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FUTURO INCERTO

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OCHE SENZA ALIBI

OCHE SENZA ALIBI

INSIDE A1 di Giuseppe Errico

DOPO UN MERCATO FARAONICO LA DIKE CERCA IL COLPO SCUDETTO, MA CI SONO GUAI IN VISTA. DALLA FRUIBILITÀ DEL PALAVESUVIO ALLO STOP DELLE AMERICANE, NAPOLI HA DIVERSE GATTE DA PELARE PER NON RISCHIARE DI FAR SALTARE TUTTO

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Dici Napoli e pensi al Vesuvio, alla pizza, al meraviglioso Golfo, ad una storia stupefacente e ad una terra e città uniche al mondo. Se pensiamo allo sport invece facile dire il calcio con lo scudetto di Maradona e con le gesta degli ultimi anni degli uomini prima di Sarri e adesso di Ancelotti. Ma, meraviglia per qualcuno, lo sport a Napoli è anche basket. Lo fu quello maschile con la vittoria della Coppa Italia della Carpisa Napoli di coach Piero Bucchi, correva l’anno 2006, ma da allora il movimento maschile cerca di sopravvivere tra un fallimento ed un altro. Allora sarà ancora più sorprendente sapere che a Napoli il basket è rosa, con la Dike Basket Napoli che cerca di rispolverare i fasti della gloriosa Phard, che nella stagione 2006-2007 riuscì a portare alle pendici del Vesuvio il tricolore dopo aver vinto una EuroCup nel 2005.

UN PÒ DI STORIA. Ben 66 anni per la Napoli del basket femminile: era dal 1941, con l’allora Guf Napoli, che la palla a spicchi partenopea di colore rosa non saliva sul tetto d’Italia. La formazione del presidente Pasquale Panza ha dovuto attendere cinque anni dal suo arrivo nella massima serie prima di iscrivere il nome del Napoli Basket Vomero nell’albo d’oro nazionale centrando un successo che ha il sapore dell’impresa che ci si ferma a gustare dopo uno straordinario cammino, fatto di sudore, sacrificio, determinazione e tanta passione, iniziato sette mesi prima, quando l’8 ottobre 2006 una squadra del tutto ricostruita dal parquet alla panchina, infilò il suo primo canestro vincente. Il cuore di capitan Imma Gentile, la grinta di Stefania Paterna, l’intelligenza tattica di Mariangela Cirone, l’estro di Paola Mauriello, la lucidità di Sara Giauro, la concretezza di Lidia Mirchandani, la freddezza di Nicole Antibe, l’impegno di Valentina Fabbri, la sostanza di Astou Ndiaye, la classe di Kedra Holland-Corn con a capo Nino Molino. Coach Molino che, destino vuole, sia la guida tecnica dell’attuale Dike Basket Napoli, forse la più forte Dike di sempre, quella che può scalzare Schio dal trono di regina d’Italia e riportare il tricolore all’ombra del Vesuvio.

5 STAGIONI Cinque consecutive le presenze della Dike nel massimo campionato. Nel primo anno (2014-2015) arriva addirittura la semifinale play-off contro Schio. Era la squadra del cambio di coach in corso d’opera, da Sandro Orlando a Roberto Ricchini, e della stella di Victoria Macaulay (ventinove presenze, 442 punti). È da qui che a Napoli si comincia a respirare aria di alta classifica e si ritornano a vedere sul parquet giocatrici di primo ordine come Fontenette, Andrade e Chiara Pastore, che torna in A1 con la sua Napoli. La stagione successiva la Dike partecipa all’EuroCup, con l’arrivo e la sconfitta agli ottavi di finale contro lo Spartak Vidnoje. In campionato si ferma al primo turno di play-off con la clamorosa sconfitta contro Torino, che mina inevitabilmente l’avvio della nuova stagione. Infatti, nell’opening day di San Martino, arriva la sconfitta contro Broni e l’esonero di coach Ricchini. Torna così a Napoli Nino Molino: la squadra chiude sesta in campionato e verrà sconfitta nei quarti play-off da Venezia. La passata stagione è quella del ritorno in semifinale play-off, con sconfitta ancora contro Schio, ma questa è un’altra Dike: Gemelos, Harmon, Cinili e Pastore riescono a mettere in difficoltà le future campionesse d’Italia.

ESTATE COL BOTTO Dopo il mercato estivo non ci sono stati dubbi: la candidata numero uno per lo scudetto è la Dike Napoli (con tutti gli scongiuri del caso per gli amici tifosi campani). La società è riuscita in un colpo solo a strappare a Schio due giocatrici del calibro di Chicca Macchi e Kathrin Ress, più la promettente Marzia Tagliamento. A completare un mercato faraonico l’arrivo dagli Stati Uniti di stelle di rara bellezza: Courtney Williams, Gabrielle Williams ed Isabelle Harrison. Un potenziale da fuoco che poche squadre hanno, e che mette anche una certa pressione a chi deve indossare i galloni di favorita: “Siamo consapevoli del nostro potenziale – ci dice capitan Chiara Pastore – ma sappiamo benissimo che non basta essere forti sulla carta per vincere. Come noi, altre squadre si sono rafforzate, quindi nulla è dato per scontato. La pressione del successo la lasciamo alle altre”.

INSEGUIRE In campionato la Dike si trova ad inseguire la capolista Venezia e le campionesse di Schio, ed è proprio contro queste due formazioni che sono arrivate le uniche due sconfitte per le campane. “Il campo ci ha sicuramente detto che siamo lì. – dice Chiara – A Venezia abbiamo retto tutta la partita nonostante qualche acciacco fisico. Con Schio, invece, abbiamo perso negli ultimi secondi (giocando senza le due americane n.d.r.). Il gruppo c’è, e questo è qualcosa che non si può comprare. Per il resto bisogna continuare a lavorare insieme su quei dettagli che alla fine ti fanno vincere le partite decisive”.

PROBLEMI FUORI Se in campo tutto pare volare liscio i problemi attualmente per la Dike arrivano da fattori esterni: l’annoso problema degli impianti di gioco nel capoluogo campano. La Dike ha creato negli anni, nella struttura polivalente di Ponticelli, un piccolo gioiello. Il Pala Vesuvio, grazie al lavoro della società, è diventato un salotto eccellente per gustarsi al meglio le partite. Ma già la scorsa stagione la squadra fu privata per un bel periodo del suo campo di allenamento e di gioco, cominciando a peregrinare per trovare uno spazio adeguato alle necessità. “Le difficoltà furono molte. – ricorda Chiara – È come giocare sempre in trasferta. Non tiri nei tuoi canestri, non corri sul tuo parquet con dolori articolari che vi lascio immaginare. Non senti il calore del tuo spogliatoio, perdi tutti i riferimenti che costruisci durante la settimana in allenamento. Il campo per noi giocatrici è una seconda casa, è vitale”.

Purtroppo anche in questa stagione la Dike si trova costretta a lottare per restare nella sua casa. Il motivo sono i lavori di ristrutturazione di parte del centro polisportivo, che verrà usato come luogo di riscaldamento pre-gara della ginnastica artistica durante le Universiadi, che si svolgeranno a Napoli la prossima estate. Universiadi che a quanto pare nessuno vuole, ma che stanno creando alla società un danno non indifferente. Questa volta non ci sarà altro campo ad ospitare la squadra, in quanto tutti chiusi o impegnati in ristrutturazioni: il rischio, non tanto nascosto, è che salti tutto. Come dire addio sogni di gloria! “Sono cresciuta con mio padre – dice Chiara – che mi raccontava delle difficoltà degli impianti sportivi a Napoli, ma non avrei mai pensato che tutto ciò potesse toccarmi da vicino. È un vero peccato. A Napoli non c’è solo il calcio, la pallacanestro ha una tradizione importante e moltissima gente si è appassionata a noi e ha voglia di venire al palazzetto la domenica pomeriggio. Questi sono valori veri e chiudere sarebbe un grande fallimento per tutti”. Bisognerebbe far appello al buon senso di Comune e Commissario per far sì che la Dike continui a lavorare nel suo impianto di gioco, che non sarà in alcun modo toccato dai lavori per le Universiadi; è arrivato il momento di prendersi la responsabilità di far continuare o fallire un sogno che costa milioni di euro. Le ultime notizie che trapelano non sono certo confortanti, con l’amministrazione comunale che pare essersene già lavata le mani, come un novello Ponzio Pilato.

NOPAY NO PLAY. Il riflesso di questa situazione è uno stop degli sponsor e le ricadute sono facilmente comprensibili. Nelle ultime due partite di campionato Courtney Williams ed Isabelle Harrison non sono scese in campo perché lamentano il mancato pagamento dello stipendio, anche se dopo la pausa del campionato sono comunque tornate a Napoli. “Le difficoltà sono reali e ci hanno impedito di pagare con puntualità – dice il vice presidente Pino Zimbardi – ma sono determinate sempre dal fattore Pala Vesuvio. Gli sponsor hanno cominciato ad avere incertezze contrattuali e si sono un attimo fermati per capire cosa accade. Questo ci sta creando problemi di liquidità”. Il tempo ci dirà se verrà compiuto il delitto perfetto e se ancora una volta il movimento del basket femminile italiano piangerà l’ennesima vittima illustre.

PALLA AVVELENATA

PUBBLICITÀ Vasco Rossi cantava “piccolo spazio pubblicità”, ma lapubblicità su LBFTV in piena azione durante una partita non ce lameritiamo davvero!

NAZIONALE Peschiamo una guardia italo-australiana in un ruolo dove potremmo essere super coperte. Non era meglio trovare un pivot invece?

HIGH DEFINITION Siamo nel periodo della massima risoluzione dell’immagine, ma a Sportitalia pare non se ne siano accorti. Non pretendiamo le partite in Full HD, ma certe volte sembra che abbiano un modem da 56k.

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