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NON SOLO SUPERCOPPA
from PINK BASKET N.12
by Pink Basket
INSIDE A1 di Eduardo Lubrano
SCHIO CONTINUA A GIOCARE AD ASSO PIGLIATUTTO CON LA SUA NONA SUPERCOPPA DI FILA. NEL FRATTEMPO I QUATTRO TURNI GIOCATI HANNO DETTO CHE LE BIG FANNO GIÀ LA VOCE GROSSA MA C’È VITALITÀ TRA LE ‘PICCOLE’
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Ci sarà qualcosa che il Famila Wuber Schio lascerà alle avversarie? Per il momento, a livello di vittorie finali, pare proprio di no. La stagione della serie A1 a 14 squadre è iniziata ancora una volta nel segno delle Campionesse di Italia che, nella Final Four di Supercoppa, hanno prima battuto l’Umana Reyer Venezia in semifinale e poi (guarda caso) la Passalacqua Ragusa che, a sua volta, aveva superato l’Allianz Geas, nella finale del Palaromare, in casa dunque.
Sembravano troppo pronte le ragazze di coach Vincent in quella domenica di metà ottobre, avanti anche di 17 punti, prima di chiudere la partita sul 61 a 54. Impressione smentita solo sette giorni dopo, entrando nel vivo del campionato, ancora a Schio quando le ragusane sono andate a prendersi una specie di rivincita ben più sostanziosa in termini di punteggio nella terza giornata: 52 a 70.
Calma. Prima i numeri, doverosi, per celebrare il decennio di Schio. La Supercoppa 2019 era l’ultimo trofeo italiano in palio negli “anni Dieci”. Una decade dominata in lungo e in largo da Schio: 7 scudetti, 7 Coppe Italia, 9 Supercoppe. La somma dice tutto: 23 trofei su 30 disponibili. A catturare le poche prede sfuggite al cannibale Famila sono state Lucca (l’epico scudetto 2017), Ragusa (2 Coppe Italia) e, all’inizio del decennio, quella Taranto che è stata l’ultima vera rivale alla pari con le arancioni del presidente Cestaro. Il loro duello segnò una delle epoche più equilibrate della nostra Serie A, che per la maggior parte della sua storia è passata da un monopolio all’altro: il Geas negli anni ‘70, Vicenza nei ‘60 e negli ‘80, la Comense nei ‘90, e appunto Schio nel decennio che sta per concludersi. Rispetto alle tre precedenti dinastie, a quella del Famila manca la consacrazione europea.
Torniamo a questo primo mese di campionato dove si sono giocati quattro turni, in cui sono accadute alcune cose importanti, anche se va sottolineato che si tratta solo di quattro partite. In testa ci sono tre squadre: Ragusa, Venezia e Fila San Martino che hanno vinto sempre. Quattro su quattro e senza soverchi problemi nel punteggio se si eccettuano un paio di gare nelle quali Ragusa, con la Virtus Segafredo Bologna, e San Martino, a Sesto San Giovanni, hanno dovuto faticare fino alla fine del quarto periodo per avere ragione delle avversarie.

Anche il Famila è andato bene salvo la gara interna con la Passalacqua Ragusa. È successo che la partita ha avuto un andamento diverso alla gara di Supercoppa: le siciliane hanno sorpassato le venete nel secondo quarto, hanno guidato bene il terzo e poi nel quarto hanno approfittato del calo di Schio per dilatare il punteggio fino a +18. Brutto colpo per la formazione di Schio, ma è l’inizio della stagione, tempo e mezzi per recuperare di certo non mancano.
Dietro le quattro semifinaliste della passata stagione, il gruppo ha faticato a tenere il ritmo. Una delle notizie più belle di questo mese è la buona presenza in campo della Virtus Segafredo Bologna, neo promossa, neo formata, neo tutta insomma. Il gruppo guidato da coach Giroldi nella terza giornata ha coronato un sogno inseguito da anni dagli appassionati e dalle giocatrici bolognesi: vincere una partita al Pala Dozza di Bologna. Vittima di una domenica tutta bianconera – dopo le ragazze ha giocato (e vinto) anche la squadra maschile - è stata la Pallacanestro Vigarano superata 73 a 65 anche grazie ai 23 punti della spagnola Salvadores, una delle più in forma non solo della Virtus ma dell’intero campionato: è la prima per punti segnati dopo 4 partite con 23,7 di media. Niente affatto male.
L’altra notizia rilevante, ed è un’altra prima volta, è stata la vittoria in serie A1 della squadra di Palermo, targata SicilyByCar, 29 anni dopo l’ultima apparizione. Anche in questo caso alla terza giornata, in casa al PalaMangano, con la Iren Fixi Torino, 77 a 70 con Gatling protagonista di 18 punti e 7 rimbalzi. Due vittorie che hanno consentito per il momento alle due neopromosse di lasciare l’ultimo posto in classifica a Battipaglia ed alla Limonta Costa Masnaga, altra nuova arrivata nella massima serie, che sono ancora in cerca del primo successo.

Perché, nel frattempo, l’Iren Fixi Torino è andata a segno con la prima vittoria per una grande prova del suo capitano, Ilaria Milazzo, 22 punti in 37 minuti ma anche 7 rimbalzi e 5 assist, a riprova che le nostre giocatrici possono fare la differenza. Ne parliamo tra poco. La sensazione è che se non accade qualcosa di particolare, ad esempio che le coppe europee sottraggano energie al duo Schio-Venezia, si andrà avanti così per un bel pezzo e Schio rientrerà nel gruppo delle capoclassifica approfittando, per esempio, della prima giornata del mese di novembre quando l’Umana Venezia ed il Fila San Martino si incroceranno al Taliercio, mentre il Famila riceverà Vigarano. Nella stessa giornata andrà in scena il derby siciliano tra Palermo e Ragusa che, se può sembrare sbilanciato a favore della Passalacqua, è sempre un derby, una prima volta di un derby, e quindi chissà...
Il prossimo sarà anche il mese di Ragusa-Venezia e di Schio-Venezia (l’1 dicembre in realtà) quindi a quel punto sapremo con qualche dettaglio in più quale fisionomia avrà preso il campionato. Detto che Venezia e Ragusa non sono una sorpresa, e Schio meno che mai, quella che colpisce per la continuità nel gioco e nella determinazione che sta esprimendo è il Fila, che non partiva da una condizione sanitaria perfetta in alcune delle sue giocatrici. Del gruppo, con due vittorie, la più bella rivelazione è Lucca: Pastrello, Orsili, Madera e Smorto, vanno dal 1999 al 2001, giocano e stanno in campo bene dunque, per ora, sono tutt’altro che scommesse.

E visto che le abbiamo citate, parliamo delle italiane che è un argomento che ci interessa molto. Tra le prime 20 che giocano più di 30 minuti, 10 sono italiane, anzi quella che gioca di più è Marzia Tagliamento della O.ME.P.S. Battipaglia che ogni volta sta in campo 36 minuti e spiccioli. Ed è anche la più giovane di queste 10 italiane poiché è del ’96. Tra le ragazze d’oro di questa estate (U20 ed U18), oltre a quelle citate nelle righe dedicate a Lucca, Costanza Verona al Geas gioca circa 25 minuti di media e Beatrice Del Pero all’Iren Fixi Torino qualcosa in più di 20. Tra i 18 ed i 10 minuti di media per la Toffolo, la Gilli, la Natali e la Nativi. Abbastanza in alcuni casi, forse poco in altri, comunque è un battesimo importante che farà bene a tutte in chiave futura.
Già qualche novità negli organici. La Virtus Segafredo si è rinforzata con Milica Micovic: l’italo-serba, classe 1984 di lunga militanza in A1 (lo scorso anno tricolore con Schio; in passato già a Bologna ma in A2 con la Libertas), porterà esperienza utile alla neopromossa. A Torino il pivot americano Jennings ha annunciato di essere in gravidanza, chiudendo quindi dopo una sola presenza la sua stagione. Palermo ha ingaggiato l’ala-pivot statunitense Shayla Cooper.
Fin qui tutto bene. Quello che non va proprio è il gioco a nascondino che si continua a fare del prodotto pallacanestro in questo Paese ed in particolare di quello femminile. Satellite: le partite vengono trasmesse in diretta sul Mediasport Channel e sono visibili all’interno del pacchetto base Sky al n. 814. Digitale terrestre: le partite vengono trasmesse in diretta sul network DTT Sportivì. Insomma, bisogna andarsi a cercare la serie A1 in televisione o vederla su internet abbonandosi a LBFTV. Rendere fruibile e libero un prodotto come quello della pallacanestro è forse il miglior modo per far proseliti e quindi, forse, di attrarre le risorse necessarie per andare avanti in modo migliore. Nascondersi al grande pubblico non va bene per niente perché non c’è nulla che non vada, anzi. Ma evidentemente far passare questo messaggio è molto, troppo difficile.