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MARZIA LA SPECIALISTA
from PINK BASKET N.24
by Pink Basket
COVER STORY - DI FRANCESCO VELLUZZI
MARZIA TAGLIAMENTO È UNA DELLE MIGLIORI TIRATRICI DEL CAMPIONATO.TALENTO CRISTALLINO A LIVELLO GIOVANILE, È MATURATA A SCHIOE CON L’ESPERIENZA DI LUGO. ORA È ALLA SECONDA STAGIONE A RAGUSA,UNA SOCIETÀ SOLIDA IN CUI SI TROVA MOLTO BENE
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Bella. Sfrontata. Permalosa. Schietta. Sincera. Benvenuti al Sud. Benvenuti nel mondo di Marzia Tagliamento, 25 anni e 26 tatuaggi. “Ma è in arrivo il ventisettesimo, dedicato alla mia cagnolina Leila che ho preso qui a Ragusa”. Dove Marzia è al secondo campionato, il primo intero perché in quello passato era arrivata in corsa, lasciando Battipaglia. Che è gran parte della sua vita. Perché lì, nel regno di Giancarlo Rossini, ha vissuto il primo trasferimento dalla sua Brindisi, andando a vincere i titoli giovanili e debuttando nel grande basket, lì è tornata da giocatrice vera, anche se chiudendo come proprio non desiderava. Marzia è così: prendere o lasciare.
Puoi subire la sua esuberanza, qualche stravaganza, ma tutto quel che pensa te lo dice in faccia, anche mandandoti al diavolo senza mezzi termini. Devi conoscerla, capirla, interpretarla. Se ci riesci, avrai trovato un’amica importante. “Sono l’opposto di quel che sembro”. E di quel che, magari, qualcuno dice. Perché Marzia, ala di 182 centimetri con un gran tiro da tre che è diventato il suo marchio di fabbrica, vive per la pallacanestro.
MAMMA - Su un campo di basket ci è atterrata in modo naturale, spontaneo, ovvio. “Mamma, Annarita Pagliara, oggi 53 anni, giocava. Ha fatto la serie A, ha allenato ed era incinta di me. Poi c’è anche una sorella, Claudia, di 20 anni, che gioca a Brindisi. E un papà, Fabio, che ha giocato nei campionati minori, ma che dallo sport non si è mai allontanato visto che oggi gestisce una piscina. Forse, quello, sarà il mio lavoro in futuro. Ma prima ho tanto da fare, da dare, da giocare. Anzi, spero proprio di riprendermi la Nazionale.
Le specialiste servono. O no?”. Marzia è aggressiva, ma capace di essere dolce, di sciogliersi se trova una sponda valida. La mora che fa impazzire i tifosi del basket femminile è un concentrato di fisicità e precisione. Perché la struttura è massiccia, la mano caldissima. Il viso da modella. Col pallone da basket in mano è praticamente nata. “Poi a 17 anni (è stata anche al College Italia) ho scelto Battipaglia. La prima volta lontana da casa. Non era facile, oggi sono abituata e il lockdown mi è stato utile per imparare a cucinare la pasta al forno. Ho vinto lo scudetto Under 20, ne ho vinto uno pure col Geas Sesto San Giovanni con cui giocai solo le finali. E ho cominciato a giocare in A-1”.
Marzia è stata MVP a livello giovanile. Poi lo è stata di tutto il campionato, nel 2016. E lì ha fatto il grande salto. Il Famila Schio, la culla del basket femminile. La squadra più forte, l’Eurolega. La tappa della svolta, dell’affermazione. Della consacrazione. “Ho trovato un allenatore come Miguel Mendez (che oggi allena e vince con Ekaterinburg) che mi ha dato subito fiducia. È stato fondamentale per me. Ho imparato tanto e mi sono sentita importante. Rientravo dalla rottura del crociato che mi ero procurata all’Europeo Under 20 in Portogallo alla seconda partita. Quello in cui poi Cecilia Zandalasini si caricò la squadra sulle spalle e arrivammo all’argento. Con Miguel è stato tutto molto bello. Con gli allenatori che ho avuto dopo, Procaccini e Vincent, meno. Io lavoravo duramente in palestra, ma i risultati non li vedevo. Sapevo che a Schio c’erano delle gerarchie, giocatrici di grande peso.
Forse ho subìto qualche persona che mi ha remato contro. Ero titubante, ansiosa. La seconda parte al Famila non è stata semplice, anche se ho trovato alcune compagne splendide come Chicca Macchi e Isabelle Yacoubou che mi hanno aiutata. Miyem sono pure andata a trovarla negli Stati Uniti in pieno campionato Wnba”.

CAMBIO VITA - Marzia ha fatto tesoro di quei due anni di esperienza nella capitale del basket donne. “Dove comunque ho vinto un triplete, campionato, Coppa Italia e Supercoppa e poi ancora una Coppa Italia e una Supercoppa, ma ho anche perso quel maledetto scudetto a Lucca. Che mi fa ancora arrabbiare”. L’avventura a Schio le ha comunque garantito la patente A, quella di giocatrice di alto livello. E così l’anno successivo, estate 2018, la specialista Tagliamento si è trasferita alla corazzata Napoli, attrezzata per vincere lo scudetto, grazie anche alla presenza di Chicca Macchi e di stelle straniere. E invece lì è solo nata la vera amicizia, la più bella nella pallacanestro, con Chiara Pastore, playmaker, peraltro napoletana, mentre tutto il resto è stato da dimenticare.
Perché c’è stato chi quella squadra l’ha fatta fallire. E Marzia ha perso tutto. “Ho avuto la possibilità di andare a giocare all’estero e l’ho colta al volo. Non potevo rischiare di rimanere ferma. Sarei letteralmente impazzita. Anzi, devo ammettere che è stata un’esperienza significativa, che rifarei perché credo che il nostro movimento funzioni meglio fuori. In Italia ci sono davvero troppi pregiudizi. Andai a Lugo, in Spagna, il club in cui è General Manager Catarina Pollini che per il basket italiano significa qualcosa. Mi ha aiutata. E la ricordo sempre. Un’avventura bellissima. Giocavo da straniera e questo ti dà una responsabilità importante. Una responsabilità che stimola parecchio. Sarei potuta anche restare, ma la porta all’estero non la chiudo affatto, anzi la riaprirei in futuro”.
Ma Marzia ha scelto nuovamente Battipaglia dove, però, il feeling è finito in fretta. E si è aperto il portone di Ragusa. “Dove sto benissimo, a parte il freddo. Credetemi che certe giornate d’inverno sono toste. Ma ho imparato ad apprezzare questa bellissima città. E il club è una bella realtà. Mi sono presa la cagnolina perché mi fa una gran compagnia. Io ho trascorso tutto il lockdown qui e pure il compleanno da sola. La pandemia l’ho patita, perché non poter uscire complica tutto. I tamponi? Li odio, non li sopporto più. Ma in squadra mi trovo bene, vedo le compagne, ho un ottimo rapporto con tutte e in particolare col pivot Isabelle Harrison. Poi c’è anche Martina Kacerik che conosco da quando ero ragazzina. Venezia mi sembra la squadra più attrezzata, credo che al momento sia superiore alla solita Schio.
SPECIALISTA - Con Gianni Recupido a Ragusa Marzia non parte nel quintetto titolare che ha Romeo, Santucci e le straniere. Fa la specialista, sfrutta il suo tiro da tre. “Che continuo ad allenare giorno dopo giorno. Amo tirare da fuori, a volte sono più precisa dall’arco dei tre punti che da sotto. Però, questo può servirmi per riuscire a tornare in Nazionale. Ne ho fatto parte con Andrea Capobianco. Ma sento che, prima o poi, Lino Lardo avrà bisogno di me. Io farò di tutto”.
VITA - La vita di Tagliamento in questo momento, oltre al basket, la prende Leila, la cagnolina che adora. In attesa di un fidanzato... “Sono felicemente single. Ho avuto una storia durata un annetto, ma sto bene così. Sicuramente sono l’opposto di quel che posso sembrare. Non me la tiro e quando voglio bene do il cento per cento nelle relazioni, d’amicizia e d’amore. ma sono sempre schietta, ti dico tutto in faccia.
Non voglio facce, ma persone. Se il mondo agisse così tutto funzionerebbe meglio. Anche mia mamma è così. E la apprezzo molto. Sono tanto legata alla famiglia. Io quando una cosa devo dirla la dico, soprattutto con le compagne”. Marzia lega tanto con le straniere. Ha un modello di riferimento in Maya Moore, più che nelle giocatrici nostrane. “Perché è una campionessa vera che ho avuto la fortuna di conoscere quando sono stata in America. L’umiltà è la sua forza. E per questo motivo è superiore a tutte”. L’America è nel cuore e nella testa di Marzia. Che, come ha detto, tornerebbe volentieri all’estero. “Oppure a Milano, una città in cui vivrei”.
Marzia ama la moda: “Vuitton mi piace tanto, ma se qualcuno vuole regalarmi una Chanel si faccia avanti. Io vesto sempre sportiva, ma in certe occasioni mi piace osare ed essere elegante”. Tagliamento è una delle poche cestiste che hanno avuto un contratto con un’azienda di abbigliamento sportivo che, peraltro, lei adora. Lo ha avuto con Nike, dopo di lei è stato il turno di Panzera e Olbis Futo. Zandalasini lo ha con Adidas. E proprio loro dovrebbero essere un traino importante per il movimento che dovrebbe sfruttare maggiormente talento e simpatia delle giocatrici. “Ne ho parlato spesso con la mia agenzia. Il nostro sport è bello e alcune ragazze possono rappresentare bene il movimento a livello mediatico. In effetti, dopo il boom di Cecilia, con la quale ogni tanto mi sento, tutto si è fermato nuovamente. Alcune giocatrici molto conosciute hanno smesso. Una mossa ci vuole. Mi farebbe rappresentare l’inizio di un qualcosa. Credo che la nostra Lega dovrebbe fare qualcosa in più. Alcune atlete possono essere trainanti”.
Marzia pensa anche al domani. E intanto si proietta sul futuro a Ragusa. Come se la passa in Sicilia? “Vedo le compagne, ma amo stare anche da sola. Guardo parecchie serie tv su Netflix, ma pure tanto sport. Basket e calcio, quando ho la possibilità. Sono milanista e uno come Ibrahimovic naturalmente mi incuriosisce. Poi, pur tenendo fede ad una alimentazione molto salutare, mi dedico un po’ in cucina. Ho imparato a fare bene i ciambelloni per la colazione, oltre alla citata pasta al forno. Ma se volete rendermi felice invitandomi a cena, non puntate sul pesce. Sono di Brindisi, vivo in Sicilia, ma proprio non mi piace. Meglio la carne o la pizza. Mentre adoro la pasta col tartufo e il tartufo in generale”. Trovato il punto debole...
