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DA GIOCATRICE A COACH
from PINK BASKET N.12
by Pink Basket
PALLA E PSICHE di Alice Buffoni (Staff Spicosport)
Smettere di giocare e cominciare ad allenare? Facile, con tutti gli anni da giocatrice alle spalle… E invece il passaggio al lato oscuro della forza nasconde molte insidie.
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Oltre a una nuova visione di insieme da adottare, l’allenatore ex-campione potrebbe dover fare i conti con la difficoltà a scindere i due ruoli, soprattutto se è al suo primo incarico. La divisa da allenatore comporta responsabilità nuove e metodi di programmazione degli obiettivi molto diversi.
Quali sono allora, in generale, i suggerimenti per un ex atleta che passa dall’altra parte?
1. Uno degli errori più frequenti è quello di proiettare il proprio vissuto sportivo sui giocatori, creando un filtro che non permette di coglierne i bisogni reali o che induce a minimizzare le difficoltà avvertite, perché non trovano corrispondenza nell’esperienza da giocatore del coach. Quindi mai dare per scontato che potenzialità e limiti dell’atleta coincidano con quelli sperimentati dall’allenatore: quello che ha reso grande un allenatore potrebbe non essere la formula esatta anche per i suoi atleti.
2. Dare sempre molta importanza alla comunicazione coach-atleta, una capacità innata solo raramente, ma che si impara con il tempo e l’esercizio e che va coltivata. Saper dare feedback, spiegare una tecnica, una strategia nel modo più efficace è fondamentale per rendere fruibile all’atleta più giovane la preziosa esperienza accumulata dal coach.
3. Un altro aspetto da non sottovalutare è la capacità di non lasciarsi eccessivamente coinvolgere dall’aspetto agonistico della gara, per poter mantenere una lucidità strategico- tattica.
4. Spesso si sente parlare di solitudine dell’allenatore e prima o poi tutti i coach la sperimentano. Nel caso di un ex atleta che passa dall’altra parte, è una sensazione più difficile da gestire, occorre infatti abituarsi a un modo diverso di fare squadra che coinvolga prima di tutto lo staff tecnico, senza ovviamente rinunciare al rapporto umano coi giocatori. Anche l’allenatore-amico deve sapere quando è meglio rimanere fuori dallo spogliatoio.

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* Questa rubrica è tenuta da Psicosport, una realtà che utilizza la Positive Psychology con atleti e allenatori, dai settori giovanili all’alto livello agonistico, per rispondere alle principali criticità che si incontrano sul campo di gara e di allenamento, per migliorare performance individuali e ottimizzare il rendimento di squadra.