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IN MOLISE PER SOGNARE

PRIMO PIANO di Bibi Velluzzi

GIULIA CIAVARELLA HA COMINCIATO A GIOCARE A BASKET SOLO A 12 ANNI, MA ORA È CAMPIONESSA DEL MONDO DI 3X3 E INSEGUE A1 E LAUREA A CAMPOBASSO

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Ha tutto: forza, entusiasmo, testa, carattere. Romana dell’Eur, un papà in polizia, una sorella, Alessandra, dedicata al pattinaggio, un fratello, Lorenzo, a cui piace il volley, Giulia Ciavarella al basket ha pensato tardi. A 12 anni. Ma ha recuperato molto in fretta perché lo scorso luglio Giulia, che ora di anni ne ha 21, è diventata campionessa del mondo di tre contro tre e ora è la stella della Magnolia La Molisana Campobasso che domina il girone Sud della A2 guidata dal tecnico Mimmo Sabatelli in panchina e dalla straordinaria forza iperattiva di Rossella Ferro dietro le quinte. Mimmo e Rossella sono una coppia nella vita, lei ha trasferito l’energia che mette nella storica azienda che produce pasta anche nel basket. “Una donna con la D maiuscola”, racconta Giulia che a Campobasso sta esplodendo come giocatrice di basket normale, inteso come cinque contro cinque. “Per me è più forte nel cinque contro cinque, ha una mano incredibile, quando è in giornata segna da qualunque posizione”, racconta Sabatelli che ogni giorno allena Giulia insistendo su tecnica e fondamentali.

CHE LOTTA Tre contro tre o cinque contro cinque. Questo il dilemma. Giulia riesce in entrambi. Anche se rimane scolpito quel trionfo estivo in cui con le compagne Marcella Filippi, Giulia Rulli e Rae D’Alie, sotto l’ottima guida di Angela Adamoli, ha messo in riga una dietro l’altra Stati Uniti, Cina e Russia, ovvero le super potenze mondiali. “Abbiamo fatto un miracolo. Nessuno si aspettava che vincessimo il Mondiale e invece mi sono ritrovata un paio di mesi con l’indimenticabile gioia del collare del Coni addosso. Giocare il tre contro tre mi piace tantissimo, sicuramente più del cinque contro cinque. Sono una da campetto, questo sì. Ma questo è un gioco difficile in cui contano tantissimo i dettagli. Una partita dura dieci minuti che da fuori sembrano pochi ma in campo sono un’infinità. C’è un continuo stimolo a fare canestro e a me piace tantissimo fare canestro. È la mia passione il tre contro tre, mi piace da pazzi. Spero di continuare a giocare nella Nazionale e di poter partecipare dal 18 giugno al Mondiale di Amsterdam per il quale siamo già qualificate. Si dovrebbe giocare all’aperto, ma non è detto, in Romania abbiamo giocato addirittura in un circo”.

GRUPPO Tra Giulia e le sue compagne del Mondiale si è creata una chimica perfetta: “Abbiamo un paio di chat, siamo diventate amiche davvero e anche con la nostra allenatrice Angela Adamoli c’è un gran bel rapporto. Ci sentiamo sempre e spero lo faremo per sempre. Filippi (ala ora in forza al Famila Schio) è la psicologa del gruppo e non smetterò mai di ringraziarla. Marcella mi ha insegnato ad aprirmi, a buttare fuori. Rae D’Alie (il playmaker di Bologna sempre in A2) è l’energia, una forza della natura, un motorino instancabile. Rulli (lunga di Costa Masnaga) è la più matura, la mamma di tutte, la più pacata. E io? Sono un pulcino bagnato”. Giulia non ha tatuato nulla sul corpo, neppure quello storico trionfo: “Ci pensa per tutte Marcella che è decisamente tatuata”.

STORIA Giulia Ciavarella, nata a Roma, zona Eur Ponte Laurentina il 9 marzo del 1997, si è approcciata tardi alla pallacanestro nella sua Roma: “In casa mia nessuno ci ha giocato e ci gioca. Io avevo cominciato col calcio. Sono tifosa romanista, ammiratrice di Francesco Totti. Con papà (che è vice questore a Roma) sono andata spesso allo stadio a vedere la Roma. Poi un giorno un allenatore mi ha proposto di provare col basket e sono andata avanti. Ho girato tutte le squadre, San Raffaele, Athena, Pomezia, Stelle Marine di Ostia, Viterbo. Lì ho avuto un allenatore importante come Scaramuccia che mi ha insegnato tanto. Devo tantissimo a lui. Una persona incredibile. È stata la parte fondamentale, quella che mi ha fatto amare tanto il basket. Tra tutte le squadre in cui sono stata quella di Viterbo è stata un’esperienza importante. Poi sicuramente trovo un riferimento in Laura Gelfusa che vedo giocare a quasi 40 anni con la stessa passione di sempre. Un esempio per il nostro movimento”. E i suoi genitori che dicono? “Mi hanno seguita a distanza. Non sapevano nulla di basket. Mio padre mi ha trasmesso dei valori e mi ha dato sempre un consiglio fondamentale: ricordare il fair play, rispettare l’avversario prima di tutto. Quel che ancora continuo a fare”.

CAMPOBASSO Ora la vita, tutta la vita, di Giulia è a Campobasso, non proprio a due passi da Roma: “I collegamenti non sono semplici, ma io ci sto benissimo e abbiamo creato una bellissima squadra”. Nel girone d’andata La Molisana ha perso una sola partita con Umbertide e ha rischiato grosso (vittoria di un punto al supplementare) a Selargius, ma ha sempre imposto la sua legge. “Io ho firmato un triennale, che è poi il progetto universitario che sto portando avanti. Ho preso la maturità linguistica. Sono uscita con 82 e ho studiato inglese, francese e spagnolo. Poi ho deciso di intraprendere gli studi in fisioterapia e mi piace tantissimo. Studio per quello all’Università a Campobasso dove penso di stare meglio che a Roma. Poi ogni tanto prendo la mia macchinina, la mia Peugeot 108 e torno a casa. Fare bene all’università mi ha aiutata a crescere come giocatrice. È proprio per questo che in questa stagione sto rendendo al meglio. La serenità negli studi mi fa giocare al meglio e mi fa aumentare la passione. Poi abbiamo un bel gruppo, è una squadra forte (e ben allenata da Sabatelli, malato di basket che vive in palestra ed è cresciuto con Andrea Capobianco al quale è legatissimo ndr) . Sofia Marangoni, playmaker che ha giocato lo scorso anno a Torino, ed Emilia Bove, la lunga che arriva sempre dalla A1, da Vigarano hanno grande esperienza, ma soprattutto tante motivazioni. C’è il play Rachele Porcu che sta facendo molto, una straniera lituana, Laura Zelnyte (ex Nazionale nel suo paese) che sotto canestro si fa rispettare eccome e poi la capitana Roberta Di Gregorio”. Questo il nucleo base della squadra che domina il girone sud della A2. E Poi c’è Ciavarella che segna tanto...”Sono destra, tiro tanto (viaggia a una media di 14,5 a partita, ne ha timbrati anche 33 in una sola gara), adoro fare canestro”. Ma prima, anche per lei, c’è la squadra che domina la A2 e organizzerà le Final eight di coppa Italia del campionato. “Un grande evento con le otto migliori formazioni dei due gironi dell’andata che vogliamo onorare al meglio. Abbiamo perso Giovanna Smorto (ex Venezia andata a Broni quando la squadra lombarda ha perso la play Giulia Moroni per l’infortunio al ginocchio) e quindi siamo un po’ penalizzate nelle rotazioni, ma vogliamo andare avanti, vogliamo continuare così. Non era programmata la promozione in A1, non era questo l’obiettivo di partenza, ma adesso vogliamo giocarcela. Pur sapendo che dobbiamo sacrificarci e giocare tutte qualche minuto in più”.

RINUNCE La prima rinuncia Giulia l’ha fatta scartando in estate qualche offerta in A1 proprio perché credeva nel progetto di Rossella Ferro e della Magnolia. “Ho detto no perché volevo che il basket andasse avanti insieme all’Università. Cerco di prendere il meglio”. Anche nella vita dove Giulia adesso ha trovato l’amore. “Ho una compagna che gioca pure lei. Dopo aver chiuso una storia di quattro anni, ora posso dire di star proprio bene. Anche nella vita di coppia sono serissima e molto pretenziosa”. Come nello sport in cui Ciavarella sta vivendo la sua stagione straordinaria. In un ambiente unico come quello di Campobasso.

TERZO TEMPO Un club che, spesso, dopo le partite interne, chiude la serata con il terzo tempo, quello divenuto celebre grazie al rugby. “Organizziamo tutto in un locale del centro e portiamo le avversarie che possono trattenersi a chiudere la serata con noi tra cibo, musica e allegria, come deve essere (Palermo e Orvieto hanno partecipato al party post partita). Ognuno di noi porta qualcosa da mangiare, tanti si ingegnano, noi mettiamo il beverage...”, racconta l’instancabile Rossella Ferro. E naturalmente la pasta perché a Campobasso La Molisana detta legge. Le ragazze hanno accolto positivamente l’iniziativa e a fine partita si ritrovano e si scambiano abbracci e pareri con quelle che fino a un’ora prima erano le avversarie da battere, con qualcosa di buonissimo da mangiare, una canzone da cantare tutti insieme in stile karaoke e una buona birra. “Vi avevo detto che Rossella è una donna super. Uno dei segreti della nostra riuscita. Un gruppo che è primo in classifica perché dietro c’è una grande organizzazione di base. Le confesserò una cosa: a me non piace cucinare. Non sono proprio una cuoca. In casa viviamo in tre, io e altre due compagne. Ma la società ha creato una convenzione con un ristorante in città e noi a pranzo e cena siamo sempre lì. Dobbiamo pensare a far bene soprattutto in campo, quello è il nostro compito. Perché la società è già impostata come un ottimo club di A1. Ora siamo noi che dobbiamo arrivarci”. La battaglia è lunga, finirà poco prima dell’estate con playoff durissimi. Una maratona per arrivare in paradiso. Dove Giulia vuole approdare, prima di rigiocarsi in Olanda il Mondiale di tre contro tre, la sua vera passione. Con la maglia azzurra addosso. E le sue amiche del cuore, Marcella, Rae e Giulia.

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