Agosto 2018

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2 - agosto 2018


IN ESCLUSIVA

Anno I - N° 8 - Agosto 2018

Interventi e interviste: Michelangelo Lurgi, Fondatore della Rete Destinazione Sud Alessandro Panaro, Responsabile della sezione Maritime and Mediterranean Economy di SRM Luigi Vartuli, Socio e progettista di Agrisolare

Direttore responsabile Maurizio De Cesare Direttore editoriale Antonio De Cesare Redazione: redazione@portoeinterporto.it Hanno collaborato a questo numero: Cosimo Brudetti - Simona Castelletti Camilla Di Marte - Giovanni Grande Paola Martino - Stefano Meroggi Sandro Minardo - Riccardo Russo Francesco S. Salieri - Carolina Sinnopoli Stefania Vergani Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoeinterporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&interporto è proprietà di GAM editori srl redazione@portoeinterporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 38 del 19 ottobre 2017 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

4 - Notizie brevi dall’Italia 6 - Notizie brevi dal Mondo 8 - Notizie brevi dall’UE 10 - Corea del Sud, Zes strumento per una “buona concorrenza” 12 - Autostrade del Mare e investimenti cinesi 13 - Bureau Veritas Italia traina la crescita del gruppo 14 - Importanti commesse militari Fincantieri in Medio Oriente 15 - I porti italiani fanno alleanze nella logistica e infrastrutture 16 - La Sicilia Occidentale lancia la sfida delle crociere 18 - Continuano a crescere i porti della Campania 19 - Porto di Venezia, crescono i traffici ro-ro (+35%) 20 - Bari e Brindisi protagonisti nella logistica intermodale 21 - I porti dell’Alto Tirreno sempre più green 22 - Intensa attività dell’Adsp Mare Tirreno Centro Settentrionale 24 - A Napoli Confetra Campania prima articolazione regionale 26 - Sicurezza stradale, dati Istat evidenziano contraddizione 28 - Viasat e Inaz, gestione flotte e risorse umane 30 - Produzione di biometano da reflui zootecnici 31 - Il “vagone flessibile” toglie i camion dalle strade 32 - Notizie brevi OBOR:

• Continua il potenziamento infrastrutturale in Cambogia • In attesa della Brexit, la Gran Bretagna guarda a Pechino • Asean, è il Vietnam il maggior partner commerciale della Cina 33 - Non solo corridoi terrestri e rotte marittime 34 - Cresce il mercato dei pallet Epal: +8% 36 - Finco su Appalti Pubblici: percorso con molte imboscate 38 - Tutela Proprietà Intellettuale, l’Italia al 50° posto 40 - Nuovi modelli di sviluppo per valorizzare il Sud Italia 42 - Merlan: nuovo motore elettrico per imbarcazioni 44 - Liguria for yachting, nasce la rete dei marina liguri 46 - A Marina d’Arechi approda il futuro dell’energia green 48 - Marina Cala de’ Medici si conferma Porto d’eccellenza 50 - Benetti, stagione di consegne con 3 giga yacht oltre 100mt 51 - Progetti di innovazione a forte impatto sociale 52 - Alla XXI Bmta i 20 anni dei siti Unesco di Paestum e Troia 54 - Un viaggio nel tempo “tra arrivi e partenze” 55 - Estate 2018: trend in crescita tra conferme e qualche novità 56 - Recensione libri: La Cina e la nuova via della seta

agosto 2018 - 3


notize brevi dall ’Italia - notize brevi dall ’Italia - notize brevi dall ’Italia - notize brevi dall ’Italia - not Alè, il prototipo di pilotina concepita per la sicurezza

È stato presentato ufficialmente al Marina d’Arechi di Salerno il prototipo di nuova pilotina in lega leggera disegnata per garantire il massimo livello di sicurezza in ambito portuale. Alè, questo il nome della nuova unità, è stata realizzata nello stabilimento Agromare di Battipaglia e presenta una rivoluzionaria concezione del tradizionale modello del piano coperta per eliminare o ridurre i rischi di infortuni del pilota durante i “transfer” tra due imbarcazioni in movimento. Nato da un’idea del C.L.C. Francesco Aiello, sulla scorta di un’esperienza più che ventennale come pilota nei porti di Gaeta e Formia, il progetto è stato presentato a livello internazionale a Panama, Seul, Lisbona e alla recente 24°edizione dell’IMPA, il congresso mondiale dei Piloti, tenutosi a Dakar, ottenendo giudizi lusinghieri. La novità principale, rispetto alle imbarcazioni attualmente in uso, consiste in quattro piattaforme sporgenti (60 centimetri per ogni sagoma), due per lato, a prua e a poppa. Formando un sol corpo con il piano coperta, danno luogo a due recessi: uno più ampio, lungo le fiancate della pilotina, l’altro, minore, nella zona di prua. Uno spazio che permette di risolvere i problemi che si creano nella delicata fase di avvicinamento della pilotina alla nave, con il rischio che la biscaglina si incastri tra i due scafi, garantendo allo stesso tempo maggiore libertà di movimento nelle operazioni di transfert nel caso Palermo, Eurispes progetta il porto da 16 milioni di container l’allineamento tra piloEurispes ha presentato nella sede della Presidenza della Regione Sicilia un progetto di fattibilità tina e nave avvenga in tecnica ed economica per la riqualificazione della costa sud orientale dell’isola e la realizzaziocondizioni meteo-marine di un nuovo porto hub a Palermo. Il documento prevede un porto-canale, con ingresso a ne critiche. nord-ovest e uscita a sud-est direttamente collegato ad un retroporto di 100 ettari, dotato di 9 km di banchina e un piazzale di circa 200 ettari. Con una profondità che va da 18,5 a 27 metri, la nuova struttura sfrutterebbe la sua posizione strategica, diventando punto di riferimento del traffico feeder per il Mediterraneo centrale. “La realizzazione del porto hub – ha spiegato Giovan Battista Rubino, componente del comitato scientifico di Eurispes – per le sue caratteristiche tecniche, farebbe di Palermo il porto più importante del sud Europa, in grado di movimentare 16 milioni di container all’anno, contro i 5 del porto di Valencia, i 3 milioni di quello di Gioia Tauro e i 2 milioni circa dei porti di Barcellona e Genova”. L’opera, che ha un costo di circa 5 miliardi di euro, a regime, darebbe lavoro a 435mila persone, e potrebbe essere finanziata prevalenAccordo per favorire gli investimenti esteri nella logistica italiana temente con capitali Assoporti, Unione Interporti Riuniti e ICE (l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazioprivati. nalizzazione delle imprese italiane), hanno firmato un accordo per favorire il posizionamento del sistema logistico nazionale attraverso l’attrazione di investimenti esteri. Tra le attività previste: definizione dell’offerta portuale e interportuale; promozione dei progetti di investimento sul mercato estero; accompagnamento di operatori internazionali interessati a valutare ipotesi di investimento. In particolare, ICE attiverà il canale dei suoi Desk Attrazione Investimenti e della propria rete estera per la ricerca di potenziali investitori interessati a localizzarsi presso i porti, gli interporti o in altre aree ad essi facenti capo. L’accordo, per Piergiorgio Borgogelli, direttore generale dell’agenzia, “nasce dalla volontà di creare una piattaforma di lavoro il più possibile ampia e condivisa con il settore della logistica, fattore strategico nelle decisioni localizzative degli investitori. Il programma di lavoro che ci siamo dati, fatto di promozione e collaborazione operativa, consentirà sinergie sui mercati esteri, sui quali siamo pronti a veicolare le opportuCrisi migratoria, lavoratori marittimi in prima linea nità di investimento Nessun coinvolgimento dei lavoratori marittimi nella polemiche legate ai soccorsi in mare. selezionate con le E’ il messaggio che arriva dal segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, che due associazioni”. sottolinea il ruolo di “prima linea” svolto dagli equipaggi imbarcati sulle navi mercantili nella crisi migratoria. “Negli ultimi tre anni – spiega Colombo – queste navi, anche se non strutturate per dare assistenza alle persone salvate, sono state dirottate 1.755 volte dalle autorità competenti per essere impegnate in diverse centinaia di operazioni SAR, contribuendo a salvare oltre 50mila vite umane. Ultimo caso, il salvataggio effettuato dall’equipaggio del rimorchiatore Asso 28, con i nostri marittimi che, con dedizione encomiabile a supporto delle operazioni di salvataggio, hanno ottemperato alle richieste della guardia costiera libica”. Proprio quest’occasione, con il coinvolgimento inedito delle autorità marittime del paese nordafricano, ha riacceso la discussione circa i porti di destinazione delle missioni SAR (l’Ue non considera “sicuri” gli scali della Libia). “Non può essere l’equipaggio – conclude Colombo - ad assumersi le responsabilità di individuare il porto dove devono essere sbarcate le persone salvate, perché significherebbe sostituirsi alle autorità nelle valutazioni politiche e giuridiche, in merito anche alla condizione di naufrago”.


tize brevi dall ’Italia - notize brevi dall ’Italia - notize brevi dall ’Italia - notize brevi dall ’Italia - notize AdSP Mar Ligure Occidentale vara piano di sviluppo della Culmv

Il Comitato di Gestione dell’AdSP del Mar Ligure Occidentale ha approvato la delibera relativa al Piano di sviluppo ed efficientamento della Culmv che si articola in una serie di misure volte “a garantire principalmente minori costi di struttura, miglioramento del sistema di chiamate presso i singoli terminal per aumentare il numero delle giornate lavorate da parte di tutti i soci diminuendo il costo di lavoro interinale, maggiore responsabilizzazione dei soci con pagamento delle penali per comportamenti non conformi alla normativa”. A ciò si aggiungono misure di sostegno al lavoro previste della legge la Stabilità 2018, volte a finanziare la formazione dei lavoratori, favorire il pensionamento anticipato dei soci inabili o la loro ricollocazione e misure di risanamento patrimoniale per mettere in sicurezza la Compagnia Unica. Previsti anche nuovi strumenti di governance come l’introduzione di un direttore finanziario che sarà anche responsabile del controllo di Livorno lancia il programma di security “Shark 2” gestione. L’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale e la Guardia di Finanza hanno firmato un protocollo d’intesa per la realizzazione del programma di security “Shark 2”. L’intesa prevede l’utilizzo di un software di analisi del rischio sulle merci in import ed export in ambito portuale che consentirà ai finanzieri di valutare preliminarmente il rischio relativo a specifiche spedizioni. In particolare, il sistema offre un supporto telematico per la raccolta di informazioni strutturate e catalogate (arrivi e partenze; rotte; merci contenute nei container; traffico in tempo reale di persone e automezzi in prossimità dei varchi doganali) e l’analisi incrociata dei dati. “I flussi automatici che il sistema riceve – spiega una nota dell’AdSP – provengono da fonti dati nella disponibilità della Port Authority, come il sistema di pre-clearing merci, il sistema di identificazione automatica (AIS) e di tracciamento del traffico navale e il GTS di controllo accesso ai varchi portuali doganali”.

AdSP Mar Adriatico Meridionale, parte l’iter del Piano Regolatore

Primi passi per il Piano Regolatore di Sistema portuale dell’AdSP del Mare Adriatico Meridionale. L’elaborazione del “documento integrato e strategico di sviluppo, nel medio-lungo periodo, dei cinque scali del sistema quali gateway di distretti logistici complessi che comprendono i retroporti, gli inland terminal di riferimento e le relative reti di trasporto” sarà effettuata in collaborazione con il Politecnico di Bari e, in attuazione della norme previste dalla riforma Delrio sarà composto da due livelli: “un documento di pianificazione strategica di sistema, che definirà gli obiettivi di sviluppo e i contenuti sistemici di pianificazione; e un documento composto dai Piani Regolatori Portuali dei singoli scali, che avrà contorni esclusivamente programmatici”. “Tra i principali obiettivi del PRP – commenta il presidente Patroni Griffi – c’è Trieste, “Mercurio” controllerà le targhe in l’individuazione e la perimetraprossimità del porto zione delle aree destinate a L’AdSP del Mare Adriatico Orientale ha siglato una convenzione con la funzioni strettamente portuali Polizia di Stato di Trieste per rafforzare le misure di sicurezza del tere retro – portuali. La pianifiritorio. L’intesa, per un esborso complessivo di 40mila euro da parte cazione dello sviluppo di un dell’ente, prevede l’allestimento del sistema “Mercurio” su una serie porto non può prescindere da di vetture della PS che permetterà controlli tempestivi dei veicoli atuna strutturata integrazione e traverso il monitoraggio automatico delle targhe in prossimità di tutinterconnessione con il tessuto te le aree portuali. “L’elaborazione dei dati in tempo reale – sottoliurbanistico locale”. nea l’AdSP – garantisce una risposta immediata e particolarmente efficace nel caso di riscontri positivi delle banche dati della Polizia di Stato, che potranno essere gestiti direttamente dall’operatore in strada con una notevole riduzione dei tempi di intervento”.

Nasce l’Osservatorio Cargo Aereo

Il cluster del trasporto aereo merci, nato nel 2015 su iniziativa di Anama, Assaereo, Assohamdlers ed Ibar, ha lanciato l’Osservatorio Cargo Aereo con l’obiettivo di raccogliere dati e statistiche su un settore poco conosciuto ma con un peso sulle esportazioni italiane extra Ue pari al 25,8%. “Cerchiamo di colmare una lacuna,” sottolineano in una nota i presidenti delle quattro organizzazioni. “Nel settore del trasporto aereo merci vi è infatti una carenza di informazioni e statistiche che possano offrire valore oggettivo alle analisi svolte nonché spunti di riflessione agli operatori del settore”. Sulla base di queste premesse l’Osservatorio ha individuato l’esigenza di realizzare un primo studio di settore. “Intendiamo mettere a confronto i due principali aeroporti cargo italiani, Milano Malpensa e Roma Fiumicino, con i principali competitor europei per capire se il sistema nazionale è competitivo e soprattutto per avere spunti che consentano di migliorare l’intero settore”. A breve partirà un bando di gara “aperto a tutte le società di consulenza che vi vorranno partecipare. Lo scopo è quello di realizzare uno studio oggettivo, e per questo affidato a società terze, da presentare in un evento pubblico entro il primo semestre del 2019”.


notize brevi dal Mondo -notize brevi dal Mondo - notize brevi dal Mondo - notize brevi dal Mondo - no Ingenti investimenti del governo sudcoreano a sostegno dello shipping

Seul investirà 1,2 miliardi di dollari nella Korea Maritime Promotion Corporation (KMPC), l’organismo costituito all’inizio di luglio per sostenere l’industria marittima nazionale. L’ammontare sarà conferito in parte tramite la cessione alla nuova Corporation del 12,7% rispettivamente del capitale azionario delle autorità portuali di Busan, Ulsan, Inchin e Gwangyang, per il restante da fondi governativi. A completare la dotazione finanziaria ulteriori 1,2 miliardi di dollari provenienti da capitali privati. Annunciata nell’agosto dell’anno scorso, l’iniziativa nasce come risposta al deterioramento del mercato dei trasporti marittimi (che copre il 99% del volume degli scambi con l’estero del paese asiatico) in seguito alla crisi del 2008 e al conseguente fallimento della Hanjin Shipping. Korea Maritime Promotion Corporation avrà il compito di sostenere l’industria sudcoreana dello shipping dal punto di vista finanziario e industriale e promuoverà iniziative per assicurare la competitività del settore. Inoltre avrà la responsabilità di garantire i DP World costruirà un hub logistico in Mali collegamenti DP World ha sottoscritto con le autorità della Repubblica del Mali un contratto di concessione marittimi esventennale, con opzione per ulteriori venti anni, per la costruzione e la gestione di un centro losenziali in caso gistico a Bamako, capitale del paese africano. L’hub avrà una estensione di mille ettari e sarà di crisi o emerlocalizzato in prossimità delle direttrici stradale e ferroviaria che collegano Bamako con genze. Dakar, capitale del Senegal. Con una capacità di traffico di 300 mila teu e una movimentazione di merci alla rinfusa fino a 4 milioni di tonnellate la costruzione dell’infrastruttura (tempo previsto: 18 mesi) comincerà nel 2019 con un primo finanziamento da 50 milioni di dollari per l’area dedicata ai container. Il gruppo terminalista di Dubai metterà inoltre a disposizione tre locomotori per il traffico merci e passeggeri lungo la tratta Bamako-Dakar oltre a sviluppare i processi di digiPrimo semestre positivo per i porti spagnoli talizzazione nePrimo semestre positivo per i porti spagnoli che registrano una movimencessari per rentazione complessiva di 277,8 milioni di tonnellate (+6,1%). Il traffico condere più veloci i tainerizzato è ammontato a 94,6 milioni di tonnellate (+9,0%), con una controlli sui promovimentazione di “scatoloni” pari a circa 8,4 milioni di teu (+9,9%), dotti in transito. di cui 4,5 milioni di teu in transito (+12,2%), 2,8 milioni di teu di import/export con l’estero (+8,4%) e 997mila teu di traffico nazionale (+3,8%). Le merci convenzionali si sono attestate a 38,4 milioni di tonnellate (+6,4%). In aumento anche le rinfuse, con i carichi liquidi che sono stati pari a 89,0 milioni di tonnellate (+3,5%) e quelli solidi a 49,5 milioni di tonnellate (+6,1%). Risultati positivi anche nel settore passeggeri con un traffico di 14,4 milioni di persone Boom di ricavi per il settore noleggio (+9,3%), di cui quasi 4,5 milioni di crocieristi (+23,6%) e 9,9 milioni di passeggeri delle linee regolari (+3,8%). In questo container quadro spiccano i record del porto di Barcellona che registra Si conferma l’andamento positivo del mercato nolegil nuovo picco massimo assoluto semestrale con quasi 33,0 gio container, con ricavi record nella prima semestrale milioni di tonnellate (+16,9%). Performance alimentata delle principali società del settore. Triton International, principalmente dalla crescita del settore containerizzato gigante nato a metà del 2016 dalla fusione della Tri(1.622.124 teu; +18,1%), delle merci convenzionali (6,0 ton Container International e della TAL International milioni di tonnellate; +6,1%) e delle rinfuse liquide (7,8 che gestisce una flotta da 6 milioni di teu, ha regimilioni di tonnellate; +17,3%). Quanto al traffico dei strato ricavi per 644,9 milioni di dollari, con un rialpasseggeri, nella prima metà del 2018 è stato di 1,8 zo del +17,8% sui primi sei mesi dello scorso anno. milioni di persone (+13,4%), di cui 1,2 milioni di croL’utile operativo è stato pari a 367,4 milioni di dolcieristi (+20,6%) e 536mila passeggeri dei traghetti lari (+55,8%) e l’utile netto a 189,6 milioni di dolla(-0,4%). ri (+124,9%). Textainer, con una consistenza della flotta pari a 3,35 milioni di teu, ha accumulato ricavi per 273,9 milioni di dollari, con una crescita del +16,1%, mentre CAI International (flotta da 1,3 milioni di teu) si attesta sui 201,1 milioni di dollari, con un rialzo del +22,%. Per il presidente di CAI, Victor Garcia, “la domanda di container continua ad essere molto rilevante grazie alla forza dell’economia globale e prevediamo che tale livello rimarrà elevato con l’avvicinarsi ai mesi in cui storicamente la richiesta è notevole”.

Pool tedesco per la gestione di feeder

Si chiama Arkon Allied Container il pool costituito in Germania per la condivisione e gestione di navi portacontainer feeder dalle quattro compagnie, con sede ad Haren/Ems, Arkon Shipping, Reederei Jüngerhans, Wessels Reederei e HS Schiffahrt, dalla Nordic Hamburg di Amburgo, dalla Jebsen Shipping Partners di Jork e dai broker marittimi Ole Gabs e Wolfgang Klodwig. Obiettivo dell’accordo è mettere a sistema le rispettive unità feeder, commercializzando congiuntamente le navi e ottimizzando i costi dell’attività di noleggio della flotta.

6 - agosto 2018


otize brevi dal Mondo - notize brevi dal Mondo - notize brevi dal Mondo - notize brevi dal Mondo Rotterdam, cresce solo il traffico container

Nella prima metà del 2018 il traffico delle merci movimentato dal porto di Rotterdam è diminuito del 2,2%, risultato frutto di una generale contrazione dei volumi movimentati in tutti i segmenti d’attività dello scalo olandese ad eccezione di quello dei container. Complessivamente il traffico è ammontato a 232,8 milioni di tonnellate rispetto a 237,9 milioni di tonnellate nei primi sei mesi del 2017, con i carichi allo sbarco attestati a 160,6 milioni di tonnellate (-3,4%) e quelli all’imbarco a 72,1 milioni di tonnellate (+0,6%). Il totale del traffico containerizzato è stato pari a 73,7 milioni di tonnellate (+5,9%) con una movimentazione dei contenitori pari a 7.077.406 teu (+6,2%), con un traffico che nel solo mese di maggio ha raggiunto il nuovo record mensile di 1.242.000 teu. Nel segmento delle altre merci varie è stata registrata una diminuzione del -1,1% con un totale Cuba, accordo con GPH per il mercato crocieristico di 15,1 milioni di tonnellate Accordo a lungo termine (15 anni) tra l’operatore portuale turco Global Ports movimentate, di cui 12,0 Holding e la cubana Aries per la gestione dei moli da crociera di L’Avana, con milioni di tonnellate di rol’obiettivo di portare questi ultimi da 2 a 6 entro il 2024. In particolare GPH tabili (+2,4%) e 3,1 milioni gestirà lo scalo, fornirà consulenza sulla riqualificazione delle infrastrutture di tonnellate di altri carichi e commercializzerà i nuovi terminal una volta costruiti. Attualmente il porto (-12,6%). cubano può contare su due terminal ubicati nel cuore della Città Vecchia, che nel 2017 hanno accolto 328.000 crocieristi, con un tasso di crescita del 156% rispetto al 2016. Secondo il ministero del turismo cubano la prossima “stagione alta” (da novembre ad aprile) sono previste circa 700mila presenza in virtù dell’aumento delle compagnie operanti su Cuba (le toccate passeranno da 17 a 25). I Caraibi rappresentano il maggiore mercato crocieristico del mondo con 9,6 milioni di passeggeri nel 2017 (il 35% del totale) con un tasso di crescita annuale del 4,5% dal 2012; tasso che secondo gli esperti potrebbe arrivare al 6% al 2020.

PSA International alla conquista del mercato del Nord America

PSA International entra nel mercato nordamericano. Il gruppo terminalista di Singapore ha siglato un accordo per l’acquisizione del 60% del capitale della canadese Ashcroft Terminal, l’impresa privata che gestisce l’omonimo inland terminal situato a 300 chilometri dal porto di Vancouver. Unico hub collegato contemporaneamente a Canadian National Railway e Canadian Pacific Railway, AT permette la movimentazione di carichi attraverso tutto il paese dei Grandi Laghi, servendo gran parte delle industrie della provincia della British Columbia, fino a Chicago e ai mercati nordamericani a questa collegati. “Ashcroft Terminal – ha spiegato l’amministratore delegato del gruppo PSA, Tan Chong Meng – rappresenta il primo passo della PSA in Canada e ci fornisce un punto di ingresso nella supply chain per il mercato nordamericano nonché l’opportunità di accrescere le nostre capacità nelle attività intermodali e quale Inland Container Depot (ICD). La posizione strategica del terminal ci consente di istituire un ICD common user e offrire maggiori opzioni ai proprietari e ai destinatari delle merci”. Recentemente è stato annunciato un piano da circa 30 milioni di dollari per il potenziamento dell’infrastruttura Continuano le demolizione navali sulle spiagge dell’Asia meridionale che sarà dotato di Su un totale di 220 navi avviate alla demolizione nel secondo trimestre del 2018 ben 169 hanno un ulteriore binapreso la rotta che porta ai cantieri dell’Asia meridionale dove le unità sono smantellate sulle rio di collegamenspiagge to, di un sistema con metodi pericolosi per le persone e l’ambiente. Lo riferisce il South Asia Quarterly stradale interno e Update, bollettino trimestrale pubblicato dalla ong Shipbreaking Platform, che si batte di un’area per lo per la difesa dell’ambiente e per il rispetto dei diritti dei lavoratori che operano nel setstoccaggio delle tore delle demolizioni navali. Tra aprile e giugno, spiega il report dell’associazione materie prime. con sede a Bruxelles, “6 lavoratori hanno perso la vita e 7 sono stati gravemente feriti mentre lavoravano alla demolizione di navi a Chittagong, in Bangladesh”. “Un altro lavoratore è stato dichiarato morto dopo un incidente in un cantiere navale di Alang, in India”. Fino ad oggi, sono stati registrati 18 morti e 9 feriti.

Pirateria, diminuiscono gli attacchi nel secondo trimestre

Atti di pirateria in diminuzione (-7%) nel secondo trimestre dell’anno dopo il picco (+54%) registrato nel precedente periodo. Le navi abbordate sono state 30 (stessa cifra dell’anno scorso) mentre le unità oggetto di un tentato attacco ammontano a 19 rispetto alle quattro del secondo trimestre del 2017. Due i marittimi presi in ostaggio, quattro quelli rapiti ed uno ferito rispetto a 32 marittimi presi in ostaggio, 14 rapiti e nessuno ferito dello stesso periodo dell’anno scorso. Complessivamente nel primo semestre 2018 gli incidenti sono stati 107 rispetto a 87 della prima metà dello scorso anno. Le navi abbordate sono state 69, quelle oggetto di un tentato attacco 23 e quelle sequestrate quattro. I marittimi presi in ostaggio sono stati 102, quelli rapiti 25 (tutti in occasione di sei incidenti accaduti nel Golfo di Guinea) e quelli feriti tre rispetto a 63 marittimi presi in ostaggio, 41 rapiti, tre feriti e due marittimi uccisi nel corso degli incidenti di pirateria marittima verificatisi nei primi sei mesi dello scorso anno.


notize brevi dall ’UE - notize brevi dall ’UE - notize brevi dall ’UE - notize brevi dall ’UE - notize brevi Si al piano tedesco di sostegno al trasporto ferroviario

Nulla osta da Bruxelles per il regime di aiuti introdotto in Germania a sostegno delle imprese ferroviarie che investono in tecnologie per l’efficienza energetica. La misura, concepita per promuovere il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia e ridurre le emissioni di CO2, è stata notificata da Berlino nel gennaio 2018 e prevede fino al 2022 finanziamenti per complessivi 500 milioni di euro. In particolare, le imprese che forniscono servizi di trasporto ferroviario a trazione elettrica potranno ricevere una compensazione fino al 50% delle spese sostenute per misure di efficienza energetica, quali l’acquisto di materiale rotabile moderno a risparmio energetico, comprese le locomotive ibride, o per soluzioni automatizzate. Per beneficiare del sostegno pubblico, le imprese dovranno dimostrare di migliorare ogni anno dell’1,75% la loro efficienza energetica, soglia che a partire dal 2020 salirà ad alBrexit, lo stato maggiore della Forza navale Ue si trasferisce meno il 2%. “Il trasporto ferin Spagna roviario a trazione elettrica è Proroga fino al 31 dicembre 2020 per l’operazione anti-pirateria Atalanta e trasferiuna delle opzioni di trasporto mento, a partire dal 29 marzo 2019, dello stato maggiore della Forza navale europiù rispettose dell’ambiente,” pea (Navfor Somalia) da Northwood, nel Regno Unito, a Rota, in Spagna. È quanspiega una nota del commisto deciso dal Consiglio dell’Ue che ha deliberato anche il trasferimento a Brest, sario alla Concorrenza, Marin Francia, del Centro di sicurezza marittima per il Corno d’Africa (Mschoa). Il grethe Vestager. “Promuoventrasferimento, a seguito della Brexit, era stato deciso lo scorso giugno dai minido il passaggio dalla strada stri Ue della Difesa e degli Esteri riuniti a Lussemburgo. Il Consiglio ha anche alla ferrovia, il sistema tedesco assegnato un bilancio per i costi comuni dell’operazione di 11,777 milioni contribuirà al conseguimento di euro per il periodo compreso tra il 1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2020. degli obiettivi dell’Ue in materia Cambio anche per il comando della missione: il viceammiraglio Antonio di ambiente e di trasporti, senza Martorell Lacave (della Marina spagnola) prenderà il posto del generale distorsioni della concorrenza”. di divisione Charlie Stickland (Marina UK).

Raccomandazione della Commissione europea sull’ERMTS

Raccomandazione della Commissione per l’attuazione del sistema di gestione del traffico europeo ferroviario ERMTS (European Rail Traffic Management System). Il documento, in particolare, definisce, sia per l’Agenzia dell’Ue per le ferrovie (soggetto cui è demandato il ruolo di verifica della conformità delle soluzioni tecniche presentate in termini di interoperabilità) sia per i richiedenti, orientamenti più precisi rispetto a quanto previsto dalla Direttiva di riferimento (2016/797). Tra le previsioni della Raccomandazione l’invito ai richiedenti “ad avviare un dialogo con l’Agenzia prima della presentazione della domanda, in modo che il richiedente e l’Agenzia possano concordare un calendario per la procedura di approvazione, compresi i Horizon, appello italiano per i finanziamenti dedicati alle PMI rispettivi termini, tenendo conto del tipo Mantenere il meccanismo di finanziamento diretto alle piccole e media imprese, già di appalto e della procedura di autorizprevisto in Horizon 2020, anche nel prossimo programma europeo per la ricerca zazione”. “Le autorità nazionali prepoe l’innovazione. È quanto chiedono congiuntamente Apre (Agenzia per la Promoste alla sicurezza possono collaborare e zione della Ricerca Europea) e Confindustria, Confcommercio, Confapi, Confarfornire un parere sui possibili esiti della tigianato, CNA, Union Camere. “La proposta della Commissione di mantenere il fase iniziale”. Secondo la Commissione, futuro Consiglio europeo per l’innovazione (EIC) in prima linea sul fronte delle l’Agenzia dovrebbe inoltre utilizzare un innovazioni rivoluzionarie è benvenuta,” spiegano le associazioni di categoria elenco anonimizzato dei problemi come in una nota. “Ma è essenziale sottolineare che l’innovazione ad alto impatstrumento per scambiare esperienze e to sulle società è anche consentita dal miglioramento continuo di prodotti, agevolare l’applicazione armonizzata servizi o modelli aziendali esistenti”. Da qui la richiesta di conservare uno dell’ERTMS. schema di finanziamento dedicato alle PMI rimuovendo “gli ostacoli che impediscono l’accesso ai finanziamenti causando un tasso di successo molto basso per i candidati”. In quasi quattro anni di storia dello Strumento PMI nel programma Horizon 2020, l’Italia si è posizionata al secondo posto a livello europeo, alle spalle della Spagna, In Italia il segretariato di Euromed per numero di progetti premiati, 427 Roma ospiterà la sede del segretariato permanente dell’Assemblea Euro in totale tra fase uno e fase due dello Mediterranea (Euromed) nell’ambito delle iniziative promosse da Strasburstrumento. go per rilanciare il dialogo tra i paesi dell’area. La decisione è stata definita dal vice presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, “una grande opportunità per rilanciare una politica mediterranea”. “Dobbiamo rafforzare il dialogo tra i paesi della sponda settentrionale e meridionale per affrontare le grandi sfide che ci attendono: immigrazione, sicurezza, crescita economica”. L’Assemblea sarà invitata alla conferenza sulla Libia che si terrà al Parlamento europeo il prossimo 10 ottobre. Tra le iniziative che promuoverà nel prossimo futuro anche la creazione di un sindacato libero tra i paesi del bacino.


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Corea del Sud, Zes strumento per una “buona concorrenza” R

aggruppare e coordinare cifre, tendenze, soprattutto idee, per restituire un’interpretazione coerente dei fenomeni osservati. Lungo questa direttrice SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno ha intrapreso da qualche anno la strada delle collaborazioni internazionali inserendosi in una ricca rete di scambi con i principali centri studi sull’economia marittima. “Un lavoro di confronto costante, alla ricerca di know how specifici – conferma Alessandro Panaro, responsabile della sezione Maritime and Mediterranean Economy di SRM – a cui da poco abbiamo aggiunto un importante tassello con l’accordo siglato con il Korea Maritime Institute. Un’intesa ad hoc per la realizzazione di studi, ricerche e scambio di personale per fare esperienza diretta dei rispettivi settori marittimi”. Qual è il valore aggiunto che può fornire KMI? Nel nostro ultimo rapporto sull’economia marittima i ricercatori coreani hanno curato una dettagliata analisi sugli investimenti bancari nel settore dello shipping. Ne è emerso un elemento da non sottovalutare: l’Europa si conferma punto di riferimento ma l’ago della bilancia si sta spostando inesorabilmente verso il Far East, tanto da far ipotizzare una futura egemonia in quest’ambito. Il modello coreano, incentrato sull’obiettivo di intercettare un flusso container che, secondo le previsioni, dovrebbe

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raggiungere nell’area i 100 milioni di Teu entro il 2040, risulta interessante sotto due aspetti: il coinvolgimento nella Belt and Road Initiative e lo sviluppo delle free zone. Come sono caratterizzate le ZES nella Corea del Sud? Si tratta di un sistema diffuso che è entrato a regime con ottimi risultati da un certo numeri di anni. Una delle peculiarità delle free zone coreane è l’autonomia strategica circa la natura delle attività da supportare. Un elemento che sfata il pregiudizio sul numero di zone che un determinato territorio può ospitare. Se ben supportato diventa uno strumento che produce “buona concorrenza” tra gli operatori determinando le condizioni per far emergere le eccellenze economiche. Un suggerimento per quello che dovrebbe essere fatto in Italia? La priorità sarà riuscire a comunicare in modo preciso alle imprese interessate il pacchetto localizzativo offerto dalle Zes italiane. Ma non bisognerà limitarsi solo ai meccanismi di semplificazione amministrativa e di agevolazione fiscale. Al successo locale di una free zone contribuiscono anche altri fattori caratterizzanti: in Marocco, ad esempio, è previsto un finanziamento per una parte dell’acquisto dei terreni mentre in Egitto è richiesta una quota di manodopera locale. Considerando l’assetto e le competenze delle nuove AdSP la sfida principale riguarderà il coinvolgi-

mento di tutto il territorio di competenza. Essenziale, dunque, la capacità di interloquire in modo efficiente con le realtà multinazionali. Di ZES si è parlato anche al seminario della “Global Shipping Think Thank Alliance”? È emersa l’importanza di un terzo fattore di cui poco di parla in Italia: quello doganale. Troppo concentrati sulle questioni insediative e amministrative non dobbiamo trascurare l’efficienza delle procedure import-export. Il modello dei porti degli Emirati Arabi sotto questo aspetto è illuminate. Lì i prodotti dei container sono “lavorati” sul posto e riesportati. Ma il seminario è stato importante anche per altri motivi. Quali? Si è trattato del primo workshop realizzato dall’alleanza dei centri studi siglata poco meno di due anni fa. Una trentina di esperti si sono confrontati su argomenti come i flussi merci nel Mediterraneo, il trasporto intermodale e il mercato container. Su questo punto vorrei rispondere a una critica che viene spesso rivolta alle nostre analisi. È chiaro che i traffici portuali sono caratterizzati da una maggiore varietà di modalità trasporto ma lo studio del settore container permette, forse meglio di altri, di misurare i livelli di internazionalizzazione di interi paesi o aree geografiche. Quali tendenze sono emerse maggiormente?


Colpisce, mettendo insieme i dati, la dimensione titanica di tutto ciò che è legato alla BRI. È chiaro che esiste anche un disegno di egemonia geopolitica da parte cinese ma, fatti i conti, sono portato alla conclusione che non ha senso frenare. Basti guardare a quanto accaduto con Israele, dapprima contrario e oggi invece sempre più coinvolto nell’iniziativa. Sotto questa aspetto credo esistano enormi potenzialità da sfruttare, anche per i porti italiani, a cominciare dai traffici di feederaggio. Secondo quale modello? Esiste uno spazio di manovra, nonostante il vantaggio competitivo acquisito da scali come il Pireo, Valencia o Port Said. La recente visita di SRM a Singapore, dove si sta progettando uno scalo da 65 milioni di Teu, ha fatto emergere un importante fattore su cui si potrebbe lavorare. La specializzazione nel settore bunkering, con lo sviluppo delle nuove fonti di carburante, potrebbe rappresentare una ulteriore attrazione per i traffici offrendo alla nave non solo la possibilità di caricare o scaricare merce ma anche di rifornirsi ed effettuare le necessarie operazioni di rimessaggio. Scali come Napoli, Trieste e Cagliari avrebbero le carte in regola per iscriversi a questo gioco. Sulla BRI è stato creato recentemente un osservatorio con Confetra. La Nuova Via della Seta caratterizzerà i prossimi 25 anni ed è chiaro che per un fenomeno così duraturo non ci

si può limitare ad analisi spot. Nel corso di un primo workshop con i rappresentanti della confederazione abbiamo tirato le prime somme. Come SRM abbiamo analizzato gli indicatori economici su cui la BRI andrà ad influire, i rapporti tra Italia e i paesi che partecipano all’iniziativa e gli aspetti infrastrutturali. L’obiettivo, in collaborazione con i centri studi delle associazioni che fanno parte di Confetra è produrre un “position paper” di orientamento per il governo. Nell’ultimo rapporto di SRM si analizza il “gigantismo navale nel settore ro-ro”. Quali conseguenze si produrranno? La dimensione media di questo tipo di naviglio è cresciuta di circa il 20% sia per effetto delle nuove costruzioni sia per il refitting di quelle esistenti. È chiaro che questo fenomeno di “jumboiza-

tion”, soprattutto negli scali dove gli operatori non gestiscono direttamente un loro terminal, avrà conseguenze sulla selezione delle destinazioni, poiché richiederà sempre maggiori spazi. Il che apre ulteriormente il discorso del rapporto tra i nostri scali e le aree retroportuali. Su questo punto bisognerà analizzare se questo tipo di business sarà redditizio per gli interporti. I prossimi appuntamenti di SRM? Stiamo realizzando un rapporto marittimo su Singapore, in occasione di una missione che partirà in autunno, mentre a settembre presenteremo l’aggiornamento dell’analisi su Suez. Entro fine anno sarà invece rilasciato il nostro primo lavoro dedicato ai corridoi energetici. Un argomento che abbiamo anticipato in parte con l’ultimo rapporto sull’economia marittima su sollecitazione di diverse AdSP e che si baserà principalmente su due tipi di analisi: quella dedicata al bunkering – centri di stoccaggio o lavorazione – e ai flussi commerciali attraverso i traffici dei maggiori stretti – Malacca, Hormutz, Suez e Panama. Giovanni Grande

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Autostrade del Mare e investimenti cinesi N

ell’ambito del ricco programma di eventi, seminari e meeting che propone la Naples Shipping Week, che si terrà a Napoli quest’anno dal 24 al 29 settembre, spicca senz’altro la Sessione tecnica di venerdì 28 dedicata ai NUOVI MERCATI organizzata in collaborazione con SRM (www.sr-m. it) nell’ambito di PORT&SHIPPINGTECH, main conference della manifestazione. Tra le sfide che quest’anno e in futuro - il Mare Nostrum ci propone di affrontare saranno messe in evidenza: la necessità di consolidare e rafforzare il posizionamento già forte del nostro Paese nel comparto dello SSS - Short Sea Shipping e la persistente strategia di penetrazione del gigante cinese negli scali del bacino attraverso acquisizioni di porti e terminal portuali strategici. La domanda che deve campeggiare e a cui l’Italia deve essere pronta a rispondere è: siamo pronti come sistema marittimo a cogliere queste due opportunità? Il primo modulo della Sessione vede protagonista proprio lo Short Sea Shipping in cui l’Italia già riveste una posizione di leader; siamo infatti primi in Europa. Gli ultimi dati mostrano che nell’area MED abbiamo una quota di merci che viaggia con la modalità del “corto raggio” pari al 36% con oltre 200 milioni di tonnellate movimentate. Sempre restando in argomento, un segmento di forte interesse è la modalità RO-RO (Roll-on Roll off, vale a dire navi che trasportano mezzi gommati) dove i porti del nostro Paese hanno sorpassato, nel 2017, le 106 milioni di tonnellate movimentate segnando un aumento dell’8% circa sul 2016. Date le grandi potenzialità dettate dalla crescita del mercato dell’auto stimata per i pros-

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simi anni e i significativi margini di incremento che il comparto ha ancora, è opportuno fare il punto sul futuro e sulle strategie da mettere in campo su questi settori grazie al coinvolgimento di speaker autorevoli. Veniamo ora alla Cina cui è dedicato il secondo modulo della Sessione. Con i ritmi elevati di traffico che sta segnando il Canale di Suez (+11% nel 2017 sul 2016), l’aumento del traffico navale (+24% dal 2012 al 2016) e il ritrovato slancio di alcuni Paesi dell’Area Mena (Middle East e North Africa) il Mediterraneo sta ritrovando una nuova e più incisiva centralità in ambito marittimo mondiale. La Cina sta insistendo con importanti investimenti in terminal e porti nell’area che rappresentano una delle strategie primarie da perseguire della Belt & Road Initiative; SRM stima investimenti logistico marittimi di 6 mi-

liardi di euro già realizzati nel Mediterraneo da operatori del Far East e questo deve lasciar riflettere su come e in che misura possiamo intercettare navi commerciali e intensificare le relazioni con il Dragone così da poter cogliere le grandi opportunità che scaturiranno per i nostri sistemi portuali. Occorrerà però mostrare alla Cina che il nostro sistema logistico e marittimo è efficiente, solido e forte e soprattutto coeso senza individualismi, campanilismi e debolezze. Una riflessione sulla Maritime Silk Road si impone per ascoltare quali siano le differenti visioni e le diverse angolature che hanno i protagonisti del settore. Varrà quindi la pena anche in questo caso di assistere ai lavori della giornata! RedMar


Bureau Veritas Italia traina la crescita del gruppo B

ADV Paola Martino

ureau Veritas Italia conferma il suo trend positivo e traina la crescita del gruppo che cresce del 6,1 % a livello mondiale. Nel primo semestre del 2018 Bureau Veritas in Italia ha ulteriormente accelerato l’andamento positivo del 2017 con un fatturato di 53,6 milioni di euro in crescita del 12% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Il trend positivo è confermato dall’assunzione da inizio anno di 52 nuovi collaboratori. A trainare la crescita sono in particolare i servizi in ambito Commodities, quindi i servizi in ambito Testing. Nel primo semestre hanno trovato anche conferma le prospettive di sviluppo su

alcuni servizi tradizionali: certificazione, sull’onda dell’innovazione e della transizione delle norme Qualità, Ambiente e Sicurezza nonché la costante crescita in doppia cifra dei servizi in ambito certificazione competenze. La divisione Industriale conferma il trend di crescita del primo trimestre per effetto combinato della richiesta crescente in ambito esportazione e di servizi in ambito Gestione Asset Industriali. Incremento a doppia cifra per la divisione Trasporti e Infrastrutture che vede come mercato di riferimento le grandi Infrastrutture e i professionisti di questo segmento. Il gruppo Bureau Veritas in Italia re-

gistra una crescita costante negli ultimi sette anni con una strategia precisa portata avanti con coerenza: “Innovazione costante, crescita qualitativa anche del nostro personale, anticipazione costante della domanda e un’assistenza capillare e on time alla nostra clientela – afferma Ettore Pollicardo, presidente di Bureau Veritas Italia – hanno rappresentato e rappresentano le chiavi del successo su una netta linea di demarcazione tra chi cerca il mercato e chi sta nel mercato. Bureau Veritas ha in effetti consolidato i suoi core business potenziando le filiere tradizionali, ma ha anche aperto nuovi fronti che stanno producendo risultati al di là delle aspettative”.

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Registro Navale Panamense - Per informazioni: Consolato di Panama - Via Duomo 319 - 80133 Napoli (NA) - tel: 081 6028540


Importanti commesse militari Fincantieri in Medio Oriente A

lla presenza del Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa del Qatar Khalid Bin Mohamed Al Attiyah e del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, accolti dal Presidente e dall’Amministratore Delegato di Fincantieri Giampiero Massolo e Giuseppe Bono, si è svolta nei giorni scorsi presso lo stabilimento di Muggiano (La Spezia) la cerimonia per il taglio lamiera della prima corvetta classe “Doha”, commissionata a Fincantieri dal Ministero della Difesa del Qatar nell’ambito del programma di acquisizione navale nazionale. Nell’acquisizione di questo prestigioso contratto, Fincantieri ha prevalso sugli altri competitor grazie ad un progetto ritenuto in assoluto il più avanzato e innovativo. La presenza odierna dei due Ministri testimonia la valenza internazionale acquisita da Fincantieri che, grazie all’esperienza maturata nella costruzione di navi hi-tech, si pone come Gruppo di riferimento anche nel comparto militare. Il contratto, che per Fincantieri vale quasi 4 miliardi di euro, prevede la fornitura di sette navi di superficie, di cui quattro corvette, una nave anfibia (LPD - Landing Platform Dock) e due pattugliatori (OPV - Offshore Patrol Vessel) e dei servizi di supporto in Qatar per ulteriori 10 anni dopo la consegna delle unità. Tutte le navi verranno interamente costruite nei cantieri italiani del Gruppo a partire da questo anno. La prima corvetta classe “Doha”, di cui si è tagliata la prima lamiera, è progettata in accordo al regolamento RINAMIL e sarà un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento con capacità di soccorso in mare al ruolo di nave combattente. Inoltre l’unità potrà impiegare mezzi veloci tipo RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) imbarcandoli tramite una gru laterale e una rampa situata all’estrema poppa. Il ponte di volo e l’hangar sono attrezzati per accogliere un elicottero NH90.

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Cerimonia per il taglio lamiera della prima corvetta classe “Doha” Contratto per l’Arabia Saudita Il Governo degli Stati Uniti ha assegnato al consorzio guidato da Lockheed Martin, del quale fa parte Fincantieri Marinette Marine (FMM), un ordine con lo strumento della Undefinitized Contract Action, come anticipo sul contratto di Foreign Military Sales per la costruzione di quattro unità Multi-Mission Surface Combatants (MMSC) destinate all’Arabia Saudita. Le navi verranno costruite nello stabilimento Fincantieri di Marinette, nel Wisconsin. L’anticipo finanzierà, per un ammontare fino a 450 milioni di dollari, l’avvio della progettazione di dettaglio e la pianificazione per la costruzione delle quattro unità e verrà ripartito principalmente tra Lockeed Martin e Fincantieri Marinette Marine. L’MMSC si distinguerà per essere altamente manovrabile, caratterizzata dalla flessibilità derivata dal mono-scafo delle Littoral Combat Ship (LCS), classe Freedom, realizzate dallo stesso consorzio per la US Navy, con un’autonomia incrementata a 5.000 miglia nautiche e una velocità superiore a 30 nodi, rendendola capa-

ce di operazioni di pattugliamento sia costiero che in mare aperto, e in grado di affrontare tutte le moderne minacce alla sicurezza marittima ed economica. Giuseppe Bono, Amministratore delegato di Fincantieri, ha commentato: “Questo contratto rappresenta un prestigiosissimo riconoscimento della lungimiranza della nostra scelta di entrare nel mercato statunitense. Da allora, in dieci anni abbiamo consolidato la nostra presenza come costruttore di riferimento non soltanto per la US Navy, ma anche per numerose Marine estere”. Lockheed Martin e FMM, insieme allo studio di architettura navale Gibbs & Cox e oltre 800 fornitori in 42 stati, collaborano già per il programma LCS della US Navy. Fincantieri Marine Group (FMG), che controlla Fincantieri Marinette Marine e altri due siti sempre nella regione dei Grandi Laghi, Fincantieri Bay Shipbuilding e Fincantieri Ace Marine, dal 2008 ha investito più di 130 milioni di dollari per modernizzare i cantieri in Wisconsin, assumendo e formando più di 1.000 persone. Stefano Meroggi


I porti italiani fanno alleanze nella logistica e infrastrutture

fattore strategico nelle decisioni localizzative degli investitori” ha dichiarato, il Direttore Generale dell’Agenzia ICE, Piergiorgio Borgogelli. “Il programma di lavoro che ci siamo dati, fatto di promozione e collaborazione operativa – prosegue Borgogelli - consentirà sinergie sui mercati esteri, sui quali siamo pronti a veicolare le opportunità di investimento selezionate con le Matteo Gasparato Piergiorgio Borgogelli Zeno D’Agostino due associazioni”. “Quest’accordo sancigenzia ICE, Assoporti e In particolare, l’Agenzia ICE, attrasce il lavoro che Assoporti sta portanUIR-Unione Interporti Riuniverso il canale dei suoi appositi Desk do avanti nella direzione di collaborare ti hanno firmato un accordo Attrazione Investimenti e della propria con gli altri player del nostro settore.” rete estera, effettuerà la ricerca dei podi collaborazione per l’attrazione di ha commentato il Presidente di Assotenziali investitori interessati a localizinvestimenti nel settore della logistica. porti, Zeno D’Agostino, a margine della L’obiettivo dell’accordo è quello di conzarsi presso i porti, gli interporti o in alfirma dell’intesa, “Assoporti si è posta solidare, attraverso operatori esteri, il tre aree ad essi facenti capo. L’azione degli obiettivi in materia di promozione posizionamento competitivo del sistepromozionale si concretizzerà anche e valorizzazione dei porti e della logiattraverso la partecipazione ai più imma logistico nazionale all’interno delle stica e insieme alI’Agenzia ICE e agli portanti eventi internazionali del settoreti internazionali di scambio e distribuinterporti abbiamo messa a sistema la re, affrontati con strumenti condivisi e zione. Le attività previste si concentrefiliera.” valorizzando il più possibile operazioni ranno sulla definizione dell’offerta porInoltre, sempre nei giorni scorsi, tuale e interportuale, sulla promozione rappresentative dell’intero sistema logiAssoporti ha sottoscritto un protocollo stico nazionale. dei relativi progetti di investimento sui d’intesa con l’ENIT (Ente Nazionale Itamercati esteri e sull’accompagnamen“La sottoscrizione di questo accordo liano del Turismo). Lo scopo dell’accornasce dalla volontà di creare una piatto operativo di operatori internazionali do è quello di lavorare congiuntamente interessati a valutare ipotesi di investitaforma di lavoro il più possibile ampia su iniziative di promozione e sviluppo e condivisa con il settore della logistica, mento. dei territori circostanti le aree portuali. Al fine di individuare tutte le azioni sia in tema di partecipazione ad eventi, sia in tema di sviluppo di materiale informativo, è stato costituito un gruppo di lavoro che ogni anno determinerà i temi di interesse. Uno degli scopi principali è quello di incentivare e consolidare il legame tra i porti e il territorio circostante, soprattutto in relazione all’offerta turistica del Paese. “Anche quest’accordo va nella direzione di collaborare con altri player del nostro settore.” ha commentato il Presidente di Assoporti, Zeno D’Agostino, in riferimento alla firma dell’intesa, “Assoporti si è posta degli obiettivi in materia di promozione territoriale e rapporto tra porto e città e ritengo che insieme all’ENIT possiamo fare un lavoro importante a servizio delle AdSP. Il settore delle crociere rappresenta un segmento di traffico interessante che si collega ai territori e allo sviluppo dell’offerta turistica.” Sandro Minardo

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La Sicilia Occidentale lancia la sfida delle crociere N

on solo progetti, ma immediata esecuzione delle opere. Questa la parola d’ordine con la quale l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia occidentale, guidata da Pasqualino Monti, ha lanciato una vera e propria sfida di totale riqualificazione dei quattro porti che ricadono sotto la sua competenza, Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle. E lo ha fatto non con documenti programmatori ma con le ruspe che in 9 mesi, tanti ne sono trascorsi dall’insediamento del nuovo presidente, hanno radicalmente trasformato il panorama portuale, procedendo alla demolizione di tutti gli insediamenti inutili, ma anche delle infrastrutture, come i vecchi silos granari, non coerenti con l’obiettivo di fare di Palermo (ma anche di Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle) uno dei principali hub passeggeri del Mediterraneo. Operazione questa che non solo ha attirato a Palermo i decision makers delle principali compagnie crocieristiche e dei maggiori armatori di ferries, ma che sta portando a galla per la prima volta una potenzialità unica, quella di concentrare nello stesso porto crociere, ferries passeggeri e grande nautica. “Non parole, ma fatti” E fatti significano sblocco dopo dieci anni del Piano regolatore di Palermo, superamento del contenzioso con il Comune e dissequestro della stazione marittima, demolizione dei silos, attivazione di finanziamenti per oltre 120 milioni, ma anche messa a punto dei nuovi piani regolatori di Trapani e Porto Empedocle, vecchi di oltre 50 anni. Inoltre definizione del concorso internazionale di idee per la realizzazione dei due terminal sul molo Piave e sul molo Sammuzzo vinto (in attesa delle procedure definitive) dallo studio Valle 3.0 di Roma. Coinvolgimento di due società europee (tedesca e finlandese) per la realizzazione del progetto di Smart Port. Pasqualino Monti ha quindi lanciato un vero e proprio appello alle grandi compagnie crocieristiche, assumendo

crocieristici e da parte delle compagnie che gestiscono ferries e autostrade del mare, disposti – come dichiarato ad esempio da Achille Onorato del gruppo Moby-Tirrenia – a investire da subito in un terminal efficiente nella Sicilia occidentale o dai grandi players crocieristi, interessati – come emerso dagli interventi al convegno – alla gestione della nuova stazione marittima di Palermo. Il sottosegretario Rixi ha parlato di occasione storica, dopo anni in cui i governi che si sono succeduti alla guida del Paese, hanno colpevolmente sottovalutato la risorsa mare, in alcuni casi complicando e aggravando, come accaduto con la legge sui dragaggi, il quadro normativo di riferimento. Edoardo Rixi ha anche insistito sulla necessità di affermare in Europa la centralità del Mediterraneo e di procedere a un coordinamento funzionale fra le competenze sul mare sparse fra diversi ministeri. Necessità ribadita da presidente di Assarmatori, Stefano Messina, che ha sottolineato come l’efficienza delle autostrade del mare rappresenti la chiave

Il presidente Pasqualino Monti: autostrade del mare e crociere, pronti a investire a Palermo. Approvato dopo dieci anni il Piano regolatore portuale

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impegni infrastrutturali e i rappresentanti dei grandi gruppi crocieristici, Carnival (Costa), Msc e Royal Caribbean Cruise line hanno risposto positivamente. E non un assenso generico, ma l’apertura di un credito concreto su Palermo si è potuto registrare durante il convegno voluto dal presidente dell’Autorità portuale di sistema del Mare di Sicilia occidentale, che ha ottenuto risultati al di là delle aspettative. Oltre a un fortissimo mandato personale espresso a Monti dal sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, Palermo e i porti del suo sistema sono diventati oggetto di impegni espliciti da parte dei maggiori gruppi


per garantire l’efficienza del sistema Italia e dal presidente di Confitarma, Mario Mattioli, che ha rilanciato la proposta di un Ministero del mare. Sulle autostrade del mare, come chiave di sviluppo, si sono concentrati anche gli interventi di Matteo Catani (GNV) e Alessandro Bisanti (Grimaldi)

che hanno ricordato i grandi investimenti in atto in questo settore. Affidabilità e qualità anche del territorio sono invece le precondizioni indispensabili per lo sviluppo della nautica (come sottolineato dai rappresentanti di Ucina e Nautica Italiana) e per una reale crescita di quella Blue economy,

De Nigris

favorito in questo momento – come rimarcato da Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti – da una situazione geopolitica del Mediterraneo che ha favorito e continua a favorire specie sui passeggeri le destinazioni di Italia, Spagna e Grecia. Stefano Meroggi

Partners

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STUDIO LEGALE DE NIGRIS & PARTNERS fornisce alle imprese che operano a livello italiano ed europeo, in ambito portuale ma non solo, un’assistenza legale adeguata alle esigenze di un mercato sempre più globale. Lo studio opera su tutto il territorio nazionale italiano, direttamente e con l’ausilio di avvocati collegati, nei settori del diritto civile, del diritto della navigazione, del diritto societario e commerciale, del lavoro d’impresa e della responsabilità in genere. Avv. Orazio De Nigris - Patrocinante in cassazione Corso Vittorio Emanuele, P.tta Barracano, 6 - 84123 - Salerno agosto 2018 - 17 Tel. +39 089234376 - info@studiolegaledenigris.it - www.studiolegaledenigris


Continuano a crescere i porti della Campania

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ontinuano a crescere i volumi di traffico dei porti compresi nella Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale. Nel primo semestre del 2018 si registra una crescita del 5,4% del volume nel trasporto dei container, con un dato che sfiora il mezzo milione di Teus tra i porti di Napoli e Salerno (rispettivamente con un tasso di crescita del 4,8% e del 6,1%). Sempre nel settore delle merci, significativo è anche l’aumento del traffico nel settore delle rinfuse liquide, che registrano, rispetto al primo semestre del 2017, un incremento del 5,3%. Nelle rinfuse solide si segnala un incremento particolarmente robusto per il porto di Salerno, con una crescita rispetto al primo semestre dell’anno precedente pari al 44,6%. Nel traffico passeggeri, si conferma la decisa e consistente ripresa del traffico crocieristico, con un

Pietro Spirito incremento complessivo del 17,8% nel primo semestre del 2018 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (nel porto di Napoli l’aumento è pari al 16,7% ed a Salerno del 32,3%). Per il

traffico passeggeri di corto raggio, i dati sono, nel primo semestre del 2018, sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, ma su questo indicatore i segnali più significativi verranno dai mesi estivi, e quindi saranno registrati con il consolidamento dei dati al terzo trimestre del 2018. “Il segnale che deriva dall’andamento di mercato nel primo semestre 2018 – ha commentato Pietro Spirito, Presidente della Adsp del Mar Tirreno Centrale – conferma che i porti della Campania continuano a crescere, grazie ad un contesto regionale economicamente positivo, sotto il profilo industriale e turistico, ed alla azione degli operatori marittimi. I lavori in corso per il potenziamento delle infrastrutture nei porti della Campania stanno intanto ponendo le premesse per un ulteriore consolidamento della nostra competitività”. RedMar

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Diritto marittimo Diritto commerciale Diritto societario Diritto Diritto Diritto Diritto marittimo marittimo Diritto commerciale commerciale Diritto societario societario Finanziamenti navali Contenzioso Finanziamenti navali Contenzioso Finanziamenti navali Contenzioso 18 - agosto 2018

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Porto di Venezia, crescono i traffici ro-ro (+35%) L

a movimentazione complessiva di merci del Porto di Venezia, aggiornata al periodo annuale Luglio 2017 – Giugno 2018 è aumentata del 8,5% arrivando a sfiorare i 26,5 milioni di tonnellate. Il settore che fa da traino alla crescita è quello del siderurgico che risente della positiva pianificazione degli ordini del tessuto produttivo che, avendo concluso il 2017 con minor disponibilità di stock, ha presentato ordini programmati per il primo semestre 2018 grazie al riavvio della produzione industriale. Tali incrementi sono da imputare alla natura del Porto di Venezia quale ga-

teway di materie prime, in import, per le attività produttive regionali e/o del Nordest italiano e della Lombardia. Circa il settore Ro/Ro, grazie alla forte crescita di Grimaldi e al rafforzamento della linea Minoan i traffici Ro/Ro rafforzano il trend positivo e crescono del 35% circa. Sostanzialmente stabili (-0,3%) i traffici di contenitori (TEU) aggiornati al periodo annuale Luglio 2017 – Giugno 2018 ascrivibile ad una mancata toccata al Porto di Venezia nel mese di maggio in concomitanza con i lavori di manutenzione del Bacino di evoluzione n°3. Il dato assoluto (-2000 TEU cor-

SLC

rispondente alla quantità indicativa di container trasportati dalla CMA-CGM Cendrillon) nel periodo evidenziato fa emergere, tuttavia, che tale flessione è congiunturale, mentre strutturalmente il trend è in crescita. Analizzando infine il periodo del primo semestre la crescita del Porto di Venezia appare ancora più forte raggiungendo una differenza positiva rispetto al periodo Gennaio – Giugno dell’anno precedente di quasi 11%. L’andamento in rialzo del siderurgico per i primi sei mesi raggiunge quota 77,1%. Carolina Sinnopoli

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Bari e Brindisi protagonisti nella logistica intermodale L’

Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale ha concesso in via sperimentale a Mercitalia Shunting & Terminal, società per la produzione e la commercializzazione del trasporto ferroviario di merci controllata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane Spa, l’affidamento del servizio ferroviario in ambito portuale e la movimentazione dei carri ferroviari sui binari portuali, con contestuale messa a disposizione di binari funzionalmente collegati al nuovo raccordo ferroviario presso lo sporgente di Costa Morena Est. L’atto concessorio giunge a valle del verbale di transitabilità dell’impianto infrastrutturale, rilasciato da RFI alcuni giorni fa. “Dopo i fasti della Valigia delle Indie, il porto di Brindisi torna a recitare un ruolo strategico nel panorama internazionale della logistica integrata – commenta il presidente dell’AdSP MAM Ugo Patroni Griffi - Il nuovo raccordo ferroviario associato ad una mirata azione volta a sviluppare nuovi collegamenti intermodali, oltre ad agevolare le numerose imprese che operano nella zona industriale, costituiscono la chiave di volta per la consacrazione del scalo quale hub internazionale per lo scambio di merci con l’Europa e con i Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo.”

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L’atto di concessione prevede, tra l’altro, che Mercitalia si stabilisca a Brindisi con adeguati uffici, mantenendo in efficienza i mezzi impegnati e le infrastrutture assegnate, attraverso un team di manutenzione pronto intervento operante in loco. Alla società competono tutte le operazioni inerenti il servizio di manovra e formazione treni, tutte le prestazioni accessorie al trasporto ferroviario, movimentazione e trazione dei carri e dei convogli ferroviari in arrivo e in partenza negli ambiti collegati al porto di Brindisi e tutte le relative attività complementari per conto delle imprese che eseguono il trasporto ferroviario, dei terminalisti del porto e degli operatori in generale. È inoltre prevista la realizzazione di uno snodo di composizione e scomposizione dei treni, presso la banchina di riva di Costa Morena Est. La concessione ha durata triennale e, al fine di agevolare lo sviluppo della nuova tipologia di trasferimento del traffico, l’AdSP MAM ha ottenuto una scontistica per l’avvio della start-up, in base alla quale la tariffa più alta ammonterà a 412,50 € per le manovre di terminalizzazione dai binari di arrivo della stazione di Brindisi ai binari di carico in banchina e viceversa. L’infrastruttura si collega alla Rete Ferroviaria Nazionale (Stazione di Brin-

disi Centrale), per il tramite del cosiddetto raccordo ferroviario consortile, di proprietà del Consorzio A.S.I. di Brindisi che ne detiene concessione di esercizio, in virtù di un contratto stipulato con RFI per regolare il mantenimento dell’opera. Il porto di Bari snodo strategico Il porto di Bari si conferma snodo intermodale strategico e funzionale al florido comparto della grande industria che opera nell’area. Nuovo Pignone, società del gruppo Baker Hughes, una GE company (BHGE), infatti, farà partire proprio da Bari un importante ordine destinato al Cile. “La spedizione dei macchinari è composta da due lotti, il primo dei quali partito da Bari pochi giorni fa e costituito da 10 skid pompa per un totale di 300 tonnellate, mentre il secondo lotto, previsto in partenza entro agosto, composto da 16 casse contenenti pompe centrifughe complete di motori e centraline di lubrificazione per un totale di oltre 400 tonnellate.“ Enrico Mangialardo (General Manager BHGE Nuovo Pignone di Bari) rammenta inoltre che “La commessa è finalizzata ad unirsi al progetto iniziato nel 2014 per la costruzione delle stazioni di pompaggio per acquedotto lungo circa 200km, realizzato per una grande azienda mineraria Cilena.”


“La vitalità e la capacità competitiva della nostra grande industria vengono servite e alimentate dalla funzionalità infrastrutturale dei nostri scali portuali”, commenta il presidente dell’AdSP MAM Ugo Patroni Griffi. “Uno scambio di sinergie proficuo che rinvigorisce l’economia di tutto il territorio. Anche questo imbarco, così come quelli precedentemente effettuati da BHGE Nuovo Pignone, contribuisce notevolmente a dare ulteriore slancio ai traffici commerciali portuali. C’è da aggiungere che quando un’azienda leader come questa utilizza più volte lo scalo per operazioni commerciali rilevanti, l’immagine del porto ne risulta indubbiamente rafforzata. Peraltro, come è noto, la presenza manifatturiera del gruppo General Electric in Puglia non è costituita solo da BHGE Nuovo Pignone di Bari – conclude Patroni Griffi - ma anche dalla grande fabbrica di GE Avio Aero di Brindisi, anch’esso un sito di eccellenza mondiale per la costruzione e manutenzione di motori aerei e marini.” Non è la prima volta che l’azienda metalmeccanica utilizza il porto di Bari per esportare all’estero le proprie produzioni. Tra le movimentazioni più importanti, si ricorda quella avvenuta nel 2016 quando un carico di 297 tonnellate costituito da sei pompe centrifughe – più ausiliari standard Api 610 – costruite da BHGE Nuovo Pignone furono destinate a una nuova raffineria in Kuwait, per la produzione di carburanti green. Mentre nel 2015 inoltre, lo stabilimento barese fornì poco più di 30 pompe destinate a sollevare elevate quantità di acqua dal livello del mare sino a circa tremila metri di altezza nelle miniere di

rame del Cile; in questo specifico segmento, oltre che nelle produzioni “su misura” per raffinerie e petrolchimici, il sito di Bari vanta una notevole specializzazione. Ferrotramviaria Ferrotramviaria vuole tornare ad operare nel porto di brindisi: il presidente dell’Adsp MAM ha ricevuto i vertici della storica azienda. L’AdSP MAM punta sviluppare in maniera significativa collegamenti intermodali a servizio della logistica integrata nel porto di Brindisi. Dopo il recente affidamento a Mercitalia del servizio ferroviario in ambito portuale e la movimentazione dei carri ferroviari sui binari portuali, con contestuale messa a disposizione di binari funzionalmente collegati al nuovo raccordo ferroviario presso lo sporgente di Costa Morena Est, il presidente Ugo Patroni Griffi ha incontrato i vertici di Ferrotramviaria, Tonino Ricco, Massimo Nitti, direttore generale, Conte Enrico Pasquini, dirigente e principale azionista della storica impresa barese attiva nel business passeggeri, trasporto pubblico locale e trasporto merci. Nel corso del proficuo incontro, Ferrotramviaria, che ha recentemente fatto del traffico cargo il proprio core business con significativi investimenti, ha palesato la volontà di tornare a operare a Brindisi. “Oggi l’azienda è grado di fornire tutte le componenti di un sistema di trasporto ferroviario – commenta il presidente Patroni Griffi - progettazione dell’infrastruttura e del programma d’esercizio, direzione dei lavori, formazione del personale, manutenzione del materiale rotabile e dell’infrastruttura, e gestione

Ugo Patroni Griffi del servizio. Verosimilmente, dopo la pausa estiva, firmeremo un protocollo d’intesa finalizzato a incrementare gli scambi intermodali nel porto di Brindisi, a beneficio degli operatori della logistica che necessitano interconnessioni più efficienti e convenienti che agevolino il trasporto merci ferrovia/mare.” Quello di Ferrotramviaria sarebbe un ritorno nel porto di Brindisi: nel 2014, infatti, l’azienda garantiva collegamenti tra il porto messapico e Segrate (per il Gruppo Bonatesta con frequenza settimanale). Servizi, questi, che rappresentano un anello della più ampia catena logistica di P&O Ferrymasters che mette in relazione i Balcani e l’Est Mediterraneo con il Centro Europa attraverso gli scali pugliesi e con rilanci da Melzo verso il resto del Nord Italia e del continente. Cosimo Brudetti

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Intensa attività dell’Adsp Mare Tirreno Centro Settentrionale A

nche nel primo semestre del 2018 si confermano in crescita i traffici dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centro Settentrionale, in particolare nel settore passeggeri (sia di linea che crociere), RO-RO, container e delle rinfuse solide, con l’eccezione dei traffici legati al ciclo produttivo della centrale dell’Enel, così come riscontrato nel 2017. Come emerge dai dati raccolti ed elaborati dagli uffici dell’Ente i passeggeri di linea crescono di oltre il 2%, mentre i crocieristi del 17%, di cui un aumento in così detti “turn around” del 9% ed in transito del 21%. Cresce in particolare il traffico complessivo nel porto di Civitavecchia (+3%), stabile nel porto di Fiumicino e in flessione dell’ 8% nel porto di Gaeta. Sulla base del dato complessivo dei tre porti dell’AdSP si registra una crescita dell’1,3% e segnatamente una crescita del tonnellaggio movimentato, con 8 milioni 200 mila tonnellate complessive (+105 mila tonnellate). La crescita del porto di Civitavecchia

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Francesco Maria Di Maio Presidente AdSP Mar Tirreno Centro Settentrionale risulta trainata principalmente dal traffico di merci in colli che, nel complesso, crescono di oltre il 14%, pari a 400 mila tonnellate in più rispetto al 2017, grazie ad un ulteriore incremento del traffico di merce in container (+4,3%) e soprattutto delle merci trasportate in modalità

RO-RO, di cui risulta un incremento del 17%, con oltre 53 mila T.E.U. e oltre 120 mila mezzi pesanti movimentati al 30 giugno 2018. La crescita del traffico di merci in colli, e delle restanti rinfuse solide, compensa ampiamente l’ulteriore calo, dovuto a fattori esogeni, dei traffici legati al ciclo produttivo dell’Enel, in particolare carbone e cenere, che fanno registrare una perdita pari ad oltre 270 mila tonnellate nel primo semestre del corrente anno. Tale dato è in controtendenza rispetto alle restanti rinfuse solide che, nel complesso, registrano un incremento del 10%. In particolare si conferma, come già riscontrato nel corso del 2017, un’ulteriore crescita del 13% del traffico in importazione di ferrocromo, e del 20% del traffico in esportazione di coils in acciaio, ciò ad ulteriore conferma della ritrovata dinamicità delle acciaierie di Terni. Ulteriore sensibile crescita si registra anche per il traffico di fluorite (+41%); per l’argilla (+39%) mentre in flessione del 19% risulta il traffico di cippato di legno.


Per quanto concerne il traffico di autovetture nuove, le importazioni mantengono pressoché lo stesso dato registrato nel primo semestre del 2017 (segnatamente 83.290 autovetture rispetto alle 85.840 del primo semestre 2017), mentre si registra una sensibile flessione del traffico di autovetture in esportazione (da 85.285 a 31.168). Tale ultimo dato risente in particolare dell’andamento del traffico auto FCA prodotte dallo stabilimento di Cassino. Infine, per quanto concerne il traffico di prodotti petroliferi nel porto di Civitavecchia si registra, in controtendenza con l’andamento negativo degli ultimi anni, una crescita di oltre il 12%. Destinazione d’uso L’ordinanza n. 28 del 13 luglio 2018 con la quale l’AdSP ha precisato la destinazione d’uso di alcune delle diverse zone di cui è composta l’area commerciale del Porto di Civitavecchia, è un provvedimento che è stato assunto a seguito di una lunga e complessa istruttoria, comprensiva di un parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (n.44/2017) e di un parere di una Commissione Interistituzionale, prevedendo, altresì, un regime transitorio volto a contenere le possibili ripercussioni su un traffico importante di prodotti ortofrutticoli (tenuto conto delle positive ricadute di tale traffico per il porto sia in termini economici che occupazionali). In particolare, con tale ordinanza l’amministrazione ha precisato in che misura la specifica destinazione d’uso che è stata data dal PRP del 2004 (approvato nel 2012) alla banchina n.25 e all’area retrostante (avente ad oggetto le operazioni portuali relative alla movimentazione e stoccaggio di contenitori e data in concessione) possa rappresentare un ostacolo allo sbarco/imbarco, diventato oramai consistente ed in crescita, di container reefer (contenenti prodotti ortofrutticoli) in un’altra banchina pubblica, la n.24, destinata alla movimentazione e stoccaggio di merci convenzionali. Ebbene, sulla scorta di quanto indicato nel citato parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, è stato necessario precisare, in relazione a tali sbarchi/imbarchi sulla banchina n.24, con lunghi periodi di sosta temporanea di container sulla banchina pubblica, che essi possono aver luogo su tale banchina solo se rivestono carattere di occasionalità, “pena una eccessiva genericità della destinazione d’uso “commerciale”, che appare in contrasto con i correnti indirizzi metodologici in tema di pianificazione portuale”. Come ulteriormente sottolineato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici “ ove ciò non fosse rispettato, in nome di una inopinata “deregolamentazione” rispetto alle origina-

rie destinazioni d’uso previste dal PRP, ne deriverebbe un quadro di aleatorietà ed incertezza per l’investitore privato, a detrimento dell’efficienza complessiva del sistema portuale” . Tale limitazione non determina tuttavia l’impossibilità dell’imbarco e sbarco dei container reefer (contenenti prodotti ortofrutticoli) nel Porto di Civitavecchia e il loro trasferimento al magazzino della Frutta (situato in prossimità dell’area destinata ai container), stante la possibilità di utilizzare a tal fine (come peraltro ancora avviene seppur in misura ridotta) la banchina n.25, destinata ai container che risulta sottoutilizzata rispetto alle proprie capacità complessive. In ogni caso l’amministrazione, nella medesima ordinanza, si è impegnata a rendere più efficace e a meglio regolamentare tale trasferimento. Sviluppo del territorio Continua la collaborazione per lo sviluppo commerciale cittadino e del territorio legato al traffico crocieristico. Si è, infatti, riunito per la terza volta il gruppo di lavoro, voluto dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo, sul “Codice di buona pratica per lo sviluppo turistico-commerciale cittadino legato al traffico crocieristico”. Attorno allo stesso tavolo si sono seduti Comune di Civitavecchia, RCT, rappresentanti degli armatori e dei commercianti, tour operator, guide e accompagnatrici turistiche con il comune obiettivo di migliorare e favorire l’offerta turistica della città. Dopo aver ribadito come il porto di Civitavecchia, nel comparto crocieristico, sia ormai un punto di riferimento a livello europeo, si è sottolineata l’importanza di creare sinergia tra istituzioni ed operatori per soddisfare le attese dei crocieristi che scalano il nostro porto, migliorando i servizi e offrendo, ai turisti che si fermano in città, attività alternative, che vanno dalla cultura alla gastrono-

mia, dal commercio all’arte, valorizzando così il patrimonio storico – artistico presente nel porto e nella città. Sviluppo industriale Sud pontino Dando seguito agli impegni assunti lo scorso 4 luglio nel corso dei lavori del convegno tenutosi nell’ambito della manifestazione Fashion e Yacht organizzata dalla Confcommercio di Latina e sostenuta da questa AdSP, i Presidenti dei due Enti pubblici hanno sottoscritto, venerdì 27 luglio un Accordo Quadro finalizzato a promuovere lo sviluppo delle attività produttive nel settore della cantieristica navale del comprensorio. Nel Protocollo i due enti riconoscono la necessità di avviare azioni ed interventi congiunti che possano favorire il rilancio del comparto della cantieristica navale, settore un tempo trainante dell’economia del territorio ma che, ancora oggi, annovera qualificate maestranze in grado di attirare importanti commesse in questa fase di primi segnali di ripresa del settore. I due enti riconoscono, altresì, che il rilancio di tale comparto passa attraverso l’attuazione del Piano di recupero della cantieristica Peschiera - Piaja, così detto Piano Frattasi, la cui implementazione, attesa da anni, potrà essere facilitata dalla delocalizzazione di alcune attività della cantieristica navale, (ubicate oggi a ridosso del quartiere cittadino Peschiera-Porto Salvo), in un’area demaniale, con destinazione urbanistica attività di cantieristica navale, a cavallo del Fossato di Conca tra lo stabilimento Italcraft e il porto commerciale. In tale modo l’AdSP riuscirà a raggiungere il triplice obiettivo di dare attuazione al PRP, con il completamento della banchina di riva, e del Piano Frattasi nonché di dare l’avvio al rilancio della cantieristica navale come previsto nel Piano Operativo Triennale (POT) del 2018-2020 dell’AdSP. Stefano Meroggi

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A Napoli Confetra Campania prima articolazione regionale Confetra incontra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli

24 - agosto 2018

N

i giorni scorsi a Napoli è stato sottoscritto lo Statuto istitutivo di Confetra Campania. Le locali associazioni degli spedizionieri, dei corrieri, degli agenti marittimi, dei doganalisti e degli autotrasportatori – presenti ed operanti a Napoli, Salerno, Avellino, Benevento e Caserta – hanno dato vita al primo coordinamento regionale del Centro Sud. “L’obiettivo è riprodurre il modello vincente nazionale di Confetra, multisettoriale e plurale, anche a livello territoriale” ha dichiarato il Presidente di Confetra - Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica - Nereo Marcucci “coinvolgendo tutte le 18 Federazioni nazionali aderenti a Confetra: sia quelle che hanno articolazioni organizzative sui territori, sia chi vi vorrà partecipare attraverso imprese aderenti ed operanti sui territori interessati. ” “Al Sud si giocano partite decisive per la logistica ed i trasporti: dai fondi strutturali europei all’ampliamento del credito di imposta alla logistica, dalle ZES ad alcune opere strategiche che vanno seguite e monitorate. Penso alla AV Napoli – Bari, alla Salerno Reggio Calabria, agli interventi in corso nei porti di Napoli, Salerno e Taranto. Sullo stesso schema stiamo ora muovendoci anche con gli amici della Puglia e della Sicilia. Le imprese sul territorio devono sentire più vicina, strutturata ed efficace la presenza della Confederazione” ha concluso Marcucci. Confetra incontra il Mit Il Presidente di Confetra - Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica - Nereo Marcucci, accompagnato dal Direttore Generale Ivano Russo, ha incontrato il Ministro Toninelli. “Tenevamo molto ad invitare personalmente il Ministro alla nostra Assemblea Pubblica del prossimo 17 ottobre, e ad anticipargli i temi che saranno in essa trattati e che rappresentano le assolute priorità del sistema confederale: completamento dei Corridoi Europei Ten-T, accelerazione degli interventi di collegamento di “ultimo miglio” tra reti e nodi, sostegno allo shift modale gomma/ferro e gomma/mare e rinnovata attenzione alle relazioni industriali, nel nostro settore particolarmente articolate e con non pochi elementi di criticità” ha dichiarato Marcucci. Il Presidente ha infine sottolineato al Ministro il profilo istituzionale della Confederazione: “svolgiamo una funzione di rappresentanza che è declinata dall’art. 99 della Costituzione e dal Regolamento UE sul Partenariato Economico Sociale. Dentro questo perimetro, esprimiamo alle Istituzioni i bisogni e le attese dell’intera supply chain logistica nazionale e di tutte le 18 Federazioni di settore che rappresentiamo: cargo ferroviario, aereo, corrieri, gommato, terminal portuali, interporti, magazzini, industria delle spedizioni e tutti i servizi immateriali ed innovativi collegati alla movimentazione ed al trasporto merce. Siamo confidenti che il Ministro saprà dedicare attenzione ed energie al nostro settore, che impegna decine di migliaia di imprese con oltre 800 mila dipendenti”. Paola Martino


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Sicurezza stradale, dati Istat evidenziano contraddizione

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omplice il caldo e le polemiche politiche, quest’anno il consuntivo ISTAT/ACI della sicurezza stradale, fotografato attraverso i dati dell’incidentalità 2017, è passato inosservato. Ci torniamo sopra perché secondo noi porta indicazioni importanti. E sfata alcuni miti. Tra il 2016 ed il 2017, il parco circolante in Italia è cresciuto dell’1,7%, mentre le percorrenze sulla rete autostradale in concessione sono salite del 2,2%. Gli incidenti con lesioni scendono marginalmente sul 2016 (-0,5%), come anche i feriti (-1%), mentre crescono i decessi avvenuti sul colpo o fino a 30 giorni dopo il fatto. Nel 2017 sono stati infatti 3.378 (+2,9%). I feriti gravi sono stabili, mentre scendono di più quelli leggeri. Qualcuno afferma che ciò implica che alcuni incidenti sfuggano alle statistiche a causa di “omertà” assicurative o addirittura legate alla legge sull’omicidio stradale. Se si scompongono i dati per le diverse tipologie, emergono alcuni fatti considerevoli. Prima di tutto, mentre i decessi degli automobilisti sono stabili, crescono quelli di motociclisti (+11,9% un più di un quinto del totale) e pedoni (+5,3%, circa un settimo), e crollano quelli di ciclomotoristi (+20,7%) e ciclisti (-7,7%, che smentisce la fake news sulla strage crescente tra chi pedala). Il dato dei motociclisti e ciclomotoristi, in tendenza opposta, viene fatto derivare dalla fetta crescente di due ruote con motorizzazione superiore al limiti per cui vengono classificate come motociclette.

26 - agosto 2018

Colpisce l’aumento delle vittime tra i pedoni, che sembra in contrasto con la stabilità sostanziale dei decessi avvenuti per incidenti sulle strade urbane (+0,3%) e soprattutto con il -5,8% di vittime nei grandi comuni. Forse in questo caso l’anagrafica delle vittime può dare una spiegazione: il 79% dei pedoni deceduti appartiene alla classe d’età oltre i 65 anni, quasi tutti falciati da autovetture, ma con un significativo contributo delle moto. Gli over65 sono più esposti perché girano di più a piedi? Anche, ma forse la spiegazione è diversa. I dati 2017 seppelliscono definitivamente la leggenda che incidente mortale = velocità eccessiva. Grazie anche a una maggiore attenzione nel rilevamento e nella registrazione dei dati, la velocità eccessiva (che è sempre un concetto relativo, legato al contesto) è solo terza tra le cause di incidente con lesioni (il 10,3%), superata dalla distrazione (16%) e dal non rispetto di precedenze e semafori (14,5%), e tallonata da mancanza della distanza di sicurezza, da manovre sconsiderate e un po’ più in giù dal comportamento scorretto del pedone (attraversare la strada guardando lo smartphone, per esempio). Sulle strade urbane distrazione e non rispetto di precedenze e semafori si scambiano di posizione, mentre l’eccesso di velocità (non il superamento dei limiti, che è marginale) scende all’8,9%. Se ne può dedurre che i pedoni sono vittime di conducenti distratti o che passano con il rosso, svoltano senza segnalare etc., tutti comportamenti che per una persona con più anni sulle

spalle sono più difficili da gestire. Lo stesso si può forse dire per i motociclisti, per i quali la distrazione dei conducenti degli altri veicoli e il non rispetto delle precedenze, dei semafori e le manovre azzardate (anche proprie) spesso riescono fatali. Soluzione: più tecnologia Come se ne esce? Non con l’educazione, bisogna dirlo chiaro. Essa può aiutare per l’eccesso di velocità, ma può poco contro distrazione e non rispetto di precedenze e semafori, almeno nel breve periodo. Molto più efficace affidarsi alla tecnologia. I sistemi di frenata automatica, gli avvisi di uscita di carreggiata, di mancanza di distanza sicurezza, di semaforo rosso (con conseguente arresto progressivo), di presenza di pedoni e di altri veicoli in potenziale collisione possono incidere immediatamente sull’incidentalità, se si guarda alle cause dei sinistri. Se ne parlerà nella sessione dedicata alla sicurezza stradale e agli ADAS in programma il 4 ottobre nell’ambito della Future Mobility Week, dove per la prima volta verrà affrontato il tema dei sistemi di sicurezza attiva per le moto. Future Mobility Week dal’1 al 5 ottobre Torino sarà la più completa rassegna sull’hardware, il software ed i servizi per la mobilità nuova, che cambia le abitudini, le infrastrutture, la città, la società e l’economia. FMW nasce dall’esperienza di GL events e Clickutility Team, da cinque anni co-organizzatori di Smart Mobility World nel mondo della mobilità. Francesco S. Salieri


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Viasat e Inaz, gestione flotte e risorse umane

iasat S.p.A. e Inaz uniscono le proprie competenze in una partnership che ha l’obiettivo di proporre sul mercato un’offerta combinata di servizi di fleet management per la gestione delle flotte e l’automazione intelligente delle risorse umane. L’esperienza nelle soluzioni di Telematica Satellitare di Viasat e il know-how nello sviluppo di software e soluzioni per l’amministrazione e la gestione del personale di Inaz pongono le basi per una suite tecnologica all’avanguardia, in grado di supportare le aziende nell’abbattimento dei costi operativi e nel miglioramento costante dei propri livelli di servizio. Nasce così iFMS (intelligent Fleet Monitoring Solutions) di Viasat e Inaz, una soluzione semplice e integrata che permette di avere una gestione a 360° della propria flotta e del proprio personale: localizzazione e gestione georeferenziata dei mezzi, tramite l’applicazione WebConsole Viasat Fleet, assistenza e protezione H24 con la Centrale Operativa Viasat, applicativo web Gestione Parco Auto per controllare costi, consumi, contratti, scadenze di ogni singolo mezzo per una gestione efficiente della propria flotta aziendale. Grazie all’installazione di una moderna blackbox Viasat, sarà possibile rilevare una serie di dati del mezzo, resi poi disponibili sulla WebConsole Viasat Fleet. In questo modo, la localizzazione e la tracciabilità della flotta consente un’organizzazione più efficiente, ottimizzando e pianificando al meglio le attività di viaggio, favorendo un dialogo costante e diretto con il personale in movimento e assicurando ai Fleet Manager una gestione ottimale nella massima economicità e sicurezza, conseguendo un significativo abbattimento dei costi operativi. Inoltre, l’integrazione con gli applicativi Inaz permette di poter avere una gestione automatica ed efficiente dell’elaborazione delle buste paghe e della rilevazione presenze. “Oggi per quelle aziende che hanno personale in movimento non è sufficiente solo sapere dove sono o cosa fanno” spiega Alessandro Peron, CEO di Teamind Solutions, società del Gruppo Viasat promotrice della partnership.

28 - agosto 2018

“Hanno bisogno di sistemi evoluti che li aiutino a gestire in maniera automatica la propria flotta e le proprie risorse sul territorio. La nostra risposta è questa offerta congiunta che permette a chi non ha tempo di affidare a due partner

cato dei sistemi di Antifurto Satellitare, dell’Insurance Telematics, del Fleet Management e dei Big Data. Fa parte dell’omonimo Gruppo che, dal 2002 ad oggi, è cresciuto fino a diventare una delle più solide realtà economiche del

esperti come Viasat Fleet e Inaz la gestione operativa a completo supporto del referente aziendale che dovrà solo occuparsi di valutare il risultato finale”. “Con la partnership tra Viasat e Inaz nasce uno strumento per una gestione del parco auto aziendale completo e potente, concepito a partire dalle esigenze delle persone” commenta Linda Gilli, Presidente e AD di Inaz. “L’integrazione a ogni livello con gli strumenti per la gestione HR semplifica e automatizza numerosi processi, migliora sprechi e inefficienze, offre strumenti di monitoraggio e analisi che supportano funzioni operative e amministrative. Il tutto con l’approccio che da sempre caratterizza le soluzioni HR Inaz, cioè l’orientamento alla semplicità d’uso, alla flessibilità e l’accessibilità da qualsiasi dispositivo”. VIASAT Eccellenza europea nei sistemi di sicurezza satellitare che integrano le più moderne tecnologie telematiche e IoT per garantire la sicurezza completa al veicolo e ai suoi occupanti sul mer-

nostro Paese, vantando una presenza in oltre 50 paesi tra Europa, Africa, Medio Oriente e America Latina Sudamerica con oltre 650 dipendenti a livello worldwide. INAZ Azienda italiana specializzata in soluzioni e servizi per amministrare, gestire e organizzare il lavoro. Progetta, produce e commercializza software applicativo, servizi cloud, outsourcing e consulenza per le risorse umane. Con due centri di ricerca e sviluppo (Milano e Pisa) è capillarmente diffusa sul territorio con oltre 80 tra punti assistenza software, agenzie e software partner. E’ vicina alle strutture migliori, quelle che riconoscono la centralità del fattore umano: aziende, enti pubblici, studi professionali, consulenti del lavoro e associazioni di categoria. Inaz, con il suo Centro Studi, è anche punto di riferimento per imprese e professionisti in tema di aggiornamento, consulenza e formazione. Paola Martino


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Produzione di biometano da reflui zootecnici

“L

e virtù dell’economia circolare sono a portata di mano. Esistono già le competenze tecnologiche, nel settore delle energie rinnovabili, per lo sfruttamento e l’industrializzazione di un potenziale territoriale che attualmente viene letteralmente sprecato, alimentando da una parte la crisi dei rifiuti e dall’altro aumentando i livelli di inquinamento atmosferico”. È la convinzione dell’Architetto Luigi Vartuli, esperienza pioneristica nella progettazione e realizzazione di impianti fotovoltaici, alle prese con la nuova sfida della “produzione di biometano da reflui zootecnici” e un obiettivo ambizioso: colmare il gap infrastrutturale della Campania, “con pochi esempi di questo tipo che si contano sulle dita della mano, rispetto ai circa 1.300 che negli ultimi anni sono sorti nel centro nord della penisola”. “Una soluzione particolarmente adatta al tessuto economico della Campania, una delle poche regioni italiane a poter vantare due ampi aree territoriali, il Volturno e il Salernitano, caratterizzate da una grossa attività di allevamenti zootecnici per la produzione della mozzarella di bufala”. Proprio nel comune di Cancello e Arnone, in prossimità di un territorio che con circa 170 mila capi di bestiame presenta le condizioni ideali per fornire “carburante” a questo innovativo tipo di impianto, potrebbe ripartire dal prossimo novembre la lunga marcia di Vartuli. “Al termine di un defatigante iter autorizzativo ci sarà la possibilità concreta di riallacciare i fili di un discorso iniziato

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produzione di liquidi con bassa concentrazione di nitrati, adatti all’irrigazione, e prodotti solidi che potranno essere inseriti nel ciclo di produzione del compost”. Un cerchio in cui tutto viene riciclato (“il processo è anaerobico – sottolinea Vartuli – non produce odori”) creando nuova energia e un paradigma innovativo nella gestione di una parte dei rifiuti industriali alla base delle ripetute crisi che hanno colpito la Campania negli ultimi anni. “Sullo stesso principio si basa anche l’autorizzazione che stiamo portando avanti in Regione relativa all’impianto presso Santa Maria la Fossa (CE) per il recupero energetico della frazione organica dei rifiuti urbani proveniente dalla raccolta differenziata,” continua l’architetto. “In questo ambito stiamo sviluppando dei progetti industriali innovativi per utilizzare lo scarto di due processi rinnovabili: la CO2, sequestrata dalla digestione anaerobica, e l’elettricità prodotta in eccesso, non attualmente immagazzinabile nella rete gas. Attraverso il procedimento cosiddetto power to gas puntiamo allo sfruttamento della CO2, da combinare con l’idrogeno, per ottenere metano da immettere in rete o liquefare per l’utilizzo nel trasporto pesante Gnl. Ma il primo obiettivo è la cattura e il riuso dell’anidride carbonica che, liquefatta, può essere venduta all’industria alimentare che oggi la importa dall’estero”.

Gap infrastrutturale della Campania con pochi impianti rispetto ai circa 1.300 che negli ultimi anni sono sorti nel centro nord della penisola nel 2013 e che potrebbe rappresentare una svolta anche per gli allevatori”. L’idea è di superare l’attuale situazione, caratterizzata da una frammentarietà di minuscole iniziative in materia, contribuendo attraverso un’adeguata economia di scala, garantita dalle dimensioni della struttura, al rilancio ambientale di tutta la provincia. Ma come funziona nel concreto la produzione di biometano? “In breve – spiega Vartuli – i reflui degli allevamenti, attualmente conferiti nelle vasche, sarebbero prelevati quotidianamente per essere riversati, dopo un processo di sanificazione, e un ulteriore passaggio intermedio, in una struttura cilindrica, denominata digestore, dove i metano-batteri completerebbero il lavoro. Per rendere la trasformazione più efficiente – continua – ai reflui vanno aggiunti anche sfalci di potatura e biomasse provenienti dagli scarti dell’industria agroalimentare: bucce di pomodori, stocchi di mais, scarti di frutta stagionale. Il risultato, oltre al biogas, sottoposto ad un ulteriore processo di purificazione, consiste nella

Giovanni Grande


Il “vagone flessibile” toglie i camion dalle strade

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o svedese Flexiwaggon offre grandi opportunità per lo sviluppo del trasporto di merci su rotaie nella nostra penisola. E’ un vagone ferroviario molto versatile che può ospitare autoarticolati (provvisti di motrice o meno) ma anche pullman, furgoni e container. La novità è che tutto l’equipaggiamento necessario è integrato e può essere manovrato dall’autista del mezzo pesante senza l’intervento di personale specializzato. Carico e scarico dei mezzi possono avvenire in qualsiasi scalo, anche piccolo, non servono stazioni attrezzate, né piattaforme. Dopo la tragedia di Bologna campeggia il dibattito sul trasporto merci su gomma, eccessivamente sviluppato in Italia: 80% di tutti i trasporti, contro il 73% della media europea e concausa di una maggiore probabilità di incidenti sulle strade. Dal 2009, su questo tema, è attiva Greenova Italia, una società con sede a Pordenone che, attraverso una capillare attività di scouting nei paesi scandinavi, seleziona tecnologie e prodotti per il risparmio energetico di interesse strategico per l’Italia. Generazione di energia pulita, gestione risorse idriche, ricerca di nuovi materiali riciclabili, illuminazione a basso consumo sono, assieme alla mobilità sostenibile, i campi di applicazione di alcuni dei prodotti da Greenova Italia: in parte già utilizzati da pubbliche amministrazioni e società private italiane. Flexiwaggon è una di queste clean

technology e va proprio nella direzione di “alleggerire”, non solo il pianeta dal peso di tonnellate di CO2 (secondo la Europea Environment Agency, agenzia indipendente sull’ambiente, il rapporto è di 139 chilogrammi emessi per chilometro, contro i 14 del treno) ma anche il superlavoro degli autisti; chiamati spesso a turni di lavoro massacranti, consumati in tante ore trascorse alla guida. Resti in cabina, ma sei sul treno Flexiwaggon ha la sua massima forza nella semplicità. Si tratta infatti di un carro ferroviario grazie al quale diventa facile salire e scendere, alla guida del proprio camion, ovunque ci sia una stazione. Una idea già sperimentata in Svezia, in particolare da ICA Gruppen, una società di grande distribuzione con sede a Solna, che utilizza i Flexiwaggon per evitare le lunghe attese che possono accumularsi negli scali merci convenzionali. L’operazione di carico o scarico dei mezzi pesanti, infatti, richiede una media di appena 7 minuti. Il conducente può restare in cabina e collegarsi alla alimentazione elettrica in caso il mezzo sia dotato di cella frigorifera. Finalista dello Strukton Innovation Award nel 2017, Fexiwaggon AB ha recentemente firmato un accordo di collaborazione con SAAB per la commercializzazione su ampia scala del brevetto. Flexiwaggon è molto adatto anche a rendere più efficienti i terminali merci dei porti italia-

ni, a cui Greenova Italia si sta interessando affiancando un’altra tecnologia innovativa, quella dell’eco-portualità galleggiante (in collaborazione con il Cisvam, Centro internazionale di studio per la valorizzazione dell’ambiente del mare). La speranza è ora che le forze politiche e di governo, che hanno a cuore l’ambiente e la sicurezza delle strade, si dimostrino realmente interessate a considerare questo tipo di tecnologie strategiche per il futuro della mobilità italiana delle merci. Inopinatamente meno pericolose e più sostenibili. Dal 2009 Greenova Italia, filiale italiana della società svedese Greenova AB, attraverso una capillare attività di scouting, seleziona soluzioni e prodotti eco innovativi di interesse per l’Italia provenienti da Svezia e Scandinavia. L’azione di scouting effettuata da Greenova avviene all’interno del comparto delle clean technology (in particolare illuminazione industriale, mobilità sostenibile, generazione energia termica e elettrica, rinnovabili e brevetti eco-innovativi). Tra le tecnologie e i prodotti promossi da Greenova particolare risalto va dato alla pirogassificazione per la produzione di energia da biomassa; la mobilità commerciale e privata, la produzione di energia dalle onde del mare, i sistemi di illuminazione a basso consumo di derivazione militare. Stefania Vergani

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Continua il potenziamento infrastrutturale in Cambogia Ammontano a circa 2 miliardi di dollari gli investimenti cinesi per la ricostruzione delle strade e dei ponti della Cambogia. Un piano ambizioso, coperto al 70% da risorse di Pechino, che ha visto realizzato fin ad ora 2.000 km di nuove strade, sette ponti principali (6,8 chilometri di lunghezza complessiva) e un terminal per container che serve il porto autonomo di Phnom Penh. A fare un primo bilancio dell’ingresso del paese nella BRI il Ministero dei lavori pubblici del paese all’apertura ufficiale del tratto di strada (251 chilometri) che collega le province di Kampong Cham a sud-est con Siem Reap a nord-ovest. Un’opera dal particolare significato economico che collega direttamente la capitale con Angkor Wat, principale attrazione turistica del paese, costruita in quattro anni e due mesi per un costo di 255 milioni di dollari, di cui il 95% coperto da un prestito cinese a tasso agevolato. Ad oggi mancano ancora 735 chilometri di strade e l’ottavo ponte, che attraverserà il fiume Mekong, la cui apertura è prevista per il 2021. A pieno regime, invece, il nuovo terminal container di Phnom Penh, il maggior porto di acqua dolce del paese, che nel 2017 ha movimentato 180mila teu, superando del 20% i 150mila teu previsti dal progetto originario del 2013. Un andamento positivo che, mettendo a tacere per ora le preoccupazioni circa un eccessiva esposizione finanziaria nei confronti della Cina, conferma il buono stato di salute per un’economia che viaggia a tassi di crescita del 7% e punta a consolidarsi ulteriormente attraverso il miglioramento delle infrastrutture di trasporto.

In attesa della Brexit, la Gran Bretagna guarda a Pechino In vista dell’uscita dall’Ue la Gran Bretagna guarda alla Cina come partner globale privilegiato per il futuro proponendosi come possibile partner della strategia BRI. In quest’ottica va interpretata la prima uscita ufficiale del ministro degli esteri Jeremy Hunt (succeduto al Boris Johnson, dimessosi in polemica con l’atteggiamento “troppo morbido” del governo britannico nelle trattative per la Brexit) che ha incontrato a Pechino il suo omologo Wang Yi. “Regno Unito e Cina – ha sottolineato Hunt in un comunicato ufficiale – sono potenze globali. Con l’uscita dall’Ue la Gran Bretagna sarà sempre più proiettata verso l’estero con l’obiettivo di approfondire il partenariato con la Cina. Un dialogo strategico che rappresenterà un’importante opportunità per intensificare la nostra cooperazione sulle sfide comuni negli affari internazionali, che vanno dal libero scambio globale alla non proliferazione militare e alle sfide ambientali”. Alla ricerca di una nuova collocazione nel commercio globale in vista della Brexit l’attenzione del Regno Unito per il gigante asiatico è contraccambiata dalla controparte che punta a firmare nel breve periodo un accordo di libero scambio. L’incontro ha approfondito alcuni punti dell’intesa economica siglata nel maggio scorso, durante la visita del primo ministro Teresa May, nel corso della quale sono stati firmati accordi commerciali per oltre 12 miliardi di dollari.

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Asean, è il Vietnam il maggior partner commerciale della Cina Cresce l’influenza economica cinese nel Sud – Est asiatico, anche nei paesi come il Vietnam tradizionalmente distanti dagli obiettivi geopolitici di Pechino. L’ex colonia francese è diventata nel corso del 2018 il maggior partner commerciale dell’ingombrante vicino in ambito ASEAN (l’organizzazione politica, economica e culturale che riunisce i 10 paesi del quadrante sudorientale asiatico) superando mensilmente i 10 miliardi di dollari in scambi commerciali bilaterali. Nel solo mese di giugno l’interscambio tra le due nazioni ha registrato gli 11,2 miliardi di dollari (+28,8% nel primo semestre), sancendo il definitivo superamento della Malesia (9,3 miliardi; +15,5%), per anni il paese dell’area maggiormente legato all’economia cinese. A contribuire al miglioramento dei rapporti economici e politici, che sfoceranno in una serie di incontri previsti a partire dal prossimo settembre, anche il “braccio energetico” della BRI con il progetto Vĩnh Tân 1 per la costruzione di una centrale a carbone da 1.240 MW. La struttura, finanziata principalmente dall’impresa statale China Southern Power Grid (CSG), prevede un investimento da 1,75 miliardi di dollari e rappresenta il primo progetto realizzato in Vietnam secondo il modello “built – operate – transfer”, con la proprietà della centrale che sarà trasferita al governo di Hanoi dopo 25 anni. Vĩnh Tân 1 produrrà a regime 7,2 miliardi di kWh di elettricità all’anno aumentando la capacità di approvvigionamento elettrico delle regioni meridionali e contribuendo a ridurre la dipendenza dalla fonte idroelettrica, soprattutto nella stagione secca.


Non solo corridoi terrestri e rotte marittime

La Nuova Via della Seta guarda anche allo sviluppo dei collegamenti aerei. Sotto questo aspetto è la città di Zhengzhou, capitale della regione centrale dell’Henan, che sta spingendo maggiormente, forte di una collocazione geografica strategica, a due ore di volo dalle tre principali aree industriali del paese (Bohai e delta dello Yangtze e del Fiume delle Perle producono il 95% del Pil cinese), e di un collegamento diretto con il Lussemburgo, nel cuore dell’Europa, che la candida a capolinea, insieme all’integrazione con la rete ferroviaria CR Express, dell’Air Silk Road. Per raggiungere l’obiettivo la città gemellata con Napoli dal 2007 ha istituito dal 2013 la Zhengzhou Airport Comprehensive Economic Experimental Zone, strumento di semplificazione e coordinamento concepito come punto di riferimento per lo sviluppo dell’area in centro logistico per l’aviazione a livello internazionale. Collegato alla China Pilot Free Trade Zone (FTZ), contribuirà allo sviluppo di un’area da 415 chilometri quadrati che offrirà servizi avanzati, aree commerciali e poli produttivi dedicati al settore dell’aviotrasporto. Nel suo cuore l’attività della Xinzheng Comprehensive Bonded Zone, una delle 13 zone franche della Cina, la più importante nell’area centrale del paese, che a partire dal 2016 ha intergrato le procedure di sdoganamento con l’aeroporto di Zhengzhou attraverso un Port Operation Centre. Una soluzione che, evitando doppi controlli e abbattendo i tempi delle procedure, opera giornalmente su circa 3.500 tir in entrata e in uscita. Non l’unica iniziativa per attrarre aziende manifatturiere. Attraverso un sistema semplificato e “tagliato su misura” che permette alle merci di entrare sul territorio prima dell’espletamento delle dichiarazioni doganali la “zona sperimentale aeroportuale” ha reso possibile l’insediamento di marchi leader come Zara (abbigliamento) e Foxcon (produzione di iPhone). Quest’ultima, con l’apertura di una fabbrica per la produzione e i servizi di riparazione nella Xinzheng Comprehensive Bonded Zone, ha prodotto nel 2017 quasi 300 milioni di smartphone, oltre un settimo dell’output globale. Successo ripetuto anche nel settore del commercio elettronico transfrontaliero dove grazie ad uno speciale “incubatore” e a misure

favorevoli per l’acquisto diretto della merce più di 80 società del settore hanno scelto Zhengzhou come rampa di lancio per la conquista dei mercati esteri. Tra gli otto principali hub di trasporto aereo della Cina, con un flusso merci di circa 500mila tonnellate nel 2017, Zhengzhou punta a diventare così il punto di partenza di una inedita Air Silk Road; soprattutto grazie all’introduzione dei collegamenti con il Lussemburgo, il cui aeroporto, sesto terminal merci europeo, ha registrato l’anno scorso un traffico di oltre 930mila tonnellate di merci. Nell’ambito della strategia “dual hub” la Henan Civil Aviation and Investment Co ha già acquisito nel 2014 una partecipazione del 35% in Cargolux Airlines che gestisce la più grande compagnia aerea all-cargo del piccolo principato. Mentre si lavora allo sviluppo di una rete internazionale con Zhengzhou come centro logistico dell’Asia-Pacifico e il Lussemburgo come riferimento per l’Europa e l’America. Tra le prime conseguenze l’aumento della frequenza dei voli tra i due paesi, passati dalla singola tratta settimanale del 2014 alle 16 del 2017, con un volume di traffici salito da 14.700 tonnellate alle 147mila dell’anno scorso. E l’annuncio nel 2018, quando partirà la terza fase di espansione dell’infrastruttura aeroportuale, di una sezione speciale dedicata a Cargolux e alle sue associate, oltre all’apertura di un servizio passeggeri. Nel frattempo, procede l’espansione anche sulle altre rotte commerciali. L’anno scorso Zhengzhou ha lanciato 57 nuove tratte aeree, 10 delle quali cargo, che ne portano il totale a 34, di cui 29 internazionali. Il traguardo fissato per il 2020: 1 milione di tonnellate movimentate. Giovanni Grande

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Cresce il mercato dei pallet Epal: +8%

rimestre d’oro per EPAL che inaugura il 2018 con 2.585.954 pallet prodotti e riparati in Italia, +50% rispetto al 1° trimestre del 2014, guardando al futuro con positività e accogliendo con entusiasmo le novità tecnologiche proposte dalla European Pallet Association e.V. Tra i progetti in fase di approvazione c’è la marchiatura a getto d’inchiostro. La difficoltà di reperimento del legname, con conseguente aumento dei prezzi che alimenta una bolla non destinata a esplodere, la gestione passiva delle risorse boschive nazionali, la complessità nel soddisfacimento della crescente domanda di imballaggi in legno sono i principali problemi con i quali, ormai da anni, si devono confrontare i produttori e i riparatori di imballaggi in legno. La buona notizia è che, nonostante le difficoltà che l’Italia sta riscontrando nell’approvvigionamento delle materie prime, continua la crescita inarrestabile dei pallet marchiati EPAL. Secondo l’analisi fornita da Conlegno, Consorzio per la tutela del legno e del sughero che ricopre il ruolo di gestione del marchio EPAL per il territorio Italiano, nel primo trimestre del 2018 il settore dei pallet EPAL ha registrato un incremento complessivo dell’8% pari a 2.585.954 pallet immessi sul mercato. In particolare la produzione è aumentata del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con 1.573.855 nuovi pallet EPAL. Hanno invece subito un lieve calo del 6% i pallet EPAL riparati raggiungendo la soglia di 1.012.099 unità. Come si spiega allora la proporzionalità diretta tra l’incremento del costo della materia prima e l’aumento della domanda di EPAL? “Il pallet EPAL è un imballaggio estremamente moderno e una commodity all’avanguardia che vede nell’interscambio una risposta attuale alle esigenze del mercato rispetto al pallet a perdere, garantendo un ciclo di sostenibilità utile non solo per le aziende ma soprattutto per l’ambiente – spiega Orlando Fravega (Fravega Srl), Presidente di Conlegno – La qua-

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lità, la sicurezza e la sostenibilità che caratterizzano i pallet EPAL sono state premiate dagli utilizzatori negli anni e hanno portato a un notevole incremento della domanda, alimentando la concorrenza per l’approvvigionamento delle materie prime. E sono proprio la dipendenza dall’estero per l’importazione del legname, l’aumento della domanda interna del mercato tedesco e

Nel 1° trimestre 2018 nonostante l’aumento del costo del legname

la nascita di mercati orientali emergenti che hanno portato la domanda oltre l’offerta con il conseguente innalzamento del prezzo del legname. Una situazione che nel tempo si è consolidata alimentando una bolla non destinata a esplodere, almeno per il momento”. I dati forniti da Conlegno, se paragonati agli ultimi 5 anni, dimostrano una crescita senza precedenti: oltre il 50% in più di pallet EPAL prodotti e riparati rispetto al primo trimestre del 2014, indice di un’importante ripresa


economica che sta interessando tutti i mercati nazionali. Ma se gli utilizzatori non accennano a diminuire, come stanno vivendo l’incremento del costo della materia prima i produttori e i riparatori di pallet EPAL? “Da un punto di vita quantitativo non stiamo vivendo un periodo di bassa produttività – spiega Davide Dellavalle (F.lli Dellavalle Snc), produttore, riparatore e membro della commissione mista EPAL – La sfida attuale consiste nel trovare il giusto equilibrio tra la domanda crescente e l’aumento dei costi della materia prima, allineando i prezzi di vendita degli imballaggi al prezzo di acquisto del legno. Se la materia prima incide mediamente per il 70% sul costo del pallet, l’incremento del prezzo del legname del 20-28% si traduce inevitabilmente in un aumento proporzionale del valore economico della pedana che si attesta intorno al +15/20%”.

Situazione critica per i riparatori che, non potendo puntare sull’acquisto di grandi quantità di legname, devono stringere i denti per ammortizzare i costi. “La concorrenza sleale che spesso subiamo a causa di riparatori che operano senza autorizzazione non ci consente di adeguare i prezzi dei pallet EPAL alle variazioni del mercato – spiega Davide Dell’Aquila (Ecopallets Srl), riparatore e rappresentante dei riparatori nel Comitato Tecnico EPAL – Questo ci porta a subire l’aumento del prezzo della materia prima senza poterlo condividere con i clienti finali. La soluzione? Intensificare i controlli soprattutto nei confronti di chi non è licenziatario del marchio EPAL e che opera in maniera scorretta danneggiando il comparto.”

La costante crescita negli ultimi anni dei pallet EPAL ha però alimentato il desiderio di non smettere di guardare positivamente al futuro accogliendo con entusiasmo le novità tecnologiche proposte dalla European Pallet Association e.V. Prosegue, infatti, il piano di crescita di EPAL che prevede nuovi investimenti nel campo dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, non solo per i produttori di pallet ma anche per gli utilizzatori. Tra i progetti in fase di approvazione c’è la marchiatura a getto d’inchiostro che si propone di migliorare il processo di produzione delle pedane per la movimentazione delle merci riducendo i tempi di realizzazione ma soprattutto incrementando la qualità del marchio e la sicurezza dei lavoratori. Investire nell’innovazione tecnologica si conferma infatti la chiave di sviluppo di ogni paese e un acceleratore fondamentale per far crescere le aziende. Lo sanno bene gli imprenditori italiani che portano avanti questa impostazione. A supporto di tale approccio le parole di Davide Dellavalle: “La stampa a getto d’inchiostro rappresenta una soluzione estremamente funzionale per i produttori di pallet, ottimizzando la qualità, la sicurezza e la produttività. Se per ora l’unico modo per apporre il marchio EPAL sui blocchetti dei pallet è la stampa a fuoco, la soluzione proposta permetterebbe una maggiore omogeneità nella stampa, una significativa riduzione dei tempi di marchiatura, con un conseguente incremento della produttività, e la diminuzione del rischio di innescare incendi a causa della vicinanza del legno a fonti di calore”. Favorevole all’adozione della nuova timbratura a getto d’inchiostro anche Domenico Siccheri (Legnoform Srl), produttore e membro del Comitato Tecnico EPAL: “Resistente agli agenti atmosferici, la timbratura a marchio d’inchiostro rappresenta un importante passo avanti per il nostro comparto. Inoltre, la gestione della stampante attraverso software specializzati permette di modificare in corso d’opera lo schema e il numero di lotto usufruendo di uno strumento flessibile e immediato”. Paola Martino

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Finco su Appalti Pubblici:

percorso con molte imboscate “Q

uesto importante settore dell’economia avrebbe necessità di un po’ di tranquillità per andare avanti, non di essere costantemente modificato” - afferma la Presidente della Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni, Carla Tomasi in un’articolata dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi. “La motivazione - ma in qualche caso diremmo meglio il pretesto - è sempre lo stesso: snellire le procedure ed avvicinarsi all’Europa; intenti entrambi lodevoli, bisogna vedere come vengono attuati. Secondo alcuni operatori, meno regole e controlli ci sono, meglio è: ma negli ultimi anni questa posizione non è più così condivisa. Gli operatori istituzionali ed economici – lo hanno ad esempio dimostrato i documenti di consultazione diramati dall’Autorità di Vigilanza sui LLPP ed anche da Anac, di cui si vuole richiamare la recente del tutto condivisibile Audizione in Parlamento – non vanno

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in questa direzione. Nel mondo industriale, in particolare, la diversità di opinione non è fra grandi e piccole imprese, ma fra imprese OG (opere generali) e imprese OS (opere specialistiche). Quest’ultime richiedono più regole, anche di indirizzo (soft-low), e più controlli, perché solo così sono tutelate contro le approssimazioni e la delinquenza organizzata che spesso e volentieri si infiltra negli appalti, senza contare l’interesse generale alla qualità dell’opera. Altri vorrebbero invece tornare ai poteri che garantiva loro, di fatto, la Legge Obiettivo. Questa diversità di posizione è per certi versi insanabile: ogni volta che arriva un nuovo Ministro delle Infrastrutture viene invariabilmente “abbordato” dai grandi centri di interesse dei LLPP per cercare di orientarne le strategie verso una deregulation del settore in nome dell’efficienza e della libertà di impresa.

La voce delle imprese specialistiche viene spesso ascoltata in seconda istanza, come se rappresentasse una realtà di nicchia non meritevole di incidere sugli orientamenti legislativi. Al contrario il parere delle imprese specialistiche, da sempre critico verso la Legge Obiettivo, si è rivelato lungimirante. Gli innumerevoli danni provocati al sistema dalla legge Obiettivo hanno peraltro, alla fine, provocato anche la disfatta dei vecchi potentati delle OOPP onde è prevalso il punto di vista delle opere specialistiche anziché quello delle opere generali” - continua Carla Tomasi. Ciò è avvenuto anche perché, ai disastri passati, si aggiunge una nuova visione dei LLPP, non già più volta prevalentemente alle grandi opere, ma alla riqualificazione del territorio con interventi di manutenzione e di difesa dello stesso e delle popolazioni ivi residenti dai grandi rischi naturali (rischi sismici e idrogeologici) e provocati dall’uomo (danni all’ambiente da inquinamento


dell’aria, del suolo, dell’acqua). Questo il punto cui è pervenuto il cammino della regolamentazione dei LLPP: rispetto alle politiche indiscriminate di grandi lavori che spesso non servono (“con ciò per carità finiamo quanto abbiamo già iniziato tipo TAP e TAV”) e che altrettanto spesso, in passato, hanno lasciato opere incompiute. Occorre, invece, rendere sempre più smart il territorio nelle sue quattro fondamentali declinazioni: le strade, i fabbricati, le città, la campagna. “Noi siamo certi che questo Governo non voglia effettuare un cammino verso politiche di forte ritorno alle grandi opere, alla liberalizzazione selvaggia del subappalto.” A quest’ultimo riguardo, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio il 4 luglio scorso, al cospetto delle Commissioni di Lavoro e Industria di Camera e Senato riunite, ha affermato che occorre, anzi, evitare che le PMI negli appalti pubblici finiscano per svolgere solo lavori in subappalto. A ciò non si perviene certo eliminando l’attuale limite del 30% ed altri presidi, come richiesto dalle imprese generali, richiesta che il Ministro Del Rio stava improvvidamente approvando se non fosse stato per il Legislatore e per alcune rappresentanze industriali, Finco in particolare. L’orientamento del Ministro Toninelli a questo riguardo è sempre stato espresso con chiarezza contro i grandi lavori il cui rapporto costi/benefici non sia adeguato, ed a favore, invece, delle PMI e dei lavori di manutenzione e miglioramento del territorio in tutte le sue componenti. “Mi sia consentito quindi di compiacermi fortemente della dichiarazione di critica del Ministro Toninelli in merito alla Legge 443/2001, cosiddetta “Legge Obiettivo”, che ha nel tempo posto le attività specialistiche e super specialistiche nel subappalto, fattispecie operativa più consona a lavori generici e di minore professionalità e che ha determinato una progressiva dequalificazione delle opere. Deve poi essere intrapreso un cammino di qualificazione e di riduzione dell’eccessivo numero delle stazioni appaltanti avendo cura - sottolinea la Presidente - di evitare il rischio di incrementare il taglio medio delle gare cui solo grandi imprese avrebbero i requisiti per partecipare. Possono così essere poste le basi per una reale attenzione alla manutenzione, attraverso gli accennati lavori sostenibili nel territorio. In questo senso – nota con l’occasione la Tomasi - le imprese specialistiche, oltre a rappresentare una eccellenza a livello nazionale, investono capitali per la formazione del personale e l’acquisto di attrezzature e non possono, quindi, ul-

teriormente sopportare ritardi nei pagamenti né rivestire ruoli marginali nella realizzazione dell’appalto né, tantomeno, subire un uso distorto dell’Accordo Quadro volto ad assemblare i lavori ad excludendum”. Finco intende sollecitare il Governo, ed in particolare il MIT a tenere nel massimo conto i reali requisiti qualitativi ed organizzativi delle imprese, in particolare la qualificazione della rilevante gamma di specializzazione, che costituisce il nucleo centrale delle eccellenze tecnologiche ed innovative del lavori pubblici del nostro Paese – dal restauro alle fondazioni, dall’archeologia alle opere prefabbricate, dalle dotazioni per la sicurezza stradale agli impianti tecnologici, dalle facciate continue, ai prodotti industriali per l’efficienza energetica e sismica, dalla costruzione del verde alle bonifiche belliche ecc. Sarebbe infatti paradossale confondere la condivisibile necessità di semplificazione burocratica con la destrutturazione delle norme applicate alla qualificazione imprenditoriale che, al contrario, vive di progressiva specializzazione in linea con l’innovazione tecnologica di prodotto e di processo e la sempre maggiore qualificazione professionale. “Non va infatti dimenticato - ribadisce Tomasi - che la difesa della specializzazione nei lavori pubblici costituisce uno dei punti più qualificanti, non solo sotto il profilo della garanzia di adeguatezza tecnica, ma anche sul piano del contrasto alla penetrazione del malaffare, appurato che la presenza di imprese specialistiche che assicurano mezzi e manodopera specializzata è oggettivamente di freno a tali fenomeni. Anche sotto questo profilo è necessario limitare l’uso del subappalto per le lavorazioni caratterizzate da notevole contenuto tecnologico o rilevante complessità tecnica dove non solo è necessaria la qualificazione ma è altresì opportuno prevedere sempre una responsabilità imprenditoriale diretta sinora demandata pressoché stabilmente alla categoria generale prevalente”.

“Non vorremmo, tuttavia - continua Carla Tomasi - che la battaglia per il reperimento delle risorse per attuare il contratto di Governo si giocasse prevalentemente sul Tavolo del MIT, che ha un piano di spesa in grandi opere per 150 miliardi in 15 anni, dei quali 118 miliardi già da subito mobilizzabili. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze nell’ultima audizione presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato l’ha ipotizzato: se dovesse prevalere questa linea - quand’anche per dare un impulso alla ripresa economica potrebbe saltare il Codice degli Appalti così come attualmente strutturato a vantaggio di una grande deregulation per realizzare in tempi brevi una politica di grandi opere che mobilitino le risorse già a ciò destinate presso il MIT. Ma se permane la linea indicata, quella della manutenzione del territorio in tutti i suoi aspetti, non occorre una deregulation massiccia del Codice degli Appalti; saranno sufficienti alcuni accorgimenti di funzionamento da approfondirsi con le categorie maggiormente interessate alla tematica - in primis le lavorazioni specialistiche e super specialistiche prevalentemente effettuate dalle piccole imprese - in base all’esperienza maturata in quest’ultimi anni, volti ad alleggerire requisiti e controlli all’ingresso delle procedure di gara a vantaggio di effettivi controlli di materialità durante l’esecuzione sui risultati attesi dal progetto. Forse sarebbe opportuno, per il necessario forte impulso alla ripresa di cui sopra, riflettere su un’ipotesi di veicolo societario contenente immobili pubblici partecipato pro quota da tutti gli italiani, da mettere sul mercato onde procedere ad un’alienazione - o comunque una messa a reddito - del patrimonio immobiliare, centrale e periferico, della P.A. E farlo subito, senza temere supposte “svendite”, dal momento che tali proprietà in molti casi rappresentano un costo, oltre che una testimonianza di cattiva gestione” conclude la Presidente Finco. Cosimo Brudetti

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Tutela Proprietà Intellettuale

l’Italia al 50° posto

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el mondo 6 miliardi di persone subiscono le conseguenze di livelli inadeguati nella tutela della proprietà intellettuale. L’Italia resta ben distante dagli altri paesi del G7. L’indice, realizzato dalla Property Rights Alliance, di cui fa parte il think thank italiano Competere.eu, sarà presentato a Johannesburg, Sud Africa. Roberto Race (Segretario Generale Competere.Eu): E fondamentale che il Governo e il Parlamento ne prendano atto, e al di là dei partiti, sostengano le nostre aziende con misure a supporto della difesa della proprietà intellettuale. Verrà presentato a Johannesburg, l’International Property Rights Index 2018 (Indice Internazionale sulla tutela dei Diritti Di Proprietà). Lo studio realizzato dalla Property Rights Alliance, di cui fa parte il think thank italiano Competere.eu, misura come viene tutelata la proprietà in oltre 125 paesi rappresentanti il 98 per cento del Prodotto Interno Lordo mondiale ed il 93 per cento della popolazione. L’Italia si colloca al cinquantesimo posto della classifica, dopo il Botswana e subito prima della Jamaica, perdendo una posizione rispetto all’anno precedente e ben 10 rispetto al 2014 con un punteggio finale di 5.9. Il nostro paese

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rimane ben distante dagli altri Paesi del G7 ed è ancora più staccato dai Paesi che guidano la classifica quali la Finlandia (8.7), la Nuova Zelanda (8.6), la Svizzera (8.6), la Norvegia (8.5) e Singapore (8.4) che occupano le prime cinque posizioni dell’indice internazionale. L’indice si compone di 3 voci principali che riguardano il “sistema politico e giuridico”, la “tutela dei diritti fisici” e la “tutela dei diritti intellettuali”. Per la prima volta, gli Stati Uniti non sono più al 1° posto per quanto riguarda la voce “tutela della proprietà intellettuale” cedendo alla Finlandia questo primato. L’Italia è insufficiente nelle prime due voci, soprattutto per quanto riguarda la stabilità politica e l’efficienza e l’efficacia della giustizia civile, oltre agli alti livelli di corruzione percepiti, e la tutela della proprietà fisica dove non riesce ad andare oltre a un punteggio di 5.9. Riesce a strappare un discreto risultato per quanto riguarda la tutela della proprietà intellettuale grazie anche ad alcune recenti modifiche normative e l’impulso dell’Unione Europea. “I diritti di proprietà - dichiara il Segretario Generale di Competere.eu Roberto Race- sono un indicatore chiave del successo economico e della sta-

bilità politica e una componente fondamentale dell’innovazione. Non è un caso, infatti, che ai primi posti di questo speciale indice si trovino da anni i paesi che innovano di più, come quelli Scandinavi, gli Stati Uniti, Singapore e la Svizzera. Non ha senso parlare di attrazione degli investimenti esteri e della competitività del nostro tessuto industriale senza tener conto della tutela della proprietà intellettuale. Le nostre Pmi, poi, sono spesso impreparate rispetto alle sfide legate alla proprietà intellettuale poste dalla competizione nei mercati internazionali. E fondamentale che il Governo e il Parlamento ne prendano atto, e al di là dei partiti, sostengano le nostre aziende con misure a supporto della difesa della proprietà intellettuale. In altri paesi la tutela della proprietà intellettuale di molti settori produttivi rientra spesso nell’Interesse Nazionale. Sarebbe importante che avvenisse così anche in Italia”. “L’Italia è ancora una volta ben distante dagli altri paesi Occidentali - dichiara il Direttore di Competere. eu Giacomo Bandini - I parametri che ne compromettono maggiormente le performance sono la scarsa stabilità politica, gli alti livelli di corruzione, la


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lentezza della macchina giudiziaria, ma anche la scarsa facilità di accesso al credito per le imprese e gli innovatori. Tutte queste voci messe insieme impediscono al nostro paese di avere un adeguato livello di tutela della proprietà sia fisica sia intellettuale al pari di altre realtà internazionali e, dunque, di produrre innovazione diffusa”. Il presidente dell’Institute for Liberty and Democracy di Lima Hernando De Soto, e sostenitore della Property Rights Alliance, ha commentato così i risultati dell’indice: “I sistemi di diritti di proprietà deboli non solo le economie cieche non realizzano l’immenso capitale nascosto dei loro imprenditori, ma li trattengono da altri benefici come evidenziato dalle potenti correlazioni dell’indice di quest’anno: libertà umana, libertà economica, percezione della corruzione, attivismo civico e persino la capacità di connettersi a internet, per citarne alcuni”. The International Property Rights Index L’International Property Rights Index (IPRI) è la principale pubblicazione dell’Alleanza per i Diritti di Proprietà (Property Rights Alliance, PRA). La PRA è un associazione impegnata a promuovere i diritti di proprietà in tutto il

mondo. L’IPRI è uno studio comparato annuale che mira a quantificare la forza dei diritti di proprietà - sia fisica che intellettuale – ed a classificare i paesi di conseguenza. Il rapporto IPRI mostra il legame tra la protezione dei diritti di proprietà e lo sviluppo economico. L’edizione del 2018 contiene una classifica di 125 paesi, che rappresentano il 98 per cento del prodotto interno lordo mondiale ed il 93 per cento della popolazione. L’edizione del 2018 contiene la classifica IPRI, le classifiche secondo gli indicatori principali di cui l’IPRI si compone, la distribuzione regionale dei punteggi ed i cambiamenti dei punteggi IPRI rispetto al 2017. L’edizione 2018 presenta inoltre i profili dei singoli paesi, che forniscono la progressione storica dei punteggi IPRI e dei loro componenti. Nel produrre l’IPRI, la PRA ha ottenuto il sostegno di 113 think tank ed organizzazioni politiche in 72 paesi coinvolti nella ricerca. L’IPRI fornisce una piattaforma internazionale per evidenziare gli sforzi dei suoi partner nel portare avanti i diritti di proprietà intellettuale nel contesto di un quadro giuridico solido ed efficace. L’IPRI 2018 ha come obiettivo quello

di fornire uno strumento utile per responsabili politici, think-tank, gruppi di studio accademici, imprenditori e altri soggetti interessati a promuovere la tutela dei diritti di proprietà e di sviluppo economico. Competere.EU Competere è un think tank indipendente nato per elaborare e implementare politiche per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile ed essere di supporto alla politica, alle istituzioni e alle imprese nel favorire l’innovazione sociale e dei processi economici e il confronto tra idee. Il team di Competere è composto da esperti, accademici, professionisti di riconosciuta esperienza nazionale e internazionale, ma soprattutto da persone, curiose, creative e intraprendenti che analizzano la realtà in continuo cambiamento e propongono soluzioni sostenibili. Presidente del think tank è il docente di Business Administration alla John Cabot University Pietro Paganini mentre il Segretario Generale è il consulente di corporate strategy e comunicazione strategica Roberto Race. Il Direttore Generale è Giacomo Bandini. Stefania Vergani

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Nuovi modelli di sviluppo per valorizzare il Sud Italia M

ettere a sistema tutte le opportunità economiche presenti su un territorio per promuoverlo al di là delle tradizionali attività turistiche. Il rilancio del Meridione passa anche da modelli di sviluppo inediti, capaci di valorizzare, anche attraverso le nuove tecnologie, attrazioni paesaggistiche, cultura, tradizioni enogastronomiche e artigianato. Una maggiore consapevolezza delle potenzialità esistenti nella cui direzione va la recente firma con cui la holding Lauro e Rete Destinazione Sud hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per dare vita a “Destinazione Ischia”, strumento di promozione e aggregazione imprenditoriale che intende sviluppare una nuova visione a tutto tondo dell’isola. Alla base dell’accordo, l’attività di Rete Destinazione Sud, network imprenditoriale patrocinato dall’Unesco, costituito nel 2007 su un progetto nazionale di Confindustria, Federmanager e Fondirigenti nazionale e via via strutturato attorno a una serie di iniziative incentrate su formazione e un capillare marketing territoriale. “L’iniziativa – ha spiegato Michelangelo Lurgi, fondatore della Rete – nasce dalla consapevolezza che le capacità di attrazione e competizione dei territori aumentino al crescere del livello d’integrazione e coordinamento tra i diversi operatori coinvolti. Da qui la scelta di un modello di sviluppo, definito ‘Turismo e Destinazioni’, basato su 14 aree che una volta costituite andranno a confluire nell’unico brand South Italy”. Frutto di un percorso durato quasi due anni l’intesa su Destinazione Ischia si affianca a quella Sele/Tanagro/Vallo di Diano che mette insieme 32 comuni, in attesa della creazione delle destinazioni Salerno (20 comuni), Cilento (80 comuni) e Matera (31). Dal punto di vista operativo l’accordo si sviluppa, potenziandolo, attorno al consorzio operativo costituito da 40 operatori isolani messi insieme da Salvatore Lauro con

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Da sinistra Mariasole Lauro, Michelangelo Lurgi, Fabio De Rosa e Salvatore Lauro l’iniziativa “Ischia 4.0”. “La nostra holding – ha sottolineato Lauro – collega l’isola con tutti i territori della Campania ma bisogna fare di più mettendo in sinergia tutte le sue risorse, a partire dai giovani. L’obiettivo è creare una visione di futuro a lungo termine, capace di mettere in prima fila anche quelle microimprese che altrimenti non avrebbero le risorse per emergere”. Per ottenere questo risultato si farà largo uso, oltre all’organizzazione dei tradizionali focus territoriali, delle piattaforme informative già messe a punto da Rete Destinazione Sud. Da un lato garantendo condizioni favorevoli di accesso per tutti i soggetti già presenti sul territorio, riducendo al minimo i costi di intermediazione, dall’altro condividendo tutte le informazioni di tipo tecnico e amministrativo per permettere la nascita e lo sviluppo di nuove attività. “Essenziale, oltre alla comunicazio-

ne, è la formazione verso cui abbiamo indirizzato molte delle nostre iniziative - ha evidenziato Lurgi - Tra queste, ad esempio, c’è il progetto portato avanti con 18 istituti superiori per un periodo di soggiorno all’estero di sei mesi, completamente finanziato: dei primi 70 ragazzi cha hanno partecipato a questa sorta di Erasmus plus ben 42 già lavorano”. Senza dimenticare il nuovo progetto “South Italy” che prevede ben 200 borse di studio (il 25% delle quali destinate a studenti della Campania) per la specializzazione in marketing territoriale. “Il traguardo finale è riuscire a conquistare i mercati emergenti come la Polonia che, in forte crescita, sono attratte solo da poche realtà di nicchia. Per allargare l’orizzonte a tutto il Sud Italia bisognerà sempre più puntare su marketing strutturato e condivisione con gli attori sul territorio”. Giovanni Grande


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Merlan: nuovo motore elettrico per imbarcazioni U

n motore elettrico rotativo con geometria lineare in grado di rivoluzionare tutti gli azionamenti a bordo di una nave. È quello che ha studiato, realizzato in forma di prototipo e testato in due diversi ambienti operativi, ovvero su un’imbarcazione in mare e su un impianto di sollevamento a terra, il team di MERLAN. MERLAN, Motore Elettrico Rotativo Lineare per Applicazioni Navali, è un progetto frutto di una partnership pubblico – privata tra Area Science Park, l’Università di Trieste, Lampas System, azienda specializzata nella produzione e fornitura di motori elettrici e Officina Navale Quaiat, realtà attiva nel settore motoristico, costruzione e riparazione meccanica navale. Nell’ambito del progetto MERLAN il team ha costruito un prototipo testato in diversi ambienti operativi e applicabile alla

propulsione navale, all’azionamento di timoni e alla movimentazione di carichi di bordo. Il motore elettrico potrebbe, non solo rivoluzionare gli azionamenti elettrici a bordo nave, ma anche contribuire in modo decisivo all’elettrificazione di nuove imbarcazioni, sia per la nautica da diporto che per imbarcazioni di grossa taglia. “Grazie alla presenza di due alberi rotanti paralleli, il motore si presta ad applicazioni quali la propulsione di natanti dotati di doppia elica, come pure agli impieghi propulsivi innovativi (a idrogetto, azimutali o con unità cicloidale), e l’azionamento di doppi timoni sincronizzati a assi paralleli - spiega Marino Quaiat, responsabile di Officina Navale Quaiat - I vantaggi della tecnologia MERLAN rispetto a quella tradizionale sono molteplici. Alla maggiore flessibilità di installazione si aggiunge

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la possibilità di impiegare il motore, per generare coppia utile, in spazi di bordo ristretti che resterebbero inutilizzati, dato che un motore elettrico di forma tradizionale sarebbe difficile da alloggiare”. La tecnologia, inoltre, è un’alternativa eco-compatibile ed efficiente, full-e-

innovativa del motore, molto impegnativa per la complessità strutturale della macchina. “È stata una sfida per noi costruire un macchinario elettrico completamente diverso dalla tradizionale produzione elettromeccanica – racconta Angelo Torres, responsabile tecnico di Lampas System – È stato un percorso di condivisione e crescita che ha portato ottimi risultati e che non si esaurisce con la fine del progetto. MERLAN rappresenta, infatti, una conferma della nostra collaborazione con l’Università di Trieste e in futuro continueremo ad implementare soluzioni che rendano il nuovo tipo di motore elettrico ancora più competitivo con la tecnologia tradizionale”. “Il punto di forza del progetto è stata la stretta collaborazione tra mondo della ricerca e dell’industria – racconta Martina Terconi, responsabile tecnico del progetto per Area Science Park – Le difficoltà tecnologiche non sono mancate, data l’innovatività del prodotto, ma sono state brillantemente superate dalla collaborazione tra i partner. L’esperienza di MERLAN è stata positiva e rappresenta un avanzamento significativo in termini di ricerca scientifica applicata a un settore, come quello nautico e navale, che riveste notevole importanza nel nostro territorio”. RedMar

Potrebbe rivoluzionare gli azionamenti elettrici a bordo nave lectric e direct-drive ai tradizionali sistemi di attuazione e propulsione basati su motoriduttori, attuatori oleodinamici, motori a combustione interna. La sua efficacia è stata testata in applicazioni di movimentazione e sollevamento, grazie al supporto di Concrane, aziende specializzata nella realizzazione di dispositivi di sollevamento per navi.

Della progettazione elettromagnetica e meccanica, cuore del progetto, si è occupata l’Università degli Studi di Trieste. “Affinamenti e migliorie sono ancora necessari – spiega Alberto Tessarolo, professore dell’Università di Trieste Possiamo lavorare per dotare la macchina di opportuni sistemi di raffreddamento e per ottimizzare i volumi interni, miglioramenti che ne potranno aumentare la densità di coppia portandola a valori anche di 4 volte superiori a quelli realizzati con il prototipo, come pure possiamo rendere più fluido il moto delle parti rotanti così da ridurre significativamente la rumorosità”. Lampas System, invece, si è cimentata nella costruzione elettromeccanica

MERLAN è un progetto finanziato dal bando della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia POR FESR 2014-2020 – Attività 1.3.b “Incentivi per progetti “standard” e “strategici” di R&S da realizzare attraverso partenariati pubblico- privati – aree di specializzazione Tecnologie Marittime e Smart Health.


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Liguria for yachting, nasce la rete dei marina liguri A

l via Liguria For Yachting, la innovativa rete che unisce i Marina liguri. Marina Molo Vecchio, Marina Porto Antico, Marina Genova, Marina di Loano e Porto Lotti insieme, adottando lo strumento della Rete di Imprese, per fare sistema e confrontarsi con il mercato internazionale della nautica da diporto. Una nuova realtà aggregata di home port, capace di ospitare le barche in sicurezza tutto l’anno, per un totale di oltre 2.400 posti barca con un alto standard di servizi tecnici, logistici e di accoglienza, offrendo la possibilità di godere del territorio ligure, e non solo, in ogni stagione ed essere base di partenza per la grande navigazione estiva nel Mediterraneo, supportan-

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do il diportista lungo la rotta prescelta, prima di accogliere le barche al rientro per l’inverno. Una rete aperta ad altri operatori e all’interesse delle Istituzioni locali, che si pone come obiettivi la valorizzazione del turismo, del settore nautico e l’integrazione con le eccellenze del territorio, attraverso l’unione di cinque tra i più importanti Marina distribuiti lungo la costa ligure, da Ponente a Levante. Liguria For Yachting si pone, in maniera del tutto innovativa, come un efficace modello di gestione e promozione sinergica di un territorio,

quello ligure, che offre straordinarie esperienze turistiche di altissimo livello grazie a Marina che come “portali di accesso” garantiscono efficienza e servizi di qualità. “Un punto di partenza - afferma Fabio Pesto, Presidente C.d.A di Marina Molo Vecchio e neo Presidente di Liguria For Yachting – di cui siamo particolarmente orgogliosi e che rappresenta un importante stimolo non solo per la nautica ma per tutto il territorio ligure. Siamo convin-


ti che fare sistema sia vincente in un settore con elevata concorrenza, dove molti e diversi sono gli elementi di scelta e di successo.” “Quest’estate stiamo complessivamente registrando un deciso incremento di barche e un aumento della permanenza media. Questo trend ci convince ancora di più del valore del nostro progetto e dei suoi obiettivi – aggiunge Giuseppe Pappalardo, amministratore delegato di SSP, la società di gestione di Marina Genova, e Vice Presidente di Liguria For Yachting – Il nostro impegno per il futuro è rafforzare la rete, cogliere insieme nuove opportunità economiche e sviluppare le potenzialità legate al turismo e alla nautica da diporto anche e augurabilmente in sinergia con le Istituzioni locali e nazionali.” “Con oltre 20.000 posti barca distribuiti da Ponente a

Oltre 2.400 posti barca, alto standard di servizi tecnici e logistici: insieme per valorizzare il territorio e confrontarsi con il mercato internazionale Levante la Liguria è la prima regione italiana per offerta e accoglienza nautica. L’economia diretta e indiretta del turismo nautico è quindi sicuramente un’importante risorsa del nostro PIL.” – aggiungono Uberto Paoletti direttore di Marina di Loano e Consigliere Liguria For Yachting e Pier Mario Capurro, Procuratore speciale Porto Lotti. “Una delle caratteristiche dei nostri Marina è quella di essere degli home port, in grado di ospitare le barche tutto l’anno, ben assistite e in sicurezza,

offrendo, al contempo, l’opportunità di approfondire la conoscenza, in qualunque stagione, della cultura e delle meraviglie paesaggistiche e gastronomiche del territorio, da Genova alle Cinque Terre e alla Riviera dei Fiori.” – Massimiliano Barbagelata, amministratore delegato di Marina Porto Antico e Consigliere Liguria For Yachting. Liguria For Yachting parteciperà ai prossimi saloni internazionali - Cannes Yachting Festival dall’11 al 16 settembre 2018, 58° Salone Nautico a Genova dal 20 al 25 settembre 2018, 50° Boot Dusseldorf, dal 19 al 27 gennaio 2019. Paola Martino

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A Marina d’Arechi approda il futuro dell’energia green M

arin Jarry, capitano dell’Energy Observer ha presentato alla stampa lo speciale catamarano che è approdato a Marina d’Arechi domenica sera, 29 luglio. Più di trenta metri di lunghezza, la Energy Observer è la prima nave a propulsione elettrica alimentata interamente da fonti energetiche rinnovabili. L’equipaggio dell’Energy Observer, interamente francese, è formato da sei persone, tra cui due ingegneri che, quotidianamente, monitorano i parametri energetici del catamarano che ha all’attivo oltre 8.000 miglia nautice, effettuate nel bacino del Mediteranno, tra Italia, Grecia, Albania, fino alla Tunisia e Israele. “Siamo molto felici di avere ospite a Marina d’Arechi questa imbarcazione avveniristica, che rappresenta una grande sperimentazione verso la ricerca di politiche energetiche sostenibili – ha detto al riguardo il presidente MDA, Agostino Gallozzi – Questa filosofia si sposa perfettamente con la nostra filosofia, a Marina d’Arechi, bandiera blu e con tante certificazioni in materia ambientale. Il mare è il nostro riferimento, così come lo è la tutela e il rispetto per l’ambiente, per cui lavoriamo ogni giorno”. Marina d’Arechi rappresenta la prima tappa del versante tirrenico, dopo il passaggio dallo Stretto di Messina.

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Lo speciale catamarano ha sostato alle banchine del Port Village fino allo scorso 2 agosto, per continuare poi il suo giro intorno al mondo. La tappa finale di quella che l’equipaggio ha definito “Odissea per il futuro” ambientalista è nel 2022, direttamente a New York, nei pressi del Palazzo delle Nazioni Unite. A sostenere il progetto, oltre a importanti partner privati, ci sono la Commissione Europea e l’Unesco. Questa imbarcazione del futuro, fortemente innovativa, a propulsione elettrica, è alimentata da un mix di energie rinnovabili (sole e vento) e da un sistema di produzione d’idrogeno non carbonato, ricavato dall’acqua di mare. Una sfida tecnologica che ambisce a mettere alla prova, in condizioni estreme, tecnologie alla avanguardia, che anticipano le reti energetiche di domani. L’incanto di una notte di mezza estate Il mare, calmo, che libera la mente da affanni e pensieri. La brezza, fresca, che mitiga la forza del calore del sole di fine luglio. La distesa degli alberi delle barche a vela che invitano gli occhi delle persone a guardare su, verso il cielo. Proprio in una notte, come quella in cui si è vissuta l’atmosfera, quella magica e decisamente rara, della luna rossa che si è specchiata nella darsena del Marina d’Arechi, tra le più grandi dell’intero Mediterraneo.

Sono stati questi solo alcuni degli ingredienti della serata di Festa in Marina. La banchina di riva, per l’occasione, è diventata teatro esclusivo della serata d’estate al Marina d’Arechi presentata da Stefania Cavaliere. Sullo sfondo, da cornice, tre Maserati nere, direttamente dalla vetrina di Cesarmeccanica srl, alla sfilata di moda degli abiti di haute couture a firma di Seta Atelier e della sua stylist Valentina D’Alessandro. Nove modelli dai colori pastello con la rosa come protagonista assoluta. Il tutto in una splendida scenografia curata da Class Eventi, con il makeup realizzato da Francesca Beauty. Le note di melodie anni ’70 rigorosamente suonate live dal sax di Antonello Altieri e il vinil set curato da Cristian Orlandi hanno dettato il ritmo dell’aperitivo. Tra i presenti, tanti diportisti, amici di Marina d’Arechi, stakeholder della nautica e anche politici, istituzioni, imprenditori, professionisti e giornalisti provenienti da tutto il territorio campano. Alcuni giunti “via terra”, altri hanno raggiunto l’happening direttamente dal mare, a bordo delle proprie imbarcazioni. A dare il benvenuto agli ospiti, il presidente di Marina d’Arechi, Agostino Gallozzi, la Marina Manager, Anna Cannavacciuolo e l’amministratore delegato del porto turistico, Ciro Accetta. Ad allietare i palati degli oltre duecento convenuti alla serata di gala, le


anche entrambi i figli del governatore della Campania, Piero e Roberto De Luca, nonché Franco Picarone, presidente della commissione Bilancio della Regione Campania, Enrico Coscioni, consigliere del presidente De Luca nel settore della Sanità, e Patrizia Spinelli, segretario provinciale della Feneal Uil

eccellenze gastronomiche del mare nostrum e del territorio campano, sapientemente elaborate e presentate in 15 diverse ricette finger food, come la “sfera di melanzana su laghetto di San Marzano”, o il “Re Farro”, o ancora la “tartarre di tonno rosso con zeste di agrumi”, accompagnate da freschi cocktail estivi e dalle immancabili bollicine. Tra sorrisi e ringraziamenti, ci sono stati i saluti del presidente dell’autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, e del sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. Tra i presenti volti noti dell’imprenditoria campana: i cavalieri del Lavoro Luciano Cimmino, patron di Carpisa e Yamamay, ed Enzo De Matteis, titolare dello storico pastificio irpino che vanta una storia quasi se-

colare, il cavaliere del Lavoro Mario Magaldi, presidente del gruppo industriale leader mondiale nella produzione di macchine ed impianti per il trasporto di materiali ad alta temperatura, e ancora la Cavaliere del Lavoro Annamaria Alois, titolare dell’omonima storica azienda che lavora le prestigiose sete di San Leucio. Alfredo Mazzei, commercialista napoletano titolare della casa editrice “Colonnese”, e Antonietta Sannino, già amministratore unico del consorzio Unico Campania e attuale presidente di Citysghtseeing, il direttore operativo di Eav Campania, Pasquale Sposito, nonché il gallerista napoletano Franco Riccardo. Presenti

di Salerno. A salutare la suggestiva notte di mezza estate a Marina d’Arechi anche il mondo confindustriale salernitano, con il presidente del gruppo Giovani, Pasquale Sessa, e Michelangelo Lurgi, presidente del comitato di gestione di Rete Destinazione Sud. RedMar Fotografie: Copyright Pina Pepe

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Marina Cala de’ Medici

si conferma Porto d’eccellenza I

l Porto turistico di Rosignano Marina Cala de’ Medici si conferma per il terzo anno consecutivo Porto d’eccellenza. Ratificata, infatti, nel corso dell’ultimo audit avvenuto il 1 agosto scorso, l’attestazione di MaRINA Excellence, nonché i riconoscimenti 24 Plus e 50 Gold. In particolare, il prestigioso riconoscimento 50 Gold, ottenuto per la prima volta l’anno scorso, identifica il Cala de’ Medici quale Porto ideale per ospitare imbarcazioni sopra i 50 metri di lunghezza, in grado di fornire servizi di altissima qualità e di sopperire a tutte le

esigenze che armatori, comandanti ed equipaggi di un’imbarcazione di questo genere possono avere. Oltre al riconoscimento 50 Gold, è

quello marittimo. Quella di MaRINA Excellence è un’attestazione di qualità dei servizi offerti, a fronte di una valutazione indipendente e oggettiva dei servizi portuali, dei servizi turistici e ricettivi e dell’impegno per la sostenibilità ambientale e la sicurezza. Il rating di valutazione ha validità triennale, in questo arco temporale, però, è possibile migliorare ulteriormente nelle varie aree di valutazione, fissando obiettivi sempre più ambiziosi e dimostrando il raggiungimento di questi ultimi in occasio-

Ratificata l’attestazione di MaRINA Excellence, nonché i riconoscimenti 24 Plus e 50 Gold

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dal 2016 che il Marina ha anche il riconoscimento 24 Plus. Entrambi sono forniti dal RINA, gruppo multinazionale che eroga servizi di certificazione in molti settori, tra cui


ne degli audit periodici. Marina Cala de’ Medici ha ottenuto questo risultato anche grazie agli eccellenti servizi che offre ai propri utenti (dal car sharing ecosostenibile che permette di noleggiare all’interno del Porto veicoli elettrici, al Service dedicato che fornisce servizi quali manutenzione ordinaria, pulizia trappe e controllo cime e parabordi, pulizie interne ed esterne delle imbarcazioni, lavori subacquei, assistenza elettrica e meccanica e servizio di coop drive, ma anche la modernissima self area, con zona lavanderia e distributori automatici). Chiunque approda a Cala de’ Medici, inoltre, può contare su personale altamente qualificato, dal momento che il Porto investe continuamente nell’arco di tutto l’anno sulle competenze e la professionalizzazione dei propri dipendenti “La conferma dell’attestazione di MaRINA Excellence e degli importantissimi riconoscimenti 24 Plus e 50 Gold - commenta Matteo Italo Ratti, AD e Direttore di Cala de’ Medici - è per noi fondamentale, perché ratifica il posizio-

namento del Cala de’ Medici al top del ranking delle strutture portuali in Italia e non solo, e ci permette di qualificarci in maniera oggettiva agli occhi dei nostri clienti. La certificazione qualitativa del servizio è, infatti, a mio avviso un tema fondamentale. Nel mercato del turismo alberghiero è ormai di comune comprensione il significato delle stelle. Il rating serve per posizionarsi ed attrarre

il tuo target di clientela, cosa che se da un lato permette alla struttura di collocarsi sulla sua fascia di mercato bilanciando servizi e investimenti, dall’altro fa sì che la clientela trovi soddisfatte le proprie esigenze per la sua propensione alla spesa soggettiva”, conclude Ratti. Riccardo Russo

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Benetti, stagione di consegne con 3 giga yacht oltre 100mt D

opo “Quantum of Solace” e “Diamonds Are Forever” è la volta di “Spectre”, il terzo yacht varato da Benetti per John Staluppi, talentuso imprenditore newyorchese. M/Y “Spectre” è un Mega Yacht Full Custom di 69 metri con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio realizzato su cinque ponti. Il nome è ancora una volta un omaggio a James Bond mentre lo scafo, concepito dallo studio olandese Mulder Design, punta a ottenere prestazioni straordinarie per yacht di queste dimensioni e dispone della nuova tecnologia Ride Control di Naiad Dynamics. L’interior design, firmato dall’Interior Style Department di Benetti, richiama lo stile Déco e quello Liberty di alcune atmosfere indoor francesi, mentre le linee esterne filanti e moderne sono disegnate da Giorgio M. Cassetta. L’armatore sceglie Benetti per la terza volta e ancora una volta celebra la sua passione per James Bond, protagonista della saga di film ispirati ai romanzi di Ian Fleming. John Staluppi, innamorato dell’eccellenza del Made In Italy, ha infatti chiamato “Spectre”, dal titolo del celebre film di 007 del 2015, il suo ultimo megayacht realizzato totalmente su misura e varato nei giorni scorsi a Livorno.

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Il progetto di questa originale imbarcazione è sviluppato intorno alle più recenti tecnologie della nautica e sull’abbinamento di diversi stili e filosofie per gli arredamenti degli interni, con richiami ad epoche lontane – gli anni Venti francesi – accostati a dettagli moderni. M/Y “Spectre” (FB269) è un 69 metri con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio sviluppato su cinque ponti, totalmente custom, con piscina e “touch and go” per l’elicottero, che può ospitare nel più assoluto comfort 12 persone: il layout prevede due cabine armatoriali ─ di cui una con terrazza privata, zona prendisole e vasca idromassaggio ─ due vip sul Main Deck e due ospiti sul ponte inferiore. Sintesi delle più avanzate tecniche progettuali e costruttive di Benetti, M/Y “Spectre” dispone della tecnologia Ride Control di Naiad Dynamics, novità assoluta per questa tipologia di imbarcazioni, un sistema che permette un notevole incremento della stabilità di navigazione e il miglioramento del comfort di bordo grazie a 4 pinne stabilizzatrici e a 3 lame regolabili verticalmente. Le linee dello scafo Hi Speed Cruising Hull, concepite dallo studio di progettazione olandese Mulder Design, sono studiate per ottenere la massima efficienza di navigazione con un’auto-

nomia di 6.500 miglia a 12 nodi e per garantire una velocità di 21 nodi, superiore del 30% rispetto a una carena dislocante tradizionale. Le linee esterne sono state disegnate da Giorgio M. Cassetta, che si è dichiarato innamorato del progetto e orgoglioso di aver preso parte alla realizzazione di uno yacht così tecnologicamente avanzato: “Amo molto Spectre. È un esempio perfetto di sintesi virtuosa tra le culture dell’armatore e del cantiere costruttore. John e Jeanette Staluppi, con la loro grande esperienza ed energia, ci hanno portato ad immaginare uno yacht completo di tutto quanto si possa desiderare su questa taglia. Benetti ha raccolto la sfida di costruirlo con altissimi standard e profusione di innovazioni tecnologiche. Lo splendido risultato è una soddisfazione che il mio studio porterà con sé negli anni a venire”. Con il varo di “Spectre” Benetti si avvia verso un periodo di incredibile attività che vedrà protagonisti yacht di grandi dimensioni. La stagione nautica 2018/2019 prevede infatti oltre 7 consegne di yacht Full Custom a partire dai 47 metri di lunghezza tra cui i 3 Giga yacht, di oltre 100 metri ciascuno, al momento in lavorazione in parallelo nel cantiere di Livorno. Simona Castelletti


Progetti di innovazione a forte impatto sociale

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sole 3 settimane dal lancio della call “Innovare in Rete” per la selezio- ne di progetti imprenditoriali innovativi ad elevato impatto sociale e ambientale da finanziare e accompagnare nelle fasi di sviluppo, il bilancio è più che positivo: sono già arrivate circa 120 candidature, provenienti in gran parte da startup innovative e spin off universitari (circa il 50%), imprese (circa il 20%) e soggetti di terzo settore (circa il 30%). La maggior parte dei progetti riguarda i temi “qualità della vita” (circa il 16%) seguito da “creatività e cultura” (circa il 12%), ”welfare” ed “agrifood” (entrambi a circa il 9%). Molte, anche, le proposte nei settori “ict”, “salute” e “smart energy” (tutti a circa il 7%). Un successo che va oltre le previsioni per il numero, ma anche per la qualità e la varietà dei progetti che coniugano ed integrano innovazione tecnologica ed innovazione sociale, definendo una policy di rilievo nazionale. La call è stata lanciata il 10 luglio da Banca Etica, Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Giacomo Brodolini ed Entopan, con il coordinamento operativo di Oltre Open Innovation Hub con l’obiettivo di selezionare idee competitive e mature, da accompagnare verso una piena realizzazione con attività di consulenza di altissimo livello e finan-

ziamenti fino a 700mila euro per ciascuna iniziativa, per un plafond complessivo di 10 milioni di euro. Come previsto nel bando, il Sistema Consulenziale Esperto ha già avviato la valutazione delle candidature che saranno evase progressivamente, e poi sottoposte all’istruttoria bancaria a cura di Banca Etica che le definirà fino ad esaurimento del plafond. Per partecipare al bando Tutte le informazioni sul bando, sui finanziamenti e sulla rete di consulenti esperti per accompagnare i progetti in tutte le fasi del loro sviluppo sono disponibili su: www.bancaetica.it/bando-innovare. Per inviare le candidature c’è tempo fino al 30 ottobre 2018. “Innovare in rete” è un programma che integra finanziamenti, investimenti e servizi a supporto dei processi di innovazione tecnologica e sociale con l’obiettivo di avvicinare tra loro i mondi della ricerca, della tecnologia, dello sviluppo imprenditoriale e del terzo settore nell’era della trasformazione digitale per sostenere in tutta Italia lo sviluppo di nuova e più qualificata occupazione, di progetti di impresa e di processi produttivi a impatto sociale ed ambientale positivo. Il programma “Innovare in rete” è promosso da Banca Etica e dal Sistema Consulenziale Esperto composto

da Entopan, Fondazione Giacomo Brodolini e Fondazione Bruno Kessler ed il coordinamento operativo di Oltre Open Innovation Hub. Banca Etica è la prima e tutt’ora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica, opera su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di filiali, banchieri ambulanti e grazie ai servizi di home e mobile banking. Banca Etica raccoglie il risparmio di organizzazioni e cittadini responsabili e lo utilizza interamente per finanziare progetti finalizzati al benessere collettivo. Oggi Banca Etica conta 42 mila soci e 64 milioni di capitale sociale; una raccolta di risparmio di 1,3 miliardi di euro e finanziamenti per oltre un miliardo a favore di iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione e innovazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell’ambiente, turismo responsabile, agricoltura biologica, diritto alla casa, legalità. Il Gruppo Banca Etica include Etica sgr, società di gestione del risparmio che propone esclusivamente fondi comuni di investimento etici, e la Fondazione Finanza Etica che promuove iniziative di studio e sensibilizzazione sull’educazione critica alla finanza. Simona Castelletti

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Alla XXI Bmta i 20 anni dei siti Unesco di Paestum e Troia L

a XXI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico si svolgerà da giovedì 15 a domenica 18 novembre 2018 a Paestum presso il Centro Espositivo Ariston (Salone Espositivo e Conferenze) e il Parco Archeologico (le altre sezioni). Un format di successo testimoniato dalle prestigiose collaborazioni di organismi internazionali quali UNESCO e UNWTO oltre che da 12.000 visitatori, 120 espositori di cui 25 Paesi esteri, circa 60 tra conferenze e incontri, 400 relatori, 120 operatori dell’offerta, 100 giornalisti accreditati. Si celebrerà il 20° Anniversario dell’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO di Paestum (alla presenza di Gabriella Battaini Dragoni Vice Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Irina Bokova già Direttore Generale UNESCO, Mounir Bouchenaki Consigliere Spe-

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Lancio dell’Associazione Internazionale “Amici di Palmira” Il Premio alla scoperta archeologica dell’anno intitolato a Khaled al-Asaad ciale del Direttore Generale UNESCO e Taleb Rifai già Segretario Generale UNWTO) e di Troia (con Rüstem Aslan Responsabile dell’area archeologica). Protagonisti, inoltre, saranno le Grotte di Chauvet e Lascaux a rappresentare il grande successo della Preistoria in Francia con le Conservatrici Marie Bardisa e Muriel Mauriac e il sito di Angkor con Azedine Beschaouch Segretario Scientifico dell’ICC-Angkor, il Comitato Internazionale di Coordinamento per la Salvaguardia e lo Sviluppo.

Nell’ambito del dialogo interculturale, sarà presentata ufficialmente l’Associazione Internazionale “Amici di Palmira” e Paestum salderà il suo legame con la città siriana attraverso un gemellaggio e l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, alla 4a edizione, premierà la scoperta archeologica dell’anno alla presenza di Omar archeologo e figlio di Khaled al-Asaad. ArcheoVirtual, Mostra e Workshop internazionali dedicati alle tecnologie multimediali, interattive e virtuali in


collaborazione con CNR ITABC Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali, presenterà lo stato dell’arte del digitale nei musei e nei parchi archeologici. Numerose le sezioni speciali: ArcheoExperience Laboratori e Rievocazioni nella più grande rassegna di Archeologia Sperimentale in Italia; ArcheoIncontri conferenze stampa e presentazioni di progetti culturali e di sviluppo territoriale; ArcheoLavoro orientamento post diploma e post laurea con presentazione dell’offerta formativa a cura delle Università presenti nel Salone; ArcheoStartUp in cui si presentano nuove imprese culturali e progetti innovativi nel turismo culturale e nella valorizzazio-

ne dei beni archeologici; Incontri con i Protagonisti nei quali il grande pubblico interviene con importanti archeologi e i noti divulgatori della TV; Premio “Antonella Fiammenghi” per la migliore tesi di laurea sul turismo archeologico; Premio “Paestum Archeologia” assegnato a coloro che contribuiscono alla valorizzazione del patrimonio culturale; visite guidate ed educational per giornalisti e visitatori. La BMTA si conferma, quindi, un evento originale nel suo genere: sede dell’unico Salone Espositivo al mondo delle destinazioni turistico-archeologiche (quest’anno presso il Centro Espositivo Ariston, sede delle prime 15 edizioni); luogo di approfondimento e

divulgazione di temi dedicati al turismo culturale e alla valorizzazione; occasione di incontro per gli addetti ai lavori, gli operatori turistici e culturali, i viaggiatori, gli appassionati; opportunità di business con il Workshop tra la domanda estera europea selezionata dall’ENIT e l’offerta del turismo culturale e archeologico. Istituzioni, Enti, Paesi Esteri, Regioni, Organizzazioni di Categoria, Associazioni Professionali e Culturali, Aziende e Consorzi Turistici saranno presenti nel Salone Espositivo, per vivere da protagonisti quattro giorni straordinari in occasione della XXI edizione dal 15 al 18 novembre 2018. Sandro Minardo

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Un viaggio nel tempo “tra arrivi e partenze”

envenuti a Napoli!!! Capodichino quale porta d’ingresso della città: un luogo dove storia e storie s’incontrano, s’intrecciano, si sovrappongono. La storia dell’aeroporto e del suo ammodernamento strutturale: è il 1955 quando Frank Sinatra atterra a Napoli e alle sue spalle la struttura dell’aeroporto ci appare quasi come una stazione ferroviaria. Solo anni dopo inizia a prendere corpo l’aeroporto come lo conosciamo oggi: sono eleganti gli arredi che si scorgono già nei primi anni ’60, gli anni della “Dolce Vita” che ve-

dono arrivare a Capodichino anche viaggiatori dal “sangue blu”. Le storie delle tante persone cha arrivano e partono da Napoli: traversate intercontinentali portano nel capoluogo partenopeo Myrna Loy e Peggy Crumming nel 1948, il Generale Eisenower nel 1952 e gli Harlem Globetrotter nel 1966. C’è chi arriva… Ma anche chi torna a casa, come Renato Carosone nel 1957 ed Aurelio Fierro nel 1960. E c’è anche una Capodichino luogo dei sogni, quelli dei tifosi, che il 10 luglio del 1965 trasformano l’aeroporto in una curva dello stadio per applaudire l’arrivo di Josè Altafini. Curiosando tra le immagini, scopriamo la pista d’atterraggio che diventa set fotografico per un gruppo di modelle: siamo nel 1947. Vent’anni dopo (1966) è, invece, set cinematografico per Gigliola Cinquetti, impegnata nelle riprese del film “Dio come ti amo”. Un viaggio nel tempo reso possibile grazie agli scatti di Riccardo Carbone

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(1897-1973), pioniere del fotogiornalismo a Napoli: immagini riemerse grazie all’impegno dell’Associazione Riccardo Carbone ONLUS ed al contributo

L’aeroporto di Napoli nelle immagini dello storico Archivio Fotografico Carbone dell’Aeroporto Internazionale di Napoli che ha supportato il lavoro di digitalizzazione di circa 80 servizi fotografici relativi all’aeroporto ed ha messo a disposizione

questi spazi per promuovere il progetto dell’Associazione Riccardo Carbone ONLUS che culla il sogno di rendere fruibili le circa 500mila immagini che compongono l’intero fondo attraverso la digitalizzazione e messa online sul portale www.archiviofotograficocarbone.it, realizzato grazie al contributo gratuito della società Regesta.exe. Le immagini, circa 50, selezionate per arricchire gli spazi espositivi al primo piano, nelle immediate vicinanze degli imbarchi, saranno in mostra per tutta l’estate ed accompagneranno i tantissimi viaggiatori in partenza da Capodichino; non solo, alcune di esse sono state inserite in appendice al libro “Quando Napoli vola”, pubblicato da Guida Editori, in cui 12 autori raccontano l’aeroporto di Napoli da diversi angoli d’osservazione. Gli scatti di Riccardo Carbone, circa 30mila servizi realiz-

zati in 50 anni di attività ed una lunga collaborazione con il Mattino di Napoli, ci riconsegnano una coralità di volti, avvenimenti, situazioni, episodi, fenomeni e spicciola, ma altamente descrittiva, quotidianità. Una produzione composita, costruita negli anni, dalle diverse sfaccettature e frutto di un impegno quotidiano sul campo del fotoreporter. Si tratta di una ricchissima, e in massima parte ancora inesplorata, fonte iconografica per la ricostruzione della storia non solo di Napoli ma dell’intero Paese. Un patrimonio che rischiava di perdersi, con i negativi attaccati dalle muffe, oggi tutelato dall’Associazione Riccardo Carbone ONLUS che, dopo aver messo in sicurezza le pellicole, ha lanciato la campagna “adot-

ta un servizio”. Ad oggi sono già online, sul portale realizzato da Regesta.exe, quasi 20mila immagini: “siamo arrivati ad oltre 400 servizi adottati per un totale di 20mila immagini già fruibili online”, spiega Letizia Del Pero, VicePresidente dell’Associazione. “L’archivio è un po’ come una scatola magica dei ricordi: riceviamo contributi di gente comune che ritrova la propria emozione di un luogo, di un vecchio mestiere o di una partita di calcio; accanto ai tanti napoletani iniziano ad affiancarsi enti, come l’Aeroporto, che recuperano un pezzo importante della loro storia. Ci auguriamo che altre aziende, istituzioni, aziende, possano accompagnarci in questo lungo viaggio”. RedMar


Estate 2018: trend in crescita tra conferme e qualche novità L’

per il terzo anno consecutivo, di un trend Italia si conferma tra le mete in significativa crescita. preferite per le vacanze estive, ma i turisti oltre alla tradizionale Le presenze di italiani fanno registrare ad agosto un incremento medio del 3% destinazione mare, questa estate si spingeranno anche alla scoperta di città come nelle settimane a cavallo di ferragosto e del +2% per quella immediatamente sucVerona e Torino che mostrano un trend in cessiva. decisa crescita. Questi i dati che emergono dal checkup Stazionaria la domanda estera nei segmenti medium e downscale, mentre estate che Confindustria Alberghi ha realizzato anche quest’anno per monitorare le strutture luxury mostrano un trend in aumento tra +1 e +3% con una clientela l’andamento del settore in vista del rush finale del mese di agosto. proveniente soprattutto da Francia, Germania e Russia. Giugno 2018 è stato condizionato dal Rispetto agli anni precedenti emerge clima che ha frenato le partenze, ma luglio ha recuperato ampiamente e, in attesa dei poi un dato interessante su alcune città italiane come Torino e Verona con dati dati a consuntivo, si può certamente dire che la stagione è stata aperta al meglio. decisamente crescenti sia per il turismo Giorgio Palmucci interno che per quello internazionale. Per agosto, è positivo il bilancio delle preLe strutture alberghiere del capoluogo piemontese in posinotazioni alberghiere nelle località marittime con la conferma, tivo sia per quanto riguarda la clientela italiana, in deciso aumento nella prima settimana di agosto, che per quella straniera che aumenterà tra il 2 e il 3% nella settimana di ferragosto e in quella successiva. Dalla Francia e dalla Spagna il maggior aumento di ospiti. Verona registra invece un aumento medio mensile delle prenotazioni del 2% con un +3% di italiani, soprattutto nelle ultime settimane di agosto; resta invece allineato allo scorso anno il dato degli stranieri. “Per il terzo anno consecutivo la nostra analisi sulla stagione estiva presenta dei dati incoraggianti – dichiara Giorgio Palmucci, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. La situazione geopolitica è percepita come meno pericolosa rispetto al recente passato, ma l’Italia riesce comunque a confermarsi come una meta in crescita. Segno che una parte di quei flussi che derivavano da situazioni contingenti riferibili ad altri mercati vanno stabilizzandosi verso il nostro paese. Anche il segnale che arriva da mete non tradizionalmente agostane, è certamente molto positivo, soprattutto nella direzione di sviluppo e migliore distribuzione dei flussi che auspichiamo per il paese. Un altro segnale importante è la “tenuta” dell’offerta alberghiera che pur vedendo progressivamente crescente la concorrenza di altre tipologie di ricettivo – case, bb, extralberghiero ecc. – continua a sua volta a migliorare, segno che l’ospitalità che sa e vuole accogliere a tutto tondo continua a trovare grande attenzione sul mercato. Se mediamente le analisi che monitorano le vacanze parlano di 38 milioni di turisti italiani, considerate seconde case ed altre forme di ricettivo, certamente il settore alberghiero e la villaggistica, forti anche di un trend di profondo rinnovamento, si confermano ancora al top delle preferenze dei viaggiatori.” Camilla Di Marte

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LA CINA E LA NUOVA VIA DELLA SETA

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ntro la fine dell’anno potrebbe essere abbassata dal 25 al 15% la soglia di acquisizione di partecipazioni in aziende tedesche su cui il governo di Berlino esercita diritto di veto. Dopo lo shopping cinese in settori strategici per l’Industria 4.0 (basti solo l’esempio di Kuka Robotics Ag, attiva nel settore della robotica e automazione industriale ed acquisita completamente da Medea), il governo Merkel batte un colpo e annuncia misure di “sovranismo economico”, almeno per le operazioni che mettono in discussione la “sicurezza nazionale”. Una svolta che riprende e anticipa, in attesa del completamento del relativo iter burocratico, la Proposta di regolamento del Parlamento europeo, avanzata poco meno di un anno fa, “per l’istituzione di un quadro per il controllo degli investimenti diretti nell’Ue”. Il primo abbozzo di risposta europea alla “gestione della globalizzazione”, così come è stata concepita fino ad ora. E proprio dal tentativo di “cambio della guardia” tra Occidente e Cina nei processi di mondializzazione prende le mosse il libro di Selvatici. Una ricostruzione puntuale che, messi da parte tutti i discorsi sulle “magnifiche sorti e progressive” della Nuova Via della Seta, cerca di restituirne la natura oggettiva di progetto egemonico. “One Belt One Road – come affermato dall’ex vice ministro degli Esteri, He Yafei – si presenta come la risposta cinese al cambiamento degli scenari geopolitici, alla crisi economica globale e punta e definire un nuovo ordine mondiale o meglio a dettare le regole del sistema attuale”. Con la strategia (win-win?) delle infrastrutture Pechino ha intrapreso una “conquista consensuale” in cui la contropartita è rappresentata da accordi economici essenziali ad ampliare la sua sfera di influenza territoriale, garantendo, contro i primi sintomi di

Antonio Selvatici Rubbettino

una crisi demografica, “un vastissimo bacino economico e di manodopera”. Ad alimentare il piano cinese “il vantaggio competitivo” rappresentato dalla peculiare “governance autoritaria”. Da un lato la fragilità dei sistemi democratici, interessati ai risultati sul brevissimo termine, dall’altra “la progettualità di lungo periodo sostenuta dalle casse dello Stato”. Il tutto sotto il cappello del neoliberismo, “della globalizzazione a tutti i costi che ha giustificato il grande trasferimento di ricchezza da Occidente a Oriente”. In un gioco giocato con “regole contraffatte”, con la Cina che ha eretto barriere e impedito investimenti diretti, l’ex “fabbrica del mondo” sta dunque invertendo il pendolo della storia, consolidando le sue posizioni e, complici le politiche neoisolazioniste e populiste sorte sui lidi occidentali, proietta il suo modello di sviluppo a livello globale. In che modo bilanciare una situazione che potrebbe apparire a prima vista già compromessa? Una delle risposte potrebbe essere il recupero dei concetti di “reciprocità” e “sicurezza nazionale”. Gli stessi che animano la proposta del regolamento europeo e che fanno capolino nelle iniziative politiche prese in ordine sparso da alcuni paesi dell’Unione. Tra questi anche l’Italia, con lo strumento del Golden Power, introdotto dalla legge 4 dicembre 2017, n.172 sul controllo degli investimenti. “Per determinare se un investimento estero possa incidere sulla sicurezza o sull’ordine pubblico è possibile prendere in considerazione la circostanza che l’investitore straniero è controllato dal governo di un paese terzo, non appartenente all’Ue, anche attraverso finanziamenti significativi”.

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