POLVERE DI STELLE RIVISTA DI ASTRONOMIA, RADIOASTRONOMIA E CQ CQ N°9—2016
RUBRICA ASTRONOMICA
“Impatto fatale, l’Asteroide di Chixulub”
RADIO ASTRONOMIA
“La Radio Astronomia di G. Marconi”
UFOLOGIA
ASTROFOTOGRAFIA
“Il ricco Paracufologo e il “Oltre a MESSIER: il Catalogo povero Ricercatore ricco IC” di dignità”
CQ CQ “Le MF (Onde Medie)”
editoriale a cura di Polvere di Stelle Blog nasce nel 2013 da un’idea di Francesca Abate, blogger e appassionata di astronomia e ufologia. L’anno seguente viene creato anche il Forum sulla piattaforma Freeforumzone e un gruppo Facebook. Con il tempo il blog si arricchisce di contenuti, dedicando anche la rubrica del CQ Cq, curata dal moderatore del gruppo Fb, Daniele Giaccari. Il 2015 segna l’inizio degli eventi di natura astronomica sul territorio di Roma in collaborazione con l’astrofisico Prof. Fabrizio Albani, con Accademia delle Stelle in qualità del Prof. Paolo Colona e con i membri dell’Osservatorio Astronomico di Gorga e l’Associazione Culturale Vega. Nel 2016 nasce finalmente il progetto editoriale “Polvere di Stelle”, una rivista digitale e gratuita dedicata all’astronomia, all’astrofotografia, al CQ CQ e all’ufologia, affrontata però con il giusto spirito critico e razionale, una visione che va controcorrente rispetto al sensazionalismo tipico di molti ambienti ufologici nazionali e internazionali. Francesca Abate Astronomia
Radio Astronomia
CQ CQ
Blog
Fabio Mortari Francesca Abate Giovanni Lorusso
Giovanni Lorusso
Daniele Giaccari
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Ufologia
Astrofotografia
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Forum
Francesca Abate Alessandro Novelli Tiziano Farinacci
Fabio Mortari Daniele Impellizzeri
Francesca Abate
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sommario 13
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04
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LE MF (ONDE MEDIE)
04 di Daniele Giaccari
IMPATTO FATALE, L’ASTEROIDE DI CHIXULUB 13 di Francesca Abate
LA RADIO ASTRONOMIA DI G. MARCONI 31 di Giovanni Lorusso
OLTRE A MESSIER: IL CATALOGO IC
07 di Fabio Mortari
IL RICCO PARACUFOLOGO E IL POVERO RICERCATORE RICCO DI DIGNITA’
24 di Alessandro Novelli e Tiziano Farinacci
EVENTI
37 di Francesca Abate
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CQ CQ — RADIOAMATORI
Le MF (Onde Medie) Le MF o "Medium Wave" (onda media) o "Medium Frequency" (frequenze media), sono frequenze comprese tra 300 kHz e 3000 kHz (pari a 3 MHz). Hanno una lunghezza d'onda, che va da 1 chilometro a 100 metri. 4
CQ CQ—RADIOAMATORI
Sono anche conosciute come "AM": infatti chissà quanti di voi, le avranno (impropriamente) chiamate in questo modo. Ma è sbagliato, perchè l'AM non è altro che un tipo di modulazione e questo tipo di emissione (in AM appunto!!), può avvenire in linea teorica su qualunque frequenza. Quasi tutto lo spettro delle onde medie è riservato alle stazioni di radiodiffusione, ma ci sono anche frequenze dedicate ai radiofari aeronautici, ai radioamatori, e ad altri "servizi", sia civili che militari. Anche sulle MF, per loro natura, si ascolteranno rumori e crepitii ad ogni avvicinarsi di perturbazione atmosferica. Le onde medie sono il primo gradino per un ascolto un po' più evoluto, che vada oltre i nostri confini. Sulle frequenze comprese all'incirca tra 500 e 1600 kHz è infatti possibile, ma solo dopo il tramonto, fare delle piacevoli "escursioni" radiofoniche nei Paesi europei (e non solo). Non è necessario avere apparecchi sofisticati, basta il normale ricevitore casalingo, che vi permette di cominciare a fare esperienza nel mondo del radioascolto, imparando ad esempio come identificare le varie stazioni. La banda standard AM broadcast in onde medie è tra i 525 kHz e i 1715 kHz (ma usata da 530 a 1710, a passi da 10 kHz) in Nord America, mentre in Europa generalmente va tra i 526 kHz e i 1620 kHz (usata da 531 a 1611, a passi da 9 kHz). 5
CQ CQ—RADIOAMATORI La propagazione delle onde medie, avviene di giorno per "onda di superficie", vale a dire che viaggiano lungo la superficie terrestre. Tali onde, sono rapidamente attenuate con la distanza dall'antenna trasmittente e le caratteristiche della superficie stessa, secondo gli studi effettuati da A. Sommerfeld già nel 1909. La sera invece, le onde medie si propagano per "riflessione ionosferica". La natura della ionosfera infatti è influenzata proprio dall'energia ricevuta dal Sole. L'energia delle onde riflesse è massima nelle ore notturne e questo permette la ricezione di stazioni anche molto distanti, proprio in tali ore. Magari se siete in macchina la sera, provate ad accendere la vostra autoradio su questa gamma di frequenze: spesso è bello ascoltare musiche e canzoni provenienti da qualche nazione lontana.
Come si propaga un’onda di superficie? Questo tipo di onde si propaga rasente al suolo, seguendo la curvatura della superfice terrestre. Il percorso che esse possono compiere è essenzialmente limitato dall'assorbimento di energia esercitato dal suolo. Il suolo in parte assorbe ed in parte riflette le onde che si propagano lungo di esso. L'attenuazione subita da queste onde è tanto maggiore quanto più è elevata la frequenza del segnale e pertanto l'onda terrestre viene impiegata per la radiodiffusione ad onde lunghe e medie.
Certo, la ricezione non sarà "pulita" e perfetta come in FM, ma ascolterete qualcosa di "diverso". Molto, dipenderà anche dalla bontà dell'apparecchio e dai dispositivi antidisturbo. Articolo di Daniele Giaccari 6
ASTROFOTOGRAFIA
Oltre a Messier: il catalogo IC “Il
catalogo Messier rappresenta un punto di partenza molto entusiasmante e che contiene oggetti di una bellezza unica” Lo spirito con cui scrivo questo articolo è quello di un astrofilo neofita che all’improvviso si rende conto che c’è altro oltre M31. Lo scrivo cosi, in maniera leggermente ironica perché io per primo mi son trovato nella situazione di chi ha approfittato di ogni serata buona per uscire a far foto e arrivare al punto in cui le cartelle del computer sezione “fotografie astronomiche” iniziano a ripetersi…m8, m31, m33, m51.. Inutile dire che soprattutto per chi inizia, il catalogo Messier rappresenta un punto di partenza molto entusiasmante e che contiene oggetti di una bellezza unica. Inoltre molti oggetti non hanno bisogno di 7
ASTROFOTOGRAFIA
lunghi tempi di esposizione (ad esempio M42..) e per chi non possiede una attrezzatura valida per la lunga posa può comunque farsi un grande bagaglio di esperienza. Quindi non bisogna pensare a questo articolo come qualcosa che “sminuisce” la sua importanza, tutt’altro…ma bisogna anche azzardare e spostarsi su altre prospettive. E proprio con questo spirito è nato quindi uno stimolo ulteriore che va in più direzioni: primo la comprensione che il cielo è sempre più grande e pieno di “roba” di ciò che si pensi, secondo che è opportuno per chiunque iniziare a spingersi per tempo verso orizzonti nuovi, alla scoperta di spettacolari teatri stellari in cui sfogare la sete di estetica che accompagna noi appassionati. IL CATALOGO IC Una grande sorpresa mi è arrivata fotografando quasi per caso alcuni oggetti….quindi, andiamo oltre a Messier: Il catalogo IC ! Citando Wikipedia: L’Index Catalogue (IC) (conosciuto anche come Index Catalogue delle Nebulose, Index Catalogue delle Nebulose e degli Ammassi Stellari, o IC è un catalogo astronomico di galassie, nebulose e ammassi stellari, conosciuti come oggetti IC. Venne compilato da John Dreyer tra gli anni ’80 del XIX secolo e il primo decennio del XX secolo[1] e serve da
supplemento al New General Catalogue. Fu pubblicato per la prima volta nel 1895 dopo un lavoro di 6 anni (dal 1888 al 1894), raccogliendo 1529 oggetti e fu espanso da un secondo volume (“Second Index Catalogue” o IC II) nel 1908, che elenca 3857 oggetti catalogati tra il 1895 e il 1907, fino a contenere un totale di 5386 oggetti.[2] Tra loro ce ne sono 3 del catalogo Messier che non erano già stati inclusi nel catalogo NGC, si tratta di M 16/IC 4703, M 24/IC 4715 ed M 25/IC 4725. [3]
L’immenso lavoro di Dreyer (NGC ed IC) [4] arrivò dunque a catalogare la bellezza di 13.226 oggetti non stellari di entrambi gli emisferi celesti.[5]
Molto molto interessante. C’è un altro aspetto da tenere conto: spesso e volentieri il catalogo IC contiene all’interno oggetti nebulari che sono adatti ad essere fotografati con strumentazione per il “largo campo”. Quindi, ad esempio, si ottiene un risultato migliore a volte fotografandoli con un economico Newton 150/750 piuttosto che con un C8 a piena focale! Banalmente vien da pensare che, se non si vogliono avere aspettative fuori dalla portata della propria strumentazione, si può osare a foto del genere con una Reflex modificata per Full Spectrum su un telescopio da 250 euro poggiato su una eq5 modificata con la porta st4. e opportunamente messo in autoguida con un sensore di guida e un telescopietto tipo il TS 60/228. 8
ASTROFOTOGRAFIA Per chiarezza, va specificato che come da citazione di wikipedia, praticamente tutti gli oggetti del catalogo IC sono presenti anche nel catalogo NGC. La motivazione per cui personalmente sto affrontando il catalogo IC è per il semplice fatto che contiene, tra altri oggetti (tipo galassie) anche una selezione di oggetti nebulari presenti negli ammassi aperti. Passiamo quindi a vedere alcune immagini.
IC 1805 – Takahashi Epsilon 180ED F/2.8 su ASA DDM60PRO CCD QSI 540wsi raffreddato -20 – Pose non guidate Filtri Astrodon RGB Gen2 I-series, Narrowband Halpha 3nm e OIII 3nm HA-RGB-OIII
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ASTROFOTOGRAFIA
IC 5070. Aut. Marco Burali
IC 434 – 5 pose da sei minuti a 1.600 iso, 2 pose a 1.250 iso da cinque minuti. Telescopio Ts100q Aut. Michele Lavino
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ASTROFOTOGRAFIA
IC 1396 IC 1396 – 22 pose da 420 secondi l’una a 800 ISO + 4 dark + 12 flat + 5 darkflat + 12 bias con Caono Eso40D –
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ASTROFOTOGRAFIA
Questo tipo di oggetti ovviamente non sono visibili a occhio nudo al telescopio, essendo in larga parte nebulose a emissione o molto molto deboli. Ma se il vostro interesse è collezionare una serie di scatti veramente emozionanti, tenete d’occhio questo catalogo e dotatevi di un’opportuna strumentazione per la lunga posa. Aggiungo una nota: considerando che è arrivata per me l’ora di iniziare a muovermi anche oltre agli oggetti piu comuni, proporrò ai miei lettori 12 articoli di cadenza mensile in cui inserirò gli oggetti che normalmente si ritengono piu interessanti fotografabili mese per mese. In questo modo potremo fare un piccolo passo verso nuovi orizzonti.
Charles Messier, nato a Badonviller il 26 giugno del 1730, è conosciuto per essere stato il primo astronomo francese ad aver compilato un catalogo di ben 110 oggetti (principalmente nebulose e ammassi stellari), che porta il suo nome (Catalogo di Messier)pubblicato per la prima volta nel 1774; gli oggetti di Messier erano numerati da 1 a 110 (oggi convertiti nei numeri di catalogo da M1 a M110, con la M che indica il catalogo di Messier) e spesso sono ancora conosciuti con questi nomi. Lo scopo che lo mosse fu quello di aiutare i cacciatori di comete (come Messier stesso), e altri osservatori del cielo, a distinguere gli oggetti dall'apparenza diffusa ma fissi nel cielo, che potevano essere scambiati per comete. L'osservazione di queste ultime era infatti molto importante al tempo di Messier, mentre le nebulose dai contorni poco definiti visibili in posizioni fisse del cielo erano per lo più inspiegate ed ignorate, anche per la mancanza di mezzi tecnici (come telescopi sufficientemente potenti) che permettessero di studiarle in dettaglio. Ironia della sorte, Messier diventerà famoso per aver catalogato gli oggetti che non voleva vedere. Messier continuò ad osservare senza soste sino all'età di 82 anni, dopo di che la vista gli si abbassò considerevolmente rendendogli impossibile l'osservazione. Gli divenne difficile anche leggere e scrivere in pieno giorno e fu questo fatto che probabilmente gli impedì di riordinare le proprie memorie. Colpito da idropisia, morì nella notte dell'11 aprile 1817, all'età di ottantasei anni.
Articolo di Fabio Mortari 12
RUBRICA ASTRONOMICA
Impatto fatale, l’Asteroide di Chixulub di Francesca Abate
Noi tutti conosciamo la penisola dello Yucatan come impero della civiltà Maya che conserva alcuni resti archeologici risalenti a più di tremila anni fa. Meta turistica apprezzata da gran parte delle persone è situato nel sud-est del territorio, nella parte nord dell'omonima penisola. Confina a nord con il Golfo del Messico, a est con lo stato di Quintana Roo e a sud-ovest con lo stato di Campeche.
Ma geologicamente e storicamente parlando lo Yucatan è famoso soprattutto per ciò che accadde 65 milioni di anni fa, periodo in cui i dinosauri spopolavano e dominavano il pianeta Terra. In quel periodo, tra il periodo Cretacico e quello detto Paleogene, approssimatamene 66,038 milioni di anni fa, in una giornata come tante altre, un meteorite di dimensioni il cui diametro stimato è pari a 12 km (paragonabile per dimensioni a Deimos satellite di Marte) impattò nella penisola dello Yucatan, con il suo centro localizzato approssimativamente vicino al paese di Chicxulub, nel Messico. La detonazione che ne seguì fu di una potenza esplosiva 13
RUBRICA ASTRONOMICA
"La detonazione che ne seguì fu di una potenza esplosiva pari a circa 5.0×1023 joule di energia " pari a circa 5.0×1023 joule di energia, approssimativamente 190.000 gigatoni di TNT, nell'impatto. In confronto, l'ordigno esplosivo più potente che sia stato detonato nella storia, la Bomba Zar, aveva soltanto un potenza esplosiva pari ad un ventesimo di gigatone. Fu un impatto catastrofico di proporzioni mondiali che disturbò l'ecosistema al punto che una gran quantità di piante e animali scomparve per sempre. Ma quale fu il lavoro dei geologi
che portò alla scoperta di questo cratere? Facciamo un passo indietro nel tempo esattamente nel 1975. Gola del Bottaccione a Gubbio (Perugia). Il geologo W. Alvarez nel 1975, durante alcuni studi degli strati di Scaglia Rossa prelevati nella Gola del Bottaccione,trovò una prova (forse la più importante e famosa!) fondamentale per appoggiare la tesi che fu un
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RUBRICA ASTRONOMICA
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grande asteroide a causare l'estinzione di massa tra il Cretaceo e il Terziario: la scoperta, attraverso particolari analisi chimiche, di un contenuto anomalo di Iridio nello strato di argilla rossa. L'Iridio è un elemento chimico molto raro sulla superficie terrestre mentre è presente negli asteroidi. La scoperta di questa anomalia dell'Iridio nell'affioramento di Gubbio e anche in Danimarca mise in evidenza che l'anomalia era una caratteristiche globale e non locale. La tesi che fosse stato un asteroide a decretare la fine dei dinosauri divenne sempre più valida. La Scaglia Rossa è una successione di rocce
sedimentarie, individuabile nell'area Umbro-Marchigiana, formata dal deposito di particelle sul fondo del mare in strati approssimativamente orizzontali. In questo caso le particelle sono perlopiù granuli di calcite (carbonato di calcio) derivati da gusci di microrganismi, che formano la roccia sedimentaria chiamata calcare. Successivamente, durante la formazione della catena appenninica, la Scaglia Rossa venne sospinta verso l'alto e deformata, come mostra l'inclinazione di circa 45° degli strati. Durante alcuni studi sull'inversione del campo magnetico terrestre, W. Alvarez notò che i 15
RUBRICA ASTRONOMICA microfossili dei foraminiferi (predatori unicellulari che fluttuano presso le superfici degli oceani profondi) presenti nei due strati diversi di Scaglia Rossa corrispondenti al passaggio tra i periodi del Cretaceo e la base del Terziario (Limite KT, per il fatto che i geologi usano la lettera K per simboleggiare il Cretaceo e T per indicare il Terziario) erano alquanto diversi. Mentre i microfossili dei foraminiferi dello strato del Cretaceo erano abbondanti e grandi come granelli di sabbia, i microfossili dei foraminiferi dello strato del Terziario erano invece piccolissimi. Era questo il primo indizio dell'estinzione di massa subita da questi predatori unicellulari in un'epoca remota, indizio appoggiato da altri due fatti: la presenza in vari affioramenti a Gubbio di uno strato di argilla rossa (vedi Fig. 4) spesso circa un centimetro e privo di fossili, tra l'ultimo strato di calcare con foraminiferi del Cretaceo e il primo strato di calcare contenente i foraminiferi del Terziario; l'estinzione dei microfossili marini che segnava il Limite KT nei calcari di Gubbio era all'incirca contemporanea alla famosa estinzione dei
dinosauri. Un particolare dell'affioramento del Livello KT nella Valle della Contessa: lo strato di argilla rossa spesso 1-2 centimetri (indicato dalla freccia) posto tra lo strato di calcare biancastro del Cretaceo e gli strati calcarei rossastri del Terziario. Nella foto lo strato risulta scavato a causa dei frequenti prelievi eseguiti da studiosi e curiosi. Da quel momento furono raccolte altre prove di cui la più significativa è il ritrovamento del cratere d'impatto (cratere detto Chicxulub), o meglio quello che ne rimane. E' del 1991 la pubblicazione di un articolo da parte di un team di scienziati in cui si presentavano gli studi dei rilevamenti gravimetrici condotti fin dal 1950 nello Yucatan dalla PEMEX, azienda petrolifera messicana. L'indagine gravimetrica dello Yucatan ha messo in risalto un'enorme struttura circolare, nascosta sotto la superficie e con centro a Puerto Chicxulub, sulla costa settentrionale, vicino a Merida. Di grande importanza fu lo studio dei Cenote,tipi di grotta con presenza di acqua dolce presenti nella penisola dello Yucatan, 16
RUBRICA ASTRONOMICA
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il cui suolo è composto di carbonato di calcio, che il mare ha eroso con un fenomeno sia carsico che meccanico. Il carsismo consiste nella trasformazione del carbonato di calcio, insolubile, in bicarbonato di calcio, solubile, grazie al contatto con agenti quale l'anidride carbonica che si ottiene da fenomeni di vulcanismo o dall'emissione di alghe. L'erosione causata dal movimento del mare ha aiutato questo fenomeno, e la zolla tettonica dello Yucatan è stata crivellata da una rete di grotte e gallerie, che si sono svuotate con l'emersione. I milioni di tonnellate di polvere che l'impatto con il meteorite ha proiettato nell'atmosfera hanno oscurato il sole per decenni, causando un'era glaciale. Quando i ghiacci si sono sciolti l'acqua è penetrata nelle grotte creando un sistema di fiumi e
laghi sotterranei che tutt'oggi alimenta la regione, permettendo la crescita del secondo polmone verde del mondo dopo la foresta amazzonica. Quest'ultima è una foresta pluviale, quindi caratterizzata da un clima umido e da piante mediamente alte. La foresta dello Yucatan è invece una foresta tropicale secca, caratterizzata da piante più basse ed adatte a crescere su terreni aridi (in tutta la penisola non c'è un secchio di terra, tranne quella dei giardini comprata all'estero e sparpagliata dall'uomo). Gli alberi, nel cercare l'acqua presente in questo sistema idrico sotterraneo che è il più grande del mondo, fecero franare il terreno dando origine ai cenote, ossia a pozzi naturali che i Maya ritenevano passaggi per l'inframundo. 17
RUBRICA ASTRONOMICA
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Osservando la dislocazione dei Cenote nella penisola dello Yucatan si può notare come essi siano presenti ai bordi del famoso cratere. Un anello quasi perfetto di sinkhole (doline) o enotes centrati sulla località di Puerto Chicxulub. Questi "sinkholes" erano stati quindi probabilmente causati dalla subsidenza delle pareti del cratere. 18
RUBRICA ASTRONOMICA
E per finire Nei primi anni novanta, Alan R. Hildebrand, uno studente laureando dell'University of Arizona, visita il piccolo villaggio di montagna noto come Beloc, nell'isola caraibica di Haiti. Stava investigando alcuni depositi dell'epoca Estinzione del cretaceo-terziario che includevano spessi depositi di roccia frammentata, che erano stati apparentemente rimossi da un certo luogo e sparpagliati e depositati ovunque da un gigantesco tsunami (costituito da onde marine colossali) che molto probabilmente erano state provocate dall'impatto di un piccolo corpo celeste contro la Terra. Questi depositi possono trovarsi in molte località attorno al globo, ma sembrano concentrarsi nel bacino dei Caraibi. Hildebrand scoprì un tipo di ghiaia colorata in verdastromarrone contenente un eccesso di iridio, che mostrava anche piccoli granuli di quarzo sottoposti a stress termico e pressorio e piccole sferule di silicio vetrificato che sembravano essere tectiti. Lui ed il suo tutor universitario William V. Boynton pubblicarono i risultati di una ricerca sulla stampa scientifica, suggerendo non solo che i depositi
erano il risultato di un asteroidale sulla Terra, che che l'impatto non essere stato distante 1.000 chilometri.
impatto ma anpoteva più di
Tale circostanza, dal momento che nessun cratere di alcun tipo era noto nel bacino dei Caraibi, risultò di particolare interesse. Hildebrand e Boynton riportarono la loro scoperta ad una conferenza geologica internazionale, suscitando un vivo interesse. Indizi basati sulla densità del materiale eiettato segnalavano la possibile ubicazione dei crateri d'impatto al largo della costa nord della Colombia oppure vicino all'angolo occidentale di Cuba. Infine Carlos Byars, un reporter del Houston Chronicle, contattava Hildebrand e gli diceva che un geofisico noto come Glen Penfield aveva scoperto quello che poteva essere il cratere da impatto nel 1978, sepolto nella parte nord della penisola dello Yucatán. In quell'anno, Penfield aveva lavorato per la Petroleos Mexicanos (PEMEX, la compagnia petrolifera di stato messicana), come un membro dello staff per la scansione magnetica aerea della penisola dello Yucatán. 19
RUBRICA ASTRONOMICA
Quando Penfield esaminò i dati della scansione, vi trovò anche un netto e gigantesco "arco" sotterraneo nei dati magnetici colmi di rumore di fondo che venivano elaborati. Questo arco, con i suoi estremi che puntavano a sud, presente nel fondo del mare dei Caraibi al largo dello Yucatan non era concordante con quello che ci si poteva aspettare dalla geologia nota della regione. Penfield ne fu intrigato, e riuscì ad ottenere una carta delle variazioni di campo gravitazionale nello Yucatan che era stata eseguita negli anni sessanta e che giaceva impolverata negli archivi della PEMEX. Trovò un altro arco, ma quest'ultimo era nell'entroterra della penisola dello Yucatan, ed i suoi estremi puntavano a nord. Mise a confronto le due mappe e riscontrò che i due archi si riunivano in un cerchio netto, largo 180 chilometri, con il suo centro nel villaggio di Puerto Chicxulub. Penfield era un astronomo amatoriale ed aveva una buona idea di quello che cercava. Anche se la PEMEX non gli permise di pubblicare dati specifici, consentì sia a lui che al collega Antonio Camargo di presentare i loro risultati in una conferenza geologica del 1981. Sfortunatamente, la conferenza quell’anno
fu disertata, ironicamente, perché molti geologi seguivano un "workshop" sugli impatti cometari sulla Terra, e il loro rapporto attirò poca attenzione, anche se riuscì alla fine a giungere a Byars. Penfield non si arrese. Sapeva che la PEMEX aveva perforato pozzi esplorativi in zona nel 1951. Uno dei pozzi aveva bucato uno spesso strato di roccia ignea nota come "andesite" a circa 1,3 chilometri di profondità. Quella struttura poteva essere stata creata dall'intenso calore e pressioni di un impatto asteroidale sulla Terra, ma ai tempi delle perforazioni era stato liquidato come un "domo vulcanico", anche se una caratteristica del genere risultava fuori posto nella geologia della regione. Ulteriori studi dei "core" di roccia immagazzinati avrebbero risolto la questione, ma sfortunatamente molti di questi erano andati perduti nell'incendio di un magazzino nel 1979. Penfield prese un aereo per lo Yucatan per vedere se trovava qualcosa delle "tailing" (code) lasciate dalle teste di perforazione. Questa sua idea non risultò proficua, ed in un caso Penfield 20
RUBRICA ASTRONOMICA scavò dentro una porcilaia comunale che era stata ubicata in un sito di deposito delle teste di perforazione, compito da lui stesso raccontato come "spiacevole e infruttuoso". Comunque, dopo che Hildebrand ebbe contattato Penfield, i due riuscirono a recuperare due campioni separati estratti dai pozzi perforati dalla PEMEX nel 1951. Le analisi mostrarono chiaramente materiali risultanti dallo shock e dal metamorfismo. Gli studi eseguiti da altri geologi dei frammenti trovati a Beloc (Haiti) mostrarono chiaramente che erano il risultato di un impatto asteroidale. I dati raccolti cominciavano ad essere convincenti, e le ricerche riguardo al cratere d'impatto ricevettero un ulteriore impulso quando un gruppo di ricercatori californiani, comprendente Kevin O. Pope, Adriana C. Ocampo, e Charles E. Duller, iniziò a studiare accuratamente le immagini satellitari della regione. L'ammontare dell'evidenza era sufficiente per far salire la maggior parte della comunità scientifica dei geologi sul carro di Penfield, ed ulteriori studi hanno rafforzato il consenso. Infatti, si sono accumulati molti indizi che indicano che in effetti il cratere abbia un diametro di 300 chilometri, e che l'anello di 180 km sia soltanto una "parete interna".
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RUBRICA ASTRONOMICA CRONACA DELL’IMPATTO
1) Pochi secondi prima dell'impatto: un asteroide o una cometa, con un diametro almeno di 12 km e alla velocità di circa 50 km/s, sta entrando in collisione con la Terra. 2) Poco dopo, un’immane esplosione provoca una violentissima onda d’urto che spazza via ogni cosa nel raggio di 500 km. La roccia si polverizza, raggiunge gli strati più alti dell’atmosfera, e il pianeta si trasforma in un inferno rovente. la collisione vaporizzò enormi quantità di roccia che oltrepassarono l’atmosfera terrestre. Il rientro del materiale espulso avrebbe riscaldato l’atmosfera superiore a temperature paragonabili a quelle di un forno. La radiazione infrarossa emessa sarebbe stata spaventosa, pari a quella di una bomba all’idrogeno da 1 megatone (equivalente a 80 bombe nucleari di Hiroshima) ogni 6 km circa, su tutta la Terra. Ciò avrebbe scatenato incendi devastanti su scala globale, letali per molti animali incapaci di trovare riparo sotto terra o nell’acqua. 22
RUBRICA ASTRONOMICA
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3) La collisione creò un enorme maremoto (tsunami) con onde circa 100 metri. Lo tsunami distrusse tutte le fasce costiere nei pressi del luogo dell'impatto, sommergendo i dinosauri delle zone circostanti. Furono vaporizzati enormi quantità di roccia che oltrepassarono l’atmosfera terrestre. Il rientro del materiale espulso avrebbe riscaldato l’atmosfera superiore a temperature paragonabili a quelle di un forno. La radiazione infrarossa emessa sarebbe stata spaventosa, pari a quella di una bomba all’idrogeno da 1 megatone (equivalente a 80 bombe nucleari di Hiroshima) ogni 6 km circa, su tutta la Terra. Ciò avrebbe scatenato incendi devastanti su scala globale, letali per molti animali incapaci di trovare riparo sotto terra o nell’acqua. 4)Le varie onde di distruzione causate dall'impatto produssero una tale quantità di detriti atmosferici che tutta la Terra ne viene avvolta. Impedendo il passaggio della luce solare, lo strato di polvere fa sprofondare il pianeta nella totale oscurità per anni. Articolo di Francesca Abate 23
UFOLOGIA
Il ricco Paracufologo e il povero Ricercatore ricco di dignità “Ayo! …Ti sei fatto male?” di Tiziano Farinacci e Alessandro Novelli (Italian Research)
Pablo Ayo, giornalista, ricercatore ed esperto di ufologia… aggiungiamo “profeta”. Aprendo il suo sito ci siamo imbattuti in una sorta di “punto” sull’ufologia attuale.
La nostra, più che una considerazione, è una constatazione su chi (come Ayo) considera la propria passione per l’Ufologia un “mestiere” ed avendo speso molto del proprio tempo nell’osservazione del fenomeno, piuttosto che riconoscere la realtà dei fatti, trova coerente cambiare nome al mestiere stesso, passando ad uno step successivo. Esordisce infatti nelle sue “considerazioni” con una precisazione: Il termine ufologo va superato, basta studiare le supposte (o meglio discoidali) macchine volanti dei nostri “visitatori”, studiamo i “visitatori”. Come dire, non abbiamo la prova che le mucche esistano… studiamo le bistecche! 24
UFOLOGIA
Successivamente Ayo propone una sua analisi riassuntiva del mondo ufologico ad oggi: All’interno del “variopinto mondo dell’ufologia”, a fronte della realtà americana che vede spiccare 4/5 “grandi gruppi”, in Italia spiccano “oltre 50 tra gruppi e gruppettini” caratterizzati da “un EGO spropositato” che discriminerebbe la ricerca altrui, infastidirebbe “chi si interessa genuinamente a questi argomenti“, provocando “depressione e costernazione a chi vorrebbe saperne di più“. Soltanto un 10% (forse) degli orbitanti in questo ambito sarebbe mosso da “una mite, discreta e genuina voglia di sapere la verità e di comprendere meglio con mente serena e obiettiva alcuni dei misteri più grandi dell’Universo” ma “è una lotta tra folli nella maggior parte dei casi“. Che dire, i “folli” non mancano in questo variegato mondo, ma è ben frequente (da sempre) una figura meno innocente del “folle”: Il “PARACUFOLOGO“. – Il “Paracufologo” è colui il
il quale ha trovato il modo per arrotondare il proprio conto in banca attraverso un “non mestiere” che gode degli stessi riscontri di un “mestiere”, grazie alla cuorisità e alla passione che l’ipotesi di vita “non terrestre” può far nascere nell’animo di un “terrestre”. - Il “Paracufologo” è una figura caratterizzata da simili attitudini e differente aspetto fisico. Non è indicativa la quantità di capelli, la stazza fisica o l’inflessione dialettale… – L’attitudine principale del “Paracufologo” è data dalla capacità di “non soffrire minimamente dei rimorsi della propria coscienza“, dote in grado di mettere in moto meccanismi capaci di rimuovere bug fastidiosi quali: l’onestà intellettuale e la correttezza.. ma soprattutto in grado di spostare definitivamente la puntina dall’obiettivo iniziale (il più delle volte inizialmente collocata alla voce “la ricerca della verità”) a un obiettivo nuovo che spinto dalla forza centrifuga di quell’EGO prepotente (che il buon Ayo individua come principale movente dell’ufologo), può far precipitare la puntina in aree dove la fanno da padrone i numeri e la quantità di zeri finali… aree un tempo caratterizzate dal colore verde o gri25
UFOLOGIA gio (coincidenze?). Il nemico numero uno del “Paracufologo” è il serio ed obiettivo “RICERCATORE“, da Ayo ribattezzato “SCETTICO“. Lo “Scettico” sarebbe colui che: – non legge libri sull’argomento e non si pone domande razionali; – ha paura e dunque vive nel terrore che le follie degli ufologi siano vere; – dorme sonni tranquilli ed è in pace con sé stesso solo se riesce a screditare le teorie degli ufologi; – se ha deciso che la verità è quella, ogni prova e testimonianza portata a conforto dell’esistenza degli ET è pari a zero (etichettando come fanfaroni: Einstein, cinque ex Presidenti degli Stati Uniti, Premi Nobel e scienziati, Il Primo Ministro Medvedev, gli uffici governativi dedicati al fenomeno UFO di oltre 20 tra i maggiori paesi industrializzati del mondo). Evitando di commentare i primi tre punti che riescono a commentarsi da soli, riconosciamo il solito vizietto del “Paracufologo“, quello di riportare in modo parziale e fazioso dichiarazioni di personag-
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gi famosi, abusando del termine nostro concittadino fin troppo spesso non è in grado di distin“PROVA“. guere un uccello, un aereo, un La maggiore colpa degli CGI da un potenziale UFO. “Scettici“, a suo modo di vede- E’ infatti proprio Ayo, l’unico re, è l’essere così ciechi da pen- che attualmente va a valutare sare addirittura a qualcosa di in televisione avvistamenti vaancora più inverosimile o fanta- ri… spesso già risolti in rete in scientifico degli stessi alieni, ov- pochi minuti e senza compenso, vero che i “Paracufologi” faccia- come il caso “UFO del Presidenno tutto questo per DENARO. te Formigoni” (analisi svolta in Cosa motiverebbe questo pen- p r e c e d e n z a dal blog siero folle generato dall’immon- “Misterorisolto”, da cui Ayo ha do “Scettico“? probabilmente attinto, “senza Probabilmente che il bagaglio citare la fonte”) o riproponendo culturale di un Ayo, ad esempio, come AUTENTICA la “Fratinata” sia costituito dalle fregnacce legata al presunto UFO sul Meconclamate di un Sitchin, di un teorite russo (analisi anche qui Daniken, di un Adamski, di un svolta in precedenza dal blog Meier, dei “rettiliani” di Icke, “Misterorisolto”, da cui si chiaridella New Age e t c ? sce il taroccamento, ma da cui Pensiero insensato, a detta di Ayo non ha questa volta attinAyo, visto che la maggior parte to. Peccato), o ancora il caso degli studiosi “Paracufologi” del presunto UFO videoripreso “sono alla canna del gas, non ad Alcamo Marina (TP) e da lui riescono a pagare le bollette, considerato AUTENTICO! (Per vendono macchine, vedono con- poi essere sbugiardato sul Fofiscate le loro case… insomma, rum di Ufologando proprio da distruggono la propria vita per coloro che lui considera inseguire, per ego o per follia, il “Scettici“, che non vengono reloro sogno di ricerca della veri- tribuiti per aver scovato l’arcatà. no e che a fine mese pagheranE tutto questo nonostante le no il fornitore della banda larga comparsate televisive settima- che gli ha concesso di essere nali a “Mistero“, ad esempio di attivi nella rete). Ayo, (sicuramente non retribui- Apparizioni televisive a parte, il te con un: “Grazie della cortesia “Paracufologo” in genere (ad caro amico Pablo…”) in cui il esempio un Ayo), per tenere a 27
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debita distanza la canna del gas… tende a fungere da relatore unico (o accompagnato da altri noti “Paracufologi“) ad eventi che prevedono un biglietto di ingresso (non gratuito) e riservano consigli per i pasti ed il pernottamento (non gratuiti). E’ dura la vita del “Paracufologo“. In conclusione, prendiamo atto delle “considerazioni” di Ayo, traendo i seguenti spunti: Per il buon Pablo non importa trovare la prova che qualcuno ci visiti, facciamo finta che siano già qui e studiamoli, studiamo il nulla per non essere contraddetti. Quella che lui ritiene essere un’eccessiva frammentazione… in realtà è una vera manna. Il proliferare di forum e voci pensanti ha permesso in questi ultimi anni agli appassionati (di questa non-scienza) di non essere vittime di dogmi, finte verità e fedi cieche. Fino a pochi anni fa chi si interessava all’argomento comprava libri, guardava i soliti noti in tv propinare teorie assurde, comprava dvd, riviste… ora con la rete è possibile, in poche ore e nei ritagli di tempo (senza fare
gli assenteisti, come da lui insinuato…) e con modeste abilità informatiche, smascherare l’impianto di fandonie e fregnacce propinate per anni in libri spazzatura e teorie inventate da p s e u d o s t u d i o s i . Ecco cosa fa male… Un tempo un falso video ufo poteva essere smerciato per anni in trasmissioni alla “Mistero”, in vhs, dvd e riviste… ora in due ore viene smascherato dagli immondi scettici… non è un grande passo avanti verso la verità? La nuova frontiera dell’ufologia, o meglio, di quell’ufologia che ne fa un mestiere (con conferenze a pagamento, libri, ingaggi Tv, riviste etc.) è dunque smettere di occuparsi di avvistamenti, per il 99% spiegabili (a patto di avere un minimo di buonafede e competenza) per buttarsi su nuovi mercati. Schiere di creduloni a cui far “bere” la scienza e la verità del riciclo di stantie e infondate teorie New age, di nuove ere e consapevolezze, profezie, contattismo catastrofico, abduction etc. Insomma, spostare il businnes (già florido ma finora appannaggio unico di santoni, sette, pseudo religioni, astrologi…) su nuovi mercati, ove il confronto sul “nulla”, diventa difficile. 28
UFOLOGIA In questo Ayo ha ragione, all’estero, storicamente, c’è più fantasia… qui si ricicla e appoltigliano teorie e fatti noti e infondati non meritando nemmeno un tapiro di Striscia. E’ indubbio che le sciocchezze (basta google per averne contezza) portate avanti e support a t e d a s t u d i o s i (autoproclamatisi tali) hanno come finalità il businnes… se il businnes non è fruttuoso è per incapacità imprenditoriale. Di fronte ad un ricco mercato di creduloni (disposti a credere a contattisti, bottoni, batterie e gonfiabili volanti, ingravidamenti alieni…) che per definizione non hanno bisogno di prove… il fallimento è solo incapacità imprenditoriale. Siamo disposti a credere che alcuni non se la passino bene… il Prof. Chiumiento ad esempio, ha pubblicamente chiesto contributi per far fronte ad un “misterioso” incidente automobilistico (ricondotto alle sue scomode investigazioni su orride creature dispensatrici di presunte sfere magiche presso “grandi e nuove rotonde” di provincia) di ritorno da una serata in compagnia di Bobby Solo, misterioso in quanto avvenuto in un “sostanziale rettilineo” (formale curva?)…
Tuttavia ciò non prova che si è disposti a far ricerca in perdita, che si è disposti quindi a creare pseudo-religioni, false verità o pubblicazioni o casi menzogneri, per tappare i “ b u c h i ”. Buchi generati non dalla “genuina ricerca e passione ufologica”, ma da incapacità imprenditoriali in certi businnes (nei quali, furbescamente e in malafede, ci si è trovati ad annaspare) o per semplice volontà di riscatto del tempo e delle delusioni ricevute negli anni di genuina ricerca. Personalmente, non ci sentiamo “immondi scettici” nei confronti di qualsivoglia teoria o ipotesi, a patto che sia definita tale e non priva di qualsiasi minimo fondamento. Forse siamo tra la schiera dei delusi, che fortunatamente non necessita di “rientrare” dei soldi, delle illusioni e del tempo dedicato a individui che in nome della verità e della “controinformazione” hanno solo fatto il loro businnes portando avanti menzogne e bufale. Non ne abbiamo bisogno… Riteniamo che l’attività di impresa sia lecita e positiva (se una redazione di un giornale impiega lavoratori… ben venga), però, abusare della credulità popolare, profetizzare scenari e disastri naturali, spacciare per verità 29
UFOLOGIA o serie ipotesi fandonie, businnes per “immolazione” alla causa, vittimismo di fronte a fallimenti editoriali ed imprenditoriali… forse è troppo. Forse è questa la vera anticamera della canna del gas… l’anticamera di Wanna Marchi e Do Nascimento.
Articolo di Alessandro Novelli e Tiziano Farinacci (Italian Research)
Alessandro Novelli e Tiziano Farinacci di Italian Research 30
RADIOASTRONOMIA
La Radio Astronomia di G. Marconi di Giovanni Lorusso
Il 30 Settembre 2013 è stato inaugurato il Sardinia Radio Telescope, S.R.T. realizzato a San Basilio, in provincia di Cagliari (Fig.1). Trattasi del piÚ grande Radiotelescopio europeo, in quanto ospita una parabola di 64 metri di diametro e un complesso di radioricevitori di elevato livello tecnico, in grado di osservare oggetti del cielo profondo distanti milioni di anni luce dalla Terra. 31
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ad esempio: le Pulsar, i Quasar, i Maser, gli Esopianeti dotati di atmosfera, la ricerca degli Space Debris (detriti spaziali) e la ricerca S.E.T.I. (Search for Extra Terrestrial Intelligence). Ma il connubio tra Radio e Astronomia in terra Sarda, nasce già dal lontano 15 Settembre 1932, quando, l'allora Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, S.E. Guglielmo Marconi, firmò un documento nel quale nominò il direttore della Stazione Astronomica Internazionale di Carloforte, Membro del Consiglio Nazionale per l'Astronomia, per la Matematica Applicata e per la Fisica, con la decorrenza dal 1° Luglio 1932. (Fig.2) Ma, questo, non è stato l'unico episodio avvenuto in Sardegna a scrivere pagine di storia tra il padre delle radio comunicazioni e gli eventi che in seguito avvennero su questa meravigliosa isola. Infatti, l'11 Agosto 1932, dalle rive del Golfo degli Aranci, e più precisamente dalla terrazza del faro della Marina Militare del promontorio di Capo Figari, Marconi sperimentò l'invio di segnali telegrafici e telefonici, sulla frequenza di 525 Mhz (57 cm.) all'Osservatorio Geofisico di Rocca di Papa, sito nel Lazio, coprendo una distanza di 269 Km. La risposta fu immediata ed il riflettore ricevente, installato sulla
terrazza dell'antica fortezza della Marina Militare, ascoltò distintamente la trasmissione telegrafica partita dal continente. Le comunicazioni telegrafiche continuarono per tutto il giorno, fino al tramonto del Sole, quando i segnali si attenuarono tanto da rendersi appena percettibili. Con questo esperimento, il grande Maestro dimostrò l'influenza dell'attività solare sulla propagazione dei segnali radio, la variazione dell'intensità diurna e notturna, l'evanescenza dei radiosegnali riflessi dalla Ionosfera ed i Radio Black Out generati dalla tempeste solari; già nel 1927 Guglielmo Marconi aveva riscontrato delle interferenze nelle trasmissioni radio in coincidenza con la comparsa di grandi Macchie Solari ed intense Aurore Boreali. Va detto che Marconi si recava spesso alla Stazione Astronomica di Carloforte per sperimentare le sue ricerche; in quanto questa struttura scientifica era stata realizzata sul parallelo 39° 08' ed era programmata per osservazioni e ricerche sulle latitudini e sul moto dell'asse terrestre. L'Osservatorio Astronomico era dotato di un telescopio zenitale con una apertura di diametro di 108 mm, ubicato nella cupola di Torre San Vittore (Fig.3) e di un Pendolo Astronomico per lo 32
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studio della rotazione terrestre. Per cui Carloforte, unitamente ad altre sei stazioni astronomiche dislocate in altre parti del mondo: Mizusawa in Giappone; Cincinnati nell'Ohio; Charjui nel Turkestan; Gaitherburg nel Maryland; Kitab in Uzbekistan; e Ukiah in California, osservavano congiuntamente le variazioni dell'asse terrestre e gli effetti relativi alle misure di latitudine. Ricerche, queste, alle quali partecipava anche Marconi. Adesso facciamo un passo indietro per ritornare al quel mitico 8 Dicembre 1895, quando Guglielmo Marconi mise a punto l'apparecchio che lo rese famoso in tutto il mondo. Ebbene, pochi sanno che circa venticinque anni più tardi, Marconi, dichiarò di aver ricevuto strani segnali, forse provenienti da altre entità. Tuttavia, il suo pensiero prudente fu: ...nessuno può ancora affermare se esse abbiano origine sulla Terra o su altri mondi...Ma, il 29 Gennaio 1920 la notizia apparve, a tutta pagina, sul New York Times. Uno scoup giornalistico che produsse la vendita di milioni di copie in tutto il mondo! Marconi continuò il suo lavoro di ricerca a bordo della nave laboratorio “Elettra” (Fig.4) nella speranza di riascoltare quei segnali per poi confrontarli con quanto ascoltato precedentemente. Ma di quei segnali captati per caso non se ne parlò più. 33
RADIOASTRONOMIA Tanto meno furono trovati gli appunti che lui aveva annotato sul libro di bordo. A rievocare tale evento fu il compianto Dott. Bruno Moretti Turri, Radioamatore di Varese IK2WQA, in occasione delle celebrazioni del 50° Anniversario del Progetto S.E.T.I. che ebbe luogo il 10 Aprile 2010 presso l'Università degli Studi dell'Insubria di Varese. Il Dott. Moretti, allora direttore scientifico del S.E.T.I. Team Giuseppe Cocconi, nel corso della sua interessante conferenza, rievocò questo avvenimento avvenuto in quel periodo, evidenziando l'intenso lavoro svolto da Marconi, precursore di quello sarebbe diventato un progetto di ricerca internazionale. Ma per Marconi, l'Osservatorio Astronomico di Carloforte non fu l'unico punto di riferimento per i suoi studi sulle radiocomunicazioni, perchè spesso si recò in altri Istituti di Ricerca in Italia ed
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all'estero, sopratutto per seguire l'andamento dell'attività solare, la quale, come è noto, influenza il comportamento della propagazione delle onde radio. E, tra questi, anche l'Osservatorio Astronomico della Specola Vaticana di Castelgandolfo, in provincia di Roma, dove, il 26 Aprile 1932, utilizzando l'antenna parabolica che aveva installato sul terrazzo dell'osservatorio, iniziò le prove sperimentali del sistema radiotelefonico a onde Ultra Corte di 600 Mhz (50 cm) tra la Specola Vaticana e la Città del Vaticano; e tra il Vaticano e il Nobile Collegio di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati e Monte Porzio Catone, oggi sede del Museo del Centro Radio Elettrico Sperimentale Guglielmo Marconi. Tutto questo patrimonio scientifico, Marconi lo ha lasciato in eredità anche ai suoi discepoli, i radioamatori; i quali, non possono esimersi dal custodirlo gelosamente. . Ordunque, La Radio, uno strumento indispensabile per comunicare con gli aerei in volo, con le navi, con la Stazione Spaziale Interna 35
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Internazionale, con le sonde delle tante missioni spaziali, per ricevere importanti dati scientifici e suggestive immagini di mondi lontani; ma anche per ricevere debolissime radiosorgenti di oggetti celesti, distanti milioni di anni luce dal nostro pianeta, davvero utili per compilare le Radiomappe dell'Universo a noi ancora sconosciuto.
Articolo di Giovanni Lorusso
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EVENTI
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PARTNERS
I PARTNERS Visite guidate per gli studenti Conferenze Serate osservative aperte al pubblico Corsi di aggiornamento Mostra permanente Mediateca Laboratorio di Fisica per l'Astronomia Eventi Speciali (Transiti, eclissi, etc) Star Party Dal Microcosmo al Macrocosmo. SITO WEB http://www.osservatoriogorga.org/
ItalianResearch.it nasce dalla passione e dal fascino che un’ipotesi di vita extraterrestre può creare nella mente umana, nella piena coscienza che tale attrazione possa derivare dalla necessità di realtà diverse da quelle che ci circondano quotidianamente. La redazione di ItalianResearch.it non è costituita da persone facilmente suggestionabili o dedite alla credenza incondizionata nel fenomeno ufologico,in quanto la volontà di approfondire una ricerca personale nei meandri dell’argomento non deriva da esperienze dirette di avvistamenti che hanno sviluppato nel nostro essere una fede o una convinzione. Ci teniamo tuttavia a sottolineare che l’obiettivo prefissato da Italian Research è anche quello di collaborare con le realtà ufologiche degne di credibilità e meritevoli di tale lucida comunione. SITO WEB ttp://www.italianresearch.it/
Blog di Astrofotografia curato da Fabio Mortari. All'interno del sito è possibile trovare tutte le informazioni possibili sulle tecniche astrofotografiche per i neofiti del cielo che intendono approcciarsi alla fotografia della volta stellata, dei pianeti e di tutti gli altri corpi celesti.
SITO WEB: http://astrofiloneofita.altervista.org/
L’Accademia delle Stelle è una Scuola di Astronomia: dal 2010 tiene presso le proprie sedi moltissimi corsi di AstronomiaPaolo Colona al TG2 (base, avanzata, pratica) e scienze affini (Archeoastronomia, Astronomia Culturale, Astrofotografia, Astronomia insolita e curiosa, eccetera), proponendo anche vacanze-studio di Astronomia amatoriale e teorica, avvalendosi della competenza di Paolo Colona, fisico, archeoastronomo e astrofilo di lunga esperienza. I nostri corsi hanno ricevuto il patrocinio della UAI.
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I PARTNERS Sede: Via Nobel , 1 (Locali Ex IPIA), 00034 Colleferro (RM) Sede Legale: Via Nobel, 1 (Locali Ex IPIA), 00034 Colleferro (RM) Osservatorio Astronomico: Osservatorio Astronomico di Gorga Planetario: Planetario di Gorga Contatti: Telefono: 377-1072855
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ASSOCIAZIONE CULTURALE VEGA
Via della Quaglia, 04012, Cisterna di Latina Lazio,Italy La Fabbricanti di idee svolge un'analisi di marketing personalizzata sulle esigenze delle singole aziende, concordando poi col cliente le iniziative da implementare fra l'ampio ventaglio di possibilità e di competenze che vanno dalla comunicazione tradizionale a quella non convenzionale, dal marketing classico al web marketing. La nostra azienda si avvale, oltre a macchinari di stampa tipografica, digitale, serigrafica, anche di officina interna per costruzione strutture/ insegne. Molto importante per la nostra azienda è il settore allestimenti fieristici ed eventi con studio/ progettazione e realizzazione.
Vega è una libera associazione apolitica e aconfessionale, senza scopo di lucro, regolata secondo la normativa vigente. L'associazione opera presso l'Osservatorio Astronomico di Gorga (RM) e il suo scopo principale è la promozione dell'Astronomia e delle scienze in generale, il tutto attraverso scambi culturali tra Associazione e pubblico. La divulgazione dell'Astronomia delle scienze e dell'educazione alla ricerca scientifica saranno favorite attraverso eventi, manifestazioni, incontri e iniziative periodiche.
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LA FOTO DEL MESE
IC 1396 5 scatti in Ha da 15 minuti l'uno ottenuti con QHY11 su telescopio apocromatico TS 71mm di apertura f/4.9 40