11 GIUGNO 2014
Pet-OLOGY LA RIVISTA CHE STA DALLA PARTE DEI PET, SEMPRE!
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SCEGLIERE UNA TARTARUGA D’ACQUA
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ANIMALI: 10 MITI DA SFATARE
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INTERVISTA A PATRIZIA ROSSETTI
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L’editoriale Che gli inglesi sappiano ciò che fanno quando si tratta di ordine pubblico è noto, e la soluzione del caso hooligan negli anni scorsi per ciò che riguarda il calcio violento, ne è una prova. Un’ennesima testimonianza viene ora dalla modifica della legge sui cani pericolosi, la Dangerous Dog Act, che già fece scuola nell’ultimo ventennio. Il governo di Londra ha inasprito le condanne per i proprietari di cani ritenuti responsabili di attacchi mortali: in Inghilterra e Galles le condanne massime passano da un massimo di due anni di prigione previsti fino ad ora ad un massimo di 14; aumento di pena - da due a cinque anni - anche nel caso in cui l’aggressione provochi lesioni. Il provvedimento va senza dubbio nella giusta dimensione, quella condensata in quello che è diventato uno slogan oltre Manica: punish the deed, not the breed (punisci il singolo caso, non l’intera razza). In questo modo il fatto che un cane killer sia un Pit Bull o un Rottweiler ha poca importanza. Lo ha invece il fatto che quel soggetto sia stato educato male, tenuto fuori controllo o peggio addestrato all’aggressività fuori controllo. Musica per le orecchie di noi cinofili, non c’è che dire. Finalmente si torna a parlare di episodi, ma anche di singoli cani problematici, senza fare inutili liste di proscrizione come purtroppo abbiamo visto in Italia negli anni ‘90. E si punta il dito su coloro che non hanno saputo gestire e controllare tali soggetti. Questo ovviamente senza considerare tutti i cani come dei santerelli. No, non lo sono. Tra di loro ci sono anche soggetti pericolosi, indipendentemente dalla razza e dalla taglia. Però… a parte rari casi, la colpa della loro violenza va attribuita solo all’uomo, alla sua ignoranza, al suo perverso gusto di allevare soggetti capaci di fare paura, non sapendo che così possono creare dei mostri. Con i problemi che abbiamo oggi in Italia dubito che questa linea che viene dall’Inghilterra possa trovare consenso e seguaci. In ogni caso resta un’ennesima lezione, che arriva proprio dalla patria della cinofilia mondiale. Stefano Nicelli 2
SOMMARIO 11 - giugno 2014
NOTIZIE DAL MONDO L’eco dalla nostra pagina Facebook COVER STORY Animali e credenze PET FOR DUMMIES Scegliere una tartaruga d’acqua ANGOLO TECNICO Il pedigree per i cani in italia V.I.P. - VERY IMPORTANT PET Lassie I CONSIGLI DI... Marta Avanzi CONSIGLI DEL VETERINARIO Toxoplasmosi INTERVISTA A... Patrizia Rossetti ETOLOGY Egrastolo per un cane AGENDA PET Gli eventi top I LIBRI DA LEGGERE Io, Claudia e Pluck
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Notizie dal mondo l’eco dalla nostra pagina Facebook CANI: SPESE ESAGERATE PER LA CANTANTE MARIAH CAREY - Quando si tratta dei suoi 8 Jack Russell Mariah Carey si rifiuta di risparmiare: i suoi cagnolini viaggiano in prima classe, hanno un autista privato, pagato 700 dollari a volta, che li trasporta sulla Rainbow Pet Spa di Beverly Hills e periodicamente godono di trattamenti di lusso, tra
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massaggi thailandesi, manicure al mirtillo (ultima tendenza canina) e lunghi soggiorni in spa (…) Un testimone ha rivelato al giornale Mirror che “Mariah paga personalmente tutte le terapie termali per i suoi cani e non si aspetta alcuno sconto perché è una celebrity. Gli unici a ricevere un trattamento speciale in questo caso sono i suoi Jack Russell!“. Anche “quando viaggia paga sem-
News dal mondo
pre affinché i suoi cani viaggino con lei in prima classe – ha rivelato il testimone al quotidiano britannico – e quando non può portarli con sé li fa alloggiare in pensioni di lusso, in doggy day care di Beverly Hills come Chateau Marmutt, Barkingham Palace o Pour La Pooch“. Così alla fine dell’anno tra bagnetti, tagli di pelo, cure estetiche e quant’altro Mariah Carey arriva a spendere circa 50 mila dollari per i suo 8 cani (Fonte: Velvet Gossip).
Ogni volta che leggiamo notizie simili restiamo perplessi. Diciamo subito che 50mila euro per una donna milionaria come la Carey probabilmente equivalgono a un solo euro per noi. Avendo a disposizione tanto denaro, dunque, non sorprende che la cantante decida di usarlo per far stare al meglio (secondo lei) i suoi cani. Ben venga, certo. Meglio che se li trattasse male. Ma c’è bisogno di autista, di pensioni di lusso, massaggi ecc? Ovviamente no. Per-
ché allora tanto inutile sfarzo? Noi persone comuni probabilmente ignoriamo (o solo immaginiamo) i capricci di un milionario e quel tanto di arroganza che l’avere i soldi – e quindi un certo potere – comporta. Qualcuno di noi, però, avrà certamente letto dei vizi delle star, delle loro richieste spesso assurde al personale degli hotel, di quel lusso ostentato e finanche pacchiano che spesso manifestano. È facile allora immaginare quale tenore di vita esse abbiano. Da qui al trasformare anche i cani in “peppie” civettuole e viziate, allora il passo è breve. Forse non tanto per pura ostentazione, quanto perché rientrano in un modo di vivere comunque eccessivo e fastoso che in ogni caso è il loro status quotidiano, fatto di collaboratori, servitù e servizi a 5 stelle. La “povera” signora Carey, insomma, probabilmente non lo fa neanche apposta a far vivere i suoi animali in un inutile sfarzo. Semplicemente adotta per loro uno stile che è suo. E non possiamo fargliene necessariamente una colpa.
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Animali e credenze: Dieci miti da sfatare
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Cover story
TRA LEGGENDE METROPOLITANE E SCARSA CONOSCENZA
ugli animali d’affezione circolano ancora oggi diverse credenze che non hanno ragione d’essere e possono essere anche molto fuorvianti. Ecco una carrellata di quelle più frequenti… tutte da smentire!
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1. PER UN CANE GRANDE CI VUOLE UNA CASA COL GIARDINO – Chi è convinto di questo dimentica probabilmente che siamo di fronte a un animale altamente sociale. Ciò significa che a fronte di uno spazio enorme ma privo di compagnia, il cane certamente preferirebbe uno spazio più angusto, ma provvisto di compagni umani che lo inseriscano nella loro routine giornaliera. Per fare un paradosso ricordo cosa mi disse poco tempo fa un addestratore di cavalli. “Anche se tu avessi un grande prato, il cavallo resterebbe a pochi metri dalla staccionata a brucare l’erba”. Questo perché è sostanzialmente un animale sedentario. “Guarda che corre solo perché è l’uomo a spingerlo; fosse per lui non farebbe tanti sforzi inutili”, concluse. 7
che non possa instaurare un forte 2. IL GATTO SI AFFEZIONA PIÙ ALLA legame affettivo con noi, con maniCASA CHE AL PADRONE – Non è festazioni frequenti di vera e propria affatto vero. Certamente il gatto fa gelosia nei confronti di chi può sotpresto a far diventare “sua” la casa trargli anche momentaneamente le in cui abita, lasciando tracce odoro- attenzioni. se in giro, ed è altrettanto vero che può vivere tranquillamente anche 3. IL CONIGLIO È UN ANIMALE FAin un appartamento senza soffrirne CILE DA GESTIRE, ADATTO SOPRATtroppo. Esistono tuttavia innumere- TUTTO AI BAMBINI – Scrive il mevoli casi in cui tra uomo e animale si dico veterinario Marta Avanzi nel crea un rapporto di vero amore, per suo volume Voglio un coniglio (Ed. certi versi simile a quello che si può Castel Negrino): “Non è un animale instaurare con un cane. A differenza per tutti. Non è un animale da tedi quest’ultimo, il gatto è certamen- nere chiuso in gabbia e contemplate un animale meno sociale e più in- re da dietro le sbarre, né è desidedipendente, ma questo non significa roso di soddisfare i nostri bisogni a
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comando e gratificare il nostro ego obbedendo ai nostri ordini, e spesso non è neppure un animale da tenere in braccio e coccolare secondo i nostri desideri perché di solito non ama essere sollevato da terra. Non è adatto ai bambini piccoli a causa della sua fragilità e della facilità con cui si ferisce se viene lasciato cadere (…), e nemmeno è adatto a chi non può rinunciare a una casa perfetta (…)”.
sto cane un’aura bieca da novello demonio.
5. SE FA UNA MARACHELLA, IL CANE PROVA RIMORSO – La convinzione nasce dal fatto che in taluni casi, quando torniamo a casa e magari il cane ha fatto pipì dove non doveva oppure ha rotto qualcosa, lo troviamo mogio mogio in un angolo. Crediamo a questo punto che “sappia che ha sbagliato” e che “provi rimorso”. In realtà niente di tutto que4. IL DOBERMANN AD UNA CERTA sto è vero. Il cane non può ricordare ETÀ RISCHIA DI IMPAZZIRE – È una un’azione compiuta magari due ore vera e propria leggenda metropoli- prima, soprattutto se per lui non ha tana in auge almeno dagli anni Set- alcun significato. Sa però benissimo tanta. Nasce dall’idea (assurda) che associare la punizione magari riceil cervello del cane cresca senza che vuta in un’altra occasione in cui ha la struttura ossea del cranio si ade- combinato un danno, col viso corgui di conseguenza. rucciato che possiamo avere anche Ovviamente questo non ha ragione questa volta. Per questo, e solo per d’essere. Anzi, il Dobermann è un questo, si attende un rimprovero cane che può essere molto equili- tale per cui cerca di nascondersi per brato anche da anziano. Il motivo evitarla. per cui è nata questa leggenda va probabilmente ricercato in quel cli- 6. PER UNA TARTARUGHINA D’ACma di paura che albergava proprio QUA BASTA UNA VASCHETTA E UN nel periodo degli Anni di piombo, e PO’ DI GAMBERETTI DA MANGIAspinse molti a prendere un cane da RE – Non è vero! Ecco cosa scrive difesa, in molti casi di dubbia pro- l’Associazione Animali Esotici Onlus venienza e certamente con un pro- nel suo sito: “Le esigenze di allevafilo genetico non proprio da sante- mento delle tartarughe acquatiche rello. A questo si aggiunse l’eco di sono molto complesse: per vivere film come La gang dei Dobermann bene hanno bisogno di un ampio (USA, 1972) che creò intorno a que- acquaterrario dotato di riscalda9
mento, filtri, termostato e di una zona emersa riscaldata e dotata di lampade speciali che producono radiazioni UVB. I gamberetti secchi sono un mangime totalmente inadeguato, anche se le tartarughe ne sono molto ghiotte. Sono infatti privi di vitamina A e nel corso di pochi mesi finiscono per causare cecità. Le tartarughine, incapaci di aprire gli occhi, finiscono inevitabilmente di morire di inedia se non si interviene con una cura adeguata. Mettere delle gocce negli occhi è totalmente inutile: la corretta terapia consiste nel somministrare per bocca della vitamina A e, quando il rettile riapre gli occhi, somministrare una dieta più equilibrata”. 7. IL COLLARE A STROZZO PER I CANI È SEMPRE NOCIVO – No. Non è vero. È una convinzione che ha preso piede da qualche anno, basata su lesioni anche ossee che in taluni casi si possono essere verificate. Il problema sta nell’educazione del cane. Se non è abituato (o educato) ad andare al guinzaglio, qualunque collare potrebbe fargli male. Se però lo si abitua gradatamente e con pazienza, il collare a strozzo non verrà quasi mai tirato a talo punto da provocare lesioni. Teniamo poi conto che è il collare ancora oggi più diffuso nei campi di addestramento. E 10
come ogni cosa, se usato correttamente, non risulta pericoloso. 8. IL GUSCIO DELLA TARTARUGA È INDISTRUTTIBILE – Falso! Sempre dal sito dell’Associazione Animali Esotici Onlus leggiamo: “La corazza è fatta di tante ossa unite tra loro come quelle che formano il nostro cranio. Queste ossa formano una struttura robusta ma di certo non indistruttibile. Se finiscono sotto le ruote di un veicolo, se restano schiacciate da un cancello elettrico, o se cadono da un terrazzo, le tartarughe subiscono la frattura della corazza, oltre ad eventuali danni agli organi interni. Per questo è importante prendere ogni precauzione per evitare incidenti”. 9. È IN ARRIVO UN BEBÈ. IL GATTO DEVE SPARIRE PER EVITARE LA TOXOPLASMOSI – Dal sito Nostrofiglio.it leggiamo: “È davvero difficile che un gatto domestico (sempre vissuto in casa e non precedentemente randagio) possa contrarre la toxoplasmosi e trasmetterla all’uomo, a meno che non vada in giardino ed entri in contatto con terreno contaminato da animali randagi. A livello precauzionale, però, è consigliabile far pulire agli altri membri della famiglia la lettiera del gatto o indossare i guanti e lavare le mani con sapo-
ne ed acqua corrente al termine delle operazioni di pulizia, dal momento che il toxoplasma viene espulso con le feci. “Va specificato tuttavia che la sporulazione delle oocisti del parassita nella lettiera avviene circa 2-3 giorni dopo la deposizione delle feci, ad una temperatura ambientale di 24°C, pertanto il rischio di contaminazione viene notevolmente ridotto se la lettiera viene pulita ogni giorno” sottolinea Irene Cetin, responsabile dell’U.O. di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale Luigi
Sacco di Milano e Professore dell’Università di Milano. “Nessun rischio invece per le urine del gatto, che non sono veicolo di trasmissione”. 10. IL CANE DA GUARDIA È PIÙ EFFICACE FUORI CASA – Non è vero. Qui è più vulnerabile. Gli addestratori insegnano che invece se resta in casa ha più possibilità di fare la guardia, sentendo come “suo” quel territorio. Inoltre rappresenta un ulteriore difficoltà per chi voglia introdursi per delinquere.
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Tartarughe d’acqua: le cose da sapere
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pet for dummies
FACILE DA COMPRARE MA IMPEGNATIVA DA GESTIRE
anto diffuse quanto poco conosciute: sono le tartarughe d’acqua, animali solo all’apparenza facili da gestire, e che per questo richiedono cure particolari. Vediamo quali.
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COS’È: È un rettile di età antichissima (è apparsa sulla Terra già 200 milioni di anni fa) caratterizzato dalla cosiddetta corazza (che in realtà si divide in carapace, la parte superiore, e piastrone quella inferiore). I soggetti più comuni in Italia sono quelli appartenenti alla famiglia delle emididi, perlopiù provenienti dal continente americano dove vivono i variegati ambienti naturali caratterizzati da ruscelli, fiumi, stagni, laghi, paludi e acquitrini. COM’È FATTA: La corazza ha una funzione protettiva nei confronti delle minacce esterne, ma ha anche altri scopi: serve per ancorare i muscoli degli arti, assorbe il calore e rappresenta una fondamentale riserva di calcio. La bocca è priva di denti ma ha un becco affilato simile a quello 13
degli uccelli, col quale lacera le prede più piccole che inghiotte senza masticare. Le tartarughe d’acqua respirano aria ma possono anche assorbire l’ossigeno dell’acqua e restare pertanto sommerse a lungo. A differenza dei mammiferi, poi, non sono in grado di mantenere una temperatura corporea adatta al loro metabolismo. Per questo assorbono il calore del sole, scegliendo zone d’ombra o l’acqua quando si fa troppo caldo. In cattività
Scrive Marta Avanzi, medico veterinario co-fondatrice della Società Italiana Veterinari per Animali Esotici nel suo volume Voglio una tartaruga acquatica (Gruppo Editoriale Castel Negrino, 2010): “Tra gli animali “da compagnia” (da tenere nelle nostre case) le tartarughe d’acqua sono tra i più sottovalutati e incompresi nelle loro necessità fondamentali. Poiché vengono venduti per pochi euro, insieme a una vaschetta di plastica che costa ancor meno, si pensa che siano animali di scarso valore e di limitate necessità, mentre è vero proprio il contrario (…). In generale non sono animali adatti ai bambini, sia per la difficoltà di gestione sia perché sono portatrici 14
supplisce al sole la presenza di lampade riscaldanti. La persistenza in un ambiente troppo freddo o riscaldato in maniera non adeguata può infatti favorire lo sviluppo di pericolose infezioni. QUALE PRENDERE: Posto che è importante conoscere a quale specie appartiene per capire le specifiche esigenze, per i principianti è consigliabile la Trachemys scripta, in quan-
di salmonelle, batteri che possono trasmettere quando vengono prese in mano o semplicemente toccando l’acqua in cui vivono. Sono animali longevi, che possono arrivare a vivere più di trent’anni se gestite adeguatamente, pertanto si deve essere disposti a prendersene cura a lungo. Inoltre, se si ammalano, si devono mettere in conto spese veterinarie che in alcuni casi possono essere anche considerevoli”. Da non dimenticare poi le dimensioni: “Molte specie da adulte raggiungono dimensioni rilevanti che richiedono molto spazio, e vivrebbero meglio in un laghetto all’aperto, cosa che non tutti possono permettersi di allestire”.
to resistente, adattabile e tutto sommato più facile da gestire rispetto ad altre specie da lasciare invece a mani più esperte. Sempre ai principianti è fortemente sconsigliato tenere assieme tartarughe di specie diverse, dato che potrebbero avere reazioni aggressive finanche letali per loro.
piante acquatiche).
DOVE ALLOGGIARLA – L’ideale è un acquaterrario con una zona emersa e un’ampia zona d’acqua. La zona asciutta dovrà essere riscaldata con lampade fino a 32°. Fondamentale è la presenza di lampade a raggi UVB, indispensabili per permettere all’animale di sintetizzare la vitamina D e di COSA MANGIA – A parte la tartaruga conseguenza per assimilare il calcio palustre europea (Emys orbicularis) presente negli alimenti. che è sostanzialmente carnivora tutta la vita, le emidi americane sono onni- COME MANEGGIARLA: È un animale vore: da piccole sono perlopiù carni- che non ama essere maneggiato né vore, dato il loro aumentato fabbiso- coccolato. Pertanto è bene limitare il gno energetico, per passare poi verso contatto fisico al solo trasferimento una dieta più vegetariana da adulte. ad esempio dall’acquaterrario o per Il regime alimentare dovrà dunque verificarne lo stato di salute. La presa essere completo e vario, fornitore sia dovrà essere salda, con le mani a dedi nutrienti animali (da pellet per tro- bita distanza di sicurezza dal becco, in te o per carpe koi, mangime per pesci grado di ferire in modo significativo. rossi, pesciolini, molluschi, insetti, mangime completo per tartarughe acquatiche) che di quelli vegetali (insalata, radicchio, tarassaco, trifoglio, zucchine, carote grattuggiate, spinaci, 15
Il pedigree per i cani: come si ottiene in Italia
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Angolo tecnico
LA “CARTA DI IDENTITÀ” DEI CAMPIONI
Il pedigree rappresenta il documento più importante del cane di razza, dal momento che ne certifica l’iscrizione ai cosiddetti “libri genealogici” che in Italia sono tenuti dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, a sua volta dipendente dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Vediamo come lo si ottiene.
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L’iscrizione del singolo soggetto o dell’intera cucciolata può essere fatta al Registro Origini Italiano (ROI) o al Registro Supplementare Riconosciuti. Al primo, il ROI, possono essere iscritti i cani nati in Italia da genitori iscritti anch’essi al ROI. Le fattrici importate in Italia devono essere trasferite al ROI su presentazione del documento di origine estero. Se invece il padre dei cani da iscrivere nel ROI si trovasse all’estero, essendo di proprietà di persona residente fuori dall’Italia, dovrà esserne documentata la genealogia attraverso il relativo certificato d’iscrizione in un registro riconosciuto dalla Federazione Cinologica Internazionale (FCI) 17
o da una copia ufficiale di tale documento. Al RSR possono invece essere iscritti i cani dei quali non risulti l’origine impura e che rivelano caratteri di tipicità tali da farli ritenere di pura razza, nonché i cani provenienti dall’estero e già iscritti in un libro genealogico straniero riconosciuto come equivalente al RSR. Possono inoltre essere iscritti al RSR come capostipiti quei soggetti che: abbiano conseguito in una manifestazione ENCI un certificato di tipicità oppure un certificato di qualità naturali (se è di una razza sottoposta a prova di lavoro) o la qualifica di almeno Molto buono sempre in una prova ENCI.
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Entro 60 giorni dalla nascita, i cuccioli devono essere identificati tramite microchip. Entro 90 giorni, invece, l’allevatore ne deve fare denuncia alla delegazione ENCI competente per territorio, utilizzando un modulo apposito previsto dall’Ufficio Centrale del libro genealogico. Entro tre mesi dalla denuncia della cucciolata, tale Ufficio Centrale provvede a rilasciare il certificato genealogico (pedigree) che contiene: nome del cane, numero di iscrizione, razza, sesso, data di nascita, colore e macchie del mantello, codice del microchip; nomi e numeri degli ascendenti; nome dell’allevatore; dati del proprietario; dati relativi a
caratteristiche, performance, titoli vinti e verifiche di patologie ereditarie (laddove previste) di genitori, nonni, bisnonni e trisavoli. Ogni cane che viene registrato al ROI o al RSR deve avere un proprio nome individuale di una sola parola; in caso di ripetizione dello stesso nome, per cani della medesima razza, varranno per la sua distinzione il numero d’iscrizione. Solo in via ec-
ROI (Registro Origini Italiano) – Sostituisce la vecchia sigla LOI (Libro Origini Italiano) ed è quel registro, tenuto dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI), nel quale vengono iscritti i cani di puro sangue ed annotati i dati genealogici, somatici e segnaletici che ad essi si riferiscono. RSR (Registro Supplementare Riconosciuti) – Sostituisce la vecchia sigla LIR (Libro Italiano Riconosciuti) ed è quel registro nel quale vengono iscritti i cani dei quali non risulti l’origine impura e che rivelano caratteri di tipicità tali da farli ritenere di pura razza, nonché i cani provenienti dall’estero e già iscritti in un libro genealogico straniero
cezionale potrà essere accettata l’iscrizione di cani con nome composti da due o più parole quando queste siano assolutamente indispensabili per dare un significato al nome. Il nome del cane potrà essere accompagnato solo dalla denominazione dell’affisso allorché questo gli competa ai sensi e per gli effetti del presente regolamento.
riconosciuto come equivalente al RSR. RSA (Registro Supplementare Aperto) – È quel registro in cui vengono registrati i soggetti appartenenti a popolazioni canine italiane in fase di recupero come razze. PEDIGREE – È il certificato su cui si attesta l’iscrizione al libro genealogico delle razze (ROI o RSR). AFFISSO: Con questo termine si intende la denominazione di un allevamento destinato a distinguerne i prodotti. Esso precede o segue il nome individuale di un cane proveniente da una fattrice della quale il titolare dell’affisso risulta proprietario (Es. Charlie della Valle Bianca). 19
V.I.P.
Lassie Icona di un’epoca a popolarità del cane Lassie è divenuta tale che ancora oggi molti chiamano con questo nome la razza Collie. Nel 1940 l’angloamericano Eric Knight pubblicò il romanzo Lassie ComeHome (“Torna a casa Lassie”), storia di un cane che raggiunge il padrone percorrendo centinaia di miglia. Il libro, nato da un racconto breve, venne tradotto il 26 lingue e venduto in milioni di copie. La casa cinematografica Metro-Goldwyn-Mayer ne comprò i diritti nel 1942, e l’anno successivo uscì l’omonimo film diretto da Fred M. Wilcox e interpretato da Elizabeth Taylor e Roddy McDowall, ottenendo un enorme successo. Anche dopo la morte di Knight per un incidente aereo, la MGM volle proseguire il successo del film, realizzando negli anni ‘40 molte altre pellicole: nel 1945 uscì Il figlio di Lassie con Peter Lawford e June Lockhart. L’anno dopo Il corag-
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gio di Lassie (con Elizabeth Taylor), e cominciò il Lassie Radio Show (trasmesso fino al 1949). Tra il 1954 e il 1973 fu realizzata negli Stati Uniti la longeva e famosa serie televisiva Lassie. In seguito, altre serie furono realizzate negli anni ‘80 e ‘90 da altre compagnie di produzione. Il primo cane a interpretare Lassie fu Pal, un Collie Rough nato nel 1940 e acquistato all’età di otto mesi dall’addestratore Howard Peck da Rudd Weatherwax, famoso addestratore di Hollywood. Sul set si susseguirono poi diversi figli di Pal, che morì nel 1958. Lassie è uno di soli tre animali (a parte Topolino e Bugs Bunny) ad aver ottenuto una stella sull’Hollywood Walk of Fame (gli altri sono Rin Tin Tin e Strongheart). Nel 2005 il settimanale Variety lo ha inserito - sola star animale della lista - tra le “100 icone di tutti i tempi”.
di Marta Avanzi e tartarughe acquatiche vanno in letargo? Ecco a proposito cosa dice Marta Avanzi, medico veterinario, autore del volume Voglio una tartaruga acquatica.
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I consigli di...
Il letargo delle tartarughe in casa nella tipica vaschetta di plastica senza riscaldamento, in autunno spesso cessano di alimentarsi per l’abbassamento della temperatura che in casa arriva a 18-20° C. Spesso questi animali sono anche colpiti da carenze vitaminiche a causa dell’alimentazione esclusiva con gamberetti secchi, che provoca problemi agli occhi. Un occhio inesperto crede che siano andate in letargo, perché le vede immobili, con gli occhi chiusi, e le lascia in queste condizioni per mesi. Solo in primavera, quando ormai gli sfortunati rettili sono quasi morti d’inedia dopo mesi di digiuno, realizza che c’è un problema e le fa visitare”.
“ Le emidi [le tartarughe d’acqua più diffuse, ndr] possono essere fatte andare in letargo, ma ciò non è indispensabile per la loro salute. Un periodo di letargo invece è solitamente necessario se si vuole farle riprodurre, per stimolare l’attività produttiva. Le tartarughe semiacquatiche svolgono normalmente il letargo sott’acqua: il rallentamento estremo del metabolismo permette loro di sopravvivere con l’ossigeno che ricavano dall’acqua a contatto di tessuti come il faringe o l’interno della cloaca (…) “Voglio una tartaruga acquatica” Le tartarughine neonate, mantenute – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 15,90
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Il vet. dice che...
Toxoplasmosi: non demonizziamo il gatto l nome toxoplasmosi è uno di quelli che subito fa venire i brividi se in casa c’è una donna incinta e magari anche uno o più gatti. Scatta infatti subito la paura del contagio, creando la vita impossibile al felino. Vediamo dunque più da vicino questa patologia.
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COS’È – È una zoonosi, cioè una malattia trasmessa dagli animali, causata da un microrganismo denominato Toxoplasma gondii. Questo può infettare diversi tipi di animali mammiferi, uccelli, rettili, molluschi – e può trasmettersi da un animale all’altro tramite l’alimentazione con carne infetta. Si può anche trovare nelle feci di gatti e nel terreno in cui abbia defecato un gatto o un altro animale infetto.
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COME SI SVILUPPA – L’infezione da Toxoplasma gondii ha due fasi: nella prima (toxoplasmosi primaria) per un periodo che va da alcune settimane ad alcuni mesi il parassita si trova nel sangue e nei linfonodi in
una forma direttamente infettante. I sintomi più comuni sono linfoghiandole ingrossate, stanchezza, mal di testa, mal di gola, dolore alle ossa, a volte febbre e ingrossamento di fegato e milza. Il soggetto che contrae una toxoplasmosi resta protetto per tutto l’arco della vita da recidive, in quanto risponde all’infezione con la produzione di anticorpi e linfociti specifici. A seconda però di come il soggetto risponde al Toxoplasma gondii, si può determinare il passaggio alla seconda fase, detta toxoplasmosi postprimaria, caratterizzata dall’assenza di segni clinici e di laboratorio dell’infezione acuta, ma con la persistenza del parassita nell’organismo, annidato nei muscoli e nel cervello. Se le difese immunitarie vengono meno (sia per malattia, sia per trattamenti medici), il microrganismo può tornare aggressivo, riprodursi e indurre nuovi danni. AVERE UN GATTO È PERICOLOSO? – A questo proposito, nel sito del Centro Nazionale di Epidemiolo-
gia, Sorveglianza e Promozione della Salute (http://www.epicentro.iss.it) si legge: “Negli ultimi anni si è ridimensionata l’attenzione nei confronti del gatto come portatore della malattia, in particolare se si tratta di un gatto domestico, alimentato con prodotti in scatola e la cui lettiera è cambiata tutti i giorni (le cisti del parassita si schiudono dopo tre giorni a temperatura ambiente e alta umidità). Il vero serbatoio della toxoplasmosi è invece rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono defecare nel terreno rilasciando toxoplasma anche per diverse settimane”. A ridimensionare il pericolo ci sono poi i dati: “Uno studio che ha coinvolto diversi centri in Europa, tra i quali anche due centri italiani (uno a Napoli e uno a Milano), pubblicato sul British Medical Journal nel 2000, indica tra le principali fonti di infezione nelle donne gravide il consumo di carne poco cotta. Dai risultati emerge infatti che i fattori di rischio principali sono legati all’alimentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta). È quindi necessario evitare di assaggiare la carne mentre la si prepara e lavarsi molto bene le
mani sotto acqua corrente dopo averla toccata. Lo stesso studio evidenzia che un’altra importante fonte di contaminazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato. È quindi necessario che, chi svolge attività di giardinaggio, si lavi molto bene le mani prima di toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi. Lo stesso vale per il consumo di ortaggi e frutta fresca, che dev’essere lavata accuratamente sotto acqua corrente”. TERAPIA – In mancanza di un vaccino specifico, nel caso in cui la donna dovesse essere contagiata durante la gravidanza è comunque possibile bloccare la trasmissione dell’infezione al bambino attraverso un trattamento antibiotico mirato con spiramicina, un antibiotico ben tollerato sia dalla madre sia dal feto. Prima della gravidanza è poi possibile sapere se nel proprio sangue sono presenti gli anticorpi per la toxoplasmosi. Si tratta di un semplice esame chiamato Toxo-test, che permette di classificare le donne in tre classi: “protetta”, “suscettibile” o “a rischio”.
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3 domande a...
Patrizia Rossetti Attrice e conduttrice televisiva
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olto noto della televisione italiana, Patrizia Rossetti - già presentatrice del Festival di Sanremo nel 1982 insieme a Claudio Cecchetto, conduttrice del programma Buon pomeriggio su Rete 4 dal 1989 al 1994 e di altre fortunate trasmissioni, attrice di teatro con Enrico Beruschi nelle due commedie ..Ora è possibile spegnere il computer e poi La famiglia Martinelli, oltre che con Ric e Gian nelle commedie Un pigiama per sei di Marco Camoletti, e Comunque vada sarà un successo, con testi di Dino Verde – è da sempre un’animalista convinta. Pet-Ology Magazine l’ha incontrata.
data di cinofilia che sembra aver contagiato il mondo della politica: da chi si fa ritrarre con un cane a chi propone sgravi economici per chi ne ha uno. Sembra quasi che l’essere cinofilo oggi porti dei vantaggi…no? «Certo se oggi anche i nostri politici “sfruttano” immagini con i cani, e propongono leggi migliori, ben venga! Magari sicuramente ottengono dei voti in più, ma in fondo se si può migliorare la situazioni dei nostri animali, canili ecc… meglio, no? Forse dovevano farlo e pensarci prima? In ogni caso è meglio tardi che mai!».
Un personaggio pubblico come certamente può avere un’eco non indifPatrizia, il tuo amore e la sensibilità ferente tra la gente, anche in tema di per gli animali è ben nota. Tu ne hai tutela degli animali. Che messaggio avuto o ne hai qualcuno? vorresti lanciare da queste pagine? «Ho sempre posseduto cani, il mio «Il messaggio che voglio lanciare è: primo , Nettuno, era un meticcio e se osservassimo con più attenzione l’ho trovato al mare abbandonato, gli animali, qualunque siano, imparel’ho avuto per ben 17 anni. Il mio se- remmo a stare di più e in modo corcondo era Rocco, un chow-chow e retto ed educato con i nostri simili, ci l’ho avuto per ben 15 anni. Ora ho rispetteremo di più! E poi dovremmo Kaily una Golden Retriever». renderci conto che avere un animaletto nella nostra casa vuol dire stare Cosa ne pensi di questa nuova on- davvero meglio e sentirci più’ sereni!». 24
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Etology
Ergastolo per un cane: follia o soluzione estrema?
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Phoenix (Arizona, USA) il giudice Deborah Griffith nelle settimane scorse ha stabilito che Mickey (nella foto), Pit Bull Terrier reo di aver ferito gravemente nel febbraio scorso un bambino di 4 anni, dovrà scontare il resto dei suoi giorni in un canile speciale nella Contea di Maricopa. La decisione è stata presa dopo che il cane per lungo tempo ha rischiato di essere “giustiziato” tramite eutanasia, soluzione che aveva scatenato la reazione di migliaia di animalisti in tutto il
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mondo. Nel nuovo “canile-prigione”, Mickey sarà seguito da uno staff di veterinari e comportamentalisti che cercheranno un suo recupero. L’animale, sei mesi prima dell’incidente, aveva infatti già ucciso un cane di appena 2 mesi. Questa vicenda statunitense, con tutto l’eco che ha suscitato, ci pone di fronte a degli interrogativi non facili: “È giusto che il cane sia stato condannato all’ergastolo?”. “Si poteva trovare una soluzione diversa?”. Per rispondere partiamo da un prin-
cipio di fondo: per sua natura la giustizia dovrebbe avere come scopo ultimo il recupero del condannato. Questo anche in un Paese in cui vige ancora la pena di morte, soluzione che ovviamente contrasta con questo obiettivo. Ma, ci si domanda, questo tentativo di recupero non dovrebbe forse prevedere che il reo possa prendere coscienza di ciò che ha fatto e per questo iniziare un percorso di ravvedimento? E dal momento che le cose stanno così, possiamo immaginare che Mickey sappia ciò che ha fatto e possa dunque pentirsene? La risposta è probabilmente NO. Chi conosce la psicologia canina sa bene che un cane non può associare una punizione (o un premio) a qualcosa che non sia accaduta pochi istanti prima. Non ha cioè memoria – e dunque può fare un processo associativo – con un fatto accaduto addirittura 3 mesi prima. E dunque? Nella mente di Mickey, quale valore potrà avere questo ergastolo a cui è stato condannato? Nessuno, è ovvio. La condanna comminata al cane ha dunque l’effetto di “togliere di mezzo” un animale pericoloso, preservando così la cittadinanza da futuribili nuove aggressioni. Che poi lo staff di medici ed esperti lo possa o meno recuperare, è un altro discorso. Difficilmente, infatti, il Pit Bull potrà mai tornare a essere libero, anche se venisse giudi-
cato “guarito”. A questo punto è il caso di lasciare inutili moralismi da parte, e fare qualche considerazione a mente fredda. Gli esperti potranno forse stabilire se Mickey sia colpito dalla cosiddetta aggressività idiopatica, cioè un tipo (raro) di aggressività che si manifesta senza motivi apparenti e sempre in maniera violenta. Oppure se l’attacco al bambino e l’uccisione del cucciolo possano essere in qualche modo essere ricondotti ad una azione scatenante. Nel primo caso, purtroppo, c’è poco o nulla da fare. Il cane resterebbe una mina vagante, in quanto malato, e forse un’eutanasia potrebbe essere una soluzione quantomeno pietosa. Certamente migliore rispetto ad una vita intera in gabbia, non potendo essere adottato. Nel secondo caso, invece, si può pensare ad affidarlo ad un professionista – un vero professionista – che possa monitorarlo continuamente e agire di fronte ad ogni indizio che possa far pensare ad una reiterazione del reato. L’ergastolo in quanto tale, insomma, è forse una soluzione migliore rispetto alla condanna a morte, ma in fondo non è la stessa cosa? Non è un farlo morire solo più lentamente? Pensiamoci, a mente fredda, lucida e scevra da emozioni tanto facili quanto, purtroppo, tragiche. 27
Biology
Pet e cure naturali: la zoofarmacognosia a cura del dottor Samuele Venturini
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affreddore, influenza e altri malanni colpiscono noi ma anche gli altri animali. Per chi vive con un pet in ambito domestico (casa e/o giardino), spesso le cure adottate sono quelle del medico veterinario di riferimento. Fino a non molti anni fa le terapie impiegate sono state solamente quelle della medicina convenzionale. Recentemente invece non sono pochi i veterinari che affiancano a queste ultime
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anche le cosi dette “cure naturali”. Non solo quindi erbe e fitoterapia ma anche agopuntura e massaggi. Una medicina olistica che viene utilizzata in sinergia con i rimedi tradizionali ma che a differenza di questi ultimi non tenta di eliminare il sintomo bensì cerca di utilizzare quest’ultimo come un indizio per poter individuare il problema e rafforzare il corpo. Cosa succede invece in natura quando un animale selvatico (sia esso
vertebrato che invertebrato) si ammala? Ebbene, per rispondere a questo quesito ho il piacere di citare una nuova disciplina scientifica tanto interessante quando ancora poco conosciuta: la zoofarmacognosia. Il nome potrebbe apparire un po’ ostico ai più, però se ci soffermiamo sull’etimologia della parola si può subito intuire che tale branca si occupa dello studio dei metodi naturali che gli animali impiegano per curarsi autonomamente. Essa racchiude in sé altre competenze di ambito scientifico quali per esempio l’etologia, la chimica, la botanica, la parassitologia, ecc. Sono ancora pochi i ricercatori che si stanno occupando di ciò e a tal proposito, per meglio far comprendere al pubblico l’importanza di questa nuova scienza, cito alcuni esempi che sono stati studiati. Sarà capitato a molti di osservare il proprio cane o gatto mangiare l’avena selvatica. Questa erba causa il vomito così da liberare l’intestino dell’animale da un accumulo eccessivo e dannoso di succhi gastrici. Corvi e ghiandaie possono strofinarsi sui nidi di formiche cosi che gli insetti – sentendosi in pericolo – secernono una sostanza (l’acido formico) che entra in contatto con le penne di questi uccelli svolgendo così un’azione antiparassitaria. Tra i primati
(scimmie e gorilla) è diffuso l’uso di determinate piante come metodo antinfiammatorio. I bruchi di una specie di farfalla che consumano un particolare tipo di fogliame hanno meno probabilità di essere soggetti e trasmettere un virus così che la maggior parte di loro riesce a raggiungere la forma adulta di farfalla. Vari uccelli utilizzano come materiale per la costruzione dei propri nidi diverse erbe medicinali. Gli esempi e lo studio di questi e altri comportamenti non mancano. Per fare un paragone con la medicina alternativa “umana” possiamo dire che anche gli animali adottano per il proprio benessere naturale tecniche di fangoterapia, idroterapia, integrazione minerale, ecc. Studiare i comportamenti di come gli animali curano le ferite, le infezioni, i parassiti, i morsi e le punture di insetti, le disabilità dovute all’anzianità e i disturbi psicologici, permette di approfondire le conoscenze per una migliore gestione della fauna selvatica ma anche dei nostri animali domestici. Risulta quindi molto importante tutelare e conservare la natura (ambiente, piante e animali) perché solo grazie ad essa possiamo trarre enormi benefici anche – e soprattutto – per la nostra salute, sia fisica che spirituale. 29
Agenda pet
Gli eventi top dove e quando ESPOSIZIONI CANINE 5 luglio 2014 Esposizione Regionale (in notturna) – Lugo (RA) Tel. 054525438
Esposizione Regionale – Bolsena (VT) Tel. 0761304840 - 0761345879
5-6 luglio 2014 Esposizione Internazionale - Torino Tel. 011857639
Esposizione Regionale – Guardiagrele (CH) Tel. 0871346447
6 luglio 2014 Esposizione Regionale – Roma Tel. 340-1241954 - 0690112408
26 luglio 2014 Esposizione Regionale (in notturna) – Barbariga (BS) Tel. 0309718465 - 0309718465
12 luglio 2014 Esposizione Regionale – Roma Tel. 3392334325 - 0686895737 13 luglio 2014 Esposizione Regionale – Vernio (PO) Tel. 057431461 - 057431461 Esposizione Nazionale – Cingoli (MC) Tel. 0733602176 Esposizione Internazionale - Matera Tel. 3334937489 19 luglio 2014 Esposizione Nazionale – Cuneo Tel. 0171693919
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20 luglio 2014 Esposizione Nazionale – Sauze D’Oulx (TO) Tel. 0173363044
Esposizione Regionale (in notturna) – Ravenna Tel. 0544400130 – 0544406296
27 luglio 2014 Esposizione Internazionale – Marsala (TP) Tel. 0923716023 Esposizione Nazionale – Rocca di Cambio (AQ) Tel. 0862351066 Esposizione Regionale – Coriano (RN) Tel. 054128754 Esposizione Regionale – Sora (FR) Tel. 0775824126
di Maria Grazia Crozzoli
una storia che potrebbe essere una storia qualunque, una storia uguale alle altre. Quando, però, si parla del proprio amico a quattro zampe, cambia tutto e la storia diventa unica e irripetibile”. Con queste parole Maria Grazia Crozzoli sembra quasi voler mettere le mani avanti nell’introduzione del suo Io, Claudia e Plük (Gruppo Editoriale Castel Negrino, ottobre 2011). Come a dire: so che potrebbe sembrare una storia già letta mille altre volte, ma per me è, e resta unica. In effetti questo esordio narrativo della Crozzoli segue quel filone, ricchissimo negli ultimi anni, in cui il cane diventa protagonista e strumento per raccontare un pezzo di vita. Pensiamo solo al famoso Io e Marley, da cui è stato tratto anche
“È
un film, e agli innumerevoli altri sequel che hanno sfruttato il medesimo topos narrativo. Eppure in questo suo Io, Claudia e Plük c’è qualcosa di diverso. La boxerina Pelo (familiarmente nominata Plük) non fa sempre da ideale prisma attraverso il quale rileggere dieci anni di vita dell’autrice. Spesso sembra quasi porsi da parte, lasciando che sia la stessa Crozzoli a calcare il palco di carta del suo libro. Come nel caso della sua (coraggiosa) auto-affermazione di donna gay, felicemente fidanzata e convivente con Claudia. O come nelle toccanti pagine dedicate alla repentina morte della madre per un tumore. “Io, Claudia e Plük” – Gr. Ed. Castel Negrino – Euro 17,90
I libri da leggere
Io, Claudia e Plük
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La vetrina
Prodotti del mese consigli per gli acquisti Trolley per cani – Realizzato in poliestere. Può essere usato come zaino. Tenuta sicura e vestibilità ottima grazie alle bretelle regolabili, imbottite e anatomiche, con pratici scomparti per la bottiglia d’acqua, leccornie, ecc. e con maniglia. Il corto guinzaglio interno impedisce che l’animale salti fuori. Munito di inserti in rete per una buona aerazione. Le linguette presenti sul retro permettono di agganciare il trolley alla cintura di sicurezza. Con fondo imbottito estraibile. Facile da pulire con un panno. Misure: 36×50×27 cm; peso massimo animale: 8 kg. Colore: nero/ grigio. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.pet-ology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 39,48 euro.
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DVD “La scelta del cucciolo – Come si sceglie un cane? Spesso si guarda qualche fotografia, ma questa è una soluzione rischiosa. E’ vero che l’aspetto del cane è la prima cosa che balza agli occhi: ma le cose importanti sono ben altre. La salute, per esempio...e ancora di più il carattere. Come trovare un cucciolo sano ed equilibrato? A che età è meglio adottarlo? Cosa sono l’imprinting, la socializzazione e le altre fasi fondamentali della crescita? A chi rivolgersi per un acquisto sicuro? Come evitare di essere truffati? Questo video in DVD offre le risposte alle domande che ci si dovrebbe sempre porre prima di acquistare un cucciolo. Lo trovi sul sito di Pet-Ology Store (www.petology.it) all’incredibile prezzo ribassato di 12,51 euro.
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