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4.3 Avanguardie Matematiche …………………………………... pag

Possiamo affermare che il legame tra Escher e la Matematica è indissolubile ed incontestabile perché dietro ogni sua opera c’è sempre un grande studio matematico. Il suo percorso di ricerca per giungere alla comprensione delle regole di costruzione dei suoi disegni non è andato perso, in quanto custodito nei suoi fitti appunti e disegni raccolti in una serie di semplici quaderni di scuola i cui quadretti lo aiutarono a tracciare le griglie dei tasselli elementari delle sue figure, fissare i suoi schizzi ed esprimere le sue idee tramutate in opere grafiche. In una delle pagine Escher annotò anche una citazione del filosofo spagnolo José Ortega y Gasset (1883/1955) : "È impossibile capire bene gli essere umani se non ci si rende conto che la matematica scaturisce dalla stessa fonte della poesia, cioè dal dono dell'immaginazione". (11)

Dai quaderni e dalle sue opere si evince che queste hanno un unico comune denominatore matematico e che Escher pose la sua attenzione soprattutto sulle geometriche tassellazioni bi e tridimensionali dello spazio, sulla realtività, sull’ “effetto Droste”, sulle figure topologiche, sull’illusione ottica e sullo sviluppo infinito delle forme, anticipando l’arte frattale. Le tavole di Escher risultano ambigue, impossibili e assurde perché si basano su paradossi percettivi che non sono di natura fisica ma logica. Mostrano che la realtà delle cose non esiste, non è oggettiva, ma viene strutturata in base ai bisogni specifici di chi la osserva. Le sue opere rivelano la molteplicità dell'esistenza che fluttua su più piani del reale, talvolta opposti e inconciliabili, e quindi forieri di molteplici verità. Escher possedeva una genuina meraviglia e curiosità per le Leggi che governano il mondo ed aveva la consapevolezza forte delle infinite possibilità artistiche che queste offrivano, facendo si che diventasse un vero ponte tra l’Arte e la Matematica.

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4.3. AVANGUARDIE MATEMATICHE Per alcuni secoli dopo il tardo Rinascimento le strade dell’Arte e della scienza presero strade diverse, ma all’aurea proporzione per la composizione delle loro opere faranno ricorso sempre tantissimi artisti, soprattutto gli impressionisti. Uno tra tutti Seurat (1859/1891), costantemente impegnato nella ricerca scientifica e matematica nel comporre le sue opere. In, “Una domenica pomeriggio sull'isola della grande Jatte” (1883/85), Seurat, oltre alla sua esclusiva innovativa tecnica puntinista, sviluppa la sua opera con cognizioni rigorosamente scientifiche attraverso accurati calcoli per la disposizione delle figure che sembrano essere legate tra loro secondo un ordine preciso dettato dalle regole della proporzione aurea. Inoltre, il movimento pittorico impressionista aveva già compiuto una grande rivoluzione nell’Arte quando l’artista, pur continuando a rappresentare la Natura, le cose del mondo, gli alberi, le case, le persone nelle rinnovate città, non rappresentava più nulla di concreto, di tangibile, ma una sua esclusiva impressione del reale facendolo con la luce. E queste nuove visioni apriranno una breccia profonda che pian

piano porterà l’Arte ad abbattere il muro della rappresentazione, della concezione del processo artistico e l’idea del supporto inteso esclusivamente come tela.

Fig. 22 Georges Seurat, Un_dimanche_après-midi_à_l'île_de_la_Grande_Jatte, 1883/85, olio su tela 2,08 m x 3,08 m, Art Institute of Chicago (1926–1958), Art Institute of Chicago

E impossibile, inoltre, non ricordare l’ invenzione della fotografia, che nacque con intenti scientifici di documentazione e catalogazione di eventi o esseri naturali e che fu presentata la prima volta all’Accademia delle Scienze e non delle Belle Arti come uno strumento di ausilio alle ricerche scientifiche. Alla prima foto “Vista dalla finestra a Le Gras” del 1826 realizzata da Joseph Nicéphore Niépce (1765/1833), studioso della sensibilità della luce e della chimica, ne seguirono altre a profusione e ben presto gli artisti si resero conto che quella invenzione utilizzabile dalla scienza, avrebbe potuto infierire un colpo quasi mortale alla pittura. Ma proprio all’interno dello studio di un fotografo, Felix Nadar (1820/1910), amico dei pittori parigini, fu realizzata nel 1874 la prima mostra impressionista al mondo. Gli artisti impressionisti seguirono l’influenza del fotografo Nadar e si avvicinarono alla fotografia adottando nelle loro composizioni nuove inquadrature e iniziando ... a dipingere con la luce. Di fondamentale importanza per l’Arte è la figura di Cézanne (1839/1906), il traghettatore dell’Arte verso le Avanguardie artistiche del ‘900, che nella sua ricerca della forma pura ed essenziale e dal suo tentativo di ridurre ogni cosa alle forme classiche del cilindro, del cono e della sfera, giunse alla conclusione che le figure geometriche esprimono la forma astratta ed essenziale degli oggetti concreti e per questa via scoprì l’essenza matematico-geometrica di ogni cosa. Un percorso verso l’astrazione, verso l’abbandono della mimesi, verso un’Arte sempre più matematica. Proprio negli stessi anni in cui gli artisti decostruivano le immagini pittoriche in punti colorati ed in forme geometriche essenziali, i matematici e i fisici decostruivano le curve geometriche

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