Nuovo collegamento n. 4-20

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Nuovo

COLLEGAMENTO Rivista ufficiale di Utifar - Unione Tecnica Italiana Farmacisti - Società Scientifica

N.4

maggio-giugno

Poste Italiane S.p.A. - contiene I.P. - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Pescara per la restituzione al mittente previo pagamento della relativa tassa

2020

NESSUNO SI SALVA DA SOLO

SPECIALE CORONAVIRUS KÀIROS, KRONO E NOI FARMACISTI

SARS COV-2 IL VIRUS E L'IDROSSICLOROCHINA

CONOSCENZA E COMPETENZA



L'EDITORIALE

di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar

LA FARMACIA NELLA FASE DUE, TRA NUOVE POLEMICHE E VECCHI ERRORI

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opo due mesi di lockdown, si è aperta la cosiddetta fase due che ci porterà verso un’estate piena di incognite. La prima fase di questa epidemia si è rivelata davvero complicata per noi farmacisti. L’emergenza ci ha trovato impreparati, senza le adeguate misure di protezione personale e abbiamo dovuto inventarci un modo per fare fronte al dovere di rimanere aperti, cercando di tutelare il più possibile la salute di chi opera in farmacia e dei nostri clienti. Ci ricorderemo di questi mesi, che sono costati anche il sacrificio di non pochi colleghi. Credo che la categoria abbia reagito bene all’emergenza e devo sottolineare che le istituzioni hanno esitato un bel po’ a riconoscere gli enormi sforzi che abbiamo compiuto. La farmacia avrebbe potuto essere coinvolta maggiormente. Tuttavia, ritengo che non sia il tempo delle polemiche. Meglio affrontare i prossimi mesi con un atteggiamento costruttivo che favorisca un coinvolgimento attivo delle farmacie nelle prossime fasi. Ci troveremo di fronte ad una realtà molto diversa rispetto a quella dei mesi trascorsi. La farmacia ha davvero molte opportunità da cogliere per ribadire il proprio ruolo di soggetto naturalmente vocato alla prevenzione e al monitoraggio sul territorio. Auspico un nostro maggiore coinvolgimento, in questa fase due, magari in rete con i medici di medicina generale per poter insieme dare quel supporto territoriale così fondamentale nella gestione di una epidemia e del monitoraggio di eventuali nuovi focolai. Nel passaggio dalla fase uno alla fase due, lo sappiamo bene, la farmacia è stata oggetto di polemiche rispetto alla questione delle mascherine, quando invece le energie e le attenzioni mediatiche avrebbero dovuto andare in tutt’altra direzione, per esempio, quella di spiegare al pubblico che il mercato delle mascherine non è impazzito a causa nostra, ma a causa dell’aumento dei prezzi di acquisto ai quali spesso abbiamo dovuto fare fronte. Ma è difficile spiegarlo, quando ci dobbiamo difendere dall’operato di alcuni colleghi che hanno alimentato la confusione, speculando, a loro volta, sui prezzi di vendita delle mascherine proprio nel momento in cui queste erano carenti. Se si fossero comportati in maniera differente, non si sarebbe scatenata quella cascata mediatica che ha travolto la nostra immagine. Anche le visite della guardia di finanza sono state motivate da comportamenti ben precisi; e le stesse inchieste televisive, per quanto criticabili, non avrebbero trovato quel terreno fertile allo scandalo che, come ben sappiamo, vanno cercando. In definitiva, sono convinto che il comportamento di pochi farmacisti abbia prestato il fianco ad una critica faziosa e messo a rischio l’immagine di tutta la categoria. Quanto è accaduto merita una seria riflessione per il futuro. Detto questo, mi preme anche lanciare un monito a tutti quei colleghi, spesso ex rappresentanti di categoria, che non hanno trovato di meglio che criticare l’operato di Federfarma, approfittando di un momento di criticità, stimolati dalle prossime consultazioni elettorali. A loro, vorrei ricordare che ogni accordo con le istituzioni è carico di insidie. Si ricorderanno bene, del resto, le condizioni che essi stessi hanno dovuto accettare dagli ex ministri Storace e Bersani. Per non parlare della legge 405 che ancora ci penalizza. Mi sento di fare, in questo momento difficile per l’emergenza sanitaria in corso, un appello all’unità, nel segno della valorizzazione del nostro ruolo. Se usciremo più forti da questa emergenza, dipende dal nostro comportamento e dal modo attraverso il quale ci presentiamo alle istituzioni e all’opinione pubblica. Spendiamo le nostre energie, se veramente abbiamo a cuore la professione, per fare proposte su quello che sarà e dovrà essere la farmacia e il farmacista nel dopo Covid. Abbiamo ancora molto da perdere, volendo. Ma anche molto da guadagnare. Dipenderà dai prossimi mesi. Nuovo COLLEGAMENTO

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SOMMARIO

4 n. 4 maggio-giugno 2020

di Giulia Sanino

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NESSUNO SI SALVA DA SOLO

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CONOSCENZA E COMPETENZA

18 Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Pasquale D'Avella - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO

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La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono

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CALENDARIO DELLA SALUTE: DUE ANNI DI INFORMAZIONE SUI FARMACI intervista a Giorgio Racagni

I POLIFENOLI: DA MOLECOLE ANTIOSSIDANTI AD UNA NUOVA CLASSE DI PREBIOTICI

ACIDI GRASSI POLINSATURI Ω-3: REVIEW E NUOVE RICERCHE

PERCHÈ L'AROMATERAPIA IN FARMACIA di Stefania Sartoris

www.utifar.it - utifar@utifar.it

Tiratura del presente numero 19000 copie - Certificate e autorizzate

SARS-COV2:

IL VIRUS DELLE MILLE BOLLE E L’IDROSSICLOROCHINA CHE LE FA SCOPPIARE

di Marco Santoncino

Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297

Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XX n. 4 maggio-giugno 2020 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)

di Alessandro Fornaro

di Vincenzo Sorrenti

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Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE

intervista a Mauro Pozzer, fotografo

di Giulia Sanino

Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it

Immagini Adobestock, Mauro Pozzer

KAIRÒS, CHRONOS E NOI. FARMACISTI

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LA CREATINA

di Paolo Levantino

IPPOCASTANO

TRATTAMENTO NELL'INSUFFICIENZA VENOSA

di Paolo Levantino

LISOZIMA IN FORMULAZIONE NASALE: APPROCCIO GALENICO ALLE TECNOLOGIE DI VEICOLAZIONE FUNZIONALI

di Rosalba Lombardo

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POSSONO AVERE EFFETTI COLLATERALI?

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APRIRE FARMACIA IN TEMPI DI CORONAVIRUS

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I RIMEDI FITOTERAPICI di Valter Masci

intervista alle aziende

CELLULITE

UN APPROCIO MULTIFATTORIALE PER UNA PROBLEMATICA GLOBALE

di Piera Francesca Rasiera

DALLE AZIENDE CONSULENZE UTIFAR

S P E C I A L E C O R O N A V I R U S


PROFESSIONE FARMACIA

S P E C I A L E C O R O N A V I R U S

KAIRÃ’S, CHRONOS E NOI.

FARMACISTI di Giulia Sanino, farmacista

MENTRE NOI ABBIAMO UNA SOLA PAROLA PER DEFINIRE IL TEMPO, GLI ANTICHI GRECI NE AVEVANO BEN QUATTRO. TRA QUESTE, KAIROS STA AD INDICARE "UN TEMPO NEL MEZZO", UN MOMENTO INDETERMINATO, NEL QUALE QUALCOSA DI SPECIALE ACCADE. VI CHIEDERETE, E NOI FARMACISTI ? NOI SIAMO AL CENTRO DI QUESTA BATTAGLIA. UNA BATTAGLIA NEL TEMPO E CONTRO IL TEMPO. CE NE PARLA UNA FARMACISTA TERRITORIALE, ORGOGLIOSA DI LAVORARE IN UNA FARMACIA COMUNALE DI UN PAESE DI PROVINCIA: FOSSANO (CN)

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PROFESSIONE FARMACIA

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a una parte lui, l'invisibile che paralizza il mondo, dall'altra Chronos, il tempo cronologico. Nel mezzo, una corsa contro una condizione che sradica gli affetti, toglie all'ultimo respiro la dignità di una parola affettuosa o di una carezza, proprio a chi ci ha donato la vita, impedisce di restituire a loro, per un'ultima volta, gratitudine. Nel mezzo ci siamo noi farmacisti, insieme ai medici, agli infermieri, agli operatori socio sanitari, ai volontari: una rete le cui maglie vanno ad infittirsi sempre di più, fino a togliere ossigeno al nemico. Noi farmacisti abbiamo un'arma intellettuale e, a volte, non ce ne ricordiamo. E poi c’è Kairòs: il nostro tempo opportuno. Quelle ali sotto ai nostri piedi, con le quali volare un po più in alto, sopra il banco, guidati dalle nostre intuizioni, raccontate, discusse con coraggio, condivise nelle maglie di quella rete che deve infittirsi. Quel "ciuffo" di Kairòs da afferrare al volo, magari, è una domanda di un cliente che ci fornisce, in anticipo, dettagli mai arrivati dalle istituzioni. Una domanda che ci illumina, ci offre un collegamento improvviso, tra sintomi che possono essere "campanelli di allarme" trovati sul campo, che spesso riescono ad anticipare ciò che la scienza confermerà. Già, perché noi, a volte, soffocati da una burocrazia chilometrica che ci fa mancare il fiato, prosciugati di quel tempo opportuno, arriviamo a casa sfiniti e ci dimentichiamo dell'enorme potenziale che abbiamo nelle nostre mani. In un periodo dove tutto il mondo si è dovuto fermare, noi no, non lo abbiamo fatto e ci siamo sentiti orgogliosi, ogni minuto, di continuare a garantire la nostra presenza in modo costante e capillare sul territorio. Dobbiamo avere la piena consapevolezza di questo.Ho deciso, grazie anche all'incoraggiamento di Alessandro, di mettermi in gioco, per raccontare la mia esperienza, perché credo che noi, insieme a tutte le categorie impegnate attivamente in questa battaglia, possiamo veramente fare la differenza, intercettare tempestivamente le criticità, proporre soluzioni, e mettere in campo le nostre conoscenze, condividendole.

STUDIARE E FARE RETE: IL FARMACISTA RISCOPERTO Dietro il banco, ad inizio marzo, mi sono riscoperta diversa. Insicura dalla nascita, con una paura folle di volare, mi sono ritrovata a inizio marzo senza timori, inizialmente senza nemmeno sapere il perché. Man mano che i giorni passavano, aumentava la mia voglia di avere una MIA idea, su ciò che ci stava e mi stava attraversando. Ricordo di aver pensato: "come faccio a non farmi condizionare da quell'esubero di informazioni, spesso condite da fake news: opinioni sparse ai quattro venti da tuttologi che si improvvisavano virologi, digiuni di fisiopatologia da tutta una vita? La mia risposta e'stata: "studia, leggi, traduci, lavora con le antenne accese, per arrivare ogni giorno in farmacia con uno spirito diverso, prova a vedere se riesci a incrociare i dati di letteratura scientifica con ciò che vedi direttamente sul campo. Dietro a quelle barriere in plexiglass, puoi veramente trovare spunti per approfondire nuove strade, anche inesplorate”. Ho così riscoperto un coraggio ed un entusiasmo che mi stavano aiutando a perseguire anche quelle “strade verso nessun posto", come scriveva Rodari. In quelle strade, lo studio decespugliava arbusti intricati, e lasciava intravedere raggi di luce, che mi spingevano a proseguire. Nello specifico, la mia strada si è chiamata midkine, ma questo ve lo racconterò quando - e se - lo studio clinico che deriva dalle mie ricerche riuscirà a partire. Per chi non la conosce, midkine e una proteina che lega l’eparina e che è in grado di aumentare i recettori Ace nel polmone. La sua espressione aumenta durante l’infiammazione in certi distretti quali cuore, rene e polmone. Ci sono molti studi che dimostrano come questa proteina è iperespressa in fase infiammatoria e come il gene che la iperesprime sia il gene dell’ipossia. Vi posso assicurare che, dopo queste letture, sentivo che nella mia mente non era più rimasto alcuno spazio per la paura. Ogni minuto libero, della pausa pranzo e della sera, era dedicato a scoprire cose a me nuove o semplicemente a Nuovo COLLEGAMENTO

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PROFESSIONE FARMACIA

“rispolverare” qualcosa di dimenticato nei cassetti di quella memoria universitaria, che però mancava di quell'esperienza diretta sul campo che apre nuovi mondi. Era un riuscire a lavorare in modo diverso, più attento ai dettagli apparentemente insignificanti. E’ la curiosità il motore che ti spinge ad approfondire e a non accontentarti, quella che ti suggerisce la domanda giusta, che ti permette di “avvicinarti” tantissimo alle persone, anche in questo tempo di distanza. Una fotografia diversa del nostro ruolo, un selfie che diventa “self we”, dove il punto di vista non è solo quello del singolo, ma amplia il raggio del suo obiettivo, per andare “oltre” la paura, la disinformazione, l’iperinformazione fake-news dipendente, e si fa condiviso. Noi farmacisti, possiamo restituire quel filo di arianna ai nostri clienti e tesserlo nelle maglie di quella rete che sa di collaborazione attiva. LE FASI DELLA MALATTIA Ricordo una domenica di turno, a inizio marzo: impossibile non notare un “boom” di congiuntiviti e sintomi concomitanti, quali tossi secche e febbriciattole, a cui spesso non tutti volevano dar molto peso. Ricordo di non essere riuscita a rimanere indifferente e, una volta arrivata a casa la sera, di essermi confrontata con alcune colleghe, chiedendo: “non è che la congiuntivite, possa essere anche uno dei sintomi Covid-19?” Dopo circa una decina di giorni, una collega con cui mi ero confrontata mi ha mandato la sua risposta, affermativa, trovata in un corso ECM, in un paragrafo scritto dall’Ordine degli oftalmologi Italiani: il virus Sars Cov-2 si accumula nella congiuntiva. Racconto questo episodio per sottolineare quanto grande sia la possibilità che abbiamo nelle nostre mani, di riflettere e di lavorare compiendo delle piccole indagini epidemiologiche in tempo reale, ogni giorno. In questo modo il nostro ruolo diventa attivo, ci riscopriamo capaci di intercettare un’anomalia tra la routine, una prevalenza sintomatologica,

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una “finestra” su Covid-19, che possiamo condividere con tutti gli altri protagonisti in prima linea, per quel confronto concreto di cui ha bisogno il nostro territorio. Riuscire a “fare rete “, per sbrogliare quei meccanismi di ingranaggi inceppati. Più volte ho pensato a quanto già nella fase uno, ma ancor di più in questa fase due, la collaborazione tra farmacisti e medici di medicina generale sia fondamentale per intercettare in modo tempestivo i pazienti nei quali la fase virale si sta trasformando nella fase infiammatoria. In questi ultimi giorni, per esempio, si è riusciti a dimostrare come la fase infiammatoria sia fondamentale per la prognosi in Covid-19. Abbiamo anche capito come quella polmonite interstiziale bilaterale, che per molti giorni, è rimasta carattere diagnostico in Covid-19, ora compete con un’altra complicazione altrettanto significativa, che spesso non era stata riconosciuta, ma scambiata per quegli aloni radiografici attribuiti alla polmonite: la coagulazione intravasale disseminata (CID). La fase uno è stata decisiva per approfondire i meccanismi di quella tempesta citochinica incontrollata, che è l’innesto di quell’incendio le cui fiamme divampano e crescono progressivamente in Covid-19, e che a volte diventano così alte, da essere difficilmente controllate. E’ stata anche decisiva per trovare gli strumenti da usare per cercare di bloccare quelle fiamme in tempo. Ed è qui che mi voglio fermare, è proprio il momento di passaggio dalla fase virale a quella infiammatoria ad essere cruciale per poter intervenire, il nostro Kairòs. E’ QUI CHE NOI POSSIAMO FARE QUALCOSA Noi farmacisti certe cose, se le studiamo, le comprendiamo al volo. Ma nessuno ci chiede di farlo. Indaffarati con la burocrazia, talvolta non troviamo tempo e stimoli per documentarci. Eppure abbiamo competenze e siamo sul territorio. Siamo il primo contatto per molte delle persone



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LA FARMACIA, MAI COME OGGI, È IL LUOGO IN CUI LE PERSONE RIESCONO A TROVARE UN ACCESSO CONCRETO, COSTANTE, E CAPILLARE, DOVE TROVARE RISPOSTE, INFORMAZIONI E INDICAZIONI FONDAMENTALI

che manifestano i primi sintomi e sapremmo riconoscerli e segnalarli, se fossimo inseriti in un programma di monitoraggio in rete con in medici di medicina generale. Citando Pierluigi Viale, Direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, “Nella fase virale, i sintomi iniziali sono febbre, tosse, cefalea, congiuntivite, nausea, perdita di olfatto e gusto, i pazienti che sviluppano la malattia con una sintomatologia non grave, riescono infatti ad innescare una risposta infiammatoria controllata ed utile alla guarigione, senza arrivare a manifestare quelle complicanze gravi dovute alla tempesta citochinica, che scatena una sindrome emofagocitica, con una fagocitosi fuori controllo, che a livello polmonare, può portare il paziente ad una sindrome da distress respiratorio”. Nel 20% dei casi, quando la risposta infiammatoria è eccessiva e quelle “fiamme” iniziano ad essere veramente alte, la sindrome Covid-19 può portare a insufficienza respiratoria, e sviluppo di trombo-embolia, richiedendo il ricovero in terapia intensiva, in cui spesso si vedono seriamente compromessi i valori emo-gasanalitici, un compito estremamente arduo riportarli ai parametri normali. Questa “partita” dunque è TEMPO dipendente, lotta tra Kairòs e Chronos. Se si riescono a spegnere quelle fiamme in tempo, con le armi farmacologiche che la fase uno ci ha fatto scoprire, il risultato della partita inizia ad apparire più confortante. I farmacisti, i medici di medicina generale, le unità Usca dei pronto soccorso, possono esserne gli arbitri. Fermiamo per un istante quella partita, afferriamo al volo quel tempo opportuno che è il nostro fischietto, e inseriamo il paziente intercettato nelle maglie di una rete per riuscire ad evitarne il ricovero. Il premio? Un risparmio immane di energie dei medici, infermieri, operatori sani-

tari, un minor rischio di contagio, un risparmio incredibile di forze, tempo prezioso, e denaro per il Ssn. La farmacia, mai come oggi, è il luogo in cui le persone riescono a trovare un accesso concreto, costante, e capillare, dove trovare risposte, informazioni e indicazioni fondamentali. Ma come scoprire le infezioni nelle prime fasi? Partiamo dalla considerazione che i tamponi a disposizione non sono sufficienti per uno screening significativo e su larga scala. Sappiamo, inoltre, che i test sierologici istantanei non hanno ancora ricevuto l’autorizzazione che ne garantisca efficacia e che ne consenta l’utilizzo. Ciò che allora possiamo fare concretamente in questa fase due è intercettare i potenziali Covid-19 all’insorgere dei primi sintomi. Seguendo questo obiettivo, potremmo pensare di avere un ruolo attivo anche noi, magari con una “check-list del farmacista”, da usare nel momento in cui ci troviamo di fronte un cliente che ci chiede un farmaco antipiretico, antinfiammatorio, o un collirio per la congiuntivite, da poter compilare rapidamente. Dopo questo primo “check”, il passo successivo potrebbe essere l’invio ai medici di medicina generale che, nel caso, potranno prescrivere direttamente il farmaco più opportuno, oppure contattare le unità del pronto soccorso, per proseguire lo screening. In questo modo riusciremmo ad ovviare al problema, riscontrato negli ospedali, dell’arrivo di quei pazienti, rimasti a casa con sintomi considerati “lievi” ed improvvisamente peggiorati in poche ore. Un paziente giovane, come afferma il Prof. Viale, resiste per un numero maggiore di giorni ad una condizione di ipossia silente. Non perdere proprio quei giorni è fondamentale per evitare che il paziente sopraggiunga in ospedale in una fase di iperinfiammazione, con parametri compromessi. Nuovo COLLEGAMENTO

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TESTIMONIANZE

S P E C I A L E

NESSUNO SI SALVA DA SOLO

C O R O N A V I R U S

a cura della Redazione di Nuovo Collegamento

"NESSUNO SI SALVA DA SOLO" È UN TOCCANTE REPORTAGE FOTOGRAFICO CHE DOCUMENTA LA REALTÀ DEGLI OSPEDALI VICENTINI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS. ATTRAVERSO GLI OCCHI E LA SENSIBILITÀ DEL FOTOGRAFO MAURO POZZER, ENTRIAMO NEI REPARTI COVID, AFFIANCHIAMO GLI OPERATORI SANITARI PERCEPENDONE L’UMANITÀ E LA DETERMINAZIONE, PARTECIPIAMO ALLA SOFFERENZA, ALLA PAURA E SOLITUDINE DEI MALATI IN ISOLAMENTO. UN VIAGGIO NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE DI FRONTE AL MALE INVISIBILE NESSUNO PUÒ SALVARSI DA SOLO, ABBIAMO IL BISOGNO E LA POSSIBILITÀ DI AFFIDARCI ALLE CURE DI STRUTTURE NELLE QUALI “NESSUNO CI LASCIA DA SOLI”. NE PARLIAMO CON L'AUTORE, MAURO POZZER. 12

Nuovo COLLEGAMENTO

C

ome è nato questo reportage? Tre anni fa ho iniziato un progetto per raccontare le persone che dedicano la propria vita ad aiutare il prossimo all'interno dell'ospedale San Bortolo di Vicenza, quindi i medici, gli infermieri e il personale sanitario. In seguito alla perdita di mia moglie, che è stata curata in questo ospedale, sono voluto tornare all'interno di quei reparti per "esorcizzare" quella dolorosa esperienza e rendere omaggio agli "Angels" che ho avuto modo conoscere e vedere all'opera, raccontandone il lavoro, le sofferenze e le gioie. Talvolta chi entra in contatto con un ospedale non avverte il grande lavoro e sacrificio di queste persone. Ogni giorno è richiesto loro un grande impegno psicofisico per destreggiarsi tra orari impegnativi e contesti di lavoro mutevoli. Sono professionisti che si dedicano con passione ed impegno per aiutare le persone bisognose di cure ed assistenza.


TESTIMONIANZE

Ne è nata una pubblicazione, City of Angels, e una mostra permanente all'interno del San Bortolo. Il lavoro è stato molto apprezzato tanto che, nel mezzo dell'esplosione della pandemia, mi è stato chiesto dalla direzione dell'Ulss, di documentare anche questo periodo difficile. Non dev'essere semplice accettare un incarico che metta a rischio la propria salute, come hai vissuto questa esperienza e fin dove ti sei potuto addentrare? Beh non è stato facile dormire la notte, lo ammetto! Ogni giorno, prima di entrare nei reparti, dovevo seguire attentamente l'iter della vestizione, scrupolosissima, la stessa del personale, indossando la tuta protettiva, i calzari, i guanti, la mascherina, la cuffia e le protezioni per gli occhi. Come gli altri, facevo fatica a respirare sigillato in questa maniera e la difficoltà ad armeggiare

con la mie macchine fotografiche era notevole, i primi giorni tornavo a casa devastato. E posso immaginare quanto fossero provati gli infermieri e i medici che rimanevano in ospedale per molte più ore di me appesantiti anche dalla responsabilità a loro assegnata! In questo percorso ho saputo che molti non avrebbero fatto ritorno alle proprie abitazioni alla fine del turno per la paura di poter infettare i propri cari, alcuni si sono ricavati uno spazio in garage per poter riposare, so che altri, i primi tempi, hanno dormito in auto tra un turno e l'altro perchè non se la sentivano di tornare a casa. Ho potuto documentare tutti i reparti dell'ospedale, la terapia intensiva e la geriatria sono luoghi dove la morte è purtroppo all'ordine del giorno, è straziante assistere impotente a questo dolore nonostante l'ammirevole impegno dei medici che instancabilmente si prendevano cura dei malati.

Nuovo COLLEGAMENTO

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TESTIMONIANZE

Sono rimasto pietrificato quando ho avuto accesso al sotterraneo delle malattie infettive, in uno sgabuzzino sono stati raccolti i sacchetti contenenti gli effetti personali dei deceduti, materiale che purtroppo non potrà essere restituito ai parenti perchè potenzialmente infettivo e destinato all'inceneritore. In quei momenti mi sono reso conto che anche il più insignificante oggetto appartenuto alla persona deceduta poteva avere un valore immenso per i suoi familiari che non hanno potuto accudire e nemmeno stare vicino negli ultimi istanti al proprio caro. È davvero struggente... Tanto quanto è disarmante e agghiacciante passare dalla camera mortuaria dove sono stipati i corpi, in attesa delle bare, ai quali nessuno potrà mai dire addio... Gli ultimo giorni li ho dedicati a seguire il personale sanitario addetto all'assistenza a domicilio, sia per alcune cure che per effettuare i tamponi a casa a chi ne aveva bisogno (anche in questo caso l'Ulss si è dimostrata molto efficiente, sono stati effettuati tamponi di massa anche a chi aveva sintomi incerti). 14

Nuovo COLLEGAMENTO

In molti ospedali italiani destinati alla cura dei malati del coronavirus, soprattutto nelle zone più colpite, si lamenta una insufficiente disponibilità di presidi di protezione per il personale sanitario e un’organizzazione un po’ precaria dovuta anche al grande numero di ricoverati nei reparti di rianimazione spesso allestiti appositamente, che sensazione hai avuto nei confronti dell’organizzazione del San Bortolo nel quale ti sei addentrato per documentarne la situazione? Pensavo di trovare una situazione precaria vista la inaspettata emergenza, invece al San Bortolo, - che fa parte dell’Ulss 8 e incorpora 6 ospedali (Vicenza, Montecchio Maggiore, Valdagno, Arzignano, Lonigo e Noventa Vicentina) - si sono organizzati benissimo destinando la struttura principale quasi esclusivamente alla sola cura del Covid (ad Arzignano e Noventa solo una ventina di pazienti). I reparti più facili da spostare sono stati trasferiti agli altri ospedali della Ulss, invertendo anche il personale. Hanno agito come se fossero un unico ospedale. È stato ampliato a tempo di record il reparto di


TESTIMONIANZE

terapia intensiva e in pochissimo tempo i laboratori erano in grado di effettuare 900 tamponi all’ora. La Regione ha agito con tempestività procurando per tempo anche tutto il materiale necessario alla protezione degli operatori sanitari permettendo loro di lavorare in sicurezza. Lo stesso vale per i pazienti ricoverati. Ci raccontano che le persone ricoverate, sole e senza il supporto dei parenti, si affidano a medici e infermieri che ricambiamo con la massima umanità il bisogno di un conforto. Che sguardi hai colto negli uni e negli altri? Cosa hanno trasmesso a te e alle tue macchine? La solitudine nei reparti di terapia intensiva e infettivi è straziante, la maggior parte dei pazienti erano anziani, inermi e, ovviamente, isolati, straniti. Mi ha colpito l'iniziativa del personale di poter mettere in contatto le famiglie e i degenti attraverso tablet e cellulari, l'unico modo per potersi vedere e sentire, è stato commovente assistere e fotografare alcuni di loro, chiaramente non pratici a queste tecnologie, e percepire la felicità per questi incontri virtuali, qualcuno baciava lo

schermo o allungava le mani come per voler toccare i propri familiari, sembravano ingenui come bambini. Si è creata una sorta di grande famiglia, nella quale il personale ha fatto da sostegno e compagnia, ha fatto da madre o da figlio oltre che da medico, soprattutto negli ultimi istanti di vita di chi non ce l'ha fatta. Parlavano gli occhi di tutti, l'unica parte scoperta del viso. Dagli occhi ho potuto scorgere affetto, speranza, conforto, paura... Parlavano le bocche, coperte dalle mascherine, parole di conforto, di richiesta, di sostegno, di disperazione... Parlavano le mani, coperte dai guanti, che accarezzavano volti e stringavano altre mani come per dire "non ti lascio da solo"... Questa è umanità e mi auguro rimanga viva anche dopo questa terribile esperienza del coronavirus. Questo reportage diventerà presto una pubblicazione, un archivio storico di questo momento epocale e testimone di quanto è accaduto e non è ancora finito. Nuovo COLLEGAMENTO

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

S P E C I A L E

CONOSCENZA E COMPETENZA

E

C O R O N A V I R U S

di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista

ssere sempre pronti, disponibili sul territorio e capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini è importante. Ma altrettanto importante, per noi farmacisti, è portare un contributo di competenze e non solo di presenza. Conosciamo bene le polemiche sulle mascherine. Un aspetto, sul quale credo si posa essere tutti d’accordo, è che dispensarle sia un servizio importante, ma non certo un atto professionale. Vogliamo recuperare l’ambito professionale legato al consiglio e alla prevenzione o ci accontentiamo di esser presenti, aperti, raggiungibili e pronti? L’ambito professionale è intrinsecamente legato alle competenze. Alimentare le nostre conoscenze ci permette di approfondire le questioni, conquistare un ruolo attivo nelle discussioni, mettere in rete la nostra esperienza quotidiana. Pensate a quanto potremmo fare, noi farmacisti, stimolando la nostra curiosità, uscendo dalle semplificazioni comunicative che caratterizzano questo periodo, schiacciato tra fake news che circolano sui social e silenzi istituzionali. Il nostro punto di osservazione ci offre la possibilità di raccogliere spunti, dati, informazioni: osserviamo un paese che ci passa davanti agli occhi e che a noi si racconta. Le nostre competenze ci consentono di mettere ordine alle questioni, di portarle dalle teoria alla pratica, e viceversa. Si parla spesso di “ricerca” e di “evidenze scientifiche”. Ma qual è il vero significato di questi due termini? Il messaggio che è passato all’opinione pubblica è che le evidenze passano tutte attraverso la ricerca clinica. Pensiamo ai farmaci, per esempio. I trials clinici, con i loro cluster, i controlli in doppio cieco e ogni procedura standardizzata sono fondamentali. Ma non esiste solo la clinica. La ricerca si fa anche studiando, ragionando, ipotizzando.

In letteratura ci sono un’infinità di informazioni disponibili che possono essere spunti fondamentali per comprendere cose nuove e collegare tra loro pezzi non ancora messi insieme. Fare ricerca può essere anche utilizzare la letteratura autorevole come tasselli di un puzzle tutto da scoprire. E ci sarebbe bisogno di questa forma di ricerca, oggi più che mai. E ricerca, sotto questo punto di vista, la possiamo fare anche noi farmacisti. Non è un azzardo affermare questo, specie in un momento nel quale rischiamo di essere confusi come semplici dispensatori. Oggi di mascherine e gel mani, domani chissà di cos’altro. Quante ne abbiamo viste in questo periodo. Quante situazioni avremmo potuto intercettare prima che scoppiasse l’emergenza e, poi, nella sua prima fase. Ma qualcosa abbiamo imparato: il nostro spazio dobbiamo conquistarlo sul terreno, il nostro ruolo ha un valore se siamo noi a darglielo. Ma come uscire dalla retorica ed essere, davvero un aiuto per la gestione della seconda fase dell’emergenza? Come aiutare i cittadini a convivere con questa epidemia e le istituzioni a comprendere che in noi farmacisti trovano davvero lo strumento per ascoltare il polso del territorio? Anzitutto, occorre trovare lo stimolo per essere curiosi e il tempo per guardare con occhio competente e critico quello che ci circonda. C’è chi lo fa. C’è chi, in questi mesi, ha trovato l’energia per lavorare al banco durante il giorno e studiare la notte. In questa rivista, da sempre, diamo voce ai colleghi che si documentano, perché noi farmacisti ne abbiamo di cose da dire. E lo possiamo fare, tornando a valorizzare il ragionamento critico, smussando i muri della polemica, parlando con pacatezza e competenza.

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

S P E C I A L E

SARS-COV2:

C O R O N A V I R U S

IL VIRUS DELLE MILLE BOLLE E L’IDROSSICLOROCHINA CHE LE FA SCOPPIARE

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di Giulia Sanino, farmacista

vete presente quando si fanno le bolle di sapone, e due bolle ad un certo punto si fondono insieme, la più piccola nella più grande, che poi si rifonde in un’altra ancora finchè poi d’improvviso questa si divide in tantissime piccole altre bolle, uguali alla prima ma liberate una in fila all’altra? Vi presento Sars-Cov2, il virus dalle mille bolle che infetta la cellula con uno stratagemma simile al cavallo di Troia. Proviamo a spiegare come riesce a mettere in atto questo meccanismo. Il virus Sars-Cov2 , virus a Rna rivestito, per potersi replicare, ha bisogno di entrare nella cellula e usare amminoacidi e proteine, per sintetizzare i virioni. Per approvvigionarsi di queste, deve poter entrare nella cellula, il suo ingresso avviene grazie ad una glicoproteina che ha sulla sua superficie, la Spike Protein. Grazie a lei, riesce a legarsi ai recettori Ace2, presenti sulla superficie della membrana cellulare, che funzionano da “serratura” e lo fa anche grazie alle proteasi seriniche chiamate MPRSS2, in grado di attivare la Spike. Solo le cellule che posseggono questi recettori infatti vengono riconosciute ed infettate dal virus. 18

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Il virus, insieme al recettore Ace2, viene inghiottito in una bolla membranosa (prima bolla), che viaggia verso l’interno della cellula. Il rivestimento del virus è degradato quando la bolla piccola (virus) si fonde con quella grande (endosoma). La prima “bolla” a contatto con l’ambiente acido si fonde con la membrana in una seconda “bolla”, nella quale il virus è ora libero di rilasciare il genoma, sfruttando i meccansimi dell’ RNA-polimerasi della cellula. Verranno prodotti centinaia di virioni, che come tante “mille bolle”, si libereranno al di fuori della membrana, verso l’ambiente extracellulare. Esistono due vie con cui il virus riesce a traslocare all’interno della cellula ospite, e ciò dipende dalla presenza contemporanea o meno di recettori espressi sulla superficie di essa. PRIMA VIA DI INGRESSO (PH-DIPENDENTE) Quando sulla superficie della cellula sono espressi SOLO recettori Ace2 , NON accoppiati alle proteasi MPRSS2 , il virus è adsorbito attraverso un processo chiamato ENDOCITOSI. Il virus lega gli Ace2 con i quali migra all’interno della cellula, si fonde con la membrana, come abbiamo precedente spiegato


EVIDENZE SCIENTIFICHE

attraverso la metafora della “via delle bolle”. Questa è una via pH dipendente, in quanto serve un PH basso perché il virus possa fondersi una volta entrato nell’endosoma (seconda bolla) e riesca a liberare il genoma nel citosol della cellula. La fusione avviene grazie ad una proteasi pH dipendente, chiamata Catepsina L. E’ proprio qui che agirebbe l’idrossiclorochina, in quanto essa aumenta il pH lisosomiale, rendendo l’ambiente meno acido e quindi più sfavorevole al virus. Basificando l’ambiente all’interno dell’endosoma, infatti, la idrossiclorochina, come d'altronde sa già fare nell’infezione da plasmodio della malaria, è come se “scoppiasse” quella seconda bolla. SECONDA VIA DI INGRESSO (PH-INDIPENDENTE) Quando MPRSS2 è co-espresso con Ace2 sulla superficie delle cellule, il virus riesce a fondersi direttamente con la membrana plasmatica e riesce così a liberare subito il genoma grazie al quale riuscirà a realizzare la replicazione successiva. Esiste uno studio di Vincent Bergeron et al. che indica come la idrossiclorochina riesca ad interferire con la glicosilazione proprio dei recettori Ace2. DOPO L’INGRESSO CON LE “BOLLE”, LA VIA DI SEGNALE IP3K/KT In entrambi i casi, l’attaccamento del virus alla membrana, compiuto attraverso le due vie appena descritte, potrebbe attivare la via di segnale PI3K/ AKT, innescando così una serie di fosforilazioni a cascata che influiscono su un meccanismo cellulare molto importante chiamato apoptosi cellulare. Secondo questa mia ipotesi, un fattore di crescita chiamato Midkine, mediatore di molti processi neuroinfiammatori e in grado di richiamare in maniera massiva i neutrofili polimorfonucleati e i macrofagi, iperespresso solamente in condizioni infiammatorie in tessuti quali cuore, rene, polmone e intestino, insieme alle citochine (IL-6, IL-,TNF-beta, ecc.), potrebbe essere in grado di attivare questa via di segnalazione PI3K/AKT in modo incontrollato, man mano che le sue concentrazioni aumentano. Midkine viene iperespresso sia da HIF-1 alfa, il gene dell’ipossia, che dalle citochine infiammatorie, inoltre lui stesso promuove un rilascio importante di citochine. Midkine Merita quindi, secondo me, un’attenzione particolare in quanto potrebbe essere implicato “a monte” di quella tempesta citochinica che danneggia tessuti e organi in Covid-19. Viste le evidenze dei benefici riscontrati nei pazienti

trattati con Plaquenil, soprattutto nelle fasi iniziali della sindrome Covid-19, partiamo proprio dal meccanismo di azione che essa svolge nella malaria. Il plasmodio della malaria attacca l’emoglobina degli eritrociti, e la degrada in quanto necessita di quelle proteine e amminoacidi indispensabili alla sua replicazione e necessari per il metabolismo energetico. Degradando l’emoglobina, si ha la scissione del gruppo Eme, che è un complesso formato da un atomo di ferro bivalente e da una molecola di protoporfirina IX, tossico per il plasmodio, e della parte proteica(globina) che invece lui utilizza. Per ovviare alla tossicità del gruppo Eme, il plasmodio attiva una Eme polimerasi, la quale trasforma Eme in alfa ematina, che poi trasformerà in emazoina, non più tossica per lui. L’idrossiclorochina inibisce l’Eme polimerasi, mantenendo intatto il gruppo Eme che è tossico per il plasmodio. Annalisa Cugniolo, nostra collega e farmacologa, ipotizza che anche Sars Cov-2 possa attaccare l’emoglobina, inibendo la sintesi del gruppo EME. La collega afferma che, secondo studi recenti, la glicoproteina di superficie del Sars-Cov 2 interverrebbe nel legame con la porfirina. Questo comporterebbe una riduzione dell’emoglobina capace di trasportare ossigeno con conseguente accumulo di anidride carbonica. L’idrossiclorochina, legandosi alla protoporfirina IX potrebbe dunque formare complessi stabili con il gruppo EME sottraendo così il substrato alla spike protein. Idrossiclorochina è dunque in grado di scoppiare le mille bolle Covid-19 nelle prime fasi dell’infezione e di ridurre indirettamente i danni infiammatori correlati a Midkine, riducendo l’ipossia. Ci sorge dunque un’ultima domanda che è la seguente: "perchè la cellula permette tutto questo al virus?" Perché il meccanismo delle “mille bolle”, che il virus mette in atto per ingannarla, è come lo stratagemma del cavallo di Troia, l’endocitosi è un meccanismo che la cellula utilizza normalmente per rimuovere fattori di crescita, ormoni, ferro, colesterolo, ed il virus, questa volta, ha pensato bene di mascherare il suo ingresso, scegliendo come target gli Ace2, le MPRSS2 e chissà quante altre sostanze per riuscire ad entrare indisturbato, e colpirci proprio su quel tallone d’Achille, che è la tromboembolia e la mancanza di ossigeno. Ma con uno studio approfondito, che si affianca alle evidenze cliniche, e all’impegno di tutti coloro che hanno deciso di unirsi per combatterlo, saremo noi che riusciremo a togliergli fiato. Nuovo COLLEGAMENTO

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INTERVISTA

CALENDARIO DELLA SALUTE:

DUE ANNI DI INFORMAZIONE SUI FARMACI

INTERVISTA A GIORGIO RACAGNI, PRESIDENTE SIF

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di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista

ai, come in questo periodo, sono emerse con chiarezza, agli occhi del grande pubblico, l’importanza della scienza e della ricerca sui farmaci. Il pubblico vuole essere informato, comprendere come agiscono i medicinali, come e quando devono essere assunti per risultare efficaci. E chi, più del farmacista, può rispondere a queste rinnovate esigenze di informazione? 20

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Da oltre 35 anni, il Calendario della Salute si rivolge direttamente al pubblico attraverso le farmacie, portando nelle case di milioni di cittadini informazioni attendibili con una sola voce: quella della nostra categoria. Proprio per questo, il Calendario è patrocinato dai più importanti organismi di rappresentanza della categoria: Fofi, Federfarma, Assofarm, Federfarma Servizi, Fenagifare e Utifar.


INTERVISTA

Attraverso testi chiari e le sue simpatiche immagini, la pubblicazione offre, di anno in anno, informazioni e consigli su specifici disturbi o problematiche inerenti la salute dei cittadini. Per i prossimi due anni, il Calendario della Salute ha deciso di portare nelle case degli italiani indicazioni approfondite inerenti i farmaci. Ogni mese, verrà affrontata nel dettaglio una differente classe di farmaci: dagli antiacidi agli antinfluenzali, dai farmaci per la tosse a quelli per favorire il sonno. Consapevole dell’importanza di una corretta informazione sui farmaci, la pubblicazione vuole trasmettere ai cittadini le conoscenze indispensabili affinché i medicinali vengano assunti nelle modalità più appropriate, favorendo così l’aderenza terapeutica, oltre che la conoscenza rispetto a medicinali di largo utilizzo. L’edizione 2021 del Calendario avrà come titolo: “Farmacia e utili consigli sul corretto impiego del farmaco e i pericoli nell'abuso”. Per rispondere ad un progetto così ambizioso con contenuti all’altezza dell’obiettivo, l’editore si è rivolto alla Società italiana di farmacologia (Sif) che curerà i contenuti assicurando una informazione corretta è scientificamente aggiornata, con un linguaggio comprensibile al cittadino. Abbiamo chiesto a Giorgio Racagni, presidente Sif, di descriverci l’iniziativa. Professor Racagni, prima di entrare nello specifico dei contenuti del Calendario della Salute sui quali state già lavorando per l’edizione del prossimo anno, le vorrei chiedere di descriverci il vostro legame con le farmacie. “E’ un legame molto stretto. Tra i nostri associati figurano tantissimi farmacisti, impiegati sia nell’industria del farmaco, sia in farmacia. Mi lasci ricordare come la farmacia sia da sempre al fronte, assieme al medico di medicina generale, per offrire ai cittadini le informazioni e i servizi di cui necessita a livello territoriale.

La Sif è quindi molto legata alla farmacia ed è un riferimento per molti farmacisti che ci chiedono chiarimenti su questioni specifiche, come, per esempio, le interazioni tra i farmaci. Molte delle informazioni che noi forniamo ai nostri associati sono poi veicolate al pubblico dal farmacista”. E’ proprio in questa ottica che si sviluppa la vostra collaborazione con Uniservices, l’editore del Calendario della Salute. “Vede, in questo periodo comprendiamo tutti l’importanza di una informazione corretta. Il pubblico ha bisogno di sapere e, purtroppo, il fenomeno delle fake news o delle informazioni non veritiere è in costante crescita, attraverso il Calendario della Salute intendiamo contribuire a portare nelle case dei cittadini indicazioni corrette dal punto di vista scientifico e che abbiano il valore aggiunto di essere veicolate dal farmacista. Consapevoli di questa necessità, abbiamo affidato la redazione dei contenuti che andranno ad alimentare le pagine del calendario ai gruppi giovani che operano all’interno della nostra Società, ovvero ai nostri collaboratori sotto i 38 anni di età che fanno parte della nostra sezione di farmacologia clinica”. Quali argomenti verranno trattati? “Nel corso dei prossimi due anni, ogni mese del Calendario della Salute tratterà differenti classi di farmaci con un approccio rigoroso, dando informazioni scientifiche riguardanti non solo il meccanismo d’azione e le proprietà farmacologiche, ma anche le eventuali interazioni e le modalità correte di assunzione. Gli argomenti saranno trattati anche in base alla stagionalità, in modo da rendere più funzionali le informazioni trasmesse. Per esempio, si parlerà di antiallergici in un mese primaverile o di antidepressivi nei mesi autunnali quando la minore luce solare può favorire l’insorgere dei sintomi.

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INTERVISTA

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21 28/04/20 10:33 Pagina 1

Ogni informazione riportata sul calendario sarà rigorosa e supportata dalla letteratura scientifica. E’ importante ricordare anche un altro aspetto: ogni argomento sarà approfondito sul nostro sito nella pagina relativa ad ogni classe di farmaci, l’utente troverà il link al sito per avere tutte quelle informazioni aggiuntive che, per motivi di spazio, non possono essere contenute nella pagina del calendario. L'argomento è abbastanza vasto e abbiamo concordato con l'editore di svilupparlo in due anni, parte uno e parte due”. In questo modo, il cittadino, oltre alle informazioni principali che trova di mese in mese, potrà quindi approfondire i singoli temi rivolgendosi ad una fonte certificata come la vostra. “Esatto. All’interno del nostro sito abbiamo creato uno spazio dedicato ai cittadini che si chiama “Sif Magazine”. In questa sezione troveranno le notizie aggiuntive rispetto ai temi del Calendario e potrà anche rivolgere delle domande ai nostri esperti”. Ho notato che nel vostro sito ci sono diverse nozioni legate a Covid-19. Come si inseriscono i temi trattati nel Calendario della Salute nell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo? In particolare, crede che ci sia bisogno di rimarcare l’importanza di una corretta aderenza terapeutica rispetto alle classi di farmaci per malati cronici, visto che chi soffre di queste malattie è più soggetto rispetto allo sviluppo di complicanze? “Guardi, credo che questa emergenza abbia portato alla luce molte questioni. Nel nostro ambito, si è resa ancora più evidente l’importanza delle politiche di governance del farmaco a livello istituzionale, ma è emersa anche la necessità di offrire informazioni corrette e controllate al pubblico. In generale, credo che l’emergenza abbia portato agli occhi del pubblico l’importanza dei processi scientifici rigorosi che caratterizzano la ricerca sui farmaci. Pensi ad esempio alla ricerca del vaccino. 22

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FARMACIA E UT ILI CONSIGLI SU L IMPIEGO DEL FA RMACO E I PERIC CORRETTO OLI NELL’ABUSO

Ormai tutti sanno che ci vogliono diversi mesi per seguire tutte le procedure inerenti lo sviluppo di un nuovo farmaco. Spero che queste consapevolezze portino ad una riduzione delle molte fake news che circolano attorno a questi temi”. La Sif organizzerà a Milano dal 3 al 6 febbraio 2021 il suo prossimo congresso nazionale, sempre sperando che lo si possa fare. Di cosa parlerete? “Il tema del congresso sarà il valore scientifico e l’uso appropriato del farmaco. In questo argomento rientra fortemente anche l’iniziativa che portiamo avanti assieme al Calendario della Salute. Nel corso dei 24 mesi copriremo tutte le più importanti categorie di farmaci: sia quelli che vengono venduti con ricetta medica, sia quelli di libera vendita, ma anche farmaci specialistici. E’ una iniziativa davvero importante, perché ci permette di trasferire al pubblico quello che è il motto del nostro operato. Durante il congresso organizzeremo un incontro con i cittadini e vorremo presentare l’iniziativa del Calendario per fare conoscere al pubblico e alla classe medica questo importante calendario che dà voce ai farmacisti in maniera scientifica”.


Azione sinergica sull’ansia e

sull’insonnia 1

L’ansia è definita come uno stato di apprensione e tensione indotta dall’anticipazione di un pericolo imminente o di un evento negativo, accompagnata da sensazione di disforia o da sintomi fisici di tensione2. Lo stress e le sue manifestazioni (ansia e, in particolare, disturbi del sonno) sono sempre più frequenti sia in ambito clinico sia nella vita quotidiana3. Uno studio osservazionale retrospettivo condotto su 71 pazienti affetti da ansia di stato, ansia di tratto e disturbi del sonno ha dimostrato che: “Il trattamento con Datif PC® è in grado di produrre notevoli miglioramenti anche in un breve periodo di tempo”, “con un buon profilo di sicurezza, in assenza di terapie concomitanti”. (Coppola L, Montanaro F. Effect of a homeopathic-complex medicine on state and trait anxiety and sleep disorders: a retrospective observational study. Homeopathy; 2013; 102, 254-261)

Depositato presso l’AIFA il 27/12/2017

Datif PC® contiene diluizioni omeopatiche, 6 CH, che per le loro basse concentrazioni molari non presentano generalmente tossicità chimica, controindicazioni, interazioni farmacologiche, effetti indesiderati direttamente legati alle quantità assunte4-10.

Le diluizioni omeopatiche presenti sono preparate in conformità alla Farmacopea Europea in vigore. Datif PC® in quanto medicinale omeopatico4-6,11-12: • non contiene sostanze che inducono generalmente dipendenza fisica e/o assuefazione; • permette l’utilizzo concomitante di altre terapie farmacologiche, laddove necessario, e può essere utilizzato anche in pazienti politrattati. Datif PC® non contiene sostanze che inducono sonnolenza diurna, che rallentano i riflessi compromettendo la capacità di guidare o utilizzare macchinari, che diminuiscono le attività intellettive (calo di concentrazione, difficoltà di memorizzazione)13. Datif PC®, 2 compresse da lasciar sciogliere in bocca, mattina, mezzogiorno e sera. L’assunzione del medicinale nel corso della giornata permette di controllare la sintomatologia presente anche nelle ore diurne, quando è maggiore lo stress3. L’assenza di effetti collaterali e la modalità di somministrazione consentono una buona compliance3.

D. Lgs. 219/2006 art. 85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. D. Lgs. 219/2006 art. 120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”. Medicinale non a carico del SSN. 1. Ferret JM, Koleckar H. Médecine du sport. Editions Boiron; 2000. p.246. 2. American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistic Manual of Mental disorders. 4th ed. Washington, DC: 2000. p.764. 3. Coppola L, Montanaro F. Effect of a homeopathic-complex medicine on state and trait anxiety and sleep disorders: a retrospective observational study. Homeopathy; 2013; 102, 254-261. 4. Boulet J. Homéopathie - L’enfant. Marabout; 2003. p.15,16. 5. Rocher C. Homéopathie - La femme enceinte. Marabout; 2003. p.14-17. 6. Jouanny J, Crapanne JB, Dancer H, Masson JL. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. Volume I. Ariete Salute; 1993. p.81,94-96. 7. Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products Legislative term 2009-2014 of the European Parliament and the European Commission. ECHAMP E.E.I.G. European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products. 8. Latour E, Tétau M. Guide homéopathique de la Sage-Femme. Paris: Editions Le Manuscrit/Manuscrit.com; 2011. p.7. 9. Kirby BJ. Safety of homeopathic products. J R Soc Med. 2002; 95(5):221,2. Available at: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1279671/. 10. D.Lgs. 219/2006 art.16, comma 1 c). G.U. Serie generale n.142 del 21/6/2006. 11. Boiron M, Payre-Ficot A. Omeopatia - Il Manuale per il farmacista. Milano: Tecniche Nuove; 2001. p.23. 12. Masson JL. L’homéopathie de A à Z. Marabout; 2010. p.24. 13. Picard P. Conseiller l’homéopathie. Editions Boiron; 1990. p.276.

www.boiron.it Servizio Informazioni Boiron numero verde 800-032203


SALUTE E NUTRIZIONE

I POLIFENOLI

DA MOLECOLE ANTIOSSIDANTI AD UNA NUOVA CLASSE DI PREBIOTICI

di Vincenzo Sorrenti, Neurofarmacologo, PhD Professore a contratto di Farmacologia, Università degli Studi di Padova Specialista in Discipline -Omiche e Medicina Personalizzata Consulente Nutrizionale e Nutraceutico, Solgar Scientific Board

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polifenoli rappresentano un grande gruppo eterogeneo di composti con unità strutturali fenoliche comuni, presenti in natura in una grande pletora di alimenti quali frutta, verdura, cereali, tè, cioccolato, etc. I vari gruppi di polifenoli vengono suddivisi in base al numero di anelli fenolici che contengono in flavonoidi - più di 10.000 composti naturali - che si differenziano in flavoni, flavonoli (es. Capparis spinosa), flavanoli o flavan-3-oli o catechine (es. Theobroma cacao, Camellia sinensis) antociani o antocianidine (es. Vaccinium myrtillus), isoflavoni e calconi (es. Glycine max); e polifenoli non flavonoidi quali i tannini, diferuloilmetani (es. Curcuma Longa), cumarine, 24

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benzofenoni, secoiridoidi, stilbeni (es. Polygonum Cuspidatum), acidi fenolici, etc. Diverse sono le attività protettive che vengono ascritte ai polifenoli e che valgono loro l'inserimento in diversi integratori alimentari; poiché si tratta di un vasto gruppo di sostanze è bene precisare che ciascun sottogruppo ha proprie peculiarità in termini di funzioni e benefici che derivano dall'assunzione. In linea generale, ai polifenoli possono essere attribuite diverse proprietà salutistiche fra le quali: antiossidanti, antinfiammatorie, antibatteriche, antivirali, antipruriginose, antiparassitarie e citotossiche valutate soprattutto in studi in vitro e in vivo.


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Tuttavia, uno degli ambiti di ricerca più innovativi dell’ultima decade è lo studio delle interazioni bidirezionali tra i polifenoli e il microbiota intestinale e il loro effetto sulla salute generale. I polifenoli, che fino a pochi decenni fa venivano visti come molecole di rilevante interesse salutistico negli studi in vitro e in vivo ma con scarsa applicabilità sull’uomo a causa della loro ridotta biodisponibilità, trovano oggi una grande valenza sulla nostra salute grazie alle ultime scoperte riguardanti l’interazione bidirezionale tra questa grande famiglia di molecole e il microbiota intestinale. In particolare, i polifenoli sono in grado sia di modulare la proliferazione di alcuni generi batterici che di agire essi stessi come prebiotici per determinati microorganismi. Questa duplice interazione permette di considerare i polifenoli come dei veri e propri “giardinieri del microbiota” che nel terreno fertile del lume intestinale permettono la crescita della flora batterica protettiva e tengono a bada la proliferazione eccessiva di batteri possibilmente patogeni. In effetti, l'International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP) ha aggiornato la definizione di prebiotico come "un substrato che viene selettivamente utilizzato dai microrganismi ospiti che conferisce un beneficio per la salute". Questa definizione espande il concetto di prebiotici per includere anche sostanze non derivate da carboidrati, come omega 3 e, appunto, i polifenoli.

I processi metabolici alla base di queste interazioni sono molto complessi ed ancora oggi non del tutto elucidati sebbene si possa schematizzare quanto riportato in figura in basso. Nelle piante i polifenoli si trovano normalmente nella loro forma glicosilata sebbene possano essere presenti anche forme esterificate o polimerizzate. Una volta ingeriti i polifenoli vengono riconosciuti dal corpo umano come xenobiotici per cui il loro grado di assorbimento è decisamente inferiore rispetto a quello dei nutrienti introdotti con la dieta e varia fortemente a seconda del grado di polimerizzazione o della complessità della loro struttura chimica. Solo il 5-10 % dei polifenoli vengono assorbiti a livello dell’intestino tenue mentre il restante 90-95% raggiunge il colon dove subisce processi di fermentazione ad opera del microbiota intestinale. Dopo assunzione per via orale da 10 a 500 mg di polifenoli, la concentrazione plasmatica massima generalmente non supera 1 μM, principalmente a causa del povero assorbimento e metabolismo da parte dei tessuti e della microflora gastrointestinale. L'assorbimento e gli effetti dei polifenoli iniziano già a livello della cavità orale. Infatti, nella saliva, i glucosidi dei flavonoidi possono essere idrolizzati in agliconi e quindi convertiti in composti che possono essere assorbiti dall'epitelio della cavità orale.

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L'interazione dei polifenoli con le proteine saliQueste trasformazioni generano una pletora vari (SP) è stata correlata anche a caratteristiche di metaboliti coniugati solubili in acqua (glucuorganolettiche come l'astringenza dei tannini o ronide, solfato e derivati metilici) che vengono all’azione batteriostatica delle catechine del tè rapidamente rilasciati nella circolazione sisteverde. I polifenoli possono infatti aderire fortemica per il successivo rilascio negli organi dove mente all'enorme superficie della cavità orale e possono espletare un’azione farmacologica per potrebbero agire come un "apparato a rilascio poi seguire l'escrezione per via urinaria. In genelento" che aiuta a rale, i prodotti metilati, mantenere un ade- I POLIFENOLI POSSONO ADERIRE FORTEMENTE solfati e glucuronidati guato stato redox e ALL'ENORME SUPERFICIE DELLA CAVITÀ ORALE continuano ad avere probabilmente anE POTREBBERO AGIRE COME UN "APPARATO A attività biologica sebche la difesa contro RILASCIO LENTO" CHE AIUTA A MANTENERE UN bene inferiore rispetto gli stress ossidativi. ADEGUATO STATO REDOX E PROBABILMENTE alla molecola originale, Una volta giunti nela causa delle modifiANCHE LA DIFESA CONTRO GLI STRESS lo stomaco, alcuni lacazioni chimiche degli OSSIDATIVI vori dimostrano una stessi gruppi (idrossilici) prima riduzione di polifenoli in unità monomeriresponsabili dell'attività antiossidante. che. Inoltre i polifenoli potrebbero esercitare efI polifenoli non assorbiti nello stomaco o nell'infetti protettivi diretti nel tratto gastrointestinale, testino tenue proseguono il loro percorso nel eliminando le specie reattive e/o prevenendone colon, dove il microbiota intestinale prosegue i la formazione, inibendo, ad esempio, la perosprocessi metabolici. Anche una parte di polifesidazione indotta da proteine ematiche nello noli assorbiti nella parte superiore del sistema stomaco o riducendo la deaminazione delle basi gastrointestinale, metabolizzati dal fegato ed del DNA o la formazione di nitrosamina. escreti nella bile o direttamente estrusi dalle L'intestino tenue è responsabile dell'assorbipompe di efflusso degli enterociti dell’intestino mento di una bassa quantità di polifenoli alitenue giungeranno al colon dove subiranno mentari (5-10%), principalmente dopo reazioni fermentazione microbica o eliminazione fecale. di de-coniugazione come la de-glicosilazione. La restante parte dei polifenoli non assorbiti Gli agliconi possono essere assorbiti diretta(90-95%) viene influenzata dagli enzimi battemente nell’intestino tenue, mentre glicosidi, rici del colon generando metaboliti secondari esteri e polimeri necessitano una prima idrosbioattivi con diverse implicazioni fisiologiche. La silazione ad opera degli enzimi intestinali microflora del colon può trasformare i polifenoli dell’intestino tenue o dalla microflora del colon, in composti bioattivi, che hanno la capacità di prima che possano essere assorbiti. Sebbene influenzare l'ecologia intestinale e influire sulla per la maggior parte dei polifenoli si seguano salute umana. queste vie metaboliche, vi sono alcune ecceNel colon il microbiota intestinale idrolizza i zioni quali i glicosidi antocianici che sono stati glicosidi in agliconi e metabolizza ampiamente rilevati invariati nel plasma e nelle urine. Dopo gli agliconi in composti più semplici, come gli l'assorbimento nell'intestino tenue, i composti acidi fenolici nonché β-glucuronidasi di origine polifenolici residui e meno complessi possono microbica idrolizzano i prodotti coniugati biliari. subire biotrasformazione negli enterociti e poi Il metabolismo da parte della microflora intestinegli epatociti ad opera degli enzimi microsonale di polifenoli presenti nel di vino, tè, cioccomiali di Fase I (ossidazione, riduzione e idrolisi) e lato e molti frutti riesce a spiegare il motivo per successivamente ad opera delle reazioni di Fase cui polifenoli ad alto peso molecolare, inclusi II (coniugazione). proantocianidine o polifenoli polimerici ossida-

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SALUTE E NUTRIZIONE

In generale, è importante identificare i metaboti o tannini idrolizabili, scarsamente assorbite liti circolanti dei polifenoli perché la natura e la nella prima porzione del tratto gastrointestinaposizione dei gruppi coniuganti influenzano le le possano raggiungere i tessuti del corpo ed loro proprietà biologiche. esplicare azione farmacologica. Ad esempio cibi Studi recenti sostengono che le sostanze fenolicome lamponi, noci, fragole e melograni sono che nella dieta che raggiungono i microbi intericchi in ellagitannini che vengono sottoposti stinali, così come i metaboliti aromatici generati, ad idrolisi nel lume intestinale, liberando acido possono modificare ellagico libero UNA RECENTE METANALISI HA DIMOSTRATO e produrre variazioni che raggiunto CHE L'INTEGRAZIONE DI POLIFENOLI MIGLIORA nella comunità della il colon viene microflora esibendo metabolizzato L'ABBONDANZA RELATIVA DI BATTERI DEI effetti prebiotici e azione dal microbiota GENERI LACTOBACILLUS E BIFIDOBACTERIUM, antimicrobica contro la a produrre una CHE PROMUOVONO LA SALUTE, E RIDUCE serie di comL'ABBONDANZA RELATIVA DI ALCUNI CLOSTRIDIUM, microflora intestinale posti di grande NEL MICROBIOTA INTESTINALE DI SOGGETTI SANI patogena. I polifenoli possono essere converrilevanza satiti dal microbiota del colon in composti bioattivi lutistica chiamati urolitine. Una volta assorbiti, che possono influenzare l'ecologia intestinale e vengono sottoposti a metabolismo di primo influenzare la salute dell'ospite esibendo effetti passaggio epatico per poi raggiungere in di promozione della crescita, vale a dire azioni concentrazioni ridotte la circolazione sistemica prebiotiche, su batteri intestinali. Sebbene i per essere distribuiti agli organi o eliminati nelle meccanismi molecolari di questi effetti prebiotici urine. Questi meccanismi di azione chiariscono non siano stati completamente chiariti, possono in che modo i polifenoli ad alto peso molecolaessere associati, in parte, alla loro attività antimire possono raggiungere i tessuti del corpo ed crobica selettiva contro patogeni batteri. eseguire un'azione farmacologica. Estratti fenolici ottenuti da otto bacche conteUna recente metanalisi ha dimostrato che l'intenenti antociani, flavan-3-ols, proantocianidine grazione di polifenoli migliora l'abbondanza redi tipo B e ellagitannine inibiscono la crescita lativa di batteri dei generi Lactobacillus e Bifidodi batteri intossicanti dal cibo, come Salmobacterium, che promuovono la salute, e riduce nella Typhimurium, Listeria monocytogenes e l'abbondanza relativa di alcuni Clostridium, nel Staphylococcus aureus. Ancora più interessanmicrobiota intestinale di soggetti sani. L'assunte, le proantocianidine polimeriche tendono a zione di polifenoli in quantità tra 396 mg/die, e ridurre il rapporto Firmicutes/Bacteroidetes e 593 mg/die è stata correlata all'aumento signifiaumentare dell'abbondanza relativa di Akkercativo dell'abbondanza relativa di diversi batteri mansia muciniphila correlato positivamente con correlati alla longevità. l’ossidazione degli acidi grassi e browining degli Il metabolismo di molti polifenoli quali isoflaadipociti bianchi, ma è negativamente correlavoni, quercetina e flavan-3-oli viene principalta all'infiammazione e produttori di sindrome mente svolto da batteri del genere Clostridium metabolica e riconosciuto come batterio benee Eubacterium che modificano la struttura dei fico promettente per prevenire lo sviluppo della polifenoli di partenza liberando piccoli agliconi sindrome metabolica. che in parte vengono riassorbiti e sottoposti a Gli ellagitannini del melograno sono invece in circolo enteroepatico mentre il restante viene grado di inibire fortemente la crescita di batteri assorbito nell'intestino e nelle cellule del sanpatogeni quali Clostridium e S. aureus favogue attraverso trasportatori specifici per essere rendo invece la proliferazione di bifidobatteri distribuiti nei tessuti bersaglio.

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SALUTE E NUTRIZIONE

mentre l'acido tannico derivato dai semi d'uva è in grado di favorire la crescita di Lactobacillus acidophilus. Anche la curcumina e il resveratrolo hanno un impatto sul microbiota intestinale. Entrambi sono in grado di modulare il rapporto Firmicutes/Bacteroidetes espletando effetti antiinfiammatori e anti-cancerogeni modificando l’ecologia microbica del colon. La curcumina esercita effetti regolatori diretti sul microbiota intestinale che potrebbero spiegare il paradosso tra la sua scarsa biodisponibilità sistemica e le attività farmacologiche ampiamente riportate. La curcumina migliora significativamente il rapporto tra microbiota benefico e patogeno aumentando l'abbondanza di bifidobatteri, lattobacilli e batteri produttori di butirrato e riducendo la proliferazione di enterococchi, coriobacterales, e enterobacteria. È inoltre in grado di favorire l’integrità della barriera intestinale esplicando un’azione immunomodulatoria e antiinfiammatoria nei disordini immunoinfiammatori intestinali. I dosaggi variano da 100 a 2000 mg/die di curcuma standardizzata almeno al 90% in curcuminoidi o curcumina (40-100mg/ die) come tale meglio nelle forme micellari. Anche il trans-resveratrolo induce cambiamenti nel microbiota intestinale, che sembrerebbero essere associati a cambiamenti del peso corporeo e del grasso corporeo, insieme ad un miglioramento dell'omeostasi del glucosio e dei parametri correlati all'obesità sia attraverso la promozione di alcuni batteri correlati al metabolismo energetico che attraverso un azione dei 28

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suoi sottoprodotti del metabolismo microbico intestinali, che potrebbero avere un impatto sui geni e sui percorsi coinvolti nella regolazione energetica. Da 100 a 200 mg/die di trans-resveratrolo da Polygonum Cuspidatum migliora efficacemente la crescita del Lactococcus lactis e di Akkermansia muciniphila e inibisce la crescita di Enterococcus faecalis. Inibisce inoltre la produzione di trimetilammina dalla colina attraverso il rimodellamento della composizione del microbiota intestinale. Infine, la grande famiglia dei flavanoli o flavan3-oli, a cui appartengono le catechine, epicatechine e i loro oligomeri come quelli presenti nel tè verde o nel cacao, interagiscono in maniera bidirezionale con il microbiota intestinale e la comprensione di queste interazioni sta permettendo di svelare i meccanismi alla base dei molteplici effetti benefici di queste molecole soprattutto a livello cardiometabolico e psicocognitivo. I polifenoli rappresentano dunque un enorme potenziale per la nostra salute e dovrebbero essere integrati giornalmente attraverso la dieta e l’integrazione. I loro benefici dipendono dall’interazione bidirezionale con il microbiota intestinale che biotrasforma i polifenoli in metaboliti bioattivi antiossidanti e antinfiammatori in grado di agire anche attraverso meccanismi epigenetici sulla nostra salute. Inoltre, i polifenoli agiscono da prebiotici in grado di favorire la proliferazione di batteri protettivi che a loro volta producono molecole chiave per la nostra salute come gli acidi grassi a corta catena.


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RICERCA SCIENTIFICA

ACIDI GRASSI POLINSATURI Ω-3: REVIEW E NUOVE RICERCHE

di Marco Santonocito, farmacista, Segretario Generale Agifar Palermo

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a parecchi anni la ricerca si è focalizzata sui diversi benefici che gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) ω-3 producono sulla salute dell’uomo, tanto che ad oggi hanno una grandissima richiesta sul mercato grazie ai loro svariati campi di utilizzo che vanno dai più famosi benefici a livello cardiovascolare fino ai problemi neuronali quali Alzheimer, Demenza e depressione (Ruxton et al. 2004)(Shahidi and Ambigaipalan 2018)(Davinelli et al. 2020). Con il termine acidi grassi polinsaturi s’intende una serie di acidi grassi a lunga catena costituita da 16 fino a 26 atomi di carbonio contenenti da due a più doppi legami C=C che ne conferiscono particolari caratteristiche chimico-fisiche (Ruxton et al. 2004).

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In funzione della posizione del doppio legame possiamo suddividere i PUFA in ω-3 ed ω-6; i primi presentano il primo doppio legame tra il terzo ed il quarto carbonio partendo dall’ultimo gruppo metilico mentre negli ω-6 è collocato tra il sesto ed il settimo (Catalá 2013). Nonostante siano essenziali per l’omeostasi cellulare ed estremamente importanti per la salute dell’uomo, il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli ma deve assumerli con la dieta spesso sotto forma di Acido Linoleico ed α-linoleico che tramite una serie di processi enzimatici in comune portano alla formazione di Acido Arachidonico (ω-6), EPA e DHA (entrambi ω-3) (Davinelli et al. 2020). Diverse sono le fonti alimentari da cui l’uomo può assumere i PUFA;


RICERCA SCIENTIFICA

l’80-90% degli acidi grassi assunti con la dieta sono ricavati da olio di soia, girasole e mais che presentano alte concentrazioni di Acido Linoleico (LA) e che portano alla formazione principalmente di Acido Arachidonico (AA), precursore di ecosanoidi di natura pro-infiammatoria (Engell and Powles 2014). Viceversa l’ Acido α-Linoleico (ALA), che porta invece alla formazione di EPA e DHA e quindi a prodotti con attività antinfiammatoria , è possibile assumerlo consumando ortaggi a foglia verde, oli di uso comune come l’olio di colza (Davinelli et al. 2020) , oli vegetali, semi di lino e semi di chia (Shahidi and Ambigaipalan 2018). Tuttavia la conversione di ALA in EPA e DHA è limitata e l’uomo è costretto ad integrare il suo fabbisogno con le uniche fonti di ω-3 esistenti in natura ovvero gli organismi acquatici. Ma perché sono così importanti per la salute dell’uomo? Cosa comporta la loro assunzione nel nostro organismo? L’interesse verso i PUFA nasce dalla grandissima varietà di processi biochimici in cui sono coinvolti quali fluidità delle membrane cellulari, trasmissione intracellulare, l’espressione genica e come anticipato, sintesi di mediatori pro-infiammatori ed antinfiammatori. PUFA Ω-3 E PREVENZIONE DEI DISTURBI CARDIOVASCOLARI Diversi studi hanno già appurato che esiste una forte correlazione tra una bassa assunzione con la dieta di ω-3 e problemi di natura cardiovascolare ed è stato dimostrato come un assunzione regolare di ω-3 possa ridurre sensibilmente il rischio di morte per malattie cardiovascolari quali infarto del miocardio, ictus e fibrillazione atriale. Questi sarebbero infatti in grado di andare ad interagire con il metabolismo dei lipidi e le concentrazioni plasmatiche di trigliceridi e colesterolo, regolando sia le funzioni epatiche che quelle del tessuto adiposo. Sono inoltre in grado di rallentare lo sviluppo della placca aterosclerotica poichè una maggiore concentrazione di EPA e DHA non solo porta alla sintesi di ecosanoidi, quali 18-HEPE e Resolvine RvE1 ed RvD1 (metaboliti attivi dei PUFA ω-3), con spiccata capacità antiaggregante ed antinfiammatoria ma provocano anche una riduzione di

TrombossanoA2 (TXA2) e LeucotrieneB4 (LTB4), prodotti con attività aggregante e pro-infiammatoria. Il tutto si traduce in una stabilizzazione della placca aterosclerotica ed un aumento del cappuccio fibroso. (Davinelli et al. 2020)(Shahidi and Ambigaipalan 2018)(Simonetto et al. 2019). PUFA Ω-3 COME ANTINFIAMMATORI Proprio questa spiccata proprietà antifiammatoria ne ha spianato la strada ad un utilizzo in disturbi cronici quali bronchiti, congiuntiviti, BPCO, epatite, artrite reumatoide, morbo di Crohn, colite ulcerosa, psoriasi, asma, lupus e fibrosi cistica. La loro applicazione nel trattamento di queste patologie è dettata dalla capacità degli omega 3 di ridurre le concentrazioni di eicosanodi di natura proinfiammatoria, di LTB4 , di TXA2 e di tutti gli altri biomarkers di infiammazione quali inteleukina1b, interleukina-6 e TNF-α. Più nello specifico, nel caso di bronchiti, 3 g al giorno di PUFA in associazione con Zinco e vitamina C sarebbero in grado di ridurre il disturbo polmonare e un riequilibrio del rapporto ω-3/ω-6 porterebbe ad un miglioramento dei parametri respiratori. Nel caso di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) ed in caso di colite ulcerosa e morbo di Crohn, il ruolo degli ω-3 sarebbe legato ad una riduzione della produzione di LTB4, LTC4 e TXA1 e TXA2 che si trovano in alte concentrazioni in presenza di una sindrome irritativa cronica a livello intestinale. Negli altri casi l’attività antinfiammatoria potrebbe essere esplicata anche dall’intervento da RvE ed RvD (Uppin, Acharya, and Ravichandra Talahalli 2020)(Moro et al. 2016)(Ruxton et al. 2004)(Marventano et al. 2015). PUFA Ω-3 NELLA PREVENZIONE DI DISTURBI NEUROLOGICI Diversi studi epidemiologici hanno mostrato anche una possibile correlazione tra un basso apporto di PUFA ω-3 nella dieta e maggiore tendenza allo sviluppo di disturbi di natura neurologica quali Alzheimer (AD), demenza e depressione. Questa si basa sul fatto che i lipidi costituiscono il 36-60% del tessuto nervoso cerebrale e che i glicerofosfolipidi contengono grandi concentrazioni di PUFA.

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RICERCA SCIENTIFICA

Specialmente DHA, tra i componenti più importanti delle membrane fosfolipidiche cerebrali, si ritrova prevalentemente nella materia grigia mentre AA costituisce prevalentemente la materia bianca (Liperoti et al. 2009). Risulta quindi evidente come un deficit di PUFA potrebbe andare ad influenzare negativamente la funzionalità cellulare, intaccando la fluidità della membrana, la funzionalità dei sistemi enzimatici, l’attività dei canali ionici e quella neurotrasmettitoriale (Yehuda, Rabinovitz, and Mostofsky 2005)(Shahidi and Ambigaipalan 2018). Inoltre i pazienti con Alzheimer, demenza o disturbi depressivi presentano una

maggiore attività macrofagica e una maggiore produzione di citochine e fattori pro-infiammatori in grado di stimolare il sistema HPA (ipotalamoipofisi-surrene) che porta ad una iperproduzione di glucocorticoidi in grado di compromettere la normale neurotrasmissione attivando meccanismi cellulari che incrementano il declino cognitivo; una maggiore concentrazione di DHA ma soprattutto di EPA andrebbe quindi ad ridurre sensibilmente la produzione di fattori infiammatori, la funzionalità dei recettori di membrana, la trasduzione del segnale e la fluidità delle membrane cellulari, rallentando così il declino cognitivo.



RICERCA SCIENTIFICA

Ad ogni modo, il meccanismo d’azione risulta ancora poco chiaro e ad oggi quello che si evince dai diversi studi epidemiologici è che basse concentrazioni di ω-3 e conseguente alta concentrazione di ω-6 sono state riscontrate in pazienti con AD ed MDD (Disturbo Depressivo Maggiore). Inoltre studi con risonanza magnetica hanno mostrato in pazienti con basse concentrazioni di DHA, una minore densità cerebrale ed una elevata intensità della materia bianca (Song et al. 2016)(Thesing et al. 2020)(Liperoti et al. 2009)(Shahidi and Ambigaipalan 2018). PUFA E DIPENDENZE L’ipotesi che i PUFA-ω3 possano ridurre le dipendenze da sostanze di abuso è assodata da diverso tempo. In questi anni sono stati effettuati infatti diversi studi che ne hanno mostrato un’associazione legata principalmente alla modulazione neurotrasmettitoriali indotte nel sistema limbico, mesolimbico e nella corteccia prefrontale. Nel caso specifico dell’abuso da sostanze alcoliche, già da parecchi anni era stata evidenziata nei soggetti analizzati una riduzione delle concentrazioni di DHA nella membrana delle cellule cerebrali, a causa della forte perossidazione lipidica prodotta dal consumo di etanolo e ad una riduzione della concentrazione di δ-5 e δ-6 desaturasi. Un trattamento con ω-3 ha prodotto un miglioramento del quadro clinico nel paziente alcolista, causando una riduzione del

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gamma-glutamiltransferasi e conseguentemente un miglioramento del danno epatico. A questo si è aggiunto un miglioramento della funzionalità neurotrasmettitoriale nel sistema serotoninergico e dopaminergico implicato nel processo della ricompensa, che sta alla base del meccanismo di dipendenza anche di altre sostanze quali cocaina ed eroina. Anche l’aggressività, l’ansia e l’impulsività che accomuna i soggetti con craving, si è ridotta notevolmente con l’assunzione di 3 g di olio di pesce per 3 mesi e il miglioramento sintomatologico non si è interrotto con la fine del trattamento (Borsonelo and Galduróz 2008; Buydens-Branchey and Branchey 2008; Sanchez-Paez et al. 2020). Secondo alcuni studi una integrazione con ω-3 può andare a ridurre anche la dipendenza alla nicotina nei fumatori, essendo in grado di modulare il rilascio di dopamina (DA) nel sistema mesolimbico, processo che risulta compromesso dalla elevata perossidazione causata dal fumo di sigaretta ai danni dei PUFA. Infatti i livelli di EPA e DHA nei fumatori risultano più bassi che nei non fumatori e questo dislivello espone i primi ad una maggiore vulnerabilità allo stress ed all’iperattività, oltre che ad un iperfunzionamento dell’asse HPA. Per questo motivo l’integrazione con omega 3 potrebbe aver migliorato la gestione dello stress nel fumatore e conseguente riduzione del consumo di sigaretta (Rabinovitz 2014)(Zaparoli et al. 2016).



AROMATERAPIA

PERCHÉ L’AROMATERAPIA IN FARMACIA

di Stefania Sartoris, Farmacista – Biologo – Naturopata Titolare di Farmacia Professore a contratto presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università degli Studi di Torino Formatore e consulente in Aromaterapia

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AROMATERAPIA

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in dalla notte dei tempi gli uomini hanno cercato, nella Natura che li circondava, le risorse per sopravvivere: il nutrimento per sostenersi, il calore del fuoco per riscaldare le fredde notti d’inverno e per tenere lontani i predatori, l’acqua per dissetarsi e purificarsi. Nelle piante essi trovarono un prezioso strumento per preservare o ritrovare la propria salute: per primi i popoli aborigeni che ancora oggi abitano i territori australiani, e poi gli indiani, attraverso la pratica dell’Ayurveda ed ancora la Medicina Tradizionale Cinese, il più grande corpus filosofico basato sull’osservazione dell’uomo che sia mai stato scritto, e ancora Ippoccrate, considerato il “padre” della medicina Occidentale: tutti fecero dell’osservazione del mondo circostante ciò che con il progresso sarebbe diventato “ricerca” e dell’uso delle proprietà medicamentose delle piante quello che sarebbe diventato “terapia”. È dai primi fuochi accesi nei quali i nostri inconsapevoli antenati gettarono erbe in grado di sprigionare aromi che si rivelarono benefici che prende il via la sperimentazione della Materia Aromatica, è dal lavoro del medico persiano Avicenna che nasce l’alambicco, lo strumento attraverso il quale la maggior parte di essa viene estratta ed è attraverso lo studio di chimici, medici e farmacisti nel corso del XX secolo che l’Aromatereapia diventa scienza. Renè Maurice Gattefossè che per primo nel 1929 utilizzò questo termine, Pierre Franchomme e Daniel Pènoel che negli anni ’70 applicarono alla Materia Aromatica tutte le tecniche di studio utilizzate per la ricerca farmacologico scientifica e di seguito numerosi altri ricercatori, fra i quali ci piace citare il Dr Dominique Baudoux, farmacista belga ancor oggi impegnato in una preziosa opera di divulgazione delle

proprietà della Materia Aromatica, sono le figure che ne hanno fatto a tutti gli effetti uno strumento di terapia scientifica che non deve in nessun modo essere confuso con la Medicina alternativa e, in un certo senso, neppure completamente assimilato alla Fitoterapia classica. La corretta chiave di lettura della Materia Aromatica è infatti rappresentata dalla chimica: in modo assolutamente analogo al farmaco un olio essenziale o un’essenza devono essere considerati in termini di molecole costituenti e pertanto, riferendosi ad esse, la sola definizione corretta è quella di “allopatia naturale”. Questo è il motivo per cui nessuna Farmacia dovrebbe essere sprovvista di un settore dedicato all’Aromaterapia: non si tratta di “profumi” né di meri coadiuvanti ad altri tipi di intervento, ma dello strumento più potente che la Natura ci ha fornito per fare terapia. Un olio essenziale o un’essenza sono sostanze chimiche prodotte dalle piante (piante Aromatiche, circa l’1% della totalità delle piante) per rispondere alle loro proprie esigenze (difesa da parassiti ed insetti; riparazione; comunicazione; regolazione del metabolismo) in appositi organi che si trovano in parti precise della pianta (legni; foglie, fiori; frutti; radici; resine). Dalla pianta possono essere estratti attraverso un particolare procedimento che richiede l’uso di una sorta di alambicco nel quale viene fatta passare una corrente di vapore in grado di mescolarsi alle molecole aromatiche, che sono per loro natura molecole volatili, e nel quale si procede poi ad una condensazione della miscela (vapore + molecole aromatiche) e ad una separazione dell’olio essenziale (che avendo densità inferiore ad 1 si trova nella parte superiore del vaso di raccolta) e dell’acqua che inizialmente costituiva il vapore e che attraverso il contatto

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AROMATERAPIA

con la molecola aromatica risulta in qualche modo “informata” dalle molecole aromatiche e presenta proprietà terapeutiche, essa prende il nome di idrolato o acqua aromatica. Questo tipo di estrazione viene utilizzato nella maggior parte dei casi ed il prodotto è rappresentato, appunto, dagli oli essenziali e dagli idrolati. Nel caso delle scorze degli agrumi (piante appartenenti al genere delle Rutacee) viene invece utilizzato per l’estrazione un sistema di spremitura a freddo attraverso l’uso di un torchio nel quale vengono collocate le scorze sminuzzate che, dopo essere state pressate vengono separate dal liquido estratto per centrifugazione. Si ottengono in questo modo le essenze. La Materia Aromatica impiegata in terapia è dunque costituita da oli essenziali, idrolati, essenze. Si sente in alcuni casi parlare di Assoluti: si tratta anche in questo caso di molecole aromatiche ma, dal momento che per ragioni tecniche devono essere impiegati per la loro estrazione solventi dei quali rimane comunque traccia nel prodotto finale, l’Aromaterapia normalmente non ne fa uso. La qualità della materia aromatica è una conditio sine qua non per poterla consigliare ed utilizzare in totale sicurezza pertanto anche al farmacista più appassionato ed esperto, a meno che non abbia intenzione di investire in strutture adeguate su larga scala, è consigliato affidarsi ad un Laboratorio serio ed in grado di seguire tutte le fasi della produzione (dalla coltivazione alla raccolta, dall’estrazione alla conservazione tanto della pianta prima, quanto della Materia Aromatica poi). Nell’uso della Materia Aromatica è bene inoltre evidenziare un altro aspetto non secondario: la

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conoscenza del chemiotipo (CT), ovvero della molecola (o delle molecole) caratterizzanti l’olio essenziale o l’essenza; deve pertanto, su ogni “partita” di Materia Aromatica estratta essere condotta un’analisi aggiuntiva a quelle certificanti la qualità in termini di purezza ed integralità (la presenza cioè di tutte le molecole costituenti, segno che l’estrazione è stata condotta correttamente). Questa analisi, che altro non è che una prova gascromatografica, permetterà di conoscere la molecola che dà la sua impronta alla Materia Aromatica e che è indispensabile conoscere per determinarne uso; efficacia; dosaggi; tossicità. Così da un olio essenziale estratto da Rosmarinus officinalis potremo ottenere un CT a Verbenone, con prevalente azione di regolatore metabolico e drenante epatico, un CT a Canfora con azione stimolante ed antinfiammatoria in particolar modo a livello articolare ed un CT a Cineolo ad azione balsamica e drenante polmonare con particolare efficacia su forme di sinusite, tosse ed asma. Solo un Laboratorio serio potrà fornire tale certificazione che tra l’altro non in tutti i Paesi risulta obbligatoria ma che è indispensabile per un utilizzo in sicurezza. Ricordiamoci sempre che ogni volta che noi diamo un consiglio noi facciamo due cose: compiamo una scelta e ci prendiamo una responsabilità: solo se a monte ci vengono fornite le giuste garanzie potremo farlo in totale sicurezza. La Materia Aromatica non è quindi cosa da poco: è chimica, essenzialmente, lo abbiamo visto, e possiamo, se correttamente preparati, utilizzarla esattamente come un Farmaco facendone uno strumento di lavoro prezioso ed insostituibile.


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AROMATERAPIA

A differenza di quanto accade per molti rimedi, la Materia Aromatica offre Studi, certificazioni, ragioni molecolari e farmacologiche riguardo alla propria azione, può essere analizzata e testata, la sua azione e le sue modalità di azione sono ormai confermate da numerosi lavori apparsi sulle più importanti riviste. La spiegazione di tale azione risiede nella chimica e nella presenza delle molecole che devono pertanto sempre essere oggetto di valutazione nella scelta, non consiglierò un olio essenziale di Timo CT Linalolo se non per brevi periodi per trattare una forma respiratoria, benché acuta, a causa delle molecole particolarmente aggressive presenti in esso, ma mi orienterò se non da subito dopo un breve periodo verso un olio essenziale di Ravintsara CT cineolo che, nonostante la presenza di ossidi, è un olio più “tranquillo” ed utilizzabile anche sul lungo periodo. Da quanto sopra emerge che ci troviamo di fronte ad uno strumento potente, chimicamente analizzabile, farmacologicamente efficace che del farmaco presenta tutte le caratteristiche (anche in termini di tossicità, motivo per cui è importante conoscerne bene tutti gli aspetti) ma che appare davvero uno strumento irrinunciabile per il farmacista moderno che voglia affiancare alle proprie conoscenze classiche nuove tecniche di terapia efficaci, documentabili e, se utilizzate con perizia, sicure. Ogni Farmacia dovrebbe avere, a mio parere, un settore dedicato all’Aromaterapia, intesa come Oli Essenziali ed Essenze puri, naturali ed integrali, per dare una possibilità di consiglio efficace e innovativo. Prepararsi al consiglio è meno complesso di quanto possa sembrare dal momento che il Farmacista, in alcuni casi forse, e questo mi verrà perdonato dalla categoria, più del medico, possiede già tutta la preparazione

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necessaria in termini di chimica, farmacologia, microbiologia, anatomia, fisiologia, patologia, botanica, per utilizzare in modo corretto e consapevole la Materia Aromatica. Occorre ancora un po’ di studio per “mettere insieme i pezzi” forse, ma se le basi sono solide egli si ritroverà fra le mani uno strumento efficace e potente che gli consentirà di lavorare con la professionalità e la perizia che lo contraddistingue da sempre. Il mio invito, a conclusione di queste righe è quello di aprirsi al mondo della Materia Aromatica, di fare qualche ricerca riguardante gli studi scientifici su di essa compiuti e di incominciare a prepararsi, a conoscerla, per utilizzarla. Oggi essa è infatti e per alcuni versi, nonostante la grande passione che nutro nei suoi confronti, purtroppo, un argomento che, mi si passi il termine, va “di moda” e rischia di diventare appannaggio di categorie che non possiedono la preparazione e la competenza del Farmacista. per quanti corsi di formazione in materia possano aver fatto, le basi reali, costituite dalle materie sopracitate, non sono un qualcosa che di impara in un fine settimana, per quanto intenso. L’invito che ripeto ai colleghi è dunque quello di farne proprio strumento di lavoro, un giorno dopo l’altro, al pari del farmaco al quale non deve in alcun modo essere sostituito ma con il quale può e deve convivere. Il giorno in cui ogni Farmacia avrà il suo settore aromaterapico ben costruito ed organizzato e il Farmacista si sarà data la possibilità di utilizzare anche questo potente strumento per il supporto della salute, avremo fatto davvero un passo importante verso la prevenzione e la cura di molte patologie. Corso online disponibile dal 10 maggio su pmlearning.it


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LA CREATINA

di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, webmaster di viverebene.blog

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’ acido metilguanidinoacetico, noto comunemente come creatina (Cr), è un composto naturale, che si trova prevalentemente nel muscolo scheletrico (95%), mentre il restante 5% è distribuito nel cervello, fegato, rene, e testicoli¹. La creatina è prodotta a livello endogeno in una quantità di circa 1 gr /die, la sintesi avviene prevalentemente nel fegato, nei reni, e in misura minore nel pancreas. Il resto della creatina a disposizione dell'organismo è ottenuto attraverso la dieta. La creatina è uno degli integratori più utilizzati negli sportivi per migliorarne le prestazioni. Come integratore orale, la forma più largamente usata è la creatina monoidrato (CM)2-3.

EFFETTI • Genera energia per i muscoli La creatina è immagazzinata principalmente, nel corpo, in forma fosforilata (PCR), questa in seguito a idrolisi, sviluppa da un lato una certa quantità di energia, dall’altro libera il gruppo fosfato, che può combinarsi con ADP, in una reazione catalizzata dalla creatin-chinasi (CK), ripristinando ATP e mantenendo elevati i rapporti di ATP/ ADP.

Di conseguenza, la supplementazione di creatina ritarda la deplezione di PCr e consente una rigenerazione più rapida di ATP, aumentando le prestazioni degli sportivi4.

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

• Porta ad un aumento della massa muscolare Dopo supplementazione, a livello del muscolo scheletrico le concentrazioni di Cr e PCr aumentano, e la cellula richiama acqua extracellulare, per osmosi, per mantenere l’equilibrio. L’assorbimento di Cr e acqua nel muscolo porta ad ipertrofia muscolare, grazie ad aumento dell’idratazione cellulare, che inibisce la proteolisi e stimola la sintesi proteica5. La creatina stimola l’ipertrofia muscolare modificando, anche, l’espressione di alcuni fattori regolatori miogenici. Diversi studi6-7-8 hanno dimostrato che, dopo supplementazione, si ha una maggiore espressione genica del fattore di crescita insulino-simile a livello muscolare (mIGF-1), che promuove la proliferazione e la differenziazione cellulare. • Migliora le prestazioni negli individui che eseguono esercizi brevi di alta intensità Nel ciclismo, la supplementazione aumenta in modo significativo il picco di potenza e il lavoro massimale durante sprint ripetuti8. È stato, inoltre, documentato 9-10-11 che la creatina migliora le prestazioni in una grande varietà di sport ad alta intensità, quali kayak, canottaggio, e corsa dei 300 e 1000m. Questi benefici sono attribuiti ad un aumento della rigenerazione di ATP, maggiore disponibilità di fosfocreatina in fibre di tipo II e maggiore pool di creatina. • Attenua il danno muscolare da sforzo e facilita il recupero, dopo esercizi ad alta intensità

EFFICACIA DELLA CR: “RESPONDERS” E “NON RESPONDERS” A parte la durata della supplementazione o la dose, diversi fattori influenzano l’efficacia della Cr. È stato riportato che il 20-30% degli individui non rispondono alla supplementazione di creatina. Syrotuik et al.19 hanno dimostrato, che in base a fattori biologici e fisiologici preesistenti, i “responders” possiedono: • una quantità iniziale inferiore di creatina intramuscolare e sono in grado di assorbirne e assumerne una maggiore quantità attraverso la supplementazione; • una maggiore percentuale di fibre muscolari di tipo II (rapide) (>63,1%); • un maggiore sezione trasversale del muscolo (muscolo più ipertrofico). Bisogna sottolineare, inoltre, che negli anziani l’assorbimento di Cr nel muscolo è ridotta rispetto ai soggetti più giovani e che questi richiedono un periodo di supplementazione di Cr più lungo. SICUREZZA DELLA SUPPLEMENTAZIONE Diversi studi20-21-22 sottolineano che nonostante la supplementazione di Cr porti ad un aumento della creatina sierica, non vi sono conseguenze negative per la funzione renale e per la salute, in individui sani che seguono appropriati dosaggi. Alcuni problemi di salute renali, in seguito a supplementazione di Cr, sono stati segnalati solo quando non si seguivano i dosaggi raccomandati o vi era una storia precedente di problemi di salute, come la malattia renale o l’assunzione di farmaci nefrotossici. Gli effetti a lungo termine della supplementazione rimangono, invece, poco chiari, e si deve continuare a indagare e studiare i dati epidemiologici per valutare al meglio la sicurezza a lungo termine. CONCLUSIONE E PROTOCOLLO DI SUPPLEMENTAZIONE L'International Society of Sports Nutrition (ISSN) afferma che la supplementazione di creatina è efficace nella costruzione muscolare e nel miglioramento delle prestazioni fisiche23. Un tipico protocollo di supplementazione di creatina consiste di una fase di carico di 20-25 gr CM / die, oppure di 5 gr di CM, diviso in quattro o cinque

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assunzioni giornaliere, per saturare rapidamente le riserve di creatina nel muscolo scheletrico. Un’alternativa nella fase di carico consiste nel basare le dosi giornaliere sulla massa corporea, in particolare si consiglia un’assunzione di 0,25 gr CM / kg o di 0,15 gr CM /Kg. Al fine di mantenere la saturazione massima di creatina nel corpo, la fase di carico deve essere seguita da un periodo di “mantenimento” di 3-5 gr CM / die o di 0,03 gr CM / kg /die. Queste strategie sembrano essere il modo più efficiente di saturare i muscoli e beneficiare di un'integrazione di CM. Bibliografia 1.Persky A, Brazeau G. Clinical pharmacology of the dietary supplement creatine monohydrate. Pharmacol Rev. 2001, 53: 161-176. 2.Bemben M, Lamont H. Creatine supplementation and exercise performance: recent findings. Sports Med. 2005, 35: 107-125. 3.Buford T, Kreider R, Stout J, Greenwood M, Campbell B, Spano M, Ziegenfuss T, Lopez H, Landis J, Antonio J. International Society of Sports Nutrition position stand: creatine supplementation and exercise. J Int Soc Sports Nutr. 2007, 4: 6-10 4.Bogdanis GC, Papaspyrou A, Maridaki M. Muscle Metabolism and Fatigue During Sprint Exercise: Effects Of Creatine Supplementation. Serb J Sport Sci 2007; 1: 37-57. 5.Powers ME, Arnold BL, Weltman AL, Perrin DH, Mistry D, Kahler DM, Kraemer W, Volek J. Creatine Supplementation Increases Total Body Water Without Altering Fluid Distribution. J Athl Train 2003; 38: 44-50. 6.Deldicque L, Atherton P, Patel R, Theisen D, Nielens H, Rennie MJ, Francaux M. Effects of resistance exercise with and without creatine supplementation on gene expression and cell signaling in human skeletal muscle. J Appl Physiol (1985) 2008; 104: 371-378. 7.Burke DG, Candow DG, Chilibeck PD, MacNeil LG, Roy BD, Tarnopolsky MA, Ziegenfuss T. Effect of creatine supplementation and resistance-exercise training on muscle insulin-like growth factor in young adults. Int J Sport Nutr Exerc Metab 2008; 18: 389-398. 8.Wiroth JB, Bermon S, Andreï S, Dalloz E, Hébuterne X, Dolisi C. Effects of oral creatine supplementation on maximal pedalling performance in older adults. Eur J Appl Physiol 2001; 84: 533-539. 9.Skare OC, Skadberg AR. Creatine supplementation improves sprint performance in male sprinters. Scand J Med Sci Sports 2001; 11: 96-102. 10.McNaughton LR, Dalton B, Tarr J. The effects of creatine supplementation on highintensity exercise performance in elite performers. Eur J Appl Physiol Occup Physiol 1998; 78: 236-240. 11.Rossiter HB, Cannell ER, Jakeman PM. The effect of oral creatine supplementation on the 1000-m performance of competitive rowers. J Sports Sci 1996; 14: 175-179. 12.Bassit RA, Curi R. Creatine supplementation reduces plasma levels of pro-inflammatory cytokines and PGE2 after a half-ironman competition. LF Amino Acids. 2008 Aug; 35(2):425-31. 13.Deminice R, Rosa FT, Franco GS, Jordao AA, de Freitas EC. Effects of creatine supplementation on oxidative stress and inflammatory markers after repeated-sprint exercise in humans. Nutrition.2013;29:1127–1132. 14.Deminice R, Jordao AA. Creatine supplementation reduces oxidative stress biomarkers after acute exercise in rats. Amino Acids. 2012; 43:709–715. 15.Silva LA, Tromm CB, Da Rosa G, Bom K, Luciano TF, Tuon T, De Souza CT, Pinho RA. Creatine supplementation does not decrease oxidative stress and inflammation in skeletal muscle after eccentric exercise. J Sports Sci. 2013; 31:1164–1176 16.Beaton LJ, Tarnopolsky MA, Phillips SM. Contraction-induced muscle damage in humans following calcium channel blocker administration. J Physiol. 2002; 544:849–859. 17.Olsen S, Aagaard P, Kadi F, Tufekovic G, Verney J, Olesen JL, Suetta C, Kjaer M. Creatine supplementation augments the increase in satellite cell and myonuclei number in human skeletal muscle induced by strength training. J Physiol. 2006; 573:525–534. 18.Paulsen G, Mikkelsen UR, Raastad T, Peake JM. Leucocytes, cytokines and satellite cells: what role do they play in muscle damage and regeneration following eccentric exercise? Exerc Immunol Rev.2012; 18:42–97. 19.Syrotuik DG, Bell GJ, Burnham R, Sim IL, Calvert RA, Maclean IM. Absolute and relative strength performance following creatine monohydrate supplementation combined with periodized resistance training. J Strength Con Res 2000; 14: 182-190. 20.Yoshizumi W, Tsourounis C. Effects of creatine supplementation on renal function. J Herb Pharmacother. 2004, 4: 1-7. 21.Bizzarini E, De Angelis L. Is the use of oral creatine supplementation safe? J Sports Med Phys Fitness. 2004, 44: 411-416. 22.Kim HJ, Kim CK, Carpentier A, Poortmans JR. Studies on the safety of creatine supplementation. Amino Acids. 2011, 40: 1409-1418. 23.Kerksick, C.M., Wilborn, C.D., Roberts, M.D. et al. ISSN exercise & sports nutrition review update: research & recommendations. J Int Soc Sports Nutr 15, 38 (2018).

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FITOTERAPIA

IPPOCASTANO

TRATTAMENTO NELL’INSUFFICIENZA VENOSA

di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, webmaster di viverebene.blog

L

’ippocastano, Aesculus hippocastanum, è un grande albero, appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, che può raggiungere i 36-40 metri di altezza. Ciascuna foglia è costituita da 5-7 lamine ad apice acuminato e margine seghettato. I fiori sono riuniti in infiorescenze a pannocchia di grandi dimensioni, mentre i frutti sono caratterizzati da rotondeggianti capsule dotate di aculei, simili alle castagne, che contengo

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semi, color bruno lucido, non commestibili. La parte dell'ippocastano utilizzata in fitoterapia, detta anche "droga", sono i semi, ricchi di saponine triterpeniche (escina), composti flavonici (quercetina e kaempferolo), glucosidi cumarinici (esculina) e proantocianidine. L'escina, comunemente intesa, non è in realtà una sostanza a sé, ma un complesso di glicosidi triterpenici, i cui principali componenti sono la α-escina e la ß-escina.


FITOTERAPIA

PROPRIETÀ E MECCANISMI D’AZIONE L’escina mostra proprietà anti edematose, antiinfiammatorie e venotoniche. Tale sostanza: • riduce l'attività degli enzimi proteoglicano-litici (elastasi e ialuronidasi), aumentando la coesione della parete vascolare e rafforzandone la struttura; • inibisce la migrazione leucocitaria e sembra bloccare il rilascio di mediatori infiammatori come serotonina ed istamina; • sensibilizza le cellule agli ioni calcio, producendo così un "effetto sigillatura" che limita la permeabilità vascolare; • inibisce la cascata cellulare indotta dall'ipossia, che è accompagnata da una diminuzione della concentrazione di ATP nelle cellule endoteliali, a un maggior rilascio di citochine pro-infiammatorie, del fattore di attivazione piastrinica e dei neutrofili che portano a stasi venosa ed edema. STUDI CLINICI Una revisione Cochrane di studi clinici randomizzati e controllati ha evidenziato che l’uso di ippocastano è un trattamento sicuro e utile nell’insufficienza venosa cronica, riducendo sia il dolore che la circonferenza e il volume delle gambe. Un trial realizzato su 240 soggetti, per 12 settimane, ha dimostrato che l’efficacia dell’ippocastano (HCSE), nel ridurre l’edema, è paragonabile all’effetto delle calze a compressione graduale e può rappresentare una valida alternativa a queste.

Inoltre, l’applicazione topica di un gel a base di escina è efficace e sicura per il trattamento delle lesioni da impatto contundente che si possono verificare nelle competizioni sportive (di calcio, pallavolo o karate). Nella maggior parte dei pazienti l’escina è in grado di ridurre rapidamente il dolore.

L'efficacia dell'escina è stata valutata anche per l'apparato urogenitale maschile. Uno studio cinese ha dimostrato che l’utilizzo di escina migliora la qualità dello sperma, in termini sia di densità e che di motilità, in soggetti con infertilità da varicocele. Questo probabilmente è dovuto al miglioramento della perfusione venosa e ad un aumento del diametro della vena scrotale. AVVERTENZE L’escina, per il legame con le proteine plasmatiche, potrebbe ridurre il trasporto di farmaci assunti contemporaneamente; per la presenza di cumarine ad attività antitrombotica se ne sconsiglia l’uso con farmacia antiaggreganti o anticoagulanti. Cautela in caso di insufficienza renale. Bibliografia.  Aesculus hippocastanum (Horse chestnut). Monograph. Altern Med Rev. 2009 Sep;14(3):278-83.  Gallelli L. Escin: a review of its anti-edematous, anti-inflammatory, and venotonic properties. Drug Des Devel Ther. 2019;13:3425–3437.  Pittler MH, Ernst E. Horse chestnut seed extract for chronic venous insufficiency. Cochrane Database Syst Rev. 2012 Nov 14;11:CD003230.  Diehm C, Trampisch HJ, Lange S, Schmidt C. Comparison of leg compression stocking and oral horse-chestnut seed extract therapy in patients with chronic venous insufficiency. Lancet. 1996 Feb 3;347(8997):292-4.  Wetzel D, Menke W, Dieter R, Smasal V, Giannetti B, Bulitta M. Escin/ diethylammonium salicylate/heparin combination gels for the topical treatment of acute impact injuries: a randomised, double blind, placebo controlled, multicentre study. Br J Sports Med. 2002;36(3):183–188.  Fang Y, Zhao L, Yan F, Xia X, Xu D, Cui X. Escin improves sperm quality in male patients with varicocele-associated infertility. Phytomedicine. 2010 Mar;17(3-4):192-6.

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GALENICA

LISOZIMA IN FORMULAZIONE NASALE:

APPROCCIO GALENICO ALLE TECNOLOGIE DI VEICOLAZIONE FUNZIONALI

di Rosalba Lombardo, Junior Scientific and Technical Support – Compounding presso ACEF

L

a somministrazione nasale (o intranasale) di farmaci si è dimostrata in questi ultimi anni un approccio terapeutico innovativo caratterizzato da numerosi vantaggi. La via nasale è la scelta primaria per il trattamento di disordini locali, come la congestione nasale, perché permette di agire direttamente sul sito di azione, inducendo una rapida riduzione dei sintomi. Inoltre, la ricca vascolarizzazione della mucosa nasale e la sua elevata permeabilità permettono ad alcuni farmaci di espletare un effetto sistemico, riversandosi direttamente nel torrente ematico ed evitando l'effetto di primo passaggio epatico e il metabolismo gastrointestinale. In alcuni casi la biodisponibilità del farmaco aumenta notevolmente rispetto alla via orale.

ANATOMIA DEL NASO Il setto nasale divide l’interno del naso in due cavità, le quali si suddividono ulteriormente in diverse sotto regioni anatomiche, tra cui la regione olfattiva e la regione respiratoria. Anteriormente entrambe le cavità si aprono dal lato del viso attraverso le narici, mentre posteriormente comunicano con il rinofaringe attraverso le coane. La superficie completa della cavità nasale corrisponde a circa 150 cm² e il volume totale varia tra 15-20 mL, la temperatura è di circa 32 °C e presenta un valore di pH compreso tra 5,5 e 6,5 (quest’ultimo si sposta nell'intervallo alcalino se è in atto un’infiammazione). L'epitelio delle cavita nasali è coperto da uno strato di muco composto principalmente da acqua (90-95%), mucina (2-3%), elettroliti, proteine (come albumina, immunoglobuline, lisozima e lattoferrina) e lipidi. Nuovo COLLEGAMENTO

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GALENICA

L’elevata vascolarizzazione dell’epitelio e la sua buona permeabilità favoriscono l’assorbimento dei farmaci, esercitando un effetto locale o sistemico. GOCCE E SPRAY NASALI Le preparazioni nasali possono essere liquide, solide o semisolide. La XII edizione della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana definisce le preparazioni nasali liquide, in gocce e spray, come “soluzioni, emulsioni o sospensioni da instillare o nebulizzare nelle cavità nasali. Le emulsioni possono presentare segni di separazione di fase, ma sono facilmente ricostituite per agitazione […]”. Si tratta principalmente di soluzioni acquose isotoniche o debolmente ipertoniche contenenti uno o più principi attivi ed eccipienti con diverse funzioni. Tali soluzioni devono possedere un pH compreso tra 6-7.5, una buona compatibilità con le secrezioni nasali e stabilità per tutto il periodo di validità della preparazione; inoltre, devono evitare irritazioni ed effetti indesiderati sulle funzioni della mucosa nasale e delle ciglia. LISOZIMA CLORIDRATO Il lisozima è un enzima di natura proteica naturalmente presente nelle secrezioni biologiche umane (quali saliva, lacrime, muco nasale, latte ecc.) e disponibile, in grandi quantità, anche nell’albume d’uovo di gallina. Questo enzima, scoperto nel 1922 da Fleming, svolge un’importante azione antimicrobica, grazie alla sua capacità di ledere la parete della cellula batterica attraverso la catalizzazione dell’idrolisi dei peptidoglicani che la costituiscono. Tale azione è favorita anche dalla natura fortemente basica della proteina che facilita il superamento dell’esile membrana della cellula virale, denaturandone il DNA fortemente acido. L’efficacia del lisozima cloridrato nei confronti delle infezioni di origine virale ne ha favorito l’utilizzo come principio attivo in un farmaco registrato sotto forma di compresse. Inoltre, è impiegato per uso sistemico contro batteri e virus che possono danneggiare l’apparato orale e respiratorio, oltre a quello gastro-enterico.

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FORMULAZIONE La soluzione nasale a base di lisozima cloridrato qui presentata contiene una miscela di eccipienti funzionali, tra cui glicerolo, gomma xanthano (o carragenina), e aloe vera gel. La soluzione, in collaborazione con il lisozima contenuto naturalmente nella secrezione nasale, inattiva i patogeni delle vie aeree e, grazie alla sua forma leggermente viscosa, rallenta la degradazione dei principi attivi, migliorandone l’adesione e aumentando il tempo di permanenza sull'epitelio per esplicare il loro effetto locale. La gomma xanthano e i polisaccaridi dell’aloe vera rivestono la mucosa nasale con uno strato mucoadesivo che la protegge da agenti esterni e la idrata, donando sollievo alle aree infiammate e irritate. La presenza di olio essenziale di arancio conferisce alla formulazione una piacevole sensazione di freschezza e un effetto balsamico. La somministrazione della preparazione tramite spray nasale consente l’ottimale nebulizzazione all’interno della cavità nasale.

INGREDIENTI

• LISOZIMA HCL FOOD

0.25 g

• SINEFRINA TARTRATO

25 mg

• ALOE VERA GEL 1:1 POLISACCARIDI 10%

12.5 g

• GLICEROLO VEGETALE FU-Ph.Eur. • GOMMA XANTHANO EP-USP • SODIO CLORURO Ph.Eur. - USP

5g 0.05-0.1 g 0.45 g

• ACIDO CITRICO SEM.MONOIDRATO FU E 330 qb pH 5.5-6 • O.E. ARANCIO DOLCE NATURALE PURO

2 gtt

• ALCOOL ETILICO 96ø FU ACEF fl. ml 1000

2 gtt

• POTASSIO SORBATO E 202 GRANULARE • ACQUA DEPURATA FU ML 1000

100 mg qb a 50 mL


GALENICA

MODUS OPERANDI Portare a ebollizione l’acqua depurata, aggiungere potassio sorbato e sodio cloruro e far raffreddare. A parte, solubilizzare sotto agitazione lisozima cloridrato e sinefrina tartrato in aloe vera gel. In mortaio disperdere la gomma xanthano nella glicerina, formando una pasta. A completa solubilizzazione di lisozima e sinefrina aggiungere la miscela a base di gomma xanthano. Sciogliere a parte OE arancio in EtOH e aggiungerlo alla soluzione. Trasferire la preparazione in un cilindro graduato e portare a volume con acqua depurata. Controllare il pH e se necessario aggiungere acido citrico. PACKAGING FLACONE VETRO con APPL.SPRAY NASO (100 µl per erogazione) AVVERTENZE Tenere fuori dalla portata dei bambini. Conservare in frigorifero. Non disperdere nell’ambiente dopo l’uso. DATA LIMITE UTILIZZO 30 giorni MODO D’USO Prima della somministrazione Lavare accuratamente le mani per minimizzare il rischio di infezione delle vie aeree e soffiare delicatamente il naso per liberare le narici. Rimuovere il cappuccio protettivo dal vaporizzatore nasale, agitare il contenitore per miscelare la soluzione e garantire l’assunzione di ciascun principio attivo. Posizionare il pollice sul fondo del contenitore, l’indice e il medio intorno al vaporizzatore. Puntare il vaporizzatore lontano, spruzzare per verificare la corretta funzionalità del dispositivo e ottenere una nebulizzazione ottimale. Somministrazione Inclinare la testa in avanti con lo sguardo verso il basso. Inserire il vaporizzatore in una narice, tenendo chiusa la narice opposta e la bocca.

Nebulizzare e inspirare lentamente con la narice in cui si sta somministrando il farmaco per permetterne una migliore diffusione. Rimuovere il vaporizzatore dalla narice, espirare dalla bocca e ripetere le operazioni con l’altra narice. Dopo la somministrazione Mantenere il capo inclinato verso il basso per qualche minuto, evitando di starnutire o soffiare il naso, in modo che lo spray nasale possa esplicare al meglio la sua azione locale. BIBLIOGRAFIA 1. Ragland SA, Criss AK (2017) From bacterial killing to immune modulation: Recent insights into the functions of lysozyme. PLoS Pathog 13(9): e1006512. 2. Sakurai et al., Lysozyme hydrochloride Inhibits Cytokines in Epithelial Cells with Respiratory Syncytial Virus Infection: a Brief Report, Int. J. Pharm. Sci. Drug Res. January-February, 2015, Vol 7, Issue 1 (126-128). 3. Coronavirus. Come prevenirlo/curarlo secondo il Dott. Di Bella (Roma.it) 4. Safety and Efficacy of Nasya/Prevalin in Reducing Symptoms of Allergic RhinitisKatharina Stoelzel 1, Gordana Bothe, Pee Win Chong, Minoo Lenarz 5. Wick® Erste Abwehr Mikro-Gel Spray www.wick.de, 6. Algovir® www.algovir.de, abgerufen am 7. Februar 2018 7. Clarsund M et al. Evaluation of ColdZyme mouth spray against common cold in elderly care personnel. Open J Respir Dis 2017;7(1):12-17;doi: 10.4236/ojrd.2017.71002 8. Clarsund M. Evaluation of ColdZyme mouth spray against common cold in preschool staff. Open J Respir Dis 2017;7(4):136140;doi:10.4236/ojrd.2017.74014 9. Clarsund M. Evaluation of ColdZyme mouth spray for the protection against common cold in elite athletes to reduce unwanted absence from training and competition. Open J Respir Dis 2017;7(3): 103-109;doi:10.4236/ojrd.2017.73010 10. Clarsund M. et al. A randomized, double-blind, placebocontrolled pilot clinical study on ColdZyme® mouth spray against rhinovirus-induced common cold. Open J Respir Dis 2017;7(4):125135;doi:10.4236/ojrd.2017.74013 11. Eccles R. et al. Efficacy and safety of an antiviral Iota-Carrageenan nasal spray: a randomized, double-blind, placebo-controlled exploratory study in volunteers with early symptoms of the common cold. Respir Res 2010;11(1):108;doi:10.1186/1465-9921-11-108 12. Eccles R. et al. Efficacy and safety of iota-carrageenan nasal spray versus placebo in early treatment of the common cold in adults: the ICICC trial. Respir Res 2015;16(1):121;doi:10.1186/s12931-0150281-8 13. Fazekas T. et al. Lessons learned from a double-blind randomised placebo-controlled study with a iota-carrageenan nasal spray as medical device in children with acute symptoms of common cold. BMC Complement Altern Med 2012;12(1):147;doi:10.1186/14726882-12-147 14. Ludwig M. et al. Efficacy of a carrageenan nasal spray in patients with common cold: a randomized controlled trial. Respir Res 2013;14(1):124;doi:10.1186/1465-9921-14-124 15. Hull D. et al. Effects of creating a non-specific, virus-hostile environment in the nasopharynx on symptoms and duration of common cold. Acta Otorhinolaryngol Ital 2007;27(2):73-7 16. Satelliten-Symposium (Procter&Gamble). Airway diseases - a shared approach to management. Logoped Phoniatr Vocol 2005;30(Suppl1):41-47

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FITOTERAPIA

I RIMEDI FITOTERAPICI

POSSONO AVERE EFFETTI COLLATERALI?

di Valter Masci medico-chirurgo, iscritto al Registro dell'Ordine dei medici per Fitoterapia, Omeopatia, Agopuntura Il suo libro: “Fitoterapia e Omeopatia. Moderne terapie mediche. Edizioni Edra. Milano.2019” è inserito nel catalogo della National Library of Medicine, USA. ISBN 9788821448225

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’Istituto Superiore di Sanità (ISS), 2012, così afferma: «Le piante medicinali e i loro derivati possono presentare una propria specifica attività tossicologica, che può consistere in effetti diretti (reazioni allergiche, problemi gastrointestinali, etc.) oppure interazioni con farmaci di sintesi». Tale affermazione è corretta perché «Se l’estratto di una pianta è efficace, logicamente esso possiederà anche effetti collaterali» (Nasri H, 2013). Ne consegue che «Safety and natural are not synonymous» (Martins E, 2014). Quindi i rimedi fitoterapici possono avere effetti collaterali. E ciò avviene sia per assunzione orale, sia per uso topico cutaneo. Un esempio: Juglans regia, la Noce, le cui foglie sono utilizzate come fitoterapico. Per conoscerlo facciamo riferimento ad una monografia pubblicata da EMA: EMA/HMPC/346740/2011. Assessment report on Juglans regia L., folium. Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC). Le foglie contengono degli ellagitannini calcolati come pirogallolo, che non deve essere inferiore a 2.0 %.; contengono poi dei flavonoidi, circa il

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3.4 %, tra cui quercetina, iperoside e quercitrina; ed infine contengono naftochinoni, tra cui il più importante è lo juglone. Vediamo la loro attività farmacologica: quercetrina e pirogallolo esercitano azione antibatterica ed antimicotica; iperoside e quercetina possiedono azione antibatterica. Pertanto Juglans regia, in base allo studio dell’attività farmacologica dei suoi principi attivi, può essere indicato per dermatiti infette, sia batteriche che micotiche. Purtroppo non ci sono sufficienti lavori scientifici in cui estratti di Juglans regia sono stati testati contro dermatiti batteriche o micotiche. Esistono solamente delle proposte di tale impiego. Infatti è stato dimostrato che l’estratto Juglans regia è attivo contro contro i batteri che provocano l’acne: Propionibacterium acnes, Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis, per cui si pensa che l’estratto delle sue foglie può essere indicato nell’acne (Fadi Qa'dan, 2005). Ad ogni modo le foglie di Juglans regia vengono impiegate in Erboristeria e in Fitoterapia, per via locale, nelle dermatiti infette e nell’acne.


FITOTERAPIA

A questo punto rispondiamo al quesito iniziale: i rimedi fitoterapici possono vere effetti collaterali? Si, nel caso di Juglans regia perché è stato testimoniato che l’uso locale può provocare iperpigmentazione della cute (Bonamonte D, 2002) oppure può provocare una dermatite allergica (Foti C, 2015) o infine può provocare una dermatite irritativa (Neri I, 2006). Non si conoscono i principi attivi responsabili dell’iperpigmentazione della pelle e della dermatite allergica, ma si comprende il perché della dermatite irritativa. Infatti la pianta contiene il naftochinone Juglone, e più precisamente, come afferma EFSA, le foglie e la corteccia arrivano a contenerne circa il 28-29%. E lo juglone è citotossico, come dimostrato dalla sua capacità di provocare danni cellulari, sia a livello della membrana cellulare, sia a livello dell’RNA (Aithal Kiran B, 2012). Per tale motivo si debbono usare delle precauzioni. Si debbono utilizzare foglie vecchie e secche per preparare i rimedi fitoterapici oppure nell’uso casalingo si debbono utilizzare le foglie verdi sotto forma di decotto. Esistono spiegazioni scientifiche che testimoniano la quasi assenza di juglone nelle foglie secche e nel decotto (Matławska I, 2015). Quindi, concludendo, nell’uso di Juglans regia bisogna osservare delle precauzioni per evitare effetti collaterali indesiderati. Vediamo un altro esempio che prende in considerazione l’uso orale di un fitoterapico: Hedera helix. L’estratto di questa pianta è utilizzato (sotto varie forme farmaceutiche) come mucolitico in caso di tosse secca. Il suo impiego è giustificato dalla presenza di saponine (fra cui maggiormente ederasaponina C e alfa-ederina), che arrivano al 6% (Majester-Savornin B 1991; Trute A 1997; ESCOP, 2003; EFSA, 2009). Esse esercitano effetto mucolitico tramite riflesso gastro-bronchiale (Wolf A 2009), cioè irritano la parete gastrica con conseguente riflesso parasimpatico a livello bronchiale. È evidente che, in base a questo meccanismo d’azione Hedera helix può provocare nausea e gastralgia (EMA, 2009) specialmente in pazienti con gastropatie, nei quali è controindicata (EMA, 2015) . Inoltre EMA, 2015, consiglia di evitare assunzione contemporanea di Hedera helix con antitussivi come la codeina e il destrometorfano e consiglia di evitarne l’uso in gravidanza e durante l’allattamento. Infine, secondo alcuni autori, la pianta (per contatto) può provocare reazioni allergiche a causa del principio attivo falcarinolo (Paulsen E 2010) che provoca allergia tipo IV (Ozdemir C 2003).

Per finire possiamo tranquillamente affermare che alcuni rimedi fitoterapici debbono essere assunti osservando delle precauzioni e dal loro uso ci si possono aspettare effetti collaterali. Da sottolineare una ultima cosa: l’efficacia dei rimedi fitoterapici dipende dal tipo di principio attivo individuato e dalla sua quantità. Ne consegue che la Fitoterapia del futuro (che in verità è già cominciata per merito di alcuni laboratori farmaceutici) risiede nell’individualizzazione e standardizzazione dei suoi componenti individuati (tramite varie tecniche cromatografiche). In tal modo si può usufruire di un fitoterapico affidabile, e privo di sofisticazioni. L’auspicio è che si arrivino anche ad evidenziare, per ogni prodotto fitoterapico, anche gli eventuali effetti collaterali e le precauzioni da prendere le quali sono ugualmente in relazione al tipo di principio attivo e alla sua quantità. Bibliografia Aithal Kiran B., et al. Tumor Growth Inhibitory Effect of Juglone and Its Radiation Sensitizing Potential: In Vivo and In Vitro Studies. Integrative Cancer Therapies.2012. 11(1) 68–80 Bonamonte Domenico, et al Hyperpigmentation and contact dermatitis due to Juglans regia. Contact Dermatitis. 29 October 2002. Volume 44, Issue2 EFSA 2009. European Food Safety Authority; Compendium of botanicals that have been reported to contain toxic, addictive, psychotropic or other substances of concern on request of EFSA. EFSA Journal 2009; 7(9):281. European Food Safety Authority (EFSA), Parma, Italy. EMA 2009. EMA/HMPC/289430/2009. 31 March 2011 Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC). Community herbal monograph on Hedera helix L., folium. EMA 2015. EMA/HMPC/586888/2014. Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC). Final European Union herbal monograph on Hedera helix L., folium. 24 November 2015 ESCOP 2003. European Scientific Cooperative on Phytotherapy. Scientific Committee. ESCOP Monographs: The Scientific Foundation for Herbal Medicinal Products, 2nd edition. Exeter (GB): European Scientific Cooperative on Phytotherapy in collaboration with Thieme. Fadi Qa'dan, et al. The American Journal of Chinese Medicine. Vol. 33, No. 02, pp. 197-204 (2005). The Antimicrobial Activities of Psidium guajava and Juglans regia Leaf Extracts to Acne-Developing Organisms. Foti Caterina, et al. Allergic contact dermatitis to walnut (Juglans Regia) husk. Indian Journal of Dermatology. 2015. Volume 60. Issue : 6. Page : 622-623 Majester-Savornin B, et al. Saponins of the Ivy Plant, Hedera helix, and their Leishmanicidic Activity. Planta Med. 1991; 57(3): 260-262. Martins E. The growing use of herbal medicines: issues relating to adverse reactions and challenges in monitoring safety. Front Pharmacol 2014;4:177. Matławska Irena, et al. Determination of the Juglone Content of Juglans regia Leaves by GC/MS. Natural Product Communications Vol. 10 (7) 2015. Nasri H, Shirzad H. Toxicity and safety of medicinal plants. J Herb Med Pharmacol. 2013;2(2):21-2. Olson KR. Intossicazioni acute. Milano: Sprinter-Italia; 1999. Neri Iria, et al. Acute irritant contact dermatitis due to Juglans regia. Contact Dermatitis. . Volume55, Issue1 July 2006. Pages 62-63 Ozdemir C, Schneider LA, Hinrichs R, Staib G, Weber L, Weiss JM, Scharffetter-Kochanek K. [Allergic contact dermatitis to common ivy (Hedera helix L.)]. Hautarzt. 2003 Oct;54(10):966-9. Paulsen E, Christensen LP, Andersen KE. Dermatitis from common ivy (Hedera helix L. subsp. helix) in Europe: past, present, and future. Contact Dermatitis. 2010 Apr;62(4):201-9. Trute Andreas, et al. In Vitro Antispasmodic Compounds of the Dry Extract Obtained from Hedera helix. Planta Med. 1997; 63(2): 125-129. Wolf A, A Sieben , F Runkel , H Häberlein. Influence of the saponins from Hedera helix on the β2-adrenergic responsiveness of living cells investigated by β2-adrenergic receptor internalization studies and determination of intracellular cAMP levels. Z Phytother. 2009; 30.

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INTERVISTA ALLE AZIENDE

APRIRE FARMACIA IN TEMPI DI CORONAVIRUS

A CATANIA IN PIENA EMERGENZA, CON IL SUPPORTO DI GAMAL PHARMACY, APRE LA FARMACIA DELLA STAZIONE a cura della Redazione di Nuovo Collegamento

È

stata sicuramente un’impresa a lieto fine quella che la giovane dottoressa Anna Fatuzzo ha potuto vivere decidendo di aprire la propria nuova farmacia a Catania subentrando ad una precedente gestione ed affidando l’incarico alla GAMAL PHARMACY pochi giorni prima che scattasse l’emergenza per il COVID-19 con tutte le limitazioni del caso. Ciò nonostante GAMAL PHARMACY è riuscita in soli quindici giorni lavorativi a portare a termine l’incarico consegnando alla dottoressa la Farmacia dopo aver compiuto una completa ristrutturazione chiavi in mano.

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Al Professor Giovanni Puglisi presidente dell’ordine dei Farmacisti di Catania, abbiamo chiesto quale particolare significato abbia questo cambio di gestione con la riapertura ad opera di una giovane farmacista in questo particolare periodo. "Mi aspetto un’attività che possa garantire un miglior funzionamento nella dispensazione di farmaci, di prodotti e di servizi soprattutto in considerazione della giovane età della Farmacista che potrà apportare novità, entusiasmo ed impegno in questa fondamentale attività al servizio della collettività".


INTERVISTA ALLE AZIENDE

Una ristrutturazione completa e la realizzazione di un arredo su misura in soli quindici giorni lavorativi sarebbe impresa rilevante in tempi normali, che tutto ciò sia avvenuto con le restrizioni imposte dell’epidemia fa apparire tutto questo come davvero straordinario. Il fatto che tutto questo sia stato realizzato da un’azienda e da maestranze siciliane che significato ha per lei da siciliano? "Sono molto contento che in tempi così rapidi si sia potuto ristrutturare la farmacia permettendo alla nuova titolare di poter aprire quanto prima assicurando un servizio farmaceutico ottimale sul territorio. Mi fa poi particolarmente piacere che la realizzazione di questo progetto sia avvenuta con l’ausilio di un’azienda siciliana che in condizioni assolutamente eccezionali, ha saputo garantire sia i tempi di consegna che una qualità ineccepibile dimostrando come qui in Sicilia sia possibile fare impresa garantendo un livello di qualità e servizi di assoluta eccellenza". Alla dottoressa Anna Fatuzzo (nella foto di apertura), neo titolare della Farmacia della Stazione abbiamo chiesto con quale stato d’animo ha seguito questa ristrutturazione in un clima che si andava, a poco a poco, sempre più offuscando. "È stato senza dubbio un sentimento ambivalente segnato da preoccupazione ed eccitazione. La prima perché sono una giovane professionista che assume la titolarità e gestione della propria farmacia, con tutte le responsabilità e rischi che da esso possono conseguire. La seconda è più semplice da motivare: ci è voluto tanto per arrivare fino a qui, ed oltre alla soddisfazione per il traguardo raggiunto, vedere il proprio sogno prendere forma, giorno dopo giorno, mi ha caricato di energia ed entusiasmo che non vedo l’ora di trasmette nel mio lavoro. Desidero quindi ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito a farmi raggiungere questo obiettivo ed in primo luogo la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto".

Per svolgere questa ristrutturazione si è affidata a GAMAL PHARMACY un’azienda che gode di ottima fama in Sicilia, qual è il suo giudizio su questa collaborazione? "Scegliere l’impresa di ristrutturazione per la propria “casa” non è semplice, ma Gamal Pharmacy si è nettamente distinta tra le altre da me consultate, ed oggi, a lavori terminati, non posso essere più convinta della scelta fatta. Immaginavo una farmacia funzionale ed allo stesso tempo moderna, ed il sig. Alioto insieme ai collaboratori di cui si avvale, attraverso un instancabile ed eccellente lavoro di squadra non hanno disatteso le mie aspettative.

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INTERVISTA ALLE AZIENDE

Durante i lavori di ristrutturazione poi, Gamal Pharmacy si è dimostrata un’azienda scrupolosa ed efficiente, sempre disponibile ad ascoltare le mie richieste ma allo stesso tempo in grado, grazie all’esperienza maturata nel settore, di consigliarmi al meglio nelle piccole e grandi scelte". Ed infine una domanda anche a Massimo Alioto CEO di GAMAL PHARMACY. In quindici giorni lavorativi, in piena emergenza sanitaria, una nuova farmacia chiavi in mano realizzando tutte le opere murarie, gli impianti, disegnando e producendo un arredo su misura. Qual è stato il segreto per ottenere questo risultato? "Con ogni probabilità questo è stato l’incarico più impegnativo svolto dalla nostra Azienda. Fin dall’inizio i tempi per la consegna ci erano parsi strettissimi considerando che avevamo ricevuto l’incarico solo quattro giorni prima dell’apertura del cantiere. Se consideriamo poi che via via si sono aggiunte le varie limitazioni imposte dalle ordinanze che si sono succedute e che hanno regolamentato la chiusura di diverse attività e gli obblighi di distanziamento fra i vari addetti, si capisce che siamo potuti arrivare in fondo solo grazie ad una organizzazione che si è dimostrata davvero perfetta. Lo potrei definire lo stress test ideale. Devo quindi ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito al risultato finale a partire dall’Architetto Giusto Bonanno che ha saputo in brevissimo tempo inter56

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pretare i gusti del cliente declinandoli, come sempre, nel nostro stile di progettazione quello che chiamiamo il “Sistema Farmacia”. Poi non posso dimenticare le maestranze che si sono dimostrate all’altezza in ogni momento, anche negli imprevisti. Anche quando una tempesta di acqua e vento giunta all’improvviso ha allagato il locale costringendoci a rifare l’intera pavimentazione in parquet. In un’occasione come questa ho apprezzato in modo particolare il lavoro di selezione dei collaboratori che ho sempre sostenuto nel corso degli anni. Oggi posso dire che GAMAL PHARMACY dispone di un team di eccellenza che ha saputo rispondere brillantemente ad una richiesta che sarebbe stata proibitiva per moltissimi". Si può dunque concludere che da questa esperienza tutti ne escono con nuova energia e tanta determinazione per affrontare gli altrettanto impegnativi momenti del dopo emergenza e questa voglia di fare e di fare bene è sicuramente di buon auspicio ed esempio per tutti.


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CELLULITE

UN APPROCIO MULTIFATTORIALE PER UNA PROBLEMATICA GLOBALE

di Piera Francesca Rasera, Responsabile marketing scientifico Phyto Garda

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a cellulite è una problematica multifattoriale che necessita di un approccio globale: per questo va combattuta agendo su diversi fronti scegliendo uno stile di vita sano e un’adeguata routine cosmetica durante tutto l’anno. Il nome scientifico della cellulite, panniculopatia edemato-fibro-sclerotica (Pefs), descrive una problematica che coinvolge l’ipoderma, ossia lo stato più profondo della pelle e il suo carico di cellule adipose manifestando una topografica della pelle che assume il tipico aspetto a buccia d’arancia. Frequente nella zona addominale, fianchi, glutei e cosce, ha una natura infiammatoria che interessa il microcircolo, il sistema linfatico e il tessuto adiposo sottocutaneo. Il problema nasce dall’ingrossamento degli adipociti, il cui aumento di volume sottrae spazio ai capillari, che riducono la loro portata e si dilatano lasciando passare una quantità troppo abbondante di siero che il sistema linfatico non riesce a smaltire. Tra il sangue in circolazione e le cellule vi è un continuo scambio di liquidi necessario al nutrimento delle cellule 58

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e all’asporto delle tossine, perciò quando questo equilibrio si altera, le cellule adipose si ingrossano, il tessuto degenera e si instaura il fenomeno infiammatorio cronico del tessuto adiposo che porta alla sclerosi del grasso, cioè all’ indurimento dell'adipe che si manifesta negli inestetismi della cellulite. Queste alterazioni portano inoltre ad un cambiamento irreversibile dell’architettura cutanea caratterizzato da perdita di tono e di elasticità. I lipidi che costituiscono il grasso sottocutaneo si concentrano negli adipociti, le cellule deputate a produrre, accumulare e cedere i grassi. Il numero di adipociti non cambia molto da individuo a individuo, mentre può variare sensibilmente la dimensione delle singole cellule a seconda dello stile di vita e delle abitudini alimentari di ognuno. La buccia d’arancia infatti non colpisce soltanto chi è in sovrappeso, ma anche le persone magre. Dalla cellulite non si guarisce, ma conoscerne le cause così come la prevenzione resta fondamentale per poter avviare il percorso terapeutico e sposare lo stile di vita più adeguato. Quali sono i settori dove risulta fondamentale intervenire?


RIMEDI NATURALI

LA DIETA Si è sempre detto che la prevenzione della cellulite inizia a tavola, con un corretto apporto di acqua, frutta e verdure. Più recente è invece la scoperta del ruolo svolto da una dieta ricca di carboidrati nell’eziopatogenesi della cellulite. Si è riscontrato che un surplus quotidiano di glucosio provoca la glicazione del tessuto connettivo: si tratta di una reazione chimica tra zuccheri e grassi (o proteine) che genera la formazione di composti aggressivi denominati Ages (Advanced Glycation End products). Questi composti, legandosi a specifici recettori cutanei, innescano un processo infiammatorio che danneggia vasi sanguigni, linfatici e collagene. Inoltre, un’elevata glicemia causa l’aumento del glucosio circolante che a sua volta favorisce l’accumulo e l’ingrossamento degli adipociti. L'errore che molte donne con la cellulite commettono consiste nel sottoporsi a diete drastiche che non provocano altro che lo svuotamento di aree del corpo non colpite da cellulite come viso, collo e seno.

Bisogna combattere l’effetto “yo-yo”, ossia il brusco e ripetuto saliscendi del peso: queste tipologie di diete non fanno altro che aggravare la situazione perché i tessuti perdono compattezza e aumenta il rischio di smagliature. Cibi per prevenire e combattere la cellulite comunque esistono, regimi alimentari ottimali che permettono anche di aiutare l'organismo a depurarsi ed eliminare i liquidi in eccesso. I cereali integrali ad esempio, tengono l’indice glicemico basso, cioè sono in grado di rallentare l’assorbimento degli zuccheri evitando picchi di insulina che favoriscono l’accumulo delle cellule adipose. Le verdure, ricche di antiossidanti contribuiscono all’azione antinfiammatoria, mentre la frutta ricca di vitamina C e flavonoidi come fragole, arance, mandarini, kiwi e limoni aiuta a proteggere le pareti dei vasi e a limitare la fuoriuscita di liquidi causa di ritenzione idrica. Un’altra buona abitudine è naturalmente quella di bere molto per eliminare gli accumuli di liquidi negli arti inferiori. Nuovo COLLEGAMENTO

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RIMEDI NATURALI

LA FITOTERAPIA I rimedi naturali possono essere un buon supporto alla dieta: integratori alimentari a base di Ippocastano, Rusco e Centella asiatica, ad esempio, oltre ad essere consigliati per favorire la funzionalità del microcircolo, trovano indicazione in caso di gambe pesanti. Tutti gli estratti vegetali come il Sambuco, Equiseto ed Ananas, aumentano la diuresi e il drenaggio linfatico mentre il Carciofo e il Tarassaco intervengono nella regolarizzazione del transito intestinale sostenendo la depurazione dell’organismo. Caffè verde e thè verde inoltre favoriscono il sostegno metabolico e l’equilibrio del peso, oltre a possedere proprietà antiossidanti, drenanti e toniche. La fitoterapia tende la mano anche a chi ha un regime alimentare ricco di carboidrati: formulazioni con complessi glicoproteici e poliaccaridici vegetali specifici permettono di abbassare i livelli glicemici e diminuire la secrezione di insulina. LA FITOCOSMESI Un prodotto anticellulite deve lavorare dove la cellulite si è già formata, in presenza di ristagno di liquidi, accumulo di lipidi ed infiammazione localizzata. L’azione cosmetica è un’azione complessa che coinvolge una serie di meccanismi mirati a migliorare gli inestetismi che si accompagnano al fenomeno della cellulite. Va da sé che le creme giuste sono un valido aiuto in associazione ad un regime alimentare corretto e ad uno stile di vita attivo, soprattutto se sono a base di sostanze in grado di favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso, di proteggere il microcircolo e le fibre del derma come Verbena, Sambuco e Garofano. Un altro ingrediente cosmetico ampiamente impiegato per la sua azione vasodilatatoria è la caffeina, ancora più efficace se associata a zenzero ed estratto di globularia cordifolia. Sempre importante in una formulazione cosmetica è infine la presenza dell’acido ialuronico, una molecola in grado di trattenere acqua fino a mille volte il proprio peso che contribuisce perciò a mantenere la pelle idratata e levigata. Secondo alcuni studi, è di notte che i grassi sotto cute si sciolgono meglio. L’ideale è dunque usare una formulazione a rilascio graduale prima di andare a letto, il momento migliore per applicare i cosmetici. 60

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I MASSAGGI FAI DA TE Per aiutare ad aprire le stazioni linfatiche e ad eliminare i liquidi in eccesso bisogna esercitare delle leggere pressioni con le dita dietro le ginocchia, l’inguine e le ascelle muovendole avanti e indietro. Ripetere questa gestualità ogni giorno. La sera frizionare i punti critici dove gli inestetismi sono localizzati pizzicando la pelle con pollice e indice cercando di sollevare la cellulite dai tessuti. In questo modo si sollecitano i depositi di grasso dai tessuti e si aiuta a contrastare meccanicamente i ristagni di liquidi. LO SPORT In presenza di cellulite è indicata un’attività aerobica soft al fine di attivare la circolazione, favorire l'ossigenazione cellulare e migliorare il tono muscolare. Per bruciare i grassi e attenuare gli accumuli di cellulite tonificando i tessuti gli sport più indicati sono l’acquagym e il nuoto. Per chi non ama l’acqua, vanno molto bene anche nordic walking e la bicicletta. In generale, per un’azione specifica sull'adipe, bisogna mantenere la frequenza cardiaca bassa e ripetere l'attività fisica almeno tre volte alla settimana per circa quaranta minuti: i meccanismi metabolici responsabili dello smaltimento dei grassi si attivano infatti solo dopo 30 minuti di attività aerobica. La cellulite è un osso duro: tutti questi consigli da soli non risolvono il problema, ma se seguiti nella loro globalità possono sicuramente aiutare la guerra alla buccia d’arancia.


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RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1.DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE ENTEROGERMINA 4 miliardi / 5 ml sospensione orale 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Un flaconcino contiene: Principio attivo: Spore di Bacillus clausii poliantibiotico resistente (ceppi SIN, O/C, T, N/R) 4 miliardi Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1 3. FORMA FARMACEUTICA Sospensione orale. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Cura e profilassi del dismicrobismo intestinale e conseguenti disvitaminosi endogene. Terapia coadiuvante il ripristino della flora microbica intestinale, alterata nel corso di trattamenti antibiotici o chemioterapici. Turbe acute e croniche gastro-enteriche dei lattanti, imputabili ad intossicazioni o a dismicrobismi intestinali e a disvitaminosi. 4.2 Posologia e modo di somministrazione Posologia Adulti: 1 flaconcino al giorno. Lattanti e bambini: 1 flaconcino al giorno. Modo di somministrazione Assumere il contenuto del flaconcino tal quale o diluendo in acqua o altre bevande (ad es. latte, the, aranciata). Questo medicinale è per esclusivo uso orale. Non iniettare né somministrare in nessun altro modo (vedere paragrafo 4.4). 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego Avvertenze speciali L’eventuale presenza di corpuscoli visibili nei flaconcini di ENTEROGERMINA è dovuta ad aggregati di spore di Bacillus clausii; non è pertanto indice di prodotto alterato. Agitare il flaconcino prima dell’uso. Questo medicinale è solo per uso orale. Non iniettare o somministrare per altre vie. Un uso non corretto del medicinale ha provocato reazioni anafilattiche gravi come shock anafilattico. Precauzioni d’impiego Nel corso di terapia antibiotica si consiglia di somministrare il preparato nell’intervallo fra l’una e l’altra somministrazione di antibiotico. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione Non sono stati effettuati studi di interazione. 4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento Gravidanza Non sono disponibili dati relativi all’uso di Enterogermina in donne in gravidanza; pertanto non è possibile trarre conclusioni sulla sicurezza dell’uso di Enterogermina durante la gravidanza. Enterogermina deve essere usata durante la gravidanza solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi, compresi quelli per il feto. Allattamento Non sono disponibili dati relativi all’uso di Enterogermina durante l’allattamento relativamente alla composizione del latte materno e agli effetti sul bambino. Non è possibile trarre conclusioni sulla sicurezza dell’uso di Enterogermina durante l’allattamento. Enterogermina deve essere usata durante l’allattamento solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi, compresi quelli per il bambino allattato al seno. Fertilità Non sono disponibili dati sull’effetto di Enterogermina sulla fertilità umana. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Enterogermina non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Durante il trattamento con questo medicinale sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati, classificati secondo la classificazione MedDRA per classe di organi e in base alle seguenti classi di frequenza: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100,<1/10); Non comune (≥1/1.000,<1/100); Raro (≥1/10.000,<1/1.000); Molto raro <1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Classificazione per sistemi e organi Comune Non comune Raro Molto raro Non nota Infezioni ed infestazioni batteriemia (nei pazienti immunocompromessi) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo reazioni di ipersensibilità, compresi eruzione cutanea, orticaria e angioedema Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. 4.9 Sovradosaggio Non sono stati riportati casi di sovradosaggio. 5. PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmacoterapeutica: A07FA –microorganismi antidiarroici ENTEROGERMINA è un preparato costituito da una sospensione di 4 ceppi (SIN, O/C, T, N/R) di spore di Bacillus clausii, ospite abituale dell’intestino, privo di potere patogeno. Somministrate per via orale, le spore di Bacillus clausii grazie alla loro elevata resistenza nei confronti di agenti sia chimici che fisici superano la barriera del succo gastrico acido, raggiungendo indenni il tratto intestinale ove si trasformano in cellule vegetative, metabolicamente attive. Le spore, per loro natura, sono in grado di sopravvivere al calore e all’acidità gastrica. In un modello validato in vitro le spore di Bacillus clausii hanno mostrato di sopravvivere in ambiente gastrico simulato (pH 1.4-1.5) fino a 120 minuti (tasso di sopravvivenza pari al 96%). In un modello che simula l’ambiente intestinale (soluzione salina di bile e pancreatina – pH 8), le spore di Bacillus clausii hanno mostrato la capacità di moltiplicarsi ulteriormente rispetto alla quantità iniziale, in maniera statisticamente significativa (da 109 a 1012 CFU – Unità formanti colonie), a partire da 240 minuti dopo l’incubazione. In uno studio condotto su 20 soggetti, è stato rilevato che nell’uomo, le spore di Bacillus clausii persistono nell’intestino e possono essere ritrovate nelle feci fino a 12 giorni dopo una singola somministrazione orale. La somministrazione di ENTEROGERMINA contribuisce al ripristino della flora microbica intestinale alterata nel corso di dismicrobismi, detti anche disbiosi, conseguenti all’assunzione di terapia antibiotica e che possono essere associati a sintomi gastrointestinali, come ad esempio diarrea, dolore addominale e aumento di aria nell’intestino. In due studi clinici randomizzati e controllati condotti in aperto, ENTEROGERMINA ha dimostrato di ridurre la durata della diarrea acuta in bambini di età superiore a 6 mesi. Utilizzata durante il trattamento antibiotico e nei 7-10 giorni successivi, ENTEROGERMINA ha mostrato di ridurre l’incidenza di dolore addominale e diarrea associati al trattamento antibiotico. I 2 principali meccanismi, di seguito riportati, contribuiscono all’effetto del Bacillus clausii nel ripristino della flora batterica intestinale. Inibizione della crescita dei batteri patogeni I tre meccanismi d’azione ipotizzati per B. Clausii sono: colonizzazione delle nicchie ecologiche libere, che vengono rese indisponibili per la crescita degli altri microrganismi; competizione nell’adesione alle cellule epiteliali, che è particolarmente rilevante per le spore nelle fasi iniziale ed intermedia della germinazione; produzione di antibiotici e/o enzimi secreti all’interno dell’ambiente intestinale. In uno studio in vitro le spore di Bacillus clausii hanno mostrato di produrre batteriocine e antibiotici come la clausina, con attività antagonista nei confronti dei batteri Gram positivi Staphylococcus aureus, Clostridium difficile, Enterococcus faecium. Attività Immunomodulatoria Le spore di Bacillus clausii, somministrate per via orale, hanno mostrato in modelli in vitro e in vivo murini di stimolare la produzione di Interferone gamma e di aumentare la proliferazione dei linfociti TCD4+. Inoltre il Bacillus clausii ha mostrato la capacità di produrre diverse vitamine del gruppo B, contribuendo alla correzione di carenze di vitamine nell’organismo conseguenti allo squilibrio della flora batterica intestinale. Inoltre il grado elevato di resistenza eterologa agli antibiotici indotta artificialmente, permette di creare le premesse terapeutiche per prevenire l’alterazione della flora microbica intestinale, in seguito all’azione selettiva degli antibiotici, specie di quelli a largo spettro d’azione, o per ripristinare la medesima. ENTEROGERMINA, a motivo di tale antibiotico-resistenza, può essere somministrata tra due successive somministrazioni di antibiotici. L’antibiotico-resistenza si riferisce a: penicilline se non in associazione ad inibitori delle beta-lattamasi, cefalosporine (resistenza parziale nella maggior parte dei casi), tetracicline, macrolidi, aminoglicosidi (ad eccezione di gentamicina e amikacina), cloramfenicolo, tiamfenicolo, lincomicina, clindamicina, isoniazide, cicloserina, novobiocina, rifampicina, acido nalidixico e acido pipemidico (resistenza intermedia), metronidazolo. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Flaconcini: Acqua depurata. 6.2 Incompatibilità Nessuna. Periodo di validità 2 anni. Dopo apertura del flaconcino è opportuno assumere entro breve il preparato onde evitare inquinamento della sospensione. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione Conservare a temperatura inferiore a 30°C. 6.5 Natura e contenuto del contenitore Astuccio di cartone litografato contenente 10 o 20 flaconcini. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Agitare il flaconcino prima dell’uso. Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO Sanofi S.p.A. – Viale L. Bodio, 37/b – IT-20158 Milano (Italia) 8.NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO AIC 013046077 “4 miliardi/5 ml sospensione orale” 10 flaconcini AIC 013046089 “4 miliardi/5 ml sospensione orale” 20 flaconcini 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE Data della prima autorizzazione: 04.09.2013 Data ultimo rinnovo: 23.09.2018 DATA DI REVISIONE DEL TESTO 13 Dicembre 2019. CLASSE C-BIS MEDICINALE DI AUTOMEDICAZIONE. PREZZO DI VENDITA CONSIGLIATO AL PUBBLICO DI ENTEROGERMINA 4 MILIARDI 10 FIALE: 15,90€


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Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna

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TEST PER COVID IN FARMACIA Vorrei sapere se la farmacia possa eseguire il test per IgM IgG per l'identificazione del Covid-19 tramite un test diagnostico rapido. Allo stato no ma la materia è in continua evoluzione. Avv. Paolo Leopardi SEQUESTRO DI GEL MANI Chiedo un vostro parere legale in merito al sequestro da parte della Guardia di Finanza di tutti i gel igienizzanti mani che avevo esposto in vendita. Premetto che i gel rispettano le concentrazioni alcoliche consigliate dal OMS e dal Ministero per questa emergenza, sono prodotte in Italia con etichetta regolare "gel igienizzante mani". Il prezzo da noi applicato ha un ricarico del 30%. L'infrazione da loro rilevata è la presenza di un foglio scritto dalla farmacia con la dicitura "gel disinfettante". E' corretto, secondo voi, in questi casi applicare nel verbale l'art. 21 del codice del consumo? A mio parere, anche se sono considerati cosmetici e quindi non possono vantare sulla confezione proprietà disinfettanti possono comunque essere consigliati dal farmacista come prodotti ad azione disinfettante. Purtroppo, nell'ultimo periodo le contestazioni dell'Autorità giudiziaria sono molto stringenti. Nel caso di specie viene contestata la condotta ingannevole che, formalmente, potrebbe pure essere tale. Andrebbero verificate le proprietà tecniche del prodotto per capire se esistono gli elementi per un'opposizione. Avv. Paolo Leopardi Nuovo COLLEGAMENTO

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RICETTE VIA WHATSAPP Con queste ricette dematerializzate che viaggiano via SMS e whatsapp, sta accadendo che, talvolta, i medici inviano una ricetta ad un diverso destinatario. Il paziente viene in farmacia con il codice, si stampa la ricetta, o si stampa la foto, e la consegna. Può capitare che si diano medicine a tutt’altra persona perché il medico ha inviato i codici ad altra persona. Come ci dobbiamo comportare? Il farmacista deve interrogare il sistema con il codice indicato dal cliente e con il codice fiscale. Quindi se non combaciano il sistema non dà la ricetta. Non dovrebbero quindi crearsi errori. Avv. Paolo Leopardi ALLESTIRE IL LABORATORIO GALENICO Vorremmo allestire il laboratorio galenico della farmacia avendo a disposizione un locale idoneo ai parametri richiesti. Oltre a seguire le Norme riportate in farmacopea, vorrei ricevere le indicazioni dettagliate su come agire burocraticamente per arrivare ad ottenere l’apertura di tale laboratorio in farmacia. L'assenza di un laboratorio galenica nell'attuale locale farmacia, presuppone che, per l'allestimento dello stesso, occorra un nuovo locale da annettere all'attuale o la modifica degli spazi dell'esercizio farmaceutico. Di talché, sarà opportuno contattare direttamente o per il tramite della ditta eventualmente incaricata per la ristrutturazione, il Servizio Farmaceutico dell'Azienda Sanitaria competente e di seguito gli Uffici Amministratici competenti per il rilascio della dovuta autorizzazione al fine di verificare i vari adempimenti da porre in atto. Avv. Paolo Leopardi

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RISTRUTTURAZIONE URGENTE Dopo quasi 30 anni, mi trovo a dovere affrontare degli improrogabili lavori di rinnovamento dei locali della farmacia rurale sussidiata, al fine di dare un miglior servizio. Quali sono le disposizioni di legge a cui attenersi e la procedura per iniziare i lavori? Ci sono Leggi regionali, disposizioni dell’ASUR e Comunali da tenere presenti in fase di progettazione e realizzazione? Dovendo ripensare ai locali per uno studio, per il bagno, per il laboratorio galenico, per l’autoanalisi, per altri servizi saltuari e per il magazzino, occorre rispettare per ognuno un certo numero di metri quadri? La mia preoccupazione è che resti poco spazio al pubblico. Visto le gravi circostanze dovute al Covid-19 c’è la possibilità di attingere a dei fondi o a delle agevolazioni per far fronte alle spese da sostenere? Sicuramente la ristrutturazione deve prevedere la richiesta delle dovute autorizzazioni alle Autorità locali. Di conseguenza, vista la necessità di accedere agli Uffici comunali per dette richieste e vista la necessità di contattare una ditta per i lavori di ristrutturazione, consiglio di affidarsi a quest'ultima per tutte le pratiche necessarie. Per quanto concerne l'ultima richiesta non pare allo scrivente che tra le norme "Covid19" siano previste facilitazioni per attività non emergenziali ma esistono già vigenti norme che permettono all'imprenditore l'utilizzo di strumenti economici all'uopo previsti che potrà sicuramente condividere con il proprio consulente fiscale. Avv. Paolo Leopardi


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