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AMORE INFINITO

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MALEDETTO CRACK!

MALEDETTO CRACK!

PRIMO PIANO di Lucia Montanari

ANIMA DELLA MATTEIPLAST BOLOGNA E SIMBOLO DELLA BASKET CITY “ROSA”,ELISABETTA TASSINARI È UN MIX DI TALENTO, DEDIZIONE E CARISMA. SUL SUO PERCORSO TANTI INFORTUNI E DUE PROMOZIONI CANCELLATE, MA ANCHE ILRAPPORTO SPECIALE CON LE COMPAGNE E L’ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA

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My Back Pages, “Le mie pagine passate”, è una delle più belle canzoni di Bob Dylan. Ci viene in mente, pensando a Elisabetta Tassinari, perché la guardia del Progresso Matteiplast Bologna, a soli 24 anni, di pagine passate ne ha tante da riempire un libro, o meglio un disco intero, se parliamo di musica. Tre infortuni gravi alle ginocchia, la perdita prematura del papà Giovanni (sua prima guida nel mondo del basket), due promozioni cancellate un attimo dopo averle ottenute. La più recente, nel 2017, dall’A2 all’A1 con il suo attuale club, per uno dei motivi più tipici: il venir meno di risorse indispensabili per coprire il budget necessaria per la massima serie. La precedente, nel 2012, invece, per colpa di un evento più unico che raro (si spera): il terremoto che colpì l’Emilia, compresa Cavezzo, dove Elisabetta giocava, proprio durante i playoff di B. La sua squadra fu più forte della sciagura e vinse, ma non durò: la società fu costretta a rinunciare all’A2, in un contesto che richiedeva di affrontare ben altri problemi.

Insomma, un’incredibile alternanza di drammi e risalite, una storia che insegna come la passione e la volontà possano superare ogni ostacolo e far ripartire ogni volta. Non troverete qui, però, un racconto più dettagliato sulle “pagine passate” di Betta Tassinari, che abbiamo appena riassunto. Per due motivi: il primo è che ha già provveduto la firma nobile di coach Giovanni Lucchesi non più tardi di un anno e mezzo fa (digitate “tassinari lucchesi” su un motore di ricerca e troverete facilmente l’articolo); il secondo è che la diretta interessata ci fa capire come preferisca guardare alle pagine presenti e a quelle future, anziché a quelle ormai lasciate indietro.

"Nel piccolo mondo della pallacanestro rosa vengo spesso riconosciuta come "quella che si è rotta il ginocchio mille volte” oppure come “quella che si fa sempre male”. Ecco, proprio la volontà di andare oltre questa etichetta, veritiera ma limitante, è il motore che mi ha spinto a ricominciare da capo ogni volta, con più forza.

"Io mi sento, semplicemente e completamente, una giocatrice di basket. La pallacanestro, oggi, è la mia vita e mi sento realizzata soltanto sul campo. Questo mi ha permesso di non arrendermi alla sfortuna e, anzi, di proseguire una strada che ho iniziato 21 anni fa (sì, a soli 3 di età, ndr), una strada in cui ho incontrato tanti, troppi ostacoli, ma mai nessun cambiamento di rotta: nel mirino sempre e solo un unico obiettivo, diventare la miglior giocatrice che io possa essere."

E allora parliamo del presente. In questa A2 Sud così combattuta, per l’ennesima volta voi della Matteiplast state lottando per una posizione al vertice e tu stai giocando benissimo: oltre 15 punti di media, più quasi 3 assist, e un video dei tuoi “highlights” contro Orvieto da salto sulla sedia... Ti aspettavi un inizio simile, sia a livello individuale che di squadra?

"Il livello quest’anno è davvero alto, probabilmente ancora di più rispetto alla scorsa stagione. Sono tante le squadre complete e coperte su tutti i ruoli che si fronteggiano per i piani alti della classifica. Noi sapevamo che sarebbe stato un inizio difficile e abbiamo cercato di farci trovare pronte. A livello individuale, devo premettere il fatto che in estate mi sono allenata tanto. A livello di squadra invece, devo ammetterlo, non mi sento affatto soddisfatta: a me, come penso a tutte le mie compagne, bruciano ancora le tre sconfitte rimediate sul finale di partita (contro Spezia, Campobasso e Faenza, ndr). Il campionato però è ancora molto lungo e la nostra intenzione è quella di non cedere di un centimetro, né in allenamento né in partita. Io stessa continuerò a lavorare sodo, mettendomi a disposizione della squadra e allo stesso tempo appoggiandomi a quest’ultima".

Nel concreto, gli obiettivi della Matteiplast quali sono?

"Il primo traguardo da raggiungere è la conquista di un posto in Coppa Italia che, come da pronostico, si sta dimostrando alquanto complesso. Per il resto, ovviamente, punteremo ai playoff e poi si vedrà partita dopo partita".

Qual è la chiave della vostra continuità ai vertici?

"Credo sia noto che il nucleo di questa squadra sia lo stesso da parecchi anni ed è il fulcro che compatta tutto il resto del gruppo. La nostra forza è quella di trovare, ogni stagione, la voglia di scendere in campo insieme e di condividere nuove motivazioni ed obiettivi, se possibile sempre più forti di quelli passati. A darci un immenso aiuto e uno stimolo concreto è arrivato, la scorsa stagione, coach Giroldi, grande persona e professionista. Il coach è riuscito, pur nel rispetto del ricordo della nostra vittoria della primavera precedente, a gettare le basi per un nuovo percorso, da zero, che ci facesse ritrovare il senso di lottare per l’A1."

In effetti, per noi che vi seguiamo sui social, la forza del gruppo, l’unione, la serenità che si respira nello spogliatoio, emergono con evidenza. Raccontaci qualche segreto di questo speciale rapporto che c’è in squadra...

"Credo che l’ottimo clima che trapela sui social sia lo stesso che poi viene rispecchiato in campo. Non abbiamo particolari segreti: affrontiamo con la massima serietà il nostro impegno di giocatrici, lavoriamo forte ogni allenamento e siamo sempre pronte al sacrificio. La fiducia che ciascuna di noi ha nell’impegno delle altre ci ha permesso di legarci profondamente e di vivere con serenità e armonia la nostra vita di squadra, in campo e fuori. La cosa più bella e importante, a mio parere, è soprattutto il fatto che ognuna di noi è sempre disposta a fare un passo indietro, anche a proprio svantaggio, per il bene della squadra. In questo ambiente, anche per i nuovi innesti, è facile esser contagiati da un’energia così positiva".

Almeno a una pagina recente del vostro passato, però, dobbiamo ritornare, cioè a quando, due stagioni fa, avete conquistato la promozione in A1, ma poi la società ha dovuto rinunciare.

"È stato un momento molto duro. Ci è stata negata la possibilità di godere di ciò che ci siamo conquistate, faticosamente, sul campo. La vittoria del 10 giugno 2017, contro il Geas, sarebbe stata l’inizio di un nuovo stimolante percorso nella massima categoria, invece si è tramutata in una brusca fine, per quanto siamo ripartire subito dall’A2. In quel periodo di difficoltà, l’ultima cosa che però avrei voluto fare sarebbe stata abbandonare la squadra. Da giocatrice, interpreto la pallacanestro, in primis, come attaccamento alla maglia, alla città e alle mie compagne di squadra. In altre parole, per prima cosa per me il basket è lealtà e ciò comporta tanti sacrifici e rinunce, prima fra tutte, forse, quella a una carriera più brillante. Ma sono quotidianamente ripagata dall’emozione, totalizzante, di scendere in campo con ragazze a cui voglio un bene profondo e dal riscontro di un seguito e di un tifo sempre più numeroso e sempre più legato alla squadra, che riempie ogni sabato il nostro palazzetto e che non si risparmia le trasferte".

Hai nominato l’attaccamento alla maglia e alla città. Hai giocato in entrambe le squadre di Bologna, Libertas e Progresso Matteiplast; sei uno dei simboli della pallacanestro sotto le Due Torri. Qual è il tuo rapporto con la città?

"Amo Bologna come città, al di là della pallacanestro, e di conseguenza porto con fierezza la scritta che ho davanti alla canottiera. Essere un simbolo della pallacanestro bolognese, come mi definite voi, è un grande onore e allo stesso tempo una grande responsabilità che cerco ogni giorno di rispettare con dedizione nei confronti della mia società. Credo che vivere la pallacanestro a Bologna sia un’esperienza unica e molto intensa, sia in senso positivo che negativo. Non si può negare, però, che noi ragazze subiamo una forte perdita di visibilità a causa della presenza onnipervasiva di Virtus e Fortitudo, che godono, giustamente e storicamente, di grande attenzione. Noi veniamo molto dopo, insomma siamo una “Basket City di Serie B”, condizione dalla quale vedo che vengono fatti pochi sforzi per sollevarci. Come dicevo, però, stiamo riscontrando un esponenziale aumento degli appassionati, in gran parte merito di un instancabile lavoro di pubblicità e coinvolgimento sui social e non solo, svolto sia dalla società sia da noi giocatrici".

Dato che le hai menzionate, prova a schierarti: Virtus o Fortitudo?

"Nessuna delle due. Non mi schiero e, onestamente, sono abbastanza disinteressata al dualismo. Per me c’è solo il Progresso Matteiplast Bologna".

Per chiudere allargando gli orizzonti: cosa pensi del momento positivo della Nazionale femminile, che si è appena qualificata agli Europei? Secondo te può essere iniziato un ciclo vincente con le nuove giovani, magari da lanciare in modo ancora più radicale nei prossimi mesi?

"Penso che sia giusto investire sulle giovani con buone prospettive, soprattutto testandole a livello di club, meglio ancora se possono farlo anche nelle competizioni europee. Sono però del parere che, se parliamo di Nazionale maggiore, sia necessario essere concreti e cogliere il meglio dal presente, da chi ha un vissuto più ampio alle spalle, prima che concentrarsi e focalizzarsi sul futuro".

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