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NEL DUBBIO... RESTIAMO ATLETI!

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SICILIA MIA

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PALLA E PSICHE - DI ALICE BUFFONI - CENTRO STUDI E FORMAZIONE IN PSICOLOGIA DELLO SPORT

La paura dell’ignoto è un sentimento ancestrale e radicato nell’essere umano, che tende perciò a replicare e ricercare tutte quelle situazioni che lo hanno fatto sentire sicuro e appagato. Qualsiasi elemento che intervenga a rompere questo equilibrio e che lo porti ad uscire dalla zona di comfort, causa reazioni negative a livello emozionale, cognitivo e comportamentale. La situazione sanitaria attuale ha contribuito a consolidare una sensazione diffusa di grande incertezza, le conseguenze più dirette sono l’aumento di ansia, paura, rabbia anche in soggetti che normalmente non ne avevano mai sofferto. Per gestire il disagio che ne deriva, ecco alcuni accorgimenti da adottare quotidianamente, che potranno aiutarci a recuperare una sensazione di controllo, mettendo un freno ai pensieri disfunzionali.

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1. Fare attenzione a quello che ci si dice - Ricordiamo che la nostra mente funziona per immagini e non riconosce le negazioni del linguaggio. Se ci diciamo: non voglio pensare al mio infortunio, la prima cosa a cui penserò sarà proprio l’infortunio e poi dovrò compiere uno sforzo mentale per sostituirlo con un’altra immagine. Un linguaggio interno positivo e incoraggiante è dunque il primo alleato per arginare le sensazioni negative causate dall’incertezza e per dirigere la nostra attenzione su ciò che possiamo controllare. Non è semplice imparare a controllare il dialogo interno, ma con l’esercizio e un po’ di attenzione si ottengono ottimi risultati!

2. Mettersi alla prova - Per gli atleti la sfida è il pane quotidiano, perché allora non utilizzare questa skill a proprio vantaggio? Allenarsi ad uscire dalla zona di comfort in modo graduale e protetto consente di diminuire le sensazioni negative che l’incerto provoca. Come? Una buona soluzione è imparare qualcosa di nuovo, mettersi alla prova in compiti mai affrontati prima o in attività che ci incuriosiscono. Quando affrontiamo qualcosa per la prima volta il nostro cervello si attiva per risolvere il nuovo problema, sperimentando e poi consolidando strategie di adattamento che poi torneranno molto utili: sapremo già come reagire in caso di imprevisto!

3. - Occuparsi e non preoccuparsi Invece di pre-occuparci di ciò che potrebbe succedere, assumiamo un atteggiamento attivo: occupiamoci di ciò che possiamo controllare, trovando soluzioni di volta in volta. Ad esempio, prendersi cura della nostra dimensione di atleti è qualcosa che possiamo controllare; seguire i ritmi di vita più funzionali alla nostra attività agonistica è un ottimo modo per costruire una routine di certezze: andare a letto presto, mangiare in modo sano, allenarci con costanza e attenzione, dedicare momenti della giornata prestabiliti ad attività che ci fanno stare bene.

Il bello di essere giocatrici di pallacanestro è che ogni settimana, con la successiva partita in calendario, abbiamo una nuova chance per metterci alla prova, per riscattarci o per confermare il livello che abbiamo raggiunto. Qualcosa sfuggirà sempre al nostro controllo, ma il basket ci insegna che ci è sempre data la possibilità per ricominciare.

Questa rubrica è tenuta da Centro Studi e Formazione in Psicologia dello Sport, una realtà che utilizza la Positive Psychology con atleti e allenatori,dai settori giovanili all’alto livello agonistico, per rispondere alle principali criticità che si incontrano sul campo di gara e di allenamento, permigliorare performance individuali e ottimizzare il rendimento di squadra.

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