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Vite, storie di vino e di donne Romina Vinci

Simona Di Candilo (nella foto in basso a destra) ha 26 anni, è abruzzese ed ha una passione per la vite e per la terra. Un amore nato grazie a suo non da scuola e correvo in vigna, dove nonno mi insegnava a riconoscere i profumi dell’uva e mi narrava le storie di quelle viti», racconta Simona. Dopo la laurea tutti le suggeriscono di andare a “fare fortuna al Nord”, ma lei scuote il capo. Decide di ri di farsi spazio in un mondo in cui la è ancora del tutto accettata. Perché si tratta di un mestiere, quest’ultimo, fortemente connotato al maschile. E ce l’ha fatta, Simona. Malgrado la sua giovane età, è a capo dell’azienda di famiglia insieme alle sue sorelle. La “Tenuta Oderisio” sorge sulle colline dell’antico borgo medievale di Monteodorisio. Le sorelle Di Candilo e i loro genitori curano ogni fase La storia di Simona e quelle di altre viticultrici provenienti da tutta Italia sono raccolte all’interno di Vite, storie di vino e di donne (www.vitestoriedivinoedidonne.it), uno spazio virtuale che è molto più di un sito internet. In pochissimo tempo si è trasformato, infatti, in un luogo d’incontro tra le donne che amano il vino e le donne che lo producono, grazie alla possibilità di acquistare un cofanetto degustazione che contiene il vino, la storia della sua produttrice e una degustazione guidata con lei. E le “artigiane dell’uva” arrivano da labria, attraversando l’Emilia-Ro

MONTEPULCIANO DOC

www.vitestoriedivinoedidonne.it.

e far girare storie di coraggio, di resilienza, così che le altre possano trarne ispirazione»

viaggio lungo lo Stivale che mira a riscoprire profumi e sapori. Un progetto di empowerment tutto al femminile, nato da un’idea di stra, nella foto d’apertura), professioniste della comunicazione e del marketing digitale. to ad un articolo che stavo scrivendo sulle viticultrici in Italia - racconta ne qualcuna e sono rimasta colpita dalla bellezza delle loro storie, dalla passione per il loro lavoro, dalla loro competenza. E anche dalla fatica che stavano facendo a causa del Covid-19, che aveva di fatto bloccato l’enoturismo e il settore Horeca (acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café; albergo, ristorante e bar) con la chiusura di hotel e ristoranti». alleviare questa fatica. Ne parla con pensare ad un format per poter non solo far conoscere queste storie, ma anche sostenerle. Il progetto nasce così, dalla volontà di queste due amiche di fare qualcosa di concreto per sostenere un settore

«Abbiamo ideato il progetto per sostenere le donne e, in questo momento di crisi economica e sociale - in cui le donne sono le più penalizzate dalle conseguenze della pandemia -, siamo ancora più felici e determinate nel fare la nostra parte»

storie di coraggio, di resilienza, così che le altre pos lavorano sodo e a inizio dicembre riescono già a lancia le nostre competenze acquisite su altri campi - racconta merciale, siamo complementari». www.vitestoriedivinoedidonne. it raccoglieva le storie di sei artigiane del vino, ognuna delle quali ha scelto un vino rappresentativo della sua arte e della sua storia. Oggi le viticultrici presenti sul sito sono una ventina, ed è un numero destinato a salire nei prossimi mesi. Il cofanetto da acquistare, oltre alla storia e alla bottiglia di vino, contiene anche una degustazione guidata, una video-degustazione che permette di fruire della magia di quell’incontro ogni volta che se ne sente il bisogno. Perché uno dei punti di forza di questo lavoro è proprio la condivisione. E di condividere aspettative e speranze, in questo momento, ce n’è davvero bisogno. I dati sulle conseguenze del Coronavirus riferiti allo scor so il lavoro è donna, l’occupazione femminile è scesa di quasi un punto percentuale e le imprese femminili sono calate di 4mila unità nel 2020. e sociale, in cui le donne sono le più penalizzate dalle conseguenze della pandemia, siamo ancora più felici e determinate nel fare la nostra parte».

Chi pensava che il mondo del lavoro a maglia fosse appannaggio solo delle nonne, non ha mai sentito parlare di Ravelry. Il social network dedicato ai knit lovers (gli amanti del lavoro a maglia, ndr) che conta più di dieci milioni di utenti in tutto il mondo. Un popolo in crescita da quando il lavoro a maglia è diventato passatempo dei Millennial e trend del momento. Si tratta di un’attività che sposa perfettamente l’impegno ambientalista di molti giovani e lo lega al benesse vard Medical School, che ha calcolato come lavorare a maglia rallenti di undici battiti al minuto il ritmo del cuore e come, nel contempo, questa attività funga da veicolo verso la mindfulness, la capacità di concentrarsi sul presente. Un tocco in più, poi, è dato dalla soddisfazione di avere qualcosa di tangibile tra le mani, frutto del proprio impegno. C’è qualcuno, quindi, che ha deciso di prendere questo meraviglioso strumento e farci qualcosa di ancora più utile. Qualcosa che potesse aiutare anche la collettività e, in particolare, le persone che più hanno bisogno di supporto. Nasce così, nel 2012, l’associazione Gomitolorosa che - con l’intento di recuperare lana italiana in esubero che verrebbe altrimenti bruciata, ai del patrimonio autoctono - collabora con associazioni e gruppi amatoriali di lavoro a maglia su tutto il territorio nazionale per la produzione di manufatti rivolti alla solidarietà sociale. Ci Costa, presidente e ideatore di questa Gomitolorosa Onlus.

Com’è nata l’idea che ha dato vita a Gomitolorosa? E come si è sviluppata nel tempo?

Un’intuizione che unisce tutto: be -

SALUTE, SOLIDARIETÀ E TUTELA AMBIENTALE A COLPI DI GOMITOLI

Il mondo del lavoro a maglia torna di moda e, secondo la scienza, ci fa stare bene

di Linda Russo

ta allo spreco ed economia circolare. Ogni anno un milione di chili di lana viene bruciato, interrato, disperso o costi economici e ambientali. Da qui l’idea di recuperare questo prodotto e trasformarlo in migliaia di gomitoli mitoli, poi, vengono divisi in 14 colori diversi e vengono distribuiti a bene in solitudine o in compagnia, possono ricavarne giovamento dedicando il proprio tempo al lavoro a maglia.

Come funziona Gomitolorosa e quali sono le iniziative tramite cui si raccolgono fondi?

Una parte di questi gomitoli, come dicevamo, viene usata durante la lanaterapia. Un’altra parte viene donata ad associazioni o gruppi amatoriali di lavoro a maglia per la realizzazione di manufatti che vengono poi devoluti a loro volta utilizzano queste creazioni per la raccolta fondi da destinare ai progetti di ricerca. La nostra attivi sociazione un approccio innovativo e concreto alle problematiche della salute, dell’ambiente e della solidarietà.

Avete parlato di “lanaterapia”. Di cosa si tratta e quali sono i

Si tratta di una terapia non farmacologica che permette alla persona che ne del lavoro a maglia mentre si trova in una situazione particolarmente stressante. Può essere l’attesa di un inter sita. Gli incontri di lanaterapia si svolgono solitamente nelle sale d’attesa dei reparti di oncologia di importanti ospedali italiani. Da Messina a Latina, passando per Bologna, Milano e Torino. Sferruzzare permette, infatti, di rimanere concentrati su ferri e gomitoli, percepire meno il dolore, riducendo ansia e stress, agevolando i processi di socializzazione. Con la lanaterapia non intendiamo di certo curare il cancro, ma cerchiamo di far star meglio chi ci convive. E poi, mentre si lavora, si creano manufatti da donare a persone che ne hanno bisogno.

Quali manufatti vengono prodotti di solito?

Uno degli esempi sono le Pink Pochette, le borsette rosa, utilizzate per custodire la documentazione clinica delle pazienti della senologia oncologica. Ma anche coperte che poi abbiamo devo tori impegnati nella “canguro terapia” dei bambini prematuri. Ora abbiamo avviato un nuovo progetto per realizzare degli scaldacollo azzurri e blu che veicoleranno la nostra solidarietà ai pazienti di tumore della prostata.

nora?

chili di lana. Ciò che un tempo per gli allevatori era considerata una ricchezza, infatti, oggi è diventato un costo. Il vello rasato non è più appetibile dal mercato e se non viene venduto è considerato dalla legge eu cessità abbiamo risposto proponendo il recupero a scopo terapeutico e solidale. Un meccanismo di economia ma in un manufatto, passando per salvaguardia ambientale, solidarietà, terapia, benessere, condivisione, socializzazione.

Come ha vissuto l’ultimo anno l’Associazione Gomitolorosa? I volontari sono riusciti lo stesso a svolgere il loro lavoro?

Fino a quando non è iniziata la pandemia, nelle sale d’attesa degli ospedali coinvolti venivano posizionati appositi cestini con all’interno gomi sociazione coinvolgevano le donne nell’attività, insegnando le basi a chi chi era già capace. Concluso il periodo di attesa, il lavoro veniva lasciato lì e la donna che sarebbe arrivata dopo avrebbe ripreso in mano il lavoro. Con il Covid lo scambio di oggetti non è stato più possibile, perciò Gomitolorosa ha inventato degli appositi kit personali - contenenti un gomitolo, un uncinetto e uno schema con le istruzioni sui punti da seguire - che le donne hanno potuto portare anche a casa per coltivare l’attività del lavoro a maglia fuori dalla sala d’attesa. In questa occasione, è stato lanciato anche un progetto in tutta Italia, ovvero la realizzazione collettiva delle coperte a esagoni destinate ai più bisognosi nei mesi più freddi. La pandemia ha portato un notevole incremento di richieste da parte delle volontarie di lavorare a maglia, conseguenza dell’aumento di tempo libero a disposizione e della necessità di rimanere connessi in un periodo di così duro isolamento. Gomitolorosa non solo ha recuperato il doppio della lana degli altri anni, ma non ha mai smesso di consegnare gomitoli nelle case delle proprie amiche.

di Alessandro Mascia QUELLE TERRIBILI VERTIGINI: LABIRINTITE O DISTURBO CERVICALE?

tra le possibili cause che possono scatenare una

Sbandamento, instabilità delle gambe, sensazione di girare vorticosamente o di percepire l’ambiente girarci intorno, nausea, vomito, a volte cefalea ma anche la presenza di nistagmi (movimenti oculari rapidi involontari). Questi sono tutti sintomi ricondu del corpo per cui non è sempre immediata la possibilità di confermare una causa certa. L’artrosi e la rigidità dei muscoli della colonna cervicale (sia anteriori che posteriori) sono spesso alla base della sindrome vertiginosa. Ma per una corretta diagnosi si deve discriminare tra cause meccaniche, vascolari, virali e neurologiche. È dunque indispensabile un’attenta valutazione da parte dello specialista (otorinolaringoiatra e neurologo) per capire se invece l’origine può essere attribuita al sistema vestibolare dell’orecchio interno, escludendo patologie del sistema cerebro-vascolare (ad esempio, neoformazioni o trombo-embolie). bolo-oculare” che serve ad integrare i movimenti della testa rispetto all’adattamento degli occhi ed è indispensabile per mantenere sempre il controllo dell’equilibrio. Per escludere la responsabilità delle strutture preposte al controllo dell’equilibrio l’esame vestibolare. Consiste in una serie di test utili a valutare il corret si trova nell’orecchio interno. Il test indaga i movimenti normali o anomali degli occhi in risposta alla stimolazione dell’orecchio. L’esito po vestibolare”, che spesso è dovuta alla presenza del virus Herpes Zoster nel ganglio dell’ottavo nervo cranico (vestibolare) oppure da una ischemia di piccole arterie che nutrono sia il labirinto che il vestibolo. Al contrario, l’esito negativo del test evidenzia che le vertigini dipendono da altri sistemi. Per avvalorare l’ipotesi di un’origine meccanica a carico del sistema articolare cranio-cervicale oppure l’ipotesi più infausta di un problema oncologico nel sistema nervoso centrale, lo specialista deve a volte integrare la valutazione clinica con esami strumentali come la radiogra L’esclusione di cause di pertinenza

del sistema nervoso centrale avvalora la responsabilità del sistema muscolare, fasciale ed articolare del sistema cranio-cervicale. In questo caso è normalmente più corretto parlare di un “disturbo da instabilità dell’equilibrio”. Può essere legato alla mancata coordinazione tra i movimenti dell’occhio e l’adattamento antigravitario della testa e del collo. L’integrazione delle informazioni dei sistemi del controllo posturale parte dall’appoggio del piede (barocettori presenti sotto le piante dei piedi e nelle caviglie) percorrendo in senso ascendente tutti i piccoli e grandi sistemi articolari degli arti inferiori e della colonna vertebrale. Le tensioni e le rigidità che partono dai piedi si e la colonna vertebrale, sommandosi alla tensione delle spalle (spesso da stress). La rigidità dei muscoli del collo aumenta la compressione dell’occipite sulla prima vertebra cervicale, zona dalla quale fuoriescono alcune radici dei nervi cranici. Questa condizione può irritare il sistema nervoso neuro-vegetativo dando origine anch’essa alla sgradevole sensazione vertiginosa accentuata dai movimenti della testa. I fastidiosi sintomi di queste forme vertiginose sono normalmente ridotti in prima istanza con l’assunzione di farmaci antiemetici (contro la nausea e il vomito) e vestibolosoppressori (volti a ridurre il treno di impulsi fastidiosi da parte dei recettori dell’orecchio interno). In caso di neurite da infezione si rende indispensabile l’utilizzo di cortisonici. In tutti i casi è sempre indispensabile rapista consiglia anche una routine di esercizi ed abitudini utili da pra si manifesti più questa terribile sintomatologia vertiginosa.

Quando la colpa è dei “sassolini”

L’IMPORTANZA DELLA RESPIRAZIONE

a cura di Fondazione Umberto Veronesi

IL MALE DI VIVERE

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Cos’è la depressione?

Come riconoscerla

Nel 2021 la Giornata Mondiale per la Salute Mentale è de tolata “La salute mentale in un mondo ineguale”, è l’occasione per documentare le profonde che dispone di risorse per dia psichico - e il mondo povero, dove almeno due persone su tre non hanno accesso a servizi di salute mentale. manifestare con una mancata riso

I fattori di rischio

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post partum

Nel mondo

In Italia

Le terapie

con un supporto psicoterapico, nei

CONSIGLI UTILI

LE RACCOMANDAZIONI DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI PSICHIATRIA

1. Curarsi bene: la terapia va avviata e poi seguita secondo le indicazioni dello specialista. 2. Non interrompere le cure: le ricadute sono abbastanza fre mai una buona idea. 3. verde, e limitare lo stress. 4. panelli d’allarme: la perdita di interesse per le normali il calo di concentrazione, me decisioni. 5. Mai trascurare il sonno. 6. Relazionarsi con persone care gliente e poco giudicante.

I LIBRI COME FARMACI

Curarsi leggendo? Secondo due esperte

di Giovanna Dall’Ongaro I n ordine alfabetico partendo dal nome dell’autore. Oppure per genere (gialli, avventura, bio Curarsi con i libri no fondato una nuova branca della -

opere di narrativa”. intervalli regolari». Cime tempestose Marcovaldo di Italo (Neve Ritratto di signora Anna Karenina Ventimila leghe sotto i mari Il ricettario della biblioterapia viene periodicamente aggiornato con le le malattie, proprio come i vaccini. mal di vivere. Ci curiamo inoculando Curarsi con i libri.

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