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COMANDA VENEZIA

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RED SHOES ARE BACK

RED SHOES ARE BACK

INSIDE A1 - DI EDUARDO LUBRANO

LA REYER È LA SQUADRA PIÙ BRILLANTE DEL GIRONE DI ANDATA DEL MASSIMOCAMPIONATO FEMMINILE. SOLIDITÀ, TALENTO E APPROCCIO STANNO PORTANDO LASQUADRA ALLENATA DA TICCHI A UNA STAGIONE MEMORABILE. ALLE SPALLE DELLEOROGRANATA, LE CONFERME VENEZIA E RAGUSA E LA “NEW ENTRY” VIRTUS BOLOGNA

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Dunque dove eravamo rimasti? Prendiamo in prestito la celeberrima frase di Enzo Tortora per tentare di riallacciare il filo del discorso del campionato di serie A1 che ha quasi terminato il suo girone di andata e fare il primo punto sostanzioso della situazione. Prima di tutto quel quasi. Per poter dichiarare ufficialmente giocato per intero il girone di andata mancano sei partite, alla data del 25 gennaio: Sassari-Campobasso, Battipaglia-Vigarano, Lucca Sassari, Battipaglia-Lucca, Lucca-Vigarano e Ragusa-Battipaglia. Lucca e Battipaglia sono le formazioni che potenzialmente trarrebbero maggiori benefici dalle eventuali vittorie di questi recuperi ma se si esclude l’aspetto morale e, per le campane, un salto in avanti notevole in classifica e le prime vittorie della stagione, non cambierebbe molto.

Partiamo proprio dalla zona bassa della graduatoria per una volta. Dalla nona (Campobasso e Broni) alla quattordicesima (Battipaglia) posizione ci sono anche Sassari, Lucca e Vigarano. Se Lucca dovesse vincere le tre gare rinviate risalirebbe a ridosso della zona playoff, migliorando la propria classifica. Ed ecco il punto: cosa è cambiato in serie A1 con questa stagione a singhiozzo? Il Covid-19 oltre a mettere in difficoltà tutti, ha cambiato anche i rapporti di forza nella massima serie?

Se come ai tempi di Mike Bongiorno la prima risposta è quella che vale allora questa è no. Non è cambiato quasi niente. La posizione defilata di Lucca dipende dal fatto che la società ha fatto una scelta radicale – e poi ha perso Spreafico per volontà della giocatrice - cambiando molto della squadra che in questi anni ha fatto benissimo. Così come Broni che ha preso una decisione quasi atipica, puntando sulle italiane. Coraggio, lungimiranza, necessità? Vedremo. Per ora la squadra non è giudicabile ma le cinque partite vinte sono un buon segnale.

Così come non è giudicabile ancora Vigarano che a sua volta ha rivoltato la formazione e sta pagando un prezzo molto alto in termini di vittorie. Anche qui il tempo dirà cosa porterà davvero in dote questa scelta. Battipaglia? Il trend è lo stesso della passata stagione e di altre. Le dichiarazioni di inizio 2021 del presidente Rossini sembrano voler annunciare il “rompete le righe” con le giocatrici invitate ad andare via – chi lo volesse ovviamente – e le dimissioni di coach Paciucci che hanno aggiunto grigio su grigio. Domanda: ha senso voler continuare in questo modo quando lo stesso presidente Rossini parla di “figuracce in giro per l’Italia”? Risalendo la zona bassa ecco la Dinamo Sassari, progetto al primo anno che ovviamente potrà essere valutato solo al termine della stagione se la squadra avrà mantenuto la categoria e la società farà un organico che per forza di cose non potrà continuare a ruotare intorno a Cinzia Arioli, classe 1984, che sia chiaro è una delle migliori ma che non può giocare in eterno. Si può pensare ad un settore giovanile?

Ed ora guardiamo la classifica dall’alto dove Venezia sta dominando in tutti i sensi: ha vinto tutte le partite, è prima in tutte le statistiche e soprattutto, gioca bene, proprio bene. Le atlete si trovano negli schemi di coach Ticchi, giocano con facilità ed in questo momento stanno facendo meglio di Schio. Che è lì a due sconfitte di ritardo, maturate con Venezia e Ragusa, contro le quali peraltro avrà il ritorno in casa.

Venezia sta dominando in tutti i sensi: ha vinto tutte le partite, è prima in tutte le statistiche e soprattutto, gioca bene, proprio bene.

E poi c’è la “sorpresa” Virtus Bologna. In alto, molto in alto, stabilmente tra le prime tre della classifica. Con un gruppo di buone giocatrici italiane e straniere forti ben coordinate. E con la presenza di Begic che sembra complementare ma che in realtà è un collante di straordinarie capacità. Anche qui come per Sassari, si aspetta per il futuro prossimo un settore giovanile che dia continuità negli anni al progetto iniziato nella scorsa stagione.

A completare le prime quattro della classe c’è Ragusa che non è una sorpresa per la qualità delle giocatrici a disposizione di coach Recupido, ma lo può essere per la risalita dopo i casi di Covid-19 che l’avevano costretta a fermarsi. Una attenta e precisissima riprogrammazione della preparazione atletica ha permesso alla squadra – che in estate ha inserito Isabelle Harrison nel motore – di inanellare una fantastica striscia di nove vittorie consecutive che l’hanno collocata tra le primissime. Il recupero definitivo di Nicole Romeo ha aiutato la Passalacqua in questo senso così come la stagione di grande sostanza di Mariella Santucci, al suo ritorno in Italia dopo i quattro anni negli Stati Uniti al college.

La sfilza di successi è stata interrotta il 21 gennaio dal Geas che a sua volta ha patito in modo molto importante i problemi legati alla pandemia. La vittoria di un punto sulle siciliane – nel recupero dell’ottava giornata di andata – dopo quaranta minuti di altalena ha messo in evidenza una buonissima condizione mentale e fisica della squadra di coach Zanotti che forse – il condizionale è d’obbligo in questa stagione per tutte le squadre – da oggi può guardare al futuro con un po’ di ottimismo. Venezia, Schio, Bologna, Ragusa, Geas sono le prime cinque al momento di andare online di questo numero di Pink Basket. Dietro stanno provando a fare la loro stagione Empoli, Fila San Martino (forse un po’ in ritardo rispetto al solito) e Costa Masnaga con le quali si compone il gruppo delle prime otto.

Cosa è emerso dal campo dopo il girone di andata? Che il gioco senza palla di Venezia è uno spettacolo e per ora inarrivabile. Che si tira da tre con percentuali accettabili ma che c’è anche meno contestazione di questa soluzione. Si tira da tre per obbligo perché non ci sono molte lunghe da servire sotto canestro. E da qui le basse percentuali: solo cinque squadre su 14 (Geas, Schio, San Martino, Ragusa ed ovviamente Venezia) sono sopra il 50% da due. Della serie: chi ha le lunghe le serve e bene. Altro? Sì. I tiri liberi. A livello di serie A1 che solo due squadre tirino sopra l’80 per cento (Venezia e Campobasso), dieci siano sopra il 70, una al 70% ed una addirittura sotto, denota una certa difficoltà in questo momento del gioco che spesso può risultare decisivo.

Quanto alle giocatrici italiane ci fa piacere annotare qualche buon numero. Molte giovani, dai diciotto anni in giù, in campo. A fine andata, undici delle prime 20 tiratrici da tre per percentuale sono nostrane con Elisa Penna prima al 55 per cento. Sette delle prime 20 sono italiane per minuti giocati (sopra i 30) e fra queste Sara Madera, Matilde Villa e Costanza Verona. Matilde Villa, classe 2004, è 11 a nei punti segnati a partita con 16,31 col record di 36 stabilito con la Dinamo Sassari. Dietro di lei in questa classifica Ostarello, Spreafico, Bocchetti e Madera, sempre tra le prime 20. E poi. La classifica degli assist. Nelle 20 migliori del campionato, dodici sono italiane: Moroni (2 a ), Battisodo, Soli, Arioli, Costanza Verona, Santucci, Matilde Villa, Francesca Dotto, Sottana, Carangelo, Pasa ed Orsili.

Insomma piccole ma dedite alla squadra. Speriamo continuino così e che si trovi il modo di costruire su questo un sistema per reclutare giocatrici italiane lunghe che possano beneficiare di queste qualità. Questa stagione “al di là come andrà a finire” andrebbe considerata un laboratorio partendo da alcune riflessioni. La prima: tranne qualche squadra non si gioca bene. Il livello medio si sta abbassando stagione dopo stagione perché anche le straniere che arrivano non sono tutte così brave da aiutare la crescita del movimento. Le nostre sono brave, bravissime ma hanno bisogno di competere ad alto livello se poi si vuole che questa bravura venga trasferita nella Nazionale maggiore senza dover ancora una volta sentire quella domanda...”Perché dominiamo a livello giovanile e poi a livello senior no?”.

Una stagione, quella attuale che sarebbe dovuta essere di profonda ristrutturazione con una ricerca maniacale della soluzione dei gravi problemi che circondano il movimento – e non solo sia chiaro – e che invece dà tanto la sensazione, anche dal campo, di essere un’annata di transizione in attesa di non si sa cosa. Transizione. Con la certezza che la lotta Scudetto sarà un affaire tra le solite grandi del campionato.

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