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CREMA SUPREMA

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DONNE E BUOI

DONNE E BUOI

INSIDE A2 di Manuel Beck

LA PARKING GRAF CONQUISTA LA COPPA ITALIA DI A2 PER IL SECONDO ANNODI FILA. A CAMPOBASSO TRE GARE DOMINATE DALLA SQUADRA DI SGUAIZER, ANCHE SE LA SORPRESA MONCALIERI HA LOTTATO SINO ALL’ULTIMO IN FINALE. MELCHIORI MVP.

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Vincere una Final Eight è umano, ripetersi è diabolico. Da Alessandria 2018 a Campobasso 2019, è ancora la squadra di Diego Sguaizer ad alzare la Coppa Italia di A2. Nel formato a 8 squadre, con 3 partite da vincere in 3 giorni e risultati imprevedibili, spesso contro pronostico e senza un filo logico rispetto al giorno prima, due trionfi di fila sono un’impresa straordinaria.

Non può essere un caso, soprattutto quando si domina come ha fatto la Parking Graf in questa edizione: scarto medio di +14 nei tre referti rosa; mai in svantaggio, tranne il 1° quarto della gara d’esordio. “Una vittoria incredibile, del collettivo. Pensavamo di calare dopo la prima giornata, invece siamo cresciuti. In questo tipo di competizioni conta arrivare in forma”, ha sintetizzato coach Sguaizer dopo il trionfo. Ed è esattamente così: le biancoblù della Bassa Padana hanno impressionato per la condizione (86 punti a referto, contro 75, in una finale giocata su ritmi forsennati, in barba alle fatiche di 120 minuti in 3 giorni) ma anche per la capacità di vincere in modi diversi, sfruttando tutte le opzioni di un organico profondo, con una staffetta di protagoniste tra una sera e l’altra. Palermo è stata sepolta di triple (13 su 30) sotto la guida di Caccialanza e Rizzi, 15 punti a testa; contro Faenza, dominata oltre ogni aspettativa (76-59 ma Crema ha toccato il +30), ha fatto la differenza il gioco interno con la solidità di Nori (17 punti + 10 rimbalzi) e Parmesani (7+12). E in finale la squadra del presidente Manclossi ha retto l’urto dell’energia di Moncalieri, che aveva steso Campobasso e Costa, rispondendo con un volume di gioco ancora maggiore, quantità e qualità con quasi il 50% sia da 2 sia da 3; Melchiori top scorer (21 punti) davanti a Blazevic, Parmesani e Capoferri. Aggiungendo alle fin qui nominate le utili Cerri, Grassia, Iuliano, si compone un rebus insolubile per le avversarie, che contro Crema non sanno mai chi potrà ammazzarle né come. In campionato, a volte, la mancanza di una o due leader fisse può essere un limite; ma in Coppa da due anni non ce n’è per nessuno.

Il premio di miglior giocatrice è andato a Francesca Melchiori: la guardia 25enne, a Crema da questa stagione dopo 5 campionati di A1 tra Venezia e Lucca, torna a vincere la Coppa di A2 a 6 anni da quella conquistata con Venezia, dove era approdata dopo gli inizi sotto la guida del padre Lorenzo al Cavallino Bianco (piccola società di Poasco, hinterland milanese) e il successivo periodo romano al College Italia. Suoi i 5 punti più pesanti intorno al 38’ della finale, con una penetrazione convertita in due liberi e poi una tripla, che hanno respinto Moncalieri quando si era riportata a un solo possesso di distanza.

LA SORPRESA La Coppa ha confermato il suo vizio di ribaltare le gerarchie di campionato: di nuovo fuori al primo turno le teste di serie numero 1, cioè le leader dei due gironi, Alpo e Campobasso, come Sesto S. Giovanni ed Empoli lo scorso anno. Mentre Moncalieri ha confezionato due imprese arrivando in finale da neopromossa, curiosamente come il Geas nell’analogo evento di A1. Se Crema merita un 10 e lode, il voto per l’Akronos ci va vicino. Già capace di stupire in campionato, dov’è quarta senza aver pagato nemmeno all’inizio lo scotto della matricola, la squadra di coach Terzolo s’è caricata per l’evento ideando una divisa speciale, con il disegno di un muro multicolore, simbolo della sua scalata “mattone dopo mattone”. E il muro di Moncalieri ha infranto le ambizioni di Campobasso (69- 63), con un break decisivo di 10-0 verso metà ultimo quarto; poi quelle di Costa Masnaga (78-71), con uno “tsunami” d’energia e scorribande a tutto campo che ha ribaltato la semifinale, da -11 a +13, fra metà 2° quarto e l’inizio dell’ultimo.

In finale le torinesi hanno dovuto sempre inseguire, ma non hanno mai mollato: da -10 al 5’ dalla sirena sono arrivati a tentare con Landi la tripla del pareggio, andata sul ferro a -2’30”. Poi è finita la benzina, per la prima volta dopo tre giornate allo spasimo. Solidità sotto canestro e intensità sul perimetro: una formula già apprezzata in campionato, riproposta con ancor più efficacia qui in Coppa. Inarrestabile Grigoleit, 61 punti in 3 partite, ben spalleggiata dalla 2000 Conte nei quarti (top scorer con 19) e da Cordola nelle altre due partite (23 punti in semifinale), ma anche dalla precisione al tiro di Domizi, dal versatile atletismo di Katshitshi, dalle corse inesauribili di Berrad, e non solo. Una bella realtà già oggi, ancor più in prospettiva se si considera le tante giovani in organico. E intanto arriva Trucco per il finale di stagione.

LE SEMIFINALISTE A metà del guado, né gloria né fallimento per Faenza e Costa. Le romagnole della player-coach Ballardini non hanno avuto mezze misure. Strepitose nei quarti contro Alpo, eliminando la capolista del Nord con un netto 71-57, con una combinazione micidiale fra il predominio interno di Preskienyte (8/8 da 2) e le 5 triple di Policari. Svuotate invece l’indomani contro Crema, tirando 15/67 dal campo; non male Morsiani e Franceschini, ma Ballardini non è stata la consueta “SuperSimo” dei grandi appuntamenti (6 punti con 0/5). Le brianzole di Pirola hanno convinto contro La Spezia, limitando Packovski a 6 punti e prendendo il largo dal 3° quarto con una sicurezza e una profondità che sembravano, per quasi metà partita, riproporsi l’indomani con Moncalieri. Invece dopo il +11 si è spenta la luce, e quando si è riaccesa, sul -13, era troppo tardi per rimontare, anche se due triple per il -2 sono finite sul ferro negli ultimi secondi. Ricorrenti, questi sorpassi subiti alla distanza, nelle 5 sconfitte stagionali di una B&P Autoricambi che quando le avversarie alzano al massimo l’intensità difensiva dà l’impressione di essere un po’ “leggerina” e con poche alternative al trio Vente-Rulli-Baldelli (57 punti su 71 della squadra in semifinale). Non va dimenticato che le senior sono solo 6; il resto dell’organico è classe 2001-02.

LE DELUSE Non tutte dietro la lavagna allo stesso modo, ma per quanto mostrato finora in campionato, s’aspettavano di meglio le quattro eliminate al primo turno. Soprattutto le padrone di casa, per la grande attesa suscitata, in una piazza “giovane” ma già calda per il basket femminile, da una stagione di vertice assoluto. Le 3 sconfitte nelle 5 giornate precedenti la Coppa, per quanto avvenute contro avversarie d’alta classifica, erano però un campanello d’allarme per Campobasso, indice di una forma calata rispetto ai primi esaltanti mesi. Forse ha pesato più questo che la pressione di non fallire di fronte al proprio pubblico. Moncalieri ha fatto la sua tostissima prestazione, ma la miglior Magnolia l’avrebbe probabilmente battuta. Invece, davvero bene hanno giocato solo Marangoni e Porcu, 42 punti in coppia; è mancato il reparto ali-lunghe, con Zelnyte, Ciavarella e Bove a totalizzare 10 punti con 4/20 al tiro. Nonostante questo, le molisane di coach Sabatelli se la sono giocata spalla a spalla fino al break fatale nell’ultimo quarto.

Peggio è andata, almeno nelle proporzioni della sconfitta, all’altra “numero 1” del tabellone, Alpo: anche le veronesi, probabilmente, non sono arrivate al loro meglio, senza Zanella, con Dell’Olio e Galbiati reduci da una partita saltata (peraltro nessuna delle due ha sfigurato). Sempre a inseguire Faenza, sono affondate nel 3° quarto, con un parziale di 2-16 che le ha spedite anche a -22. Zampieri ha fatto il suo (15 punti e 8 rimbalzi) ma la vera Alpo non s’è vista. Succede. Le altre due hanno sofferto un organico risicato.

La Spezia si è presentata senza Cadoni, coinvolta in un incidente stradale; e per una squadra già piuttosto “corta”, fare a meno di una pedina del quintetto pesa il doppio. In più, come detto, Packovski è stata ben lontana dalle sue medie e in attacco è mancata almeno una spalla per l’ispirata Templari (21 punti). Quella delle liguri, terze a 2 punti dalla vetta, resta comunque una stagione eccellente.

Palermo s’è schiantata contro le triple e i ritmi superiori di Crema: quasi una nemesi per lo scorso anno, quando demolì Costa con una prova balistica leggendaria di Miccio, 10/15 da 3 per 44 punti. Stavolta la fromboliera dell’Andros si è fermata a 12 e la squadra ha tirato 2/17 dall’arco; non sono bastati i 15 punti di Russo né i 13 rimbalzi di Vandenberg. In campionato le siciliane stanno utilizzando da mesi la stessa rotazione ridottissima senza pagare dazio; anzi, sono a un passo dalla vetta. Ma questa Coppa (evento) ha premiato caratteristiche che Coppa (coach Santino) non poteva mettere in campo. E il girone Nord ha stampato un 4-1 nei confronti diretti col Sud.

L'AMBIENTE Tante iniziative di contorno, un entusiasmo persino commovente nella cerimonia d’inaugurazione al PalaVazzieri, con Valentina Vignali madrina, nella doppia veste di donna di spettacolo e giocatrice di A2 all’Athena Roma. Spalti pieni per il quarto di finale della squadra di casa, e se questo era prevedibile, non lo erano le numerose presenze anche nelle serate successive, senza più Campobasso: buono il colpo d’occhio offerto dalle tribune alle telecamere di Sportitalia. Da notare che la finale di A2 ha goduto della vetrina televisiva mancata a quella di A1, trasmessa solo in streaming…

IL CAMPIONATO riparte così Ultime 6 giornate di stagione regolare tutte da vivere. Nel girone Nord, marzo ha rilanciato Alpo al comando solitario dopo il big match vinto su Crema (58-55) e il passo falso di Costa a Udine. Saldi i piazzamenti dal 4° al 6° posto per Moncalieri, Castelnuovo e la stessa Udine, che però ha perso un paio d’occasioni abbordabili per capeggiare questo gruppetto. La settima piazza di Vicenza non pare a rischio. Per i playoff, Milano e Carugate insidiano ancora il B.C. Bolzano, che ha Ress ferma ai box per infortunio. Vivissima la lotta-salvezza, con Varese autrice di due imprese e appaiata alla Pall. Bolzano: entrambe con 4 lunghezze da rimontare sulla zona-playout, occupata da S. Martino, Marghera, Ponzano e Albino in un fazzoletto di 2 punti.

Al Sud la frenata di Campobasso, battuta da Bologna e Faenza, ha ricompattato la classifica al vertice: molisane raggiunte da Palermo (bel colpo a Faenza), con il team felsineo e Spezia a -2. In grande ascesa proprio Bologna, che dopo aver risolto le tensioni interne post-esonero revocato a coach Giroldi sta macinando vittorie, compresa quella su Ballardini e socie, scese al 5° posto. Per i playoff, continua la scalata di Valdarno, con un tris di vittorie-thrilling su Selargius, Civitanova (attuali duellanti per l’8° posto-playoff) e la rivale per la sesta piazza (con un pensierino alla quinta), Umbertide. Per la salvezza diretta, ma non ancora tagliate fuori dai playoff, ci sono Cagliari e la Nico. Verso i playout le due romane; lotta tra Savona e Orvieto per evitare la retrocessione immediata ma non s’arrende Forlì, rilanciata dagli innesti di Aleotti e Lolli Ceroni.

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