti mortali - avvenuti dal 1997 al 2018 - sono diminuiti del 43% mentre, per i conducenti di età compresa tra 35 e 54 anni, il calo è stato del 21%. Ciò è dovuto al progresso tecnologico che ha reso le auto più sicure, ma anche all’esperienza degli over 70 che guidano da più anni.

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«VENGO A PRENDERTI STASERA/SULLA MIA TORPEDO BLU», cantava Giorgio Gaber alla fine degli Anni ’60. Ora le torpedo blu sono a far bella mostra di sé in qualche museo dell’automobile e sono state rimpiazzate da una moltitudine di auto di svariati modelli e cilindrate, che circolano sulle nostre strade in numero sempre maggiore. Un numero che ha visto un’impennata in questi ultimi mesi dell’anno. Sì, perché, complice il distanziamento sociale necessario ad arginare la diffusione del Covid-19, il 56,7% degli italiani ha abbandonato l’utilizzo dei mezzi pubblici per gli spostamenti ripiegando sulla propria automobile, considerata il mezzo più sicuro per muoversi. Una scelta che ha portato ad un aumento dell’uso del mezzo privato del 22,5% ri-

spetto all’anno precedente. Lo studio - realizzato dall’Osservatorio Mobilità e Sicurezza di Continental, in collaborazione con l’Istituto di ricerca Euromedia Research - ha evidenziato come a modificare le proprie abitudini siano stati soprattutto gli over 65, cioè coloro che rischiano maggiormente l’esposizione al virus; il 65% degli italiani che si sposta in auto, infatti, appartiene proprio a questa fascia d’età, e la scelta è determinata dalla paura di contagiarsi. C’è la possibilità di tornare alle abitudini pre-Covid? Non a breve. Tanto è vero che l’83,2% degli intervistati afferma che lo farà alla prossima primavera, mentre il 70% utilizzerà la propria auto anche quando si raggiungeranno zero contagi e ci sarà il vaccino.



__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

+IL SONDAGGIO di Giulia Rachele Deli

Qual è la città più pulita o più sicura? Dov’è più facile trovare lavoro o casa? Quale città ha il trasporto pubblico o la migliore qualità dell’aria? Ce lo svela UN’INDAGINE della Commissione europea MA SE VOLESSIMO CAMBIARE CITTÀ, DOVE CI PIACEREBBE VIVERE? Chi non si è mai posto questa domanda, alzi la mano. Un interrogativo che spesso sorge quando ci si ritrova intrappolati nel traffico con la propria auto o si cammina di notte e ci si guarda intorno timorosi, oppure quando l’autobus che ci deve portare in centro, si fa aspettare oltre un tempo ragionevole. Beh, questa e altre domande se le è poste anche la Commissione europea, le cui risposte hanno costituito la base del Rapporto sulla qualità della vita nelle città europee 2020. I risultati dell’indagine - la quinta della serie - che ha coinvolto 83 città del vecchio Continente, sono stati presentati nel corso della XVIII edizione della Settimana Europea delle Regioni e delle Città che si è svolta a Bruxelles. In buona sostanza, i ricercatori hanno posto agli abitanti delle metropoli e dei piccoli centri di tutta Europa domande sulla qualità della vita nella propria

LA MIGLIORE QUALITÀ DELLA VITA IN EUROPA? AL NORD, MA NON SOLO... città e raccolto le loro esperienze ed opinioni. Diciamo subito che il maggior grado di soddisfazione per la loro città lo hanno manifestato gli abitanti di Copenaghen, che è prima in classifica con il 98,2%, seguita da Stoccolma

22 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020

con il 97,6%. In fondo alla classifica tra le grandi capitali europee, invece, ci sono Roma (74,8%), penultima, ed Atene (64%), ultima. Le altre città italiane passate sotto la lente d’ingrandimento sono Bologna, Napoli, Paler-

THE DANISH WAY

LA FELICITÀ DEI DANESI Il segreto? Giocare con i figli Da anni sono in testa alle classifiche mondiali come il popolo più felice della terra. Ma qual è il segreto di tanta felicità? Secondo Jessica Joelle Alexander, psicologa e giornalista americana, e Camilla Semlov Andersson, esperta della “Danish Way”, autrici del libro Il metodo danese per giocare con tuo figlio (Newton Compton), tutto sta nel crescere i figli senza autoritarismi, facendoli sentire “parte di una squadra” e coinvolgendoli in tutto come fosse un gioco.

mo, Torino e Verona. La soddisfazione espressa dai residenti di Bologna è del 92,9%, mentre Palermo viaggia intorno al 63,8%. Nel mezzo ci sono Verona (92,6%), Torino (87,3%) e Napoli (70%). Le città europee più piccole sono percepite come più sicure, soprattutto se si trovano nel Nord Europa: gli scandinavi affermano di sentirsi sicuri nel camminare da soli, mentre a Sofia, Atene e Roma non è lo stesso. Più le persone sono soddisfatte del trasporto pubblico nella loro città (i due fattori essenziali sono la frequenza e l’affidabilità), più sono contente di viverci. La capitale con il punteggio più alto è Vienna, la peggiore, Roma. Anche le grandi aree verdi concorrono alla “soddisfazione”. In questo caso, in cima alla classifica c’è il Lussemburgo.


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Un banco di salmoni che formano un cuore al cui interno nuota uno squalo: Love Heart of Nature di Jim Picôt è la foto vincitrice del Drone Photo Awards 2020, il concorso internazionale di fotografia aerea. Le foto più belle sono in mostra all’Accademia dei Fisiocritici di Siena, fino al 29 novembre

“Gray Whale Plays Pushing Tourists”, di Joseph Cheires

ABOVE US ONLY SKY: IL MONDO VISTO DALL’ALTO “Surfing Margaret River”, di Shane Richardson


“Love Heart of Nature”, di Jim Picôt. Vincitore assoluto

“Spring Zebra”, di Lukasz Rajs

“Waterlilies harvesting season”, di Trung Pham Huy


______IL TERZO TEMPO______

QUANDO I FIGLI CRESCONO di Lidia Ravera

MI SCRIVE UNA LETTRICE DI MILANO, TALMENTE PREOCCUPATA DI ESSERE RICONOSCIUTA CHE MI AVVISA: «SE NON LE DISPIACE LE DO UN NOME FALSO. BETTY, BETTY DA MILANO». Betty mi vuole parlare del suo rapporto con i figli. Un maschio e una femmina, di 40 e 38 anni. Buona parte della lettera (cinque fogli coperti da una fitta calligrafia, elegante, come di una persona abituata a scrivere a mano) è dedicata a raccontare quanto è stata facile e splendida per lei la maternità. Ha sempre lavorato, ma aveva un negozio, che al presente è gestito da una sua sorella più giovane, ed era padrona del suo tempo. Certe volte chiudeva per poterli andare a prendere a scuola, al catechismo, a pallavolo. Certe volte se li portava a bottega e li faceva giocare “al negozio” (una merceria) e scopriva con loro certe rimanenze che sembravano emergere dal passato come i tesori 26 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020


dei pirati. I suoi figli la amavano e lei li amava, non avevano bisogno di dirselo, erano contenti di stare insieme. Questo finché erano piccoli. Poi sono diventati adolescenti e lì la faccenda si è complicata: con gli adolescenti devi esserci ma non devi farti notare, devi favorire la loro autonomia ma senza perdere il controllo su di loro, devi dare dei limiti senza diventare un odioso carceriere. Insomma: sappiamo. Se impari a navigare sul mare inquieto dell’adolescenza, poi, puoi affrontare qualsiasi burrasca. Betty mi ha resa felice confessandomi che ha letto il libro che ho scritto nel 1993 insieme a mio figlio allora quattordicenne, In quale nascondiglio del cuore (Mondadori), e ne ha fatto tesoro. Ha la mia età, lei, e suo figlio è di poco più giovane del mio. Si trattava, in quel piccolo saggio, di dire ai figli tutto quello che ritieni importante, necessario, utile prima di fare un passo indietro e imparare a tacere. Perché un passo indietro va fatto, quando i bambini diventano ragazzi. «E quando diventano uomini - mi chiede Betty -, che cosa bisogna dire o non dire, come ci si deve comportare? Perché non esiste nessun ga-

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PARLIAMONE... CHI VOLESSE SCRIVERE A LIDIA RAVERA PUÒ FARLO: PER POSTA C/O REDAZIONE 50&PIÙ VIA DEL MELANGOLO 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL REDAZIONE@50EPIU.IT

lateo per madri anziane che possa normare questa complessa relazione fra adulti?». Hai ragione, cara Betty, la maternità , l’ho scoperto proprio quando i miei figli sono diventati grandi, è vagamente mostruosa: tu ami i tuoi figli esattamente come quando erano appena nati, ma la loro felicità, il loro benessere, la loro allegria, la loro salute non dipendono più da te. Come tutti, te inclusa, sono alle prese con la vita. Si innamorano, si disamorano, si annoiano, subiscono scacchi e delusioni, come tutti. E tu non puoi farci niente. Ci sei, li ami senza riserve e, come per qualsiasi essere umano, la consapevolezza che quaggiù

qualcuno li ama in quel modo è fondamentale, ma non puoi più consolare o risarcire, dedicare il tuo tempo in cambio della loro gioia. Non sei fra gli attori protagonisti della loro vita. Ci sei, ma come certezza marginale, via di fuga, estrema salvezza se tutto il resto si mette male. «Posso sempre tornare da mia madre». È triste? No, è nell’ordine naturale delle cose. Se ci pensi bene, in fondo anche tu, con tua madre e tuo padre, quando avevi 40 anni e loro ne avevano 65 o 70, ti comportavi come i tuoi figli con te. Li amavi a distanza. E apprezzavi che non mettessero troppo il becco nella tua vita. Ti irritavi quando raccontavano ai tuoi amici come eri

carina quando ti facevi la pipì addosso, ma ti preoccupavi quando stavano male. I genitori ideali, per un figlio/ a adulto/a, stanno in salute, praticano uno sport non pericoloso, hanno una vita sociale soddisfacente ma non travolgente. E prestano volentieri una loro eventuale casa al mare (per la prima volta nella storia, i figli guadagnano meno dei genitori, non riescono a mettere da parte un euro e dipendono per il superfluo da nonne e mamme) oltre ad impegnarsi per morire il più tardi possibile. Vedi, Betty, in fondo va bene così. Non è affatto un progetto da poco andare avanti fino alla fine. Con determinazione e leggerezza.

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__EVENTI__

«Sul lavoro, sono necessarie le competenze e le capacità sia degli anziani che dei giovani». Così Carlo Sangalli, alla presentazione del volume “La popolazione anziana e il lavoro”, insieme a Tiziano Treu e Marco Trabucchi

LAVORARE SÌ, LAVORARE TUTTI. CON UN PATTO TRA GENERAZIONI

«PARLARE DI ANZIANI E LAVORO SEMBREREBBE UN TEMA CONTROCORRENTE, SPECIE SE SI GUARDA ALLA DIFFICOLTÀ CHE INCONTRANO I GIOVANI NEL TROVARE UN’OCCUPAZIONE STABILE. Eppure - afferma Carlo Sangalli, presidente nazionale 50&Più e presidente Confcommercio Imprese per l’Italia -, è un argomento di enorme attualità che riguarda il futuro di tutti. Senza contare che in età anziana il lavoro è uno straordinario strumento di prevenzione e di benessere collettivo. Quello che manca - prosegue Sangalli - è una visione omnicomprensiva che tenga conto di tutti gli ambiti della vita». di Luisella Berti Questi gli aspetti affrontati nel corso della tavola rotonda di presentazione del volume La popolazione anziana e il lavoro: un futuro da costruire (edizioni Il Mulino). Un progetto nato dalla collaborazione tra 50&Più e Fondazione Leonardo, e curato da Marco Trabucchi, presidente della Fondazione, Gabriele Sampaolo, segretario generale di 50&Più, e Anna Maria Melloni, direttore del Centro Studi 50&Più. All’incontro, avvenuto presso il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), oltre a Carlo Sangalli e Marco Trabucchi, è intervenuto LA POPOLAZIONE ANZIANA E IL LAVORO Tiziano Treu, ex ministro del LaUn futuro da costruire voro, presidente Cnel e tra gli auIl volume, edito da Il Mulino, intende indagare gli aspetti tori del volume. A Laura Gavinelli sociologici, psicologici e tecnico-organizzativi che incidono (Centro Studi 50&Più) il compito maggiormente sulla situazione dei lavoratori anziani in di moderare il dibattito. Italia, offrendo utili spunti di riflessione.

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UN CICLO DI INCONTRI IL VIAGGIO SUL TEMA ANZIANI E LAVORO, PROSEGUIRÀ CON UN CICLO DI INCONTRI PRESSO LE 50&PIÙ PROVINCIALI. SI INIZIA IL 10 NOVEMBRE, PRESSO PALAZZO TURSI, GENOVA WWW.SPAZIO50.ORG/GENOVA

«Il tema degli anziani e il lavoro non è controcorrente - ha esordito il presidente Treu - perché riguarda il rapporto tra le generazioni. Un rapporto che è mutato negli anni. Un tempo era stabile perché lo erano anche i cicli di vita: una volta terminati gli studi, un giovane trovava un lavoro, si costruiva una famiglia e poi andava in pensione. Il pensionamento si raggiungeva relativamente presto perché la speranza di vita non era così lunga come oggi». Un rapporto che è a rischio frattura. «Da una parte abbiamo i giovani - ha spiegato Treu - che sono sempre meno, che hanno difficoltà a trovare un impiego e, quando lo trovano, spesso è di cattiva qualità e con retribuzioni basse. Dall’altra parte, invece, abbiamo

gli anziani che vivono più anni, ma anche in condizioni difficili». Non solo: «La pandemia Covid19 ha dimostrato l’enorme fragilità di questa fascia della popolazione, la mancata prevenzione ci ha colti impreparati. Ma non siamo preparati nemmeno a guardare alla popolazione anziana in maniera omnicomprensiva, tenendo conto di tutti gli aspetti della vita: il lavoro, le relazioni personali, il rischio della solitudine, la qualità della salute, il reddito. Occorre considerare che ormai c’è un rapporto diverso tra i tempi di vita e le attività delle persone». Dal punto organizzativo: «Le aziende debbono prepararsi». Non bisogna aspettare l’età del pensionamento, ma: «A metà della vita professionale è necessario fare un “tagliando” ricorrendo alla formazione, immaginando anche un tipo di lavoro diverso, compatibile con le caratteristiche e le capacità future». Inoltre: «Occorre ripensare agli orari di lavoro, favorire un passaggio graduale dalla piena attività al pensionamento. Una delle soluzioni - ha sottolineato Treu - è quella di incoraggiare la staffetta generazionale che preveda il lavoro part time per il lavoratore più anziano e il contemporaneo trasferimento di conoscenze al lavoratore più giovane». Nel suo intervento il presidente Sangalli si è soffermato sulla ne-

cessità di un “patto generazionale fondato su capisaldi ben precisi”. Ha precisato che: «Innanzitutto, occorre stabilire che un posto di lavoro per l’anziano non significa a tutti i costi un posto di lavoro in meno per i giovani. Le competenze, l’esperienza, le capacità degli uni e degli altri non sono comparabili e spesso servono entrambe». Inoltre: «Da una parte è necessario ridisegnare le politiche del lavoro e del welfare a favore di soluzioni più flessibili e graduali per i lavoratori senior e, dall’altra, progettare politiche del lavoro e del welfare maggiormente inclusive e stabili per i giovani, utilizzando la leva degli incentivi e della riduzione del costo del lavoro. Tutto questo - ha sottolineato Sangalli - non solo in termini di sostenibilità del sistema pensionistico e di welfare nazionale, ma anche per affrontare le conseguenze della pandemia». Infine, il ruolo dei corpi intermedi: «È necessario dare voce all’“esercito” dei lavoratori senior che, silenziosamente, danno un contributo importante all’economia e alla tenuta sociale. In questo senso diventa fondamentale il ruolo dei corpi intermedi: le varie associazioni di rappresentanza possono e devono costruire alleanze per creare insieme un’azione propositiva. Un esempio è la collaborazione tra

50&Più e la Fondazione Leonardo. Questo volume non è solo il coronamento di un percorso, ma un punto di partenza che ci deve portare lontano». Nel suo intervento Marco Trabucchi, ha sottolineato come il lavoro sia un atto vitale per il singolo e per la collettività: «Il lavoro mantiene giovani, svolge un’azione di prevenzione, favorisce il benessere, è un atto vitale per la società e la collettività». Inoltre: «I vecchi di oggi non sono più i vecchi di ieri». Così: «Una società di pensionati giovani senza un impiego serio, di qualsiasi tipo, non è una società serena». Non solo un lavoro formale o dipendente: «Ma anche qualsiasi altro impegno purché non sia nel segno dello sfruttamento». Ad esempio: «Il nonno è un mestiere di affetti, non di costrizioni, ed è proprio questa condizione che arricchisce». Si possono aprire un mondo di possibilità per il lavoratore anziano: «Pensiamo anche agli anziani che aiutano altri anziani nella cura. In questo senso, occorre valorizzare il ruolo di caregiving anche sul piano economico, se possibile, o almeno su quello formale». In conclusione: «Il lavoro dà senso alla vita di ogni persona e quindi deve coprire la vita in tutte le sue fasi, anche in quella della vecchiaia».

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EVENTI__

TIZIANO TREU

LA SVOLTA: PUNTARE SULLA CRESCITA DEL PAESE

di Giada Valdannini

«I Paesi che crescono in modo regolare mostrano che è possibile avere più lavoratori anziani e anche lavoratori giovani». Per l’Italia, i fondi europei sono un’opportunità per investire, meglio se nella sostenibilità ambientale e nel digitale «IL PROBLEMA DELL’INVECCHIAMENTO VA INTESO IN MODO GLOBALE. OCCORRE CONSIDERARE LA SALUTE, GLI STILI DI VITA, GLI INTERVENTI LEGISLATIVI. È evidente quanto non siano stati utili gli attuali provvedimenti che, da anni, si limitano a prepensionare gli anziani. C’è bisogno di creare incentivi per l’invecchiamento attivo». A dirlo a 50&Più è Tiziano Treu, presidente del Cnel, già ministro del Lavoro. Lo abbiamo raggiunto a margine della presentazione del libro La popolazione anziana e il lavoro: un futuro da costruire (Il Mulino), frutto della collaborazione tra l’Associazione 50&Più e la Fondazione Leonardo, per fare il punto sulle prospettive dei senior nell’economia del nostro Paese. Cosa serve per garantire la permanenza dei senior nel mondo produttivo? Le imprese possono fare molto, perché dove c’è un’organizzazione nuova e attenta alle esigenze delle persone anziane, si può contare sul lavoro di queste ultime fino a un’età più avanzata. Il che non rischia di creare un corto circuito tra anziani e giovani che cercano occupazione? Occorre infatti una staffetta generazionale, cioè la possibilità

che nell’ultima parte della vita lavorativa si esca dal proprio impiego in modo graduale - magari, con un part time aiutato dallo Stato -, è come compensazione, si assuma un giovane. Così, giovani e anziani si scambiano le esperienze, si aiutano contribuendo anche a risanare un patto generazionale che si sta sfaldando. Esiste un’età giusta per andare in pensione? C’è piuttosto una fascia d’età, perché non tutti invecchiano allo stesso modo, non tutti hanno le stesse priorità. Il problema è fissare la soglia minima - dai 60 ai 70 - entro la quale decidere, a seconda del proprio stato di salute, del tipo di lavoro, degli impegni - di smettere di lavorare. Ovviamente, coloro che vanno in pensione prima prendono meno; chi va più tardi, prenderà di più. Non c’è un’età giusta. Per ragioni finanziarie esiste piuttosto un’età minima, altrimenti chi pagherebbe e sosterrebbe gli anziani se i lavoratori andassero via come ai tempi delle baby pensioni? Sarebbe insostenibile. Già adesso, con pochi giovani, è difficile sostenere il sistema, quindi una soglia minima - che si sta alzando gradualmente in tutto il mondo - è necessaria: poi ognuno valuta cosa conviene per la

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propria vita. Non ritiene che, nel nostro Paese, ci sia una resistenza degli stessi senior all’idea di allungare il percorso lavorativo? Non appena si creano finestre di uscita anticipata, conti alla mano, si prova ad andare via. Non è del tutto vero. Guardiamo anche alla “Quota 100” - che non sarà rinnovata, cosa che ritengo giusta -. È stata usata meno del previsto perché la gente si fa effettivamente due conti e dice: “Se non ho un lavoro pesante e ci sono delle deroghe, se sto benino, chi me lo fa fare ad andare in pensione?”. La gente fa singolarmente i conti meglio dei politici, come si è visto in questo caso. Spesso, però, resta appunto chi non ha alcun vantaggio ad andarsene. Non perché, per scelta, lavorerebbe più a lungo. Forse va proprio rimodulata la quantità di tempo che spendiamo a lavorare? In Italia, per quanto riguarda l’orario settimanale, si lavora un po’ più della media europea. Probabilmente, in futuro, con le nuove tecnologie che rendono il lavoro più leggero - e che forse lo distruggono - bisognerà lavorare un po’ meno. Alla storia che gli anziani

tolgano lavoro ai giovani lei non crede… Noi italiani pensiamo che i numeri siano una cosa inutile e ragioniamo con le fantasie. I numeri lo dicono in tutto il mondo: non è vero che se esce un anziano dal mondo del lavoro, entra un giovane. Tutto dipende dall’economia, dai tipi di lavoro. È una fanfaluca. I giovani vengono illusi che mandando via il “nonno”, loro entrano. Non è così. Cosa occorre per creare nuovi posti di lavoro? La crescita. Se uno è fermo, come l’Italia da anni, la torta è sempre quella e le fette diventano più piccole. I Paesi che crescono in modo regolare mostrano che è possibile avere più lavoratori anziani e anche lavoratori giovani. Ma se la torta non cresce, è una guerra fra poveri. I fondi che arriveranno dall’Europa che strumento sono e che indirizzo dovrebbero prendere per incentivare la crescita? L’Europa lo dice forte e chiaro. Questi soldi servono a investire, non a consumare. Non si possono usare per consumi o assistenza, anche se è quella giusta. Non solo: gli investimenti vanno fatti nelle direzioni indicate. Oltre il 35% in economia verde ambientalmente sostenibile perché, se lo sviluppo del futuro non è sostenibile, è un guaio per tutti. Poi, una seconda grande area è data dagli investimenti in campo digitale, perché il futuro dell’economia sarà sempre meno “fisico” e più digitalizzato. Se vogliamo stare nella concorrenza mondiale e crescere bene, questa è la strada.


MARCO TRABUCCHI

UN ATTO VITALE PER LA SOCIETÀ

di Giada Valdannini

«Il lavoro dà senso alla vita ed è, quindi, fondamentale che copra l’intero arco della nostra esistenza». Per questo è indispensabile costruire quelle condizioni necessarie a garantire un’occupazione a tutti. A prescindere dall’età «VOGLIAMO METTERCELO IN TESTA CHE I VECCHI DI OGGI NON SONO PIÙ I VECCHI DI IERI?». A porre l’interrogativo, a margine della presentazione del libro La popolazione anziana e il lavoro: un futuro da costruire (Il Mulino), è Marco Trabucchi, presidente della Fondazione Leonardo, una realtà che - dal 1998 - promuove il diffondersi di una cultura che valorizzi l’età anziana come ricchezza della persona e la persona anziana come risorsa della comunità. È questa Fondazione che, assieme all’Associazione 50&Più, ha promosso la stesura dell’indagine che si propone come chiave di volta di uno sviluppo - tanto più in fase Covid - comprensivo: che tenga al centro il lavoro di tutti, anziani compresi. Professore, quando dice “Vogliamo mettercelo in testa che i vecchi di oggi non sono più i vecchi di ieri”, a chi si rivolge? A chi non si rende conto che oggi le persone di settantacinque anni sono come i sessantacinquenni di trenta o quarant’anni fa. A dirlo, ormai, sono evidenze scientifiche e sempre più studi ribadiscono questo che è un cambiamento non trascurabile. E con ciò? Non ci si può dimenticare di

quanto stiamo dicendo ogni volta che si lavora a nuove politiche pensionistiche né quando si ragiona sul lavoro. È un non senso spedire fuori servizio una persona di sessantasei, sessantasette, sessantotto anni: ingeneroso, tanto più che, spesso, avviene senza alcuna eleganza. Parla di anziani chiamandoli vecchi. In tempi di politically correct, le sembra una scelta giusta? Chiamateli come vi pare. Non è una questione semantica, ma di sostanza. Mi concentrerei piuttosto sul concetto di lavoro: questo sì. Cosa intende? Il lavoro è un atto vitale per il singolo e per la collettività. Da medico posso assicurare che il lavoro mantiene giovani ed esistono una serie di studi che affermano quanto questo incida a livello dell’encefalo, sulla funzione fisica e sul piano muscolare. In che modo? Il lavoro - e più in generale l’impegno produttivo - richiedono progettualità, grande impegno. Ci proiettano di fatto in avanti e riducono dunque il rischio di andare incontro a demenza. Taluni studi dimostrano che il lavoro riduce per circa il 20% l’esposizione a questo rischio: un fattore non da poco se consideriamo

l’effetto che produce anche in assenza di qualsiasi altra pratica di tipo preventivo. È prevenzione, dunque benessere. Questo significa lavorare per sempre? Il lavoro dà senso alla vita e, se dà senso alla vita, è bene che copra l’intero arco della nostra esistenza, anche nella fase della vecchiaia. Ma non parlo solo di lavoro formale, di lavoro dipendente, quanto invece di una serie di impegni che però siano precisi. La partecipazione dell’anziano alla vita sociale è un bene in senso assoluto e gli è tanto più permessa dal miglioramento delle sue condizioni di salute. Dunque non condivide l’idea di ritirarsi a fare i nonni e basta… Una società di pensionati giovani, senza un impiego serio di qualsiasi tipo, non è una società serena. Il nonno è un mestiere di affetti e non può essere un mestiere di costrizioni. Per essere davvero efficace dev’essere un lavoro libero, guidato dall’affetto, dalla dedizione, dal legame. Non può essere un lavoro di costrizioni, di orari, di impegni. C’è un approccio egoistico nell’immaginare la permanenza degli anziani al lavoro quando i tassi di

disoccupazione tra i giovani continuano ad aumentare? Non v’è dubbio che va messa in campo ogni forma di impegno per contrastare la disoccupazione giovanile, ma il lavoro dell’anziano semmai fa bene all’intera collettività. Posto che non sono io colui che deve dare indirizzi di tipo economico, posso però dire, da medico, che occorre dare attenzione al tema del lavoro. Nel libro, assieme alla 50&Più, raccontiamo infatti quanto possa beneficiare la società intera dalla costruzione di condizioni che consentano il lavoro, a prescindere dall’età. Ovvio, con prudenza, attenzione, capacità di adattamento alle diverse situazioni, ma non si può pensare di agire con gli anziani di oggi come si faceva trenta o quarant’anni fa. Starà poi agli esperti prendere in considerazione le indicazioni che diamo in questo testo affinché questo atto vitale possa essere esteso al numero più elevato possibile di persone. Lo smart working è o no un alleato, se parliamo di permanenza degli anziani nel mondo del lavoro? Ha dei vantaggi nella gestione del tempo e degli spostamenti, ma se pensiamo al lavoro come atto vitale anche per la collettività, per la società, il tema del lavoro da casa va ragionato con grande attenzione. Non credo, infatti, sia adatto alla persona anziana proprio perché nel lavoro la relazione è un aspetto fondamentale. Ragionare sul lavoro - come facciamo in questo libro - è un contributo per la costruzione complessiva del benessere.

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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

CITY POP: UN NUOVO CONCETTO DI LIVING di Romina Vinci

Un progetto svizzero di riconversione edilizia. Appartamenti di piccola metratura dotati di ogni comfort, da vivere per brevi o lunghi periodi, rispondono alle esigenze mutate della società in termini di comodità, flessibilità ed innovazione tecnologica. A Milano, entro il 2021, i primi 300 appartamenti

SI CHIAMA “CITY POP”, È UN PROGETTO IMMOBILIARE DI RICONVERSIONE EDILIZIA, che mira a realizzare appartamenti ottimizzati negli spazi e

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completamente arredati per affitti a medio e lungo termine. È portato avanti da Artisa, società svizzera di sviluppo immobiliare con sedi in varie Nazioni europee,

e finalmente è approdato in Italia, a Milano per la precisione. Il gruppo, infatti, ha acquisito uno stabile di 15mila mq in Viale Monza, nel cuore di un quartiere vibrante e in forte crescita. L’edificio verrà riconvertito in 300 appartamenti, piccole abitazioni dai 25 ai 35 mq altamente performanti, sviluppati per rispondere alle mutate esigenze della società. È definita “micro-living” questa nuova soluzione abitativa, che offre la disponibilità di appartamenti ottimizzati in termini di spazio, in posizioni centrali e ben collegate. «Il punto di forza di questo nuovo concetto abitativo è la sua capacità di rispondere efficacemente alle necessità della società odierna in termini di flessibilità, convenienza e comodità, prendendo i vantaggi delle soluzioni abitative ad oggi esistenti per concentrarle in un solo prodotto - afferma Stefano Artioli, presidente del Consiglio di amministrazione di Artisa Group -. “City Pop” unisce in maniera intelligente innovazione ed esperienza di vita, sfruttando la tecnologia per offrire il servizio più semplice e intuitivo al cliente e un prodotto ottimizzato negli spazi e nei costi, senza dover rinunciare ad un design raffinato, curato e attento ai dettagli». Un concetto abitativo innovativo che, negli ultimi anni, si è rivelato vincente in Svizzera e in altri Paesi europei. Ed ora, Artisa Group punta anche ad un territorio così ancorato alla tradizione come quello italiano. «Crediamo fermamente nel po-


tenziale di sviluppo anche in Italia spiega Artioli -; anche qui, infatti, il mondo del lavoro, soprattutto nelle grandi città, diventa sempre più internazionale e flessibile, sono molti i lavoratori che si spostano di frequente e che necessitano di esperienze stimolanti e connessioni significative, così come di un posto dove far riposare la mente. L’Italia, inoltre, vanta atenei universitari di prestigio che accolgono studenti e docenti provenienti da tutta Europa». Il progetto “City Pop” punta ad un cliente con un’età media di 33 anni, una persona che soggiorna generalmente sei mesi all’interno di un appartamento. Nel 65% dei casi si tratta di un lavoratore in trasferta. Ma il target del “micro-living” è molto più ampio. In territorio elvetico, ad esempio, Artisa sta portando avanti un progetto innovativo sui “senior living”. «Si tratta spiega il presidente Artioli - di alloggi con servizi e cure per la terza e quarta età, concetti abitativi studiati per migliorare la vita delle persone più adulte. Le nostre strutture permettono agli over 65 di vivere in appartamenti privati e in totale indipendenza, ma all’interno di un contesto non isolato e adeguato ai loro bisogni medici attuali o potenziali. L’offerta si rivolge ad un ceto medio e si compone di appartamenti di varie metrature dove, in base alle necessità, è possibile richiedere cure e servizi. Le nostre residenze, inoltre, sono contigue alle normali zone residenziali e si fon-

I NUMERI DI “CITY POP”

Un format innovativo a prova di… futuro Il progetto di Artisa, oltre alla realizzazione dei 300 appartamenti, prevede anche spazi ricreativi, commerciali e posti auto interrati a supporto degli appartamenti. Un investimento da 30 milioni di euro che porterà entro il 2021 alla realizzazione del primo edificio “City Pop” italiano. Uno stabile in cui gli appartamenti vengono affittati per periodi che vanno dalle 4 alle 52 settimane, prenotabili attraverso l’applicazione proprietaria. Studenti, coppie, persone in carriera, ma non solo: il gruppo Artisa fonda le sue realizzazioni sul concetto abitativo di House as a Service. I metri quadrati, infatti, sono studiati accuratamente per essere ottimizzati e fornire una proposta all-in-one, che permetta di rilassarsi ma anche di lavorare in pieno comfort. Lo stile di “City Pop”, dalla struttura esterna all’arredamento interno, è lineare e raffinato. A disposizione dei clienti ci sono anche un’ampia gamma di servizi on demand, prenotabili e gestibili tramite un’App dedicata, nonché un servizio assistenza sempre attivo. Altro fiore all’occhiello è la sostenibilità economica: l’affitto mensile, infatti, risulta competitivo rispetto al mercato di riferimento, permettendo così di non dover rinunciare a parametri di qualità riferibili ad un hotel a 4 stelle.

dono perfettamente nel preesistente contesto urbano. Queste costruzioni, essendo adiacenti alle normali zone residenziali, permettono di non venir designate come “gli appartamenti degli anziani” e, dunque, emarginate». L’obiettivo, quindi, è quello di pensare ed erigere spazi multigenerazionali, studiati per venire incontro alle esigenze di un massiccio pubblico che vuole sentirsi parte viva di una comunità, interagendo con gli altri attraverso rapporti di qualità. Ma è possibile che questo tipo di formula di concepire le residenze per la terza età, possa trovare spazio anche in

Italia? Artioli ne è convinto: «I progressi della medicina e della tecnologia hanno generato in tutti i Paesi industrializzati, tra cui l’Italia, l’incremento della durata media della vita. Gli over 65 in buona salute sono sempre più numerosi. Conseguentemente, lo stile di vita delle persone anziane è mutato: vogliono mantenere il più possibile la propria indipendenza abitativa, la propria routine e una loro attività sociale, allontanando l’ipotesi di un ricovero in strutture sanitarie comunitarie. Ecco perché i “senior living” possono assolutamente trovare spazio in Italia.

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Le richieste sono in calo, nel nostro Paese come nel resto del mondo. Una recente ricerca, promossa dall’associazione ItaliaAdozioni, svela la percezione degli italiani rispetto al fenomeno e una campagna Social, tarata sulla comicità, ridimensiona i frequenti pregiudizi. Il vissuto dei nonni adottivi e il parere dello psicologo

__le INCHIESTE di 50&Più__ di Daniela Floridia

ADOZIONI: SFATIAMO I LUOGHI COMUNI +

SECONDO LA RICERCA “LA PERCEZIONE DELL’ADOZIONE DA PARTE DEGLI ITALIANI”, IL PERCORSO ADOTTIVO È INNANZITUTTO COSTOSO (42%), GIOIOSO (36%), MA ANCHE TRAUMATICO (21%)

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IL NOSTRO PAESE DAL 2008 È IL PRIMO IN EUROPA E IL SECONDO NEL MONDO, DOPO GLI STATI UNITI, PER NUMERO DI ADOZIONI DI MINORI: DAL 2008 AL 2018 SONO STATI 51.151 I BIMBI ACCOLTI NELLE FAMIGLIE ITALIANE. A partire dal 2012, tuttavia, si è registrato un calo, così come nel resto del mondo: nel 2019 le adozioni internazionali sono state appena 969 - registrando un calo del 14% rispetto all’anno precedente - e molto meno della metà di quelle del 2015, che erano oltre duemila. Più stabili le adozioni nazionali, che riguardano circa mille bambini l’anno. Quali sono le cause di questo fenomeno? E cosa ne pensano gli italiani? Gli italiani hanno un’opinione tutto sommato positiva dell’adozione. Non la considerano necessariamente un


ripiego o un’alternativa alla genitorialità biologica: tanto che a una coppia che è impossibilitata a procreare, la maggior parte degli italiani consiglierebbe di prendere in considerazione sì la fecondazione omologa, ma anche, e pressoché in pari misura, l’adozione. Sono questi alcuni dei primi risultati che emergono dalla ricerca nazionale “La percezione dell’adozione da parte degli italiani” (Icona, Italy and Current Opinion on Adoption), promossa dall’associazione ItaliaAdozioni. «Con questa ricerca - spiega Ivana Lazzarini, presidente di ItaliaAdozioni -, che ha coinvolto docenti di diverse discipline di sette università italiane ed è stata realizzata grazie ai contributi di Fondazione Cattolica Assicurazione, Fondazione Cariplo e Banca di Credito Cooperativo di Milano, abbiamo voluto capire quale fosse l’immagine percepita dell’adozione, proprio per poter orientare al meglio la nostra attività, che è finalizzata a diffondere una migliore e corretta cultura dell’adozione. D’altronde, lo slogan della nostra associazione è “Conoscere l’adozione aiuta l’adozione”. Più del 71% del campione conosce famiglie adottive e le ammira anche se la percentuale di adozioni (nella propria famiglia o tra parenti) nel campione è bassa e in linea con la percentuale di persone adottate nella popolazione italiana (inferiore al 10%). Per quanto riguarda il ruolo dei media rilevato dall’indagine, emerge uno spaccato nel quale prevalgono, come fonti di informazione, la televisione, i Social media e internet; residuali, invece, libri, articoli di giornale e periodici. Non stupisce quindi che nell’immaginario collettivo, quando si parla di adozione, vengano in mente subito personaggi famosi, da Madon- » NOVEMBRE 2020 I 35


LE INCHIESTE DI 50&PIÙ na a Brad Pitt e Angelina Jolie. E che gli intervistati, sulla base dei racconti e delle narrazioni ascoltate, si siano fatti l’idea che il percorso adottivo sia innanzitutto costoso (42%), seppur gioioso (36%) e appagante (29%), ma anche traumatico (21%), oltre che lungo ed impegnativo. La complessità del percorso adottivo d’altronde può essere una delle cause che possono spiegare il calo delle adozioni, insieme alla quale vanno considerati molti altri fattori: i costi elevati (per l’adozione internazionale); la diffusione dell’affido e dell’adozione all’interno dei Paesi di provenienza, laddove le condizioni sociali ed economiche della popolazione tendono a migliorare; l’aumento dell’età media dei bambini in condizione di adottabilità, e il crescente numero di minori con bisogni speciali, sia psicologici che fisici; la maggiore accessibilità, sia a livello normativo che economico, della procreazione medicalmente assistita, sia omologa che eterologa. Tuttavia, le famiglie adottive sono viste solo nel 13% dei casi come diverse dalle famiglie biologiche. Così come i bambini che sono stati adottati sono considerati figli come gli altri, anche se più bisognosi di attenzioni. «Questo ci conferma che la narrazione che si costruisce attorno al mondo dell’adozione può fare la differenza - sottolinea la presidente di ItaliaAdozioni -. I messaggi che vengono dati, anche dai media, possono contribuire a nuove aperture verso la scelta adottiva; oppure portare ad atteggiamenti di chiu- »

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I NONNI SONO LE RADICI DELLA NUOVA FAMIGLIA Cosa spinge una coppia verso l’adozione? Quanto contano l’appoggio della famiglia e il ruolo dei nonni? Il parere di Vincenzo Mariano Russo, psicologo esperto di adozioni internazionali VINCENZO MARIANO RUSSO È UNO PSICOLOGO, PSICOTERAPEUTA ESPERTO DI ADOZIONI INTERNAZIONALI, RESPONSABILE DELLO SPORTELLO DI ROMA DELL’ENTE AUTORIZZATO PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI ASSOCIAZIONE “ERNESTO ONLUS”. Quali sono le motivazioni che portano una coppia a desiderare di intraprendere un percorso adottivo? Alla base della scelta di adottare solitamente c’è il desiderio della coppia di costruire una famiglia. Da questa base imprescindibile si diversificano le varie motivazioni che portano una coppia ad intraprendere un

percorso adottivo. Molto spesso le coppie che si rivolgono a noi hanno già provato ad avere figli biologici senza successo. In altri casi ci sono famiglie in cui vi è già la presenza di figli biologici, ma vogliono allargare la loro famiglia. Una piccola percentuale di coppie è composta da coloro che hanno già adottato e che intendono rifarlo. Quanto conta il sostegno dei familiari e degli amici nella scelta di diventare famiglia adottiva? Penso che la rete sociale di sostegno che una coppia ha intorno a sé sia di fondamentale importanza. È vero anche che alcune volte mi è capitato di ricevere coppie che non potevano contare sull’appoggio della rete familiare. Per quan-

to riguarda la scelta ritengo non sia di fondamentale importanza il sostegno dei familiari e degli amici, mentre diventerà poi importante in un secondo momento, quando la coppia diventerà famiglia e potrà aver bisogno di contare sulla rete familiare e amicale. Che ruolo possono avere i nonni nell’inserimento di una bambina o di un bambino adottato in una nuova famiglia? Bella domanda. Quando me la pongono rispondo sempre che i nonni hanno un ruolo importantissimo per i nipoti, e i nipoti hanno un ruolo importantissimo per i nonni, ma questa è una riflessione personale che aprirebbe altre tipologie di discorsi. Sicuramente i nonni hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella crescita dei bambini, soprattutto oggi giorno dove capita sempre più spesso di avere entrambi i genitori che lavorano. Sono delle preziose risorse poiché svolgono un ruolo educativo, di socializ-


LETTERA DI UNA NONNA ADOTTIVA zazione, di costanza e di saggezza. È importante però che i nonni svolgano un ruolo di sostegno alla genitorialità e non di sostituzione, poiché questo potrebbe portare ad una svalutazione del ruolo genitoriale. Entrando nello specifico, per quanto riguarda l’inserimento di una bambina o di un bambino adottato il ruolo dei nonni è molto importante, poiché fornisce al bambino un senso di “profondità” della famiglia, profondità intesa come stabilità nel tempo. Il bambino, attraverso i nonni, comprende che la famiglia in cui vive non ha soltanto una dimensione presente e futura, ma anche una profondità nel passato. Questo fornisce al bambino una maggiore sicurezza rispetto alla solidità della famiglia. Le adozioni sono in calo: secondo lei, a cosa è dovuto questo fenomeno? Oltre a situazioni di contesto oggettive, ci sono motivazioni legate alla percezione sociale dell’adozione? Tralasciando quindi le motivazioni oggettive, come lei ben dice, e anche quelle politiche internazionali - che stanno vedendo sempre di più molte Nazioni andare nella direzione della nazionalizzazione delle adozioni, quindi cercare di far adottare i bambini all’interno del proprio Paese - e sempre meno sostegni del nostro Paese a favorire una genitorialità adottiva, ci sono certamente motivazioni legate alla percezione sociale dell’adozione

in Italia, che spesso, troppo spesso, vanno di pari passo con la percezione dello “straniero” che entra nel nostro Paese. Capita, infatti, di incontrare e formare genitori che esternano molti timori rispetto a come il proprio figlio sarà riconosciuto dalla società e se incontrerà episodi di diffidenza. I bambini come percepiscono le differenze? I bambini difficilmente percepiscono le differenze come le percepiamo noi nel mondo degli adulti. Anzi, mi correggo, i bambini percepiscono le differenze come le percepiamo noi (colore della pelle, diversità di linguaggio, differenze culturali etc…), ma non danno la stessa interpretazione. Per i bambini la differenza è un motivo di curiosità che a volte desta stupore. Negli adulti spesso e volentieri è la scusa per sentire la paura dell’altro, “quell’alterità dell’altro” che viene vissuta come una limitazione alla nostra libertà. Per i bambini tutto questo non esiste, perché i bambini non giudicano. Molto spesso, quando incontro primi figli biologici e primi figli adottivi, parlo loro del fratellino che arriverà, e mi domandano incuriositi, se non parlando la stessa lingua, avrà lo stesso corpo, giocherà anche lui e se anche lui avrà voglia di scoprire il mondo insieme. Ma le domande che mi vengono poste sono sempre solo con un fine: esplorare, conoscere ed imparare cose nuove della vita.

Caro Quy, dormi sereno nel tuo lettino. Guardandoti così nessuno sospetterebbe che sei un terremoto. Sono cambiate tante cose in poco tempo e per me non è stato facile… insomma sono una nonna, ho la mia età! Soltanto un anno fa i tuoi genitori mi hanno detto entusiasti che sarebbero partiti per venirti a conoscere: un macigno nello stomaco. Ho aspettato tanto per avere un nipotino, ho pregato tanto. Pensavo che Dio non mi avesse proprio ascoltata. Alla signora Luigina sì che l’aveva accontentata, due nipotini belli sfornati a tre anni dalle nozze della figlia. E a me? A me aveva dato una figlia così incosciente da voler attraversare il mondo con il marito per conoscerti, per portare un estraneo in casa nostra. Uno di cui hanno visto solo una fotografia e una cartella clinica che inizia con “madre: ignota”. Una frase che risuona nella mente stile musica di Psyco! Per non parlare della Cambogia, ma dov’è questa Cambogia? Mi è toccato aprire l’atlante per andarla a cercare! Ti confesso che quando l’ho trovata ho pensato che avrei dovuto comprare quintalate di riso e la domenica mi sarei dimenticata della polenta con lo spezzatino ben presto. Ma loro sono di coccio, non mollano i tuoi genitori, lo sai? Io dopo poco ti avrei rispedito al mittente. Hai continuato per un mese a morderli come un piranha arrabbiato con il mondo. Eri così assetato di attenzioni: scombinavi tutta la casa. Ma non parlo di scombinare tipo “spostare un soprammobile” parlo di scombinare tipo “allagare il bagno e disegnare sul divano”. Eh, bello mio, non ti alzavi mica una volta a notte ma cinque, dieci, quindici per controllare che non si fossero spostati dal letto, che tutto fosse vero, che non si fossero stufati di te e ti avessero rispedito in istituto. Sono stati mesi intensi, è stata dura ma ora ti guardo e ne sono proprio certa: NO. Non potevi proprio rimanertene là. Sei così meravigliosamente te stesso che credo proprio che Dio mi abbia ascoltata, solo non sapevo che il miglior nipote del mondo fosse nato così lontano. I tuoi abbracci, il tuo dirmi “ti voglio bene nonna” sono stati una conquista, il tuo essere, una scoperta e sono proprio felice che mia figlia e suo marito non mi abbiano ascoltata. Sei la gioia della mia vita, ti voglio bene. la TUA nonna Angela Menguzzato Estratto di “Lettera di un’adozione”, finalista del “Festival delle lettere“ 2018 (https://festivaldellelettere.it). Il testo integrale è consultabile sul sito: www.italiaadozioni.it/lettera-di-angela-2

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LE INCHIESTE DI 50&PIÙ

CONTRO GLI STEREOTIPI, CON IRONIA “Le frasi da non dire quando si parla di adozione” è il video realizzato da “Casa Surace”, in collaborazione con ItaliaAdozioni UN VIDEO CHE RACCOGLIE, IN MENO DI 4 MINUTI, GLI STEREOTIPI, I LUOGHI COMUNI E LE FRASI FATTE, TANTO ASSURDE QUANTO INOPPORTUNE, che i figli o i genitori adottivi si sentono dire, a volte in buona fede, a volte no. Mettendoli alla berlina. Questo il risultato della collaborazione fra ItaliaAdozioni e Casa Surace, perché nel suo stile tipico si può ridere di (quasi) tutto, come ci racconta Luca Persichetti. Luca è l’angelo custode di Casa Surace, il manager di Show Reel Media Group che, alla ricerca di nuovi modi di creare contenuti, esplorando nuo-

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vi mercati e nuovi modi di fare business nel mondo dello spettacolo e della comicità, si è imbattuto nei “ragazzi”, 5 amici e coinquilini che nel 2015 hanno cominciato a realizzare video e sketch ironici sulle radici ed i valori della tradizione italiana, la vita dei piccoli paesi, gli stereotipi da smontare, i comportamenti, il rapporto tra studenti fuorisede, gli usi e i costumi culinari e non, con incursioni sempre più frequenti di una mamma ed una nonna diventate poi personaggi cardine e vere e proprie icone. «Quando ho incontrato Casa Surace, ho riconosciuto

un grande talento ed una originalità non comuni, ed ho puntato su di loro. Posso dire di esser stato fortunato: ma, in realtà, ci avevo visto lungo. Oggi sono 12 fra soci, autori, protagonisti e tecnici, fra i quali Andrea, Riccardo, Bruno, Fernanda, Antonella, Nonna Rosetta, fra i volti più noti, ai quali nel tempo si sono affiancati altri attori che sono diventati componenti fissi. Come ci piace ricordare, siamo una famiglia allargata, tanto allargata da contare oltre 4 milioni di fan sui Social». Casa Surace ha infatti totalizzato più di mezzo miliardo di visualizzazioni su

Facebook e YouTube; ha lanciato “Il manuale del fuori sede”; trasformato il pacco da giù, a base di generi alimentari di conforto, tradizionalmente inviato dalle famiglie ai giovani fuori sede per i quali è una sorta di salvavita, nello “StaisciuPacco”, ordinabile online; ha collaborato con i più importanti brand nazionali ed internazionali. «Il nostro pubblico ha accettato che Casa Surace desse spazio alle aziende nei propri video perché, in realtà, non facciamo degli spot, ma diamo un ruolo al prodotto in sceneggiature che mantengono lo stile caratteristico ed inconfondibile del gruppo. In questa ottica accettiamo i progetti sociali come quello realizzato con ItaliaAdozioni, perché sono in linea con il nostro storytelling, creano energia positiva, e “i ragazzi” sono molto sensibili su questi temi. Di fatto parliamo la stessa lingua, abbattiamo gli stereotipi scherzandoci su e così attiviamo una funzione informativa, di sensibilizzazione, direi quasi didattica. Certo non su tutto si può scherzare: Nonna Rosetta, che è effettivamente la nonna di Beppe “scenografo e attore”, è un’autorità assoluta. Come nelle tribù dei nativi americani gli anziani avevano il verbo e il potere, così quello che dice la nonna non si discute, pena lancio dello zoccolo».


STORIE sura. Per questo motivo, abbiamo deciso di far seguire alla ricerca una campagna di comunicazione finalizzata ad una migliore cultura dell’adozione. E per farlo abbiamo scelto un linguaggio ed un mezzo non istituzionale, affidandola a testimonial molto popolari sui Social, per raggiungere una platea più ampia possibile. Così è nata la collaborazione con Casa Surace (vedi box), che ha realizzato e diffuso il video: Le frasi da non dire quando si parla di adozione. Con uno stile ironico ed empatico, persino irriverente e dissacrante in alcuni punti, il video porta a riflettere su quelle frasi fatte e quei luoghi comuni che spesso derivano solo da una scarsa conoscenza. Perché non c’è nulla di meglio di una risata per combattere gli stereotipi». Alcuni sketch del video, non a caso, prendono ispirazione proprio dalle informazioni che emergono dai risultati dalla stessa ricerca, quando si affrontano situazioni concrete: un minore straniero, una volta adottato, è italiano? Se per il nostro ordinamento giuridico è chiaro che “gli adottati nati in un altro Paese sono cittadini italiani a tutti gli effetti”, lo è meno per gli intervistati che, nel 60% dei casi, ritiene che la maggior parte delle persone (quindi gli altri) non concordi con tale affermazione, pur essendo invece d’accordo a livello personale. Insomma, molti la pensano come la sprovveduta coppia del video, che vedendo giocare a pallone il figlio adottivo della famiglia che sono andati a trovare esclamano: «Macché italiano e italiano, brasiliano è e brasiliano rimane».

DALL’AFRICA ALL’ITALIA

Ferruccio è l’orgoglioso nonno adottivo di Anna Zeritu, una bella ragazza di 13 anni tutta ricci, e di Marco Abatu, 10 anni, un’esplosione di energia e sorrisi. Nati in Etiopia, sono stati adottati da Elisa, la figlia di Ferruccio, e da Maurizio, suo marito, nel 2014. Ferruccio, cosa hai pensato quando Elisa ti ha comunicato la sua intenzione di avviare un percorso adottivo? Devo essere sincero, all’inizio il mio entusiasmo non era a mille, ero preoccupato e immaginavo le difficoltà che avrebbero potuto incontrare. Ma ho capito la loro situazione e ho fornito a mia figlia e mio genero tutto l’appoggio possibile. D’altronde, ho apprezzato lo spirito con il quale hanno fatto questa scelta: la volontà di creare una famiglia e al tempo stesso la disponibilità verso il prossimo e l’accoglienza di chi nella vita è stato meno fortunato di noi. Di affetto e amore, innanzitutto. Questi valori sono diventati anche i nostri valori. Valori che già erano presenti nella mia famiglia, che ha sempre aiutato qualcuno meno fortunato con il sostegno a distanza. Ricordo da giovane che l’arrivo delle lettere e delle foto dall’altra parte del mondo era sempre una festa. Ma l’adozione è un’altra cosa. Zeritu e Abatu sono la mia gioia, la luce della mia vita. E quando ti ha detto che i tuoi nipoti sarebbero arrivati dall’Africa? Il colore della pelle è stato o può essere un problema? Non è mai stato un problema per noi, non lo è per i bambini, non lo è per nessuno dei nostri amici. È un non-problema, nella società multietnica nella quale viviamo, o almeno così dovrebbe essere. I miei nipoti, soprattutto da piccoli, dicevano: «Io sono marrone come il cioccolato: al latte d’inverno, fondente d’estate». Io non me ne accorgo, sinceramente non lo vedo. Sono i valori quelli che contano, non il colore della pelle. Come è stato il tuo primo incontro con i nipoti? Emozionante. Era Pasqua, via Skype. Mi viene da dire “la più bella sorpresa di Pasqua della mia vita”. Poi, dopo un mese, quando sono arrivati in Italia: il piccolo, aveva poco più di tre anni, espansivo, buttava le braccia al collo di tutti. La “grande” era più timida, ma affettuosa. Che tipo di nonno sei? A volte forse un po’ rigido, perché credo che il mio compito sia anche quello di insegnare loro qualcosa. Qualcosa che loro hanno già in parte sperimentato: la vita è fatta di luci ed ombre, di scale che a volte si scendono ed altre si salgono. L’affetto e l’amore che loro ricevono è incondizionato e illimitato, ma devono crescere con la consapevolezza che alcune cose si ottengono con il sacrificio. Ti danno soddisfazioni? Zeritu a scuola ha tutti 9 e 10, è molto studiosa e mi rende pieno di gioia. L’idolo di Abatu è Andrea Belotti, il capitano del Torino. Come potrei non essere orgoglioso di aver trasmesso la mia incrollabile fede granata?

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intervista di Raffaello Carabini

«LA POTENZA DELL’ARTE STA NELL’IDEA, NON NELL’OPERA» 40 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020


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__le INTERVISTE di 50&Più__

ANNA MARIA MONTALDO

LA CAGLIARITANA ANNA MARIA MONTALDO È DIRETTRICE DEL POLO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DEL COMUNE DI MILANO, che comprende il Museo del Novecento, il Mudec, Museo delle Culture, e la Gam, Galleria Nazionale di Arte Moderna. Li dirige, supportata da due conservatori per ogni museo, e coordina la realizzazione di opere nei luoghi pubblici e i progetti di cooperazione e inclusione culturale. «Anche quando l’arte era commissionata da papi, vescovi o principi rispondeva a delle logiche. Di potere o di autocelebrazione, diverse dalle nostre - ci dice quando le chiediamo se il mercato non abbia fatto perdere all’arte quasi tutta la sua aura -. Oggi siamo abituati a collegare immediatamente l’arte antica ai grandissimi, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, però il sistema dell’arte comprendeva anche

Dopo la laurea in Lettere collabora con il Comune di Milano a diversi progetti culturali. Del suo ruolo di direttrice del Polo d’Arte Moderna, ottenuto nel 2017, dice: «Un processo professionale che, seppure molto impegnativo, mi sentivo di sostenere»

d’accordo. Questi sono moltissime figure minosicuramente alcuni deri. Non voglio paragogli elementi che internare certo l’arte italiana vengono nel realizzare di oggi alla grande staun’opera di arte congione del Rinascimento, temporanea, però pennon mi interessa. Penso so che davvero deterche comunque le logiminante sia l’idea, il coche fossero le stesse. municare un pensiero, L’aura in molti casi, peche può essere rivolurò, non era così convinzionario, al di là del fatto cente neppure prima del che sia più o meno promercato, perché risponvocatorio o scandalistideva a strategie non sempre dettate dalla necessità di NEL 1987 ANNA MARIA MONTALDO fare grande arte». INIZIA A DIRIGERE I MUSEI CIVICI La sociologa DI CAGLIARI (NE ISTITUIRÀ QUATTRO Natalie HeiNUOVI, TRA CUI QUELLO DEDICATO ALLA COLLEZIONE INGRAO) nich del Cnrs di E DIVENTA DOCENTE DI MUSEOLOGIA Parigi indiviALL’UNIVERSITÀ DELLA STESSA dua in tre punti CAGLIARI E DI FERRARA il “paradigma contemporaco. Conta l’originalità e neo” dell’arte: guil coraggio di un pensto per lo scandalo siero nuovo. Il riconoe la trasgressione, scere la potenza dell’arconfronto solo con te in un’idea, e non tanun pubblico di inito in un manufatto o in ziati e strategie tese una capacità tecnica, è a dimostrare che il la caratteristica più convalore dell’arte non vincente dell’arte conrisiede nell’opera in temporanea. sé ma in un gioco di L’arte nel tempo ha discorsi sociali e avuto il compito di mediatici. Lei è insegnare cosa pend’accordo? Aggiunsare, cosa credere, gerebbe qualcosa? cosa immaginare. Non sono totalmente

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+ Quella di oggi, che a volte teorizza il caos oppure inventa linguaggi con lo scopo di confondere e simulare, non è anche teoricamente diversa? No. L’arte, quando è tale davvero, non solo un gioco o una provocazione, quando non è fine a se stessa, credo sinceramente offra grandi intuizioni, grandi idee, capaci di interpretare la realtà. Davanti a un impacchettamento di un edificio come faceva Christo oppure a quanto fa Cattelan in altri modi, siamo di fronte a un’espressione alta e profonda di arte. È vero che le donne oggi sanno raccontare meglio e senza filtro ciò che succede? Penso di sì, per ragioni che derivano dalla storia dell’evoluzione umana femminile. Le donne hanno dovuto adattarsi e affrontare tante situazioni insieme, infatti si dice che sono multita- » NOVEMBRE 2020 I 41


«Il museo deve essere sempre aperto a tutti, un luogo che si frequenta per fare un’esperienza che permette di ripensare molti punti di vista della vita»

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sking, mentre l’uomo riesce a fare solo una cosa alla volta. Probabilmente la necessità di dover affrontare, di saper leggere con duttilità realtà così diverse fa loro mettere in campo una dose di coraggio e di audacia in più. E poi sicuramente le donne sono meno legate ai vincoli dei poteri forti, almeno finora, e pertanto sono più libere. «I musei devono continuare a reinventarsi per poter dare un importante contributo al cambiamento del mondo», lo dice Alberto Garlandini, nuovo presidente del prestigioso International Council of Museums. Ma è questo il vero compito di un museo? Sicuramente è uno dei ruoli che ha un museo. Il museo oggi è un istituto molto diverso da quello che era fino ai primi decenni del ’900. Non

è più esclusivamente un ente di conservazione oppure rivolto solo a un’élite, è un centro propulsore di idee, un centro scientifico, un luogo veramente di tutti, di riferimento per la comunità. Sia nel piccolo paese che nelle grandi città c’è comunque un legame con la comunità tutta, con la sua educazione e formazione, con il sociale, perché è anche l’ambiente dove le persone devono stare meglio. E non in una situazione di soggezione, come avveniva in passato, con la grande monumentalità, le scalinate per accedere ai saloni immensi, che pur mantengono il loro fascino. Il museo è cambiato nella sostanza e lo dimostrano le stesse strutture così accessibili dei nuovi edifici che li ospitano. È il luogo dove veramente si potrebbe migliorare il mondo. Quale rapporto deve avere un museo con le mo-

stre che vi si svolgono? Le mostre hanno una funzione importante per il museo, la cui offerta deve essere interdisciplinare e garantire sguardi da diversi punti di vista, ma non devono sottomettere l’importanza della struttura museale all’attività espositiva. Soprattutto devono essere un’interpretazione, un racconto, una nuova narrazione che parte dal contenuto e dalla mission del museo. Non credo che un museo debba impoverirsi per ospitare grandi mostre, le cosiddette blockbuster, per fare più visitatori possibili, per avere grande visibilità. Credo sia profondamente sbagliato. Le mostre devono avere il loro appeal, essere attraenti, ma soprattutto devono scavare nelle collezioni del museo, essere di ricerca, un tramite per la conoscenza scientifica.

I DIECI ANNI DEL MUSEO DEL ’900 NEL 2014 LA MONTALDO PRESIEDE L’ANMLI, ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI MUSEI LOCALI, E COORDINA LE INIZIATIVE DI “CAGLIARI, CAPITALE DELLA CULTURA 2015”

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Il Museo del Novecento è stato inaugurato nel dicembre 2010. «Siamo cauti per via della pandemia, ma per questo compleanno abbiamo progetti che idealmente voglio richiamare una festa di piazza, perché questo Museo è molto amato dai milanesi e frequentato dai turisti».



È online la nuova piattaforma di 50&Più, uno strumento di comunicazione rivolto al mondo degli over. Un angolo del web piacevole e divertente, dedicato prevalentemente a chi ha superato i 50 anni e cerca un approccio veritiero ai problemi che riguardano l’età matura. Un luogo in cui l’informazione, sempre attenta e aggiornata, è dedicata a coloro che vogliono sentirsi parte attiva della società. www.spazio50.org vi aspetta, vieni a scoprire di più!

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cultura LIBRI ARTE TEATRO MUSICA CINEMA

__LIBRI CULTURA__ DICE MARCIA THEOPHILO: «LE MIE POESIE CANTANO QUEL MONDO, QUELLA CULTURA, LO SPIRITO DELLA FORESTA, E I CAMBIAMENTI NEGATIVI, LA NECESSITÀ DI SALVARE QUEL POLMONE VERDE CHE ANIMA LA VITA DEL MONDO, COMPRESE LE PERSONE». È l’Amazzonia verde d’acqua (questo il titolo del suo ultimo libro), quel mondo a cui la poetessa e antropologa brasiliana dà vita, forma, sostanza, anima e respiro con la forza, il coinvolgimento, l’amorosa ossessione tematica e linguistica di sempre. Sono le «impensate foreste senza fine/di fiori e frutti tropicali/e cuori di antichi animali/impregnati di vita/in un cielo di nubi polverose/e di acque coperte/di metallo rovente/dove ardono i marinai». Tutta la poesia di Teophilo è inspirata alla foresta amazzonica, ai suoi popoli, ai suoi alberi e animali, al pericolo della sua distruzione. Il suo mondo verde (ancora verde) è “l’umanizzazione di un mito, quasi un inno panteistico alla natura e alla sua anima”. Theophilo si aggira nelle sue foreste, ne ricostruisce anche la storia, l’origine, la vita interiore che

UN INNO + ALLA NATURA E ALLA SUA ANIMA

è quella dei suoi AMAZZONIA VERDE D’ACQUA abitanti. Lei canta MONDADORI EDITORE - anche in italiano 336 PAGINE 22,00 EURO visto che è la traGiudizio di 50&Più: duttrice dei suoi versi, quasi una doppia partitura la foresta, “il mio dizionario”, “le tribù assassinate”, “incendi, nuvole e fumo insieme bulL’acqua, l’aria, gli alberi... ldozer”, “immondizie”. «Attraverso la La forza degli elementi poesia, tutti possonaturali, e non solo, no capire che gli alper raccontare il fascino beri siamo noi, e dell’Amazzonia che noi siamo alberi»: una simbiosi e il pericolo intatta con l’habitat della sua distruzione delle sue radici, con l’orizzonte naturale di Renato Minore in cui da sempre si esprime. Conclude Marcia Theofilo: «Noi siamo QUANDO RASSERENA alberi, perché gli alberi della Boris Pasternak Passigli Editore - 192 pagine foresta siamo noi. Senza quegli prezzo: 19,50 euro alberi, senza il soffio di quella Giudizio di 50&Più: membrana verde, il genere Nell’anno del doppio anniversario (centotrenta umano si estinguerebbe. Peranni dalla nascita e settanta dalla morte), ciò io canto un’anima che si ecco l’ultima raccolta di Boris Pasternak, sta dissolvendo, canto rumori Quando rasserena (traduzione Alessandro Niero). Versi che afvitali, canto la bellezza della fiancano la stesura del Dottor Zivago e poi si prolungano quasi natura, canto il sogno di un ria commento del Nobel. Il fragoroso successo del romanzo torno a un mondo pulito, senmetteva in ombra, e quasi cancellava, il poeta. Eppure Pasternak za inquinamento, ma anche continuava a essere un poeta, “il più terso, il più fiducioso”, senza crudeltà». sempre “al servizio della bellezza, e la bellezza è la felicità di dominare la forma, e la forma è il presupposto organico dell’esistenza”. Un grande poeta-fanciullo, ma non era lui il fanciullo, era “il mondo dentro di lui che era restato fanciullo”, secondo Marina Cvetaeva. «Ha ottenuto in premio un’eterna giovinezza poetica», ripeteva Anna Achmatova.

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__ARTE CULTURA__ TRA LE OPERE IN ESPOSIZIONE:

“Telaio con tessitore”, 1884 (sotto), “Autoritratto con cappello di feltro grigio”,1887 (a destra), “Mietitori”, 1888 (nella pagina seguente).

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DA NON PERDERE

INFORMAZIONI

Van Gogh. I colori della vita Centro Culturale San Gaetano Via Altinate 71, Padova. Fino all’11 aprile. Orari: da lunedì a giovedì 10/18; venerdì 10/19; sabato 9/20; domenica 9/19. Biglietti: € 17; ridotti: € 14 (studenti fino a 26 anni, giornalisti, over 65); € 13 (gruppi); € 11 (minorenni); gratis accompagnatore disabili, bimbi fino a 5 anni. Come per tutte le mostre in corso sul territorio nazionale, a seguito della normativa anticovid, si può accedere preferibilmente dietro prenotazione e con ingressi contingentati ogni dieci minuti. Questa situazione offre al visitatore il vantaggio di godere nel migliore dei modi, grazie al distanziamento, dell’emozionate sequenza di opere e capolavori.

Padova ospita una grande rassegna dedicata al pittore olandese, dai cupi esordi alle luminose tele della maturità

MOSTRE di Ersilia Rozza

VAN GOGH DIPINGE LA FRAGILITÀ DELLA VITA VESTENDOLA DI COLORI «HAI TENTATO SOTTO LE TUE DITA DI FERMARLA, LA VITA. Come una donna amata alla follia la vita andava via, e più la rincorrevi e più la dipingevi a colpi rossi per tenerla stretta, gialli come dire “aspetta!”, fino a che i colori non bastaron più…». Così il cantautore Roberto Vecchioni cantava in Vincent, una struggente ballata pop-rock del 2000. E tutta l’epopea drammatica del pittore olandese è un percorso che dalla cupezza della campagna più povera e umile dei Paesi Bassi lo porta alle viuzze della Ville Lumière e al sole mediterraneo della Provenza. Un’illuminazione continua, progressiva, dei colori e della

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“visione” cui quei colori portavano. Gli inizi, stentati e non certo indimenticabili, di Van Gogh, figlio di un pastore calvinista allevato in una canonica rurale, sono legati all’universo contadino, che lui amava nella sua immutabilità, nella sua conformità alla natura. E rappresentava nella sua sporca, terrosa “nebbia” di marroni, ocra, grigi, che pesava sui paesaggi e sui volti, sui raccolti e sulle mani, sulle pommes de terre, cibo di ogni giorno, e sui fagioli, portata della festa. Partendo da questo naturalismo quasi verista ispiratogli da Jean-François Millet e dagli artisti della scuola dell’Aja, Van Gogh supererà di slancio l’edonismo

impressionista arrivando a un pre-espressionismo di matrice quasi romantica. E il colore è la sua esaltazione per rappresentare stati d’animo sempre in tensione e la natura come loro riflesso sensibile. Una ricerca affannosa che fuse insieme alea e musica. Lo scriveva lui stesso, indicandoselo come meta: «Se osassi lasciarmi andare a rischiare ancora di più, a uscire dalla realtà e a fare con il colore come una musica di toni…». Nato nel 1853 a Zundert, in Olanda, inizia a dedicarsi alla pittura sulla soglia dei trent’anni, con un’attività frenetica, come fosse una necessità senza tregua di vivere “sulla” tela, di trasporre in immagini il contenuto dell’anima e “di conoscere e scardinare il senso e la forma del mondo”. In un decennio realizzò quasi 900 dipinti e più di 1.000 disegni: si suicidò a 37 anni, l’età drammatica per i geni della pit-


__ARTE CULTURA__

tura, quella in cui morirono Raffaello, Watteau, ToulouseLautrec, Parmigianino. Dopo un inizio come venditore di stampe e un avvio di studi in teologia - la sua dedizione quasi fanatica ad assistere i poveri, pur vivendo in assoluta indigenza, allarmò la Scuola di Evangelizzazione che frequentava, che lo mise alla porta - su incitamento dell’amato fratello Théo, decide di dedicarsi prima al disegno e poi alla pittura. In vita vendette un solo quadro e visse sempre grazie al sostegno del fratello, con cui intrattenne una fitta corrispondenza, lettere che sono autoanalisi spietate e sermoni vaneggianti, dichiarazioni di amore universale e disperate richieste di aiuto, continue interrogazioni sul proprio talento ed eretici trattati di estetica. Il trasferimento a Parigi, al seguito di Théo, che stava diventando un gallerista affermato, gli fece scoprire gli impressio-

nisti e i puntinisti, le stampe nipponiche ukiyo-e che iniziò a collezionare (e le cui atmosfere e colori andò poi a cercare nel sud della Francia), gli antichi maestri del Louvre. Come suo tipico, della città moderna e in piena industrializzazione, raffigurò gli angoli meno urbanizzati, i mulini a vento, le vie più anguste, e anche semplici fiori e volti, aprendo però la propria gamma coloristica e con pennellate, sempre più ricche, che passavano dai puntini ai tratti carichi e intensi. La partenza per Arles fu quasi improvvisa, un desiderio di ritorno alla natura aperta, alla libertà. Ma nella provinciale cittadina del sud fu oggetto di scherno (il trasandato pittore dai capelli rossi e dall’accento così diverso nel parlare, che se ne andava sempre negli stessi posti carico di tubetti e cavalletto e anche di un’ingombrante cornice prospettica), fece amicizia con la vicina famiglia del

postino Roulin, che ritrasse più volte, e si impegnò a convincere Paul Gauguin a raggiungerlo. Una convivenza di due mesi, che culminò in uno degli episodi più noti della storia dell’arte, la famosa autoamputazione di parte del lobo dell’orecchio, consegnato a Rachel, la prostituta che i due preferivano nella locale casa di tolleranza. «Conserva questo oggetto con cura», le dice Vincent e sparisce. La mattina dopo la polizia, avvisata dalla ragazza, lo trova abbandonato nel suo letto come in fin di vita e lo porta all’ospedale, dove presto accorre Théo, avvisato da Gauguin, che invece parte subito. Seguiranno i giorni del manicomio e il rientro a Parigi e dintorni. Il corto circuito energizzante di straordinaria intensità con Gauguin fece creare a Van Gogh i suoi più noti capolavori: i due litigavano e si esaltavano a vicenda. E il colore “scoppia” nelle tele, luminoso e “avventuroso”, diventa espressione della fragilità di ogni cosa, la natura invade i quadri come una pulsazione emotiva, segno vibrante di “eccesso” esistenziale. Nel 1890 viene venduto a Bruxelles per 400 franchi, una cifra con cui si poteva vivere dignitosamente per alcuni mesi, La vigna rossa, e al “Salon des Indipendants” viene notato per la prima volta dalla critica. «Fra i tanti in mostra, tu sei il migliore», gli scrive Gauguin, ma Van Gogh non legge la lettera. La sua malattia, a lungo discussa, probabilmente una forma di epilessia, ha partita vinta: Vincent si spara in campagna il 27 luglio 1890, una splendida domenica di sole.

Muore due giorni dopo, accudito da Théo, che morirà sei mesi dopo per il crollo nervoso. È ancora un perfetto sconosciuto: il giornale locale della cittadina di Auvers-sur Oise, poco fuori Parigi, dove viveva, in un trafiletto sull’evento, lo definisce un nommé Van Gogh, sujet hollandais, “tale Van Gogh, persona olandese”.

Van Gogh. Dal buio alla luce Sono oltre 90 le opere esposte al Centro Altinate San Gaetano di Padova, 82 delle quali firmate dal genio olandese e le altre utili per inserirlo nel suo tempo, in relazione con artisti che per lui hanno contato, collocandone l’attività cronologicamente tra le peregrinazioni nel nord dell’Olanda e le miniere del Borinage per raffigurare da vicino la dura esistenza della gente che voleva come modello, fino agli anni francesi dell’esplosione del colore. Dai disegni “goffi” degli inizi ai capolavori provenzali il percorso sembra via via accendersi, dai contadini e i minatori piegati dalla fatica, spenti e cupi, alla luminosa esplosione di azzurri, gialli, arancio delle tele mediterranee e di Auvers, dalle nature morte raggrumate e buie alle belle facce dell’Arlesiana e di giovani donne. Un percorso punteggiato dalle opere di Millet e Seurat, di Gauguin e Signac, da stampe giapponesi e gli Studi per un ritratto di Van Gogh di Bacon, del 1957, posti all’inizio quale immagine di un uomo che ha viaggiato “nell’interstizio possibile tra il respiro e la sospensione del respiro, tra il pieno e il vuoto”. NOVEMBRE 2020 I 47


__MUSICA CULTURA__ IL GIORNO DEI GRANDI ALBUM

Il 30 novembre è un giorno importante. Nel 1979 apparve sul mercato The Wall dei Pink Floyd e, nel 1982, Thriller di Michael Jackson. Capolavori da ascoltare e riascoltare.

In ricordo del Maestro, il Tartini Festival di Pirano si chiuderà con un concerto a Lubiana, il 3 dicembre

I 250 ANNI DALLA MORTE DI GIUSEPPE TARTINI

MUSICA di Raffaello Carabini

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IN USCITA

Il pop sfaccettato e “black” degli Style Council in una nuova antologia OTTIMA MUSICA E TESTI DI IMPATTO SOCIALE

Long Hot Summers fu il singolo più venduto degli Style Council. Da quel brano prende il titolo la loro antologia “definitiva” (2 cd oppure 3 Lp) appena pubblicata. Oltre alla title-track e due inediti (una demo orchestrale di My Ever Changing Moods e una versione estesa di Dropping Bombs On The Whitehouse), include Speak Like A Child, You’re The Best Thing, My Ever Changing Moods, Shout To The Top e via dicendo. Gioielli che illustrano il pop sfaccettato e “black”, con testi di impatto sociale, di una delle band più significative degli Anni ’80.

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IN ITALIA QUESTO ANNIVERSARIO È TRASCORSO INOSSERVATO, i pochi eventi previsti attorno al 26 febbraio, giorno del decesso del compositore, a Padova nel 1770, cancellati a causa del Covid. Nato a Pirano, in Istria (oggi Slovenia, ma allora territorio veneziano), 78 anni prima, fu, con Vivaldi e Corelli, tra i massimi esponenti della musica barocca, celebre già ai suoi tempi e apprezzato nell’Ottocento (E.T.A. Hoffman, lo scrittore romantico tedesco del “gotico”, gli dedicò il bel racconto L’allievo di Tartini). Virtuoso del violino, è famoso per Il Trillo del diavolo, che disse lui stesso dettatogli in sogno da Belzebù in persona tanto è complesso e fantasioso. Ne rimane insuperata l’interpretazione vertiginosa di Fritz Kleiser, reperibile solo nel box

di 6 cd 100 Best Violin (insieme a numerose altre pagine, da Vivaldi a John Williams, e solisti, da Menuhin alla Mutter, per 21,89 euro). Numerose furono, però, le sue composizioni raffinate e visionarie, dai 135 concerti per violino alle 27 canzoncine sacre, dalle infinite sonate alle numerose sinfonie, ma fu anche un grandissimo didatta. Nella Scuola delle Nazioni, che fondò nel 1728 a Padova, dove visse per la gran parte della vita, arrivarono studenti che diffusero il suo stile nelle corti e nelle sale da concerto, tanto da farne fondamento dell’identità musicale europea. Non solo, Tartini fu studioso di acustica (scoprì il terzo suono e modificò la tecnica dell’archetto) e docente generoso verso i più poveri, appassionato di cioccolata e di duelli.


__TEATRO CULTURA__

TEATRO #LACITTÀSIMUOVE È IL SIGNIFICATIVO TITOLO DELLA STAGIONE 2020-21 DEL TEATRO DI NAPOLI-TEATRO NAZIONALE, che vede il debutto di Roberto Andò nella direzione artistica. Regista, sceneggiatore e scrittore palermitano, ha spaziato dal teatro al cinema fino al-

FOTO MARCO PAROLLO

LA MAGIA DI UN SIPARIO CHE SI APRE

l’opera, progettando quest’anno un considerevole cartellone che fa guardare avanti, ci aiuta a rivivere l’incanto del palcoscenico, la magia di un sipario che si apre, il prodigio degli attori nuovamente in scena. Ci aiuta a superare il difficile momento che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo per la

PERUGIA

Poesia, danza e letteratura «Una stagione da ricordare quella del Teatro Stabile dell’Umbria - dichiara il direttore Nino Marino -, che nasce dalla necessità di ridare voce agli artisti, di far rivivere gli splendidi teatri della nostra regione e mantenere la relazione con gli spettatori...». È stata presentata così una prima fase di quattro spettacoli, dedicati anche alla poesia (Monica Guerritore) e alla danza (Cristiana Morganti) che, fino a dicembre, accompagneranno lo spettatore al Teatro Morlacchi di Perugia. Questo mese va in scena il progetto più maestoso e ambizioso della programmazione: l’immensa opera di Tolstoj, Guerra e Pace, nella riscrittura di Letizia Russo, con Stefano Fresi nei panni del principe Andrej e la firma registica di Andrea Baracco. Per l’occasione la platea diventerà un grande palcoscenico e il pubblico seguirà dai palchi. Sicuramente molto suggestivo! Info: 0755722555

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AL TEATRO ROSSETTI DI TRIESTE, DAL 25 AL 29, È IN SCENA PEACHUMUN’OPERA DA TRE SOLDI, RIVISITAZIONE DI BRECHT DI FAUSTO PARAVIDINO, CON ROCCO PAPALEO. INFO: 0403593511 FOTO LE PERA

Il palcoscenico riprende a vivere: con immensa gioia, tanta emozione e la dovuta attenzione, gli spettatori tornano a sognare

di Mila Sarti

Ricca programmazione per il Teatro di Napoli, che vede in scena testi, attori e registi preziosi per la nostra Cultura che ricomincia a respirare pandemia. Ci aiuta di nuovo a sognare. Ricca e articolata la programmazione ospitata dai Teatri Mercadante e San Ferdinando che, fra drammaturgia contemporanea, classici, rivisitazioni di capolavori del Novecento, allestimenti inediti e progetti speciali, andrà avanti fino a maggio. Uno dei pochi teatri che ha programmato l’intera stagione teatrale. Tanti e grandi gli attori e i registi che si avvicenderanno: da Toni Servillo a Mario Martone, da Emma Dante a Silvio Orlando, da Renato Carpentieri a Marco Baliani, interprete e regista de

La quinta stagione del poeta Franco Marcoaldi (dal 5 all’11, T. Mercadante), da Imma Villa a Enzo Moscato, autore e protagonista di Occhi gettati (19-29, T. San Ferdinando), a Mimmo Borrelli e Lino Musella, Valter Malosti e Andrea De Rosa, a Carolina Rosi e Roberto Cappuccio, Armando Punzo e Pierpaolo Sepe, Fausto Russo Alesi e Tonino Taiuti, Franco Però e Mario Gelardi, Manuela Mandracchia e Franco Branciaroli, Davide Iodice e Daniele Salvo, Laura Marinoni e Luca Lazzareschi. Info: 0815513396 NOVEMBRE 2020 I 49


__CINEMA CULTURA __

Un’evasione da una casa di riposo per cercare l’amore. Succede nella commedia corale Free-Liberi, con Corinne Clery e Sandra Milo, presentata in anteprima a Venezia

di Alessandra Miccinesi

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FILM IN USCITA

FREE-LIBERI. IN FUGA PER AMORE

DRAMMATICO

PADRENOSTRO REGIA di Claudio Noce con: P. Favino, B. Ronchi, M. Giraci e F. Gheghi Giudizio di 50&Più:

È solo una delle tante storie sugli anni di piombo che tra ideali e violenza racconta l’Italia da un punto di vista differente: quello dei figli. Il filo conduttore è la forte amicizia tra due ragazzini assai diversi l’uno dall’altro e che anni dopo quella lunga estate che li ha segnati si rincontrano. Ispirato alla storia personale del regista - testimone dell’attentato contro il padre, il vicequestore Alfonso Noce - il film è valso al protagonista Pierfrancesco Favino la Coppa Volpi a Venezia 77.

DRAMMATICO

COSA SARÀ REGIA di Francesco Bruni con: K. Rossi Stuart e L. Indovina Giudizio di 50&Più:

Kim Rossi Stuart è Bruno, uomo del nostro tempo le cui dinamiche familiari e lavorative sono in fase di stallo. Il suo produttore stenta a realizzare i nuovi progetti, si è separato dalla moglie Anna (Lorenza Indovina) e ha una relazione poco soddisfacente coi due figli. Quando si ammala di leucemia e tenta il trapianto di staminali, Bruno e la sua famiglia iniziano un nuovo capitolo della loro vita. Film di chiusura della Festa del Cinema di Roma.

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CINEMA

DAL LAZIO ALLA PUGLIA “ON THE ROAD”: UNA STORIA DI SPERANZA E OTTIMISMO CHE CELEBRA LA VOGLIA DI VIVERE, DI EMOZIONARSI. PERCHÉ AL CUORE NON SI COMANDA, A QUALUNQUE ETÀ. Presentato alla 77a Mostra di Venezia, il film di Fabrizio Maria Cortese è uno di quelli su cui il cinema nostrum punta per riportare il buonumore (e il pubblico) in sala. Cinque anziani ospiti della casa di riposo dell’Opera Don Guanella di Roma, annoiati dal tran tran quotidiano e delusi per il distacco dei loro affetti, attuano un piano di fuga: destinazione Puglia. Il gruppo in fuga è capitanato da Rocco (Ivano Marescotti), un trader fallito, e da suo fratello Luchino (Enzo Salvi), cuoco ossessivo compulsivo. Con loro ci sono Antonio (Babak Karimi), ex-capitano di lungo corso, Erica (Corinne

Clery), ex-cantante cardiopatica, e Mirna. Sarà proprio lei - una effervescente Sandra Milo - il cuore della storia: arrivata in Italia dalla Serbia allo scoppio delle Guerre jugoslave, Mirna non ha mai dimenticato il suo grande amore, il pluriricercato Dragomir (Antonio Catania). L’uomo, creduto morto, in realtà si nasconde nel Salento da decenni. Quando Mirna confessa ai suoi amici l’intenzione di andare a cercare Dragomir, i quattro non resistono alla tentazione. E fuggono con lei. Sono certi che la loro vita cambierà, una volta incontrato il potente criminale. Riusciranno i nostri eroi a realizzare il sogno della vita? Nel cast anche Tullio Solenghi, Marco Marzocca, Sergio Friscia e Michele Venitucci. Regia: Fabrizio Maria Cortese Genere: commedia Giudizio di 50&Più:


«TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI STORIE», PAROLA DI MICHELE (& GINO) +

M intervista di Raffaello Carabini

MICHELE MOZZATI

__le INTERVISTE di 50&Più__

Una carriera intensa e vivace lo vede autore, sceneggiatore e scrittore: “In quel blu di Genova”, uscito lo scorso luglio, è il suo primo romanzo. Proficua la sua collaborazione con lo storico amico e collega Luigi Vignali, con il quale spazia dalla Tv al cinema, dal teatro ai libri di satira

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MICHELE MOZZATI MICHELE MOZZATI È UNO DEI PIÙ PROLIFICI AUTORI SATIRICI ITALIANI. In sodalizio con Luigi Vignali, come Gino & Michele, ha scritto programmi televisivi, libri umoristici, sceneggiature cinematografiche e pièce teatrali, oltre a “inventare” l’agenda Smemoranda. Da qualche tempo è in libreria il suo primo romanzo, Quel blu di Genova. C’è una sorta di mantra che percorre il suo romanzo: “Tutte le storie sono storie d’amore”. È l’incipit di Eureka Street, di Robert McLiam Wilson: come può essere così totalizzante l’amore in una società sempre più globalizzata, asettica e algoritmodipendente come l’attuale? Non c’è algoritmo, non c’è globalizzazione che possa umiliare l’amore in modo definitivo. Senza l’amore finiremmo con l’essere tra i tanti del mondo animale. È l’amore (con il suo opposto, purtroppo) che ci rende diversi, ci eleva a vite-vive con testa e cuore. Per questo motivo ho scelto come incipit del mio romanzo Quel blu di Genova lo stesso di un altro scritto. Perché “tutte le storie sono storie d’amore” è una frase diretta, lineare, così normale da parere quasi banale. Sono convinto che dentro a ogni cosa apparentemente scontata e semplice ci sia il nocciolo dell’esistenza. Eureka Street è un formidabile romanzo di formazione, scritto da uno dei più grandi e restii autori della letteratura contemporanea. E inizia così, con una frase di mezza riga. Dentro, te ne accorgi quando vai avanti a leggere le restanti 400 pagine, c’è il senso e il non-senso di una NEL 2000 GINO & MICHELE delle più devastanti e incomHANNO PUBBLICATO “NEPPURE prensibili assurdità del ’900: UN RIGO IN CRONACA“, il conflitto nord-irlandese. UN ROMANZO AMBIENTATO NELLA MILANO DEL 1958, In Quel blu di Genova uso la UNA STORIA ITALIANA frase più volte, davvero quasi DEL PRE-BOOM come un mantra, ma non cito volutamente la fonte, quasi fosse un gioco col lettore. Il suo romanzo ha un intreccio quasi da feuilleton ottocentesco. Lei risolve una trama che, un Wilbur Smith o un Ken Follett avrebbero elaborato in uno o due tomi,

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Milano, dicembre 2015: da sinistra, Giancarlo Bozzo, Luigi Vignali e Michele Mozzati, autori del programma “Zelig”.

in 200 pagine che si leggono in un amen. Piuttosto che particolareggiare e articolare la narrazione, ha preferito arricchirla di rimandi storici, letterari e sociali, di “storie piccole di cui si sa poco”. Perché questa scelta? Mi è venuto così. Lei mi cita grandi autori contemporanei. Io da adolescente mi divertivo a leggere la buona letteratura dell’Ottocento o, spingendomi oltre, Il dottor Zivago, o la letteratura sudamericana. Per me inarrivabili, oggi, da chiunque, almeno in Italia. Evidentemen-

te temevo - più inconsciamente che con lucidità - di infilarmi nei tunnel del Conte di Montecristo o del Colonnello Buendìa. Se ti infili in quella struttura narrativa, liscia e appagante ma nello stesso tempo piena di “giganti”, il confronto anche lontanissimo con i Grandi Maestri ti annienta. Quindi ho scelto la strada un po’ folle di fare continui salti di tempo e di spazio. Alternando piccoli eroi dell’800 a grandi eroi del ’900. Fino all’Io Narrante, un normalissimo signore degli anni Duemila. E poi è bello saltare dal Castello Sforzesco milanese alla San

BIOGRAFIA

1970

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GLI INIZI Il ventenne Michele Mozzati si iscrive all’università, corso di laurea in Lettere e, contemporaneamente, diventa la voce solista del quartetto di cabaret ”I bachi da sera“. Ne fa parte anche Gino (Luigi Vignali).

1977

IN COPPIA CON GINO La coppia Gino & Michele lancia lo Studio Metrocubo di Radio Popolare, l’anno successivo l’agenda Smemoranda e, due anni dopo, scrivono con Enzo Jannacci Ci vuole orecchio. Inizia la fama come comici.


IL LIBRO

«Vedere un deserto con i cactus fioriti vale una storia d’amore. Sono bellissimi, irresistibili, ma per coglierli occorre mettere in preventivo di pungersi. Sono un’allegoria della vita» Nei suoi libri, Mozzati ama fare continui salti di tempo e di spazio, alternando piccoli eroi dell’800 a grandi eroi del ’900.

Francisco di “City Light”, la libreria di Ferlinghetti. Mi sono proprio divertito. Definisce il viaggio dei suoi protagonisti “l’onirica dimensione dell’utopia realizzabile”. Era così nel 1853. Oggi, reduci (o quasi) dalla pandemia, che esperienza è il viaggiare, sia fisico che mentale? Devo dire che con le sue “domandine” non fa sconti! Rispondo. A posteriori si può sempre dire - è facile farlo - che un’utopia era in fondo realizzabile, soprattutto se nella storia che raccontiamo si è realizzata al-

1986

meno in parte. Oggi siamo reduci. La mia generazione non soltanto dalla pandemia, soprattutto dai grandi ideali mai completamente o per nulla realizzati. Però, come premio di consolazione per tutto quello che non siamo riusciti a fare, ci è stato permesso viaggiare, viaggiare molto, negli anni, vedere come se la sono cavata gli altri uomini, idealisti o meno. Oggi il Covid ci ha tolto anche questo piacere del viaggio libero. Speriamo per poco. Ma i viaggi con la testa, quelli si fanno eccome. Molto divertenti, soprattutto se poi si ha la possibilità di scri-

AUTORE E SCRITTORE Con il locale Zelig iniziano gli anni della televisione. Insieme a Gino è tra gli autori di Drive in, Emilio, Su la testa e Zelig tv. Scrivono libri di satira e la raccolta Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano.

2016

ATTENTI A QUEI DUE

Ernesto Giudici, milanese di famiglia bene, e Cesco Esposito, panettiere-pizzaiolo napoletano (forse antenato del Raffaele che, nel 1889, inventò in onore della regina la “margherita”), cadono nello stesso sotterraneo del Castello Sforzesco durante la fallita rivolta mazziniana del 1853. Sono loro i protagonisti del romanzo Quel blu di Genova (La Nave di Teseo, pgg. 207, € 16), che li vede fuggire a Genova, incontrare l’amore - per entrambi la bellissima Cielo Sommariva -, trasferirsi negli States, aiutare Levi Strauss a “inventare” i blue jeans... Michele Mozzati fa raccontare la loro storia, punteggiata di aneddoti storici realmente accaduti, da un nipote a noi contemporaneo, con uno stile scorrevolissimo, brillante e attuale.

verli e raccontarli agli altri. La Smemoranda n. 43 ha per tema “Stories”... ...“Storie”, se preferisce. Non è la stessa cosa, ma quasi. L’introduzione dell’agenda, come sempre affidata a Gino & Michele, inizia così: «Storie. Ci sono storie piccole e storie grandi, fragili e potenti. Storie che nascono dentro di noi e che si nascondono in tram. Storie vere e storie finte. Storie che si scrivono e si leggono sul telefonino. Tutti noi abbiamo bisogno di storie». E va avanti. Ma io mi fermo, anche perché si capisce che le due cose, Smemoranda 16 mesi e Quel blu di Genova, quasi si baciano. Tutte le storie sono storie d’amore, no? Cosa pensa dell’evoluzione della programmazione e dei linguaggi satirici televisivi dagli Anni ’80 a oggi? Difetti e pregi, di cui peraltro lei è stato uno dei principali “colpevoli”? Difficile parlare con poche parole di questo. Certamente il linguaggio televisivo è cambiato. È cambiata l’utenza e sono cambiate le tipologie di fruizione. Sono però convinto che si può immaginare una Tv migliore di quella che si vede oggi. Troppo inutilmente parlata. Poco spettacolo, molta confusione tra vero e falso. Ho detto falso, non verosimile.

I LIBRI Il primo libro esclusivamente a suo nome è la raccolta di racconti Luce con muri, doppiata nel 2018 da Silenzi e stanze (entrambe edite da Skira). A luglio scorso è uscito il romanzo Quel blu di Genova.

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LIBELLULA D’ORO PROSA GIOVANNI SILONIO

LA CREATIVITÀ SALVA E ALLUNGA LA VITA «Da giovane - racconta - scrivevo canzoni accompagnandomi con la chitarra e la fisarmonica. Poi, con il passare del tempo, mi sono avvicinato alla poesia ed è stato subito un grande amore. Sono arrivato alla scrittura in prosa più tardi, circa 10 anni fa. Questo racconto - spiega - è nato per caso. Stavo passeggiando per i viali della mia città, Vercelli, quando all’improvviso ho scorto uno sfavillio di luci che proveniva da una panchina su cui sedeva un giovane biondo dal giubbotto blu. Sembrava un evento soprannaturale, così ho dato spazio alla fantasia. Spero di comunicare la vera essenza del mio racconto a chi avrà la bontà di leggerlo».

Ecco i 4 vincitori che si sono aggiudicati la Libellula d’Oro con le relative opere. In chiusura la scheda per votare i Supervincitori della XXXVIII edizione.

Dopo la maturità classica ha frequentato la facoltà di Lettere all’università di Torino. Ha lavorato presso la Asl di Vercelli e ora è in pensione. Ha pubblicato un libro di poesie dal titolo “In cammino” nel 1992 e ultimato il secondo dal titolo “Appunti di viaggio”. Ha frequentato un corso di scrittura creativa all’Unipop di Vercelli. Partecipa al Concorso 50&Più per la nona volta: nel 2012 e 2014 ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la Poesia, nel 2013 e 2014 la Menzione speciale della giuria per la Prosa, nel 2015 ha vinto la Farfalla d’oro per la Poesia, nel 2016 ha ricevuto la Segnalazione della giuria sempre per la poesia e nel 2019 ha vinto la Farfalla d’oro per la Prosa. Vive a Vercelli.

I

IN UN TARDO POMERIGGIO DI OTTOBRE LUCA PASSEGGIAVA PER I VIALI DELLA SUA CITTÀ, DOPO UNA GIORNATA ALQUANTO NERVOSA E PROBLEMATICA, come gli succedeva spesso negli ultimi tempi. Nella sua mente si agitavano i fantasmi di una vita trascorsa con molte incertezze e in modo incompleto. Aveva preso finalmente in mano quel fascicolo, per molto tempo dimenticato, che il padre gli aveva affidato, ma non era riuscito ad iniziare il lavoro con risolutezza. Annebbiato da questi pensieri si era spinto, inavvertitamente, verso la periferia e, ad un tratto, si accorse di trovarsi in un posto mai prima visto. Egli camminava attraverso un lungo viale, costeggiato tutto da una siepe, senza case né ville, né fabbricati di altro genere. Spuntò, come dal nulla, un cancelletto, all’interno della siepe. Dopo averlo aperto si presentò ai suoi occhi un piccolo parco, con quattro panchine di legno addossate ad altrettanti alberi e, in mezzo, uno scivolo per bambini e un’altalena. Stanco per il lungo camminare, si sedette su una delle panchine e, immediatamente, si accorse che sull’altalena aveva preso posto un biondo giovane, con jeans e giubbotto bleu, che si dondolava canticchiando un notissimo salmo, ascoltato in chiesa più volte. Si accorse che quella melodia riusciva a farlo distendere fisicamente e mentalmente, così gli venne voglia di fumare. Trasse fuori dal taschino un sigaro, ma non riuscì a trovare l’accendino. Il desiderio del fumo era diventato così forte che decise di alzarsi e di dirigersi verso l’altalena. “Giovanotto, la saluto”, disse rivolto a colui che continuava a dondolarsi, “per cortesia mi farebbe accendere?”. Il volto del giovane, fino ad allora nascosto alla vista, si girò e rivelò tutta la sua bellezza: occhi cerulei, penetranti, e barba appena accennata risaltavano su un viso dalle fattezze raffinate ed eleganti.


“Caro signore, il suo sigaro è già acceso, la saluto anch’io cordialmente”, rispose il giovane. Luca non se ne era accorto, ma il suo sigaro era veramente acceso. Stupito e un po’ confuso si rivolse di nuovo al suo interlocutore: “È vero, è acceso” e, aspirandone una boccata proseguì: “Ma come ha fatto? Lei sicuramente è una specie di prestigiatore, illusionista, mago, o qualcosa del genere”, concluse. La risposta non fu conseguenziale. “Ti stavo aspettando!”, furono le parole uscite dalla bocca del biondo giovane dagli occhi azzurri. Luca si trovò immerso nella più totale confusione, non riusciva a capirci nulla e, girando e rigirando il sigaro fra le dita, era rimasto come pietrificato. Il bel giovane scese allora dall’altalena, avvicinò la bocca all’orecchio destro di Luca e scandì perentoriamente: “Mi chiamo Angelo, sono stato mandato da chi può tutto ciò che vuole, sono venuto a prendere la tua anima”. Luca arretrò di un passo e disse: “Ho l’impressione - la voce si era fatta dura e tagliente - ho l’impressione che tu ti sia fatto qualche birra di troppo, ragazzo. Mi vuoi prendere in giro? Vuoi burlarti di me ed inculcarmi paura? Hai sbagliato persona. Non penserai mica che io creda ad una sola parola di quello che mi hai riferito”. Allora Angelo fece qualche passo verso uno dei quattro faggi che ombreggiavano le panchine, ne strappò tre rametti, indi soffiò sopra. Immediatamente i rami e le foglie presero fuoco e, in un attimo incenerirono. Gli innumerevoli frammenti di brace, invece di scendere lentamente verso il basso, si indirizzarono decisamente verso l’alto, andando a formare, all’altezza delle chiome degli alberi, la figura di un otto rovesciato, simbolo dell’infinito. Un fortissimo schiaffo di vento, alzatosi all’improvviso, fece dileguare il tutto. Luca era ammutolito e nello stesso tempo estasiato. Capiva di trovarsi di fronte a qualcosa di trascendente, ma non voleva cedere all’evidenza. Chinò il capo e riuscì infine a balbettare: “Accidenti… Ci siamo allora… Ma proprio qui, stasera, sulla strada, in periferia, e così presto?”. “Questo è l’incarico che ho ricevuto. Così è stabilito!”, sentenziò Angelo. Luca guardò intorno, ma non c’era anima viva. II viale, i lampioni accesi per

la sopraggiunta oscurità, e laggiù in fondo, all’incrocio, luci di automobili. Guardò anche il cielo, che era limpido, con tutte le sue stelle al posto giusto. Venere ormai vicina al tramonto, brillava ancora. Finalmente deciso sbottò: “Senti, dammi un mese di tempo, proprio adesso ho preso in mano un lavoro, che devo assolutamente portare a termine. Non ti chiedo che un mese”. “Se vuoi, il lavoro che devi completare, te lo faccio trovare io già pronto e finito”, replicò il giovane Angelo. “No, non è lo stesso. Lo devo ultimare io, con fatica, molta fatica e dedizione umana. È una cosa troppo importante per me. Si tratta di dare un senso alla mia vita”. “E va bene: un mese hai detto? E un mese sarà, non un giorno di più. Ci troviamo qui, alla stessa ora di oggi, fra un mese. E non provare a fare il furbo e a nasconderti in qualche anfratto inaccessibile: io ti posso scovare dappertutto”. Detto ciò, svanì. Un mese è lungo se si aspetta la persona amata, è brevissimo se chi deve giungere è il messaggero dell’aldilà, più corto di un respiro. Trascorse un mese, e nel giorno stabilito, in un tardo pomeriggio di novembre, Luca si portò sul luogo convenuto. C’era il cancelletto, c’erano le quattro panchine protette dai faggi, c’era lo scivolo e sull’altalena c’era Angelo, sempre vestito di blu. “Sono qui”, esordì Luca, avvicinandosi al giovane messaggero. “E quel lavoro: terminato?”, replicò l’altro. “No, no, non è finito. Lasciami ancora un mese! Mi basterà, giuro. Stavolta sono sicuro di riuscirci, credimi. Ci ho dato dentro giorno e notte, e non l’ho ultimato in tempo. Però mi manca poco. Ti prego, dammi ancora una piccola proroga”. “So che sei sincero”, riprese l’emissario celeste, “ci hai dato dentro veramente e con convinzione, per cui la proroga ti è concessa. Ci troveremo sempre qui, ma per l’ultima volta, fra un mese. Buon lavoro”. E scomparve. Il mese volò più veloce di uno stormo di jet in parata. Mai quattro settimane furono divorate con tanta avidità dal tempo. E soffiò un vento gelido quel tardo pomeriggio di dicembre in cui tutto doveva compiersi, facendo scricchio-

lare sotto i piedi le ultime foglie, ancora screziate di vita, lasciate in eredità dall’autunno. Luca aprì il cancelletto e si diresse verso il giovane dalla chioma bionda e dagli occhi celestiali, che era di spalle e stava canticchiando una canzone che a lui piaceva moltissimo, “Imagine” di John Lennon. “Sono qui”, disse toccandogli una spalla, “eccomi”. Angelo si girò e rispose: “Finito allora?”. “Sì”, riprese Luca, “tutto concluso”. “Hai trovato le risposte che cercavi? Allora vieni. Sei ben disposto al viaggio?”. “Certamente, era nei patti, ora sono pronto”. Il messaggero divino sorrise, guardò in alto e fece alzare un turbine che avvolse di foglie entrambi come in una veste sicura per un lungo tragitto. Ma il vento si placò in fretta, le foglie tornarono a terra silenziose e Angelo incominciò a parlare: “Eccoci arrivati”. “Ma siamo ancora sulla terra, nel luogo di partenza”, borbottò Luca. “Sì, puoi andare, caro amico, non abbiamo più bisogno di te”. “Allora sono libero, cioè sono vivo! Ma allora perché tutta questa messa in scena?”. Il giovane emissario del cielo ricominciò a parlare e a spiegare. “Tu nella vita, non sei riuscito a portare a compimento molte cose, in modo particolare l’università, lasciata a due esami dalla laurea, e il matrimonio, rifiutato a tre mesi dalle nozze, due traguardi a cui tuo padre e tua madre tenevano in maniera speciale. Ma c’era una terza meta che tuo padre sperava che tu potessi raggiungere: ti aveva lasciato una quantità enorme di appunti, raccolti durante la sua vita, con l’invito di riordinarli e dare loro una veste definitiva, in poche parole ti aveva pregato di scrivere il grande romanzo d’amore fra lui e tua madre, contenuto in tutti quei foglietti sparsi, conoscendo quanto eri bravo nello scrivere. Ed è tutto ciò che sei riuscito finalmente a completare. Vedi, se noi non ci fossimo comportati così, tu non avresti mai terminato l’opera affidata a te dai tuoi genitori. E noi siamo intervenuti perché tu hai dimostrato, durante tutta la vita, di essere “un’anima bella”, cioè per nulla attaccata al possesso dei beni materiali, condizione unica e indispensabile per dar espres-

sione e concretezza alle tue notevoli potenzialità di scrittore: te la meritavi la nostra mediazione. Ricordati sempre di questo concetto: scrivere, comporre musica, dipingere, scolpire, in una parola “essere creativi” avvicina a Dio, perché si diventa collaboratori e prosecutori dell’opera della creazione. L’arte diventa rivelazione di una scintilla divina tra le nostre mani. Nel tuo caso scrivere ti ha salvato e allungato la vita, facendoti finalmente provare il gusto della creatività e della conclusione di un progetto importante”. “Sì, hai ragione”, argomentò Luca, “Tu non sai, anzi lo sai perché sei una creatura soprannaturale, tu conosci perfettamente la gioia che ho provato e che provavo man mano che procedevo nella stesura del mio primo romanzo: il romanzo del grande amore fra Olga e Carlo, peripezie ed avventure. Ho assaporato sensazioni ed emozioni uniche, e, ora che ci penso, mi sono sentito vicino, sempre più vicino al cielo, con il cuore che batteva forte. Grazie per essere intervenuto, grazie a te e a chi sta lassù”. “Ora ti devo lasciare per sempre, ma sono sicuro che la lezione l’hai imparata - riprese Angelo -, che non lascerai più le cose a metà, che lotterai per far rimanere sempre accesa e per alimentare quella fiammella di inventiva che ogni persona possiede. È la fiammella dell’eternità, la fiammella che avvicina a Dio. E ricordalo per sempre: Scrivere, dar espressione alla propria creatività, salva ed allunga la vita. Ciao”. Dopo aver pronunciato queste parole, scomparve, accompagnato da uno stacco d’organo e violini. Luca era raggiante, felice, gli pareva che la vita, cominciasse ad aver un senso solo da quel momento, a 62 anni. Si guardò intorno: le quattro panchine con i faggi erano sparite, così anche il cancelletto, lo scivolo e l’altalena. Era rimasta solo la notte, rischiarata da una miriade di stelle, e da mamma luna. Da un cespuglio s’affacciò un grazioso leprotto, si diresse verso di lui, fece tre giri intorno ai suoi piedi, si fermò, lo guardò… e poi riprese la sua corsa verso l’ignoto. ln fondo al viale, intorno alla rotonda, un andirivieni di automobili. La vita continuava a scorrere, non aveva mai cessato di pulsare.

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LIBELLULA D’ORO POESIA ARMANDO GIORGI

CAMERA CON VISTA AL MARE L’amore per la poesia dura da almeno 40 anni. «Ho iniziato a scrivere poesie sin dal 1980 e continuo a farlo». Dice Armando Giorgi, 91 anni, che, accanto alle opere in versi, ama scrivere anche in prosa. «Con questa poesia - spiega - ho voluto raccontare due estremi: la differenza di un luogo che si ama e si conosce, la montagna, e quello che è al di là di essa, il mare. Un ambiente completamente diverso rispetto a quello più rassicurante in cui si vive. Eppure, agognato». È il desiderio di conoscere, di vedere cosa c’è oltre a quelle montagne. È il fascino dell’ignoto. E se è in una nuova dimensione e realtà che la vita prosegue, allora dovrà essere una “Camera con vista al mare”.

È nato a Genova, dove vive. Ha lavorato come macchinista alle Ferrovie dello Stato, ora è in pensione. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali di poesia e narrativa e ha pubblicato 34 volumi tra romanzi e poesie. È Cavaliere della Repubblica. Al Concorso 50&Più nel 2007 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Poesia, nel 2008 e 2013 la Libellula d’Oro per la Poesia, nel 2009, 2011 e 2015 la Segnalazione della giuria sempre per la Poesia e nel 2013 la Menzione speciale della giuria per la Prosa.

Il mio paese è una parrucca di neve, indossata dalla montagna. Quando il freddo accende stufe, alita fumosi capelli neri. Potrei scalare, nel calendario di giorni, altri incontri, affamato dagli abbracci. È così, cara, ti descrivo questo gelo, come significato di lontananza. Appena tolgo neve dai vetri, la trasparenza dei tuoi occhi, pettina spazi di immagini. Quando stagioni contorneranno paesaggi di sole, respirerò attese. Chiarezze d’echi “ritorni?!”. Non evaderò da queste cime, per indossare cappotti firmati. Chiedermi se sono l’uomo dalle caviglie adatte a camminare tra viali alberati, tarlati dallo smog, con la mia stagione arrugginita. Ti avviserò! Se entrerò nel circuito del tuo amore, prenotami una camera, con vista al mare.

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LIBELLULA D’ORO PITTURA GAVINA SOLINAS

…DALLA ESCALA DEL CABIROL (ALGHERO) «Mi dedico alla pittura sin da quando sono in pensione - racconta - ma ho sempre amato il disegno». Il quadro rappresenta un luogo reale di Alghero, molto affascinante. «Il titolo del quadro …dalla Escala del Cabirol è in lingua catalana - spiega - che tradotto in italiano significa Dalla gradinata del capriolo. Rappresenta un tramonto di settembre con la sua profondità ed i suoi colori, sempre molto apprezzato anche dai turisti». La Escala del Cabirol, detta così per il suo inerpicarsi sul promontorio di Capo Caccia, è costituita da ben 654 gradini che conducono a uno straordinario ambiente carsico, la Grotta di Nettuno.

Dopo gli studi universitari a Pisa e Cagliari, ha insegnato Lettere e Storia dell’Arte nei licei classici e nelle scuole medie. Autodidatta nel disegno e nella pittura, ha partecipato a diverse mostre collettive ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta; nel 2018 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Pittura. Vive a Sassari.

LIBELLULA D’ORO FOTOGRAFIA MARIA DE FRANCESCHI

RISACCA «Ho 74 anni e amo il giardinaggio, la cura dell’orto e la fotografia. La passione per la fotografia è nata quando a 17 anni ho ricevuto in regalo per il mio compleanno la mia prima macchina fotografica», racconta. Ma come è nata la fotografia vincitrice del Premio Libellula? «La fotografia con la quale ho partecipato a questa edizione del Concorso è stata scattata a Tropea. Camminavo in riva al mare - spiega quando sono stata colpita dai disegni che la risacca faceva sulla spiaggia: era una risacca diversa dal solito. Gli spruzzi bianchi si mescolavano con il mare azzurro. Uno scenario che ha colpito profondamente la mia fantasia e così ho scattato».

Appassionata di fotografia fin dall’adolescenza, si dedica al ritratto e ai reportage di viaggio. Al Concorso 50&Più del 2010 ha ricevuto la Farfalla d’Oro per la Fotografia. Vive a Vicenza.

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SCHEDA DI VOTAZIONE PER IL CONCORSO PROSA, POESIA, PITTURA, FOTOGRAFIA È questo il momento più atteso dai finalisti: superare la selezione. I cinque candidati al premio finale per le sezioni Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, attendono ora il giudizio inappellabile dei lettori. Come ogni anno, con la

scheda di votazione qui proposta, sarà scelto il vincitore per ogni disciplina. Dunque, votate secondo le vostre preferenze: quella crocetta che traccerete sul quadratino posto a lato di ogni nome, sarà decisiva.

✂ Da ritagliare e inviare in originale a 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma entro il 31/01/2021 (eventuali schede fotocopiate/scansionate saranno ritenute nulle). La votazione può essere effettuata anche online, all’indirizzo www.spazio50.org Cognome

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Acconsento al trattamento da parte di Editoriale 50&Più S.r.l. dei dati personali da me forniti. Tale trattamento avverrà nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento (UE) 2016/679 e delle disposizioni per l'adeguamento della normativa nazionale, ed ai soli fini della registrazione del voto da me espresso. Firma

«Il salvataggio» Anna Ciorcalo

«Madre» Rosa Conte

POESIA «La pazienza in Epidemia-2020» Giovanni Mario Melosu

«Fioriranno le rose ad Aleppo» Vera Ottani

«Il canto delle sirene»

«La luce in fondo...»

Giuseppe Messina

Germana Pallecchi

«Il filo che unisce» Tiziana Michelini

«Stupore e incomprensione» Emanuele Piccinno

«Il mistero dei mutandoni del nonno» «Il bucaneve» Ave Vasi

Marcello Pierucci

PITTURA

FOTOGRAFIA

«Omaggio a Cittadella» Adelino Bresciani

«Pensare al domani: amore e libertà» Vincenzo Cuccurullo

«Paestum» Eddi Panzolini

«Festa portoghese» Maria Teresa Fiorato

«Cascata di fiori» Rossana Pianigiani

«Trasparenze» Concetta Perriello

«La lacrima del futuro» Franca Pozzoli

«Sguardi» Enzo Rubin

«Lago silente» Francesca Sanna

«Quando ti cerco, a Nordkapp» Luciana Salvucci

PROSA


__SOCIETÀ COSTUME__

Autunno di pura rigenerazione termale

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TRA SOGNO In una casa vista lago E REALTÀ o in una in campagna,

in uno chalet in montagna di Francesco Andreani o in un attico in città... Così, 2 italiani su 3 sognano lo smart working

ADDIO UFFICIO. MEGLIO LA CASA AL MARE AL MARE O IN MONTAGNA, MAGARI IN UNA CAMERA CON VISTA. No, non è la pianificazione delle prossime vacanze di Natale, ma il desiderio di 2 italiani su 3 che, causa pandemia, svolgono il proprio lavoro in smart working, ovvero: lavorare in un luogo che possa dare serenità e, soprattutto, l’idea di essere in vacanza pur lavorando. È ciò che è emerso da un sondaggio realizzato da Airbnb su 2mila dipendenti d’azienda; lo scopo dell’indagine era quello di cogliere la trasformazione del concetto di vacanza durante questo periodo così difficile per tutti. Se ne avesse la possibilità, il 39% degli intervistati vorrebbe lavorare in una casa affacciata

sul mare, il 20% si trasferirebbe in uno chalet in montagna, mentre il 13% vorrebbe avere di fronte a sé un bel lago. Gli amanti della città (il 7%), invece, vorrebbero possedere un bell’attico da cui ammirare il panorama circostante. La casa ideale in grado di conciliare lavoro e vacanza, per il 34% dei lavoratori, però, non dovrebbe essere troppo lontana dall’ufficio che, all’occorrenza, deve poter essere raggiungibile in giornata. Il 60% dei lavoratori in smart working ha addirittura pensato di cambiare radicalmente vita, e 1 su 4 si vorrebbe trasferire in campagna. E la casa principale? Il 16% la terrebbe, il 35% l’affitterebbe, mentre il 7% la metterebbe a disposizione di amici.

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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

Abbiamo una legge che ha compiuto trentuno anni, ma non riusciamo ancora a superare gli ostacoli che discriminano, nella vita quotidiana, le persone con disabilità

DAVANTI, ANCORA BARRIERE di Ilaria Romano QUALUNQUE ELEMENTO CHE IMPEDISCA, LIMITI E RENDA DIFFICOLTOSI GLI SPOSTAMENTI E L’ACCESSO AI SERVIZI È CONSIDERATO UNA BARRIERA ARCHITETTONICA, che si tratti di una scala, del gradino di un marciapiede, di un bagno con la porta troppo stretta, di un autobus senza la pedana, solo per fare qualche esempio. La prima legge che ha previsto l’abbattimento di questi ostacoli, che rendono ancora più LA CONVENZIONE INTERNAZIONALE difficoltosa e discriminante la vita In difesa dei diritti e della libertà quotidiana di chi fa i conti con la L’Onu, nel 2006, ha approvato la “Convenzione per i diritti disabilità, ma anche di tanti anziani delle persone con disabilità”, sottoscritta dall’Italia nel 2007 e bambini, è la numero 13 del 1989, e ratificata nel 2009. Il documento, che si compone di 50 che ha stabilito le modalità con cui articoli, vuole promuovere, proteggere e assicurare il pieno debba essere garantita la praticabied uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da lità per tutti nella costruzione degli parte delle persone con disabilità.

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INIZIATIVE PROGETTUALITÀ

Contro le barriere, con ironia

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edifici privati e di edilizia residenziale pubblica. Nel dettaglio, il suo decreto attuativo individua tre diversi livelli di qualità dello spazio costruito: accessibilità, ossia la possibilità per le persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere un edificio; visitabilità, cioè la possibilità di entrare negli spazi di relazione (dagli alloggi ai luoghi di lavoro), compreso almeno un servizio igienico; e, infine, adatta-

LE SCUOLE SONO GLI EDIFICI PUBBLICI SUI QUALI SI HA QUALCHE DATO IN PIÙ, E SOLO UNA SU TRE È DAVVERO ACCESSIBILE A TUTTI, MENTRE LE ALTRE MANCANO DI RAMPE E ASCENSORI A NORMA

bilità, ossia l’opportunità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, per renderlo ancora più fruibile. Nonostante siano passati oltre trent’anni, e ci siano stati ulteriori interventi legislativi come il Decreto del Presidente della Repubblica n° 503/96, sull’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici, il territorio italiano continua a registrare inadempienze e programmazioni di intervento

mai omogenee, dove il Mezzogiorno appare più penalizzato del Centro Nord. Secondo il Cleba, Comitato Lodigiano per l’Eliminazione delle Barriere architettoniche e sensoriali, le aspettative sono state completamente disattese, e soprattutto l’assenza di un censimento nazionale che fotografi la situazione nel suo complesso non permette nemmeno di avere dati precisi, ma solo indicazioni, da parte di chi si occupa di queste problematiche, raccolte a livello locale. Ad esempio, si sa che in Veneto solo il 26% dei Comuni ha adottato un piano di eliminazione delle barriere architettoniche, in Toscana il 19%. In tutta Italia si parla di circa la metà dei Comuni. Se si considerano le scuole, dove sono disponibili »

La Onlus #vorreiprendereiltreno è nata nel 2015 allo scopo di sensibilizzare alla disabilità e all’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali. Già nel 2014 il suo giovane presidente, Iacopo Melio, giornalista e attivista per i diritti umani, nominato nel 2019 Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, aveva lanciato una campagna sui Social Network scrivendo un articolo sul suo blog, in cui lamentava - con ironia - l’impossibilità di prendere i mezzi pubblici e quindi di poter conoscere una ragazza. Oggi l’associazione organizza e partecipa a iniziative pubbliche nelle scuole e, grazie ai sostenitori, ad oggi 260mila, è già riuscita a concretizzare 19 diversi progetti sul territorio, dall’acquisto di defibrillatori per le scuole all’inaugurazione di un’aula di musicoterapia in una primaria, fino ai servizi di pet therapy negli ospedali, con la collaborazione di accademie e centri cinofili. #vorreiprendereiltreno ha dato vita anche ad uno sportello di ascolto psicologico per adulti, ragazzi e famiglie, che lavora anche a distanza per supportare chiunque abbia difficoltà emotive legate alla propria disabilità o a quella di una persona cara. Per saperne di più: www.vorreiprendereiltreno.it

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più dati di valutazione, solo un edificio su tre è pienaVIAGGIARE CONTRO LE BARRIERE mente accessibile, e In giro per il mondo La travel blogger e psicologa Giulia Lamarca complessivamente ha deciso di condividere sui Social i suoi viaggi, mancano rampe, dall’organizzazione prima della partenza ai posti servoscala, ascenvisitati, ed ora si prepara anche a scrivere un sori a norma; anche libro sulla sua esperienza. Qual è la marcia in se la situazione è più di questa 29enne? La forza d’animo che le migliorata sul fronha permesso di continuare ad amare la vita te dei servizi igienici anche dopo che, nel 2011, un incidente le ha rispetto agli anni tolto l’uso delle gambe. Era una sportiva, oggi passati. I dati restagira il mondo insieme al marito, sulla sua sedia no comunque allara rotelle che non è più qualcosa da nascondere. manti, tanto da aver In otto anni la coppia ha visitato 23 Paesi e portato, da parte oltre 75 città. Giulia gira il mondo e mette in guardia dalle barriere architettoniche chi vuole del Miur, Ministero seguire il suo esempio, dando utili consigli di dell’Università e Riviaggio, sempre con un pizzico di ironia. La cerca, all’emanaziotrovate su Instagram come @_giulia_lamarca. ne di un atto di indirizzo per l’individuazione delle priorità del dicastero sull’accesPER L’ACCESSIBILITÀ sibilità scolastica, da realizLA LEGGE N. 13 DEL 1989 STABILISCE LE MODALITÀ zare con interventi sulle CON CUI DEVE ESSERE strutture e sulle infrastrutture GARANTITA L’ACCESSIBILITÀ tecnologiche e di laboratorio. AGLI AMBIENTI, CON PARTICOLARE Gli istituti scolastici sono soATTENZIONE PROPRIO lo un esempio. «L’Italia ha AI LUOGHI PUBBLICI un’ampia produzione normativa sul tema delle barriere - ha dichiarato Giuseppe Trieste, presidente di Fiaba Onlus -, ed è pur vero che a volte il patrimonio artistico e culturale rende difficili gli interventi di abbattimento. Il problema è che la progettazione non basta, bisogna

TESTIMONIANZE

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avere progettualità e pensare a politiche integrate per rendere le nostre città davvero accessibili a tutti». Anche dove la ricostruzione è stata dettata dalla necessità e dall’emergenza, come a L’Aquila dopo il 2009, l’accessibilità delle strutture pubbliche non è stata ancora adeguata. «Si è persa una preziosa opportunità - ha dichiarato in più occasioni Massimo Prosperococco, presidente del Coordinamento associazioni persone disabili L’Aquila -; il fatto di dover ripensare al contesto urbano da ridisegnare poteva rappresentare, pur nel disastro, un’opportunità. Eppure sono passati undici anni, la ricostruzione privata è quasi all’80% ma quella pubblica resta quasi all’anno zero. E anche negli edifici privati finanziati con soldi pubblici, non c’è stato l’obbligo per i proprietari dell’abbattimento delle barriere». Per fortuna, ci sono anche esempi virtuosi, come Milano, Alessandria e Monteverde (Av) che negli ultimi anni sono state premiate agli Access City Award, il riconoscimento per le città accessibili istituito nel 2011 dalla Commissione Euro-

pea. Milano ha vinto l’edizione 2016, mentre Alessandria ha ricevuto una menzione speciale nel 2017. Monteverde, in provincia di Avellino, è stata insignita del premio speciale per l’Eredità storica nel 2019, per aver creato tre percorsi, naturalistico, storico e religioso, ripensati per le persone con disabilità, grazie alla collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Anche Padova ha lanciato un percorso partecipato con l’obiettivo di completare l’eliminazione delle barriere entro il 2030, che si è sviluppato in tre fasi: l’analisi dello stato dell’arte, la progettazione degli interventi con la stima dei costi e la programmazione dei lavori. Per la mappatura, l’amministrazione ha deciso di coinvolgere i cittadini e di formarli all’uso di OpenStreetMap e altre applicazioni adatte allo scopo, che servono a registrare i luoghi in cui sono presenti ostacoli da rimuovere. Perché eliminare le barriere non significa solo togliere gli impedimenti fisici, ma fare anche una rivoluzione culturale accrescendo la consapevolezza di tutti.



__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

In inverno, malgrado la pelliccia, il nostro amico a quattro zampe ha bisogno di qualche accortezza in più, soprattutto nelle passeggiate all’aria aperta. Le strategie da impiegare per accudirlo nel migliore dei modi

AIUTIAMO IL NOSTRO CANE AD AFFRONTARE L’INVERNO di Anna Costalunga

CIBO E COPERTE

IL GATTO IN CASA

Come sempre, d’inverno si moltiplicano gli appelli da parte di canili e gattili. Possiamo contattare i rifugi più vicini per fornire cucce o coperte, nuove o in buono stato. Sarà anche l’occasione per liberarci di piumoni, coperte di pile o maglioni di lana. Ma sono ben accetti anche alimenti proteici in scatola - sotto forma di crocchette o cibo umido - poiché, in questa stagione, il rischio è che le dispense si svuotino. E chissà, forse troveremo un amico in più.

Tutti i gatti in inverno amano stare in casa al caldo, non solo perché soffrono il freddo, ma anche perché la stagione li priva in parte del loro divertimento preferito: la caccia. Per non parlare dei cespugli spinosi e della neve che si deposita sul mantello. Un gatto abituato ad uscire, perciò, avrà bisogno di trovare in casa giochi divertenti, come i tiragraffi e le palline di stagnola. Solo così potrà apprezzare a pieno il piacere di riposare sul nostro divano.

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ARRIVA L’INVERNO, LE TEMPERATURE SCENDONO VELOCEMENTE. Ovunque si sente dire “fa un freddo cane”. Questa espressione nasce dal fatto che, soprattutto in passato, per difendere la proprietà, i cani venivano tenuti all’aperto anche d’inverno. Per descrivere un freddo che ci pare insopportabile immaginiamo semplicemente di sentirci come un animale da guardia al riparo di una gelida cuccia. Oggi, per fortuna, il rapporto tra noi e i nostri pet è molto cambiato. I cani sono coccolati, vezzeggiati e curati come veri e propri membri della famiglia. Difficilmente rischiano di rimanere al gelo. Ma c’è un pregiudizio ancora da sfatare: che la loro pelliccia possa costituire di per sé un efficace baluardo al freddo intenso. In realtà, durante l’inverno è molto importante proteggere i nostri

amici pelosi dalle basse temperature e dalle intemperie. Esiste una vera e propria tabella - che ogni veterinario conosce - per misurare la resistenza al freddo dell’animale in base al peso, alla razza e al tipo di pelo. Per avere un’idea, possiamo affermare che 4 gradi rappresentano già una zona di pericolo per cani di piccola taglia, che raggiungono la soglia critica quando la temperatura arriva ad 1 grado, rischiando addirittura la morte nel caso in cui scenda di 6 gradi sotto lo zero. Lo stesso accade, ai cani di grande dimensione, se si superano i 12 gradi sotto lo zero. Ernie Ward, un veterinario americano molto noto nel suo Paese per l’impegno a favore del benessere degli animali domestici, stanco di sentire i proprietari affermare che una pelliccia e una cuccia riscaldata siano sufficienti a proteggere il loro 4 zampe dal ge-


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lo, ha deciso un giorno di passare una notte all’aperto, in una casetta per cani. Così, una sera di gennaio, coperto da una attrezzatura da sci antigelo e armato solo di una videocamera, un termometro e un timer, Ward ha trascorso una tipica notte invernale nel gelido Illinois. Nonostante non ci fosse neve sul terreno, non soffiasse vento forte e la temperatura esterna fosse di meno 11 gradi, nella cuccia si registravano 5 gradi sotto lo zero. Dopo circa 1 ora e mezza la temperatura era salita di un grado, ma intanto sulle pareti si stavano formando cristalli di ghiaccio. Dopo 3 ore e mezza la temperatura all’interno raggiungeva gli 8 gradi sotto zero, e il veterinario era stanco e spossato, mentre la sua temperatura

CON IL FREDDO IL CANE ANZIANO DEVE FARE BREVI PASSEGGIATE E RIPOSARE AL CALDO. È IMPORTANTE SOPRATTUTTO PROTEGGERE LE SUE ARTICOLAZIONI

interna scendeva a 34 gradi. Terminato l’esperimento Ward poteva dunque affermare che nessun cane o essere umano può resistere a lungo in una situazione di freddo estremo, senza subire gravi - e forse irreversibili - danni alla salute. Naturalmente, come già accennato, molto dipende dalla salute, dalla razza e anche dall’età dell’animale. Alcune razze, come i Chihuahua e i Bassotti temono particolarmente il freddo, mentre altre, come gli Husky e i Terranova, per le dimensioni, il tipo di pelliccia e, non ultimo, il luogo di provenienza, vivono l’inverno con minori difficoltà. È chiaro poi che un cane con problemi di salute o anziano debba essere maggiormente protetto. Dunque, per loro, devono valere le regole di carattere generale, ma con un occhio di riguardo in più. Fondamentale nella stagione fredda è evitare ai nostri amici pericolosi sbalzi di temperatura: passare dal caldo al freddo in maniera repentina rischia infatti di esporli a pericolose infreddature. Evitiamo anche, per quanto possibile, di farli uscire nelle ore più gelide e, al ritorno dalla passeggiata, asciughiamo bene le zampe per evitare che restino umide. La toeletta è importante: spazzoliamo bene il mantello per

stimolare la circolazione sanguigna e favorire la ricrescita del sottopelo che fornisce una barriera naturale contro i fattori ambientali. Anche un cappottino può aiutare il nostro amico, se è particolarmente sensibile al freddo. I migliori, attualmente, sono quelli impermeabili imbottiti di pile, un materiale isolante che asciuga rapidamente e protegge dall’umidità. Inoltre, è importante evitare lavaggi troppo frequenti poiché con l’acqua vengono via anche gli oli protettivi presenti sulla pelle, con il rischio di provocare secchezza e desquamazione della cute. Per evitare le ustioni da freddo, possiamo ricorrere alla apposite scarpette o alle creme in commercio, ricordando che anche il sale sparso sul terreno gelato è un fattore irritante. Il cane, infatti, può ingerirlo, leccandosi. I veterinari consigliano sempre di pulire i polpastrelli con un panno umido o di sciacquarli con acqua al ritorno dalle passeggiate. Ricordiamo sempre che il freddo intenso può essere pericoloso non solo in cuccia, ma anche nel vano dell’automobile. In entrambi i casi, infatti, il cane può incorrere nel rischio di ipotermia o congelamento, soprattutto nelle ore serali. Ed evitiamo scaldini elettrici o stufette, che al rischio esalazioni aggiungono quello di rimanere fulminati. FIDO IN SETTIMANA BIANCA

Le vacanze sulla neve con il nostro amico sono una espe-

rienza da non perdere. I cani adorano la neve, perché possono saltare e rotolarsi dentro, e fanno di tutto per dimostrarlo. Una volta certi che la struttura scelta per la nostra vacanza sia “pet friendly”, possiamo iniziare a pianificare il viaggio, che sia un weekend o una settimana. Nella valigia del nostro amico non devono mancare, oltre al suo solito cibo, un impermeabile, il libretto sanitario con le vaccinazioni e i suoi giochini preferiti. Prima di partire facciamo un salto dal veterinario per controllare la lunghezza delle unghie, se fossero troppo lunghe rischierebbero di spezzarsi sul terreno ghiacciato. Non dimentichiamo di controllare, una volta sul posto, che non si creino tagli o abrasioni causate dal ghiaccio. Un cane è sempre felice di seguire il suo umano in ogni circostanza, ma non può rimanere troppo a lungo da solo in una sconosciuta stanza d’albergo. Sarebbe opportuno informarsi se, presso la struttura o nelle vicinanze, sia attivo un servizio di dog sitting, in modo da poter trascorrere alcune ore separati ma in serenità. In ultimo, un avvertimento: la neve nasconde gli odori e le tracce seguite dai cani. Il rischio è che durante la passeggiata o in un momento di gioco, il nostro amico possa smarrirsi. Per evitare che la vacanza si trasformi in incubo è fondamentale non dimenticare il guinzaglio o, se vogliamo vederlo correre libero e felice, evitare di perderlo d’occhio. Una distrazione potrebbe costare cara. NOVEMBRE 2020 I 65


SOCIETÀ

SOLO cibo sostenibile

Il mercato del pet food di cani e gatti, nel 2018 ha avuto un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro ed una crescita dell’1,5%. 13,4 milioni di euro è stato invece il fatturato per gli alimenti di uccelli, roditori, pesci e tartarughe. (Fonte Assalco-Zoomark 2019)

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autonomamente. Per quanto riguarda CROCCANTINI, BOCCONCINI, CIBO i gatti, invece, è il 5,5% a consumare SECCO, UMIDO OPPURE CUCINATO? pasti preparati in casa, mentre il 2,4% Chi ha in casa un amico a quattro zamromangia avanzi e il 2,1% si procura il pe o altri animali che siano uccelli, cibo in maniera autonoma. ditori, pesci o tartarughe, sa quanto Il pet food, quindi, viene impiegato sia importante la loro alimentazione largamente nell’alimentazione degli dal momento che la salute dell’animale animali, ma con che cridipende in gran parte da terio viene scelto? Seciò che mangia. C’è quinNELL’ACQUISTO condo l’Osservatorio DEL PET FOOD GLI di chi si preoccupa di OVER 50 SCELGONO Permanent Pet Watch di preparare in casa pietanPREFERIBILMENTE Mediatic, al momento ze specifiche per l’animaPRODOTTI CHE SIANO dell’acquisto degli alile e chi, invece, si affida ECOSOSTENIBILI LUNGO TUTTA LA FILIERA menti i proprietari preal pet food, ovvero agli stano molta attenzione alimenti industriali spedi Carlo Penguin all’ecosostenibilità, socifici per animali da comprattutto se a scegliere il prodotto è pagnia, alimenti che possono essere un over 50. L’attenzione è posta sulla secchi, come i croccantini, o umidi, colavorazione utilizzata per realizzare me paté e bocconcini in salsa. 76,1% il l’alimento (66%) e sul packaging, che Secondo un’indagine Doxa, deve essere ecosostenibile (64%). dei cani e il 90% dei gatti consuma aliGrande importanza hanno anche gli menti industriali. Il 13,4% dei cani ingredienti utilizzati, che devono promangia pasti preparati in casa, il 7,2% peruna venire da coltivazioni/allevamenti soavanzi di cucina, ma c’è anche stenibili (55%). centuale (il 3,3%) che si procura il cibo


__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

Più sani e meno sazi. La nuova cultura del cibo è all’insegna della salute e della prevenzione. Scordatevi le abbuffate. Dopo i pasti ci si deve alzare leggeri e felici

MORENO CEDRONI: «LA PREVENZIONE INIZIA A TAVOLA» di Giovanna Dall’Ongaro MENO SALE, MENO CARNE ROSSA, PIÙ VERDURA, PIÙ PESCE, PIÙ LEGUMI. SÌ AL CIOCCOLATO FONDENTE, NO AI DOLCI TROPPO ZUCCHERATI. Il messaggio è oramai chiaro: la nostra salute dipende da quel che mettiamo in tavola. Da anni gli oncologi, con Umberto Veronesi ad aver fatto da apripista, ci invitano a sfruttare al massimo una delle armi più efficaci nella prevenzione dei tumori e di altre malattie che abbiamo a disposizione: il cibo. La buona, anzi, l’ottima notizia è che una cucina sana è una cucina prelibata. Seguendo i principi alimentari suggeriti dagli scienziati, il gusto ci guadagna. E se ce lo assicura uno chef di fama internazionale come Moreno Cedroni (nella foto di apertura), tre “Forchette” per il Gambero Rosso, due “Stelle Michelin” per il suo ristorante la Madonnina del Pescatore, a Senigallia, cinque “Cappelli” de L’Espresso, c’è da fidarsi. «Nella mia cucina non manca mai l’attenzione alla sana alimentazione», ci tiene a precisare lo chef »

L’APPUNTAMENTO

Tornano “I giorni della ricerca” Dal 1° all’8 novembre torna l’appuntamento con I giorni della ricerca di Fondazione Airc, per sensibilizzare sull’importanza della ricerca oncologica. Il 7 novembre si può contribuire alla raccolta fondi con l’acquisto dei cioccolatini in mille piazze italiane o su www.amazon.it

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marchigiano che, dal 2003, è impegnato a fianco della Fondazione Airc in molte iniziative, per ricordare l’importanza della ricerca oncologica. Lo abbiamo intervistato e, curiosamente, parlando di salute e di prevenCON AIRC zione, ci è venuta l’acquolina in bocca. INSIEME PER LA SALUTE Perché quel che fa Al fianco dei ricercatori bene può essere davI riconoscimenti ricevuti parlano da soli. Tra vero anche molto, questi, due “Stelle Michelin”, il “Sole” di Vema molto buono. Ne ronelli, tre “Forchette” del Gambero Rosso, il premio svedese “Kungsfenan Seafood sono una prova le Awards”. Dal 2003 Cedroni ha sposato la 100 ricette firmate causa della Fondazione Airc. In particolare, da Cedroni, contesostiene l’iniziativa “Le Arance della Salute”, nute nel libro Il gurealizzando ricette gustose e rispettose dei sto di stare bene, principi della sana alimentazione. scritto insieme ad «C’è una parola che ha sempre caratterizzato Antonio Moschetta, la mia attività: la ricerca, che mi permette ricercatore Airc. di creare nuovi piatti. Per questo ammiro e Un po’ prima dell’insostengo chi, per mezzo della ricerca, lavora tervista siamo andati per donare la salute. Ecco perché ho scelto sul suo sito, moredi sostenere Airc e di affiancarmi ai ricernocedroni.it, e abcatori per comunicare l’importanza della sana alimentazione per prevenire il cancro». biamo trovato subito uno spunto da cui partire. Lo slogan che campeggia sulla homepage è “L’immortalità del cibo”. Viene voglia di rovesciarlo e di parlare del “cibo dell’immortalità”. Troppo azzardato? Facciamo della longevità. Come è cambiata la cultura della cucina da quando sappiamo che alcuni alimenti possono allungarci la vita? AIRC SOSTIENE Da quando sono emerse CIRCA 5.300 SCIENZIATI prove scientifiche sempre AL LAVORO PER SVILUPPARE più convincenti del rapporDIAGNOSI SEMPRE PIÙ PRECOCI E TRATTAMENTI to tra cibo e salute sono PIÙ EFFICACI E MIRATI cambiate molte cose. Una

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PER TUTTI I PAZIENTI

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trentina d’anni fa, ci si sedeva a tavola con l’obiettivo di alzarsi solo quando ci si sentiva pieni da non poterne quasi più. Ora si è capito che mangiando meno e meglio ci si sente più in forma e si affronta il resto della giornata con maggiore energia, sia fisica che mentale. Il vantaggio di una cucina sana e leggera è quindi immediato. Ma ci sono anche benefici a lungo termine... Fior fior di luminari, a partire da Umberto Veronesi, hanno dimostrato che alcuni alimenti hanno una funzione protettiva nei confronti dei tumori e di altre malattie. Pensiamo alle verdure, e in particolar modo alle crucifere, o al pesce, che andrebbe consumato 3-4 volte a settimana anche se è pesce di allevamento, perché la qualità degli allevamenti è molto migliorata negli ultimi tempi. Sappiamo anche che le carni bianche vanno preferite alle rosse. Sappiamo, inoltre, che bisogna ridurre la quantità di sale e di zucchero. Molte persone hanno cambiato abitudini alimentari adeguandosi alle indicazioni degli scienziati. E gli chef? Hanno anche loro cambiato il modo di cucinare? Sì, certo. Per quanto mi riguarda presto molta attenzione alla salute nella preparazione dei piatti. Nelle nostre cucine abbiamo ridotto del 30% l’uso del sa-

le, evitiamo farine raffinate preferendo quelle integrali per la preparazione dei dolci, riduciamo i grassi aggiunti rispettando le indicazioni dei nutrizionisti. Il palato viene appagato e alla fine del pasto ci si sente bene, ci si sente leggeri e pieni di energia. Un doppio vantaggio. Non tutti, però, riescono a trasformare le verdure in piatti gourmet. Per i comuni mortali la cucina sana e buona può sembrare un’impresa. Questo succede perché per lo più si ignorano le fondamentali regole della cottura dei cibi. Sento molte persone lamentarsi dell’eccessiva quantità di trasmissioni di cucina in televisione. Secondo me, invece, non sono mai abbastanza. Ben vengano le lezioni su come si cuociono le zucchine, per esempio. Vi siete mai chiesti come mai i bambini non mangiano le verdure? Perché gli vengono presentati cibi deformati e insapori per colpa dell’eccessiva cottura. Le verdure vanno cotte per poco tempo e poi raffreddate ricorrendo anche al ghiaccio, per mantenerne intatte le proprietà nutritive ma anche il sapore. Attenzione al sale: per la cottura delle verdure ce ne vanno 7-8 gr per litro d’acqua. Durante il lockdown, in molti hanno riscoperto il piacere di stare ai fornelli. Qualcuno ha ac-


quistato strumenti hitech per sperimentare piatti avanguardistici. Lei quale oggetto avrebbe consigliato di comprare? Per favorire una cucina sana è utile un termometro a spillo per controllare la cottura al cuore dei cibi. E un misurino per il sale, perché è importante non metterlo a caso. Per chi non l’avesse ancora, consiglio anche la pentola a pressione che apprezzo molto per la rapidità e la qualità della cottura, da sfruttare soprattutto per i legumi che andrebbero consumati due volte a settimana. Una domanda d’obbligo: la tanto decantata dieta mediterranea è ancora un modello da seguire? Quando sento dire meraviglie della dieta mediterranea, mi viene un po’ da sorridere. Nel nostro Paese il tasso di obesità infantile è tra i più elevati al mondo. In Norvegia, tanto per fare un esempio, non hanno gli stessi problemi. La questione va quindi chiarita. Quando si parla dei benefici della dieta mediterranea non ci si riferisce a quel che si mangia oggi, ma a quel che si mangiava in Italia fino al dopoguerra, quando si usavano farine integrali, tanto per fare un esempio. Dal dopoguerra in poi hanno preso il sopravvento le farine raffinate, le 00, che non fanno bene alla salute. Personalmente trovo molto interessante contaminare le nostre tradizioni con piatti e ingredienti di altre culture. Sono molto legato alla mia tradizione marchigiana, alle

ricette che ho imparato da mia madre e mia nonna, ma apprezzo anche la tradizione dei Paesi orientali, con il loro rispetto quasi sacro per gli ingredienti. Mi sono ispirato al loro stile e l’ho integrato nella mia tradizione. Tre alimenti: vino, spezie, cioccolato… Cosa ci dice? Dico che la qualità dei nostri vini è cresciuta moltissimo e che il vino, soprattutto quello rosso, possiede qualità benefiche accertate dalla scienza. Le spezie e le erbe aromatiche, se ben dosate, possono arricchire il gusto e aiutare a usare meno sale. Il cioccolato deve essere fondente, almeno con il 75% di cacao. Gli esperti lo considerano un alimento salutare, se consumato in piccole quantità. E noi ci fidiamo di loro. Di quali ingredienti non potrebbe fare a meno? Dell’olio extravergine di oliva e dello zenzero, un alimento intrigante per il suo sapore speciale, che è un mix di agrumato, acido e piccante. Tra l’altro, allo zenzero vengono riconosciute proprietà antinfiammatorie. Avrebbe mai immaginato, all’inizio della sua carriera, che si sarebbe occupato anche di salute? Onestamente, no. Quando ho iniziato questo lavoro, a 20 anni, l’aspetto salutare di un piatto non era così rilevante. Oggi, invece, la questione mi appassiona molto e, nel momento in cui si costruisce un piatto, il primo pensiero resta il gusto, ma il secondo è la digeribilità e il suo effetto sulla salute.

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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__

Ecco come in Abruzzo si recuperano piante antiche, bacche millenarie e colture dimenticate. La storia di Emanuela: dall’università ai campi, per il recupero delle tradizioni

LA RISCOPERTA DELLE “RADICI DEL GUSTO” di Giada Valdannini COSA SIGNIFICA LASCIARSI GUIDARE DALLE RADICI DEL GUSTO, MUOVERSI TRA COLTURE DIMENTICATE E PIANTE ANTICHE? Lo abbiamo chiesto a Emanuela D’Angelo, un’archeologa preistorica che ha rimodulato la propria passione per la ricerca adattandola alla terra. Come? Mettendo su una piccola realtà imprenditoriale di agricoltura montana, a gestione familiare. Siamo a Massa D’Albe, in provincia de L’Aquila, ed è qui che Emanuela ha scelto di accettare la sfida: quella ALLE PENDICI DEL MONTE VELINO di non lasciare un territorio - che è Un patrimonio da valorizzare il suo - ma anzi, di viverlo, valorizPoco distante da L’Aquila, Emanuela D’Angelo ha zarlo e comunicarlo tutto intorno. messo a frutto le sue competenze per valorizzare la Così è nata la sua azienda, che si meravigliosa terra alle pendici del Monte Velino, a chiama appunto “Le Radici Del GuMassa D’Albe. Mestieri antichi, abbandonati dai nonni, sto” e da qui è partita per un vero e che tornano in mano ai giovani.

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«RACCOGLIAMO BACCHE MILLENARIE PROVENIENTI DA VEGETAZIONE SPONTANEA E RECUPERIAMO VARIETÀ ANTICHE UTILI A RIVISITARE VECCHIE RICETTE DELLA TRADIZIONE AGRO-PASTORALE ABRUZZESE»

proprio cambio di vita. «Tutto è nato dai miei studi - ci racconta -. Da un percorso universitario finito perché sono finiti i progetti di ricerca sui quali stavo lavorando. Una difficoltà in un settore in cui già si lavora da nomadi, coi i cantieri che ti portano sempre altrove. Una condizione incompatibile col mio essere mamma perché, da quando è nata mia figlia, non ho più avuto la possibilità di spostarmi

in maniera così autonoma e indipendente». Ed è così che è scattata la scintilla, così è nata l’intuizione di dedicarsi al recupero, alla coltivazione e alla trasformazione di frutti, verdure, legumi ed erbe provenienti da piante antiche e colture dimenticate, tipiche di quell’area. «Raccogliamo bacche millenarie provenienti da vegetazione spontanea - dice -. La zona ne offre in grande quantità. In più, recuperiamo varietà antiche utili a rivisitare vecchie ricette della tradizione agro-pastorale abruzzese in “modo” innovativo». Il “la”, ricorda Emanuela, arriva proprio in un cantiere. «In una grotta dove stavamo effettuando delle indagini, assieme ad altri archeologi,

abbiamo ritrovato bacche preistoriche che gli uomini avevano raccolto e utilizzato, piante antiche di 10mila anni. Bacche che risalgono al Mesolitico e la cui datazione è stata possibile grazie all’intervento di botanici che ne hanno anche stabilito la specie d’appartenenza. La curiosità? Sono specie ancora esistenti, ma finite pressoché dimenticate. È allora che mi sono detta: perché non riutilizzarle, visto che hanno tutta una serie di proprietà che però nessuno considera?». Perciò Emanuela ha deciso di farne il centro della propria attività investendo 60mila euro di tasca propria, cui ha aggiunto un contributo regionale nell’ambito del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) pari a 40mila euro. Una vera e propria scommessa che tiene anche dentro la valorizzazione di terre dimenticate, «le stesse che i nostri nonni avevano abbandonato da decenni». Per lei, «è come riannodare i lacci di una storia che è individuale, ma anche collettiva. E non ci stupisce che gli anziani strabuzzino gli

occhi all’idea che noi giovani si torni alla terra: per loro lavorarla è stata sudore e sacrificio. Oggi, con la tecnologia e la conoscenza, è tutto più semplice». E poi metti a portare in tavola legumi pregiati come il fagiolo “poverello”, piante officinali, zafferano. Un approccio di indagine e riscoperta di sapori antichi che l’hanno spinta anche a impiantare un frutteto con varietà autoctone di mele (cotogno, mela piana e mele rosa), pere invernali, ciliegie e visciole. Mentre dalla raccolta spontanea provengono bacche di rosa canina e prugnolo, fiori e bacche di sambuco, timo e santoreggia. «Il recupero dell’antico lo metto dappertutto, anche nella ciotolina di latta che avevano i nonni. Fa parte di me - continua Emanuela -. Ad ottobre abbiamo raccolto le mele. In questo mese pensiamo al prugnolo. La rosa canina segue a dicembre, mentre il sambuco si raccoglie a giugno». Una scansione del tempo accurata e metodica: in passato come oggi.

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scienze SALUTE PREVENZIONE TECNOLOGIA

Grazie ad un manuale nato dalla collaborazione del mondo accademico e sanitario, le televisite cominciano a diffondersi a beneficio di pazienti impossibilitati a uscire da casa __SALUTE__

L’AMBULATORIO VIRTUALE DIVENTA REALTÀ di Winda Casula LA SANITÀ DIGITALE POTREBBE DIVENTARE UNA REALTÀ SEMPRE PIÙ DIFFUSA IN UN PROSSIMO FUTURO, e l’emergenza Covid-19 sembra aver accelerato questo processo di semplificazione: lo scopo è supportare i pazienti più fragili, affetti da patologie croniche o di lungo periodo, consentendogli di restare a casa quando possibile e ricevere comunque un’assistenza costante. Il progetto pilota è partito dal Centro oncologico dell’Ospedale di Prato, che sta applicando con un primo nucleo di pazienti il Manuale per le televisite nell’ambulatorio virtuale, ideato da Altems, Alta Scuola di Eco-

nomia e Management dell’Università Cattolica, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, della Usl Toscana centro e dell’Ospedale Santo Stefano di Prato. Dal punto di vista tecnologico l’idea si basa sull’utilizzo di Skype, che si è ritenuto, almeno in una fase iniziale, preferibile rispetto ad altri strumenti di messaggistica istantanea e comunicazione audio-video perché ampiamente diffuso e gratuito, oltre che intuitivo e di facile utilizzo anche per i pazienti. Non richiede infatti l’installazione di software o hardware complessi che comportino costi di gestione e lunghi tempi di

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formazione. L’approccio “virtuale” non sostituisce ovviamente la visita in presenza, ma può affiancarla in emergenza, come nel caso del Coronavirus o in particolari condizioni della persona in cura. Il Manuale è scaricabile gratuitamente dal sito Altems da tutte le organizzazioni sanitarie, e nella sua attuale versione è finalizzato al processo di erogazione di televisite a pazienti di

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I MANUALI SONO SCARICABILI GRATUITAMENTE DAL SITO GOVERNO DEI DATI SANITARI ALL’INDIRIZZO WWW.DATI-SANITA.IT PREVIA REGISTRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE


La telemedicina e l’Unione Europea

Già nel 2008 la Commissione Europea ha emanato una comunicazione finalizzata a sostenere gli Stati Membri nella realizzazione dei servizi di telemedicina su larga scala, affinché diventino parte integrante delle rispettive strategie nazionali in campo sanitario. Nel 2009, il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha definito la telemedicina come una rivoluzione culturale

lungo periodo, ma lo stesso approccio potrà poi essere esteso per formalizzare l’attività su specifiche patologie, processi assistenziali e di monitoraggio, oltre che attività di prevenzione e ricerca attraverso i dati clinici raccolti. «L’attuale emergenza ha reso ancora più urgente organizzare i servizi erogativi - ha dichiarato Fabrizio Massimo Ferrara, docente di Informatica e coordinatore del Laboratorio sui sistemi informativi sanitari Altems - anche attraverso modelli di sanità digitale che consentano di non lasciare la propria abitazione. Per rispondere a questa urgenza, è consigliabile utilizzare strumenti già operanti e conosciuti sia all’interno delle organizzazioni sanitarie che da parte dei pazienti, rinviando ad un momento successivo soluzioni basate sull’introduzione di nuovi prodotti e piattaforme». Sul modello di Prato è stato elaborato un altro manuale dal Centro di riferimento oncologico dell’Ospedale San Severo della Asl di Foggia, che ne ha creato un secondo sull’assistenza domiciliare integrata via WhatsApp, attivando un sistema di visite e sedute di supporto psicologico per i pazienti.

A PARTIRE DAL 2008

La Svezia è stata pioniera nella telemedicina: nel 2008 veniva già utilizzata nel 75% degli ospedali, con oltre 100 applicazioni differenti.

Anche la Norvegia ha investito nella telemedicina per colmare le grandi distanze fra i piccoli centri abitati e gli ospedali più vicini da raggiungere.

Nel manuale sono contenute le istruzioni per gestire le attività sotto il profilo tecnologico e organizzativo, secondo procedure formalizzate che assicurano la sicurezza dei dati clinici. Le comunicazioni con il paziente avvengono in un unico ambiente integrato, che consente l’interazione audio e video e lo scambio di documenti durante il consulto o successivamente, l’archiviazione dei dati sensibili e dei referti, e la visibilità di tutte le comunicazioni intercorse con l’assistito, ai fini della rendicontazione e del rimborso dove previsto. Durante l’utilizzo delle televisite sono raccolti anche indicatori che ne misurano l’efficacia e il gradimento del paziente, utili a prevederne un futuro utilizzo, anche dopo la fase di emergenza Covid.

COSA INSEGNA IL MANUALE

Le istruzioni consentono di gestire tutte le attività sotto il profilo tecnologico

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__SCIENZE PREVENZIONE__

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IL QUESITO PIÙ FREQUENTE

PEGGIO IL FUMO DI SIGARETTA O L’INQUINAMENTO?

È una domanda frequente, che parte però da un falso presupposto. Che cioè si tratti di categorie distinte. Invece il fumo - attivo e passivo - rientra a pieno titolo nel novero degli inquinanti ambientali e, come tale, va contrastato. Tenendo conto inoltre che, a differenza di molte delle altre sostanze tossiche, il tabacco può essere evitato. Bisogna inoltre considerare che i veleni presenti sia nello smog sia nelle sigarette (il monossido di carbonio, “ladro” di ossigeno, e le polveri sottili) mediamente vengono respirati in concentrazioni molto più elevate con l’atto del fumare.

Il fumo di sigaretta è tra i maggiori fattori di rischio del tumore polmonare, cui si associano inquinamento, stati infiammatori frequenti e predisposizione genetica

NEOPLASIA DEL POLMONE: “VIETATO FUMARE” a cura di Fondazione Umberto Veronesi C’È STATO UN TEMPO IN CUI I TUMORI DEL POLMONE ERANO MALATTIE RARE. Oggi, in Italia, sono diventati la seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne. Come mai? Quali fattori hanno modificato così pesantemente la storia di una malattia così complessa? E quali sono le novità dalla ricerca che ci fanno sperare in prospettive migliori? IDENTIKIT

Il tumore del polmone oggi fa registrare circa due milioni di nuovi casi l’anno nel mondo, in Italia 42.500 nuove diagnosi nel 2019 (29.500 negli

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uomini e 13.000 nelle donne). Si tratta di numeri impressionanti per almeno due motivi: è una malattia difficile da curare, con costi umani e sanitari altissimi, ed è una malattia evitabile nella maggioranza dei casi.

non fumatori è aumentato di circa 14 volte. Però vale sempre la pena smettere. I medici hanno calcolato che, dopo 10 anni senza fumo, si dimezzano le probabilità di sviluppare un cancro al polmone rispetto a un fumatore.

FATTORI DI RISCHIO

I NEMICI NELL’ARIA

Si stima che almeno due terzi dei casi di cancro polmonare non si verificherebbero senza il fumo di tabacco. Anche il fumo passivo, in casa e al lavoro, aumenta il rischio di ammalarsi, in modo proporzionale rispetto al numero di sigarette fumate e agli anni di tabagismo. Il rischio relativo dei fumatori rispetto ai

Nell’aria che respiriamo ci possono essere altri elementi che ci espongono di più al cancro polmonare. Fra gli altri l’asbesto, il radon (un gas naturalmente presente nel suolo) e metalli pesanti come arsenico, cadmio, cromo che possono essere inalati per esposizione ambientale o professionale. E poi il particolato


APPROFONDIMENTI SEGNALI E PREVENZIONE

I sintomi più comuni e la diagnosi precoce

atmosferico, le polveri sottili tipiche dell’ambiente urbano, delle aree trafficate e della Pianura Padana (PM10 e quelle ancora più fini, PM2,5), ormai classificate come cancerogene per l’uomo. Al di là dei nemici “esterni”, giocano un ruolo, anche se minoritario, la predisposizione genetica e gli stati infiammatori ricorrenti e prolungati, causati ad esempio da patologie come la tubercolosi. IERI E OGGI

Se si traccia un grafico della mortalità per tumore al polmone in Italia (ovvero del numero di vittime sul totale del-

la popolazione) si nota una drammatica corrispondenza, a 20-30 anni di distanza, con i trend dell’abitudine al fumo. Negli uomini il dato è cresciuto fino agli Anni ’80, iniziando poi a declinare lentamente ma progressivamente. Al contrario, fra le donne la mortalità è in crescita a partire dagli Anni ’70, pur rimanendo inferiore a quella maschile. Nel 2016, in Italia, sono state registrate 33.838 vittime per tumore del polmone; dal 2015 è diventato la prima causa di morte per cancro fra le donne europee. LE CURE: DALL’IMPOTENZA ALLA SPERANZA

La possibilità di superare la malattia o di gestirla nel lungo periodo resta bassa,

rispetto ad altre malattie. Le terapie variano a seconda delle caratteristiche biologiche e dallo stadio del tumore, nonché delle caratteristiche del paziente. Alla radioterapia e alla chirurgia tradizionale oggi si aggiungono le opportunità della chirurgia robotica. Alla chemioterapia si aggiungono le nuove scoperte - in rapido divenire - dell’oncologia medica, soprattutto sul fronte dell’immunoterapia, con trattamenti che riescono ad attivare le difese dell’organismo contro le cellule tumorali, e dei farmaci a bersaglio molecolare. Tanto che ciò che pochi anni fa appariva un miraggio, cioè cronicizzare il tumore al polmone, in alcuni casi selezionati sta diventando una possibilità concreta.

Il tumore del polmone dà segno di sé quasi sempre tardi. I sintomi più comuni sono: tosse stizzosa e persistente, sangue nell’espettorato, difficoltà a respirare e dolore puntiforme al torace, ma solitamente compaiono quando c’è un nodulo già piuttosto grande. È per questo motivo che medici e ricercatori lavorano alacremente alla messa a punto di strategie di screening, tali da permettere di intervenire con terapie meno invasive e meno costose e, soprattutto, con probabilità di guarigione molto buone. Diversi studi hanno dimostrato che lo screening può ridurre la mortalità per tumore del polmone nelle persone ad alto rischio, ad esempio, nei forti fumatori di lunga data o ex fumatori. In che modo? Associando l’esecuzione periodica di Tc spirale a basso dosaggio (la versione attuale della “vecchia” Tac) con l’esame di marcatori molecolari nel sangue. E con un aiuto concreto alle persone che vogliono smettere e si meritano un’occasione di prevenzione.

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ABBIAMO SCOPERTO CHE C’È VITA DOPO LA VITA. Grazie al tuo lascito testamentario a Fondazione Umberto Veronesi la ricerca potrà andare avanti e migliorare la vita delle generazioni future.

Dal 2003 Fondazione Umberto Veronesi sostiene i migliori ricercatori, impegnati a trovare nuove terapie per i tumori, le patologie cardiovascolari e neurodegenerative. Scopri di più su lasciti.fondazioneveronesi.it Per saperne di più e ricevere gratuitamente la guida informativa sui lasciti, telefona allo 02.76018187 o scrivi una e-mail a lasciti@fondazioneveronesi.it In alternativa, compila il coupon e invialo via fax al numero 02.76406966 oppure in busta chiusa a Fondazione Umberto Veronesi - Via Solferino 19, 20121 Milano.

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DENTRO LA RETE AVVISO AI NAVIGANTI

a cura di Paolo Negrini

SOCIAL NETWORK

Posso rispondere? No, tu no!

Per gli utenti di Twitter è disponibile una funzione che consente di decidere chi può rispondere ai propri “tweet”. L’opzione permette di ridurre il “rumore di fondo”, ossia i commenti di chi si sente in obbligo di dire qualche cosa a prescindere, che accompagna i messaggi. Tre sono le opzioni a disposizione: chiunque, le persone che ci seguono o solo quelle menzionate nel messaggio.

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Dopo aver navigato in rete, veniamo sommersi da pubblicità attinenti le nostre ricerche. Dipende dai motori di ricerca che non tutelano la privacy

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APPLICAZIONI

Traduzioni con la fotocamera

All’estero può capitare di non riuscire a interpretare un cartello scritto nella lingua del posto. Che fare? Avviato lo smartphone di solito si trascrive il testo sull’app “Google Traduttore”. Ma, in realtà, può essere tutto più semplice e veloce. Aprire il “traduttore”, toccare l’icona “macchina fotografica”, inquadrare il testo e scegliere la lingua. Comparirà la traduzione in men che non si dica.

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PICCOLI TRUCCHI

Chat in evidenza

Volete mettere in evidenza una chat di WhatsApp in modo che risulti sempre la prima rispetto a tutte? In Android tenete premuta la “chat” e, quando in alto compare la puntina da disegno, toccatela. Su iOS fate uno “swipe” verso la destra della chat e premete la spilla. In entrambi i casi, per togliere la preferenza, ripetete gli stessi passi. È possibile evidenziare solo tre chat.

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LO SAPEVATE CHE? Eseguire uno swipe significa muovere rapidamente il dito da un punto all’altro sul display di uno smartphone, tablet o touch screen. In sostanza, si tratta di un modo per impartire un comando.

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INTERNET

La giusta scelta dei motori di ricerca

OCCHIO ALLA PRIVACY UN MOTORE DI RICERCA È UN SISTEMA AUTOMATICO CHE CONSENTE, SULLA BASE DI UNA PAROLA CHIAVE SCELTA DALL’UTENTE, DI INDIVIDUARE IL MAGGIOR NUMERO DI CONTENUTI CHE RISPONDANO ALLA RICHIESTA. Oltre al noto Google, esistono altri motori che per peculiari caratteristiche sono da tenere nella giusta considerazione. In particolare vi segnalo duckduckgo.com. La filosofia di questo motore di ricerca è principalmente improntata sul rispetto della privacy: esso, a differenza di altri motori che tracciano le nostre attività, dichiara di non trattenere informazioni sulle ricerche degli utenti, di non tenere traccia della cronologia di navigazione e di non condividere con nessuno le nostre informazioni. Mica male!


Il reddito di cittadinanza viene concesso per un massimo di 18 mesi. Alla sua scadenza, chi è ancora in possesso dei requisiti, può chiedere il rinnovo per altri 18 mesi (con un mese di sospensione).

Chi ha richiesto il Reddito di cittadinanza alla sua entrata in vigore, presentando domanda a marzo o aprile 2019, ha il sussidio ormai in scadenza. Chi è in possesso dei requisiti per poter beneficiare della prestazione, deve presentare una nuova domanda, correlata da un ISEE in corso di validità. La pensione di cittadinanza, invece, viene rinnovata in automatico. Per presentare la domanda di rinnovo del Reddito di cittadinanza è possibile rivolgersi al nostro Patronato 50&PiùEnasco esibendo una copia del modello ISEE valido, o richiedendolo direttamente presso i nostri uffici, i quali potranno assisterti anche in questa fase.

ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE

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spazio INCONTRI EVENTI TEMPO LIBERO CULTURA

PRESSIONE ALTA? I BENEFICI DELL’ATTIVITÀ FISICA

AREZZO

Ipertensione e Sport L’esercizio fisico, unito a una dieta equilibrata, è fondamentale per chi soffre di ipertensione arteriosa ed è altrettanto importante come forma di prevenzione, a qualsiasi età. È questa la ricetta del dottor Salvatore Lenti, responsabile Uosd di “Ipertensione arteriosa, dislipidemie e rischio cardiovascolare” del Dipartimento di Medicina Interna e Specialistiche della Asl Toscana Sud Est, intervenuto all’incontro “Ipertensione e Sport”, organizzato dalla 50&Più provinciale di Arezzo, guidata da Claudio Magi. Dottor Lenti, perché chi soffre di ipertensione deve dedicarsi all’attività fisica?

Per correggere proprio quei fattori di rischio che causano l’ipertensione. Come la sedentarietà, che causa l’accumulo del grasso con il conseguente aumento del colesterolo, quindi la diminuzione dell’ossigeno a livello muscolare e nel nostro organismo in generale. Rispetto, invece, all’alimentazione? Alimentazione e attività fisica vanno di pari passo. Non si può fare attività fisica senza correggere alcuni fattori di rischio quali, ad esempio, l’abuso del sale o delle sostanze edulcorate, cioè con alto contenuto di zuccheri: sostanze spesso in uso nei bambini o nei giovani che, magari, vanno a giocare a pallone e poi assumono bevande edulcora-

te come quelle a base di tè. Che tipo di attività fisica consiglia a chi è avanti negli anni? Le attività di tipo aerobico, quindi in presenza di ossigeno. Ad esempio, le passeggiate regolari di 20-30 minuti al giorno favoriscono l’elasticità e l’ossigenazione delle arterie e abbassano la pressione arteriosa del 10-15%. È controindicata, invece, l’attività anaerobica, perché si tratta di sottoporsi a sforzi che si ripercuotono negativamente sulle arterie in mancanza di ossigeno. Da evitare, quindi, attività come la pesistica. Invece, le passeggiate, le camminate, l’atletica, la bicicletta sono attività sportive che anche gli over 65, gli over 70

possono fare senza problemi e nel rispetto delle proprie possibilità. Perché l’ipertensione è una patologia tipica dell’età avanzata? Non è così, o meglio viene considerata tale in riferimento all’invecchiamento delle arterie. L’età media, invece, si è abbassata. Quando 20 anni fa iniziai la mia attività nel Centro di ipertensione di Arezzo, curavo gli over 75; oggi, invece, anche gli over 5055. La causa è principalmente nello stile di vita, che è completamente cambiato rispetto a 20 o 30 anni fa. Il motivo è la mancanza di attività fisica e un’alimentazione scorretta. Ci cibiamo di prodotti già pronti rinunciando alla genuinità. In maniera provocatoria sarebbe bello andare in farmacia con questa prescrizione: attività fisica e dieta equilibrata. Non solo per gli “anziani”, ma anche per i cinquantenni perché l’assunzione del farmaco viene ritardata se un giorno l’ipertensione potrà esserci. Perché chi soffre di ipertensione deve fare attenzione alla stagione invernale? Per una ragione molto semplice: le nostre arterie, o meglio, tutto il nostro albero vascolare ha due momenti di funzionalità: una è la vasocostrizione in cui le arterie » NOVEMBRE 2020 I 79


__SPAZIO50__ si restringono e l’altra è la vasodilatazione, in cui si allargano. Nei mesi invernali il freddo, che è un vasocostrittore per eccellenza, agendo sulle arterie determina una maggiore vasocostrizione e quindi fa aumentare la pressione. È per questo che d’estate si diminuisce, o addirittura si sospende, l’assunzione di compresse. Altro aspetto da tenere in considerazione è l’altura: più aumenta, più c’è freddo e più c’è vasocostrizione. In conclusione, l’ipertensione si può prevenire? Sì. Nel 2000 la Carta dei Servizi di Bruxelles sulla Salute Pubblica pone questo obiettivo: i nati a partire dal 2000 non dovono ammalarsi di patologie cardiovascolari prima dei 65 anni. Al momento siamo di fronte al problema dell’obesità dei giovani. Fanno poca attività fisica e non mangiano verdure. Se si agisce sul livello della sedentarietà dei ragazzi, sulla loro alimentazione (più verdura, meno grassi, meno edulcoranti, niente sigarette), l’ipertensione si previene. Vent’anni fa curavo le persone anziane, oggi i giovani. Vorrei tornare a dover curare pazienti dai 75 anni in poi, perché significherebbe che prima sono stati bene. All’incontro “Ipertensione e Sport”, è intervenuto anche Roberto Duranti, presidente del Walking Club Arezzo, istruttore di Fit e Nordic Walking e membro dell’Anwi (Associazione Nordic Walking Italia). Duranti ha illustrato come una camminata, tecnicamente buona, possa regolarizzare la pressione arteriosa nel sangue. «Il Walking Club Arezzo è a disposizione di tutti coloro che vogliano provare le sensazioni di questo sport all’aria aperta. Inoltre - ha spiegato Duranti -, si può eseguire sia la camminata sportiva che quella Nordic, ovvero con le bacchette, proprio come usavano gli sciatori di fondo per l’allenamento estivo». I soci 50&Più, grazie ai consigli ricevuti, sono passati dalla teoria alla pratica con la “Prova di camminata”, una passeggiata di circa un’ora tra le vie del Parco “Giotto” di Arezzo. info: 0575354292 www.spazio50.org/arezzo 80 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020

MILANO CONVEGNO

4 regole d’oro per un cervello allenato Durante l’emergenza causata dalla diffusione della pandemia, nessuno aveva pensato alle conseguenze che avrebbe dovuto affrontare. Non solo nel lavoro, ma anche nella vita di tutti i giorni. «Dov’è il cellulare? E gli occhiali?», «Come si chiamava quell’amico che abbiamo incontrato questa mattina?». Over 50 e non solo sembrano aver perso la naturale capacità di concentrazione e di memoria. Il tema è stato affrontato in occasione della XI edizione della “Settimana di prevenzione dell’invecchiamento mentale”, grazie al convegno “L’emergenza è finita ma… piccoli segnali da non sottovalutare”, organizzato dalla 50&Più provinciale di Milano con il supporto della dottoressa Anna Renaldin di Assomensana, esperta nella valutazione delle funzioni cognitive. «L’essere liberi da attività professionali - ha spiegato la dottoressa -, privati della possibilità di muoversi adeguatamente, con una limitata vita sociale, vissuta a distanza, e di conseguenza la ridotta attività mentale, hanno lasciato nel post emergenza la sensazione di una perdita di lucidità; parrebbe che tutto il sistema cognitivo abbia subìto un rallentamento funzionale e una riduzione della flessibilità cognitiva, specie negli anziani». Un tema che andava affrontato: «Ci sembrava giusto - spiega Maria Antonia Rossini, vice presidente vicario della 50&Più provinciale Milano - ritrovarsi di persona per riattivare

e aumentare quella socialità che la pandemia ci ha tolto e perché era importante dare un segnale di ripartenza». Nel corso dell’incontro sono stati dati utili suggerimenti per migliorare la prestazione mentale. Ecco la ricetta da seguire in quattro punti: 1) stimolare, curiosare, giocare e sfidare sé stessi... Il cervello è un organo con delle potenzialità anche se si è avanti negli anni: non pensate che debba riposare; 2) dedicarsi all’esercizio fisico: soprattutto camminare per favorire la neurogenesi; 3) fare della ginnastica mentale: per mantenere la plasticità cerebrale; 4) mantenere rapporti sociali per rinforzare la riserva cognitiva. Al termine del suo intervento, la dottoressa Renaldin ha proposto ai presenti un test gratuito per la valutazione delle funzioni cognitive. info: 0276281227 www.spazio50.org/milano

LE SEDI 50&PIÙ NEL MONDO Argentina Buenos Aires La Plata 1555 Villa Bosch Australia Perth Belgio Bruxelles Brasile Florianopolis San Paolo Canada Burnaby Concord Hamilton Woodbridge

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UNIVERSITÀ

NAPOLI

LIVORNO

CONCORSO

Incontri con la settima arte: “Lezioni di Cinema” Prosegue il ciclo di incontri “Lezioni di Cinema”, organizzato dalla 50&Più Università di Livorno. Ancora otto appuntamenti dedicati alla settima arte, tutti da seguire. In questa quinta edizione le tematiche affrontate sono “Cinema e Letteratura Italiana” e “Registi Stranieri”. Gli incontri si terranno fino a febbraio 2021, con cadenza quindicinale, il sabato pomeriggio, dalle 17.00 alle 19.00, presso l’Auditorium del Museo di Storia Naturale di via Roma. Le lezioni sono tenute da relatori, studiosi e critici cinematografici prestigiosi, che affronteranno le tematiche proposte, intervallando la loro lezione con la proiezione di spezzoni di film. Si parte sabato 7 novembre con Orson Welles: “Il vero e il falso”, per proseguire il 21 con Lang e Metropolis - “La città e il cinema: gli agglomerati urbani e la loro rappresentazione sul grande schermo”. Il 28, invece, il tema è David Linch: “Il cuore di tenebra dell’America”. Dopo la pausa natalizia, si riprenderà sabato 9 gennaio 2021 con Woody Allen: “Nulla è più serio del ridicolo”.

Al via “W i nonni”

Il 23 sarà la volta di Stanley Kubrick con “Il mondo di Stanley Kubrick”. Il 6 febbraio l’appuntamento è con Akira Kurosawa: “L’imperatore che sogna”. L’ultima lezione, il 20, è dedicata a John Ford con “Il mito delle radici”. Per gli studenti che parteciperanno alla Rassegna è previsto il rilascio di una certificazione per usufruire dell’eventuale credito scolastico. Patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Livorno, “Lezioni di Cinema” è un progetto di Massimo Ghirlanda. Nell’organizzazione collaborano con la 50&Più Università livornese, il Centro Studi Commedia all’italiana, Erasmo Editore, Circolo Kinoglaz, Museo di Storia Naturale e Centro Artistico “Il Grattacielo”. info: 0586881128 - 0586898276 www.spazio50.org/livorno

Nei giorni più duri della pandemia la tecnologia è riuscita a mantenere vicini nonni e nipoti. Gran parte dei nonni si sono cimentanti in App, videochiamate e Social. Insomma, hanno fatto di tutto per stare accanto ai propri nipoti, per incoraggiarli e sostenerli in attesa di tempi migliori. Tuttavia, nonostante l’utilità e l’importanza della tecnologia, l’affetto verso i nonni si può esprimere in tanti modi, come con la poesia. Così, la 50&Più provinciale di Napoli ha pensato di offrire ai bambini l’opportunità di raccontare in versi i propri nonni, ideando il concorso “W i nonni”. Al Concorso possono partecipare i nipoti, con un’età dai 6 ai 10 anni, dei soci 50&Più. La poesie, in lingua italiana, saranno esaminate da una Giuria composta da cinque giurati. Saranno premiate cinque poesie e ai piccoli autori sarà consegnata una targa e un buono del valore di 70 euro. Tutti in partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione. Gli elaborati dovranno essere inviati alla 50&Più provinciale (Via Cervantes, 55 - 80133 Napoli) oppure via email all’indirizzo fenacom.na@enasco.it, entro il 15 gennaio 2021. Inoltre, le poesie dovranno essere accompagnate da una scheda di autorizzazione firmata da un genitore. In seguito, la 50&Più napoletana comunicherà la data della premiazione. info: 085518187 www.spazio50.org/napoli

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PORDENONE FESTA DEL LIBRO

Incontro con Susanna Tamaro Anche quest’anno la 50&Più provinciale di Pordenone è stata partner di “Pordenonelegge”, una cinque giorni dedicata alla Festa del Libro che si è tenuta al Teatro Verdi di Pordenone, giunta alla XXI edizione. In particolare, i soci 50&Più hanno assistito a un incontro esclusivo: la presentazione in anteprima dell’ultimo romanzo della scrittrice Susanna Tamaro. L’autrice triestina ha scelto Pordenone come unica tappa per raccontare Una grande storia d’amore (Solferino edizioni), titolo del nuovo intenso romanzo. Intervistata da Alessandro Mezzena Lona, e con le letture di Lorenzo Zuffi di alcune pagine del libro, la Tamaro ha rivelato l’essenza del suo romanzo. Una storia semplice che ci pone domande fondamentali: sui legami che forgiamo tra le anime, sulla nostra capacità di cambiare, sul destino che unisce e separa. Un’indagine profonda del rapporto tra uomo e

PADOVA

donna. Un libro che contiene una dedica particolare: «Ai miei genitori, che hanno avuto il coraggio di farmi nascere». Per la scrittrice: «Ogni romanzo è un miracolo. Non so mai quando e come sarà il prossimo e ogni volta penso sia l’ultima». Un romanzo, questo, scritto in pochi mesi vis-

suti nell’isolamento, già prima che arrivasse il lockdown. Un estraniarsi dalla vita pubblica che le è stata propizia, dandole modo di esprimere appieno quella “febbrile necessità della scrittura” che sentiva. info: 0434549462 www.spazio50.org/pordenone

BIELLA

IL PRANZO DELLA TRADIZIONE

ESCURSIONI

Tutti insieme per la “Castagnata”

Per recuperare il tempo perduto

Domenica 15 novembre, presso il ristorante Montegrande di Rovolon, si terrà il tradizionale pranzo della “Castagnata”. Con l’occasione saranno premiati ed esposti i lavori dei soci che hanno partecipato all’edizione padovana del “Concorso 50&Più Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia in tempo di Coronavirus”. info: 049655130 - 3332342101 www.spazio50.org/padova

A distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, la 50&Più provinciale di Biella ha organizzato due incontri per riavvicinare soci, amici e simpatizzanti che, a causa della pandemia, non avevano potuto partecipare a quanto organizzato e non svolto nel periodo primavera-estate. Così, per recuperare il “tempo perduto”, parafrasando il titolo del più importante lavoro di Marcel Proust, hanno preso parte alla passeggiata al Santuario di Oropa e alla visita al Castello di Castellengo. «Solitamente si cerca altrove ciò che, al contrario, si ha a portata di mano, ma in queste occasioni si è sfatato il detto e siamo rimasti all’interno del nostro bellissimo territorio Biellese. Un territorio che, tra monti e colline, pianure e laghi, offre infinite occasioni per trascorrere momenti spensierati, aggiungendo anche i prodotti enogastronomici», suggerisce Teresio Casetta, presidente della 50&Più provinciale di Biella. Non solo, la compagnia è stata allietata dal Quartetto di 50&Più, diretto dal Maestro Omar Gioia. Inoltre, è stato possibile visitare una cascina della Baraggia di Candelo. L’appuntamento è con le prossime visite. info: 01530789 www.spazio50.org/biella

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UDINE PREMIAZIONI

I “Nonni Più” e il “Nonno Special”

nel rispetto delle norme anti-Covid, non potevano mancare i premiati, i “Nonni Più”, che hanno ricevuto il numero maggiore di voti durante il Concorso promosso da 50&Più nei mesi scorsi. Nella sezione “Sport” ha vinto Enzo Del Forno, atleta olimpico di salto in alto, preparatore della Federazione di atletica e presidente degli Atleti azzurri d’Italia; per il “Volontariato” il primo posto è andato al colonnello Luigi Ziani, attuale coordinatore della Protezione Civile dell’Ana; per la sezione “Economia”, invece, è stato scelto Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio di Udine e Pordenone e di Confcommercio Udine. Non solo, per la prima volta è stato consegnato il premio “Nonno Special”. Si tratta di un nonno davvero speciale: Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio-Imprese per l’Italia e della 50&Più nazionale, soprattutto nonno di 13 nipoti. Ospite d’onore dell’evento, ha dichiarato: «I premi ai nonni hanno oggi un significato fortemente simbolico: sollecitano, in un momento così drammatico, un patto generazionale, costruito sulla comprensione delle differenze e sulla valorizzazione della qualità». Guardando poi al contesto di un anno segnato dalla pandemia, Sangalli ha scongiurato un secondo lockdown e auspicato, invece, «dia-

logo e collaborazione con il Governo per le regole, i protocolli e i controlli che tengano insieme salute pubblica e ripresa economica». La Festa dei Nonni, presentata dalla giornalista Silvia De Michielis, si è aperta con l’esibizione del Quartetto d’archi Ja-To del Conservatorio Tomadini di Udine mentre, tra una premiazione e l’altra, i presenti hanno goduto dell’intrattenimento musicale della violinista di Casarsa, Anna Nash (una dei componenti del Rondò Veneziano), e del duo Barbara Errico (soprano) e Andrea Castiglione (chitarra). Claudio Moretti, invece, ha recitato alcune poesie di Pierluigi Cappello e brani tratti dal libro Nonni, di Pierina Gallina. info: 0432538707 www.spazio50.org/udine

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Un evento emozionante, tra musiche e poesia. Un grande omaggio a tutti i nonni in questo anno particolarmente difficile a causa della pandemia. Nonostante tutto, però, la Festa dei Nonni - alla decima edizione - è stata organizzata grazie alla determinazione e la volontà della 50&Più provinciale di Udine. L’evento si è tenuto quindi nella splendida cornice del Salone del Parlamento del Castello di Udine, dove sono stati premiati i “Nonni Più” e, per la prima volta, è stato consegnato il premio al “Nonno Special”. «Anche quest’anno abbiamo raccolto centinaia di segnalazioni, che testimoniano l’interesse per l’iniziativa persino in un anno tanto complicato come quello che stiamo vivendo - ha spiegato il presidente della 50&Più provinciale di Udine, Guido De Michielis -. Abbiamo deciso di mantenere questo appuntamento nonostante tutto, anche se è stato necessariamente ridimensionato alla sola celebrazione del mattino, facendo a meno del consueto evento musicale pomeridiano e delle attività ludiche organizzate nelle passate edizioni. Ma riteniamo comunque importante esserci anche quest’anno». «Una festa dal grande valore sociale ha aggiunto il vice presidente dell’associazione, Pietro Cosatti -, un ringraziamento ai nonni che dedicano il loro tempo e trasmettono la loro cultura ai nipoti», mentre il consigliere della Fondazione Friuli (partner assieme a tanti altri sponsor privati), Flavio Pressacco, ha ribadito come «la forza degli anziani sia un simbolo fondamentale in una congiuntura tanto difficile». Alla cerimonia, alla quale hanno potuto assistere non più di 70 persone,

PIACENZA CALENDARIO

I prossimi appuntamenti La 50&Più provinciale di Piacenza propone un ricco calendario di appuntamenti fino a gennaio 2021. Il 22 novembre, visita guidata con Erica Deponti alla mostra contemporanea “ Piacenza XNL”. Il 28 novembre, invece, sarà la volta del Mercatino Asburgico di Natale di Levico Terme. Riguardo al tradizionale scambio degli auguri di fine an-

no, la programmazione è per il 3 o il 10 dicembre, nella Sala degli Arazzi presso il Collegio Alberoni di Piacenza. Si prosegue il 13 dicembre con la visita alla mostra “Van Gogh. I colori della vita”, a Padova. Infine, il 16 gennaio 2021 è prevista la visita alla mostra “Monet e gli Impressionisti”, nello storico Palazzo Albergati di Bologna. Gli interessati possono esprimere la loro adesione tramite e-mail all’indirizzo

50epiu.pc@50epiu.it oppure attraverso WhatsApp al numero 3405040628. info: 0523461839 www.spazio50.org/piacenza NOVEMBRE 2020 I 83


LE SEDI 50&PIÙ PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via F. Salomone, 67 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 90 Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 Salerno - Via Zammarelli, 12 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti Parma - Via Abbeveratoia, 61/A Ravenna - Via di Roma, 104 Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 Trieste - Via Mazzini, 22 Udine - Viale Duodo, 5 Lazio Frosinone - Via Moro, 481 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Cola di Rienzo, 240 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via XX Settembre, 40/5 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via del Torretto, 57/1 Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 154 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Bellini, 14 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 47 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48a

84 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020

Telefono 0862204226 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122201 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 089227600 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0407707340 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761341718 Telefono 010543042 0183275334 0187731142 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376288505 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 0712075009 0736051102 0733261393

Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via XXIV Maggio, 331 Piemonte Alba - Piazza S. Paolo, 3 Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Trieste, 15 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Roma, 29 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Appia, 159/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 84 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Serristori, 15 Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio Pisa - Via Chiassatello, 67 Prato - Via San Jacopo, 20-22-24 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Via del Giglio, 10-12-14 Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Piazza Arco d’Augusto, 10 Veneto Belluno - Piazza Martiri, 16 Padova - Via degli Zabarella, 40/42 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B

0721698224/5 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0173226611 0131260380 0141353494 01530789 0171437261 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091334920 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 05025196-0507846635/30 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 049655130 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502


in viaggio VIAGGI CROCIERE SOGGIORNI PELLEGRINAGGI

con 50&Più

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ANTEPRIMA EVENTI NAZIONALI 2021

COURMAYEUR (AO)

Comprensorio del Monte Bianco Dal 31 gennaio al 7 febbraio 2021 La quinta edizione delle Olimpiadi Invernali 50&Più si svolgerà nel cuore della 5 Valle d’Aosta, ai piedi della montagna più alta d’Europa, nel comprensorio sciistico di Courmayeur Mont Blanc. Trascorrerete giornate sulla neve circondati da splendidi paesaggi e avvolti da una natura incontaminata. Ogni giorno potrete scegliere se dedicarvi alle diverse attività sciistiche, alle passeggiare nel vicino centro di Courmayeur, alle escursioni organizzate dall’Hotel o al totale relax nel centro benessere con piscina. SISTEMAZIONE ALBERGHIERA Il TH Courmayeur (4 stelle Sup.) si trova ad Entreves (1,8 km da Courmayeur), un luogo fiabesco, dove il tempo sembra essersi fermato e dove si possono ammirare panorami spettacolari del massiccio del Monte Bianco: creste vertiginose, scintillanti ghiacciai, valli e ambienti di immensa bellezza. L’Hotel dista circa 200 metri dalla Sky Way, la funivia che consente di arrivare sulle cime perennemente innevate del Monte Bianco, alla scoperta della sua maestosità. All’interno dell’Hotel potrete usufruire (fino a esaurimento presenze) di una piscina panoramica affacciata sulle cime del Monte Bianco e una palestra attrezzata con area fitness. Per un maggior benessere è a disposizione il centro wellness con sauna, idromassaggio, bagno turco e trattamenti estetici e distensivi. Tutte le proposte saranno confermate a condizione che si possano garantire i più alti standard di sicurezza e tutela dei partecipanti, il tutto nel rispetto delle normative vigenti. Qualora i pacchetti venissero annullati, i pagamenti effettuati dai Soci 50&Più verranno debitamente rimborsati.

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INFORMAZIONI SPORTIVE L’organizzazione dei “giochi” sarà gestita dallo Staff 50&Più, supportata dallo staff tecnico Gare e dai maestri di sci locali. I partecipanti, divisi per categoria e classi d’età, si sfideranno nelle seguenti gare: Slalom gigante (2 manches) - Slalom speciale (2 manches) - Sci di fondo classico e sci di fondo pattinato - Camminata di regolarità a tempi di percorso stabiliti. QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE: (7 notti/8 giorni) In camera doppia € 630 In camera doppia uso singola € 880 Suppl. Polizza Annullamento Viaggio (facoltativa) € 15 RIDUZIONI: III e IV letto anni 0-3: gratuito (THinky Card obbligatoria per i servizi a loro dedicati € 126); anni 3-15 in camera con 2 adulti: 50%; adulti 30% (le età si intendono per anni non compiuti al momento del soggiorno). I minori devono necessariamente pernottare con i propri genitori o nucleo familiare. Quota d’iscrizione per i non soci € 45 Le quote comprendono: soggior- • Lezioni di sci • Tassa di soggiorno no in camera doppia al Th Courma- (attualmente € 2 al giorno a peryeur Hotel • Trattamento di prima sona, da regolare in Hotel) • Tratcolazione e cena • Animazione e tamento massaggi al Centro benesspettacoli serali, piano bar, giochi, sere - Mance, extra in genere e tutto balli e feste - Partecipazione alle gare quanto non specificato. e agli intrattenimenti proposti dal- GARAGE - Coperto e disponibile l’organizzazione • Ingresso alla SPA fino ad esaurimento posti: € 10 al e utilizzo piscina su prenotazione e giorno. Da prenotare. contingentata secondo le normative TRASPORTI - Sono previsti in treno vigenti • Assicurazione bagaglio/sa- per Torino con trasferimento per e nitaria • Assistenza di personale da Courmayeur (150 km). In aereo dai principali aeroporti d’Ita50&Più Turismo. Le quote non comprendono: tra- lia per Torino, con trasferimento per sporti da e per Courmayeur - Polizza e da Courmayeur (150 km). annullamento viaggio (€ 15) • Ski Quotazioni individuali e di gruppo pass individuale • Tutte le bevande su richiesta. Tel. 06 6871108/369 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più


50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ

50&PIÙ CAPODANNO INSIEME 2020/2021 SORRENTO (NA) - Dal 28 dicembre 2020 al 2 gennaio 2021 La solidarietà e l’amicizia sono il valore dello stare

GRAND HOTEL FLORA (4 Stelle) - SORRENTO (NA)

insieme. 50&Più, da 35 anni, organizza per i propri soci questo appuntamento nato per trasformare il Capodanno in un’esperienza suggestiva.

L’Hotel è situato nel cuore della Costiera Sorrentina. Grazie alla sua comoda posizione lungo la strada principale della città, è considerato tra gli hotel a 4 stelle più centrali e confortevoli di Sorrento. Tutte le camere sono arredate in stile classico e curate nei minimi dettagli, i mobili intarsiati, le decorazioni e l’armoniosità dei riposanti colori pastello delle pareti, sono la conferma dell’attenzione riservata agli ospiti. Il Ristorante gode di un panorama mozzafiato sul Golfo di Napoli ed offre un servizio curato e una cucina tradizionale a base di piatti cucinati con prodotti freschi e di stagione, serviti con raffinatezza ed eleganza.

Sorrento e la Costiera Amalfitana sono uno scenario perfetto per il relax e il divertimento dei soci 50&Più, che potranno trascorrere giorni piacevoli insieme agli Associati e al nostro staff. Tra attività, visite ed escursioni, giochi, fuochi d’artificio e magnifiche serate stellate. A Sorrento, con le sue pittoresche scogliere a picco sul mare e la bellezza del centro storico, si potrà passeggiare nei vicoli o nella vivace Piazza Tasso, ammirare un tramonto o visitare i presepi natalizi della tradizione locale. QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE: In camera doppia In camera doppia uso singola Suppl. Polizza Annullamento Viaggio (facoltativa) Quota d’iscrizione per i non soci: € 45

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€ 590 € 840 € 15

Le quote comprendono: Pernottamento al Grand Hotel Flora in camere standard • Trattamento di mezza pensione con prima colazione e cena incluse bevande (½ minerale + ¼ vino) • Galà di Capodanno con Veglione, musica dal vivo e spumante • Pranzo di inizio anno il 1° gennaio, incluse bevande (½ minerale + ¼ vino) • Programma di animazione • Polizza bagaglio/sanitaria Unipol Ass. • Assistenza dello staff 50&Più Associazione. Le quote non comprendono: Trasporti da e per Sorrento • Escursioni facoltative da prenotare e pagare in loco • Bevande oltre quelle previste, mance, extra personali e tutto quanto non sopra specificato • Imposta comunale di soggiorno da saldare in Hotel • Polizza Annullamento Viaggio facoltativa (€ 15).

(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 E-mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più


TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO •

CROCIERA

Mâcon

CROCIERA FLUVIALE

LIONE Vienne

FRANCIA

Navigando la Saona e il Rodano attraverso la Borgogna, la Provenza e la Camargue

Grignan Avignone Arles

DAL 27 MARZO AL 3 APRILE 2021 - 7 NOTTI/8 GIORNI ITINERARIO 1° giorno: Arrivo a Lione Imbarco e sistemazione in cabina. 2° giorno: Lione Al mattino Santa Messa. Pomeriggio visita a piedi della città. 3° giorno: Mâcon Visita all’Abbazia di Cluny (X sec.). Pomeriggio libero. Escursione facoltativa a Chalon-sur-Saone. 4° giorno: Vienne Visita della città romana: Tempio di Augusto e Cattedrale. 5° giorno: Avignone Escursione a Pont du Gard e ad Uzès. Pomeriggio visita di Avignone. 6° giorno: Avignone Escursione ad Arles e visita dell’anfiteatro romano, la cattedrale e il centro storico. Pomeriggio libero. Escursione facoltativa in Camargue. 7° giorno Viviers Escursione nell’Ardèche e Grignan. 8° giorno: Lione Arrivo e sbarco. N.B.: L’itinerario e le escursioni possono subire variazioni o integrazioni anche in funzione delle condizioni di navigazione.

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Un itinerario straordinario nelle vallate della Saona e del Rodano dove scoprire le meraviglie di un patrimonio storico, architettonico, naturalistico ben conservato e i vigneti dei vini più famosi al mondo. A bordo della MN SWISS GLORIA - 4 Stelle Superiore La motonave dispone di tre ponti, un luminoso ristorante, salone panoramico, area benessere, sala di lettura e negozio di bordo. Le cabine ai ponti Diamante e Rubino sono dotate di balcone alla francese e ascensore, le cabine al ponte Smeraldo sono con finestra. QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE suite Ponte Superiore “Diamante“ € 1.480 Ponte Intermedio “Rubino” € 1.380 Ponte Inferiore “Smeraldo” — Quota d’iscrizione per i non soci € 45

cabina doppia € 1.400 € 1.300 € 1.150

cabina singola — — € 1.450

Le quote comprendono: Crociera di 8 giorni/7 notti in cabina della categoria prescelta • Trattamento di pensione completa a bordo dalla cena, del 1° giorno alla prima colazione dell’8° giorno • Cocktail di benvenuto e cena di gala a bordo • Escursioni e visite guidate inserite nel programma • Tasse portuali • Polizza medico/bagaglio e annullamento viaggio (fino a € 1.800) • Assistenza 50&Più. Le quote non comprendono: Viaggio per e da Lione • Assicurazione integrativa • Escursioni facoltative (da regolare in loco) • Trasferimenti per e da aeroporti e stazioni ferroviarie • Ingressi dove previsti • Tutte le bevande, mance, extra in genere e tutto quanto non sopra specificato. TRASPORTI in pullman GT: partenza da Milano per Lione e ritorno: € 140 (min. 40 partecipanti). TRASPORTI in aereo: voli di linea e low cost per e da Lione. Per informazioni e prenotazioni: Tel. 06 6871108/369 - mail: info@50epiuturismo.it Oppure presso le sedi Provinciali 50&Più


Rivolgiti ai nostri uffici per tutte le pratiche di successione e le relative volture catastali. La dichiarazione di successione va presentata dagli eredi entro UN ANNO dalla data del decesso del titolare dei beni. EVENTUALI DOCUMENTI DA PRESENTARE I Delega a 50&PiùCaf per la presentazione della dichiarazione I Certificato di morte (in carta semplice) I Certificato di stato di famiglia del defunto o autocertificazione rilasciata dall’erede I Certificato di stato di famiglia degli eredi e legatari (o autocertificazione) I Autocertificazione “status eredi”, fotocopia dei documenti, dei codici fiscali del defunto e degli eredi I Atti di acquisto e vendita del patrimonio immobiliare, se in possesso I Certificazione comprovante le passività e le detrazioni I Certificato rilasciato dal gestore di eventuali c/c, libretti postali, azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento, ecc I Certificato di destinazione urbanistica per i terreni I Eventuali donazioni effettuate in vita

50&PiùCaf grazie all’accordo stipulato con il Patronato 50&PiùEnasco offre inoltre assistenza per la pensione di reversibilità. 50&PiùCaf, Centro Autorizzato di Assistenza Fiscale scelto da oltre 760.000 persone, offre assistenza per: 730, IMU, Red, Isee, richiesta bonus energia/gas, visure catastali, INV/CIV. Trova la sede più vicina a te o chiama il nostro numero verde

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__FISCO__

SUPERBONUS: BENEFICIARI, DIRETTIVE E ADEMPIMENTI

L’ambito di applicazione della detrazione Irpef del 110% è in continua evoluzione. Facciamo il punto, rimandando ai prossimi numeri ulteriori e importanti approfondimenti

a cura di Alessandra De Feo

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SUL SITO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE È DISPONIBILE UNA GUIDA IN CUI VENGONO ESAMINATI ASPETTI E ADEMPIMENTI PER USUFRUIRE DELLA DETRAZIONE DEL 110% WWW.AGENZIAENTRATE.IT

LA NOSTRA RIVISTA SI È GIÀ INTERESSATA DEL SUPERBONUS MA, IN VIRTÙ DELLA CONTINUA EVOLUZIONE E DELLA COMPLESSITÀ DELL’ARGOMENTO, SI È RITENUTO OPPORTUNO RITORNARE SUL TEMA. L’agevolazione, introdotta dal Decreto Rilancio, consiste in una detrazione Irpef pari al 110% delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 - salvo eventuali ulteriori proroghe, come si evince da “voci di corridoio” - per determinate categorie di interventi, ed è ripartita, tra gli aventi diritto, in cinque quote annuali di pari importo. Sul tema l’Agenzia delle Entrate è intervenuta più volte, per cui si ritiene utile fare dei rapidi excursus, onde consentire al lettore di approfondire gli aspetti di proprio interesse. In primis, nel luglio scorso, ha elaborato una guida in cui vengono esaminati diversi aspetti oggettivi, soggettivi e gli adempimenti da seguire per usufruire del Superbonus, spiegando le relative disposizioni attraverso l’elaborazione di alcuni casi pratici. La suddetta guida è presente sul sito www.agenziaentrate.it. Successivamente, l’Agenzia ha emanato la Circolare n. 24 e un comunicato stampa che contengono precisazioni di particolare interesse. Per motivi di spazio, esaminiamo ora solo l’aspetto soggettivo, rinviando gli altri ai prossimi articoli. Possono usufruire della detrazione del 110% le persone fisiche che possiedono o detengono l’immobile (per esempio proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, affittuari e loro familiari), i condomini, gli Istituti Autonomi Case Popolari (Iacp), le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, le Onlus e le associazioni e società sportive dilettantistiche registrate, per i soli lavori dedicati agli spogliatoi. I soggetti Ires (e, in generale, i titolari di reddito d’impresa o professionale) possono invece accedere al Superbonus solo per la partecipazione alle spese per interventi cosiddetti trainanti, effettuati sulle parti comuni di edifici. Oltre alle suddette categorie di beneficiari, è stato chiarito che possono avvalersi della norma agevolativa anche i familiari e i conviventi del possessore o detentore dell’immobile che sostengono la spesa per i lavori effettuati sugli immobili a loro disposizione. Tali soggetti possono usufruirne se sono conviventi alla data di inizio dei lavori o, se antecedente, al momento del sostenimento delle spese. L’incentivo vale anche per gli interventi su un immobile diverso da quello destinato ad abitazione principale, nel quale può svolgersi la convivenza, mentre non spetta al familiare su immobili locati o concessi in comodato. Ha diritto alla detrazione anche il promissario acquirente dell’immobile oggetto di intervento immesso nel possesso, a condizione che sia stato stipulato un contratto preliminare di vendita dell’immobile regolarmente registrato. Infine, il Superbonus è consentito anche agli imprenditori e ai lavoratori autonomi per le unità abitative rientranti nella sfera privata. Questo requisito non è richiesto se i lavori riguardano le parti comuni dei condomini.


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__PREVIDENZA__

LE NUOVE PENSIONI E L’EFFETTO PANDEMIA

La Legge di Bilancio 2021 potrebbe mantenere “Opzione donna” e “Ape sociale”, in attesa di nuove regole di uscita dal mondo del lavoro a cura di Gianni Tel

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IL RECOVERY FUND È L’OCCASIONE PER RENDERE IL NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE ED EQUO, INVESTENDO NELL’ECONOMIA VERDE, FACENDO DEL WELFARE E DELLA SANITÀ PUBBLICA GLI ARCHITRAVI DEL NOSTRO MODELLO SOCIALE

90 I spazio50.org I NOVEMBRE 2020

OGNI ANNO, QUANDO SI RIPRENDE A PARLARE DEI CONTENUTI DELLA LEGGE DI BILANCIO, SPUNTA L’INTENZIONE DI METTERE MANO ALLA REVISIONE DEL NOSTRO SISTEMA PENSIONISTICO. Infatti, dopo l’introduzione della “Riforma Dini” del 1995, fino all’attuale “Quota 100” del 2019, transitando per la “Riforma Fornero” del 2012, non sono mancati molti provvedimenti di revisioni che hanno modificato in peggio l’impianto previdenziale del nostro Paese. In questo momento non sono poche le “vie di uscita” che la normativa ha previsto. Si tratta di “Quota 100”, “Opzione donna”, “Lavori usuranti”, “Ape sociale e volontaria”, “Precoci” e “Isopensione”. Già da settembre si è cominciato a riproporre se e come intervenire nuovamente sulle pensioni e nei “palazzi di Governo” si avanza l’ipotesi di non rifinanziare “Quota 100” a partire dal 2022, considerando che il costo appare quest’anno in forte rialzo, così come evidenziato dalla Ragioneria Generale dello Stato (il 17% del Pil, circa 300 miliardi di euro, pari a circa il 35% della spesa pubblica complessiva). Il “ritornello” è sempre lo stesso: come controllare il costo previdenziale e, nel contempo, garantire una giusta pensione agli assicurati. Tutte le misure adottate hanno sempre interessato il sistema dal lato dei costi, al fine di riavvicinare le uscite alle entrate. Per questo motivo alcune generazioni hanno ottenuto condizioni agevolate, altre invece, meno fortunate, sono state penalizzate. Adesso, con la presentazione della Legge di Bilancio 2021, si sta parlando di mantenere per il prossimo anno sia “Opzione donna” che “Ape sociale”, in attesa di prevedere nel 2021, terminato l’esperimento “Quota 100”, nuove regole di uscita dal mondo del lavoro (si parla di spostare a 63 anni l’età pensionabile per i lavori più gravosi e, a 64 anni, per tutti gli altri con importi meno consistenti, facendo leva sull’anzianità contributiva e sui coefficienti di calcolo legati alla speranza di vita). Ma cerchiamo di spiegarci meglio e vediamo ora quale potrebbe essere l’effetto Covid-19 sulle pensioni del futuro. In Italia, oggi, è in vigore il sistema a ripartizione (con i contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro in un anno vengono pagate le pensioni dello stesso anno). Con la riforma pensionistica del 1995 (Riforma Dini) si è passati al calcolo contributivo, che tiene conto della somma di tutti i contributi versati nella vita lavorativa, rivalutati in proporzione alla crescita del Pil (Prodotto Interno Lordo), che consente di ottenere il “montante contributivo”. Ovviamente, per trasformare il “montante” in un assegno mensile, esso va diviso per il numero dei mesi dati dalla speranza di vita media all’età effettiva di pensionamento. Poi, da quando il primo assegno viene versato al pensionato, la pensione viene rivalutata in base all’inflazione. L’obiettivo del sistema introdotto dal Governo “Dini” è stato quello di agganciare il calcolo della pensione iniziale all’andamento dell’economia e dare maggiore stabilità alle finanze pubbliche: se il Pil cresce, aumentano i contributi e l’Inps può sopportare una spesa previdenziale più alta. Se il Pil scende, entrano meno soldi nelle casse dell’Istituto e, in questo caso, paga pensioni più leggere. Ciò, però, si traduce in un danno per i lavoratori, i quali si ritrovano con meno potere d’acquisto.


Nonostante il meccanismo sia stato corretto nel 2008, tale sistema non protegge i lavoratori, i contributi non vengono cioè rivalutati abbastanza per tenere il passo con l’inflazione. Il risultato è che, dal 2010 al 2020, i contributi previdenziali hanno perso circa il 5% di valore reale. Mentre, dal 1996, si stima che i contributi versati abbiano ottenuto una rivalutazione reale che copre solo un quarto dell’inflazione. In altre parole, il “capitale” accumulato negli anni da cui il lavoratore ottiene la pensione si è svalutato. Anche se queste sforbiciate sembrano piccole variazioni, va ricordato che si riflettono sull’intera vita residua dei pensionati, il cui assegno si adegua, perdipiù solo parzialmente, all’inflazione. Va sottolineato poi, che nella continua ricerca di un dinamico ma difficile equilibrio tra contributi e prestazioni, tra lavoratori e pensionati, non si è tenuto conto della valutazione sui cambiamenti che sarebbero avvenuti successivamente nel mercato del lavoro e cioè: 1) la prorompente “irruzione” della tecnologia; 2) il lavoro precario e a tempo determinato; 3) il lavoro sommerso. Tutte situazioni che incidono negativamente sull’occupazione provocando interruzioni di lavoro o, addirittura, la scomparsa di posizioni lavorative.

Tutto ciò produce effetti negativi sui redditi da lavoro e dunque sulla possibilità da parte del singolo lavoratore di costruirsi un adeguato “montante contributivo”. Quindi ben vengano equi e ragionevoli provvedimenti sul sistema di calcolo, età di pensione, speranza di vita, rivalutazione del “montante contributivo”, insieme al recupero del potere di acquisito delle pensioni e alla riduzione del cuneo fiscale non previsto per i pensionati ma solo per i lavoratori dipendenti. Bisogna dunque passare a politiche economiche e fiscali comuni, con caratteristiche espansive che privilegino il lavoro, il welfare, l’economia della conoscenza e la sostenibilità ambientale e sociale. Bisogna uscire da questa crisi cogliendo l’occasione del Recovery Fund, per ripensare al nostro modello di sviluppo, rendendolo sostenibile ed equo, regolando la finanza, rafforzando il ruolo dello Stato e delle politiche pubbliche, investendo nell’economia verde, facendo del welfare e della sanità pubblica gli architravi del nostro modello sociale.

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P

__VIVERE IN ARMONIA SEGUENDO LE STAGIONI__

Per conservare i frutti si debbono mettere in luogo freddo e sopra la paglia, e sarebbe bene che la stanza avesse le porte o le finestre verso tramontana.

NOVEMBRE

Almanacco Barbanera 1863

a cura di

AD UN PASSO DALL’INVERNO

A NOVEMBRE, LA BRINA DISEGNA MERLETTI NELL’ORTO E NEL GIARDINO, mentre si teme l’arrivo di più severe gelate. Ovattato, introverso, con la nebbia che invade paesaggio e giornate, questo mese ci tiene in casa. Il tempo chiama alla riflessione, a coltivare gli affetti domestici, ma poi, quando il calendario entra nel vivo, le atmosfere si fanno gioiose, tra i riti di sempre e qualche novità. C’è da far festa all’olio nuovo e poi al frizzante vin novello. E mentre al fuoco si arrostiscono le castagne, san Martino riempie i bicchieri di buon rosso, pronto a scaldare il cuore dai rigori del tardo autunno. Intanto la Luna ci invita a raccogliere e seminare. A proteggere dal freddo piante e ortaggi di stagione. La notte incalza il giorno, le giornate sempre più brevi cedono spazio all’intimità, ad un’allegria più lieve, alle belle giornate in famiglia, a ritrovare se stessi nella calma di questo antico mese di mezzo.

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IL FINOCCHIO (Foeniculum vulgare dulce)

Fa bene perché... Diuretico e digestivo, non contiene grassi e ha poche calorie. Il grumolo presenta una buona percentuale di acqua, proteine, carboidrati. Non mancano potassio, sodio, calcio e fosforo, vitamina A, B, C, D, E ed acido folico. Il proverbio Cielo rosso e turchino aiuta il contadino.

Pollice bio Tre cose vuole l’orto: buon lavoratore, buon seme, buon tempo. Seppur non difficile da coltivare, è bene conoscere alcuni punti deboli del finocchio, quali la sofferenza per troppa acqua e le basse temperature. Preferisce infatti un clima temperato caldo, senza gelate invernali. La semina Necessita di terriccio o terreno fertile, soffice e ricco di humus. Pianta voluminosa, non è tra le più adatte al balcone, a meno che non si utilizzino vasi profondi almeno 40 cm. I semi si interrano a file, da maggio a settembre, coperti con appena 1 cm di terriccio. Si effettua un diradamento lasciando una pianta ogni 25 cm circa sulla fila. La semina si effettua con Luna calante. È possibile trapiantare piante di almeno un mese con la Luna crescente. Raccolta e conservazione I grumoli del finocchio si raccolgono dall’autunno all’inverno. Importante fare la raccolta prima dell’arrivo delle gelate per evitare che si rovinino. Si conserva in frigorifero non più di una settimana. Si può congelare, ma solo dopo averlo sbollentato.


BUONO A SAPERSI!

Zucca, amica d’autunno È giunto il momento di preparare la zucca di Halloween. Una tradizione che, in Italia, fino agli Anni ‘50, era radicata nella Pianura Padana e nel Centro Italia e prendeva il nome di “lümere”. Il procedimento? Disegnare un cerchio sulla parte superiore della zucca e poi tagliarlo. Svuotarla (ma non troppo), conservando polpa e semi così da utilizzarli in cucina. Incollare sulla zucca il disegno preferito, inciderlo con un punteruolo e, infine, tagliarlo seguendone la traccia. Al termine, inserire al suo interno un paio di lumini e rimettere il cappuccio.

NEL CESTINO DEL MESE

ORTAGGI: bietole, cardi, carote, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavoli broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicorie, cipolle, fagioli, finocchi, indivie, lattughe, pomodorini, porri, radicchi rossi, rape, ravanelli, sedano, spinaci, valerianella e zucche. FRUTTA: arance, bergamotto, cachi, cedri, castagne, cotogne, kiwi, limoni, clementine, mandarini, mele, nocciole, pere e pompelmi. AROMI: crescione, maggiorana, prezzemolo, rosmarino e salvia.

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COLTIVARE CON LA LUNA NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONE

All’inoltrarsi dell’autunno, le temperature scendono e annunciano il temuto arrivo delle gelate. Ecco allora che l’operazione importante da fare in questi giorni è la pacciamatura. Niente di difficile. Si tratta semplicemente di proteggere le nostre piante, in particolare i nuovi alberi, tanto nel giardino che nel frutteto, così come gli arbusti da poco trapiantati e anche le rose. Si fa collocando alla base del fusto uno strato di paglia, foglie, aghi di pino, corteccia o anche erba tagliata. E sarà un’efficace protezione anche per l’orto. Servirà a mantenere più caldo e umido il terreno e ad impedire la crescita delle infestanti. Se poi ancora non avessimo provveduto, c’è un acquisto da fare, quello di un bel paio di stivali di gomma per proteggersi dalla pioggia e dal fango utili a fare i pochi lavori che orto e giardino richiedono. Venendo invece alla Luna e alle sue fasi, ecco che in crescente ci attende la semina di fave e piselli, ma dobbiamo pure forzare i radicchi per l’imbianchitura. Da legare e fasciare anche i gobbi, affinché imbianchino e non gelino. Nel giardino coprire le specie sensibili al freddo con “tessuto non tessuto” e terminare la messa a dimora dei bulbi a fioritura primaverile. In Luna calante continuare la raccolta per la conservazione di cavolfiori, broccoli, finocchi e zucche. Seminare cipolle e aglio. Porre al riparo gli agrumi e raccoglierne i frutti.

SE HAI ½ GIORNATA LA MESSA A DIMORA DI ALBERI E ARBUSTI

Prima che il terreno geli, sarà bene procedere all’impianto degli arbusti da fiore e delle piante da frutto che si vogliono coltivare. La prima operazione sarà quella di preparare, dopo aver verificato che il terreno sia ben asciutto, la buca: più sarà grande e meglio verrà mosso il terreno, più le radici avranno vita facile e più rapido sarà l’attecchimento. A questo punto si dovrà collocare del concime organico - meglio il letame maturo - sul fondo e uno strato di terra sopra, per evitare il contatto tra radici e letame. La pianta in zolla, da vaso o a radice nuda, va posizionata, in Luna crescente, in modo che il colletto (l’attaccatura tra tronco e radici) si ritrovi a livello della superficie del terreno. Man mano che si riempie la buca, pressare la terra per accostarla bene alle radici. Fare in modo che in superficie si formi una piccola conca intorno al tronco, utile quando si annaffierà o pioverà.

Dice il proverbio...

Novembre imbacuccato, raccolto e seminato A San Martino, ogni mosto è vino Per mandar i malanni al diavolo, ricorda le virtù del cavolo

IL SOLE E LA LUNA IL SOLE

Il 1° sorge alle 06.33 e tramonta alle 16.54 L’11 sorge alle 06.45 e tramonta alle 16.42. Il 21 sorge alle 06.58 e tramonta alle 16.34. Le giornate si accorciano. Il 1° settembre si hanno 10 ore e 31 minuti di luce solare e il 30 se ne hanno 09 e 22 minuti. Si perdono 50 minuti di luce.

LA LUNA

Il 1° tramonta alle 07.06 e sorge alle 17.15. L’11 sorge alle 01.42 e tramonta alle 14.57. Il 21 sorge alle 12.50 e tramonta alle 22.53. Luna calante dal 1° al 14. Luna crescente dal 16 al 29. Luna Nuova il 15. Luna Piena il 30. NOVEMBRE 2020 I 93


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giochi stuzzica

CERVELLO Enrico Diglio

TEST 1 Osservate attentamente le sei parole inserite nel contenitore contrassegnato dalla lettera a) e le sei coppie di lettere inserite nel contenitore b), e determinate le sei parole che si possono ottenere utilizzando le lettere delle parole con le coppie di lettere (utilizzate ogni parola e ogni coppia di lettere una sola volta). a)

REBUS Lionello 9 7 3 2 9

b)

REBUS Lionello 7 9 2, 6

INDOVINELLO Favolino » GIUNTO ALLA TERZA ETÀ Mi sento antico e nuovo come mai fu dato ad altri, e, in verità infinito ogni mio bene ad altri anche donai; ma penso, oggi al successo, a cui legato ho ultimo pensiero della vita, nel ricorso più caro del passato.

TEST 2 Osservate attentamente i quattro percorsi a destra, al termine dei quali è posizionata una lettera, e dite quale lettera va sostituita al punto interrogativo al termine del quinto percorso, secondo un criterio logico da determinare.

a)

b)

c)

d)

e)

__SOLUZIONI A PAGINA 96__ NOVEMBRE 2020 I 95


oroscopo di Aldebaran

NOVEMBRE

soluzioni

GIOCHI

LINA SASTRI

INDOVINELLO Giunto alla terza età = Il testamento

Attrice

scorpione

vergine

23 OTT. I 22 NOV. Non vi è permesso distrarvi, perché le occasioni vi pioveranno addosso quando meno ve lo aspettate. Da bravi Scorpioni, non vi risparmierete e saprete coglierle con intelligenza e furbizia.

24 AGO. I 22 SET. Il rapporto col vostro partner sarà, intenso. Dolcezza, romanticismo, comprensione, ma anche voglia di divertirvi e tanta sensualità. Fate un po’ di moto, ma attenti ai colpi di freddo: siete un po’ vulnerabili.

ariete

bilancia

21 MAR. I 20 APR. Potrete dedicarvi maggiormente al lavoro, perché stimolati e convinti di ciò che state facendo. Fate attenzione, però, al comportamento di alcuni colleghi un po’ invidiosi. Bevete molta acqua.

23 SET. I 22 OTT. Alcuni problemi di denaro potranno risolversi grazie all’appoggio di buoni amici. Possibili contatti con persone straniere. Uscite di casa adeguatamente coperti. Il freddo incalza.

toro

sagittario

21 APR. I 20 MAG. Possibili divergenze d’opinione con parenti e amici che lasceranno l’amaro in bocca. Siate più riservati nelle confidenze. La salute è buona, ma continuate a praticare attività fisica.

23 NOV. I 21 DIC. La fortuna sarà al vostro fianco. Approfittatene per acquistare un biglietto della lotteria o per giocare qualche numero al Superenalotto. La sedentarietà non vi giova: iscrivetevi in palestra.

gemelli

capricorno

21 MAG. I 21 GIU. Trascorrerete sereni momenti in famiglia. Con un po’ di impegno riuscirete a risolvere una questione in sospeso. Proteggetevi dal freddo e bevete quotidianamente spremute di agrumi.

22 DIC. I 20 GEN. Sarete impegnati ad apportare migliorie alla vostra casa. Potrebbero verificarsi contatti con persone straniere. È il momento di iniziare a praticare una leggera ma costante attività fisica.

cancro

acquario

22 GIU. I 22 LUG. Il lavoro vi porterà ad incontrare molte persone e questo vi darà la possibilità di stringere nuove amicizie. Siate misurati nelle spese ed evitate gli sprechi. Un amico vi porterà buone notizie.

21 GEN. I 19 FEB. Momenti sereni insieme a figli e e nipoti. Considerate l’idea di trascorrere insieme a loro un bel fine settimana fuori città. Cercate di seguire un’alimentazione più sana.

leone

pesci

23 LUG. I 23 AGO. Sarete dotati di grande inventiva e le vostre idee desteranno ammirazione. Trascorrerete piacevoli serate in famiglia. Ogni tanto, concedetevi qualche peccato di gola. Ma senza esagerare!

20 FEB. I 20 MAR. Sarà un periodo caratterizzato da numerosi spostamenti di lavoro ma, qualunque sia la vostra destinazione, vi sentirete in armonia con il mondo. Attenzione agli sbalzi di temperatura!

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REBUS (9 7 3 2 9)

L avo; RI amo; assi E M e X; la R; in A sci T A = Lavoriamo assieme per la rinascita

REBUS (7 9 2, 6) OC corre; ripa R; TI rema; sub I TO = Occorre ripartire, ma subito

stuzzica

CERVELLO

TEST 1

Le sei parole che si formano utilizzando le lettere delle sei parole del contenitore a) con le sei coppie di lettere del contenitore b) sono: APPUNTO, RISATA, CORDATA, MIRAGGIO, ROSETTA, VERTICALE. TEST 2

La lettera che va sostituita al punto interrogativo nel quinto percorso è la F. Essa, infatti, consente di rispettare il criterio logico valido per gli altri quattro tracciati: il numero di tratti che costituiscono ogni percorso è uguale al numero della posizione nell’alfabeto italiano della lettera che è posizionata al termine del tracciato.


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SCRIVETECI: PER POSTA VIA DEL MELANGOLO, 26 00186 ROMA PER FAX 066872597 PER MAIL G.VECCHIOTTI@50EPIU.IT

lettere Risponde Giovanna Vecchiotti - Direttore Responsabile 50&Più

AGEISMO, QUELLA PIAGA SILENTE DELLA NOSTRA SOCIETÀ Sono frasi buttate là a cui spesso non si fa più caso, gesti di routine a cui non si dà più peso, ma trasudano discriminazione nei confronti degli anziani. Eppure nessuno se ne lamenta EGREGIO DIRETTORE, voglio complimentarmi per l’inchiesta che 50&Più ha pubblicato nel numero di ottobre, quella sulla discriminazione degli anziani. Devo essere sincero, io non avevo mai sentito parlare di ageismo e non credevo neanche che certe espressioni che tanto spesso vengono rivolte a noi anziani, o certi atteggiamenti nei nostri confronti, rientrassero nell’ambito della discriminazione. A chi non è mai accaduto di andare dal medico e sentirsi dire: «Eh, caro signore, per il suo disturbo non è che possiamo fare granché. Lei ormai ha una certa età. Si rassegni», e così si viene liquidati senza nemmeno essere visitati perché tanto, si sa, siamo vecchi. Un altro esempio? Mio figlio, che ha 55 anni,

in questo periodo di crisi ha perso il lavoro e non riesce più a trovare un impiego. «Lei è troppo anziano», gli dicono e allora, mi chiedo, un poveretto a cui non si dà la possibilità di lavorare, come deve fare? Io ho 83 anni, ho avuto una vita un po’ tribolata ma, ringraziando il Cielo, sono ancora in discrete condizioni fisiche. Certo, il pensiero della morte ogni tanto si affaccia, soprattutto da quando è iniziata questa maledetta pandemia, e mi chiedo:«Ma se mi dovesse colpire, mi cureranno?». Certo che mi cureranno, mi dico, però, un po’ di pensiero ce l’ho. Ma è giusto farsi certe domande? Costantino Graziani No, non è giusto, signor Costantino. Purtroppo l’ageismo è una delle piaghe silenti della nostra società e la discriminazione nei confronti delle persone anziane reca danni insospettabili. Basti pensare che, secondo gli studiosi, gli anziani discriminati per l’età vivono in media 7 anni e mezzo in meno. E questo nonostante esista, da 20 anni, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Ue che, all’articolo 25, riconosce “Il diritto degli anziani a condurre una vita dignitosa e indipendente e a partecipare alla vita sociale e culturale”. Ed è proprio per evitare che gli episodi di intolleranza continuino che è nata la campagna internazionale di sensibilizzazione #OldLivesMatter “Le vite degli anziani contano”. Una campagna che noi di 50&Più sosteniamo, perché per noi, da oltre 40 anni, gli anziani contano davvero. NOVEMBRE 2020 I 97


bazar MEDICINA FAMIGLIA RICORDI LIBRI

a cura del Centro Studi 50&Più

Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili. Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio. Potete quindi inviarci le vostre segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it

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oppure al 0424708910.

MEDICINA LO SMARTWATCH COME ECG Da una sperimentazione tutta italiana arriva la scoperta di un nuovo utilizzo dello smartwatch. È stato verificato, infatti, come questo strumento possa aiutare il medico ad eseguire una diagnosi tempestiva di infarto, così da migliorare le possibilità di sopravvivenza della persona colpita. Per eseguire lo screening è necessario posizionare l’apparecchio su nove zone diverse del torace. Un metodo che sembrerebbe garantire una sensibilità simile a quella dell’elettrocardiogramma (Ecg). NASCE “LIFETIME” L’età della popolazione europea continua a crescere e uno dei maggiori obiettivi comunitari è quello di garantire un’adeguata qualità di vita a tutti i cittadini. Per questo 100 istituti di ricerca e 80 aziende di vari Paesi europei si sono riuniti nel Consorzio “LifeTime”, un progetto che implementerà il ruolo dell’intelligenza artificiale nel campo bio-me-

dico. Grazie a una serie di obiettivi da raggiungere nei prossimi dieci anni, infatti, sarà possibile prevedere i meccanismi cellulari di molte malattie. Per informazioni è possibile visitare il sito www.lifetime-initiative.eu.

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Tel: 0322841903 800995988

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RICORDI FAMIGLIA

ASSISTENZA AGLI ANZIANI Dal 1° ottobre 2020 è in vigore il nuovo contratto per lavoratori domestici quali colf, badanti e baby-sitter, raggruppati nell’unica categoria di “assistenti familiari”. Tra le novità introdotte ci sono aumenti della retribuzione, la possibilità di usufruire di permessi per la formazione e indennità mensili per coloro che devono affrontare i lavori più complessi. Inoltre, per le badanti notturne è stato fissato un orario di lavoro convenzionale di 8 ore. DOGSITTER SU BAUADVISOR Sul sito www.bauadvisor.it e sull’app Bauadvisor è possibile trovare tutto quello

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che cercate per vivere bene insieme al vostro cane. Tra i servizi proposti, infatti, si possono trovare dogsitter, veterinari e luoghi dove potersi recare anche con l’amico a quattro zampe. Non solo! La piattaforma mette a disposizione anche “BauHouse”, il servizio di progettazione degli spazi abitativi in funzione delle esigenze del cane, e i “Dog Walkers”, operatori che si faranno trovare direttamente davanti a cinema, musei e parchi acquatici per prendersi cura del vostro animale domestico mentre voi siete impegnati.

piattaforma online che raccoglie il patrimonio audiovisivo privato del secolo scorso. Il progetto, realizzato da Home Movies con il contributo della Regione Emilia-Romagna e del MiBACT, ha richiesto quasi vent’anni di lavoro, durante i quali sono state archiviate e digitalizzate le pellicole girate tra il 1920 e il 1980. Ad oggi, sul sito è possibile scegliere tra percorsi tematici, cronologici e geografici, usufruendo di 1.000 video che, nei prossimi mesi, arriveranno a 30.000. Per vederli è possibile visitare il sito www.homemovies.it/memoryscapes/

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Tel: 0322841903 800995988

LIBRI MEMORIE DELLE VITTIME DEL COVID Il sito Memorie è dedicato alle persone scomparse in questo 2020 a causa del Covid-19. Il nome della piattaforma rispecchia la volontà di creare uno spazio virtuale per ricordare chi non c’è più e conservare la memoria del nostro Paese, colpito pesantemente da questa emergenza sanitaria. L’iniziativa, promossa dal Gruppo Gedi, ha raccolto fino ad oggi più di 1.000 storie raccontate da chi non è riuscito a salutare i propri cari, rinunciando al momento dei ricordi comuni e del supporto nel dolore. Maggiori informazioni sul sito www.memorie.it LE PELLICOLE DI FAMIGLIA Memoryscapes è la prima

BIOLOGIA DELLA GENTILEZZA di Immaculata De Vivo e Daniel Lumera Mondadori, 2020, pp. 360 Essere gentili ha un impatto diretto sui nostri geni? L’ottimismo ci fa vivere più sani e più a lungo? La felicità aiuta i processi antinfiammatori? A queste domande rispondono gli autori, mettendo a confronto scienza e coscienza in un approccio rivoluzionario alla salute, alla longevità e alla qualità della vita. Un viaggio per comprendere il potere della meditazione, l’impatto della natura e della musica sulla salute e sull’umore, l’importanza di riuscire a creare relazioni felici per la salute e la qualità della vita.


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Placebo

Il percorso della vitalitĂ


130 a nni di esp erie nza


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