06 GENNAIO 2014
Pet-ologY LA RIVISTA CHE STA DALLA PARTE DEI PET, SEMPRE!
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INTERVISTA AL PRESIDENTE LAV
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SCEGLIERE UN GAtto
Animali e divorzio a chi va l’affido ? 1
L’editoriale Nuovo anno e, com’è tradizione, buoni propositi. Anche in tema di pet. Leggendo le ultime interviste a Gianluca Felicetti, presidente della LAV (cfr. questo numero) e a Massimo Comparotto, presidente dell’OIPA (cfr. PetOlogy Magazine n. 4) sembra che finalmente qualcosa stia cambiando nella nostra mentalità nei confronti degli animali domestici. Che sia forse l’inizio di una nuova strada che porti finalmente ad un possesso più responsabile dei nostri amici animali? Sia chiaro, nessuno di noi è talmente sognatore da pensare che il 2014 possa essere veramente l’anno della svolta. Certamente non basterà un anno, e probabilmente serviranno intere generazioni. Ma la strada è quella giusta. Occorre però non smettere mai di lottare, ciascuno nel suo piccolo, e ripetere all’infinito i nostri messaggi in grado di mettere in allerta, di educare e di condannare quegli episodi che sono purtroppo ancora indice di una cultura animalista piena di lacune e di ritardi. Nessuno di noi ha la bacchetta magica perché già domattina gli animali siano effettivamente considerati esseri viventi degni dei diritti che spettano loro. Però ognuno di noi può rappresentare un modello da seguire, e con questo proseguire in questa strada educativa che prima o poi, si spera, porterà a dei risultati. Ogni guerra, d’altra parte, è fatta di battaglie. Alcune si perdono. Altre si vincono, e se il risultato finale troppe volte sembra talmente lontano da apparire irraggiungibile, occorre non smettere mai di guardare all’obiettivo finale. Con questo nuovo anno, allora, Pet-Ology Magazine rinnova il suo impegno affinché queste pagine possano essere d’aiuto nella causa sopra esposta. Certo, sarà una goccia nel mare, una goccia in balia delle tempeste dell’ignoranza e della cattiveria umana. Ma se non si incomincia, ogni impresa appare troppo grande anche per essere solo sognata. Buon viaggio, allora, cari lettori. E buoni propositi con voi e per voi. Stefano Nicelli 2
SOMMARIO 06 - gennaio 2014
NOTIZIE DAL MONDO L’eco dalla nostra pagina Facebook COVER STORY Animali e divozio PET FOR DUMMIES Scegliere un gatto Angolo tecnico Gestire un terrario V.I.P. - VERY IMPORTANT PET Hachiko I CONSIGLI DI... Gatto maschio o femmina? CONSIGLI DEL VETERINARIO Boli di pelo INTERVISTA A... Gianluca Felicetti ETOLOGY Animali e stato di famiglia AGENDA PET Gli eventi top I LIBRI DA LEGGERE Barbone
Pet-OLOGY
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Notizie dal mondo l’eco dalla nostra pagina Facebook SOLO GLI IGNORANTI POSSONO GIUDICARE UN CANE PERICOLOSO SULLA BASE DELLA RAZZA. LO CONFERMA LA SOCIOLOGIA - Le leggi specifiche contro alcune razze giudicate “potenzialmente pericolose” non servono e spingono solo la gente a cullarsi in un falso senso di
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sicurezza. Lo rivela uno studio condotto da un team di ricercatori della University of Lincoln (UK). I ricercatori hanno applicato una teoria nota come “ipotesi del contatto”, usata dai sociologi secondo i quali in alcune condizioni, il contatto diretto tra membri di gruppi diversi può ridurre la stereotipizzazione, il pregiudizio e la discriminazione. Hanno esamina-
News dal mondo
to più di 160 persone per verificare se il loro contatto con i cani abbia o meno influenzato la loro tendenza a credere in stereotipi di razza populisti e negativi. Hanno trovato significative differenze di atteggiamento tra le persone che possedevano cani o hanno avuto contatti regolari con loro, e quelli che non li avevano. Più della metà (54 %) degli intervistati che si sono identificati come “persona esperta e competente “ di cani era in disaccordo con l’affermazione che alcune razze sono più aggressive di altre. Per contro, d’accordo con loro era solo il 15% degli intervistati con poca o nessuna esperienza. Allo stesso modo, più della metà degli intervistati “esperti “ ha detto che non vi era alcuna ragione valida per una legislazione specifica basata sulla razza, mentre meno di 1 su 10 degli intervistati inesperti ha condiviso questa idea. Nonostante le prove scientifiche contestino la validità di tali generalizzazioni basate sulla razza, alcuni cani ben muscolosi, o addirittura a pelo corto, sono stati stigmatizzati più spesso di altri come
pericolosi da chi aveva minore esperienza o conoscenza cinofila (Fonte: Science Daily).
Solo chi conosce può giudicare. È un detto che ben si applica alla news di questo mese. E non occorre scomodare la sociologia per comprendere come il pregiudizio, in questo caso applicato ai cani, trovi le sue radici semplicemente nel non-conoscere. Chi di cani ne mastica anche solo un pezzetto, sa bene che è profondamente stupido dire che ad esempio tutti i Pit Bull sono cattivi, così come dire che tutti i Boxer sono bambinaie fenomenali. Per questo il buon senso, prima della genetica, boccia le leggi che impongono bandi generici sulle razze canine. Peccato però che non lo abbiano capito i legislatori inglesi, tedeschi e anche italiani, che negli anni scorsi hanno prodotto delle disposizioni obbrobriose. Salvo poi correre a più miti ripari.
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Animali e divorzio: a chi vanno affidati?
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Cover story l matrimonio è il primo passo verso il divorzio”. Sono parole di Roberto Gervaso (da La volpe e l’uva, 1989) e, al di là del cinismo che fa parte dello stile di questo scrittore, inquadrano bene una situazione fotografata in maniera più asettica, ma non meno cruda, dall’Istat: nel 1995 il tasso di separazione ogni mille matrimoni si attestava al 15,8%; cifra salita al 31,1% nel 2011. Lo stesso dicasi per i divorzi: nel 1995 tale tasso era dell’8%, salito anch’esso nel 2011 al 18,2%. In questa crisi generalizzata dell’istituzione matrimoniale - quasi presi, loro malgrado, in un tritacarne emotivo - finiscono allora sogni, figli, ma anche gli animali di casa. Ed è proprio nei loro confronti che negli ultimi anni sta crescendo un interesse preoccupato. Segno evidente di come il pet sia a tutti gli effetti paragonabile ad un minore nei cui confronti non solo la sensibilità dei padroni, ma anche la legge, oggi deve dare garanzie.
“I la soluzione migliore: l’affido congiunto
UNA QUESTIONE APERTA – Fino ad 7
oggi il futuro degli animali da famiglia poggiava unicamente sul buon senso di chi lo ha accudito fino a quel momento. Tra coniugi più o meno litiganti, insomma, occorreva decidere in maniera pressoché autonoma chi doveva avere la fortuna (o in qualche caso l’aggravio) di pensare a loro. Una recente proposta di legge delle deputate Brambilla e Castiello (vedi box a parte) sta cercando di mettere una pezza a quello che di fatto è un vuoto legislativo, attribuendo al giudice il compito di decidere per la soluzione migliore: quella, cioè, che garantisca al pet cure e affetto adeguati. È facile tut-
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tavia comprendere come anche la disputa sull’animale, oltre che sui figli, sia spesso motivo di lotte senza esclusione di colpi tra gli ex coniugi o anche conviventi. Strumento di ricatto o di ripicca, dunque, il compagno di casa rischia il più delle volte di subire lo stress di un distacco, oltre che quello di un clima familiare deteriorato. Il buon senso dovrebbe in questi casi suggerire la continuità del rapporto, puntando magari ad un affido condiviso, ma di fatto il più delle volte le parti in causa evocano presunti diritti di ordine pratico (“L’ho pagato con i miei soldi”, oppure “È intesta-
Garantire all’animale domestico la migliore sistemazione sia dal punto di vista delle opportunità pratiche che affettive. È questo il senso della proposta di legge portata avanti nei mesi scorsi dalle deputate ex Pdl Maria Vittoria Brambilla e Giuseppina Castiello, le quali propongono di implementare le norme del Codice Civile inserendo il nuovo Titolo XIV-bis Degli animali, il cui articolo 455-ter recita testualmente: “In caso di separazione dei coniugi, proprietari di un animale familiare, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o di comunione dei beni e a quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi, la prole e, se del caso, esperti di comportamento animale, attribuisce l’affido esclusivo o condiviso dell’animale alla parte in grado di garantirne il maggior benessere. Il tribunale è competente a decidere in merito all’affido di cui al presente comma anche in caso di cessazione della convivenza more uxorio”. È importante far notare come il
cane non venga considerato un bene mobile. Pertanto non ha importanza a chi risulti intestato in base all’anagrafe canina, in quanto l’animale può aver maturato un’affettività maggiore con un altro membro del nucleo familiare. “In assenza di matrimonio”, spiega l’avvocato Massimiliano Gallone (www.guidelegali.it) dal punto di vista legale, il detentore temporaneo dovrebbe essere obbligato alla restituzione immediata dell’animale al suo intestatario. In caso di mancata restituzione, il giudice potrebbe intimare di restituire il cane al proprietario nel momento in cui lo stesso abbia trovato una sistemazione adeguata. (…) Se l’intestatario ricorresse alle vie legali, l’altro dovrebbe organizzarsi per dimostrare che l’animale ha sviluppato una relazione affettiva con entrambi e che entrambi se ne sono presi cura in egual misura. Si potrebbe allora chiedere al giudice l’affidamento congiunto dello stesso, e dimostrare che ciò rappresenta il bene dell’animale stesso”. 9
to a me”) o emotivo (“È più legato a me”, “Sono io che lo porto sempre a spasso”) che inficiano i buoni propositi e mettono a repentaglio la serenità dell’animale che si trasforma così in vittima.
A fronte di una totale inconciliabilità di vedute tra gli ex coniugi o conviventi, talvolta si rende necessario che uno dei due deponga le armi e accetti magari di lasciare per sempre le cure dell’animale all’altro. Il pet, prima o poi, se ne farà una raCOSA SI PUO’ FARE – Pensare che gione, e sicuramente questa ipotesi un pet, soprattutto se appartenente è migliore rispetto ad un conflitto ad una specie molto sociale, possa in casa perpetrato nel tempo e resuperare agevolmente il trauma di sponsabile di stati ansiosi se non una separazione, è un’illusione. Nel proprio di nevrosi in tutti. momento in cui il branco o comun- C’è tuttavia da dire che questo dique il nucleo di riferimento si spez- scorso cambia da animale ad aniza, gli effetti si fanno sentire. Occor- male. Dubitiamo ad esempio che re allora cercare la soluzione che dei pesci d’acquario possano restare permetta quantomeno di limitare i traumatizzati dall’allontanamento danni. di casa di uno dei due coniugi; o che 10
una tartaruga cada in depressione se la donna di casa non c’è più. In ogni caso occorre vedere realmente, e il più possibile in maniera lucida (cosa difficilissima quando si cade in crisi), che livello di interazione il pet
L’eccessivo attaccamento di uno dei due partner nei confronti dell’animale domestico è la 5ª causa di separazione e divorzio in Italia. Lo rivela una ricerca condotta dall’associazione Aidaa su 500 coppie separate che si erano rivolte ad essa per dirimere la questione su come affidare la gestione dell’animale. Nel 70% dei casi ad avere un rapporto eccessivamente morboso con l’animale era il ma-
ha maturato con chi abbandona il tetto di casa, e come eventualmente si possa supplire. Sempre tenendo conto della sua sensibilità, che dev’essere necessariamente messa sul piatto della bilancia.
rito o il convivente maschio. Dei 66 casi in cui il motivo primario scatenante la crisi coniugale era l’animale di casa, il cane era protagonista in 42 episodi, il gatto in 17, seguito poi da pappagallo, tartarughe, pesci vari e persino un caso in cui erano coinvolti 2 topolini bianchi. In altri 27 casi motivo scatenante era l’abbandono da parte di uno dei coniugi dell’animale domestico.
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Scegliere un gatto: cosa c’è da sapere
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pet for dummies
Ci sono ancora tanti miti da sfatare
isterioso, affascinante, indipendente. Sono tante le caratteristiche, vere o presunte, di questo animale che ne fanno uno dei pet preferiti anche da noi italiani. Le statistiche parlano di oltre 7 milioni e mezzo di questi felini che abitano le nostre case. Ma siamo sicuri di sapere le cose basilari prima di scegliere di adottarne uno?
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COME SCEGLIERLO – Il gatto è uno di quei tipici animali che il più delle volte si adotta, non si compra. Frequente è il caso del micetto regalato in quanto figlio di una nidiata non programmata, oppure raccolto al ciglio della strada. Si tratta insomma di un’adozione che molte volte viene fatta d’istinto, senza una scelta maturata e vagliata nel tempo. Il fatto poi che è abitudine comune pensare che, data la proverbiale indipendenza, sia ad esempio più facile da gestire che un cane, fa il resto. Diciamo subito che le cose non stanno proprio così. Il gatto resta un animale impegnativo se decidia13
mo di curarlo a dovere, non meno di altri. Certamente, a differenza del già citato cane, ha una minore socialità, cosa che ci permette ad esempio di poterlo lasciare da solo in casa, senza stress eccessivi; inoltre è noto che possa vivere in appartamento senza bisogno di uscire per passeggiare. Bisogna comunque fare i conti con il carattere, che varia da razza a razza, e le esigenze ad esempio di un gatto col pelo lungo, che richiede spazzolate giornaliere per non ritrovarci grumi di pelo indistricabili. Se ci capita di poterlo scegliere, fin da cucciolo potremo testare la sua vivacità e sapere che da adulto sarà un gatto arzillo e reattivo. Se poi decidiamo di comprarne uno, magari perché ci siamo innamorati di una razza specifica, dobbiamo per prima cosa capire bene chi portiamo in casa, com’è il carattere e quali esigenze specifiche (es. toelettatura) comporta. GESTIONE QUOTIDIANA – Il gatto può essere un animale relativamente facile da gestire se avremo avuto l‘accortezza di educarlo fin dal primo giorno. Fondamentale è allora l’uso della lettiera, a cui in genere il micetto si abitua velocemente. Importante è che si sempre pulita. Attenzione invece a mobili e sup14
pellettili: divani e poltrone diventano spesso oggetto dei suoi artigli, ed è facile trovarci i tessuti lacerati, anche se avremo avuto l’accortezza di fornire all’animale un tiragraffi. Il fatto poi che sia estremamente agile, fa sì che i vari ninnoli della casa siano in costante pericolo di caduta. Allo stesso modo del cibo lasciato incustodito, anche se posto su un tavolo, è a rischio. FALSI MITI – La già citata indipendenza del gatto è spesso oggetto di falsi miti. Si crede ad esempio che si affezioni alla casa più che al padrone, o che non soffra di solitudine. Niente di più sbagliato: il gatto arriva spesse volte a creare un rapporto di vero amore col padrone, con atteggiamenti paragonabili a quello che ci si aspetta da un cane. Non è poi neanche vero che non teme la solitudine. Certo, etologicamente non gli è congeniale il concetto di branco, ma in ogni caso gradisce eccome la presenza di chi lo ama, anche se di fatto per molte ore al giorno rischiamo di non vederlo perché sonnecchia tranquillo in un cantuccio. L’ideale è insomma capire a fondo la sua natura felina (cosa che comporta anche il comprendere il suo linguaggio non-verbale e posturale) e rispettarla.
Com’è il carattere di alcune tra le mente delle cure e delle attenzioni razze feline più diffuse? Ecco un del suo padrone”. confronto tratto dal volume I gatti. CERTOSINO – Tutte le razze del mondo di Mar“È un gatto inta Avanzi e Valentina Bortignon telligente, dol(Gruppo Editoriale Castel Negrino, ce, affettuoso, 2011): pacifico e equiEUROPEO – “È librato. (…)Non sopporta il chiasun gatto vivace, so e la confusione. È fiero e indiattivo, intelli- pendente: non ama essere preso gente, gioche- in braccio o strapazzato di coccole rellone, affettuoso, indipendente, inutilmente. furbo e curioso. È un buon caccia- Per la sua indole calma, equilitore e gli piace la vita all’aperto. brata e rassicurante, è un comRiesce ad adattarsi a qualsiasi con- pagno adatto alle persone sole e dizione di vita e ai vari ritmi fami- anziane”. liari. Non è invadente, ma è invece RAGDOLL – “È molto tollerante tanto da renderlo molto docile, un gatto ideale per le famiglie”. per nulla aggressivo, affetPERSIANO – “È tuoso, intelliun gatto placigente e gentile. È molto incline al do, tranquillo, sedentario, so- contatto umano, è un coccolone e cievole, dolce e detesta la solitudine. (…) È un gataffettuoso. È un ottimo gatto da to ben educato e facile da accudiappartamento e si adegua facil- re. Si dimostra molto buono con i mente a tutti gli ambienti. Soppor- bambini e si adatta facilmente alla ta la solitudine e convive facilmen- convivenza con altri animali. Non te con i suoi simili, con i cani e con sopporta il rumore, la confusione i bambini. Non è un gatto adatto a e si adegua bene alla vita tranquiltutti, perché ha bisogno costante- la da appartamento”. 15
Gestire un terrario: istruzioni per l’uso
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Angolo tecnico
Come combinare luce , calore e ambiente per i nostri rettili
os’è un terrario? Di fatto è la riproposizione artificiale dell’habitat dove in natura vive il rettile che vi è accolto. Dovrà dunque ricreare tutte le condizioni di vita che variano da specie a specie. È questo un concetto semplice ma di fondamentale importanza che necessariamente dovrà coniugare il nostro gusto estetico con le esigenze pratiche dell’animale. Vediamolo allora più a vicino.
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I MATERIALI – Il più diffuso è il vetro: facile da pulire e in grado di garantire una buona igiene, dev’essere però spesso almeno 6 mm, soprattutto se fatto di lastre grandi, per evitare pericolose fratture. Si usa però anche il legno (trattiene naturalmente il calore e l’umidità ma rischia di ammuffire se non trattato e di essere rosicchiato), la plastica (usata soprattutto per terrari in batteria), il metallo (adatto per iguane e grossi sauri) e la rete (usata quasi solamente per camaleonti). LE TEMPERATURE – Il terrario deve 17
offrire una zona calda ed una più fredda, così come accade in natura. Il calore può essere fornito da piastre o tappetini riscaldanti, cavi riscaldanti o rocce riscaldanti. Per tutti e tre è fondamentale che il calore generato sia compatibile con il livello massimo sopportato da specie a specie. Per questo è raccomandato l’uso di almeno due termometri: uno per controllare la zona calda e l’altro per quella fredda. Il calore può poi essere generato da apposite lampade riscaldanti, che sono in ceramica o spot. Queste non danno illuminazione e vanno usate solo su supporti di ceramica. Tutte le lampade devono essere protette da una rete metallica che impedisca al ret-
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tile di ustionarsi con il contatto con esse. Riguardo alla temperatura, è importante questa nota tratta dal sito Zoomania.it: “È insensato affannarsi a mantenere, come molti fanno, temperature costanti durante tutto l’anno. È corretto invece ri-creare il ciclo stagionale: temperature più elevate durante la stagione estiva e più basse durante il periodo invernale. Teniamo inoltre presente che oltre alle variazioni stagionali ci sono variazioni legate al fotoperiodo, la temperatura è più alta durante il giorno, più bassa durante la notte. Il ciclo stagionale oltre che delle variazioni di temperatura deve tenere conto anche del fotoperiodo, cioè del nu-
mero di ore di luce in una giornata. Le ore di luce sono direttamente proporzionali agli aumenti di temperatura, devono essere maggiori d’estate e minori d’inverno”.
getariani. Senza di loro, infatti, non riuscirebbero a produrre la vitamina D3 (importante per assimilare il calcio). I rettili carnivori invece, la assumono dalle prede. Il posizionamento ideale di queste lampade è LUCE E RAGGI – Un fattore fonda- di circa 50 cm dall’animale, prestanmentale delle lampade per terrari do attenzione al calore che emana. è il grado di raggi UVA e UVB che Importante è poi che le lampade emettono (in genere dal 2 all’8%). UVB non siano filtrate da pareti in Quelle che forniscono raggi UVB vetro o plastica, che ne ridurrebbesono indispensabili per i rettili ve- ro l’efficacia.
Nell’allestimento di un terrario è meglio cedere alla bellezza, cioè creare un ambiente molto ricco di elementi, il più possibile simile all’ambiente naturale dove vive il rettile, oppure alla praticità, con pochi elementi ma in grado di rendere la gestione e la pulizia più facili? La risposta sta ad ognuno di noi, ma occorre tenere presente qualche fattore. “In un terrario convenzionale [leggi : basato sulla bellezza, ndr] per debellare gli acari sarebbe necessario rimuovere il substrato, smontare il terrario, disinfettarlo, disinfettare tutti gli accessori, curare l’animale eliminando gli acari, ri-allestire il terrario e reintrodurre l’animale.
Se per caso una volta che abbiamo fatto tutte queste operazioni si è salvato qualche acaro dovremo ripetere tutte le operazioni!”. In un terrario pratico, dove invece che il substrato si usa ad esempio della semplice carta bianca invece “un acaro si individua a colpo d’occhio e si può agire tempestivamente disinfettando il terrario e reintroducendo l’animale nello stesso terrario” (Fonte: Zoomania.it) In conclusione: un terrario un poco più spartano sarà forse meno piacevole da vedere, ma di certo è molto più pratico da tenere pulito, a beneficio soprattutto di chi ci vive. 19
V.I.P.
Hachiko H
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achikō (1923-1935) era un cane Akita maschio, bianco, di proprietà di Hidesaburō Ueno, professore presso il dipartimento agricolo dell’Università Imperiale di Tokyo. L’uomo, che abitava a Shibuya, ogni mattina p re n d e va il treno accompagnato dal suo cane, che ritrovava in serata mentre lo aspettava fuori dalla stazione. Il 21 maggio 1925 il professor Ueno morì all’università, stroncato da un ictus. Hachikō quel giorno lo aspettò invano, e continuò a farlo ogni giorno, per quasi 10 anni, recandosi alla stazione alla stessa ora in attesa del suo padrone che non arrivava mai. Notato dal personale ferroviario, Hachikō iniziò a diventare benvoluto
da tutti, e rifocillato dagli stessi ferrovieri e i pendolari che lo vedevano ogni giorno. Il cane morì l’8 marzo 1935 e la notizia commosse l’intero Giappone, tanto da dedicare le prime pagine dei giornali. Nel 1934, alla presenza dello stesso H a c h i kō, gli venne dedicata una statua. Durante la seconda guerra mondiale la statua venne rimossa e fusa, per l’ingente bisogno di metallo del paese in guerra. Venne però rifatta nel 1948. Ogni anni, l’8 aprile, il Giappone ricorda Hachikō con una commemorazione a cui partecipano cinofili da tutto il mondo. A lui vennero dedicati anche due film: Hachikō monogatari (1948) e Hachikō – Il tuo migliore amico (2009) con Richard Gere.
di Roberta Padovano el momento in cui decidiamo di adottare un gatto, qualora ne avessimo la possibilità (spesso infatti è un tipo di animale che entra nella nostra vita quasi per caso) è meglio scegliere un maschio o una femmina? Risponde Roberta Padovano, medico veterinario e autore del libro Voglio un gatto (Gruppo Editoriale Castel Negrino, pp. 128, 2007) da cui è tratto il testo che segue. “Non esiste una grossa differenza tra gatti maschi e gatte, né dal punto di vista fisico né da quello caratteriale, quindi non vi sono ragioni ‘vere’ per preferire l’uno o l’altra. L’unico momento in cui i due sessi manifestano un comportamento diverso è nel periodo degli amori. Quando i gatti sono molto giovani, un occhio non esperto può avere difficoltà, osservando i genitali esterni, a capire se si tratti di un maschio o di una femmina. I testicoli sono molto
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piccoli, quindi non facilmente visibili, e la zona del pene appare come una piccola fessura localizzata esattamente, come accade nella femmina, sotto l’ano. Quando i gatti raggiungono la maturità sessuale la conformazione dell’apparato genitale si fa talmente evidente che non è più possibile sbagliare. Inoltre l’atteggiamento delle gatte è molto diverso da quello dei maschi. Le gatte infatti si strusciano su ogni cosa, miagolano insistentemente e assumono una posizione particolare (pronte per l’accoppiamento), il maschio invece spruzza urina (dall’odore pungente) sulle superfici verticali ed emette miagolii soprattutto se sente una femmina in calore nelle vicinanze. L’eventuale intervento di ‘sterilizzazione’, eliminando tali atteggiamenti, rende di nuovo del tutto simili maschi e femmine”. “Voglio un gatto” – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 15,90
I consigli di...
Micio o micia?
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Il vet. dice che...
Boli di pelo un problema comune nel gatto he il gatto sia un animale che dedica molto tempo alla pulizia del suo mantello, è cosa ben nota. Così come lo è il problema che ciò può determinare: la formazione all’interno dello stomaco di boli di pelo che l’animale può non riuscire ad espellere da solo. Qui inizia il problema. Infatti si può creare un’ostruzione che può anche richiedere l’intervento di un medico veterinario. Cerchiamo allora di capire i vari aspetti della questione.
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PERCHÉ SI FORMANO - La lingua del gatto presenta delle piccole strutture simili a degli uncini. Quando si lecca il mantello, questi uncini catturano i peli morti che vengono così ingeriti. In genere la maggior parte di questi percorre senza problemi tutto l’apparato digerente, fino ad essere espulsi con le feci. Talvolta però può capitare che una parte di questi permanga nello stomaco, fino a formare un bolo caratterizzato non da una struttura a palla, ma piuttosto tubolare, dato che per essere espulsi
devono passare dalla stretta dell’esofago. Capita così che il gatto vomiti questo grumo di peli in eccesso. Gli animali più predisposti sono quelli a pelo lungo (es. Persiano o Maine Coon) e soprattutto adulti. È infatti il gatto già maturo più che quello cucciolo a dedicare molto tempo e impegno alla toelettatura. Questa pratica di pulizia può anche essere un atteggiamento compulsivo, segno di una situazione di stress che merita un’attenzione a parte sulle cause e le possibili soluzioni. I SINTOMI – Il bolo di pelo può rappresentare un pericolo anche letale, qualora provochi un’ostruzione parziale o addirittura totale del condotto digestivo. I principali sintomi a cui prestare attenzione sono il vomito costante, ma anche conati di vomito e colpi di tosse senza l’espulsione di grumi di pelo; una generale inappetenza; uno stato prolungato di letargia; segni di costipazione; la presenza di diarrea. I RIMEDI – Posto che la toelettatura che il gatto fa del suo mantello è una pratica assolutamente normale e pertanto difficile da interrompere, è comunque possibile mettere in atto una serie di azioni che possono ridurre il volume di pelo ingerito. La prima cosa è spazzolare l’animale
quotidianamente. Se il gatto non è mai stato abituato, si potrà cominciare alternando coccole con colpi di pettine o spazzola, sempre con molta pazienza e gradualità. In questo modo si toglierà gran parte del pelo morto e si rafforzerà anche il legame affettivo con l’animale stesso. Si può poi somministrare al gatto del cibo specifico che aiuta a rimuovere i boli. Si tratta di mangimi ricchi di fibre e in grado di minimizzare la perdita di pelo. A questo si potrà aggiungere anche un prodotto specifico per la rimozione dei grumi di pelo. Si tratta di prodotti in genere molto graditi ai gatti, e quindi facili da somministrare. In genere hanno una blanda funzione lassativa, che facilita il transito dei grumi lungo tutto l’intestino. Attenzione però: alcuni di questi prodotti contengono oli minerali che hanno l’effetto di abbassare i livelli di vitamina A. È dunque il caso di chiedere consiglio al medico veterinario, anche per eventualmente introdurre una dieta in grado di reintegrarla. Ultima azione è quella di scoraggiare una pulizia troppo frequente, soprattutto se – come detto – è la risposta ad uno stato di stress. In questo caso è bene valutare cosa disturbi il benessere del gatto e, se si può, procedere con un cambiamento della situazione in casa. 23
3 domande a...
Gianluca Felicetti Presidente LAV
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otta alla vivisezione, e più in generale a qualsiasi forma di specismo e di sfruttamento animale, attraverso un costante impegno per l’affermazione dei loro diritti. Dal 1977 la LAV – Lega antivivisezione opera a livello nazionale divenendo un punto di riferimento un po’ per tutto il mondo animalista e chi ha a cuore tematiche ad esso collegate. Pet-Ology Magazine ha incontrato questo mese il presidente, Gianluca Felicetti.
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Parliamo della recente liberazione dei cani Beagle di Green Hill. Lei la vede come una battaglia vinta oppure come il volgere positivo di una guerra più generale condotta dagli animalisti? «Green Hill non riaprirà la sua fabbrica degli orrori. Per legge (è in via di approvazione definitiva il divieto di questo tipo di allevamento) e per la sentenza del processo che ci sarà nei prossimi mesi che speriamo punirà i responsabili e coloro che hanno permesso un’attività contro
le pur minime norme in vigore. Ma per far capire che i metodi sostitutivi di ricerca sono praticabili, che la vivisezione o sperimentazione sugli animali che dir si voglia è un orrore (quasi 900mila animali ancora uccisi ogni anno solo in Italia in 600 laboratori, quasi 12 milioni in Europa) c’è ancora tanto da fare. Anche piccoli ma significativi cambiamenti come quelli imposti dall’articolo 13 della Legge di delegazione europea ottenuti qualche mese fa (fra l’altro su anestesia obbligatoria e incentivazione dei metodi sostitutivi) vengono messi in discussione dalla parte più oscurantista e baronale che non vuole nemmeno minimamente innovarsi. Sui test cosmetici (non meno importanti di quelli effettuati in altri settori) abbiamo impiegato ben 23 anni per ottenere nello scorso marzo lo stop definitivo al ricorso agli animali e solo così si sono sviluppati metodi di messa a punto di sicurezza ed efficacia che ora vengono considerati dalle stesse aziende che si opponevano al cambiamento, più economici e sicuri».
Restiamo su Green Hill e la sperimentazione sugli animali: poche settimane fa il Dr. Garattini, dell’Istituto Mario Negri di Milano, ha ribadito a Radio24 che la sperimentazione sugli animali è insostituibile per i progressi della medicina. Dobbiamo allora rassegnarci? «Garattini è superato dalla storia della scienza. Poche settimane fa l’Unione Europea ha varato il nuovo Programma di ricerca e innovazione “Horizon 2020” che ha cancellato dai finanziamenti gli esperimenti su animali. Si tratta di un capitano di una nave che fa acqua da tutte le parti. Per fare un parallelo, è come chi fino a ieri insultava le energie alternative a favore del nucleare. Oggi più della metà dell’energia elettrica anche in Italia non arriva dai fossili e le previsioni delle necessità energetiche sono state dichiarate fallite. Anche in medicina succederà la stessa cosa. Considerando che le scelte alimentari, la lotta all’inquinamento, in una parola la prevenzione continua a essere oscurata dal miraggio che c’è una pillola che può sempre risolvere tutto. Visti i loro risultati, contro la qualità della vita, non c’è bisogno di essere animalisti per capire che si deve cambiare strada».
stato” a Monti per andare in Tv, il cane di D’Alema. Di questi tempi la cinofilia è quanto mai sfruttata per il consenso politico. Che ne pensa? «Quando si tratta di un vero rapporto di convivenza e rispetto non c’è alcuno scandalo. Altra cosa è esibire per fini elettorali un cane, cosa successa per le ultime politiche, semplicemente come un oggetto per attirare attenzioni e simpatie. Ancora più grave è che a ciò non segua almeno una legge per i cani… La “questione animale” può essere affrontata anche con provvedimenti settoriali ma ha bisogno di passare da un generale e fin troppo generico ”amore” a ottenere un concreto “rispetto”. Anche solo in tema di quattrozampe domestici ci vorrebbe poco per contrastare efficacemente randagismo, maltrattamenti e abbandoni: sterilizzazione, stop ad allevamenti e vendite, sostegno alle adozioni in canili e rifugi grazie al riconoscimento di un’Iva europea su cibo e cure medico-veterinarie che non sia più equiparate a quella applicata ai beni di lusso, continuare sulla via del riconoscimento di libero e responsabile accesso ai luoghi pubblici come ottenuto con i treni, diffusione di corsi di conoscenza etologica. Per farlo servono voglia e coraggio che questa classe Dudù di Berlusconi, il cane “pre- politica finora non ha avuto». 25
Etology
Animali e stato di famiglia: ha senso inserirli?
I
nserimento anche degli animali domestici nello stato di famiglia. Se ne parla da anni e l’anno scorso se n’è fatta portavoce anche l’associazione Aidaa, secondo la quale “questo aiuterebbe sia come deterrente all’abbandono sia a riconoscere loro dei diritti specifici ad avere spazi adeguati anche nelle case di abitazione assegnate alle famiglie d’adozione”. “Pensiamo – spiega il presidente Lorenzo Croci – alla possibilità di dare punteggi specifici nelle graduatorie per l’accesso alle case popolari alle famiglie con animali domestici”. Nel marzo scorso, a questo proposito il veterinario, giornalista e scrittore Oscar Grazioli, sulle colonne de il Giornale, definiva questa ipotesi “intrigante e degna di considerazione, più per il valore d’immagine che di concretezza”, essendo “miseramente fallita” l’anagrafe canina, come quella equina, mentre quella felina non è nemmeno iniziata. E allora, avrebbe senso o no? 26
OLTRE LA LEGGE – La sintesi fatta dal
dottor Grazioli rappresenta di fatto la realtà delle cose: si tratta di una buona azione di “marketing”, tuttavia difficilmente efficace. Una provocazione, insomma, seppur proficua. Se infatti promuovere l’iscrizione dei pet allo stato di famiglia significa battere ancora una volta sul tasto della responsabilità nei loro confronti e in particolare sul garantire un sufficiente welfare specie-specifico, allora va benissimo. Pensare però, soprattutto in Italia, che un sistema del genere non cozzi contro una burocrazia troppe volte cieca e talvolta demenziale, resta illusorio. Fa tuttavia pensare il fatto che la cultura animale, per affermarsi e diffondersi, debba passare attraverso una legge, e non tragga sostentamento – come sarebbe più giusto pensare – dalla maturità, dal senso civico e finanche dall’intelligenza umana. Sarebbe un po’ come obbligare tramite sanzioni a rispettare le persone anziane o ad essere gentili con il prossimo. Se però teniamo conto degli innumerevoli esempi in cui proprio il senso civico e l’intelli-
genza umana sembrano latitare penosamente, allora ben venga anche la legge per veicolare un concetto. Sperando che, com’è prassi giudiziale, anche in questo caso la legge non
è il certificato, rilasciato dall’ufficio anagrafe, concernente le persone iscritte nella “scheda di famiglia”, cioè dell’insieme delle persone co-
ammetta ignoranza: non tanto della norma stessa, quanto della natura, delle esigenze e della personalità dell’animale che abbiamo deciso di adottare.
abitanti (che abitano nella stessa casa) e che sono legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o anche da vincoli.
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Il biologo
Nuovi animali da compagnia a cura del dottor Samuele Venturini
F
in dall’antichità l’uomo ha sempre convissuto con gli animali e, col tempo, ha imparato a includere determinate specie nella propria società. Fu così che si originarono le specie domestiche, la maggior parte allevate per svolgere vari tipi di mansioni come l’agricoltura e il trasporto di merci, oltre a fornire cibo, vestiti e utensili. Successivamente alcuni animali divennero parte integrante anche delle singole famiglie spianando così la strada a quelli che diventarono, da lì a breve, gli animali da compagnia per antonomasia: cani e gatti. Tutti gli animali domestici che noi vediamo oggi derivano da antenati selvatici per mezzo della selezione che ha operato l’uomo. Nonostante cani, gatti e canarini siano per lo più il simbolo dell’animale domestico da compagnia, da alcuni decenni a questa parte si è assistito all’incremento di due fenomeni: il primo relativo al numero di persone e famiglie che condividono la propria casa e la propria vita con un animale; il secondo riguarda invece l’aumento della varietà di specie che sono entrate, ed entrano tutt’ora a far parte, nella nomea di “animale domestico da 28
compagnia”. Oggi infatti sono assai diffusi, nelle case di molte persone, i conigli ma anche molti roditori come i cincillà, i ratti, i criceti, i cani della prateria oppure gli uccelli come i pappagalli, le ara, ecc. Ma non è tutto, perché non vi sono solo mammiferi e volatili bensì anche invertebrati, pesci, anfibi e rettili. Per queste ragioni è opportuno aggiungere due nuove definizioni per indicare gli animali domestici ovvero “animali esotici” – che provengono da luoghi di origine diversi da quello in cui vengono a trovarsi – e “animali domestici non convenzionali” – ovvero quegli animali che non sono compresi tra i canonici cani, gatti e canarini. Da ciò nascono molte conseguenze non solo a livello sociologico ma anche economico, giuridico ed ecologico. Molti infatti sono i casi di animali esotici venduti e/o acquistati senza una regolare autorizzazione alla loro detenzione in cattività. Ogni anno, inoltre, si susseguono sempre più i rilasci intenzionali e gli avvistamenti di animali esotici e domestici non convenzionali in natura, con conseguenze non sempre prevedibili per l’animale stesso e per l’ecosistema in cui tale animale o gruppo di animali
viene abbandonato. Un esempio su tutti è quello relativo alle tartarughe dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans), specie proveniente dagli Stati Uniti d’America. Questi rettili venivano venduti oltre che nei negozi di animali anche come premi nelle bancarelle e parcogiochi. La mancanza di un’adeguata informazione per la cura di questi animali unita alla leggerezza di molte persone nell’approccio verso gli animali domestici in genere, ha portato a massicci rilasci e abbandoni di queste tartarughe favorendone così una diffusione capillare in moltissime zone umide del nostro Paese. La specie si è ben adattata ai nostri climi provocando, in determinati contesti, degli squilibri ecologici andando potenzialmente a influire sulla presenza delle tartarughe di acqua dolce nostrane (Emys orbicularis).
Per ovviare a ciò è stata emanata una legge per vietare il commercio e la vendita delle tartarughe dalle orecchie rosse (T. S. elegans), purtroppo però tale regolamento non ha avuto la funzione desiderata perché poco dopo è stata commercializzata una nuova specie, la tartaruga dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta) anch’essa di origine americana, specie questa che non era stata inclusa nel divieto e così oggi ci troviamo con ben due specie alloctone (ovvero esotiche) nelle nostre zone umide. È importante oggi più che mai agire in termini di prevenzione e soprattutto di informazione in merito alla buona gestione di questi nuovi animali domestici da compagnia per salvaguardare non solo i nostri habitat ma anche e soprattutto le specie di fauna e di flora ivi presenti.
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Agenda pet
Gli eventi top dove e quando Esposizioni canine
1 febbraio 2014 Raduno Club Italiano Lagotto - Forlì (FC) Tel. 0542-690284 2 febbraio 2014 Esposizione Internazionale- Forlì (FC) Tel. 0543-704441 Raduno Associazione Tecnica Amatori Volpino Italiano - Forlì (FC) Tel. 059-232437 8 febbraio 2014 Raduno Club Italiano Bracco Francese Vicenza Tel. 340-7128240 9 febbraio 2014 Esposizione Nazionale per i gruppi 3, 4, 6, 7, 8 e 10 - Vicenza Tel. 0444-291142 15 febbraio 2014 Raduno Club Italiano Spaniel - Terni Tel. 0185-700470 16 febbraio 2014 Esposizione Internazionale - Fermo Tel. 0734-623009 Raduno Club Italiano Epagneul Breton Limena (PD) Tel. 049-8840695 30
Raduno Società Italiana Setters
Livorno Tel. 0586-741448 22 febbraio 2014 Esposizione Nazionale - Cagliari Tel. 078-4200521 23 febbraio 2014 Esposizione Internazionale - Cagliari Tel. 070-666976 Raduno Club Italiano Spaniel Cagliari Tel. 0185-700470
Esposizioni feline 8-9 febbraio 2014 Esposizione Internazionale Felina Cernobbio (CO) 22-23 febbraio 2014 Esposizione Internazionale Felina Rovigo
Altri eventi 22-23 febbraio 2014 Esotika Arezzo 2014 Mostra di rettili, tartarughe, acquariologia, roditori, falconeria e orchidee e bonsai Via Spallanzani – Centro Fiere e Congressi – Arezzo http://www.esotikaarezzo.com/
di Lorena Merati
he senso ha oggi, nell’era di Internet e quindi dell’informazione a portata di mano e per giunta gratuita, comprare un libro monografico su una razza canina? La risposta più giusta è: la qualità dell’informazione. Sulla rete si trova di tutto, e spesso le fonti sono discutibili se non proprio poco attendibili. Un buon libro, invece, è il più delle volte garanzia della qualità dell’informazione. Questa premessa è d’obbligo a fronte di un testo come Canis Lupus Familiaris BARBONE di Lorena Merati. Giudice internazionale Enci, giudice all round dell’European Grooming Association, nonché allevatrice da trent’anni della razza con l’affisso “Samarcanda”, la Merati offre garanzie ineccepibili per ciò
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I libri da leggere
Canis Lupus Familiaris: Barbone che riguarda i consigli pratici ma anche gli aspetti più tecnici di una razza tanto diffusa (ma per questo anche tanto bistrattata) come il Cane Barbone. Questo testo rappresenta allora una miniera importante di informazioni, che rappresentano una guida per il neofita ma anche un valore aggiunto per l’esperto. Completo, di facile lettura ma ricchissimo di contenuto, questo testo rappresenta allora un passaggio quasi obbligato per chi voglia conoscere la razza prima di un eventuale acquisto. Nell’ottica propria di Pet-Ology: essere o diventare un proprietario responsabile e informato. “Canis Lupus Familiaris BARBONE” – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 42,00
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La vetrina
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Sera Marine Protein Skimmers – Gli schiumatoi sono il cuore del filtraggio nell’acquario marino. Eliminano le proteine (albumine) che vengono prodotte continuamente nell’acqua da microrganismi, invertebrati e pesci. Questi schiumatoi efficienti e a basso consumo energetico eliminano particelle e
sostanze in sospensione e ossigenano l’acqua. Il Sera marin Protein Skimmer PS 130, estremamente compatto e poco ingombrante, è uno degli schiumatoi più piccoli in assoluto ed è ideale per nano-acquari fino a 130 litri. È dotato, come il più grande Sera marin Protein Skimmer PS 200, di una pompa miscelatrice a basso consumo integrata nel corpo dell’apparecchiatura, che aspira aria automaticamente e la miscela con l’acqua dell’acquario. Entrambi gli schiumatoi si possono applicare facilmente al bordo dell’acquario per mezzo di un gancio regolabile in altezza. Il flusso di aria e acqua può essere regolato facilmente. Il Sera marin Protein Skimmer 400 HO è adatto per acquari fino a 400 litri e può essere applicato in modo versatile sia esternamente al vetro dell’acquario oppure nel pozzetto del filtro sotto il mobile di supporto. Perciò è indicato in modo ottimale per tutti gli acquariofili che vogliono passare dall’acquario d’acqua dolce a quello marino. Il più grande Sera marin Protein Skimmer 600 S, adatto per il filtro inserito nel mobile di supporto, è facile da utilizzare ed è concepito per acquari fino a 600 litri. Li trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 51,25 euro. Sicce Hypersalt - È una miscela di sali selezionati per realizzare acqua marina esattamente come nelle barriere coralline naturali; proprio perché formulata utilizzando sali della massima purezza disponibile sul mercato mondiale, permette di mantenere i giusti livelli di minerali, dai macroelementi agli oligoelementi, importanti sia per una corretta calcificazione sia per una colorazione ottimale anche delle più delicate specie di coralli duri SPS e LPS. USO: disciogliere il quantitativo necessario in acqua d’osmosi o deionizzata, fino a raggiungere la densità naturale di 35‰. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 13,61 euro. 33
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Lampada a infrarossi riscaldante - Ideale per creare zone temperate all’interno del terrario. L’emissione di luce infrarossa contribuisce in modo sostanziale alla regolazione di calore. Favorisce il benessere e facilita la digestione. Ideale come fonte di calore permanente. Disponibile in 5 versioni: ø 63 × 100 mm - potenza: 35 W; ø 63 × 100 mm - potenza: 50 W; ø 63 × 100 mm - potenza: 75 W; ø 80 × 108 mm - potenza: 100 W; ø 95 × 130 mm - potenza: 150 W. La trovi sul sito di Pet-Ology Store (www. pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 6,45 euro. Sera Reptil Aquatan – In particolare anfibi come rane e tritoni sono in grado di assorbire sostanze nocive attraverso la loro pelle. Sera reptil aquatan con la formula Bio-Protect rende immediatamente l’acqua del rubinetto adatta alla vita degli animali nel terrario. Neutralizza l’aggressività del cloro e delle cloramine e lega i metalli pesanti con effetto di lunga durata. Preziose sostanze umiche prevengono problemi della pelle e del carapace soprattutto nelle tartarughe acquatiche. La colorazione ambrata dell’acqua riduce notevolmente lo stress e favorisce i comportamenti naturali. Formati: 100 ml; 250 ml. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 3,75 euro Fieno per rettili erbivori - Salad Style Grass Hay Blend è un integratore di fibre studiato per i rettili erbivori e altri animali che traggono beneficio da una dieta ricca di fibre. Questa combinazione di tagli di fieni Timothy e Orchard può essere usata come nutrimento unico o mescolata con insalate fresche. Molte tartarughe, e altri rettili, sono viziati e spesso assuefatti da prodotti che non forniscono le fibre di cui hanno bisogno. Il fieno è finemente tagliato per una utile presentazione nelle applicazioni dell’alimentazione 35
dei rettili. La lunghezza del fieno è minore ai due pollici(circa 5cm) mantenendo la stessa alta qualità del foraggio che vi aspettate dai prodotti per animali Oxbow. Questo prodotto è ideale per i rettili erbivori, contiene un medio-basso livello di proteine , e un alto contenuto di fibre, essenziale per una buona salute digestiva e funzionale. Confezione da 454 gr. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology. it) a partire dall’incredibile prezzo di 12,00 euro. Mangiatoia da appendere per roditori - In metallo, powder coated, anti-ruggine e anti-usura. Per fieno, erba, ecc. Protegge il cibo dagli escrementi e dall’urina. Disponibile in 4 misure: 8 × 6 × 5 cm; 13 × 18 × 12 cm; 20 × 18 × 12 cm; 25 × 18 × 12 cm. La trovi sul sito di Pet-Ology Store (www. pet-ology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 2,00 euro. Gioco di scale in legno per pappagalli - Gioco in legno per cocoriti e canarini. Misure: 44 × 44 × 16 cm. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.petology.it) a partire dall’incredibile prezzo di 13,28 euro.
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