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WANNA BE MVP

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WOMEN FRIENDLY

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PALLA E PSICHE di Alice Buffoni/Staff Psicosport

Quando pensi di non aver niente da perdere arriva la grande prestazione. Il giorno prima avevate 38 di febbre, ma oggi siete stoicamente in panchina, con la vista un po’ annebbiata, avvolte negli asciugamani di tutte le compagne. Provate caldo, freddo, caldo e poi vi tocca entrare in campo. E’ lì che accade il miracolo: recuperate palloni, prendete rimbalzi, la palla esce dalle vostre mani con una precisione mai vista: Mvp e Career High.

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A scanso di equivoci e per non evocare l’antidoping su tutti i campi a partire da domenica prossima, possiamo assicurare che non è merito degli antibiotici. Ammalarsi non è necessario, chiudete le finestre, rimettetevi la felpa e continuate a leggere. Capiamo piuttosto cosa succede in questi casi nella testa di un giocatore: la stessa dinamica infatti si presenta anche in caso di infortunio, per esempio una scavigliata in settimana, un risentimento muscolare.

Non avere aspettative di risultato aiuta a scendere in campo concentrati su una cosa soltanto: la nostra prestazione, ovvero fare al meglio ciò che possiamo nonostante non siamo al top della forma. In termini tecnici significa mantenere il focus sul compito e non sul risultato, annullando di fatto la pressione. E come la psicologia dello sport ci insegna, anche se la nostra migliore prestazione non sempre coincide con la vittoria, è un ottimo presupposto per ottenerla.

Questo fenomeno non coinvolge solo gli individui, ma può interessare un’intera squadra. E’ il caso per esempio di quelle formazioni considerate da tutti outsider, che sfoderano prestazioni sontuose e magari da neopromosse conquistano la finale di Coppa Italia. Vi ricorda qualcosa?

Esattamente: Moncalieri. In serie ha eliminato Campobasso, Costa Masnaga e ha tenuto sulle spine Crema. Nelle interviste all’intervallo di ogni match, Samira Berrad e Ilenia Cordola hanno espresso lo stesso pensiero: è la nostra prima Coppa Italia, vogliamo godercela, dare tutto, metterci passione e intensità. Il focus delle ragazze era sul Qui ed Ora, su ogni singola azione, su ogni singolo possesso, per trarre il massimo da una situazione nuova ed esaltante che la maggior parte di loro non aveva mai vissuto. Il risultato era una posta in palio secondaria.

Posto che si gioca sempre per vincere e che sarebbe meglio non scavigliarsi mai, esistono diverse tecniche di mental training per allenare gli atleti a stare sul momento e a mantenere il focus attentivo sui compiti tecnici, escludendo dalla mente le aspettative di risultato. Cosa che inoltre consente di gestire le energie fisiche e mentali al meglio per non arrivare poco lucidi nei minuti finali. So…Keep calm and call a Sport Psychologist!

Questa rubrica è tenuta da Psicosport, una realtà che utilizza la Positive Psychology con atleti e allenatori, dai settori giovanili all’alto livelloagonistico, per rispondere alle principali criticità che si incontrano sul campo di gara e di allenamento, per migliorare performance individualie ottimizzare il rendimento di squadra.

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