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MA IN MEZZO CHI C'E'?
from PINK BASKET N.22
by Pink Basket
BUZZER BEATER - DI SILVIA GOTTARDI
Non so voi, ma io la prima cosa che faccio alla domenica sera, dopo aver dato un occhio ai risultati, è andare a guardare le statistiche personali di Matilde Villa e Carlotta Zanardi, per vedere se riescono ancora a ripetersi. Cioè, se hai 15 anni ed un talento smisurato, ci può stare che una volta infili un ventello in Serie A in una giornata di grazia, di quelle che anche tirando dallo spogliatoio ti entra tutto, ma se continui a ripeterti allora forse c’è dell’altro.
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Sì, lo so che ormai le conoscete tutti, ma voglio mettere nero su bianco alcuni dati delle due enfant prodige di questa prima parte di stagione, giusto per convincermi, ancora una volta, che non sto sognando.
Matilde è nata il 9 dicembre 2004. In maglia Costa Masnaga sta viaggiando quest’anno a 15.9 punti, 2.9 assist e 12.7 di valutazione di media in A1, dopo 7 partite giocate. Per fortuna, nell’ultima uscita, per la prima volta non è andata in doppia cifra, mostrandoci di essere almeno un po’ umana. Il suo esordio in A1 è avvenuto la scorsa stagione, a 15 anni ancora non compiuti. Gli onori della cronaca sono arrivati quando ha segnato 21 punti contro il Geas… Ma quest’anno i ventelli stanno diventando un’abitudine.
Carlotta è nata il 15 marzo 2005 ed è al suo primo campionato di A2, con la maglia della Brixia Brescia. Figlia d’arte di Laura Marcolini, della quale è stata anche compagna di squadra nel 2018 all’esordio in B a 13 anni. Quest’anno sta viaggiando, dopo 8 partite, a 17.9 punti, 3.4 assist e ben 22.4 di valutazione di media.
Matilde è un grandissimo talento tecnico, sfodera giocate difficilissime come fosse al campetto, senza smettere mai di sorridere. Carlotta è una tiratrice e una leader, ha la capacità di finalizzare i palloni pesanti che nessuno vuole. Settimana dopo settimana le due ragazzine continuano ad incantare, l’unica cosa che possiamo fare è seguire la loro cavalcata, nella speranza che la crescita continui e che loro possano diventare due punti di riferimento per il nostro futuro. Ma il presente?
Mi fermo un attimo e rifletto sul presente. Forse c’è qualcosa che non va se due quindicenni hanno questi numeri da capogiro nei massimi campionati nazionali. E se ci sono anche tante altre giovani che stanno facendo molto bene, tra cui in A1 Madera (2000), Del Pero (’99), Spinelli (2002), Verona (’99) ecc. Sono davvero dei fenomeni o queste prestazioni le riescono a fare perché il livello generale si è abbassato?
È un po’ il ragionamento che si può fare anche al contrario parlando delle “grandi veterane”: Ballardini (‘81) che in A2 domina come e quando vuole, Carolina Sanchez (‘76) che ancora dice la sua in A1 (19 pt in 36 minuti di utilizzo nell’ultima uscita), Cinzia Arioli (‘84) leader di Sassari o Laura Macchi (‘79) che si è ritirata solo per avere più tempo per lo shopping, visto che sarebbe titolare praticamente in tutte le squadre di A1.
Ogni tanto mi domando: dove sono tutte le giocatrici di mezzo, che dovrebbero costituire lo zoccolo duro di un movimento sano? Tolte le giocatrici top del giro della Nazionale, che comunque tendenzialmente si concentrano in poche Società, le altre sono davvero all’altezza dei campionati che giocano?
Sì, lo ammetto, non sono una fan del campionato a 14 squadre (per fortuna abbiamo scongiurato le 16), perché penso che non ci siano giocatrici a sufficienza per mantenere alto il livello. Ma è davvero colpa delle giocatrici di mezzo? Mi sembra che, tanto quanto negli ultimi anni si è lavorato bene sulle giovani (lo testimoniano i risultati delle Azzurrine), tanto si sono fatti errori su queste atlete. Sostanzialmente molte, quelle che non fanno parte delle top, vengono accantonate perché costano più delle ragazzine. Inoltre, si parla spesso di professionismo femminile, ma poi quelle che possono vivere con uno stipendio da giocatrici quante sono davvero?
L’altro lato della medaglia è che proprio grazie alla mancanza di queste giocatrici di mezzo tutte le giovani e giovanissime trovano spazio in campo e hanno modo di mettersi in mostra. In una situazione normale, la quattordicenne Matilde Villa probabilmente non si sarebbe mai nemmeno allenata con la prima squadra, e avremmo dovuto aspettare ancora diversi anni prima di vedere le sue prodezze.
Ma quindi costruiamo il nostro futuro sulla mediocrità o sui talenti che finalmente sbocciano perché hanno spazio in campo? Non importa come la leggete, l’importante è che tutte queste ragazze continuino a lavorare in palestra per crescere, giorno dopo giorno. Alcune diventeranno delle top player, è questo l’augurio per Matilde e Carlotta, ma è importante che anche tutte le altre non si perdano per strada. È importante che diventino delle buone giocatrici di categoria, che diventino giocatrici di mezzo, perché è grazie a loro che tutto il nostro movimento potrà tornare a splendere.