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ALTRI MONDI

ALTRI MONDI di Chiara Borzì

NEL 2019 ORIANA MILAZZO, EX GIOCATRICE DI A1 E NAZIONALI GIOVANILI, DECIDE DI APPENDERE LA CASACCA DA BASKET PER PRENDERE I VOTI PERPETUI E FAR PARTE DELLE CLARISSE DEL MONASTERO DI SANTA CHIARA AD ALCAMO, CON IL NOME DI SUOR CHIARA LUCE

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“La pallacanestro è l’unico sport che tende al cielo”, assicurava Bill Russell senza probabilmente immaginare come, anni dopo, una giocatrice italiana di pallacanestro avrebbe scelto di prendere le sue parole molto seriamente.

Nella primavera del 2019 Oriana Milazzo, classe 1991, ex giocatrice della Nazionale U18 e U20, ex di Priolo, Alcamo e Pomezia, prendeva i voti perpetui entrando a far parte delle clarisse del Monastero di Santa Chiara ad Alcamo, diventando formalmente la prima cestista donna ad aver salutato la carriera professionistica in Italia per dedicarsi totalmente alla fede. Famiglia e amici più stretti erano a conoscenza della scelta di Oriana fin al giorno in cui, pochi mesi fa, il quotidiano cattolico Avvenire le ha riservato un’intervista che ha fatto il giro del web. In questo modo la notizia del suo addio alla pallacanestro per la clausura era davvero diventata ufficiale, nonostante il cammino verso la vita consacrata a Dio fosse iniziato almeno dieci anni prima e dentro il campo da basket.

Vivevo la vita che desideravo, ma non ero felice “Ho iniziato ad interrogarmi profondamente a 17 anni circa mentre ero a Priolo - spiega Oriana, oggi Suor Chiara Luce. Stavo per finire le scuole superiori ed era tempo di scelte, l’università o rimanere a Priolo. Mi sono interrogata. Giocare da professionista era quello che desideravo, ma ho iniziato a capire che questo non mi bastava. Vivevo un’insoddisfazione che non riuscivo a spiegare perché, per grazia di Dio, non mi mancava niente, eppure non ero felice. Non ero pianamente soddisfatta e ho iniziato ad aprire il cuore al Signore. A Priolo vicino il residence c’era vicina una chiesa in cui andavo nei momenti di maggiore nostalgia di casa (che ho lasciato a 13 anni) o di maggiore stanchezza per l’attività e in quei momenti sentivo vicino il sostegno del Signore. In quel periodo ho chiesto a lui cosa volesse da me, cosa aveva pensato per me. Chiedevo che me lo indicasse e in quell’anno e arrivata Alcamo, squadra a cui sono stata mandata in prestito in Serie A2. Lì attraverso una dirigente che frequentava il Monastero ne ho conosciuto la realtà ed è iniziato un periodo di travaglio. In quegli anni di crisi ho sentito poi il bisogno di fare qualcosa per gli altri, di donarmi per far avere Gesù agli altri”.

ORIANA MILAZZO HA GIOCATO IN MAGLIA AZZURRA CON L'U18 E U20. TRA LE SQUADRE IN CUI HA MILITATO CI SONO PRIOLO, ALCAMO E POMEZIA

LA CHIAMATA NON ANNULLA IL PASSATO “Ho un ricordo bellissimo della pallacanestro e degli anni in cui ho giocato da professionista - spiega a cuore aperto Suor Chiara Luce - conservo nel cuore tutti i momenti e i ricordi legati alle compagne di squadra con le quali ho giocato con e contro e non ho dimenticato nulla. Sono ricordi per cui sono grata a Dio e che mi danno gioia, ma non li rimpiango perche oggi sono felice. Sono felice perche ho compreso cosa il Signore può fare quando entra nei cuori di ognuno”.

CAMPO E CONVENTO NON SONO POI COSI ESTRANEI! “La scoperta che faccio di giorno in giorno è proprio questa! Alcuni elementi caratterizzanti della pallacanestro li sto ritrovando. Sono entrata nell’ordine di Santa Chiara, fondato da San Francesco D’Assisi, che è basato sulla povertà e la santa unità, la clausura e la dimensione fraterna. Cerchiamo unità, come in una squadra che in questo caso è come una famiglia che segue il signore Gesù. Cerchiamo collaborazione nel rapporto con le sorelle, il sacrificio quotidiano, la fatica del lavoro. In convento siamo 12...”

ORIANA MILAZZO SCOPRE LA CHIAMATA DI DIO A 17 ANNI. I GIOVANI D’OGGI NON HANNO VALORI, REALTÀ O STEREOTIPO? “Non sono d accordo sul generalizzare. Ognuno, ogni giovane ha una sua storia e generalizzare cosi non è corretto. Credo che i giovani siano poco sostenuti dal contesto familiare nel riscoprire i valori. Nel profondo del cuore di ogni essere umano c’è l’impronta divina, c’è un germe buono. I valori ci sono. Sta nel riscoprirli e farli riemergere. Aiuta il contesto sociale e familiare che spesso al momento è debole”.

ORA ET LABORA, MA IL BASKET E’ ANCORA UN ARGOMENTO “Grazie a mia sorella Ilaria riesco a rimanere informata - spiega Suor Chiara - Entrando in monastero non ho dimenticato nessuno. Il mio dovere dinnanzi al Signore è ricordare tutte le persone che ho incontrato nel mio cammino e portarle dinnanzi a Gesù. Mi hanno dato tanto. Il cammino mi dà l’opportunità di fare qualcosa anche per loro. Continuo ad amare lo sport, amo la pallacanestro tantissimo, grazie ad Ilaria me ne sento ancora parte. Non ho nessun rimpianto. C’è dono in ognuno di noi”.

ANEDDOTI DI BASKET IN MONASTERO “Durante la pausa capita anche di giocare a basket con le sorelle”, ci ha spiegato Suor Chiara, e se proviamo a farle notare che, visti i trascorsi, il confronto potrebbe essere impari lei risponde con una fragorosa risata: “Forse!”.

ORIANA VS ILARIA, CHI AVREBBE VINTO? “Non abbiamo mai giocato insieme perché lei è arrivata a Priolo dopo di me, ma se avessimo giocato contro, avrebbe vinto lei - sorride Oriana – è un fenomeno!”. Ilaria è dunque l’unica delle sorelle Milazzo ancora in attività nel campionato di Serie A1 italiano. La sua carriera ha del sensazionale e ha lanciato chiari segnali fin dagli inizi. A 16 anni Santino Coppa la trascina in prima squadra e la fa esordire nella massima serie in uno degli anni più difficili della storia societaria. Ilaria lascia di stucco il PalaEnichem e, partita dopo partita, mostra alle avversarie il tipo di basket che sarebbe stata in grado di sviluppare. Priolo saluterà la serie A poco dopo, ma regalando al campionato di A1 una giocatrice formata per fare la differenza nella difficoltà. Arrivano per lei gli anni ad Umbertide, gli infortuni, voci che la vorrebbero profeta in patria nella sua Sicilia (anche grazie a prestazioni sempre straordinarie davanti al pubblico regionale), ma Ilaria Milazzo oggi e “semplicemente” la capitana della Iren Fixi Torino dopo tre stagioni in Piemonte. Con Oriana condivide la passione per il basket, ma anche la fiducia nella Fede. Un credo che interpreta come ritorno alla semplicità dei rapporti e nel vivere. Il rapporto con la sorella è cambiato diventando un “legame pieno” e la pallacanestro è ancora un argomento durante gli incontri in monastero.

ILARIA MILAZZO E' LA SORELLA DI SUOR CHIARA LUCE. DAL 2017 GIOCA NELLA PALLACANESTRO TORINO IN A1. E' MOLTO VICINA E FIERA DELLA SORELLA

IL CORAGGIO DI FIDARSI “Credo che la fede parta dalla semplicità del cuore - spiega Ilaria Milazzo - Da un fidarsi senza pretese né preconcetti. La società odierna ci ha portati a prediligere la mentalità del “tutto e subito”, a confidare solo sulle nostre forze, a non accettare sconfitte o fallimenti. In questa concezione, credere in un Dio che apparentemente non ti parla, non ti ascolta, non si manifesta, anzi se ne sta in silenzio comporta uno sforzo, un andare contro corrente. Oggi manca forse questo coraggio di fidarsi e di ripartire dalla semplicità”.

LA SEPARAZIONE DA ORIANA NON ESCLUDE UN LEGAME FORTE “Oriana mi ha insegnato a confidare in Gesù Cristo. E non lo ha fatto con parole o sermoni. Ma semplicemente con il suo esempio di vita. Il nostro rapporto è molto maturato da quando è entrata in Monastero. Ogni qual volta ci vediamo, sappiamo che quello è un tempo pieno, di infinita condivisione e comunione. Il nostro è un legame che si rafforza sempre più ed in maniera autentica”.

CON GLI ALTRI TORNIAMO AIUTENTICI “Credo che al giorno d’oggi, più che i valori, si sia perso il desiderio far emergere l’autenticità che ognuno di noi ha e la bellezza che si porta con sé - spiega la capitana della Iren Fixi - questo genera un meccanismo di ricerca costante di un apprezzamento, di una pienezza nelle cose materiali, nelle persone, nel lavoro. Forse ha origine in età adolescenziale ma riguarda un po’ tutti, non solo i giovani”.

DA ORIANA A ILARIA, LA PALLACANESTRO HA SOLO PASSATO IL TESTIMONE “Confermo che la pallacanestro è uno dei nostri argomenti - dichiara Ilaria - rimane sempre uno dei primi. È un amore che lei per prima mi ha trasmesso e che poi abbiamo sempre condiviso”.

La fede in Dio è un elemento che caratterizza le sorelle Milazzo rappresentando nel contesto della pallacanestro femminile italiana un’eccezione abbastanza evidente. Tuttavia non sono le sole: nel passato recenti altre giocatrici che hanno preso parte al campionato italiano hanno apertamente manifestato il proprio credo. Nel basket maschile e in altre discipline, le fede si è trasformata in un elemento aggregante tanto da dare vita ad associazioni presenti in tutto il mondo, specificatamente chiamate “Atleti di Cristo”.

SUOR CHIARA LUCE ENTRATA NELL'ORDINE DI SANTA CHIARA. SI TROVA IN UN CONVENTO DI CLAUSURA ASSIEME AD ALTRE 11 CONSORELLE

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