Cassandra | Un, due, trash | Aprile 2015

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djtoriale

Eccoci qua, è già Marzo Aprile (ndr) di questo 2015 che sembra già uno di quegli anni partiti a razzo e che è meglio non dire come finiranno. Comunque siamo qui e Cassandra esce un’altra volta, forse a colori, forse bello, ancora non lo sappiamo, ma speriamo di continuare bene come abbiamo iniziato, migliorandoci sempre di più. Migliorare è quello che ci poniamo come obbiettivo primario, prima la forma e poi piano piano anche i contenuti si affinano. Quale modo migliore di far notare che con le parole miglioriamo sempre più se non di scrivere di cose che non hanno un gran senso o che sono completamente scombinate? Nessuno. Per questo noi a Febbraio vi si parla del TRASH, del TRESH, del TRESC o di come volete chiamarlo voi. Noi vi si parla del trash che tanto si sottovaluta nel presente e che però in qualche modo ricompare sempre: un adesivo in un bagno, la copertina di un giornalino, un racconto brutto, un mito spiegato male. Come faremmo a riconoscere le cose belle senza quelle brutte, come faremmo a ragionare seriamente senza sapere che modelli evitare, come faremmo a fare rap senza sapere che Bello Gu non è l’esempio migliore? (per quello c’è Giango, il meglio rapper di BG -quello che non scrive canzoni coi titoli giapponesi, per intenderci-). Questo è quanto per Cassandra, adesso vi dico altre belle cosine fike fike: 1) Al Mascheroni hanno fatto rinascere il Profedex, una bella piattaforma web attraverso la quale potrete dare dei voti ai professori delle scuole della provincia. Questo è bello, anche solo per vendetta. 2) Cassandra esce bello grazie ai soldi di una magica cosina che si chiama ASS, a cui un po’ di studenti ed ex studenti del Sarpi danno dei soldi, di modo che lei paghi eventi fiki (lazzaretto) e cose fike (Cassandra) 3) Ho scoperto che esiste un film che si chiama Atlantic Rim, ha vinto almeno per me il premio tresciata dell’anno 2015, volevo solo mettervi al corrente. P.S. Da quando ho scritto l’editoriale è passato un sacco di tempo e sono successe delle cosine, molto molto belle, tipo che Cassandra ha torvato due sponsorz. Uno è quello che vedete qui sotto, l’altro invece è in fondo. Grazie mille per credere in noi. P.P.S Adesso ci piacciono i vegani. Andrea Sabetta, IIIC

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UN, DUE, TRASH. SARPI The Sarpine Trash | pagina 4 Ed ecco come... CUCCORO | pagina 6 Salvo, o Salvo! | pagina 8 ATTUALITĂ Restiamo umani | pagina 10 La grande vergogna | pagina 11 Delta del Niger | pagina 12 CULTURA Todo sobre mi Pedro | pagina 13 Hello Kitty, Goodbye Carriera | pagina 14 Fallaci con solo una c | pagina 15 100% Medical Accurate | pagina 17 NARRATIVA Aspirante morte 3 | pagina 18 Un nuovo inizio 2 | pagina 19 A senso | pagina 20

TERZA PAGINA Wesen | pagina 23 Narcy | pagina 26 Articolo Trash | pagina 26 La madonna! | pagina 27 Recensione | pagina 29 + Ipse Dixit + Cruciverba marzo 2015 | 3

sommario

SPORT No comment | pagina 21 L’apparenza | pagina 22


The sarpine trash

sarpi

CHE SIA TRASH, TRUSH, TRESC, LA PAROLA STA A VOI ΤΡAΣΚ (indoeuropeo tr*i:a) è una parola atona indeclinabile polipiovra che si può trovare sfogliando qualsiasi dizionario di Greco, di cui nessun grecista purtroppo è mai riuscito a interpretare un senso concreto. Ma non diamo tutto per perduto: dopo analisi approfondite, la redazione di Cassandra è in grado di fornire la traduzione più azzeccata di questo vocabolo, o meglio, sono i Sarpini a suggerire al mondo intero cosa l’idea del trash sia capace di evocare nelle menti di ciascuno e in quali forme esso sia capace di incarnarsi.

Risvoltini, ovvero la tecnica di accorciamento intenzionale dei pantaloni. Su alcuni tipo di jeans stanno bene, ma non sono comunque una fan. –Chiara Brembilla Vanno bene fino a quando hai 14 anni. –Giulia Cremaschi La prima volta che ho visto uno di questi individui ho pensato “Questo è un alluvionato”, ma poi ho concluso “Ma quale alluvione, ti vesti solo da gran coglione”. –M.B. Pantaloni con fantasie militari,

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ovvero la propaganda pacifista e l’espressione del dramma causato dalla guerra nel mondo per mezzo di travestimenti da soldato, o quasi.

Tina Cipollari, diva del mondo della televisione italiana.

Io porto –Alessandro Storto

E’ una grande donna, al pari di Lady Diana. Soprattutto per la finezza. –Stefania Carminati

la

gonna.

Tenuti bene ci stanno, ma non a mo’ di Vittorio Emanuele II di Savoia. –Alessandro Comi Giuseppe Sapio, conosciuto come o’ sole d Napule. Costui è il degrado –Carolina Suardi

umano.

Hunger Games, rivelazione letteraria del ventunesimo secolo. Mi piace molto, anche se devo ammettere che è un film un po’ “adolescenziale”. –Sara Bonomi

E’ una –A.G.

donna

“à

No Maria. –Beatrice D.

Io

la

page”

esco.

Il Grande Fratello, l’esperimento sociale che mostra fino a che punto può spingersi un essere umano. Immorale. Idiota. –Giorgia Scotini

Insensato.

a cura di Tutta quanta la sottocommissione Sarpi

Duck face, fallito tentativo di imitazione del brutto anatroccolo, nella speranza di diventare candidi cigni.

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Penso che le ragazze che fanno certe smorfie dovrebbero cercare di essere un po’ più originali e trovare una posa che renda la loro faccia meno… deforme?! –Chiara Zoller LOL, verso formulare pronunciato ad ogni defecatio d’uccello. Pensiamo che siano irritanti e spesso fuori luogo. Si sa che “il troppo stroppia!”. –Caterina Chiari, Caterina Ferretti, Sofia Gatti e Giulia Longhi

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R I T O R N O A L F U T U R O … D I E T R O L’ A N G O L O

Ed ecco come tra dizionari e risvoltini ex studenti tornano al sarpi in veste di duces

Intervista alla Professor Corrado Cuccoro Buongiorno professore, in quali anni ha frequentato il Sarpi e cosa l’ha spinta a fare il liceo classico? Frequentai il liceo dal 1979 al 1984. Inizialmente non avevo alcuna propensione per le materie umanistiche, ma dopo aver chiesto ai miei genitori quale fosse la scuola più impegnativa in assoluto decisi di iscrivermi al Sarpi. Qual è stato il suo primo approccio con il greco ed il latino? All’inizio si trattava per me di mettere alla prova il mio ingegno, ma presto mi accorsi degli effetti profondi che questo studio stava producendo su di me.

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Il ricordo del momento peggiore durante la sua permanenza al Sarpi da studente? Quello migliore? Il momento peggiore fu un tentativo di estorsione che subii sotto minacce di percosse da parte di studenti del liceo: era un comportamento delinquenziale ampiamente tollerato anche dai professori. Il momento migliore fu quando capii che le mie risorse mentali erano adeguate al corso di studi. C’è stato un professore che l’ha

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appassionata nel suo percorso da sarpino? Se si, in che modo? Sono grato particolarmente ai professori Beretta, Colombelli e Gabbiadini perché non hanno mai lesinato la loro intelligenza per educarci. Qual era la sua aula preferita? Una valeva l’altra, il Sarpi è stato e sarà sempre casa mia. Dopo tutti questi anni, crede che il Sarpi sia cambiato sotto alcuni aspetti? C’è meno comunicabilità e dialettica interna. Quale facoltà universitaria ha scelto dopo il liceo? Cosa l’ha spinta a fare questa scelta? Naturalmente lettere classiche, per approfondire le tematiche della scuola e per cercare di rendermi esperto nello studio del latino e del greco. In veste di professore, trasformerebbe o reintegrerebbe qualcosa in questa scuola bicentenaria? Oggi, a seguito di una scellerata ideologia, arrivano da noi studenti che non hanno i requisiti necessa-


ri per affrontare questo percorso di studi. Anche se non tutti approverebbero la mia posizione, reintegrerei un principio di selezione perché non ho mai creduto in un liceo classico di massa. Tutti gli studenti la ritengono un professore qualificato. Lei ha mai imparato qualcosa da loro?

le diedi una caramella e senza rendermene conto mi ritrovai attorniato da sette, otto esemplari della stessa specie e diedi ad ognuna una mentina; di fatto tutto il mio pacchetto. Cosa ne pensa delle mode e dei modi di fare dei giovani d’oggi?

Io imparo sia quando studio che quando interagisco con gli alunni in quanto so che da loro posso sempre misurare la mia ignoranza e questo mi previene dall’assumere comportamenti paternalistici.

I giovani d’oggi sono più socievoli e si adattano meglio rispetto ai giovani della mia generazione, tuttavia sono meno formali e non si vergognano ad assumere atteggiamenti indecorosi in pubblico. I giovani d’una volta erano violenti ma meno indifferenti all’altro.

Il fatto che lei abbia lasciato la cattedra al Sarpi ha rattristato l’animo di molti studenti. Dove e cosa insegna attualmente?

Legge Cassandra? Trova che sia un buon modo affinché tutti gli studenti possano esprimere il loro pensiero?

In realtà ho ottenuto un distacco temporaneo di tre anni. Attualmente proseguo il mio lavoro come cultore di materia presso l’Università Cattolica di Brescia, dove gestisco un laboratorio di drammaturgia antica e assisto una docente per esami di cultura greca; inoltre a Milano sono dottorato di ricerca.

Certamente, trovo che sia pregevole in alcune parti, tuttavia vorrei che fosse più sensibile alla necessità di offrire un servizio.

Mi trovavo in Brasile vicino ad una riserva faunistica e stavo consumando caramelle alla menta, quando notai che una scimmietta leone mi stava fissando in modo eloquente; allora

Ai ragazzi auguro di essere consapevoli delle responsabilità che si assumono essendo utenti delle lingue classiche. A Cassandra auguro di mostrarsi capace di rinnovarsi criticamente. Chiara Ruggeri e Michela Sacconi, IV C

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Si narra di un bizzarro aneddoto sul suo conto. Da quanto abbiamo sentito dire, lei ha cibato un gorilla di mentine per non essere aggredito dal suddetto animale. E’ vero?

Un augurio a tutti coloro che sono alle prese con le lingue classiche e a Cassandra che, nonostante tutto, resiste ancora?


S a l v o ,

o

S a l v o !

Nel mondo esistono tante cose Trash, ma nulla potrà mai superare il personale ATA del nostro liceo. Abbiamo deciso di scambiare qualche "parola" con Salvo, ormai famoso in tutta la scuola per l'inconfondibile accento basso-padano e l'appeal da bravo cacciatore (non di animali). Il folklore ha preso il sopravvento sulle domande prettamente esistenziali, quindi ci scusiamo in anticipo per la precaria trasposizione del dialetto siciliano, non avendo in redazione nessun purista siculo, ma solo dei derivati di generazioni.

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Paolo Bontempo, IIID 1. In questo ultimo periodo si è parlato molto dell’ EXPO e del tema del cibo… narraci dunque dei pranzi siciliani. E che mangiamo? Pe primo ce manE cosa mangiamo? Per primo mangiamo ‘a pasta, co pomodoro fresco giamo la pasta, col pomodoro fresco e melenzene fritt , c‘a ricotta ‘rattata e le melanzane fritte , col primo sale oppure co parmiggggiano ratta- grattugiato oppure col parmigggiato pure quello. A ppoi ce mettemo no grattugiato, pure quello. Poi ci tanticchia de peperoncino, nu’ bellu mettiamo un po' di peperoncino e bicchiere de vino. Dopo vene u se- un bel bicchiere di vino. Dopo viene cunnu: sasizza rostuta, canne rostuta, il secondo: salsiccia arrostita, carne con ‘nu poco de cipudda, a pancetta arrostita con un po' di cipolla, la panrostuta, bbella piccanti! Noi quannu cetta arrostita, bella piccante! Noi mangiamo, mangiamo! Mica schez- quando mangiamo, MANGIAMO, zamo! Facemo cose serie noi! Dopo mica scherziamo! Noi facciamo cose ce pigliamo ù caffè, prima me fumo serie! Poi ci prendiamo un caffè, anzi ‘na bbella sigarett, e poi vado a fam- no, prima mi fumo una bella sigaretta me ù cucco. Appoi de pomeriggio mi e poi vado a fare una pennichella. Poi suso. Me faccio ‘na bella doccia, me il pomeriggio mi alzo, mi faccio una vesto e mme ne vado ‘a bar. Chisto bella doccia, mi vesto e me ne vado è ù siciliano! Dopo è un altro ciorno. al bar. QUESTO SÌ CHE È UN SICILIAIntanto oggi penzamo pe’ oggi e do- NO! Dopo è un altro giorno, intanto mani pe’ domani. oggi pensiamo per oggi e domani per domani. 2. Spiegaci cosa è per te il cannolo siciliano. Ù cannolo sopraffino, ca ‘a ricotta, ce mettemo ‘a crema bianc oppure ‘a crema de cioccolato e poi ce mettemo ‘o zucchero a vèlo de sopra. A poi che facciamo? e ppoi ce bagnammo nelle mandorle. Eppoi ci sono ddon-

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Il cannolo è sopraffino, ci mettiamo la ricotta, la crema pasticciera oppure il cioccolato e poi mettiamo sopra lo zucchero a velo. E poi cosa facciamo? Ci bagniamo nelle mandorle (solo se sapete nuotare. Ndr). E poi


ne che ce piace ca’ crema u pistacchio. (a idda per esempio ce piace ù cannolu e pure ‘a Sicilia). De là ce sta nù panettone, lù rrapemo e ce lo mangiamo (*ci offre una fetta di panettone*) dopo ce pigliamo ù becchiere de vino. Ah eppoi giustamende ci pigliamo ù caffè o un amaro… dipende zocc ‘ ulite!

ci sono donne a cui piace con la crema al pistacchio (a lei per esempio piace sia il cannolo che la Sicilia). Di là c’è un panettone, lo tagliamo e lo mangiamo poi beviamo un bicchiere di vino. Ahhh..... e poi giustamente ci beviamo un caffè o un amaro... dipende da cosa volete!

3. Adesso una domanda complicata… Preferisci le donne siciliane o quelle bergamasche? Ma questa è una domanda da un miliòne di euro! Io me faccio una e una e poi me piglio tutt’e due, pecchè se no se me ne piglio solo una poi l’altra sta male!

Ma questa è una domanda da un milione di euro! Io mi faccio prima una e poi l'altra e poi le tengo per me tutte e due, perché se ne tengo per me solo una, l'altra si offende! 4. Ultima domanda: preferisci la cassata, piatto tipico siciliano, oppure la polenta, piatto tipico bergamasco? A me nun me piace ne‘a cassata e manco ‘a polenta. Meio ù becchiere di vino naturale che ‘a cassata o ‘a polenta!

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A me non piace né la cassata né la polenta. Meglio un bel bicchiere di vino naturale della cassata o della polenta!

Intervista a cura di Laura Cornelli, Leyla Gatti e Adriana Lirathni, VD.

Traduzione di Michela Saccone, Chiara Ruggeri, IVC e Paolo Bontempo, IIID.

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Restiamo Umani!

attualità

2101. 2101 vite spezzate dai militari, dai missili, dai droni, dagli aerei e dai carri israeliani nel corso dell’operazione “Margine Protettivo”, avviata l’8 luglio scorso dal governo Netanyahu. Ora, immaginatevi di stare comodamente spaparanzati sul vostro divano guardando il notiziario delle 20 e di scoprire che il popolo turco ha intenzione di reclamare il territorio italiano in quanto terra promessa ad Enea. Questo è esattamente ciò che è successo nell’estate 1947 in Palestina, quando gli ebrei hanno cominciato a tornare nella “Terra Promessa”. Il 14 maggio 1948 lo Stato di Israele proclama ufficialmente la sua indipendenza, dichiarando guerra a coloro che lo avevano accolto nemmeno un anno prima. Da allora molte guerre sono state combattute, molto sangue è stato versato in una terra che continua a trasudare odio e a gridare vendetta, tanto che un imponente muro è stato innalzato per dividere fisicamente i due popoli. 967. E’ il 22 luglio 2014 quando un missile israeliano colpisce “casualmente“ un ospedale uccidendo 570 dei 967 civili vittime di questo conflitto. 493. E’ il 28 luglio 2014 quando un missile israeliano colpisce “casualmente”

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un parco giochi uccidendo 9 dei 493 bambini vittime di questo conflitto. Si tratta di attacchi spregevoli che spesso passano sotto silenzio e a causa dei quali ad oggi sono più di 500.000 i palestinesi senza una casa, più di 8.600 i feriti, di cui molti non possono essere curati poiché anche gli ospedali sono stati colpiti. Inoltre, dato che persino le fonti sono state confiscate, circa il 96% dell’acqua nella Striscia di Gaza non è potabile. “Restiamo umani!” diceva Vittorio Arrigoni, un attivista pro-palestinese morto nella Striscia di Gaza nel 2011. Sarebbe bello che questo messaggio giungesse anche al Governo israeliano in modo che cessi il genocidio che porta avanti da quasi 70 anni per consolidare la propria identità nazionale. “Un ragazzo con la bandiera gridava con in mano un bastone, gridava in faccia ai soldati, gridava a tutto il mondo ma nessuno era in ascolto, gridava come me : PALESTINA LIBERA!” (Viky Twisterman) Federico Costa V F Camilla Ciboldi V F


L a G r a n d e Ve r g o g n a Chiesa della Trinità dei Monti in Piazza di Spagna alla celebre Fontana di Trevi, che imbrattano le nostre meraviglie con trashissime gigantografie. E ancora, i Fori Imperiali ridotti a vere e proprie vasche di acqua piovana. Prendi tutto questo, aggiungici come contorno un po’ di spazzatura abbandonata sui marciapiedi, un pizzico di ratti che si fanno il bagno nelle fontane di notte et voilà: eccoti servito un bel piatto di Roma all’amatriciana. L’antica città capitale di un Impero da cui molti hanno preso spunto ora è solo immagine di un’Italia sconfitta che si sta lentamente girando il coltello nella piaga, da sola. Troppi errori, troppa falsità. Quelle persone che dovrebbero evitare tutto ciò sono invece come i topi che vedi dopo una cert’ora correre per le strade di Roma, ovunque ci sia da mangiare: instancabili, insaziabili, impuniti. Fino all’ultima briciola. Forse l’immagine migliore di Roma si è ridotta a quelle centinaia di migliaia di selfie scattati dai turisti ogni giorno. Alessandro Comi, I C

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attualità

Ha colpito il cuore e la mente di tanti italiani il titolo scelto per l’inchiesta di Fabrizio Gatti sul degrado urbano di Roma, “La Grande Tristezza”. Sotto gli occhi di turisti disincantati non meno dei suoi stessi abitanti, la città della Grande Bellezza ospita ormai monumenti assediati dagli abusivi, sporcizia dilagante, topi in agguato e periferie dagli enormi disagi. Tutto questo non solo perchè Roma è male amministrata, ma perchè è ormai senza guida: politicamente, culturalmente, moralmente. Sì l’arte, la cultura, la storia, la bellezza…ma ormai la sua immagine sta da tutt’altra parte. A chi affidarsi? Forse è meglio tacere, come molti, oppure fare come il presidente del Coni Giovanni Malagò, che propose di dimenticarci definitivamente di monumenti e infrastrutture perché tanto non esistono più. Fu così persuasivo che anche il premier Renzi e il sindaco Marino gli diedero ragione:si noti il grandissimo impegno che Marino sta mettendo affinchè la capitale possa finalmente avere un gran bel nuovo stadio da 60.000 posti. Vedete com’è sempre festa per loro? E come dimenticarsi dei party dei ricchi ambasciatori che ricoprono metà Piazza Farnese. Oppure delle continue “ristrutturazioni”, dalla Fontana della Barbaccia e la


Il delta del Niger e i ladri occidentali

attualità

Ci sono questioni a cui non diamo importanza, ma che testimoniano quanto sia ancora difficile il rapporto fra i Paesi avanzati e le aree povere: un esempio è la situazione nel Delta del Niger. Questa vasta area è tra le più ricche di petrolio e gas naturali al mondo, tanto che numerose multinazionali straniere (tra le quali spiccano Shell, Agip ed ENI) hanno stipulato accordi con i governanti del Paese per potervi posizionare gli impianti di estrazione. Tutto questo, però, a scapito della popolazione: l’attività estrattiva ha inquinato le falde acquifere e i terreni, distruggendo l’economia di sussistenza che si basava sulla pesca e sulla piccola agricoltura; inoltre il gas che si genera dall’estrazione del greggio ha portato piogge acide e causato malattie tumorali. Il Delta oggi è terreno di guerriglia, con scontri fra la polizia e i gruppi di rivolta come il MEND. Sebbene la zona abbia tante risorse da poter mantenere tutti i suoi abitanti, a causa della guerra civile la popolazione è affamata. Nell’epoca in cui serve solo un click per informarsi, noi occidentali, che otteniamo il petrolio senza problemi, facciamo finta di non vedere. In Nigeria ci sono interi villaggi senza corrente, senza scuole, senza acqua potabile, e noi rimaniamo indifferenti.

12 | marzo 2015

Eppure basterebbe che gli accordi commerciali fossero più giusti e che i guadagni ottenuti dalla vendita del petrolio fossero distribuiti almeno in parte ai cittadini della Nigeria. In Italia si è parlato di questa situazione, visto il coinvolgimento delle nostre compagnie, ma, dopo qualche giorno, la notizia è stata dimenticata e insabbiata dalle false dichiarazioni delle multinazionali. Nessuno va a controllare se i patti e i principi universali dettati dall’Onu vengono rispettati, così gli interessi economici dei popoli più forti continuano a schiacciare quelli dei deboli. Gli Stati meno sviluppati devono essere aiutati a imparare a sfruttare le risorse naturali che il territorio offre loro senza sottomettersi al dominio straniero. Forse tutti noi dovremmo fare qualcosa per aiutare quei territori, almeno manifestare per mettere i bastoni tra le ruote alle multinazionali che non fanno altro che rubare. Maria Porta, V D


To d o s o b r e m i P e d r o Persino il fu Mattia Pascal è tratto da una storia vera), e tutta l’eccentricità, il torbido e cio che di più basso c’è negli esseri umani, facendo diventare il trash ed il grottesco la normalità, Almodòvar ci porta a confrontarci con tutto quello che può farci paura o ribrezzo, o sembrarci quanto mai lontano da quello che siamo e che il giusto, il normale, il sano, per farci capire che il “vero” è qualunque parte dell’essere umano, per quanto bassa, strana, spregevole o rara possa essere, e che finchè non abbracciamo l’umanità nella sua interezza e non impariamo ad accettarne, rispettarne ogni lato e ad amarla e comprenderla per quello che è non riusciremo mai a capirla né a migliorarla. Proprio questo è l’aspetto che mi rende Pedro Almodòvar più caro rispetto agli altri registi, proprio la sua assoluta assenza di giudizio sulle storie che racconta: mai si tira indietro, mai si scandalizza, ed il suo punto di vista è quasi assente, comunque mai esplicitato, non tanto con l’impassibilità di uno scienziato di fronte ad uno studio, ma piuttosto con la consapevolezza di chi sa di non essere nella posizione di condannare o emettere sentenze, di chi si mette sullo stesso piano di tutti i propri simili; sul piano più alto c’è la sua macchina da presa, ma solo per avere l’inquadratura più vasta possibile.

marzo 2015 | 13

cultura

Gettando sulla tela della sua macchina da presa violente pennellate di colori accesi, Pedro Almodòvar ci ha regalato affreschi della vita madrilena, suggestioni della cultura e dell’atmosfera spagnola, ma anche immagini delle realtà marginali della società, rappresentazioni di ogni tipo di passioni e sentimenti e figure indimenticabili, soprattutto femminili ma non solo; il tutto con una dolcezza ed un senso di umanità in apparente contrasto con l’aperta provocazione, l’ironia caustica, il trash ed il grottesco spinti. Ma che senso ha parlare di matador assassini, di amori fra suore o fra psicopatici e pornostar, di cantanti ninfomani e così via? E’ soltanto per il gusto del morboso- tratto innegabile del regista peraltro – o per “scandalizzare i borghesi” (che dopo più di centocinquant’anni che vengono scandalizzati da chiunque potrebbero pure farsene una ragione, secondo me)? La questione è un po’ più complessa. “Tutte le eccezioni sono un modo dell’esistenza e della vita; rifiutarle e condannarle vuol dire non mostrare che un lato solo del vero”, dice Giuseppe Rovani secondo il mio libro di italiano, e Almodòvar non potrebbe essere più d’accordo. Andando ad analizzare i casi limite, le situazioni più estreme o assurde (e siamo poi certi che esista davvero l’assurdo, l’inconcepibile?


H e l l o K i t t y, Goodbye Carriera

cultura

Vi ricordate di Avril Lavigne? Quella che nel 2002 cantava il suo primo singolo, Complicated, e che nel 2007 ha sbarcato il lunario con Girlfriend? Nel caso vi stiate chiedendo che fine abbia fatto, vi garantisco che ho verificato personalmente ed è ancora viva; solo che adesso sembra un vampiro con la rasatura alla Skrillex e la passione per qualsiasi cosa sia rosa e provenga dal Giappone. Hello Kitty inclusa, purtroppo. La bionda canadese ha infatti dichiarato di nutrire una vera e propria ossessione nei confronti della famosa gattina: basti pensare che quando i conduttori di una trasmissione nipponica le hanno fatto trovare in studio un poveretto travestito da Hello Kitty, ha cominciato a gridare in preda alla felicità, a tal punto che quasi era in lacrime (video disponibile su youtube, se volete farvi due risate). Siccome la vita della Lavigne pullula di saponette, ciabatte, tappetini per la doccia, carta igienica, palloncini, auricolari e chi più ne ha più ne metta, il tutto rigorosamente a tema Hello Kitty, come poteva mancare una canzone composta personalmente e dedicata ai fan asiatici? La cantante ha dichiarato che “inizialmente doveva essere un pezzo rock”, ma poi, siccome “voleva sperimentare”, l’ha lasciata nelle mani del produttore Martin Johnson. Di conseguenza, per trasformazioni ancora del tutto sconosciute (o forse per assunzione di droga prima dell’ultimo

14 | marzo 2015

mixaggio), ci siamo ritrovati tra capo e collo un pezzo dubstep/elektropop con doppi sensi confermati dall’autrice stessa, parole in giapponese ammassate a caso e un continuo inneggiare alla tenerezza del gattino rosa. Un pietoso e vano tentativo di tornare sulla cresta dell’onda, la cui ciliegina sulla torta è senza dubbio il videoclip. Diretto da un giapponese che non è nemmeno citato su Wikipedia, mostra Avril intenta a saltellare senza meta in un negozio di dolci, vestita con una canottiera nera, una minigonna rosa decorata con muffins di stoffa, e scarpe da ginnastica verde acqua. Dopo aver distrutto una povera e innocente torta finta alla frase “someone chuck a cupcake at me”, e aver mangiato sushi mentre era evidentemente in preda a una frenesia da troppa caffeina, si dirige per le vie di Tokyo con uno stuolo di ballerine locali totalmente prive di espressione (da qui le accuse di razzismo). Scatta un paio di fotografie, per le quali si esalta decisamente troppo, con una polaroid schifosamente rosa, saluta la folla (o forse la sua carriera) e fa un ultimo disperato tentativo di ballare e artigliare l’aria come un gattino, ma il risultato pare piuttosto uno scoiattolo iperattivo. Quando risuona l’ultimo ‘Hello Kitty’, la star si prodiga in un inchino e le ballerine mantengono stoicamente la loro serietà nel background.


Chiamatela crisi di mezza età, anche se forse sarebbe più corretto definirla sindrome di Peter Pan dato che stiamo parlando di una trentenne, ma Hello Kitty è certamente un capolavoro indiscusso del trash, il cui successo planetario l’ha condotto fino all’ambitissimo ottantesimo posto della Top 100 coreana. Per concludere, cito Nonciclopedia, che descrive il pez-

zo sicuramente molto meglio di quanto io abbia appena fatto: “Attenzione: Questa roba è inascoltabile! L’ascolto prolungato può portare alla paralisi cerebrale. Si consiglia di accucciarsi a terra o di scappare a gambe levate”. Sofia Brizio, II E

Oriana Fallaci. Classe ’29, Firenze. Ricca ereditiera non di denaro ma di valori: le piace dormire nella Stanza dei Libri - perlopiù comprati a rate - e cresce con Le Mille e una Notte. Il padre è un perseguitato politico antifascista e Oriana, a 14 anni, si schiera in prima linea con lui. Liceo Classico

e via, sale sulla sua bicicletta e pedala alla famelica ricerca di notizie su cui scrivere. Il Mattino dell’Italia Centrale, quotidiano che ha iniziato una collaborazione con lei fin dai tempi del suo primo articolo, la costringe a scrivere un pezzo satirico su Togliatti e lei, rifiutandosi, va incontro al licen-

marzo 2015 | 15

cultura

FALLACI con una C, grazie


cultura

ziamento. Poco dopo quell’episodio comincia a viaggiare: a Roma impara a conoscere la frivolezza di Cinecittà, dal soggiorno in Medio Oriente realizza la prima vera inchiesta sulla condizione femminile a livello mondiale. Nel 1967 pretende addirittura di partire per il Vietnam; non vuole solo scrivere di guerra, vuole viverla. Convive con soldati di cui fotografa la perduta umanità e il flebile attaccamento alla vita. Aereo dopo aereo, la sua macchina da scrivere racconta della rivolta dei neri dopo l’uccisione di Martin Luther King, indaga sulla morte di Kennedy, svela cosa accade nelle basi della NASA ai tempi dello sbarco sulla Luna. Il suo nome tocca Paesi in cui lei ancora non è stata: una giornalista irriverente, indomabile, cazzuta. Una giornalista donna, c’è anche da dire. Intervista gli intoccabili. Tra questi, Alekos, l’uomo che ha capeggiato la Resistenza greca alla Dittatura dei Colonnelli, l’uomo che ha trascorso cinque anni in carcere con la certezza di un’esecuzione, l’uomo che la fa innamorare il giorno in cui ritrova la libertà, l’uomo grazie al quale il bisogno ossessivo di essere madre per un attimo trova sollievo: un Uomo. A recidere il filo di questa vita è un attentato, meschinamente mascherato da incidente automobilistico. L’assenza di un compagno di vita lascia spazio a un’attività irrefrenabile e a un cancro violento: Oriana non rinuncia al lavoro e quindi nemmeno all’incessare della malattia. Il suo tempo è scandito da voli sull’Atlantico, da Firenze a New York e viceversa. L’11 Settembre si traduce in rabbia, poi in un articolo, dopo ancora in un libro. Le sua posizione, esplicita e dissacrante, non è

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mai stata così attaccata. Tu tt a v i a , comprensibile e condivisibile o m e n o , Oriana si rivela una scrittrice impavida, che scova la verità e risponde al dovere morale di dire la sua. Mi trovo su poltrone in finto velluto verde-acqua. La Pu c c i n i , eterna Elisa di Rivombrosa, fa la protagonista nel film intitolato L’Oriana. L’unica cosa che posso dire è: trash.

Martina Di Noto, IIE


100% Medical Accurate

caratterizzato dal contrasto stridente tra l’ambiente impeccabilmente lindo della casa di Heiter e le disturbanti scene in cui il dottore congiunge le sue tre cavie e in cui poi esse muovono i loro primi passi come un unico essere, nel secondo l’atmosfera è completamente cupa, tutto è filtrato da un bianco e nero che non fa che accentuare il senso di sporcizia che permea le immagini. Ogni elemento è orrendo e ripugnante, dall’aspetto del protagonista, al modo in cui dimostra morbosamente la sua attrazione per il proprio millepiedi domestico(stavolta un animale vero), passando per i versi grotteschi che emette senza pronunciare una parola per l’intero lungometraggio, fino ad arrivare al seviziamento della sua stessa creatura verso la fine del film. Ma la cosa straordinaria è che a dispetto di quel che ci si aspetterebbe questi film sono di un realismo visivo incredibile e nell’utilizzo di inquadrature fisse che si ingrandiscono o si muovono vorticosamente da un soggetto ad un altro riescono a comunicare un senso di oppressione e ripudio fisico ed emotivo senza pari. Dunque che queste opere siano uno scherzo di cattivo gusto o l’insana progenie della mente di un folle, forse è meglio non scoprirlo mai. Riccardo Pizzighini, IIIB

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cultura

Sto per parlarvi di qualcosa di terribile: the Human Centipede (first sequence) e The Human Centipede 2 (full sequence). Come suggerisce il titolo, il filo conduttore delle due pellicole è la costituzione in sequenza di esseri umani congiunti per formare un centopiedi umano; tuttavia, nella realizzazione dei due film sono presenti alcune fondamentali differenze. A partire dai protagonisti, il primo è il medico tedesco specializzato in separazione di gemelli siamesi Dr. Heiter, il quale, andato in pensione e stufo della sua vita monotona, decide di ideare un metodo clinicamente corretto per congiungere esseri viventi tramite la realizzazione di un unico apparato digerente, e a questo punto come non citare il tricane(in originale trihund) primo parto delle operazioni del dottore. Quest’uomo astuto e geniale riesce, pur rapendo e internando le sue vittime in una piccola sala operatoria nel piano interrato della sua abitazione, a eludere piú volte i controlli delle autorità locali alla ricerca degli scomparsi. Nel secondo film sappiamo solo che a compiere gli insani procedimenti è Martin, uomo di mezza età, obeso, psicopatico al punto di uccidere la madre e, quasi dimenticavo, talmente ammaliato dal primo film(che nel secondo è realmente un film) da replicarlo creando un centopiedi di dodici elementi, a differenza del primo in cui erano solo tre. Se il primo film è


ASPIRANTE MORTE t e r z a p u n t a t a “Ti ricordi che da piccola ti leggevo la Divina Commedia?” chiede papà. “Come potrei dimenticare i traumi della mia infanzia?” “Ti ricordi come Dante descrive l’Inferno?” “No, ma sono sicura che non fosse così.” “Esatto! Però aveva ragione sulla legge del contrappasso. Be’, ha descritto alcune pene, ma non tutte. Per esempio questa.” Indica una sala rettangolare che ospita una settantina di persone intente a leggere riviste. “Cosa sarebbe?” inarco un sopracciglio. “La pena per i dottori che fanno aspettare i pazienti per ore e ore.” “Un’ottima punizione.” Dice una voce suadente alle mie spalle. “Lucifero!” esclama papà.

cultura

L’altro sorride. Okay, mi devo riprendere. Il diavolo non è rosso, non ha le corna e non ha le gambe come una capra: è un uomo dalla faccia anonima, ma allo stesso tempo affascinante. “Hazel, giusto?” mi chiede Lucifero.

“Sì.” Stringo la mano che mi tende: “Non è da considerarsi un patto con

18 | marzo 2015

il diavolo, vero?” Scoppia a ridere: “Tranquilla. Per ora voglio parlare solo del tuo futuro incarico. Seguitemi nel mio ufficio.” Ci scorta lungo il corridoio sui cui lati posso ammirare i vari supplizi eterni fino al grande portone che cela lo studio di Lucifero. Il diavolo apre la porta e ci conduce dentro. “Servitevi pure.” Ci dice, mostrandoci con un gesto della mano una serie di vassoi pieni di tutto. Afferro una brioche e mi accomodo su un’ampia poltrona posta vicino alla scrivania. “Dunque, Hazel, diventerai il prossimo tristo mietitore. Che cosa ne pensi?” chiede Lucifero. “Sono assolutamente contraria.” Scosso un’occhiataccia a papà. “Io voglio fare altro nella vita. Non mi va di uccidere e trascinare anime.” “Ma è una cosa fantastica.” Si intromette papà. “Fantastica per te, forse.” Ribatto piccata. “E comunque tu sei un burocratico, perché sono i tuoi cloni a fare il lavoro sporco. Non voglio fare nessuno di questi due incarichi.” “Hazel, posso parlarti in privato? Vedo che con tuo padre sei in disaccordo.” Lucifero congeda papà, che


si affretta ad uscire dalla stanza. “Hazel, tu sei la primogenita di Caronte, giusto?” dice, appena papà chiude la porta dietro di sé. Annuisco. “Il primogenito della Morte in carica è destinato a diventare a sua volta la Morte quando la madre o il padre va in pensione. È una legge. È stata stabilita nella “Convenzione delle Ossa” del 170766 a.C. che dice che solo e ripeto solo il primo figlio o la prima figlia dell’ultimo Tristo Mietitore può svolgere l’incarico. Se ti rifiutassi di assumerti il compito sarebbe un disastro, perché non ci sarebbe un tristo mietitore.” “Papà potrebbe lavorare per sempre. Dopo tutto è immortale e magico. Che cosa vuole di più dalla vita? E in ogni caso ci sarebbero altri che potrebbero avere questo ruolo.” Protesto. “No, puoi solo tu. E poi, se ci pensi, è un ottimo lavoro. Essere tristo mietitore è un lavoro fisso, non rischi il licenziamento e ottieni lo 0,5% di ogni eredità di ogni anima. Non puoi fare

altrimenti, comunque. È il tuo destino, Hazel.” La visita all’inferno si conclude con una crisi isterica di papà che lo porta sull’orlo delle lacrime. L’idea che uno scheletro pianga è contro ogni senso, ma papà è umano. È di carne e ossa (soprattutto ossa) quando non lavora. Lucifero ci caccia dopo poco accusando un’emicrania di dimensioni infernali (ride di questa battuta, tanto per la cronaca). Quindi appena sono a casa vado in camera di Olive a piagnucolare sul suo letto accanto a mia sorella che legge. “Perché non vuoi diventare come papà?” Chiede. “Non voglio.” Urlo. “Calma! Chiedevo. Mi sembra un lavoro estremamente interessante.” “Olive! Ho un’idea!” Fine terza puntata Matilde Ravaschio, IE

La mandria spaventata correva compatta a capofitto verso la voragine. Vento che Soffia osservò per un paio di secondi la scena e capì che gli animali non si sarebbero arrestati da soli : bisognava fermarli.

cultura

UN NUOVO INIZIO seconda punt a t a

Egli correva, correva e correva a più non posso, finché non si ricordò della piccola ma profonda palude al centro della distesa erbosa : i piccoli, non ancora abbastanza alti, sarebbero affogati. Durante la corsa ebbe solo qualche istante per decidere :

marzo 2015 | 19


doveva scegliere chi lasciar morire! Come poteva? Non aveva tempo da perdere, quindi virò : direzione dirupo. Pensava che, se avesse fatto abbastanza in fretta, avrebbe potuto salvare anche qualche cucciolo. I gemiti dei puledri risuonavano acuti in lontananza; un groppo gli saliva lungo la gola e il panico lo stava divorando, i suoi occhi si riempirono di lacrime e suoni, voci e immagini risuonavano nella sua testa. Di colpo c’era una bambina piccola, saltava nel torrente, rideva, “L’acqua mi fa i massaggini! L’acqua mi fa i massaggini!”. Poi c’era un donna, gridava, correva, gridava. C’erano dei fuochi, del fumo, dei fiori, dei canti, dei lamenti, dei pianti e c’era un’ombra che gli appoggiava una mano sulla spalla “Non è colpa tua ragazzo”.

arrativa

Vento che Soffia strizzò gli occhi e cercò di concentrarsi sulle bestie. “Non è colpa tua ragazzo”. Scacciò tutto quanto, con uno sforzo sovraumano e si concentrò su se stesso: le gambe muscolose cercavano di dare più velocità possibile alla corsa, i muscoli si contraevano rapidi e schematici, le braccia si susseguivano in fretta, il cuore batteva tentando di dare più sangue e ossigeno possibile al corpo, il respiro era quasi impercettibile e la mente completamente lucida di cui aveva ripreso il controllo, concentrata sul da farsi. Vento che Soffia arrivò al dirupo. Si voltò, prese fiato, iniziò a urlare a squarciagola e a saltare dimenando convulsamente le braccia. A meno di un paio di metri da lui la mandria, per sua fortuna, virò, anche se lui non poteva dirsi per niente sollevato.

20 | marzo 2015

Riprese a correre verso la palude, ma la radura era grande, lui era stanco e il prato sembrava non finire mai. Una volta arrivato nei pressi dello stagno vide davanti a sé una scena raccapricciante : i corpi inermi di alcuni puledri, quelli nati da meno tempo, galleggiavano spettrali sulla superficie dell’acqua sporca, ricoperti di melma e fango. Si avvertiva qualche lieve mugolio o qualche sporadico movimento dalle profondità della coltre mostruosa. Vento che Soffia si gettò nella palude, la pesante fanghiglia gli arrivava poco sotto le spalle. Si fece strada tra i corpi senza vita a bracciate e si mise alla ricerca di qualunque cosa avesse una consistenza più solida del fango che lo avvolgeva ed opprimeva; trascinò sulla terraferma i corpi di tutti i puledri finché gli unici elementi che rimasero nel laghetto di morte furono fango e acqua. Fine seconda puntata Adriana Lirathni, VD


A SENSO sua inutilità. Chiudi a chiave tutte le porte che ti separano da casa, entra nel più piccolo spazio che conosci, vindica te tibi, non perdere di vista il presente, è sempre fermo lì, ma poi non c’è più. Non c’è più niente, davvero, ho aspettato inutilmente di arrivare chissà dove per ritrovarmi qua. Ho sognato. E non cambio mai. E neanche tu cambi mai, anzi, sei sempre la stessa, da quando esiste il mondo, non basta guardare il cielo, non basta nulla, mai nulla. Eppure sfondo con un calcio i pochi minuti che mi separano dall’ultima campanella, mi divincolo dagli autoinganni, esco, salgo, volo, finalmente, santiddio, e anche se la nebbia oscura ogni cazzo di cosa io per un momento vedo tutto, e forse non ho visto niente, ma spero, io sempre spero, fino all’ultimo. Davvero. Paolo Bontempo, IIID

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narrativa

Di questi tempi è difficile stare attenti. Seguire i tuoi occhi in aula magna mi è impossibile. Qualcuno ha spento la luce e siamo rimasti soli, io, la mia noia, il mio scazzo, il mio egocentrismo e Donato. Siamo rimasti soli perché ci piace così, arrivare prima alla mattina per poter vedere tutto. Ma tutto non si può vedere. E poi nascondersi è un’arte. Essere in grado di scomparire, ci vuole fidec, fegato, e tanta fides, fede. Non ricordo bene come si chiamasse quel libro che mi dicevi sempre di leggere, ma io neanche ti ascoltavo, che scemo, forse l’audio dell’aula di fisica ce lo impediva, forse la neve cominciava a rumoreggiare nel mio sistema centrale nervoso, forse tu non esisti ma io ho bisogno di te. Risalgo all’indietro il ginnasio, ma è solo una discesa, una scalinata che porta nei sotterranei, che chiude ogni certezza nelle scritte di un bagno che, da sempre, riempie i momenti morti con la


sport

N o

c o m m e n t

Quando si parla di trash, ovvero di qualcosa di sciatto, pacchiano e con contenuti bassi, ogni sportivo pensa a qualcuno in particolare. Chi pensa a Hamilton, neo-scaricato due volte campione del mondo con la sua mania ossessivo - compulsiva verso il suo cane, e chi invece come me, che seguo la Formula 1 direttamente dalla Rai, ai commentatori che tutti amano: Gianfranco Mazzoni e Stella Bruno. Stella è una pseudo giornalista con non si sa bene quale diploma, un inglese talmente maccheronico che gli altri le lasciano intervistare solo chi sa parlare italiano e Paul Hembery (tecnico Pirelli) a cui pone sempre la stessa domanda: “Qual è l’assetto gomme per questo Gran Premio?” Questa donna è uno stress per tutti. Incapace di fare altro domanda a tutti i piloti appena ritirati per incidenti (causati da altri) come si sentano, accusa problemi in cuffia per passare la linea e fa domande retoriche stupide. La sua abbronzatura parla da sé, ogni GP è più scura e non ho ancora capito se sia fondotinta o il sole splendente di Silverstone in Inghilterra. Gianfranco Mazzoni è l’emblema della stupidità umana. Non è in grado di distinguere i due piloti della stessa scuderia, ad esempio Rosberg e Hamilton sono la stessa persona, tanto che una volta “Hamilton ha superato Hamilton” . È ir-

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rilevante anche la scuderia, le Toro Rosso (motore Ferrari) e le Red Bull (motore Renault) sono la stessa cosa. Il motivo per cui è conosciuto però è la sua dote di iettatore. Vi consiglio un giretto su Nonciclopedia, la lista delle sue iatture sui piloti è proverbiale: “Ecco che Sutil porta i primi punti alla Force India!” e qualche secondo dopo Raikkonen distrusse la suddetta Force India. Ormai noi ci abbiamo fatto il callo, abbiamo ferro e peperoncini ovunque quando lui commenta. Commenti che peraltro sono sempre in differita, giustamente si rende conto dieci giri dopo che qualcuno è stato sorpassato. Senza contare tutte quelle lunghe e inutili digressioni tecniche che sono per la maggior parte delle volte degli ingarbugli logici perfettamente incomprensibili. Ma la gaffe più bassa che potesse commettere è stata quando ignorò un incidente piuttosto grave che coinvolse tre piloti per esultare per Alonso in pole position. Noi ci lamentiamo tanto degli atleti, ma anche chi commenta non è da meno. Selene Cavalleri, IIE


L’ a p p a r e n z a i n g a n n a contratto tripla A. Purtroppo però il talento di Joseph non verrà mai capito a pieno e la società della Capitale dopo un anno, in cui Minala colleziona la bellezza di 3 presenze e 0 goal, si vede costretta a cedere in prestito (tra le lacrime dei tifosi) il fenomeno camerunese al Bari dove colleziona ben 9 presenze e 3 goal. In sostanza questo calciatore è la sottovalutazione fatta a persona, ma chissà, magari nel 2017 scriverò del Pallone d’Oro appena 21enne Joseph “Il Wanax” Minala, oppure vi racconterò di come si svolge la sua giornata in compagnia di vecchie glorie del calcio “Underground” come Francesco “Ciccio” Tavano e Massimo “Big Mac” Maccarone (probabile oggetto del prossimo articolo) alla casa di riposo per Bomber mai nati. Guido Sacerdote, IV C

sport

Non pensiate che io sia razzista, però dai, è evidente che Joseph Minala non ha ancora imparato a contare (probabilmente non ha fatto il Sarpi) in quanto dichiara di avere 18 anni appena compiuti. Quando lo vidi dal vivo seduto nella panchina della Lazio mi chiesi perchè la società della capitale avesse cambiato allenatore senza dir nulla a nessuno. Ma poi lo vidi fare esercizi aerobici per entrare in campo e pensai fosse un semplice addetto alla manutenzione della struttura. In realtà scoprì che questo “addetto” era la nuova promessa della Lazio e che ,da quanto si diceva, aveva poco meno di 18 anni. Sul momento risi, ma di brutto, poi però mi appassionai alla figura misteriosa di questo calciatore e provai in ogni modo a scoprire la sua storia ma soprattutto, quale fosse il suo segreto per l’eterna giovinezza. Joseph nasce nel 1996 (in pratica l’anno scorso è diventato Maturo) a Yaounde in Camerun. A 15 anni però vola a Roma con la sua famiglia in cerca di opportunità. Qui inizia a giocare nel Vigor Perconti, squadra amatoriale, per poi essere ingaggiato dal Napoli che gli offre un contratto di due mesi, al termine di questo periodo (persone affermano di aver visto Minala scendere in campo, ma poi si sono svegliate) viene notato dalla Lazio che nel 2013 gli offre un

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LA E S S E N Z A DE LLE COSE

Recensione di cose, auto, libri, film, aria, acqua, vento, licei scientifici, chiese Trash. Cosa vuol dire? Cosa significa? Niente forse.Tutto è bello.Tutto è giusto.Tutto è sbagliato. Il Trash è l’esaltazione del basso, la fine di ogni valore, è il momento che rende arte anche ciò che è brutto, ciò che sta ai margini delle strade, ciò che tutti deridono. Dove sono finiti i valori? Forse è meglio così. Non dobbiamo neanche più scegliere. La cosa giusta è ciò che facciamo? Mookie è l’unico posto in cui farei la cacca al Sarpi. Caldo accogliente, privacy assicurata. Il Bagno della torretta è sicuramente il migliore per fughe pomeridiane quando lo stomaco non funziona al meglio. Anche il rumore incessante della ventola risulta armonico a pensarci bene.

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X ci insegna come risolvere determinati disagi

Dimenticatevi canale 5, Mentana, Cesara Bonamici. Il futuro del giornalismo sta nel web, nei mini video ben approfonditi su un solo argomento. Dove trovare quindi facilmente notizie affidabili e dettate da un giornalista preparato? Sulla pagina di Don Capucino, che quotidianamente (o quasi) ci delizia con le sue NUSS. Sabbo ci spiega il futuro dell’informazione italiana

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Pomeriggio svacco+computer+YouTube=Yotobi. Yotobi=recensione. Recensione=it's so bad it's so good!!! It's so bad it's so good=Sharknado. S h a r k n a d o = a s y l u m Asylum=il trash (da intendersi proprio come "spazzatura") cielo TV (che ritenevo un canale serio)+Sharknado= il trash che più trash si muore. Cielo TV+ campagna pubblicitaria mega SERIA (macheccazz?!?!), che manco fosse un nuovo titolo di Assassin's Creed, per Sharknado in prima serata= La quintessenza del TRASH. (cvd) Il Pietro Michele smatta sui palinsesti televisivi


Dialogo nel buio. Vi buttano in una serie di stanze completamente al buio pensando di fregarvi e invece: sorpresa! Vi muovete meglio nell’oscurità che la mattina alle sei quando realizzate di dover andare in bagno. Vi basti pensare che sono finita per lasciare un commento trashissimo sull’apposito libro a fine percorso. Caniglia -sulla mostra "Dialogo al buio" al centro dei ciechi di Milano (testuali parole)

Tra paesaggi post-apocalittici, presagi di morte, atmosfere macabre e grottesche, delirio e immagini oniriche, il “Satyricon” di Fellini si pone come perfetta trasposizione cinematografica del omonimo romanzo, in linea con l’estrema crudezza ed eccentricità con la quale Petronio ci racconta di vicende avventurose della Roma di età imperiale…e poi diciamocelo, esiste qualcosa che sia più trash del pulirsi i denti con lo stuzzicadenti d’argento come il buon vecchio Trimalchione?

Un gabbiano passa da un turbinio di piume a un'armonia di penne e scopre la perfezione nell'essere come un numero non scritto. E anche se, vitrei gli occhi ed affilati i rostri, s'avanzavano pronti ad uccidere, lui gli voleva bene lo stesso. Perchè ognuno è un'assoluta idea senza limiti e limitazioni, ma la cosa più difficile del mondo è convincere un uccello che egli è libero. Pizzo wesena in modo misterioso “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach

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Argenziano e il cinema, ma niente stream of consciousneesss sta volta(per fortuna?)


Te lo ripasso io il mito! Il Narcy al parco Và un po’ che bello l’alfa mito del Narcy che si credeva un figo-paura (tipo Bred Pittbull o Giòrg Clùnei) e che si guardava sempre allo specchio. Che però gli specchi di vetro non c’erano al suo tempo e la gente usava gli specchi fatti con il bronzo, che a lui non ci piaceva mica tanto specchiarsi nel bronzo perché lo faceva sembrare un Simson. E quindi invece di specchiarsi nel bronzo, che è una Lega Nord di rame e stagno, si specchia solo nello stagno! Ahahah! L’hai capita? Nello stagno! Acqua… stagno… lo stagno che c’ha dentro l’acqua… no? Evvabbé. Poi muore, tanto.

si sporge troppo e cade nello stagno, quello con l’acqua dentro, e soffoca perché non sapeva nuotare (che poi, capisco che uno non sa fare il nuoto del delfino, il torso o il girino... Ma almeno nuotare a cagnetta! Dai! Lo sanno fare anche i bambinetti scemi! Pure il Gianpinotti che pesa seiciento chili è capace!) Eh poi bon, basta. Il morale della storia, insomma è che il Narcy avrebbe dovuto essere stato buono di nuotare… e che è meglio usare gli specchi di vetro.

Palu’15 (altrimenti noto come Michele il Paludetti)

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Eh sì, perché ci piaceva così tanto il suo riflesso che vuole farci il sesso e

U n A r t i c o l o Tr a s h Lo Marco Balestra (schiavo)

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LA MADONNA! Se la blasfemia abbonda, colpa di Don Abbondio Ci si scusa coi ciellini in anticipo. E anche con Don Pasini. A m e n . Manuale inutile senza un intento preciso su come gestire le imprecazioni all’altissimo in casi critici.

2. Dire la bestemmia ma decidere di fare i conti unicamente con l’altissimo tentando di dissimulare il proprio gesto con la gente normale. Ecco come: a. Starnutire veementemente ripetendo la parola veementemente ad alta voce per confondere l’avversario\arbitro\professore di matematica b. aggiungere la locuzione “Nigi di Siracusa” aggiungendo che quest’ultimo nelle versioni di Greco fa sempre tantissime cagate c. fingere di essere depressi mostrando una frisk e sostenendo sia in realtà una pillola per la depressione e ripetere la parola depressione tante e tante volte. Nel caso non vi credessero deprimersi veramente per dimostrare quanto foste disperati nel momento del sacrilegio. 3. Bestemmiare in Arabo sperando che Dio non usi Google Traduttore (che poi quale lingua parla Dio non te lo hanno mai detto) 4. Scegliersi amici del professionale che bestemmiano talmen-

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1. Scambiare la parola Dio con parole che iniziano più o meno come le stesse lettere dell’altissimo(ma con una percentuale di spirito santo nettamente inferiore) P O R C O Classiche: Diesel, di un cane, dinci(mai capitata vi giuro), due, duecento, duecentodue Antiquate: dimanche(?), Diderot(se odiate i dizionari), distopico(molto cuccoriana) Hipster: Dj Set, Di Martino, Disco Pax, di risvoltini, dei Cani, the Pills Movimento 5 stelle: Di Maio? Ecologiste: differenziato, di qua la carta di là la plastica Animalisti: del cazzo, distruggiamo le ricerche dei ricercatori che ricercano Vegani: dimenticatevi la carne, dite addio all’obesità Sposati: divorzi Sarpi: Dionisio, Dioniso, Diodoro Siculo, Diodoro Bergamasco, Diodoro Dalmata, Diodoro d’argento, Dioscuri, Diomede, Diocleziano, Damiano, Donato, Diorama, Di Noto, Di Atene, Di Sparta, di Tebe, dissipazione immateriale di stronzate, di un quartino stupido, di uno stupido quartino, di

un quartino inutile, di un quartino in quarta, di un quartino schiavo, di un quartino ladro, di un quartino che continuatela voi in base al vostro sadismo Mascheroni e scuole professionali: figa (lo dicono davvero, forse non hanno capito la differenza fra dentali e gutturali, si neanche io però me la volevo tirare)


te tanto da far passare in secondo piano i tuoi moniti al Signore

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5. Nel caso vi scappasse la fatidica parola “Dio” procedere con cautela per non fare errori tremendi a. Sfruttare i suggerimenti della sezione “Sarpi” al punto 1 b. In caso vi scappasse pure una sillaba della serie “po” procedere immediatamente a rimediare l’errore in tal modo -tentissimo e bellissimo io ti amo tanto davvero volevo dire proprio quello che ho detto mica dire parola brutta che non mangiano i Musulmani -rtami in Cielo (Classic ma pare funzioni sempre) -rtami in Paradiso -rtami in un Paradiso Fiscale (di questi tempi molto usata) -rtami a pisciare in bagno che mi vergogno a farla per strada -sso farti una domanda? ( E poi tipo inginocchiatevi sparando un apologo sull’inutilità della terza via di Tommaso) -co ci mancava che non bestemmiavo -rgo l’altra guancia c. Se oltre alla sillaba –po vi scappa l’aggiunta della lettera -r non ci sono suggerimenti a riguardo, senonché a questo punto potete almeno rendervi originali e magari far ridere il Santo Padre che potrebbe perdonarvi. Usare quindi queste parole P O R C O S P I N O P O R C E L L O N E P O R C E L L A N A PORCOROSSO (fate addirittura la figura dei cinefili) P O R C I N O 6. Non andare in Oratorio (che sostanzialmente è il centro da cui pro-

28 | marzo 2015

vengono le migliori invenzioni pirotecniche a riguardo) ed evitare i posti frequentati da credenti. 7. Confessarsi e farsi perdonare 8. to

Il punto aggiunto

sette dalla

è stacensura

9. Il punto otto è stato aggiunto dall’autore per fingere che il punto sette fosse stato aggiunto dalla censura. 10. “Riconosco di averlo dimenticato tante volte. Ho agito male. Ho pensato a me stesso e troppo poco a te e agli altri. Ho peccato. In questo momento ne sono consapevole. Mi dispiace sinceramente. Vorrei non averlo mai fatto. Ti prego, perdona le mie mancanze i miei peccati. Voglio rinnovare il mio proposito di essere buono. In particolare mi propongo di....”

Paolo Bontempo, IIID


Recensione di un film che non ho visto Di recente non mi è capitato di andare al cinema. Drago Bianco Occhi Blu

IPSE DIXIT IIIB Pusi: allora facciamo il problema della stufetta elettrica… Vieni Argenziano! Che vuoi fare Giurisprudenza giusto? Argi: ma va’! Scenografia! Pusi: eh va beh, ma la stufetta serve sempre… Prima di dare fuoco al teatro!

Zappoli: Ae programmate sono il suicidio! Cola: ma è un suicidio organizzato! Frattini spiega il mito dell’androgino: Avete capito?! Questi uomini a

(Ravi suggerisce a Bailo) Milesi: oggi dovevi proprio fare la tua buona azione da boy scout Ravi: No… Parola di lupetto! Pusi: che esercizio carino. Benny: i cani sono carini! I neonati sono carini. I film di Jennifer Aniston sono carini. Non gli esercizi sugli asintoti. Pusi: Dov’è Merla? Cola: si è attaccata al filo della corrente

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Divvi: Io vorrei fare una tesina sulla massoneria… Gentilini: mh, bello, ma rischioso.. e se poi ti capita un commissario esterno massone? (RISATE GENERALI) Gentilini: beh, potrebbe capitare! Voi sapete che anche Leonardo era massone… Argi: Donato?!

forma di sfera venivano spaccati… Il gabibbo donna viene spaccato a metà!

Frattini: Avete presente Talete e la lumaca? Studente: La tartaruga! Frattini: Ah sì! Talete e la tartaruga! Benny: Non era Zenone? Frattini: ah sì stendiamo un velo pietoso!

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Pusi (dopo una serie di aneddoti allucinanti su Ampère): Poi lo so che non avete stima della mia materia… Con questa gente che fa cose strane Pusi: Vieni a farlo alla lavagna, Michele Michele: io? Nicola: no, Michele io

IIIB – LA SORDITA’ Argi: non addormentarti che sennò finisci come quelli in montagna che muoiono assiderati! Mari: …come quelli che guardavano Sidney e gli idrati?!

mon!”

CANDELORO: “Ragazzi sapete dirmi come si dice in inglese le cinque in punto?” SPREAFICO: “It’s the time of tea!”

DE LUCA: “ Si dice che Ipparco si fosse innamorato di un uomo, Aristogitone...” SPREAFICO: “Prof, tipo il Justin Bieber della Grecia!”

Mari: Gli Alt-j! Argi:… Nietzsche?! X: ho una sete che muoio Y:… una donna assente è come un bue?! Benny: com’è che si chiama di nome Manet? Caro:… ERRI DE LUCA?! Mari: sono dei fighi assurdi Argi:… Mari: cos’hai capito? Argi: “Sul libro di Aston” oppure “i figli di Gaston”

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IV C DE LUCA : “ Lara, quando la finisci di parlare?!” LARA: “Ma profe, non sto parlando!” DE LUCA: “ No guarda, ho solo delle visioni...” SPREAFICO: “Prof, è Adam Kad-

30 | marzo 2015

SVEVA: “Federico,non hai di meglio da fare che stressare l’anima a me?! Ma fatti una vita!” CANDELORO: “Get a life!”

*Entrano i tecnici per misurare la lunghezza delle finestre* PROFE MATEMATICA: “Ma entrano ogni venerdì?!” AGLIARDI: “Come se le finestre si dilatassero...” *Interrogazione di storia* DE LUCA: “Clara, allora vieni tu?” MICHELA: “Profe, posso andare a bere un goccio d’acqua che mi è calata la pressione per l’ansia?! Ho per-


so dieci anni di vita!” MAZZACCHERA: “Cosa ne pensate del’intervento di Tersite contro Achille e Agamennone?” SPREAFICO: “Secondo me Agamennone puo’ essere paragonato ai politici italiani, si prendono tutto e non fanno niente!” CANDELORO: “Ragazzi, come si dice in inglese francese?” AGLIARDI:

“Franciiiss!”

IVA -Spiegando lo scandalo delle Erme Alunno: ”Pisistrato, che era giovane, in un momento di sballo…” -Spiegando

l’energia

cinetica

Signorelli: “Se vedo George Cluny(Clooney? Ndr) aumento la velocità e la mia energia cinetica aumenta” -Sempre spiegando l’energia cinetica Signorelli: ”Prendiamo la Littizzetto e Maurizio Costanzo che stanno camminando a braccetto sul Sentierone, se li incontro e mi vengono addosso l’impatto sarà maggiore con Maurizio Costanzo” MAFFIOLETTI: ”Allora stavano lì delle mezz’ore per fare delle fotografie. Sempre meglio di quelle con le macchinette che si fanno adesso che sembriamo tutto dei carcerati” (Interrogazione di storia) Strocchia: Ti vedo come la difesa dell’Atalanta, in difficoltà...-

(DAVVERO, E’ BUONO)

marzo 2015 | 31

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FIDATEVI, GARANTISCONO PALU E SABBO!


DIRETTORE: Pietro Raimondi, IIID VICEDIRETTORE: Andrea Sabetta, IIIC SEGRETARIE: Margherita Briozzo Niang IVE, Beatrice Caniglia VA CAPOREDATTORI; ATTUALITÁ: Sara Latorre IID CULTURA: Giulia Argenziano IIIB NARRATIVA: Matilde Ravaschio IE SARPI: Giovanni Testa VC SPORT Selene Cavalleri, IIE TERZA PAGINA: Paolo Bontempo, IIID COMMISSIONE TOGNI; IMPAGINAZIONE: Piero, IIID e Sbab ha scaricarto Indd COPERTINA: Palu IIIC, Laura e Clara IE ILLUSTRAZIONI: Adele Carraro IC, Federico Lionetti IIIC, Michele Paludetti IIIC, Claudia Pezzini IC, Clara Rigoletti IE REDATTORI Marco Balestra IE, Mariavittoria Brevi IVC, Sofia Brizio IIE, Alessandra Brucchieri IVG, Giulia Burini VA, Alice Castelli IVB, Chiara Cattaneo VA, Elisa Cecchini IVB, Rafael Chioda IVD, Francesca Cima IVH, Alessandro Comi IC, Laura Cornelli VD, Martina Di Noto IIE, Beatrice Duina IVC, Valentina Fastolini VC, Alberto Fenice IVA, Matteo Fenili IIE, Sofia Filippi IVD, Leyla Gatti VD, Clara Gerelli IVC, Biancamaria Gotti IVC, Eleonora Grieco IVH, Gaia Gualandris IF, Sveva Guizzetti IVC, Clara Invernizzi IVH, Luca Latorre IVE, Eleonora Limongelli IVB, Adriana Lirathni VD, Alice Maccarini IVD, Marta Maffeis IIC, Lucia Manzoni VD, Lucia Marchionne IE, Samia Marzaki IVD, Roberto Mauri VD, Pietro Micheletti IB, Carmen Musitelli IVE, Ester Negrola IC, Davide Pedroni IIID, Riccardo Pizzighini IIIB, Maria Porta VD, Maria Roncelli IVG, Chiara Ruggeri IVC, Guido Sacerdote IVC, Michela Saccone IVC, Alice Scanavaca IVB, Giorgia Scotini IC, Elena Seccia IE, Jacopo Signorelli VC, Marianna Tentori IIIB, Sara Testa IF, Manuela Ticali IVH, Alice Tomasini VC, Annarina Tomasoni IVA, Eleonora Valietti IE, Giulia Vitale IID, Marcello Zanetti IIIB, Federico Costa VF, Nicolò Signorelli VF

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