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RED SHOES ARE BACK
from PINK BASKET N.24
by Pink Basket
GUARDIA E LADRI - DI SUSANNA TOFFALI
LE COMPAGNE DI UNA STAGIONE
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Gennaio. Sono le 21.45 di un uggiosissimo mercoledì sera ed il tuo squinternato quintetto sta tentando da più o meno tre quarti d’ora di combinare un pressappoco irraggiungibile otto su dieci ai liberi; un obiettivo che forse di primo acchito può sembrare fin troppo semplice, ma che nasconde al suo interno una sfilza di insidie tali che le dodici fatiche di Ercole a confronto parevano un percorso di agility dog.
In lontananza, il torvo sguardo del custode del palazzetto segue silenziosamente la non-parabola della “mattonata” del pivot, che dovrebbe decretare la fine del supplizio. Dovrebbe.
Il ricorrente “solo chi finisce può andare a fare la doccia” (il poscritto “a casa” è sottinteso, finirete sicuramente troppo tardi) risulta in questi momenti quanto mai più ansiogeno che stimolante.
Alla ricerca di un diversivo per sfuggire alle tue responsabilità, ti fissi intensamente la punta delle scarpe e, con orrore, noti che le tue vintage And1 Tai Chi Mid bianche e rosse da sempre compagne di gioie (poche) e dolori (tanti) si stanno lentamente sgretolando e capisci che è giunto l’infausto momento di buttarsi a capofitto nell’ennesima infruttuosa ricerca di un modello di scarpe uscito di produzione nel 2003.
In genere, per avviare la suddetta ricerca, i negozi da esplorare prima di trovare un commesso la cui mimica facciale non corrisponda ad un punto interrogativo alla sola pronuncia del nome della scarpa sono in media almeno quattro.
Il quinto tentativo sfocerà indubbiamente nel paradigmatico cliché che attanaglia la cestista donna dalla notte dei tempi. Il suo ingresso all’interno dell’esercizio sarà puntualmente accompagnato dalle titubanti occhiate dei dipendenti, che si sporgeranno dalle pile di scatole da sistemare per verificare la presenza o meno di tacchi ai piedi della mitologica creatura superiore al metro e ottanta che si sta dirigendo verso di loro e, quasi in coro, pronunceranno il sostantivo secondo solo a “suicidio” nella classifica delle parole maggiormente detestate da qualsiasi giocatrice di basket.
“Pallavolista?” Le possibilità di trovare un minimo di comprensione aumentano esponenzialmente all’aumentare della distanza dalla propria abitazione. Arrivati ad un raggio di circa 60/70 chilometri, ci imbatteremo finalmente nel classico attempato proprietario di una piccola bottega di calzature anni ’90 che di default sosterrà di avere nel retro “proprio la scarpa che fa al caso vostro”.
E, nella maggior parte dei casi, ce l’avrà. Ma sarà sicuramente della taglia sbagliata, di una nuance compresa tra il “terra di Siena decisamente bruciata” ed il “rame particolarmente arrugginito” e con metà suola deteriorata dal tempo e sull’orlo dello sbriciolamento in pieno stile Crostatina del Mulino Bianco.
Il nostro oramai affezionato bottegaio, tuttavia, in crisi esistenziale per non aver accontentato una potenziale cliente (“mai successo in trent’anni di attività, ve lo assicuro!”), alzerà la cornetta del suo sfavillante Siemens S62 ed imposterà un giro di chiamate da far impallidire qualunque funzionario Telecom. In quattro e quattr’otto ci ritroveremo sommersi da una tal quantità di Tai Chi di ogni colore ed assortimento da avere a dir poco l’imbarazzo della scelta. Non se ne vedevano così tante contemporaneamente dal Campionato NBA 1997-1998.
Sollevata, non prima di aver passato almeno cinquanta minuti alla ricerca della combinazione cromatica adatta, ringrazi il gruppetto neo-hippy del quale ormai ti senti parte integrante e tronfia ti allontani con le nuove scarpe fiammanti sottobraccio. Bianche e rosse, ovviamente.