09 APRILE 2014
Pet-OLOGY LA RIVISTA CHE STA DALLA PARTE DEI PET, SEMPRE!
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GIOCARE È COSA SERIA PERICOLO LEISHMANIOSI
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ANIMALI E SALUTE: LA PET-THERAPY ia gratuita, s
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L’editoriale Si ha diritto a non amare gli animali senza con questo arrivare a volere loro del male? Tutti risponderebbero “Certo! Ognuno è libero di fare ciò che vuole”. Eppure, sotto sotto, in molti casi il non-animalista viene visto un po’ di traverso; magari persino giudicato una persona insensibile di cui diffidare. Diciamoci la verità: chi ama gli animali a tal punto da averne fatto un mestiere, o una passione a cui dedicare una buona parte della sua vita, spesso si nasconde dietro risposte politically correct come quella indicata. In fondo, pervaso da un buon spirito democratico, accetta che esistano al mondo persone che non sopportano tracce di pelo sul sofà, o generose leccate di cane su mani, braccia e faccia. Ma a ben guardare ci si trova nella stessa condizione del padre a cui viene chiesto: “Se tua figlia sposasse un uomo di religione diversa, avresti qualche riserva?”. Molti di noi, sempre per il già citato senso democratico e di civiltà, direbbero che “No, l’importante è che sia una brava persona e che siano felici”. Eppure… la Sindrome di Spencer Tracy, ovvero quel senso di blocco pregiudiziale così ben espresso dal protagonista del film Indovina chi viene a cena (1967) sotto sotto, in un angolo remoto del cervello, lavora e produce dubbi. Non fosse altro per il fatto che se la ragazza si fosse fidanzata con un uomo “normale” (leggi “cristiano”) tanti sottili patemi svanirebbero. A questo si aggiunge che in base a una recente inchiesta inglese, le donne gradiscono assai l’uomo gattofilo, in quanto capace (nel loro immaginario) di un potenziale d’attenzioni nei loro confronti simile a quello provato per il felino. Ecco allora che il non-animalista subisce un doppio pugno nello stomaco: da una parte è guardato con riserva; dall’altra le sue chance di conquista calano vertiginosamente. Che fare allora? Vivere il proprio nonanimalismo con dignità e fierezza, al pari di una scelta sessuale non convenzionale, oppure mascherare questo presunto handicap dietro un sorrisino di circostanza, e una veloce (e schifata) carezzina sul pelo dell’animale? Stefano Nicelli 2
SOMMARIO 09 - aprile 2014
NOTIZIE DAL MONDO L’eco dalla nostra pagina Facebook COVER STORY Giocare è cosa seria PET FOR DUMMIES Come scegliere un serpente ANGOLO TECNICO Substrati per terrari V.I.P. - VERY IMPORTANT PET Barry I I CONSIGLI DI... Temperatura dell’acquario marino CONSIGLI DEL VETERINARIO Pericolo Leishmaniosi ETOLOGY Pet e spazi in casa BIOLOGY Animali e salute: la Pet-Therapy I LIBRI DA LEGGERE Etobioevoluzione
Pet-OLOGY
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Editore Gruppo Editoriale Castel Negrino 20886 Aicurzio (MB) www.pet-ology.it redazione: redazione@pet-ology.it Pubblicazione on-line Rivista periodica d’informazione a diffusione gratuita Iscritta nel registro operatori comunicazione AGCOM n. ROC 38567 Direttore responsabile Stefano Nicelli Coordinamento editoriale e supervisione scientifica LOGOGEST di Stefano Nicelli stefano.nicelli@gmail.com Tel. 347-6692528 Impaginazione Virtuosa-Mente www.virtuosa-mente.com Foto: Fotolia Hanno collaborato Samuele Venturini, Marco Rosetti Autori citati Marc Bekoff, Alessandro Bellese, Marta Avanzi, Samuele Venturini
Pet-ology® è un marchio registrato La riproduzione anche parziale di testo, foto e illustrazioni, anche parziale, è vietata. L’editore non si assume alcuna responsabilità per l’uso di marchi, immagini e slogan da parte degli inserzionisti. L’editore ringazia tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla realizzazione di questa rivista. Inoltre l’editore resta a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere detta autorizzazione. In caso di cortese segnalazione si, provvederà tempestivamente a porre rimedio a eventuali omissioni e/o errori di riferimenti relativi e, in caso di conclamata violazione dei diritti si provvederà alla pronta rimozione di suddette immagini.
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Notizie dal mondo l’eco dalla nostra pagina Facebook VUOI CUCCARE? PRENDITI UN GATTO! - Secondo una ricerca condotta dalla Cats Protection inglese, le ragazze sono più propense a scegliere un ragazzo che possiede dei gatti. Secondo lo studio, 6 donne su 10 pensano che gli uomini che possiedono gatti siano più attraenti come futuri partner, in quanto credono
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che il felino possa rendere il fidanzato più premuroso e attento. Quasi il 50% delle donne ritiene poi che un gatto esalti una relazione romantica, e che possedere un gatto sia il primo passo verso la felicità coniugale e domestica. La metà delle donne sposate di età tra i 45-54 anni sostiene infine che un gatto abbia notevolmente migliorato il loro rapporto affettivo (Fonte: Realbollywood)
News dal mondo
Leggendo questa notizia, verrebbe da fare un monumento al gatto! Scherzi a parte, la ricerca della Cats Protection inglese supera di gran lunga il concetto ben noto di pet come “lubrificante sociale”. Noi tutti sappiamo infatti come il passeggiare ad esempio con un cucciolo di cane in città, attiri su di noi l’attenzione di molti. E che questa attrazione permetta di “rompere il ghiaccio” per un possibile rapporto che può restare di tipo sociale o diventare magari affettivo. Qui le cose cambiano. Stupisce ad esempio leggere che “la metà delle donne sposate di età tra i 45-54 anni sostiene che un gatto abbia notevolmente migliorato il loro rapporto affettivo”, non fosse altro per capire come abbia fatto! Sorprende invece di meno scoprire che un uomo amante dei gatti possa avere più appeal. “Se cura così bene il gatto, farà altrettanto con me”, pare dire l’inconscio – più che la razionalità - femminile. E qui ognuno di noi
potrebbe citare casi in cui questo ragionamento ha avuto buon esito, oppure è stato un flop clamoroso. Ricordo a questo proposito un messaggio su Facebook che mi inviò tempo fa una sconosciuta: si lamentava del fatto che il fidanzato amasse più il cane che lei, e che di questo si sentisse (giustamente) umiliata. Le consigliai di mollare tutto, perché comunque intravvedevo tra le righe qualcosa che aveva tutta l’aspetto di un maltrattamento psicologico della donna. Peccato, però, che il fidanzato – come leggo da post entusiasti - ora sia divenuto marito. Ma come? Dov’è finito tutto quel dolore manifestato in maniera così imprudente a me conosceva solo di nome, come autore di libri sui cani? Forse l’uomo ha capito il suo sbaglio? Non lo sapremo mai. Il fatto comunque ci insegna che è il caso di prendere queste statistiche con le molle ed evitare per quanto possibile di generalizzare, soprattutto sulla psicologia femminile. Diversamente gli abbagli sono dietro l’angolo.
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Giocare è cosa seria: etologia dell’attività ludica NEL MONDO ANIMALE (E NON SOLO) IL GIOCO È UNA PALESTRA DI VITA
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Cover story na vecchia pubblicità televisiva adottava uno slogan divenuto ormai un classico: “Gioco, cibo per la mente”. In questa frase è d’altra parte racchiuso tutto il senso di ciò che l’attività ludica, ben lungi dal rappresentare un momento poco importante, rappresenta. E gli studi degli ultimi decenni lo confermano: giocare è fondamentale. Anzi, il cervello ha bisogno di giocare per restare giovane e sano. Il gioco è dunque una componente imprescindibile non solo per noi umani, ma anche per buona parte del regno animale. Scopriamo allora il perché.
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UNA PALESTRA DI VITA – Uno dei limiti che per interi secoli ha limitato il riconoscimento delle potenzialità del gioco è il fatto che comporti in sé una dose più o meno grande di divertimento e, all’apparenza, di inutilità pratica. Che un bambino giocasse e nel farlo si divertisse, è un assioma di fatto accettato fin dalla notte dei tempi. A seconda delle epoche e delle condizioni di vita, però, re7
stava un paletto temporale che di volta in volta veniva spostato più in là o in qua nel tempo. Ad esempio anche nelle società più povere era considerato lecito che un bambino giocasse fino ai 5-6 anni, ma dopo quell’età doveva anch’esso smetterla e iniziare ad aiutare la famiglia ad esempio nei campi o nel governo del bestiame. Oggi come oggi, questo limite è stato spostato molto più avanti, soprattutto nella società del
benessere. Non ci stupisce ad esempio vedere un ragazzo di 14 anni che gioca; di più se a farlo è un uomo di 30, dal quale ci si aspetta invece un comportamento più “confacente alla sua età”. Nel fare questo dimentichiamo che noi stessi attribuiamo al gioco le stesse funzionalità educative e preparatorie alla vita adulta che troviamo anche nel mondo animale. Ad esempio regaliamo bambole alle
Cos’è il gioco? Una definizione dica diretta verso diretta verso generale che si è dimostrata utile uno o più oggetti inanimati nel corso degli anni è la seguente: • Gioco locomotorio – Si mani“Gioco è tutta l’attività motoria pofesta perlopiù con una sorta stnatale che appare priva di scopo, di corsa sfrenata dell’individuo nella quale schemi motori propri di nel suo ambiente altri contesti sono spesso utilizzati • Gioco simbolico (pretend play) in forme modificate e in sequenze – L’individuo crea in questo temporali diversificate” (Bekoff e caso una situazione immaginaByers 1981). Chi studia il comporria o distorce la realtà. I cani e tamento animale, sia allo stato i gatti inseguono ad esempio selvatico che in cattività o finanche spesso la propria coda, mornelle specie ormai domestiche, didendola come se si trattasse di stingue tuttavia diversi tipi di giouna preda o di un avversario, co. Eccone qualcuno: e capita frequentemente che • Gioco sociale - Attività ludica tentino di uccidere la ciotola diretta verso un altro essere del cibo o di accoppiarsi con vivente essa. • Gioco con oggetti - Attività lu8
bambine, educandole più o meno consciamente al futuro ruolo di madri e donne di casa; ai bambini riserviamo invece giochi più di movimento e di ruolo, preparandoli così a futuri mestieri tipicamente maschili. Allo stesso modo ad esempio in un branco di lupi i cuccioli sperimentano le tecniche caccia e sperimentano cosa voglia dire la gerarchia, proprio attraverso il gioco; i cuccioli di felini fanno finti agguati tra di loro, addestrandosi così a catturare, un domani, prede vere. Ecco allora che appare in tutta la sua chiarezza il ruolo di gioco come palestra di vita; luogo perlopiù non
violento e non pericoloso dove poter provare comportamenti che un domani, invece, determineranno la sopravvivenza o meno del soggetto e dell’intera specie. C’è tuttavia un aspetto che ancora oggi sorprende gli studiosi: la capacità degli animali di capire che si sta entrando in una fase temporale di gioco, con regole tutte sue, al di fuori della realtà. “ATTENTO, STO GIOCANDO” – Marc Bekoff, nel suo articolo Etologia del gioco (Enciclopedia Treccani della Scienza e della Tecnica, 2007) parla del gioco sociale, quello cioè che coinvolge un altro essere vivente,
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come di una “impresa cooperativa”. “Nella maggior parte delle specie in cui è stato osservato il comportamento ludico”, scrive Bekoff, “si sono evoluti comportamenti specifici che vengono utilizzati per dare inizio al gioco (“voglio giocare con te”) e per poterlo proseguire (“voglio ancora giocare con te, nonostante ciò che ti ho appena fatto e nonostante ciò che sto per farti”). Questi atti sembrano servire alla contrattazione tra i partecipanti, il cui risultato è dunque quello di permettere loro di accordarsi sul fatto che si sta per prendere parte a un gioco, e non, per esempio, a un combattimento o a un episodio di predazione. Non è mai stato provato che gli animali invitino al gioco i membri della stessa specie per poi approfittarne. Per di più, sono stati spesso descritti comportamenti di autoimpedimento (self-handicapping; per es., il controllo dell’intensità dei morsi) e di ribaltamento dei ruoli (l’assunzione di ruoli sottomessi da parte di individui dominanti che avviene esclusivamente durante il gioco)”. Il gioco assume dunque l’aspetto di un “contratto” liberamente stipulato da entrambi i soggetti (o accettato da uno dei due), grazie al quale ci si porta subito in una dimensione nuova, fuori dalle regole, in cui 10
ognuno dei due può assumere temporaneamente ruoli diversi: preda, predatore, vittima ecc. Perché si realizzi, però, esistono codici chiari di “invito al gioco” che debbono essere compresi da entrambi. La non-comunicazione porta di conseguenza allo scontro. Facciamo l’esempio del cane e del gatto: la coda alzata del primo indica in genere allerta; nel gatto indica invece piacere e saluto. Se entrambi non hanno imparato a decodificare questo segnale, la rissa è dietro l’angolo. Ecco allora perché è fondamentale che il cucciolo non venga tolto alla madre troppo presto: perché, stando con i compagni di nidiata, possa imparare il linguaggio canino, felino, ecc. che gli permetterà, tra l’altro, di diventare un adulto in grado di saper giocare. SE IL GIOCO DIVENTA STRESS – Un aspetto particolare di questo discorso è rappresentato dal gioco locomotorio e da quello simbolico. Nel primo l’animale, in questo caso, si diverte a correre e a muoversi. Tipico è ad esempio il caso del criceto che corre dentro la ruota posta nella gabbia per lunghi minuti. Sta giocando, non c’è dubbio, e così facendo supplisce anche a quelle esigenze di moto che la gabbia gli vieta. Allo stesso modo il cane che gioca
con la sua coda (preda simbolica) sta anch’esso giocando, e non c’è motivo di allarme. Se però il cane gioca per intere ore con la coda in modo forsennato, ecco allora che probabilmente la fase di gioco ha ceduto il passo ad un comportamento patologico, segno di un forte stress interiore. Si parla in questi casi di attività dislocate, che cioè hanno perso ogni funzione ludica o pratica, per diventare semplicemente sfogo e sintomo di disagio. Questi comportamenti sono spesso caratterizzati da una fase compulsiva (non si riesce a smettere) e reite-
rata nel tempo. Ed è un fenomeno proprio anche dell’uomo: giocare ad esempio un Gratta e vinci al mese non è sintomo di patologia; lo è se uno spende l’intero stipendio in cerca di fortuna ad esempio alle slot machine, a poker o al Lotto. Occorre allora avere sufficiente sensibilità, conoscenza e acutezza mentale per comprendere se il nostro pet sta giocando o soffrendo. E, nel caso, avere ancora più capacità (e talvolta anche umiltà)nel cercare di comprendere se questa reazione può trovare ragion d’essere anche nel modo in cui noi lo gestiamo.
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Scegliere un serpente: cosa c’è da sapere
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pet for dummies
SUSCITA REAZIONI OPPOSTE! IN OGNI CASO NON È FACILE DA GESTIRE
appresentano di certo degli animali “non convenzionali”, capaci però allo stesso tempo di suscitare repulsione o fascino, a seconda dei gusti personali. Sono i serpenti, rettili la cui scelta e gestione richiede molta attenzione dal momento che di “domestico” non hanno pressoché nulla e restano pertanto degli animali selvatici adattati loro malgrado alla vita in casa.
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COME SCEGLIERLO – Un esame morfologico ci può aiutare a scegliere un soggetto sano. Il corpo deve avere sezione perlopiù rotonda; non si devono vedere le coste e la colonna vertebrale. Se preso in mano, il serpente deve denotare forza muscolare e non apparire flaccido. La bocca aperta o che presenta secrezioni o liquido, può indicare infezione. Gli occhi devono essere chiari , perfettamente simmetrici e uguali. La cute dev’essere lucente e senza aree decolorate, macchie o ferite. QUALE SCEGLIERE – Come in tutte 13
Dal volume Voglio un serpente (Gr. Editoriale Castel Negrino, 2008) di Alessandro Bellese, riproponiamo alcuni consigli per chi si avvicina per la prima volta a questi animali: • Predisporre una teca robusta dove verrà alloggiato. La stanza dov’è collocata dovrà avere porte e finestre a prova di fuga. • Non lasciare mai un grosso serpente costrittore da solo con una persona o un animale domestico. • Non manipolare mai da soli un grosso serpente: dovrebbe esserci almeno una persona per le cose, chi è alle prime armi non deve pretendere di strafare, ovvero prendere un animale difficile da gestire. Ad esempio il Pitone moluro, e in particolare la sottospecie Pyton m. bivittatus si trova facilmente in commercio ma non è assolutamente adatto per un neofita. Presenta infatti difficoltà tecniche di allevamento e di gestione. Spiega Alessandro Bellese (op. cit): “Può infatti diventare una potentissima massa tubolare di muscoli lunga fino a sei metri. Se allevato correttamente può raggiungere in due anni i due-tre 14
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ogni metro/metro e mezzo di serpente. Non permettere che il serpente avvolga con le spire il nostro torace o il collo. Lavarsi sempre le mani dopo aver toccato un serpente o dopo aver toccato un altro animale domestico, per evitare che il rettile possa confondersi nell’individuazione della preda. Somministrare la preda con pinze o ganci, non con le mani. Lasciare il serpente chiuso nella sua teca fino a quando il pasto è pronto.
metri e pesare 25 chili. Sono difficili da maneggiare ed essendo grandi costrittori con le loro spire possono soffocare una persona”. Un esemplare facilmente gestibile e docile che non necessita di particolari attenzioni se non quelle essenziali è invece l’Elaphe guttata. Chiamato anche “serpente del grano”, vive ad una temperatura che oscilla tra i 25 e i 27 gradi, è piuttosto mansueto e si adatta bene a vivere nel terrario purché sia sempre mantenuto ad una temperatura costante e possa disporre di qualche rametto
su cui arrotolarsi. Occorre poi tenere sempre alla sua portata una bella bacinella di vetro con dell’acqua pulita da cui potrà bere e magari fare anche il bagno.
120x50x60 cm; per quelli infine oltre i 300 cm, la teca più adatta varia dai 1000 ai 4000 litri, con misure di circa 250x70x60 oppure 300x120x120 cm. La teca dovrà avere un buon sisteIL TERRARIO – A seconda del tipo di ma di chiusura. Il serpente infatti serpente acquistato, il suo alloggia- tenderà costantemente a premere mento sarà presso un terrario (com- con forza lungo tutta la superficie in pletamente asciutto); un terracqua- cerca di una via di fuga. Passata la rio (presenza una zona asciutta ed testa in un eventuale buco o fessura, una con acqua); o un acquaterra- tutto l’animale sarà in grado di scaprio (prevarrà la presenza di acqua). pare con i pericoli che si possono La dimensione varia poi a seconda immaginare. della misura del serpente: per quel- La teca dovrà inoltre offrire un buon li fino a 90 cm, potrà andare bene sistema di ventilazione, per evitauna teca da 90 litri della misura di re pericolosi ristagni di umidità. Il circa 80x40x50 cm; per quelli che ar- modo migliore è quello di predirivano a 180-200 cm, occorrerà una sporre delle griglie per il passaggio teca da 300 litri della misura di circa dell’aria fresca.
I serpenti in vendita nei negozi specializzati sono tutti accompagnati dal certificato C.I.T.I.E.S. che è l’unico documento in grado di garantire la provenienza legale del rettile. Quelli che ne sono sprovvisti o sono stati importati illegalmente o appartengono a specie protette e che quindi non dovrebbero essere commercializzate. Esistono poi leggi specifiche che vietano l’allevamento e la deten-
zione di alcune specie considerate pericolose. L’articolo 6, comma 2 della legge n. 150/92, 7 febbraio 1992 e i successivi DM 18 maggio 1992 e DM 19 aprile 1996 vietano ad esempio la detenzione e la vendita (anche di soggetti nati in cattività) di serpenti appartenenti alle famiglie: Boidae, Elapidae, Colubridae, Viparidae (con le sottofamiglie Viparinae e Crotalinae). 15
Substrati per terrari: estetica o praticitĂ ?
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Angolo tecnico el momento in cui si deve decidere quale substrato scegliere per il terrario (ovvero lo strato che andrà a coprire il fondo della teca) solitamente entrano in gioco due fattori che non sempre vanno d’accordo: la praticità e l’aspetto estetico, oltre ovviamente alle caratteristiche più consone alla specie ospitata. In genere, comunque, i substrati possono essere divisi in: substrati per terrari essenziali, s. di aspetto naturale e s. attivi e bioattivi. I primi consistono perlopiù in materiali a pezzo unico, come carta di giornale, carta assorbente tipo “Scottex®”, pezzi di linoleum, tappetini d’erba sintetica e tappetini specifici per rettili. Quelli dall’aspetto naturale imitano il substrato naturale e sono corpuscolari. Sono perlopiù fatti di trucioli di legno, corteccia in pezzi, terriccio, ghiaia, ciottoli, sabbia silicea e altri substrati in fibra di cocco e altri materiali. Quelli attivi e bioattivi influiscono attivamente sul microambiente, mantenendo il grado di umidità.
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UNA VASTA SCELTA PER TUTTE LE TASCHE
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Dal volume Voglio un serpente, di Alessandro Bellese (Gr. Editoriale Castel Negrino) sintetizziamo gli aspetti di un substrato ideale: • È inerte e non comporta rischio fisico in caso di ingestione • Favorisce la visualizzazione delle deiezioni e la loro raccolta • È economico • Simula l’habitat della specie che accoglie • È idrofobo ma si compatta con gli escrementi • Non è infiammabile • Non è né troppo acido né troppo alcalino • Non contiene aromatici
composti
• Non contiene o produce troppa polvere e sporcizia • Non è troppo pesante né troppo leggero 18
QUALE SCEGLIERE? – Scrive il medico veterinario Alessandro Bellese (op. cit): “La tendenza comune è quella di ridurre la scelta tra substrati di aspetto naturale (considerati a volte potenzialmente pericolosi) e substrati più sicuri ma di aspetto più artificiale. In realtà l’argomento è molto più complesso perché il substrato ideale dovrebbe essere sicuro dal punto di vista sanitario, esteticamente appagante e fornire un microambiente il più possibile simile a quello naturale”. Detto questo, con i consigli di Marta Avanzi (medico veterinario, tra i soci fondatori della Società Italiana Veterinari per Animali Esotici) vediamo in intesi pregi e difetti delle soluzioni più adottate: Carta di giornale – Ideale per animali ammalati e in quarantena. È economica, pulita, facile da rimpiazzare ed evidenzia bene le feci. Per contro è poco estetica. Asciugamani – Facili da cambiare e riutilizzabili, possono però essere ingeriti da specie grosse come i pitoni moluri. Moquette – Anch’essa è facile da sostituire e riutilizzabile. Occorre però prestare attenzione agli sfilacci che produce. Segatura – Adatta per specie di grandi dimensioni come varani e boa. Economica e assorbente, non favorisce la proliferazione batterica. Atten-
zione: quella di cedro è tossica! Corteccia – Ha un buon gradiente estetico, è facile da utilizzare, ma c’è il forte rischio di ingestione e ostruzione intestinale. Terriccio – Estetico ed economico, è tuttavia difficile da pulire e favorisce la proliferazione di batteri. Favorisce il mantenimento dell’umidità. Ghiaia e sassolini – Sono estetici ma in genere costosi (quelli da acquario) e facilmente ingeribili da molte specie di rettili. Sabbia – È difficile da rimpiazzare nel terrario. È tuttavia ideale per le specie che si interrano. Trucioli di pannocchia – Sono sconsigliati. Se ingeriti si gonfiano e provocano facilmente ostruzione intestinale. L’umidità ne favorisce poi l’ammuffimento. Vanno pertanto cambiati spesso. Trucioli di carta – Sono facili da pulire, non favoriscono la crescita di batteri e muffe, sono molto assorbenti, ma possono essere ingeriti. CONCLUSIONI – Soluzioni economiche e rispettose degli standard di igiene e sicurezza sono facilmente reperibili sul mercato. Si tratta di coniugare nel miglior modo possibile le esigenze estetiche, che tuttavia non possono essere condizionate dal benessere psicofisico dell’animale e soprattutto dal grado di sicurezza dell’ambiente dove vive. 19
V.I.P.
Barry I L’angelo delle Alpi
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l Cane di San Bernardo più famoso al mondo porta il nome di Barry I dell’Hospice du GrandS a i n t- B e r n a rd a Bourg-SaintPierre (Svizzera). Nato nell’anno 1800 da Alpina e Pluto, Barry I si distinse subito per innate doti di salvataggio. “Se con la sua acutissima sensibilità avvertiva che qualcuno era in pericolo” scrive di lui il Club di razza italiano, “nessuno poteva trattenerlo all’Ospizio: quasi in stato di trance, guidato da oscure forze, usciva fuori con qualsiasi tempo alla ricerca del viandante sperduto”. Dei circa 40 salvataggi riusciti il più famoso avvenne nel 1805. La moglie di Martino Vincenzi, un lavoratore italiano morto di tisi a Losanna, si avventurò con il figlio piccolo sul passo del Gran San Bernardo per raggiungere i parenti in Italia ma fu investita
da una valanga. Dopo diverse ore di inutili ricerche, ormai a tarda notte, Barry I si presentò davanti al portone dell’Ospizio con un fagottino sul dorso. Era il bambino, semiassiderato. Scavando nell’area della valanga, il cane aveva trovato la madre. Troppo debole per seguirlo però, in uno sforzo disperato teso almeno a salvare la vita del figlio glielo aveva affidato legandolo alle cinghie di sostegno che il cane portava. In un altro caso Barry venne accoltellato da un soldato sotto choc che lo aveva scambiato per un lupo. Invece che scappare, gli rimase accanto e lo salvò. Dopo quell’incidente, però, Barry non fu più operativo. Nel 1812 il Priore lo mandò a Berna presso dei suoi amici. Lì morì due anni più tardi. Oggi Barry I è esposto imbalsamato presso l’Ospizio dove ha vissuto.
occhio alla temperatura ome gestire la temperatura in un acquario marino, tenendo conto del passaggio dalla stagione invernale a quella estiva, e del peso che il riscaldamento dell’acqua può comportare sulla bolletta elettrica? Ecco a questo proposito i consigli di Danilo Ronchi, ingegnere idraulico, moderatore e scrittore di diversi articoli sul portale Acquaportal, nonché autore del volume Acquario marino (Gruppo Editoriale Castel Negrino, pp. 154, 2013) da cui è tratto il testo che segue.
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I consigli di...
Acquario marino Dal punto di vista biologico probabilmente si può ottenere la soluzione migliore prendendo esempio dalla natura, con un inverno abbastanza fresco, attorno ai 25 gradi, e una estate attorno ai 27 gradi. Per minimizzare i costi dovuti all’energia elettrica è comunque possibile arrivare in inverno anche alla soglia dei 23 gradi e portare l’acquario lentamente a sopportare una temperatura massima di 28 gradi, che è la soluzione che io adotto nei miei acquari. Sono diversi anni infatti che arrivo in inverno appena sotto i 23 gradi misurati tramite un termometro digitale, senza avere nessun problema agli animali, ed in estate appena sotto i 28 gradi. Ovviamente è estremamente importante curare la transizione fra il periodo caldo e quello più freddo che deve avvenire con estrema gradualità ”.
“In natura, nei mari ove prosperano le barriere coralline, la temperatura dell’acqua è compresa fra un minimo di 21° e un massimo di 30° centigradi. Al di fuori di questo range una variazione di temperatura che persista per un tempo ragionevolmente lungo potrebbe arrecare danni permanenti agli animali (…). “Acquario marino” – Gr. Ed. Castel Quale potrebbe essere [allora] la Negrino – Euro 23,00 temperatura ideale da mantenere in un acquario? Quanti gradi di differenza fra il giorno e la notte?
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Il vet. dice che...
Leishmaniosi: un’insidia non solo per i cani ubdola, insidiosa a tal punto da risultare spesso mortale. In una parola: pericolosa. È la Leishmania, una patologia parassitaria che può colpire i cani ma anche gli uomini. Viene trasmessa da un insetto simile alla zanzara, il Phlebotomus papatasi, più noto comunemente come pappatacio e può manifestarsi a livello epidermico, viscerale o in entrambi i modi.
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to della stagione climatica. DIFFUSIONE – Si tratta di una patologia che non viene trasmessa direttamente da cane a cane o da cane a persona. Infatti il protozoo, prima di risultare infettante, deve prima compiere una parte del suo ciclo biologico nel pappatacio. L’animale, una volta infettato, può vivere per molto tempo prima di manifestare i primi sintomi clinici, ma può comunque diffondere la malattia.
AREE A RISCHIO – Fino a pochi anni fa sembrava che il Nord Italia ne fosse privo e che fosse limitata alle SINTOMI – I classici sintomi della Leiregioni del meridione. I dati recenti, shmaniosi comprendono: dermatite invece, ci dicono che esistono focolai accertati in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Probabilmente esiste anche in Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Lombardia. La Leishmania è inoltre endemica nelle zone di Torino, Ivrea e Casale Monferrato in Piemonte. In queste aree del Piemonte e della Valle d’Aosta la presenza stagionale di questi flebotomi va dalla seconda metà di maggio a settembre. Ma molto dipende anche dall’andamen-
secca esfoliativa, tipo “forfora”; perdita più o meno accentuata e veloce di peso corporeo; perdita di pelo attorno agli occhi, sulle zampe e sul dorso; lesioni ulcerose alle orecchie; perdita di sangue dal naso; crescita accelerata delle unghie; dolori articolari che costringono spesso l’animale a tenere la testa bassa; lesioni oculari. A livello viscerale si verificano danni a livello dei reni fino a produrre gravi complicanze: polidipsia (stato di sete intensa), poliuria (eccessiva quantità di urine senza un contemporaneo aumento dell’assunzione di liquidi), anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali, danni neurologici e coma uremico. TERAPIA – Purtroppo al momento un farmaco efficace, poco costoso, senza effetti collaterali e facile da somministrare non è ancora disponibile e i trattamenti sono spesso lunghi, costosi e inefficaci. Dall’aprile 2012 è tuttavia disponibile in Italia Canileish, il primo vaccino contro la Leishmaniosi canina, prodotta dalla Virbac. La prevenzione con specifici antiparassitari resta dunque l’arma migliore, anche se non offre garanzie al 100% di evitare la puntura dell’insetto. È dunque il caso di sottoporre la cuccia o il canile (habitat ideale per i flebotomi)
a frequenti trattamenti insetticidi. Un’importanza fondamentale è poi rappresentata dalle sostanze da applicare direttamente sul cane, e che abbiano un’azione insetticida, repellente, contro il pasto di sangue (anti-feeding) utilizzate in formulazioni spot-on, spray o come collari. ESISTE ANCHE QUELLA UMANA La Leishmaniosi è anche una malattia parassitaria dell’uomo. Può colpire diversi organi interni, di norma la milza, il fegato e il midollo osseo (l. viscerale) o provocare ferite alla pelle (l. cutanea). Si calcola che ogni anno il numero di nuovi casi di leishmaniosi cutanea nel mondo si aggira intorno al milione e mezzo. Il numero di nuovi casi di quella viscerale, invece, si aggira intorno ai 500.000.
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3 domande a... 24
Marco Rosetti Direttore responsabile AcquaPortal
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ual è il fascino che può trasmettere la creazione e la gestione di un acquario? E quali difficoltà e soddisfazioni comporta averne uno? Questo mese lo abbiamo chiesto a Marco Rosetti, Direttore responsabile del portale di acquariofilia AcquaPortal.
che fanno la guerra anche a coloro che hanno un cane o un gatto in casa, allora no, noi appassionati di acquari non siamo sicuramente animalisti. Se invece per animalista definiamo colui che ama gli animali e la natura, allora sì, lo siamo sicuramente. Noto poi che la maggior parte degli appassionati di acquari Chi possiede un pet diciamo “clas- hanno anche un altro pet. Io persosico” (un cane, un gatto ecc.) è faci- nalmente ho 4 cani, 2 gatti, un crile che si consideri non solo cinofi- ceto, un ratto, un canarino da canto lo, gattofilo…ma un vero e proprio malinois, una tartaruga e natural“animalista”. Tale appellativo può mente un acquario. Mi sento molto essere usato con facilità anche per animalista e sono felice di esserlo. chi ama l’acquariologia? «Dipende cosa definiamo con “animalista”. Se parliamo di quelle associazioni, che mi permetto di chiamare estremiste,
E noi appassionati di acquario ci definiamo comunemente “acquariofili”, quindi per definizione “amanti dell’acquario”».
deve entrare nell’ottica che si ha a che fare sempre con degli esseri viventi che meritano rispetto al pari di altri animali da compagnia con la differenza, non di poco conto, che In un’intervista del 2002 lei ha un pesce non può esprimere il suo detto che “l’acquariofilia non è un disagio, se non mostrandolo chiahobby semplice e sbrigativo, anzi... ramente quando è troppo tardi. probabilmente è uno dei più com- Quindi le responsabilità sono molto plessi e con le più grandi responsa- più grandi, perché commettere un bilità”. Ci spieghi meglio… errore, può essere fatale per la vita «Chi acquista un acquario spesso lo del pesce o invertebrato che ospifa senza cognizione di causa e spes- tiamo nell’acquario. so, purtroppo, lo abbandona poi in Se si entra in quest’ottica poi è autocantina. Questo accade appunto matico l’aprirsi di un mondo fantaperché gestire e mantenere un ac- stico! Perché l’acquariofilia è anche quario richiede un minimo di studio chimica, fisica, biologia, allevamene preparazione prima di riempirlo to, riproduzione, fino ad arrivare d’acqua. Si pensa che poi dopo aver all’arte della coltivazione di piante inserito l’acqua, si inseriscono i pe- particolare o ricreare paesaggi acsci e il gioco è fatto, ma purtroppo quatici di una bellezza straordinanon è così e non funziona così. ria. E chi supera questo primo step, C’è sicuramente da dire che rispet- è sicuro al 100% che non rimarrà to ad una decina di anni fa le cose in casa con un solo acquario. Detto sono migliorate, anche grazie ad questo, se si ha un minimo di seninternet e alle informazioni che si sibilità è d’obbligo prima informarsi possono reperire in rete o su Ac- su come gestire un acquario e poi quaPortal, la nostra rivista on-line, acquistarlo e seguire i vari passaggi ma c’è ancora molto da fare. Si prima di inserire animali all’inter25
no. Ci si renderà poi subito conto che lo sforzo è veramente minimo, ma al contempo fondamentale per la sopravvivenza dei pesci. Studiare le regole basi è alla portata di tutti e non deve spaventare nessuno. Se si vuole un acquario solo per arredare il proprio salotto di casa, nessuno lo vieta, ma immagino anche che questo acquario lo si vorrà bello e appariscente, non pieno di alghe e con pesci a pancia all’aria, quindi il discorso è il medesimo e cioè informarsi prima. Se invece si vuole di più, si vuole un acquario con piante rigogliose, si vogliono ricreare dei particolari layout o biotopi, ci si vuole cimentare nella riproduzione di specie particolari ecc. è qui che si entra nel complesso, ma inteso non come un concetto difficile e impossibile, ma come uno stimolo a fare sempre meglio per il bene dei pesci o semplicemente per soddisfazione propria o sfida personale. E questo richiede obbligatoriamente uno studio approfondito di diversi concetti di chimica, fisica e biologia. C’è poi da sottolineare che per diventare degli acquariofili con la A maiuscola non basta sapere tutto a livello teorico o permettersi le attrezzature più costose, ma bisogna essere dotati di una sensibilità fuori dal comune e questa, purtroppo, 26
non la si compra e non la si studia da nessuna parte». L’interazione con i pesci e indubbiamente diversa da quella che si può avere con altri animali. Nel caso dell’acquariologia, quanto fascino deriva dal fatto di avere in casa la riproduzione di un pezzo di natura e quanto invece è legato proprio al rapporto con gli animali che in esso vivono? «Sicuramente l’interazione che si può avere con un cane o con un gatto è molto diversa da quella che si può avere con un pesce o un invertebrato. Sarei un fanatico se dicessi che un pesce può darti le stesse emozioni di un cane. Ma è anche vero che se diamo un significato più ampio al termine “interazione” il discorso può cambiare radicalmente. Se non ci limitiamo a un discorso puramente emotivo legato all’immediato feedback che ti può dare un cane, mi verrebbe da dire che l’interazione che si ha con un acquario e suoi ospiti è più variegata e assidua di quella che puoi avere con un cane inteso come “normale cane da compagnia”. So benissimo che un cane può essere molto di più di un semplice cane da compagnia, puoi cioè farci vari sport, passare tutta la vita ad addestrarlo insegnandogli i tricks più
simpatici e divertenti, ma non credo che questo riguardi la maggior parte dei cani e dei padroni. Fatta questa precisazione, nell’acquariofilia si fa più o meno la stessa distinzione. C’è chi si accontenta di avere il proprio acquario in salotto e se lo gode dopo cena e c’è chi invece è sempre “con le mani in vasca” come diciamo in gergo noi appassionati. In questo ultimo caso, l’interazione è praticamente giornaliera. Si potano e fertilizzano le piante o le si sistemano in modo diverso, si controllano i valori dell’acqua, si verifica se i pesci si sono riprodotti, se le uova che hanno deposto si sono schiuse, si recuperano gli avannotti, si prepara il cibo vivo, si allestiscono vasche di quarantena per curare dei pesci malati ecc.
Potrei continuare all’infinito per quante interazioni interessanti si possono avere con il proprio acquario, ma mi soffermo ancora su una, che secondo me è la più bella ed emozionante e cioè l’osservazione del proprio acquario. Capire come interagiscono tra di loro i pesci o gli invertebrati, vedere come si accoppiano o depongono le uova o partoriscono gli avannotti, capire la formazione delle coppie e dei territori, notare come cresce una pianta rispetto ad un’altra e molto altro ancora. È questa probabilmente l’interazione più emozionante che si ha con un acquario gestito con un minimo di criterio e, come ho risposto sopra, queste emozioni sono alla portata di tutti, basta partire con il piede giusto».
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Etology
Pet e spazi in casa: soluzioni non scontate
A
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volte, fare delle semplici deduzioni può portarci a commettere un errore. Tipico è ad esempio il caso di chi vive in una casa piccola, o anche un appartamento, e per questo stabilisce in partenza che potrà accogliere al sua fianco un pet di piccola taglia: un roditore, un gatto, oppure un cane, ma di taglia piccola se non proprio toy. Forse è anche per questo che ad esempio negli ultimi anni vanno tanto di moda cani di razza Pechinese, Deutscher Jagdterrier, Bassotto ecc. Diciamo subito che il principio di fondo non è del tutto sbagliato. È ovvio che non potrei avere un Cane di San Bernardo se vivo in un monolocale, non fosse altro per il fatto che tutti gli oggetti di casa sarebbero a rischio crollo. Per contro non è affatto detto che pur disponendo di una villa con giardino, ad esempio un grosso Alano possa vivere bene tout court. Si tratta tuttavia di capire bene la relazione tra spazio e benessere, non dimenticando fattori irrinunciabili quali la qualità e
il tempo del contatto con l’animale. IL CONTATTO È MEGLIO DELLO SPAZIO – Ricordo che un giorno un addestratore di cani chiese ad una allieva: “Il tuo cane dove vive?”. “In giardino”, rispose la ragazza. “Mia madre non ama avere animali in casa”. “E il cane dove sta per la maggior parte del tempo?”, chiese allora l’istruttore. “Attaccato alla portafinestra che dà sul soggiorno”, rispose l’allieva con gli occhi bassi. La situazione era a quel punto chiara: pur avendo a disposizione un ampio spazio libero, il cane desiderava più che altro stare a contatto con il suo branco umano. Per assurdo, se anche fosse stato relegato in un appartamento ma con la possibilità di una vita sociale intensa, l’animale probabilmente non avrebbe esitato a scegliere questa opzione. Quanto detto non sorprende, data la forte socialità del cane che dal suo antenato lupo ha ereditato uno spirito di gruppo senza quasi pari. E dovrebbe farci riflettere sulla qualità del nostro rapporto con lui:
quante volte gli dedichiamo attenzione? Vive la nostra routine familiare o no? Quanto tempo resta da solo? Discorso diverso è ad esempio quello sul gatto. Posto (come abbiamo già detto in questa rivista) che non è affatto vero che si affeziona alla casa e non alle persone, è pur vero però che è e resta un animale più indipendente e certo meno bisognoso di spazio. Un monolocale con persone che vivono una normale attività lavorativa, è dunque una situazione più che accettabile. Ma anche in questo caso la quantità e la qualità del rapporto padro-
ne/animale è fondamentale. QUEGLI SPAZI OBBLIGATI – Nel caso di roditori, rettili, pesci e uccelli, il discorso si fa ancora più semplice. Per i primi, al di là della gabbia, può essere sufficiente una stanza resa priva di pericoli e adattata con ciò che la rispettiva natura dei vari pet impone, come giochi e attrezzature per la tana. Rettili, pesci e uccelli, invece, hanno già degli spazi limitati (terrario, vasca o voliera), tale per cui il problema davvero non si pone. Sempre che, ovviamente, siano posti in un locale adatto.
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Biology
La Pet-Therapy a cura del dottor Samuele Venturini
L
a domesticazione degli animali si è sviluppata prevalentemente per aiutare le comunità umane nello svolgimento di varie mansioni ma anche come fonti di sostentamento. Se escludiamo alcuni contesti storici in cui gli animali erano anche venerati, è relativamente recente il loro ruolo come animali da compagnia o “pet”. Nuovi studi di psicologia ambientale ed ecopsicologia hanno dimostrato come la semplice passeggiata in un contesto naturale sia di beneficio alla mente, al corpo e allo spirito delle persone. A fronte di queste semplici osservazioni e “riscoperte” si è sviluppata e diffusa anche la Pet Therapy. La Pet Therapy nasce in America nel 1953 circa per opera dello psichiatra Boris Levinson. Mentre era intento a lavorare con un bambino autistico, notò che il suo cane offriva al piccolo paziente la possibilità di proiettare le proprie sensazioni interiori, andando cioè a costituire un’occasione di scambio affettivo, di gioco. Nel 30
1961 coniò il termine “Pet Therapy”, oggi sostituito in italiano con il termine di zooterapia o come Terapie Assistite dall’Animale (TAA). La Pet Therapy si basa sull’assistenza degli animali prevalentemente domestici, (quali cani, gatti, conigli, pappagalli e tartarughe, caprette tibetane, cavalli, asini) e si affianca alle altre terapie, per la cura sia di disabilità psichiche, sia fisiche ed anche dei disturbi dell’apprendimento quali ansia, iperattivismo, autismo. L’animale è il co-terapeuta che aiuta il paziente, insieme agli psicologi e ad altre figure professionali del settore, ad innescare spontaneamente quei meccanismi di stimolo che possono essere di gioco per i bambini, stimolo all’attenzione temporanea (cura del cane, carezze) per gli anziani e i pazienti depressi. In tutti i casi si è riscontrato un miglioramento nell’attenzione e, in soggetti che compiono movimenti improvvisi o violenti che non riescono a controllare, un incremento nella capacità del controllo del proprio corpo. Per
quanto attiene al linguaggio, i pazienti si abituano a parlare con l’animale e ad esprimere le proprie emozioni. All’interno della Pet Therapy e in base alla specie animale impiegata nella cura, si riconoscono terapie specializzate come:
na alternativa in ambito dermatologico (cura varie dermatosi). L’animale quindi diviene co-autore del benessere psico-fisico delle persone, non solo di quelle che presentano disturbi ma anche per alleviare i ritmi frenetici della vita quotidiana di ciascuno di noi. E allora ecco che passare una giornata in mezzo alla - l’ippoterapia: definita anche natura e, perché no, a contatto con TMC (Terapia con il Mezzo del gli animali torna ad essere un richiaCavallo) che consiste nell’im- mo fondamentale che si fa spazio e piego del cavallo per migliorare cresce dentro il nostro animo. Il bilo stato di salute di un soggetto sogno di ritornare “alle origini”, di umano sia a livello neuro-psico- sentirsi un tutt’uno con il mondo su logico che neuro-motorio; cui viviamo, il mistero e l’attrazione di ammirare un animale selvatico in - l’onoterapia: è una tecnica di natura. Sono tutte emozioni che per Pet Therapy che impiega l’asino troppo tempo sono state soffocate come co-terapeuta grazie alle dalla società umana industrializzata sue doti di pazienza, lentezza ma che inevitabilmente – come un dei movimenti, tranquillità ed è fiore che nasce dall’asfalto – si stanapplicabile a tutti quei casi di di- no facendo spazio per farci riprensturbi della personalità; dere ciò che abbiamo dimenticato, per farci assaporare e gioire nel- la delfinoterapia: consiste nella la crescente consapevolezza di un terapia per la cura di diversi di- mondo fatto di prati colorati, di canti sturbi psicologici mediante l’in- melodiosi, di profumi inebrianti. terazione con i delfini; La Pet Therapy è il trionfo nato dall’unione della biologia con la psi- l’ittioterapia: conosciuta come cologia che dimostra come il legame terapia con i pesci, prevede l’im- ancestrale uomo – natura sia indispiego di organismi di acqua ma- solubile e da cui dipende il benesserina o acqua dolce come medici- re di ogni creatura vivente.
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Agenda pet
Gli eventi top dove e quando Esposizioni canine 1 maggio 2014 Esposizione Internazionale - Alessandria Tel. 0131772837 3-4 maggio 2014 Esposizione Internazionale – Ercolano (NA) Tel. 0823323879 4 maggio 2014 Esposizione Internazionale – Legnano (MI) Tel. 0331450205 10-11 maggio 2014 Esposizione Internazionale – Campiglia Marittima (LI) Tel. 0586427210 11 maggio 2014 Esposizione Nazionale – Enna (GR) Tel. 093526622
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Esposizione Internazionale – Firenze Tel. 55211255 Esposizione Nazionale – Rovigo (MB) Tel. 042525427 Esposizione Nazionale – Telese Terme (BN) Tel. 3492112461 24-25 maggio 2014 Esposizione Internazionale – Rende (CS) Tel. 0963547532 25 maggio 2014 Esposizione Nazionale – Toirano (SV) Tel. 019862597 25 maggio 2014 Esposizione Internazionale – Pisa Tel. 05020088 Esposizioni feline
17 maggio 2014 Esposizione Internazionale – Orvieto Tel. 0763340606
3-4 maggio 2014 Esposizione Internazionale Felina – Spoleto Tel. 347 1299576
18 maggio 2014 Esposizione Nazionale – Seveso (MB) Tel. 031780333
17-18 maggio 2014 Esposizione Internazionale Felina – Cuorgnè (TO)
di Samuele Venturini
ome si sono formate le specie viventi tutt’ora esistenti? Come ha fatto la vita a superare le più ‘famose’ estinzioni di massa? Com’erano il clima e l’ambiente nel passato? Quali modi ha escogitato la natura per sopravvivere e adattarsi ai diversi mutamenti ambientali?”. Se lo chiede Samuele Venturini, biologo impegnato nel campo delle biotecnologie, nel suo nuovo libro Etobioevoluzione, pubblicato lo scorso settembre. Ricordando che “la Terra è viva e per certi versi può essere assimilata a un grandissimo organismo vivente”, Venturini ci guida ad uno studio olistico dell’evoluzione della vita sul nostro pianeta, contraddistinta com’è non solo da un ecosistema capace di adattarsi da millenni, ma anche dagli influissi cosmici e astrali. Ne esce allora un quadro per molti versi affascinante e inedito della vita su questo pianeta, capace di proiettarci in una interpretazione della natura delle cose che prescinde inesorabilmente da una visione solo
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I libri da leggere
Etobioevoluzione antropocentrica, o peggio miope, quasi a considerare la Terra un bel giardino che vaga inesorabilmente nell’infinità cosmica. Etobioevoluzione, allora, rappresenta in questo senso anche un omaggio alla straordinaria forza modellatrice della vita, della quale è giusto continuare a stupirsi. “Etobioevoluzione” – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 17,90
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La vetrina
Prodotti del mese consigli per gli acquisti Sera artemia mix uova e sale – Per l’allevamento di avannotti e per il rifornimento di cibo vivo agli invertebrati. E’ eccellente anche come leccornia per pesci adulti di piccole e medie dimensioni. Già dopo 24 ore di incubazione i naupli si schiudono dalle cisti di Artemia con un’alta percentuale di schiusa del 95 % ca. (origine: Salt Lake, USA). Per facilitare l’utilizzo nel sacchetto ci sono già le cisti di Artemia e la necessaria quantità di sale marino per preparare 500 ml di acqua. Peso: 18 gr. Le trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 1,14 euro. Sera aspirarifiuti telescopico – Il Sera aspirarifiuti telescopico va semplicemente collegato ad un aeratore, p.es. quelli della serie Sera air plus. Adatto per tutti gli acquari con un’altezza fino a 60 cm. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo di 8,65 euro.
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Tetra Gammarus Mix – I Gammarus hanno un’elevata concentrazione di minerali e fibre per una digestione ottimale. Le acciughe sono ricche di proteine per una crescita ottimale. Un delicato processo di essiccamento per preservare le vitamine e assicurare una qualità e un sapore ottimali. Da somministrare a integrazione di Tetra ReptoMin. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 3,69 euro.
Tenda per roditori Wigwam - Tenda per criceti, porcellini d’India e conigli. In nylon. Cuscino in morbida pelliccetta sintetica con foglio plastificato che emette fruscii e protegge dal freddo del suolo. Colore: blu scuro/beige. Disponile in 3 misure: 18x17x18cm: adatta per criceti; 30×31×30 cm: adatta per porcellini d’India; 37×35×37 cm: adatta per conigli. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www. pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo ribassato di 3,80 euro. Tetra test 6 in 1 - Con Tetra Test 6 in 1 potrete controllare che l’acqua dell’acquario sia in perfette condizioni. Test a immersione per il controllo di 6 indicatori di qualità dell’acqua, in soli 60 secondi. Consente di misurare pH, durezza carbonatica (KH), durezza totale (GH), nitriti (NO2), nitrati (NO3) e cloro (Cl2). pH: il valore del pH indica l’acidità o l’alcalinità dell’acqua, un parametro importantissimo per la salute dei pesci. Il valore ideale è compreso tra 6,5 e 8,5. KH: la durezza carbonatica contribuisce alla stabilità del valore del pH. I valori generalmente raccomandati sono compresi tra 3 e 10 °dH. GH: la durezza totale ha un’influenza diretta sulla salute di pesci, piante e microrganismi. Il valore ideale è compreso tra 6 e 16 °dH. NO2: un livello di nitriti prossimo allo zero indica che il filtro sta funzionando correttamente e che l’acqua è sicura per i pesci. NO3: il contenuto di nitrati indica quanto è „dolce„ l’acqua e quante probabilità ha di favorire la proliferazione delle alghe. Cl2: questo parametro indica il contenuto di cloro dell’acqua. Un valore eccessivo è nocivo per pesci e batteri utili. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 13,50 euro. 35
Acquario Tetra AquaArt Discover Line 20L - Acquario in vetro di alta qualità (39,5 x 28 x 33 cm), capacità di 20 litri, moderno design e avanzata tecnologia. Filtro di comprovata qualità per un efficace filtraggio e apporto di ossigeno. Aeratore potente per un’emissione d’aria costante. Aperture ampie e comode per la somministrazione del cibo e il facile accesso agli accessori tecnici. Robusto coperchio con lampade fluorescenti a lunga durata T5 da 8W Sylvania, per un’illuminazione di alta qualità. Vetro float da 4 mm, privo di distorsioni, molato. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 60,00 euro. Tetramin - Mangime di base in fiocchi per tutti i pesci ornamentali, per una vita lunga e sana. Composto da più di 40 materie prime selezionate e di ottima qualità. Una miscela accuratamente scelta di pregiate sostanze nutritive con vitamine, minerali e oligoelementi per un’alimentazione completa. Ottima digeribilità da parte di tutti i pesci ornamentali. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 2,85 euro. Science Plan™ Kitten Healty Development– Hill’s™ Science Plan™ Kitten Sviluppo Sano al Tonno è formulato per garantire un sistema immunitario sano e una digestione sana, grazie agli antiossidanti clinicamente testati e livelli ottimali di DHA dall’olio di pesce. Disponibile nelle seguenti versioni: 400 gr; 2 kg; 5 kg Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www. pet-ology.it) all’incredibile prezzo di 3,99 euro. 36
Science Plan Adult Sensitive Skin con pollo. Hill’s™ Science Plan™ Cute Sensibile con Pollo per cani è stato formulato per evitare la cute secca squamosa e pruriginosa. Con antiossidanti scientificamente provati e omega 3 e 6. Disponibile in tre versioni: 1 kg; 3 kg; 12 kg Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo di 5,70 euro. Front Line Combo spot-on per cani 3 pipette - Antiparassitario spot on per cani. Tre pipette. Disponibile nei seguenti formati: cani da 2-10 kg (3 pipette da 0,67 ml); cani da 10-20 kg (3 pipette da 1,34 ml); cani da 20-40 kg (3 pipette da 2,68 ml); cani da 4060 kg (3 pipette da 4,02 ml). Lo trovi sul sito di PetOlogy Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo ribassato di 17,48 euro. Furminator balsamo per cani - Aiuta a ridurre l’eccessiva perdita di pelo ammorbidendo il sottopelo durante il bagno. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.petology.it) all’incredibile prezzo di 6,61 euro. Biker set barra di protezione – Strumento per condurre in sicurezza il cane mentre si pedala. Garantisce la distanza di sicurezza. Il guinzaglio estendibile ammortizza gli strappi improvvisi del cane. Il sistema di fissaggio sicuro con Velcro garantisce che il guinzaglio si stacca in caso di forte tensione improvvisa. Provvisto con barra metallica con banda riflettente. Il set è composto da: una barra metallica con supporto per la sella, un guinzaglio corto ed uno estendibile (non si attorciglia). Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www. pet-ology.it) all’incredibile prezzo di 23,25 euro. 37
Tetra Biocoryn – Biocondizionatore dell’acqua per l’eliminazione biologica delle sostanze inquinanti organiche. Assicura valori equilibrati dell’acqua, soprattutto in acquari particolarmente contaminati. Indicato per la degradazione biologica di sostanze nocive mediante agenti enzimatici e concentrati batterici, specialmente in caso di acqua contaminata o nell’allestimento di un nuovo acquario. Decompone velocemente i resti di cibo e gli escrementi. Previene l’intorbidamento dell’acqua e inibisce la crescita di alghe viscose. Libera l’acqua dai cattivi odori. In acqua di mare funziona come deschiumante invisibile. Favorisce l’equilibrio biologico nell’acquario e assicura un’acqua salubre. Adatto per acquari d’acqua dolce e salata e per vasche di tartarughe
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