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PASSAPORTATE
from PINK BASKET N.03
by Pink Basket
POSTA di Mara Invernizzi
Alcune Nazionali schierano giocatrici “passaportate” molto forti come la Turchia (Quanitra Hollingsworth), la Spagna (Astou Ndour) o la Repubblica Ceca (Kia Vaughn). Anche noi ora abbiamo in maglia azzurra il play australiano Nicole Romeo. Mi puoi spiegare come funziona la storia delle naturalizzazioni per le squadre Nazionali? (Maria Borella, Treviso)
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È importante far chiarezza riguardo al discorso degli “stranieri” che possono giocare nelle squadre Nazionali soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui il fenomeno dell’integrazione sta riguardando tutti a livello globale e in diversi ambiti, tra cui quello dello sport.
Nell’ultima gara a La Spezia in cui la Nazionale femminile ha staccato il biglietto per gli Europei 2019 (ne approfitto per fare ancora i miei complimenti alle ragazze e allo staff) abbiamo visto schierata tra le fila della Nazionale Italiana Nicole Romeo, “folletto” dalle strabilianti doti di ball handling e di straordinaria energia e carattere. Nicole, atleta di origine australiana, con doppio passaporto, tra cui quello italiano, non aveva mai giocato per nessun’altra nazionale, condizione fondamentale affinchè i cosidetti “passaportati” possano giocare per la loro seconda Nazione. Attenzione però, ogni Nazionale non può schierare più di 1 passaportato per gara. La facilità con cui uno straniero ottiene il passaporto dipende, poi, da Stato a Stato.
C’è inoltre una seconda condizione, che si discosta completamente da quella sopra citata, ed è quella per cui un giocatore di origini straniere, con il passaporto italiano, riesca a completare la formazione italiana, che consiste nel partecipare a ben 4 stagioni sportive giovanili in Italia. Se cosi fosse l’atleta risulterebbe a tutti gli effetti giocatore italiano. Stessa cosa vale per i naturalizzati, atleti che a seguito di un matrimonio con una persona di origine italiana, ovvero dopo almeno 10 anni di residenza sul territorio italiano, possono ottenere la cittadinanza italiana.
Le situazioni quindi sono differenti e bisogna fare molta attenzione a non lasciarsi confondere, perché sempre più spesso atleti con tratti somatici non tipicamente italiani, di fatto sono italiani a tutti gli effetti perché nati in Italia da genitori italiani per cui godono di tutti i diritti dei cittadini italiani, cittadini che tra l’altro il mondo dello sport, quanto meno in Italia, cerca ancora di provare a tutelare, giusto o sbagliato che si voglia credere.