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SQUADRA CHE VAI, COMPAGNE CHE TROVI
from PINK BASKET N.16
by Pink Basket
GUARDIA E LADRI di Susanna Toffali
Vademecum sui personaggi che tutti hanno, o dovrebbero avere, all’interno della propria squadra
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Il capitano
Il personaggio più intrigante e, allo stesso tempo, più controverso. Centralinista designata di comunicazioni (necessarie e non) da parte di allenatori, preparatori, dirigenti e custodi della palestra, ha imparato con il tempo a mantenere un invidiabile aplomb dinnanzi a qualsiasi improbabile richiesta o decisione fondamentale da prendere. Come la scelta del pub del venerdì sera. Nonostante gli vengano addossate le colpe più svariate, dalla responsabilità della Defenestrazione di Praga alle cause dello Schiaffo di Anagni, continua imperterrita a ricoprire il suo ruolo di indiscutibile rilievo. L’hanno chiamata “capitano” perché “capro espiatorio” pareva un tantino brutto.
Il baro
Classica faccia da brava ragazza, animo da Eva Kant, si offre sempre per tenere il punteggio di qualunque esercizio o partitella. Il problema? Chissà come, non perde mai. A maggior ragione se si trova in svantaggio con un punteggio di 19 a 2, puntualmente la sua squadra sarà la prima ad arrivare a 21, non senza occhiatacce, proteste e minacce di linciaggio da parte delle compagne. Per vincere a “fulmine” venderebbe pure la nonna.
La polemica
Secondo il terzo principio della dinamica, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Secondo il primo (ed unico, fortunatamente) principio della polemica, ad ogni scelta dell’allenatore corrisponde uno sbuffo uguale e contrario, corredato da alzata di occhi al cielo. Esercizio di tiro? Difesa? Sovrannumeri? Cinque contro cinque? Trasferta troppo lunga? Palestra troppo fredda? Acqua troppo naturale? La coerenza prima di tutto: lei non fa distinzioni, brontolerà in ogni caso.
Miss-on dimenticata…
Spogliatoio. Tra il tranquillo e ridanciano vociare di una dozzina di persone che cercano di non pensare all’allenamento metabolico che le aspetta, un disperato “No, non è possibile, non posso averlo dimenticato…” inizia a farsi largo prepotentemente. In un attimo si apre un giro di scommesse che nemmeno nei peggiori bar di Caracas. In tre puntano sulle scarpe, in due sui pantaloncini, in quattro sulle ciabatte da doccia. Fortunatamente ormai è consuetudine portare sempre degli indumenti in più proprio per sopperire alle sue ancor più consuete dimenticanze. “Chi non ha testa, ha compagne”, fortunatamente.
La zabetta
L’esatto anello di congiunzione tra Maria De Filippi e Barbara D’Urso. Le sue fonti d’informazione sono tra le più svariate, spaziano dalla vecchietta di quartiere ai segretissimi archivi della CIA. Non si capisce bene come, ma riesce sempre ad arrivare sui gossip più succosi prima di chiunque altro (spesso, prima persino del diretto interessato) e a diffonderli a macchia d’olio. Frase più utilizzata? “Tranquilla, non lo dico a nessuno!”
La spaesata
È febbraio, sono sei mesi che fate gli stessi due schemi, il playmaker chiama un semplicissimo “testa”: cinque giocatrici si muovono bene, una no. Dubbiosa, si guarda attorno, cercando un conforto che, puntualmente, non trova. Il panico la assale. Doveva tagliare? Portare un blocco? O allargarsi? Fortunatamente poi qualcuno, generalmente sempre la stessa persona, glielo dice. “Sei in difesa non in attacco”.
La ritardataria
Vive in città da sempre, ma non ha ancora ben capito come interpretare il traffico e le leggi che lo governano. A conferma di ciò, ha la spiccata tendenza ad uscire di casa sempre con cinque minuti di ritardo, credendo sistematicamente di riuscire ad arrivare in palestra con almeno dieci minuti di anticipo. Nonostante ormai abbia dovuto comprare in toto il reparto focaccine dell’Esselunga per adempiere ai suoi frequenti obblighi di paste post-allenamento, continua a sperare di beccare la famigerata “onda verde” sulle strade piene di semafori. Segni particolari? Non avvisa mai.
(Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale… Forse.)