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L'ANNO DELLA COMETA
from PINK BASKET N.09
by Pink Basket
(SA)TIRO SULA SIRENA di Paolo Seletti
REGULAR SEASON
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La stagione è scivolata via con relativa tranquillità, a parte che a metà Napoli ha detto che non ci stava più, e che i pazzi siete voi. E tutti pensavano, dietro le cappelle fatte, che il presidente era impazzito, o forse aveva bevuto. Ma la squadra aspettava i playoff e lui lo sapeva, e non era così che doveva andare. Ma tutto questo evidentemente Alice non lo sa, anche se in effetti tanti adesso dicono: “Io lo sapevo da anni!”
PLAYOFF, CHI SI È SEDUTO SUL TRONO (spoiler)
Sconfitte le armate dei non morti, nel senso di quelli che erano riusciti a non chiudere a metà campionato, Il Famila Schio approda ai Playoff, la battaglia finale. E vince il decimo scudetto, quello della stella. Che poi è una non notizia, dato che lo avevano predetto nell’ordine Paul Pierce (quello che “la finale NBA sarà indubitabilmente Celtics-Houston”, e che negli USA quando parla fa crollare Wall Street perché tutti i broker si toccano le palle -del toro- che nel gergo vuol dire “svendere tutto”), Bob Brezny, il polpo Paul, il corvo con tre occhi, suor Paola e mia madre.
Dopo essersi scartavetrati elegantemente i maroni fino a diventare immacolati, Re Cestaro e i suoi hanno marciato trionfalmente sui playoff superando Vigarano, peraltro una delle sorprese della stagione, solo con un organico un po’ giovane. Pare che Mascia e socie abbiano capito i punti deboli delle avversarie quando han visto Gilli e Natali (due talenti veri, anche perché giocano tanto e bene) aprire un pacchetto di Plasmon all’intervallo. Le hanno distratte lanciando sonagli, barattoli di Didò e ninnoli colorati e sciogliendo calmanti nei biberon. 2-0 e a nanna presto, ma ferraresi a testa altissima.
Ostacolo successivo San Martino di Lupari, dove per l’ennesima volta quel Napoleone di Larry Abignente ha fatto un mezzo miracolo e ha portato le orange a gara 4. Peccato che essendo il sosia di Giuliano dei Negramaro, nel match decisivo cantasse all’Arena di Verona, tra l’altro con Jasmine Keys corista, tipo Whoopi Goldberg in Sister Act, solo un po’ più alta e rock. Le MetaLupe senza il loro condottiero si son disperse, 3-1.
Ed eccoci alle finali che approdano a Ragusa, che non ha tre straniere, ha tre draghi, ha vinto la Coppa Italia e tutte le gare secche della stagione e dopo aver eliminato Venezia in gara 5, domina gara1 delle Finals. Finché al 37’ controllando su Booking le ragazze han capito che ci sarebbe stata gara2: parziale di 12-0 in 1’. Svelato il trucco, Schio ha allungato sul 2-0, tanto c’era gara3. Poi le serie va in Sicilia, e spalle al muro la Passalacqua va ovviamente sul 2-1 giocando come gli Spartani alle Termopili. Ma in gara 4 quella vecchia volpe di Masciadri, come si evince dal labiale, suggerisce alle americane avversarie che si gioca su 7 gare e il gioco è fatto. È scudetto.
Nel frattempo Quigley è risultata piuttosto dominante rispetto al livello dell’A1, e sembra che sia rientrata a Schio a cavalcioni sulla carlinga dell’aereo gridando “Dracarys!” In preda all’euforia nel tentativo di mettere a ferro e fuoco la trinacria. Fortunatamente era un volo Alitalia, si è solo incendiato un reattore.
CAPITOLO A PARTE: MASCIADRI
Il tramonto della stagione fa spazio alla stella di Schio, quella sulle maglie e quella cometa, di Masciadri, una che passa ogni 150.000 anni e indica a tutti la strada da seguire. Dopo che questa immagine mi candida automaticamente al premio Strega, inteso come quantità di liquore all’alcool test, vi attendo con un ultimo scoppiettante mese che aprirà i battenti sul 2020.