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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO I - N. 1 GENNAIO 2018 - Costo singola copia â‚Ź 10,00

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2 - gennaio 2018


IN ESCLUSIVA Interventi di: Carlo Silva Presidente Click Utility - Arturo Faraone Contro Ammiraglio, Direttore Marittimo della Campania e Comandante del Porto di Napoli - Vittorio Porzio Avvocato, Studi Legali Associati Umberto Masucci Presidente Propeller Club Napoli - Riccardo Fuochi Presidente Propeller Club Milano - Massimo Bernardo Presidente Propeller Club Venezia - Renato Coroneo Vice Presidente Propeller Club Palermo - Francesco Paolo Moinelli Segretario Propeller Club Palermo - Giorgia M. Boi Presidente Propeller Club Genova - Michele Conte Presidente Propeller Club Taranto

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Interviste a: Giacomo Gavarone Commercial Manager Rimorchiatori

Anno I - N° 1 - Gennaio 2018 Direttore responsabile Maurizio De Cesare Direttore editoriale Antonio De Cesare Redazione: redazione@portoeinterporto.it Hanno collaborato a questo numero: Massimo Bernardo - Giorgia M. Boi Cosimo Budetti - Michele Conte - Renato Coroneo - Fabrizio De Cesare - Michol Donativi Barretta - Arturo Faraone Riccardo Fuochi - Patrizia Lupi - Paola Martino - Italo Merciati - Sandro Minardo Francesco Paolo Moinelli - Riccardo Russo - Francesco S. Salieri - Lidia Scarpelli Stefania Vergani Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoeinterporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&interporto è proprietà di GAM editori srl redazione@portoeinterporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 38 del 19 ottobre 2017 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

Riuniti e Presidente Gruppo Giovani Armatori Confitarma - Aldo Berlinguer Professore Ordinario diritto comparato Università Cagliari - Fabrizio Zerbini Presidente Propeller Club Trieste - Donato Caiulo Presidente Propeller Club Brindisi - Maria Gloria Giani Pollastrini Presidente Propeller Club Livorno - Daniela Aresu Presidente WISTA Italy - Agostino Gallozzi Presidente Salerno Container Terminal

4 - TUTTO IL 2018 DALLA A ALLA Z 6 - Logistica e produzione si confrontano a Milano 8 - La logistica per lo sviluppo del nostro sistema Paese 10 - 2017, un anno intenso per la Capitaneria di Napoli 12 - Rimorchiatori Riuniti, tradizione e avvenire a Genova 15 - Accordo Total - CMA CGM sul rifornimento di gnl 16 - Il Gruppo Grimaldi espande la propria presenza a Savona 18 - Confmare “casa comune” dei porti in Confcommercio 19 - Vard, prima nave da crociera artica a Lng per Ponant 20 - Zes per la semplificazione delle procedure burocratiche 22 - Zone Logistiche Speciali, le ZES in versione light 24 - Nasce un gigante: FS conferite azioni Anas 26 - Danni punitivi, riconoscimento delle sentenze americane 29 - Tutto il Propeller Club Napoli durante il 2017 31 - Propeller Club Milano: attività sempre più intense 33 - Venezia e la portualità del terzo millennio 34 - Il Propeller Club Palermo e la connessione porto-città 35 - Genova ed il Propeller Club in perfetta sintonia 36 - Porto di Trieste: ottime prospettive

per il 2018 37 - Il Propeller Club di Brindisi tra 2017 e 2018 38 - Le speranze perdute di una “riforma” necessaria 39 - Propeller Livorno, rinnovo per Maria G. Giani Pollastrini 40 - Wista a gonfie vele verso il 2018 42 - Il Corridoio del Brennero per connettere l’Italia 43 - Il porto di Salerno continua a crescere 44 - Rinasce Masuccio Salernitano storico scalo cittadino 45 - Protocollo Porto di Livorno e Autostrade del Mare 46 - Autobus elettrici a guida autonoma a Singapore 48 - Le nuove competenze dell’automotive 4.0 50 - Cipe: 5,4 miliardi per opere con il piano operativo Mit 52 - Jiacc - riconosciuta Camera di Commercio Italo-Araba 54 - Una giornata dedicata alla Cultura dell’espresso 55 - Industria conciaria italiana l’export riparte - 4 mld/anno 56 - Fincantieri entra in Nautica Italiana 58 - Palumbo Group entra in Mondomarine 59 - Un progetto culturale sul legame tra Napoli e il porto 60 - Notizie brevi dall’Italia 62 - Notizie brevi dal Mondo 64 - Notizie brevi del’UE

gennaio 2018 - 3


A

tutto il 2018

ssoporti. Il cambio di contesto innescato dalla riforma Delrio chiama in causa anche l’associazione che riunisce i porti italiani. Da un assetto puntiforme, caratterizzato dalla concorrenza diffusa tra gli scali, si passa alla “coopetition” tra sistemi regionali. A Zeno D’Agostino il compito di guidare la ridefinizione identitaria dell’associazione che punterà, come emerso dall’assemblea dello scorso dicembre, “a portare le nostre istanze in Europa, come lobby”.

B

lockchain. È indicata da più parti come la prossima svolta tecnologica. Sfruttata fino ad ora per la creazione di criptovalute (Bitcoin, ad esempio) promette di rivoluzionare il settore della logistica attraverso l’uso di registri elettronici validati in modo aperto e trasparente risolvendo, letteralmente con un solo click, tutte le procedure amministrative legate al trasporto merci.

C

onfitarma. Il neo presidente Mario Mattioli dovrà gestire un settore sempre più diviso tra “crisi di rappresentanza” (fenomeno, invero, generale), scissioni e tensioni tra gruppi armatoriali piccoli e grandi. Sullo sfondo la difesa del “Registro internazionale” e le sfide globali dell’abbattimento della CO2, il “global cap”, l’uso di carburanti alternativi, istituzione delle SECA.

D

ragaggi. Situazioni più o meno sbloccate, come a Napoli e Ravenna, altre ancora sotto la spada di Damocle del palleggio ministeriale (vedi Salerno). Gli escavi, nel bene e nel male, sono l’emblema del sistema italiano: tra necessità di adeguamento e inefficienze burocratiche.

E

conomia (del Mediterraneo). Il Mare Nostrum conferma la sua centralità nelle rotte intercontinentali (25% del traffico container; 30% traffico petrolifero). Il raddoppio di Suez sta aprendo un inedito mercato per i collegamenti CinaUSA. Da monitorare la situazione di instabilità politica della sponda sud: superata la crisi l’area MENA (Med East – North Africa) diventerà mercato di riferimento per i porti del Meridione.

F

errovia. La cura del Ferro proseguirà nel 2018. Al secondo Forum di Pietrarsa sono stati indicati gli obiettivi da centrare nel

prossimo lustro: lunghezza treni (750 metri); sagoma (4 metri); attraversamenti delle Alpi; fast corridors; dematerializzazione documenti. E ancora: ferrobonus (60 milioni sul biennio 2018-19); sconto pedaggio; formazione macchinisti; agevolazioni per terminal ferroviari portuali.

G

igantismo navale. Le navi da 22mila Teu non sono più fantascienza. Per effetto “cascata” cresce sempre più il tonnellaggio delle unità impiegate nei collegamenti regionali. Questo significa adeguamento delle infrastrutture (dragaggi, banchine, retroporti) e una pressione sempre maggiore dei grandi player sull’organizzazione del lato terra gestito dalle nuove AdSP.

H

andling. Le associazioni di categoria (Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confetra, Fise-Uniport) hanno recentemente messo nero su bianco: “Nel settore dell’handling portuale non esiste in Europa nessun Paese che abbia una regolamentazione tanto complessa quale è quella italiana. Ciò genera un evidente danno sia verso il consolidamento dei terminal operators italiani, sia per l’attuazione e lo sviluppo di investimenti da parte dei medesimi”.

I

ntermodalità. Non solo dragaggi per rispondere alle sollecitazioni del gigantismo navale. Il sistema logistico nazionale va ripensato secondo i canoni della multimodalità, in grado di garantire servizi efficienti, veloci e meno impattanti dal punto di vista ambientale. Esigenza evidenziata da Drewry, tra gli altri, che in un rapporto dello scorso dicembre pone l’accento più che sulla grandezza delle infrastrutture portuali sulla loro capacità di creare connessioni a tutto tondo.

L

ng. La strada verso l’uso di carburanti alternativi non potrà prescindere da un periodo di transizione in cui coesisteranno fonti di energia tradizionali e rinnovabili. Il gas naturale liquefatto è già più che un’opzione per il settore dello shipping. In Italia, purtroppo, manca ancora l’infrastrutturazione adeguata nonostante i tanti progetti presentati. Il 2018 potrebbe essere l’anno buono per sistemare le lacune normative in materia di bunkering.


dalla A alla Z

M

anodopera (pool). La “riforma” della riforma portuale, ovvero il decreto integrativo promulgato a fine 2017, concede inediti margini di manovra ai presidenti di AdSP nell’organizzazione del lavoro. Restano intatti i nodi sul destino delle ex Compagnie portuali e i dubbi sulla natura e l’effettivo ruolo delle nuove agenzie del lavoro, in special modo quelle costituite nei porti di transhipment (Taranto e Gioia Tauro).

N

autica. Il 2018 sarà l’anno in cui sarà testato il nuovo codice della nautica. Dopo la “caccia alle streghe” degli anni passati si punta a introdurre semplificazioni e correttivi nei procedimenti amministrativi, favorire un aumento della competitività allineando la normativa nazionale alle analoghe norme in vigore negli altri paesi europei, e promuovere il volume commerciale della produzione nazionale anche verso i mercati esteri.

degli interessi di categoria mostra la corda. Nel mondo della disintermediazione spinta si fa sempre più fatica a ricomporre interessi divergenti. Si passa così dalla verticalità all’orizzontalità attraverso la rimodulazione delle offerte. Di sicuro aumentano gli attori (e le pressioni) in campo.

S

hort sea shipping. Settore di eccellenza dello shipping nazionale sta trainando la crescita dei traffici portuali risultando quello con i maggiori tassi di crescita degli ultimi anni. Un trend positivo (+20,7%, oltre 24 milioni di passeggeri) che secondo MIT dovrebbe continuare anche nei prossimi 10 anni anche alla riconferma del Marebonus.

O

T U

ianificazione. È il principio ispiratore del nuovo assetto portuale della penisola. In epoca di scarse risorse non ha più senso assegnare finanziamenti a pioggia per progetti che si sovrappongono. Se ne capirà di più con l’avvio della “cabina di regia” ministeriale prevista dalla nuova legge sui porti.

P

V

uattro punto zero. Oltre all’industria anche la logistica uscirà trasformata dalla tecnologia. In attesa delle magie promesse dalla blockchian digitalizzazione, automatizzazione e internet delle cose stanno già cambiando gli equilibri strutturali del settore. Uno degli obiettivi principali sarà l’attivazione dello “sportello unico”.

Q

Z

rganismi di partenariato. Con l’entrata a regime della riforma e il completamento di tutti gli organi di consultazione previsti per affiancare la governance dei porti si avrà un’idea più chiara di chi e come ha dovuto lasciare la “stanza dei bottoni” dei vecchi e affollatissimi comitati portuali.

R

appresentatività. In principio è stata Alis. Poi sono venute Confmare e AssArmatori. Il tradizionale modello di rappresentanza

eu. Tutti li cercano, tutti li vogliono. Il traffico container è circa un terzo del totale delle merci che viaggiano via mare. E se si riscoprisse la vocazione industriale dei porti?

nione europea. Il 2018 vedrà aperta a Bruxelles una nuova fase di negoziazione per garantire a livello comunitario il meccanismo incentivante del Marebonus, considerata da tempo una best practice. D’altronde è sui tavoli della Commissione che si discutono i dossier più importanti per il settore trasporti. Ha ragione Zeno D’Agostino: “Fare lobby”. ia della Seta. È la declinazione in salsa cinese della globalizzazione. L’aumento della connettività, favorita dall’infrastrutturazione tra Asia, Africa ed Europa, porta vantaggi a tutti ma, come ben spiegato all’ultima assemblea di Assoporti, occhio (anche) agli interessi nazionali.

ES. Sono lo strumento adottato in più parti del mondo per favorire l’afflusso di capitali internazionali in aree arretrate dal punto di vista economico. Il governo italiano ha vincolato (giustamente) il loro insediamento nelle zone meridionali in cui è presente un porto, delegando al presidente dell’AdSP di riferimento la gestione dei piani strategici. Da poco sono state affiancate dalle Zls (zone logistiche speciali) anche nel resto del Paese. Con non poche polemiche.


Logistica e produzione si confrontano a Milano C

arlo Silva illustra in questa intervista “Shipping, Forwarding&Logistics Meet Industry 2018” manifestazione organizzata da Clickutility Team di cui è Presidente. Quali le principali novità di questa seconda edizione? Quella principale è la sottolineatura dell’alleanza necessaria tra industria, commercio e logistica in tutte le sue articolazioni per costruire un sistema in grado di rendere più competitivo il nostro Paese con il fine di cogliere in modo durevole i frutti della ripresa economica in atto. Al centro della scena ci sono le aziende industriali, commerciali e della distribuzione, quelli che in gergo tecnico sono definiti i caricatori, che illustrano le proprie esigenze logistiche. Ad ascoltarle ognuno per il suo ruolo ci sono spedizionieri, società di servizi logistici integrati e verticali, imprese di trasporto, rappresentanti di infrastrutture come interporti, tronchi autostradali e ferroviari, trafori, autorità di sistema portuali, armatori e società di servizi marittimi e portuali, fornitori di tecnologie e servizi. Shipping, Forwarding&Logistics Meet Industry in questo è differente da quasi tutte la altre manifestazioni che si occupano di logistica e trasporti. Quali i maggiori temi al centro dei vari meeting che si succederanno nel corso della seconda edizione dell’evento? Abbiamo deciso di affidare ad una sessione “istituzionale”, nel senso che vi sono rappresentati i protagonisti ai massimi livelli delle autorità governative e locali e delle realtà associative industriali e di settore, l’esplicitazione del tema dell’alleanza per la crescita durevole di cui ho parlato prima: il concetto è “confrontiamoci tra committenti e fornitori perché la Ripresa deve essere 4.0 o non sarà”. Le altre sessioni trasversali, come le abbiamo chiamate, toccano tutti i temi

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più caldi del settore. Lo sviluppo delle infrastrutture del Paese è estesamente trattato, con una focalizzazione sul tema delle ZES e delle Zone Franche. Le tendenze tecnologiche, le abbiamo chiamate Logistics Technotrends, hanno uno spazio importante. Si parlerà di guida autonoma, big data, strumenti di supporto per le decisioni strategiche, droni, ma anche di blockchain e di intelligenza artificiale. Infine, One Belt One Road, da un punto di vista che pensiamo originale, e che veramente interessa alle aziende: assunto che si farà, che ce ne facciamo? Possiamo usarla per aumentare le nostre esportazioni? Possiamo intercettare i flussi di traffico e gli investimenti che viaggiano con essa? Avremo poi quattro sessioni dedicate ai mercati verticali, una dedicata all’alimentare, con un focus sul fresco e freschissimo, una alla filiera dei cereali e delle granaglie per la pasta e i mangimi, una sulla logistica dei ricambi in ambito di meccanica ed automotive, ed infine, si ritorna alla logistica come veicolo di export, al Made in Italy: esamineremo le strategie dei brand e quelle delle piattaforme di e-commerce internazionali e nazionali, e delle esigenze logistiche che ne scaturiscono. La parola Shipping campeggia in prima posizione nel titolo della manifestazione…

E con ottimi motivi. L’idea stessa di un evento come il nostro è nata nel corso di lunghe discussioni nell’ambito del Propeller Club, in cui la componente marittima è molto forte. Non dimentichiamo poi che oggi nel mondo le dorsali logistiche a lungo e lunghissimo raggio sono via mare. Anche il ruolo che l’iniziativa OBOR attribuisce alle ferrovie sul lunghissimo raggio non potrà cambiare questo dato di fatto. Il futuro non è di una o l’altra modalità di trasporto, ma nella multimodalità. Ce li può elencare? The International Propeller Clubs, Assologistica e Alsea sono i promotori della manifestazione, nella tradizione che li vede da sempre attivi nell’organizzare momenti di confronto fra il mondo della logistica, delle spedizioni e dello shipping e l’industria. Per i patrocini, sul fronte della associazioni di categoria della logistica e degli osservatori e centri studio ad oggi abbiamo a bordo Assagenti, Assofer, Assoporti, Confitarma, Federazione del Mare, OITA e Sos Logistica, che confermano come solo facendo squadra si può realmente incidere. Sul fronte industriale sono diverse le associazioni di categoria che ci hanno confermato il loro interesse, ed Anacer e Federchimica hanno già confermato. Attendiamo a breve. RedMar


GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO Sala Falck Sala Meregalli Auditorium Sala Falck Sala Meregalli

Auditorium Mattina 10.00 – 13:00

Sessione Istituzionale Sessione Istituzionale Ripresa 4.0: l'alleanza tra Ripresa industria e logistica per la4.0: l'alleanza tra industria e logistica per la crescita durevole crescita durevole dell'economia del Paese dell'economia del Paese

Pomeriggio 14:30 – 18.00

Lo sviluppo del sistema WORKSHOP Lo sviluppo del sistema infrastrutturale italiano al WORKSHOP Agroalimentare: è il momento di infrastrutturale italiano al servizio dell’impresa Agroalimentare: accorciare le catene di supply e è il momento di servizio dell’impresa accorciare le catene di supply e distributive Prima Sessione Gli strumenti per realizzare distributive Prima Sessione Gli strumenti per realizzare l’alleanza tra aziende e l’alleanza tra aziende e logistica sostenibile Lo sviluppo del sistema logistica sostenibile Lo sviluppo del sistema infrastrutturale italiano al infrastrutturale italianoWORKSHOP al servizio dell’impresa WORKSHOP servizio dell’impresa La filiera cerealicolo-zootecnica La filiera cerealicolo-zootecnica Seconda Sessione (Cargo Aereo)

Seconda Sessione (Cargo Aereo)

Mattina 09:00 – 11:00

Auditorium

Mattina 11:00 –13:00

10.00 – 13:00

14:30 – 18.00

09:00 – 11:00

11:00 –13:00

PALINSESTO DELLE CONFERENZE PALINSESTO DELLE CONFERENZE Centro Congressi Assolombarda- Milano Centro Congressi Assolombarda- Milano Carlo Silva

VENERDÌ 2 FEBBRAIO VENERDÌ 2 FEBBRAIO Sala Falck Sala Meregalli Auditorium Sala Falck Sala Meregalli WORKSHOP Quale strategie logistiche WORKSHOP per Quale strategie logistiche per lo sviluppo del’e-commerce lo sviluppo all’esportazione del made indel’e-commerce made in italy all’esportazione del Logistics technotrends: le italy tecnologie disruptive Logistics per latechnotrends: le tecnologie logistica futura al servizio disruptive per la logistica futura al servizio dell’impresa dell’impresa One Belt One Road: dove e One Belt One Road: dove e come si colloca l’Italia come si colloca l’Italia

I dettagli delle singole sessioni sono disponibili all’indirizzo I dettagli delle singole sessioni sono disponibili all’indirizzo www.shippingmeetsindustry.it www.shippingmeetsindustry.it


La logistica per lo sviluppo del nostro sistema Paese I

ADV Paola Martino

l sistema marittimo, la logistica e l’industria manifatturiera trovano in Italia una naturale e necessaria interdipendenza. Il nostro è un paese marittimo, dove lo sviluppo economico e sociale è sempre stato legato a quello delle sue tante città costiere, fondamentali anche per la parte continentale del Paese. Siamo una grande potenza manifatturiera con poche materie prime, dove gli approvvigionamenti all’industria arrivano in massima parte via mare, qui da noi vengono lavorati e i prodotti spesso esportati oltremare. L’impatto sull’economia italiana delle attività marittime tocca certo, quindi, gli aspetti più legati alla loro dimensione logistica. Esso coinvolge tuttavia anche gli altri settori produttivi, manifatturieri e terziari, dell’economia: il cluster marittimo spende infatti ogni anno circa 20 miliardi di euro in acquisti di beni e servizi.

8 - gennaio 2018

Per questo, la Federazione del Mare da anni si preoccupa che qui, al centro della vita economica e finanziaria del Paese, sia ben presente il ruolo e l’importanza delle attività marittime per l’Italia e così si spiega la nostra rinnovata decisione di promuovere anche quest’anno la manifestazione Shipping, Forwarding & Logistics Meet Industry. Del resto, non dimentichiamo che il trasporto marittimo, con la logistica connessa, serve il 90% del commercio mondiale, commercio che nell’ultimo decennio è cresciuto da 6 a 10 miliar-

di di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. Ciò significa che l’integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo, che sta portando ad un incremento del reddito medio anche nel terzo e quarto mondo (e alla fuoriuscita di molti paesi da situazioni di povertà insostenibili), non sarebbero possibili senza il trasporto marittimo di materie prime, di merci alimentari, di beni semilavorati e finiti. RedMar

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2017, un anno intenso per la Capitaneria di Napoli Q

uello che sta volgendo al termine è stato un anno molto impegnativo per le Capitanerie di Porto, chiamate a svolgere un ruolo di primissimo piano nella salvaguardia della vita umana in mare, nella sicurezza della navigazione e nella tutela dell’ambiente marino, in uno scenario complesso e, allo stesso tempo, stimolante come quello Campano. L’attività operativa ha trovato il suo massimo sforzo nel periodo estivo, durante il quale la Guardia Costiera ha condotto l’operazione “Mare sicuro”, con un impegno notevole in termini di impiego di uomini e mezzi. Quest’anno, l’attività posta in essere dalla Direzione Marittima della Campania ha registrato un incremento dei controlli effettuati in materia di diporto nautico (+12%) ed un maggior numero di illeciti rilevati (+43%) rispetto al 2016. Ma il vero successo è rappresentato dal calo (-17%) degli interventi S.A.R., ovvero di ricerca e soccorso in mare, frutto anche dell’attività di prevenzione e di divulgazione posta in essere all’inizio della stagione estiva che ha coinvolto i rappresentanti dei settori turistico balneari, circoli nautici, associazioni di categoria, autorità locali, rappresentanti delle Aree Marine Protette ed istituti scolastici. Particolare attenzione è stata posta alla sorveglianza, monitoraggio e tutela dell’ecosistema marino costiero. Nell’ambito della gestione dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, nel 2017 sono state rilasciate quasi 1.500 mirate autorizzazioni e comminate circa 40 sanzioni amministrative. L’attività operativa si è articolata inoltre nell’intenso controllo su tutta la filiera della pesca, sia in mare che a terra, presso gli esercizi commerciali

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per la vendita all’ingrosso e al dettaglio dei prodotti ittici. Complessivamente sono state effettuate quasi un migliaio di ispezioni e sequestrati circa 10.000 Kg di prodotti ittici, con la comminazione di 215 sanzioni amministrative per un totale di circa 525mila euro. L’attività di vigilanza pesca assume particolare rilevanza per le molteplici finalità che si pone, ovvero: la tutela delle specie ittiche, specialmente allo stadio giovanile (c.d. sottomisura), e dell’ecosistema marino in genere; tutela del consumatore, garantendo la tracciabilità e l’etichettatura, per una corretta informazione al momento della vendita su quello che si sta acquistando e sulle caratteristiche del prodotto ittico. Degna di nota in particolare è stata l’attività di contrasto al fenomeno illecito della pesca di datteri particolarmente acuto nella penisola sorrentina, di cui sono stati sequestrati complessivamente oltre 260 kg. In materia di diporto nautico, la

Direzione Marittima della Campania ha condotto un’attività di coordinamento di tutti i Comandi territoriali dipendenti per la disciplina dell’attività di noleggio esercitata con natanti da diporto, secondo le linee guida diramate su tutto il territorio nazionale dal Comando Generale del Corpo, allo scopo di incrementare la sicurezza della navigazione, in considerazione dell’elevatissimo numero di natanti operanti nell’ambito dei golfi di Napoli e Salerno e dell’alto numero di persone da essi trasportati. Per quanto riguarda le attività ispettive legate alla sicurezza della navigazione, la Direzione Marittima di Napoli vanta notevoli risultati, con ben 15 navi sottoposte a fermo per motivi legati alla sicurezza della navigazione, alla tutela dell’ambiente marino e alla carenza delle condizioni di vita e di lavoro dei marittimi a bordo. Particolare attenzione, inoltre, è stata posta ai controlli del tenore dello zolfo nei combustibili delle navi all’ormeggio nel porto, con 41 campionamenti effettuati a fronte dei 12 richiesti dalla normativa. A fine novembre si è svolta, inoltre, l’inaugurazione della nuova sede del 2° Nucleo Sub della Guardia Costiera nello storico porto borbonico del “Granatello”, da lungo tempo in stato di abbandono, grazie a mirati e funzionali lavori di riattamento. Nei primi mesi del prossimo anno è prevista, infine, l’entrata in funzione anche a Napoli del VTS (Vessel Traffic Service), un servizio di assistenza al naviglio in transito, progettato al fine di incrementare la sicurezza e l’efficienza del traffico marittimo e proteggere l’ambiente marino. Il Comandante C.A. (CP) Arturo Faraone


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Rimorchiatori Riuniti tradizione e avvenire a Genova P

ochi posti risultano essere significativi e rimangono nitidi nella memoria come la sede della Rimorchiatori Riuniti Genova. E’ un palazzo antico, dal quale sventola la bandiera sociale, quasi un avamposto che testimonia la grandezza passata di questa repubblica marinara, che ricorda ai più giovani, ai turisti, o semplicemente a coloro che sono di passaggio o in città, sensazioni molteplici: tradizione e modernità, grandezza e passione, maestosità e di una eleganza sobria che scaturisce dall’amore per il proprio lavoro e dalla volontà di volerlo svolgere sempre al meglio. E’ un luogo dove, ad ogni passo, si respira la storia di un grande gruppo che ha fatto dello shipping una vocazione, di una famiglia che ha saputo coniugare, raggiungendo standard di eccellenza internazionali, innovazione e tradizione, senso del progresso e storia, radici e voglia di guardare al futuro senza timore. Per comprendere come questo mix esplosivo fatto di principi, ambizione, spirito di sacrifico, passione e tenacia nel raggiungimento dei propri obiettivi, abbia forgiato lo spirito, il carattere e l’intraprendenza delle nuove generazioni, abbiamo rivolto qualche domanda a Giacomo Gavarone, commercial manager della Rimorchiatori Riuniti Genova nonché nuovo Presidente del Gruppo Giovani Armatori presso la Confitarma.

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Presidente, ci vorrebbe gentilmente raccontare la sua storia personale lavorativa? Mi sono laureato in legge nel 2005, poi ho fatto un esperienza da praticante avvocato nello studio marittimista Munari di Genova, e quindi sono entrato nell’azienda di famiglia nel 2007. Prima, dopo e durante ho fatto diverse esperienze all’estero sia a livello universitario (con Erasmus in Spagna e con la tesi “sul rimorchio” alla università Tulane di New Orleans) che durante la mia attività in azienda dove sono stato qualche mese a Malta e poi due anni in Brasile a Rio de Janeiro. Quanto è importante secondo lei e quanto rileva in termini di pressione, ambizioni e aspettative personali, fare parte di una grande storia familiare che è anche un grande gruppo imprenditoriale a livello internazionale? Sento il peso della storia, e questo prescinde che il gruppo sia piccolo, medio e grande. Sento il peso della tradizione, la sensazione di appartenere a qualcosa che va oltre al lavoro e all’impegno quotidiano. Ma questo non c’entra con la mia posizione di azionista, anche perché è un senso di appartenenza che vedo in tutte le persone che lavorano con me, ed è il valore aggiunto di aziende come le nostre. Quindi sento pressione, come la sentono tutti, ma è anche quel qualcosa che ti fa dare il 110%, e sopportare periodi duri come questo.

Valori in cui crede: amicizia, collaborazione, senso di sacrificio, lavoro di squadra. Li metta nell’ordine in cui preferisce. Penso sia difficile fare una scaletta fra valori tutti così importanti. Nel lavoro, e nel mio rapporto con i miei colleghi, amicizia, collaborazione, senso di sacrificio, lavoro di squadra si mischiano e diventano una cosa unica, che fa parte della stessa cosa ma che fatico a definire con una parola singola. Il più grande obbiettivo raggiunto, e, di contro, il suo più grande rimpianto. L’ esperienza in Brasile me la porto dentro con orgoglio. Un’esperienza di vita (lì ho avuto il mio primo figlio), oltre che di lavoro. Il più grande rimpianto che ho è che forse avrei potuto fermarmi lì un anno in più, ma per altri versi è stato giusto tornare. Insomma non mi piace guardare la vita indietro pensando a come potrebbe essere andata. È andata così, e queste scelte mi hanno portato qui adesso, e qui adesso sto bene. Cosa è significato per lei in questi anni e che contributo le ha dato nella sua esperienza lavorativa? E’ stato un percorso di amicizia e quindi di persone, ma soprattutto di crescita professionale. Ho ricevuto tanto, molto più di quello che fino ad ora ho dato. L’associazionismo è un valore enorme, un bene che sarebbe un peccato disperdere, specie in questo preciso momento storico. Ma ci tengo a


sottolineare che l’associazionismo non è un concetto, è un bene utile, un vero e proprio servizio, a supporto della vita quotidiana, e ahimé sempre più complicata, delle aziende che ne fanno parte. Oggi lei è da poco diventato il Presidente e raccoglie una eredità molto importante in termini di prestigio, legami personali, lavoro svolto. Quale sarà la parola chiave del suo mandato? Passione, nel senso che il mio obiettivo è trasmettere la passione che mi hanno trasmesso i miei predecessori per questo ruolo, per le iniziative che intendiamo realizzare con le quali vorremmo portare il nostro contributo a Confitarma, la nostra associazione di cui siamo orgogliosi di far parte. Quali obiettivi intende raggiungere e quali i cambiamenti, se ve ne sono, intende apportare? Stiamo costruendo una squadra e siamo agli inizi. Non mi piace parlare di obiettivi perché i traguardi voglio sceglierli con chi di questa squadra fa parte. Sicuramente dobbiamo essere flessibili e cogliere le esigenze di un’industria che sta cambiando, e costituire un supporto, dove possibile, per il lavoro dei senior. Confitarma Giovani in rapporto con Confitarma Senior. Quale è il suo punto di vista dall’interno. Il vero punto di forza del gruppo Gio-

vani è proprio il rapporto con i senior di Confitarma. In un’industria ancora molto tradizionale come quella italiana, dove è difficile per un giovane emergere, noi abbiamo la fortuna di poter contare su un gruppo senior disposto ad ascoltarci e a guidarci. Il rapporto è quindi ottimo, ma uno dei punti che ho tenuto a sottolineare al Gruppo giovani è di non dare mai per scontata questa considerazione e che dobbiamo guadagnarcela giorno per giorno, senza mai dimenticare che prima di tutto noi giovani dobbiamo essere supporto dei senior, imparando da loro come affrontare il futuro. Presidente Mario Mattioli. Che tipo di imprinting darà alla sua associazione in questo particolare momento storico? E in che modo lei crede di poter lavorare sinergicamente con lui? Con il Presidente Mattioli il rapporto è ottimo. Nonostante i suoi numerosi impegni è sempre disposto a parlare e a confrontarsi, ad interessarsi alle tematiche affrontate da noi giovani. Peraltro, a onor del vero, era così anche con le precedenti presidenze come ho avuto modo di vedere negli anni passati. Quindi ciò conferma che in una associazione solida quale è Confitarma, i ruoli e i rapporti fra le cariche prescindono dalle persone che possono avere

anche caratteristiche e punti di vista diversi. Alla fine però prevale l’esigenza di perseguire l’obiettivo comune di tutelare gli interessi di tutti gli associati. Europa. Progetto giovani Armatori europei. Ce ne vorrebbe parlare? Purtroppo ha subito un piccolo stop. Il progetto è abbastanza semplice, e consiste nel ripetere, con le debite proporzioni e i modi giusti, l’esperienza dei Giovani Armatori italiani a livello Europeo. E’ tuttavia allo stesso tempo molto ambizioso e forse va affrontato a steps, sempre decisi, ma più misurati. Quali sono secondo lei i vantaggi nell’attuare un simile progetto e quali secondo lei le difficoltà? La forza del progetto è l’entusiasmo con cui è stato accolto dai Giovani Armatori e non solo quelli italiani. Sicuramente ci vorrà tempo, ma tempo ne abbiamo, alla fine è per questo che siamo giovani. Tuttavia alcune difficoltà rimangono, non da ultima la crisi che sta interessando il nostro settore ormai da diversi anni: sicuramente progetti ambiziosi sono più facili da affrontare quando le cose vanno bene piuttosto che quando le cose sono tendenzialmente più difficili. Tuttavia, questo ne è allo stesso tempo punto di forza e fondamento perché è un progetto che dà uno strumento ai giovani per affrontarla questa crisi, confrontandosi con realtà

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diverse e, soprattutto, ascoltando idee, diversi modi di essere armatori. Ha in mente anche possibili soluzioni? Parlarsi e conoscersi. Fare squadra. Consideri che la realtà Giovani Armatori è unica nel suo genere, nel senso che non esiste in quasi nessuna altra associazione a livello Europeo. Quindi bisogna prima farci conoscere, trasmettere quello che facciamo a livello di giovani armatori italiani, e soprattutto come lo facciamo. Alla fine la verità è che quella dei Giovani Armatori è una bella idea, ed è facile trovare gente che segua le belle idee. Tendenze dello shipping nazionale ed internazionale, anche alla luce di un futuro sempre più green. Vorrebbe esprimere la sua personale

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opinione? E’ un tema interessantissimo, attuale e, soprattutto, che ben sposa gli obiettivi dei Giovani Armatori. E’ anche un tema difficile però che presuppone che imprenditori e istituzioni remino tutti dalla stessa parte. Comunque credo che questo sia il futuro e che si stia andando in quella direzione. Forse non sarà un percorso sempre in discesa, ma vedo consapevolezza da parte di tutta l’industria, conscia del fatto che è una strada obbligata che comporta una grande responsabilità anche dal punto di vista sociale. Genova: una realtà importantissima e complessa. Quale è il rapporto con la dimensione portuale, la città che vive proiettata verso il porto o è il porto che influenza e si espan-

de verso la città? Come si è evoluto questo rapporto rispetto al passato, è cambiato qualcosa? E in che termini? Genova è la città più bella del mondo. Scherzo, sono di parte, ma l’amore che ho per la mia città è immenso. Sicuramente il porto fa parte di noi Genovesi , non potrebbe essere diversamente, abbiamo questo mare che incombe e che ci accompagna in tutto quello che facciamo. Però il mare non sarebbe che acqua senza i genovesi che da secoli lo solcano, quindi direi che il rapporto è bilaterale. E felice. Genova per noi, come cantava Paolo Conte. E noi per Genova. Michol Donativi Barretta


Accordo Total - CMA CGM sul rifornimento di gnl

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otal e CMA CGM hanno firmato un accordo per la fornitura di circa 300.000 tonnellate di gas naturale liquefatto (LNG) all’anno per 10 anni a partire dal 2020. Questo quantitativo, senza precedenti nella storia del bunker di GNL, alimenterà le nove nuove navi container di CMA CGM, in consegna a partire dal 2020 in poi. CMA CGM, la prima compagnia di navigazione al mondo ad equipaggiare le sue gigantesche navi portacontainer (capacità di 22.000 TEU) con propulsione GNL, ha scelto per queste forniture Total Marine Fuels Global Solutions, la società affiliata Total responsabile della commercializzazione di carburanti per uso marittimo in tutto il mondo. Nel febbraio 2017, CMA CGM e Total hanno già firmato un accordo di cooperazione per esaminare le soluzioni di propulsione più rispettose dell’ambiente per soddisfare la data del 2020 fissata dall’Organizzazione Marittima Internazionale sulla riduzione dello zolfo nel trasporto marino. Scegliendo il GNL come combustibile oggi, CMA CGM sta optando per una soluzione in grado andare oltre il limite di zolfo dello 0,5% richiesto nel 2020. “Il GNL è il carburante del futuro per la navigazione - ha commentato Rodolphe Saadé, Presidente e Chief Executive Officer di CMA CGM - Con questa decisione pionieristica del gruppo CMA CGM, l’intera industria marittima bene-

ficerà delle nuove catene di approvvigionamento che verranno create. CMA CGM sta perseguendo la sua espansione attraverso una combinazione di crescita, redditività e responsabilità ambientale. Combinando le competenze di due società francesi, ciascuna leader nel suo settore, stiamo consolidando il ruolo di spicco della Francia per un trasporto più sostenibile e in favore della transizione energetica”. “La decisione della CMA CGM di adottare la propulsione di GNL per le sue nuove navi porta container invia un forte segnale al mondo marittimo - ha dichiarato Patrick Pouyanné, Presidente e Amministratore delegato di Total - L’uso più ampio del GNL come combustibile è una componente importante della strategia LNG di Total e siamo lieti di supportare CMA CGM nell’attuazione di questo ambizioso progetto. Questo accordo evidenzia il nostro coinvolgimento nello sviluppo di catene di fornitura dedicate per questo nuovo combustibile. Stiamo ancora una volta dimostrando la nostra capacità di fornire soluzioni energetiche personalizzate ai nostri clienti”. In base a questo accordo, Total fornirà una soluzione su misura per l’approvvigionamento di GNL. Il Gruppo sta attualmente valutando la possibilità di noleggiare a lungo termine una nave da bunkeraggio di GNL che non solo fornirà carburante a CMA CGM in Europa, ma anche ad altri clienti nella stes-

sa regione. Le nuove catene di approvvigionamento create porterebbero a un uso più ampio del GNL, in particolare in altri settori del trasporto marittimo, per ottenere una responsabilità ambientale ancora più ampia e ambiziosa. Impegnata da molti anni a ridurre la sua impronta energetica per proteggere l’ambiente, gli oceani e la biodiversità, CMA CGM ha già ridotto le emissioni di carbonio per container trasportato per chilometro del 50% tra il 2005 e il 2015. Ora ha introdotto un piano di vasta portata per un ulteriore riduzione del 30% entro il 2025. Inoltre, entrambe le società hanno raggiunto un accordo in linea di principio sulla potenziale fornitura di lubrificanti per le nove nuove navi in costruzione, consentendo a CMA CGM l’accesso ai prodotti innovativi, alle competenze tecniche e alla rete di distribuzione globale di Total Lubmarine. La decisione della CMA CGM è pienamente in linea con l’Accordo di Parigi e le trattative attualmente in corso a livello internazionale. Il GNL offre una serie di vantaggi ambientali, tra cui una riduzione del 99% delle emissioni di ossido di zolfo (SOx) e di particolato fine. Inoltre riduce sensibilmente le emissioni di ossidi di azoto (NOx) e riduce significativamente le emissioni di carbonio. Il GNL avrà un ruolo crescente nel mix energetico del mondo della navigazione. Sandro Minardo

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Il Gruppo Grimaldi espande la propria presenza a Savona I

l Gruppo Grimaldi amplia la propria rete logistico-portuale attraverso l’acquisizione della società Marittima Spedizioni s.r.l., agenzia marittima attiva a Savona dal 1973. Partner storico del gruppo partenopeo per la movimentazione di merci rotabili (auto, furgoni, camion, ecc.), container e passeggeri a Savona, Marittima Spedizioni è proprietaria della Savona Terminal Auto s.r.l., concessionaria demaniale e terminalista nello scalo ligure. Situato nella Darsena Alti Fondali e a breve distanza dalla banchina, Savona Terminal Auto opera su 120.000 metri quadrati di cui 10.000 coperti, con una capacità di stoccaggio di oltre 6.000 auto. Con una potenzialità di traffico annuo di 250.000 veicoli, il terminal è uno dei punti privilegiati di import ed export in Nord Italia per importanti case automobilistiche mondiali e si propone come centro integrato di servizi all’industria dell’auto, nonché come hub per le Autostrade del Mare. Il numero di dipendenti impiegato dalle società Marittima Spedizioni e Savona Terminal Auto è di circa 70 persone, che svolgono attività amministrative e di gestione del piazzale. “Savona è oggi uno dei principali centri italiani per i traffici via mare legati al comparto automotive - afferma Emanuele Grimaldi, Amministratore Delegato dell’omonimo Gruppo - Abbiamo perciò scelto di ampliare la nostra presenza lungo l’intera catena logistica, investendo nel porto di Savona, per supportare i nostri flussi di traffico ed offrire alla nostra clientela non solo il trasporto marittimo ma anche servizi di logistica integrata”, conclude Emanuele Grimaldi. Il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, prende atto con

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soddisfazione dell’interesse manifestato dal Gruppo Grimaldi con l’acquisizione della Marittima Spedizioni e conseguentemente della Savona Terminal Auto, terminal che negli ultimi anni ha movimentato mediamente oltre 750 navi anno e con previsione di crescita sia per quanto riguarda il traffico movimentato nel bacino portuale di Savona che in quello di Genova, analoga soddisfazione è la conferma degli impegni occupazionali sia diretti che indiretti. Numerosi sono i servizi marittimi che il Gruppo Grimaldi offre da e per il porto di Savona per il trasporto di merci rotabili. Attualmente il porto ligure è collegato alla Spagna ed al Marocco con diverse Autostrade del Mare, nonché al Nord Europa, al Mediterraneo ed al Nord America, attraverso i servizi ro/ ro multipurpose Euro-Aegean e MedNord America. Infine, il Gruppo Grimaldi opera un collegamento regolare misto ro-ro pax merci/passeggeri tra Savona, Barcellona e Tangeri. Savona Terminal Auto si aggiunge all’amplia rete di oltre 20 terminal portuali presenti in 12 paesi del mondo e operati da società del Gruppo Grimaldi. In Italia, il Gruppo gestisce terminal nei porti di Salerno, Monfalcone, Civitavecchia, Catania, Gioia Tauro, Livorno e Palermo. Presa in consegna la Grande Halifax Con una breve cerimonia tenutasi nei giorni scorsi presso i cantieri cinesi Jinling di Nanjing, la nave Pure Car & Truck Carrier Grande Halifax è stata consegnata al Gruppo Grimaldi. Si tratta dell’ultima unità di una commessa di tre navi gemelle effettuata dal gruppo partenopeo presso i cantieri Jinling. La Grande Halifax ha una lunghezza di 199,90 metri, una larghezza di 32,26 metri, una stazza lorda di 63.000

tonnellate e naviga ad una velocità di crociera di 19 nodi. Battente bandiera italiana, può trasportare 6.700 CEU (Car Equivalent Unit) o in alternativa 4.000 metri lineari di merce rotabile e 2.500 CEU. E’ munita di quattro ponti mobili che rendono la Grande Halifax una nave estremamente flessibile e capace di imbarcare qualsiasi altro tipo di carico rotabile quale camion, trattori, autobus, scavatrici, ecc., fino a 5,2 metri di altezza. Inoltre, la nave è dotata di due rampe d’accesso, una laterale ed una di poppa, quest’ultima in grado caricare unità di carico fino a 150 tonnellate di peso. La configurazione dei vari ponti ed il sistema di rampe interne riducono al minimo il rischio di danni durante l’imbarco/sbarco delle unità rotabili. “Continua senza interruzione il programma di potenziamento della flotta car carrier del nostro Gruppo grazie all’arrivo della Grande Halifax - ha affermato ancora Emanuele Grimaldi. “Dopo questa prima commessa, la nostra flotta si arricchirà presto con la consegna di ulteriori sette navi, che saranno le car carrier più grandi sul mercato”, conclude Emanuele Grimaldi. Dal punto di vista ambientale, la Grande Halifax è una nave altamente efficiente. E’, infatti, dotata di un motore Man Diesel & Turbo a controllo elettronico, come richiesto dalle nuove normative per la riduzione delle emissioni di ossido di azoto (NOx) nonché di uno scrubber per l’abbattimento delle emissioni di ossido di zolfo (SOx). Infine, rispetta le più recenti normative in termini di trattamento delle acque di zavorra. La Grande Halifax verrà impiegata sul collegamento ro/ro operato dal Gruppo tra il Mediterraneo ed il Nord America con frequenza settimanale, insieme alle sue gemelle Grande Baltimora e Grande New York. RedMar


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Confmare “casa comune” dei porti in Confcommercio

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attesimo e presentazione informale durante l’assemblea di Federagenti (la Federazione Nazionale Agenti Marittimi) per la “casa comune del mare e dei porti” in seno a Confcommercio. Ad anticiparlo è stato il presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, che è stato nominato coordinatore nazionale di Confmare (Cino Milani di Fedepiloti vice coordinatore). Non una nuova associazione o una confederazione, ma un soggetto chiamato a coordinare l’intera filiera di operatori e imprese che agiscono sul mare, nei porti e nella logistica connessa. L’annuncio è giunto al termine di una affollatissima assemblea natalizia di Federagenti che ha acceso i riflettori non solo sullo stato dell’arte della riforma portuale, ma anche su alcune realtà ad alto rischio della portualità italiana: Gioia Tauro, Venezia e Taranto. Per quanto riguarda Gioia Tauro, è emersa con forza l’esigenza (sostenuta dal Presidente degli Agenti Marittimi della Calabria, Michele Mumoli) di garantire al più importante hub italiano di transhipment dei container normative e regole del gioco che gli consentano di competere ad armi pari con la concorrenza mediterranea ed europea. Su un tema scottante come quello di “il porto della cocaina”, che è diventato slogan su Gioia Tauro, è emerso come le navi che scalano nel porto calabro, siano oggetto di 1200 ispezioni al mese (per oltre 15 mila all’anno) contro le 7 ispezioni all’anno del Pireo, con effetti non tanto sulla capacità di intercettare traffici di stupefacenti, ma di limitare fortemente l’efficienza e rendere meno competitivo il porto. Da un argomento border line all’altro: Venezia e il suo destino di città-porto. Sia l’Assessore del Comune di Venezia Simone Venturini, sia il Presidente degli Agenti Marittimi del Veneto, Alessandro Santi, e il Presidente dell’Autorità Portuale di Sistema, Pino Musolino, hanno respinto nettamente l’idea che Venezia possa rinunciare al suo porto e vivere un futuro di città-museo. I numeri parlano chiaro: il porto di Venezia che è strategico per un’area industriale

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Fiorenzo Milani

Gian Enzo Duci

come quella veneta, che ha un peso produttivo pari all’intera Baviera, occupa 14.000 addetti a Porto Marghera, 2000 a Chioggia, 4500 nel solo settore crociere, 1034 imprese. Questo sistema è irrinunciabile. Per quanto riguarda le crociere, dove Venezia ha perso 300.000 passeggeri in un anno, la rinuncia delle crociere provocherebbe la scomparsa delle navi passeggeri in tutto il “mare-lago” dell’Adriatico. Per quanto riguarda Taranto, città anche culturalmente per decenni vincolata a un concetto di industria e funzione pubblica (dalla Marina militare alla siderurgia), è chiamata oggi a una trasformazione epocale. Trasformazione di approccio che riguarda (come sottolineato dal Presidente degli Agenti Marittimi di Taranto, Marco Caffio) gli imprenditori privati così come l’Autorità di Sistema Portuale presieduta da Sergio Prete. Il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha sottolineato l’importanza di una vera e propria rivoluzione che consenta di cogliere ogni opportunità anche schiusa dalla Zes, Zona economica speciale. Infine è stata evidenziata in modo drammatico la sotto-valutazione del valore dei porti da parte del sistema Italia (opinione pubblica così come

politica). Zeno D’Agostino ha definito assurdo e incomprensibile il fatto che il tema della portualità non rientri nella consapevolezza dei vertici politici e di una Presidenza del Consiglio, quando in considerazione del valore strategico ed economico i porti dovrebbero almeno occupare il 10% del tempo del presidente del Consiglio di qualsiasi governo. Ivano Russo, consigliere del ministro dei Trasporti, ha sottolineato come questo assurdo si perpetui nonostante che il 67,7% delle materie prime di un paese come l’Italia che occupa i vertici delle potenze industrializzate passi per i porti e questi garantiscano allo Stato un gettito annuale di 15 miliardi di euro. Russo, che ha definito “ridicole” e “una boiata” le proposte di Spa portuali (che vivono, in quanto pubbliche, gli stessi vincoli di una Autorità di Sistema), ha invitato il settore a concentrare gli sforzi sui provvedimenti (35 su 37 varati che vanno trasformati in fatti). Fra queste le nuove norme “rivoluzionarie” sui dragaggi con la trasformazione del concetto dei “fanghi” in “detriti” con una semplificazione delle procedure di smaltimento. Stefania Vergani


Vard, prima nave da crociera artica a Lng per Ponant Quinta unità dell’armatore francese per la controllata di Fincantieri mentre in Qatar nasce Fincantieri Services Middle East

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a controllata di Fincantieri Vard Holdings Limited – una delle maggiori società al mondo nella produzione di navi speciali – ha firmato un contratto del valore di circa 270 milioni di euro con la società armatrice francese PONANT per la progettazione e la costruzione di una nave da crociera di lusso destinata ai viaggi polari, che verrà consegnata nel secondo trimestre del 2021. VARD attualmente ha in portafoglio per PONANT altre quattro navi da crociera di lusso di piccole dimensioni, la cui acquisizione l’anno scorso aveva segnato l’ingresso della società norvegese nel segmento crocieristico. Tra il 2010 e il 2015 Fincantieri ha consegnato 4 navi da crociera extra lusso a PONANT, “Le Boreal”, “L’Austral”, “Le Soleal” e “Le Lyrial”, tutte costruite nel cantiere di Ancona. L’esclusivo e modernissimo expedition vessel ibrido elettrico con propulsione LNG è stato sviluppato da PONANT, Stirling Design International, Aker Arctic e VARD. La nave è specificamente progettata per raggiungere destinazioni polari come il Polo Nord geografico (90° di latitudine Nord), il Mare di Weddell, il Mare di Ross e l’Isola di Pietro I. L’unità, che sarà classificata come Polar Class 2, soddisferà gli standard più elevati di ecocompatibilità e sicurezza. Si tratta in assoluto della prima nave da crociera con caratteristiche di rompighiaccio ibrida elettrica a propulsione doppia, dotato di batterie ad alta capacità e stoccaggio di LNG a bordo. Sarà inoltre dotato di due elicotteri negli hangar interni. L’expedition vessel di PONANT, con una stazza lorda di circa 30.000 tonnellate, sarà lungo circa 150 me-

tri, largo 28, e potrà raggiungere una velocità di crociera di 15 nodi. La nave potrà ospitare 270 passeggeri in 135 cabine, oltre ad un equipaggio di 180 persone. Fincantieri possiede il 79,69% del capitale di VARD e ne consolida integralmente i risultati. Nell’ambito della strategia di sviluppo del business in Medio Oriente, Fincantieri ha costituito a Doha Fincantieri Services Middle East, controllata al 100% con licenza da parte del Qatar Financial Centre, che sarà il fulcro di tutte le attività di servizi e di post vendita sulle navi militari del Gruppo nel Paese. La società, già completamente operativa, ha sottoscritto gli accordi in loco

Fincantieri è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e innovazione. È leader nella progettazione e costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, dalle navi militari all’offshore, dalle navi speciali e traghetti a elevata complessità ai mega-yacht, nonché nelle riparazioni e trasformazioni navali, produzione di sistemi e componenti e nell’offerta di servizi post vendita. Il Gruppo, che ha sede a Trieste, in oltre 230 anni di storia della marineria ha costruito più di 7.000 navi. Con più di 19.400 dipendenti, di cui oltre 8.200 in Italia, 20 stabilimenti in 4 continenti, Fincantieri è oggi il principale costruttore navale occidentale e ha nel suo portafoglio clienti i maggiori operatori crocieristici al mondo, la Marina Militare e la US Navy, oltre a numerose Marine estere, ed è partner di alcune tra le principali aziende europee della difesa nell’ambito di programmi sovranazionali.

previsti dal contratto del 2016 per la fornitura alle Forze Navali dell’Emirato del Qatar di sette navi di superficie e dei relativi servizi di supporto. Tali accordi avranno l’effetto di supportare e sviluppare l’intero tessuto industriale dei servizi associati ai settori della navalmeccanica e della Difesa in Qatar. Fincantieri Services Middle East, è una management company e sarà impegnata nella gestione di un’ampia gamma di servizi, sia per la piattaforma che per il sistema di combattimento, in particolare per quelli legati alla gestione del ciclo vita delle unità. Fornirà sia servizi logistici, tipicamente sviluppati durante la progettazione e costruzione dell’unità navale e che comprendono attività di training, corsi di lingua, boarding e lodging, sia servizi finalizzati ai supporti manutentivi, che saranno espletati nella fase successiva alla consegna durante l’esercizio della nave. La costituzione di Fincantieri Services Middle East nella capitale qatariota fa seguito all’importante contratto firmato da Fincantieri nel giugno del 2016 con il Ministero della Difesa del Qatar, del valore di quasi 4 miliardi di euro, per la fornitura di sette navi di superficie, di cui quattro corvette della lunghezza di oltre 100 metri, una nave anfibia (LPD - Landing Platform Dock) e due pattugliatori (OPV - Offshore Patrol Vessel) e dei servizi di supporto in Qatar per ulteriori 10 anni dopo la consegna delle unità. Tutte le unità verranno interamente costruite nei cantieri italiani del Gruppo a partire dal 2018, assicurando diversi anni di lavoro e una ricaduta importante sulle principali società della difesa italiane. Cosimo Brudetti

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Zes per la semplificazione delle procedure burocratiche M

ancano solo gli ultimi tocchi e il poderoso volume che ha deciso di dedicare alle ZES sarà finalmente completato. Entro la fine di febbraio vedrà la luce “Porti, retroporti e zone economiche speciali” di Aldo Berlinguer, studio che si candida a colmare il sostanziale vuoto nella letteratura dedicata in materia. “Un lavoro a tutto tondo – spiega il professore, Ordinario di Diritto Comparato presso l’Università di Cagliari – che comincia da lontano e in cui ho raccolto, tra l’altro, numerose testimonianze teoriche e pratiche di chi direttamente o indirettamente ha a che fare o ha maturato esperienze con questo tipo di strumento”. Come nasce il libro? All’origine c’è uno studio che ho pubblicato nel 2013 sulla zona franca doganale della regione Sardegna, istituto riconosciuto da una legge del 1998 e mai applicato. Da lì ho cominciato a studiare la questione ad ampio raggio pubblicando nel 2016 una prima versione in ebook di “Porti, retro porti e zone economiche speciali”, opera che ho ripreso, ampliandola, all’indoma-

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ni della riforma Delrio e del decreto di istituzione delle Zes che di fatto hanno rivoluzionato i termini di riferimento. In questo momento attendo la pubblicazione dei decreti attuativi per completare la panoramica sull’argomento. Quali gli argomenti trattati? L’idea è di mettere a disposizione una sorta di vademecum in materia. L’argomento è trattato attraverso ampi riferimenti comparativi tra le esperienze italiane, dallo storico porto franco di Trieste alle realtà più piccole come la zona extradoganale di Campione, a quelle straniere, dal Mediterraneo alla Polonia, dalla Cina all’Irlanda. Ciò che vorrei evidenziare, però, è la piena collaborazione arrivata dai rappresentanti del mondo istituzionale e dell’impresa che, nei loro contributi, hanno messo a disposizione competenze ed esperienze dirette con questo tipo di strumento: presidenti di AdSP come Zeno D’Agostino, Ugo Patroni Griffi, Sergio Prete e Pietro Spirito, il Direttore Generale del MIT, Enrico Puja, il presidente del Propeller, Umberto Masucci o Domenico Bagalà, con la sua profonda conoscenza della realtà di Tangermed. Ne emer-

ge un orizzonte ampio in cui le ZES sono scandagliate in ogni aspetto, in un ragionamento globale con lo sviluppo della portualità e dei traffici marittimi nazionali e internazionali che coinvolge anche rappresentanti dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Che idea si è fatto della ZES italiane? Il provvedimento va nella giusta direzione anche se il vero shock più che economico dovrà arrivare sul livello amministrativo. Da questo punto di visto ripongo fiducia nell’impatto che avrà il secondo decreto attuativo, quello che sarà incentrato presumibilmente sulla semplificazione dei procedimenti burocratici: la riduzione delle competenze sovrapposte tra i diversi enti, la presenza di un solo soggetto di riferimenti, poteri sostanziali per il comitato di indirizzo potrebbero davvero avere un effetto rivoluzionario rispetto all’esistente. In breve: concentrazione delle competenze, celerità nelle procedure, servizi per le imprese. La nuova governance dei porti renderà più semplice questo percorso?


Aldo Berlinguer

Il decreto di istituzione delle ZES può essere pensato come l’addendo naturale della riforma Delrio. Senza gli strumenti messi a disposizione dalla riforma le ZES rischierebbero l’effetto “cattedrale nel deserto”. Verrebbero a mancare punti di attacco essenziali, come ad esempio, lo sportello unico doganale o lo sportello unico amministrativo. La stessa scelta di mettere a capo dei comitati d’indirizzo i presidenti delle AdSP risponde a una logica di coerenza: il porto non è più concepito come l’insieme delle banchine ma come una porta di accesso a territori industriali, come infrastrutturazione necessaria per competere nell’economia globale. La Zona Franca Energetica che ha proposto per la Basilicata, una variazione sul tema? È un’idea che ho maturato sulla base di un’anomalia paradossale. La regione da cui è estratta la fetta maggiore della produzione di idrocarburi della penisola paga un prezzo sul prodotto finito superiore alla media nazionale. E questo per un meccanismo fiscale perverso che tra accise, royalties e compensazioni varie sembra favorire tutti, tranne cittadini e aziende del territorio. Non solo. Poiché, come si dice, il diavolo sta nei dettagli, accade che la percezione dei benefici degli oltre 300 milioni di gettito fiscale prodotto sia distorta perché confluisce tutta nell’alveo nascosto della filiera pubblica. Non stupisce che l’industria estrattiva non sia

vista di buon occhio. In che modo si può porre rimedio? Con uno sconto sull’accisa nazionale i cittadini della Basilicata risparmierebbero circa il 25% sul prezzo del prodotto finito. La ZFE, concepita come compensazione diretta per i disagi ambientali, potrebbe agire quindi come leva fiscale. D’altronde credo che la detassazione sia uno strumento ben più efficiente per assicurare lo sviluppo economico rispetto agli incentivi a pioggia che finora hanno prestato il fianco a mere operazioni speculative. Da

questo punto di vista l’istituzione della ZES infra-regionale con l’area portuale di Taranto potrebbe rappresentare un’occasione da cogliere al volo anche per evitare future storture a livello territoriale. Come? Con una piccola modifica alla norma nazionale la ZFE potrebbe essere presentata nello stesso contenitore delle zone economiche speciali. In questo modo eviterebbe la creazione di un ulteriore scalino tra quella piccola parte del territorio lucano che rientra nella ZES e il resto delle aree interne che continuerebbero a soffrire una perdurante condizione di sottosviluppo. Qualora fosse estesa anche all’area pugliese renderebbe molto più accattivante, dal punto di vista dei costi energetici, tutta l’operazione. Con benefici specifici in termini di competitività aggiunta. Giovanni Grande

Altri esempi di fiscalità differenziata in Italia Sono Friuli Venezia Giulia e Lombardia le due regioni che in Italia hanno adottato misure organiche di fiscalità differenziata sui carburanti negli ultimi anni. FVG. La regione Friuli Venezia Giulia, in attuazione della legge n. 549/1995, ha introdotto, con la legge regionale n. 14/2010, come modificata dalla legge regionale 11/2011, un sistema di contribuzione sugli acquisti di carburanti per autotrazione a beneficio della popolazione residente. I contributi sono determinati per ciascuna delle due aree di contribuzione (Area 1 a contributo maggiorato, Area 2 a contributo ordinario) nelle quali è suddiviso il territorio regionale e ammontano rispettivamente a 0,210 e 0,140 euro per la benzina e 0,140 e 0,090 euro per il gasolio. Lombardia. Le “Disposizioni in materia di riduzione del prezzo alla pompa della benzina e del gasolio” sono fissate dalla L.R. 20 dicembre 1999, n. 28, e s.m.i. Dal 4 aprile 2011, per ottenere lo sconto, coloro che risiedono nei Comuni lombardi confinanti con la Svizzera, utilizzano la CRS (Carta Regionale Sanitaria) come Carta Sconto benzina. Per ottenere lo sconto, al momento del rifornimento, si deve digitare il PIN della propria Carta (il codice personale che abilita la CRS all’utilizzo dei servizi on line).

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Zone Logistiche Speciali le ZES in versione light

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pprovate con un emendamento (il numero 8.45) al Ddl Bilancio 2018, le Zone Logistiche Speciali hanno prodotto fin da subito qualche perplessità circa la loro natura e non poche polemiche a livello politico. ZES in versione light, con pochi benefici e ben delimitati, o sostanziale duplicazione di uno strumento che era stato pensato specificatamente per il rilancio del Mezzogiorno? Di certo il provvedimento non è piaciuto al presidente dell’AdSP di Bari, Ugo Patroni Griffi, che, propendendo per la seconda versione, ha fin da subito annunciato l’uscita dal gruppo di lavoro regionale sulla zona economica speciale pugliese come segno di protesta. Ciò che si può dire con cognizione di causa è che invece il nuovo strumento, sulla falsariga delle sorelle maggiori che dovrebbero nascere in Sud Italia, sarà istituito con un Dpcm, su proposta della Regione interessata, per una durata massima di 7 anni (rinnovabile fino a un massimo di ulteriori 7 anni) solo in presenza di un’area portuale strategica (porto Tent-t) o dove sia presente un’Autorità di sistema portuale. All’interno della “zona logistica” sia le nuove imprese sia quelle già esistenti potranno beneficiare di procedure semplificate (tutte quelle previste per le “zone speciali” con esclusione del credito d’imposta) che saranno individuate, in maniera inequivocabile, da un apposito decreto attuativo. Più suggestiva, in attesa di sviluppi futuri in grado di generare maggiori certezze, la riflessione che la relatrice dell’emendamento alla Camera, Roberta Oliaro, ha affidato ad una nota stampa nel tentativo di scongiurare l’ennesima contrapposizione tra Nord e Sud. Ribadendo l’importanza delle zone logistiche speciali per la promozione del Paese nell’ambito del progetto One Bel One Road ha prospettato la creazione di un coordinamento tra scali, di “circoli virtuosi di sviluppo, tra cui il possibile coinvolgimento nel progetto cinese anche dei sistemi portuali del Mezzogiorno”. “Per esempio con riferimento al Mar Adriatico, una possibile e auspicabile evoluzione, potrebbe essere quella di una sinergica cooperazione fra i porti di Venezia e di Trieste, inclusi nel progetto OBOR, con il porto di Bari, l’unica ZES italiana eleggibile in tutto il precitato bacino marittimo”. “Le

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Zone Logistiche Semplificate – continua – non hanno ovviamente il peso specifico delle ZES per le caratteristiche delle agevolazioni previste, e in una visione solidaristica che spesso manca al nostro Paese, ci permettiamo di dire che forse è condivisibile la decisione del Governo di aver limitato (si spera non irrevocabilmente) lo start up di questi eccezionali strumenti di accelerazione dello sviluppo economico a quella parte di territorio nazionale in cui, storicamente fin dall’Unità d’Italia, tale sviluppo non c’è mai stato o è stato estremamente frammentario, dando così un segnale di svolta nella scelta delle future strategie istituzionali di programmazione per la crescita economica”. Intanto, prosegue il lungo iter burocratico di approvazione del decreto

attuativo del Presidente del Consiglio necessario per passare alla fase di richiesta delle ZES da parte delle regioni. Il Consiglio di Stato ha dato il via libera al provvedimento indicando una serie di prescrizioni che non pregiudicheranno ulteriormente la speditezza del percorso. Ora toccherà alla Corte dei Conti, dopodiché le regioni interessate potranno presentare domanda. Un capitolo che vede la Campania già pronta ai blocchi di partenza. “Stiamo cercando di anticiparci con il lavoro – rassicura il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito – il piano strategico è in dirittura d’arrivo. Appena sarà possibile avanzeremo la nostra candidatura”. Giovanni Grande


Salerno

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Nasce un gigante: FS conferite azioni Anas

Completato l’iter per la nascita del primo polo europeo integrato di infrastrutture ferroviarie e stradali per abitanti serviti e investimenti

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onferite le azioni ANAS a FS Italiane: l’intera partecipazione ANAS è stata trasferita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) a FS Italiane a seguito del parere positivo dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). La sottoscrizione dell’aumento di capitale di 2,86 miliardi di euro da parte del MEF completa l’iter per la nascita del primo polo integrato di ferrovie e strade in Europa per abitanti serviti e investimenti. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati da Renato Mazzoncini Amministratore Delegato e Direttore Generale di FS Italiane e Gianni Vittorio Armani Presidente e Amministratore Delegato di ANAS. ANAS va ad affiancarsi a Rete Ferroviaria Italiana e Italferr, la controllata operativa in ambito nazionale e internazionale nella progettazione e nell’ingegneria, e alle altre Società del Gruppo, fra cui Trenitalia, Mercitalia e Busitalia, imprese di trasporto passeggeri e merci su ferro e gomma. Nella nuova configurazione, Ferrovie dello Stato Italiane conta 81mila dipendenti, 108 miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni e un capitale investito di circa 50 miliardi di euro. Oltre a maturare nel 2018 un fatturato di 11,2 miliardi di euro e una capacità di investimento di 8 miliardi. Il Gruppo FS Italiane dispone ora di una rete infrastrutturale, ferroviaria e stradale, di circa 44mila chilometri. I 2,3 miliardi di veicoli che percorrono annualmente 64,5 miliardi di km sulle strade e autostrade in gestione ad ANAS vanno così a sommarsi al traffico gestito dal Gruppo: circa 750 milioni di passeggeri all’anno su ferro (di cui 150 all’estero), 290 milioni su gomma (130 all’estero) e 50 milioni di tonnellate merci. Investimenti in Italia. Grazie al nuo-

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Renato Mazzoncini

Gianni Vittorio Armani

vo Contratto di Programma 2016-2020 con lo Stato, ANAS gestirà in maniera più efficiente i propri investimenti, con una riduzione dei costi di oltre il 3%, quantificabile in 400 milioni in cinque anni. Inoltre, nell’arco di 3 anni potrà raddoppiare la propria capacità di spesa, passando da 1,5 miliardi del 2017 ai 3 miliardi previsti nel 2020, con effetti immediati e visibili sul risanamento dei viadotti e delle gallerie, sulle pavimentazioni stradali e sulla qualità della rete. L’adozione di processi omogenei a quelli delle altre Società del Gruppo favorirà il coordinamento delle attività progettuali e negoziali, producendo da un lato risparmi per lo Stato e dall’altro un sensibile aumento di cantieri aperti, con ricadute positive anche per il settore delle costruzioni, per l’occupazione e per l’intera economia del Paese. Nel 2018 RFI e Italferr prevedono di confermare il trend 2017, che aveva visto passare il valore dei bandi di gara pubblicati dai 3,5 miliardi del 2016 a 7,5 miliardi. ANAS, analogamente, nel 2018 passerà a 3 miliardi di euro dai 2

miliardi del 2017. Uscita dal Perimetro della Pubblica Amministrazione. Con l’ingresso nel Gruppo FS Italiane, ANAS inizia il percorso di uscita dalla PA per raggiungere la dimensione di mercato e potrà, quindi, attuare nell’immediato un piano che possa contemplare nuove assunzioni e realizzazione di investimenti in modo più rapido ed efficiente, anche in autofinanziamento o con il supporto finanziario del gruppo. Attività all’estero. I benefici dell’integrazione saranno immediatamente percepiti anche sui mercati internazionali: il Gruppo potrà infatti presentarsi come soggetto in grado di presidiare l’intera gamma degli interventi e dei servizi legati alle infrastrutture di mobilità. Ciò si inserisce negli obiettivi di internazionalizzazione del Piano industriale decennale del Gruppo che prevede una crescita dei ricavi complessivi da attività estere dal 13% al 23%, passando da un miliardo di euro a 4,2 miliardi nel 2026. Stefania Vergani


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Danni punitivi, riconoscimento delle sentenze americane La Cassazione apre le porte al riconoscimento delle sentenze americane sul pagamento dei danni punitivi

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ome ricorderete, nel precedente numero 10/2016, ebbi modo di intrattenere il lettore: (I) sull’istituto dei “punity damages”, contemplato da alcuni ordinamenti di common law, e sulla loro natura sanzionatoria; (II) sull’incompatibilità di tali danni con le nostre norme interne che riconoscono l’esclusiva natura compensatoria e non sanzionatoria del risarcimento dei danni; (III) sulle problematiche inerenti alla delibazione in Italia di una sentenza straniera, nella specie quella resa da una Corte statunitense che aveva liquidato tali danni e che, come tale, sembrava ne precludesse il riconoscimento nel nostro ordinamento in quanto contraria al principio di ordine pubblico; (IV) sul ricorso per cassazione che il convenuto italiano aveva proposto contro la sentenza della Corte di Appello di Venezia la quale, con argomentazioni molto censurabili, aveva escluso che la condanna avesse ad oggetto danni punitivi, riconoscendone conseguentemente la sua deli-

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bazione; (V) sull’ordinanza della Corte di Cassazione che, rilevata l’esistenza di numerose ragioni che suggerivano di dissentire dalle motivazioni addotte da altre pronunzie della stessa Corte in merito alla definizione del principio di ordine pubblico (la cui violazione non rendeva compatibile con il nostro ordinamento le sentenze straniere di condanna al pagamento dei danni punitivi), aveva rimesso gli atti al Presidente della Corte perché valutasse l’opportunità di affidare la decisione su tali aspetti alle Sezioni Unite. Avendo il Presidente accolto la richiesta, le Sezioni Unite hanno ora deciso la questione con sentenza n. 16601 del 2017. La decisione, per quanto concerne l’argomento che qui interessa, merita un attento esame attesa l’autorevolezza dell’organo giudicante e la rilevanza del principio di diritto affermato che trova il suo fondamento nell’evoluzione del quadro normativo interno e in un nuovo concetto del principio di ordine pubblico, con

la conseguente impossibilità di poter condividere quella giurisprudenza (cfr. per tutte Cass. 1781/2012) che aveva escluso la compatibilità con l’ordinamento italiano della condanna estera al risarcimento di danni di natura sanzionatoria in aggiunta quelli di natura compensatoria. Per giungere a questa conclusione, la Corte, osserva, da un lato, se sia poi effettivamente vero che l’ordinamento interno non preveda già danni sanzionatori e, dall’altro, se il concetto di ordine pubblico non sia nel tempo mutato assumendo un’ampiezza ben più estesa rispetto al riferimento del solo ordinamento interno. In particolare: (a) e con riferimento all’ordinamento interno, osservato come d’altro canto già la giurisprudenza avesse avuto modo di manifestare serie perplessità sull’incompatibilità di norme sanzionatorie in aggiunta a quelle compensatorie, cita: - la sentenza della Corte Costituzionale n. 303 del 2011 che “riferendosi


alla normativa in materia laburistica (l. n. 183/2010), ha avuto modo di chiarire che trattasi di una novella “diretta ad introdurre un criterio di liquidazione del danno di più agevole, certa ed omogenea applicazione” avente “l’effetto di approssimare l’indennità in discorso al danno potenzialmente sofferto a decorrere dalla messa in mora del datore di lavoro fino alla sentenza” senza ammettere la detrazione dell’aliunde perceptum e così facendo assumere all’indennità onnicomprensiva “una chiara valenza sanzionatoria”; - la sentenza della Corte Costituzionale 152/2016 che, con riferimento alla disposizione di cui all’art. 96 c.p.c., aveva riconosciuto la natura “non sanzionatoria (o, comunque, non esclusivamente tale) e, più propriamente, sanzionatoria, con finalità deflattiva” di questa disposizione; - la sentenza della Cassazione, Sezione Unite, n. 9100 del 6 maggio 2015 che, sebbene con specifiche precisazioni, ha ritenuto che la funzione sanzionatoria del risarcimento del danno non fosse più “incompatibile con i principi generali del nostro ordinamento, come una volta si riteneva negli ultimi decenni giacché negli ultimi decenni sono state qua e là introdotte dispo-

sizioni volte a dare un connotato lato sensu sanzionatorio al risarcimento.” - in ultimo, la sentenza della Corte di Cassazione n. 7613/2015 nonché l’ordinanza di rimessione n. 9978/16 che, tra l’altro, aveva indicato una serie di norme interne in materia di risarcimento il cui carattere doveva necessariamente ritenersi sanzionatorio. All’elenco di dette norme contenuto dalla predetta ordinanza, la Corte aggiunge: quelle: (I) del codice sul consumo, dove si tiene conto anche della gravità del fatto; (II) dell’art. 709 ter c.p.c., n. 2 e 3, per le inadempienze agli obblighi di affidamento della prole; (III) dell’art. 614 bis c.p.c. che contempla il potere del Giudice di fissare una somma pecuniaria per ogni violazione ulteriore o ritardo nell’esecuzione del provvedimento “tenuto conto del valore della controversia, della natura della prestazione, del danno quantificato e prevedibile e di ogni altra circostanza utile”; (IV) dell’art. 114 del D.Lsg. del 2 luglio 2010, n. 114, che attribuisce al giudice amministrativo dell’ottemperanza analogo potere; (V) dell’art. 18, comma 4, dello Statuto dei Lavoratori il quale, nell’ipotesi di illegittimità del licenziamento di particolare gravità, scoraggia la mancata reintegrazione con una

sanzione aggiuntiva. Tutto quanto sopra osservato dalla Corte ed il rilievo che la stessa Cassazione (cfr. sentenza S.U. del 15 marzo 2016, n. 5072) “parla della possibilità per il legislatore nazionale di configurare “danni punitivi” come misura di contrasto della violazione del diritto euro unitario” induce la stessa a riconoscere che “vi è dunque un riscontro a livello costituzionale della cittadinanza

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nell’ordinamento interno di una concezione polifunzionale della responsabilità civile” pur con la dovuta precisazione che “tutto ciò non consente di ritenere che “l’istituto aquiliano abbia mutato la sua essenza e che questa curvatura deterrente/sanzionatoria consenta ai giudici italiani che pronunziano in materia di danno extracontrattuale, ma anche contrattuale, di imprimere soggettive accentuazioni al risarcimento che vengono liquidati” e ciò in quanto “ogni imposizione di prestazione personale esige una intermediazione legislativa in forza del principio di cui all’at. 23 della Costituzione che impone una riserva di legge quanto a nuove prestazioni patrimoniali”. Per l’effetto, resta ferma l’impossibilità per il Giudice italiano di potersi discostare dalla normativa interna che, appunto, non contiene alcuna norma che in materia di responsabilità consenta di liquidare danni sanzionatori in aggiunta a quelli di natura compensatoria. Ciò, dunque, diviene possibile solo in presenza di una norma ad hoc. (b) con riferimento al concetto di ordine pubblico, rileva che: - come già osservato dalla corte nell’ordinanza di rimessione, il concetto di ordine pubblico, che costituisce un limite all’applicazione della legge straniera, ha subito una profonda evoluzione dovendosi ad esso riconoscere una valenza sovranazionale rispetto a quella della legislazione interna. Per l’effetto, l’attenzione non può essere rivolta solo a quest’ultima ed alla Costituzione ma, dopo il trattato di Lisbona, anche alle garanzie “approntate ai diritti fondamentali della Carta di Nizza, elevata a livello dei trattati fondativi dell’Unione europea dell’art. 6 TUE” talché a questa storica funzione dell’ordine pubblico si è affiancata, con l’emergere e il consolidarsi dell’Unione Europea, una funzione di esso promozionale dei valori

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tut e lati, che mira ad armonizzare il rispetto di questi valori, essenziali per la vita e la crescita dell’Unione”. Riprova di quanto precede la si trova nell’articolo 67 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea che recita “l’Unione realizza uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia nel rispetto dei diritti fondamentali nonché dei diversi ordinamenti giuridici e delle diverse tradizioni giuridiche degli Stati Membri”. Quindi, sebbene conservino la loro prevalenza e sacralità i valori espressi dalla Costituzione e dai principi essenziali della legge, la compatibilità di un istituto giuridico straniero non può negarsi per il solo fatto che non vi sia identità tra detto istituto e quello analogo interno e ciò in quanto detta incompatibilità, ai fini della delibazione della sentenza straniera, si configurerebbe solo allorquando non trovasse la sua fonte nella legge straniera e tale legge confliggesse con i “valori che presidiano la materia, valori riconducibili agli artt. 23, 24 e 25 della nostra Costituzione”. E tra questi, in particolare, il principio di legalità secondo il quale “ogni prestazione patrimoniale di carattere sanzionatorio o deterrente non può essere imposta dal giudice italiano senza espressa previsione normativa”. Posto quanto precede, la Corte, con riferimento ai c.d. “punity damages” oggetto di una sentenza straniera ritiene che, ai fini dell’accertamento della compatibilità di tale istituto giuridico americano con il principio di ordine pubblico, l’esame debba essere rivolto al rispetto (I) del principio di legalità accertando che la condanna sia prevista “sulla scorta di basi normative adeguate che rispondano ai principi di tipicità e prevedibilità secondo principi e soluzioni con effetti che risultino non contrastanti con l’ordinamento italiano”. Per l’effetto, “dovrà esserci precisa perimetrazione della fattispecie (tipicità) e puntualizzazione dei limiti quantitativi delle condanne irrogabili (prevedibilità)

e (II) dell’art. 49 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e cioè ai principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene talché sia verificata ed accertata la proporzionalità “tra risarcimento riparatorio-compensativo e risarcimento punitivo e tra quest’ultimo e la condotta censurata per rendere riconoscibile la natura della sanzione/punizione” essendo detta proporzionalità “uno dei cardini della materia della responsabilità civile”. Concludendo, la Corte, premettendo alcune evoluzioni della normativa americana in materia di danni punitivi con particolare riferimento ai criteri di determinazione della loro entità, ha pronunziato il seguente principio di diritto: “Nel vigente ordinamento, alla responsabilità civile non è assegnato solo il compito di restaurare la sfera patrimoniale del soggetto che ha subito la lesione, poiché sono interne al sistema la funzione di deterrenza e quella sanzionatoria del responsabile civile. Non è quindi ontologicamente incompatibile con l’ordinamento italiano l’istituto di origine statunitense dei risarcimenti punitivi. Il riconoscimento di una sentenza straniera che contenga una pronuncia di tal genere deve però corrispondere alle condizioni che essa sia stata resa nell’ordinamento straniero su basi normative che garantiscano la tipicità delle ipotesi di condanna, la prevedibilità della stessa ed i limiti quantitativi, dovendosi avere riguardo, in sede di delibazione, unicamente agli effetti dell’atto straniero ed alla loro compatibilità con l’ordine pubblico”. Infine, ritengo utile segnalare che la sensibilità giuridica italiana, almeno degli avvocati difensori di persone danneggiate a seguito della violazione degli obblighi di sicurezza, incominci a manifestare l’esigenza che anche il nostro legislatore preveda, sebbene in casi molto particolari, l’opportunità di riconoscere anche i danni punitivi al fine di sanzionare il comportamento gravemente colposo del danneggiante e di costituire un deterrente al comportamento di altri. Ad esempio, una richiesta di tal genere è stata formulata dl alcuni difensori delle parti civili che si sono costituite nel procedimento penale pendente innanzi al Tribunale di Genova contro i responsabili del crollo della torre dei Piloti e della morte delle persone che erano presenti in tale luogo al momento dell’urto della nave contro la torre. Ovviamente, queste richieste non potranno che essere disattese in quanto, allo stato, manca una disciplina giuridica che li preveda e regoli. Avv. Vittorio Porzio


Tutto il Propeller Club Napoli durante il 2017

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el 2017 il Propeller Club Port of Naples ha continuato ad essere molto attivo sia a livello napoletano che a livello nazionale ed internazionale. Le principali manifestazioni organizzate possono essere sintetizzate nelle seguenti iniziative: Interclub Napoli – Trieste sul Waterfront Abbiamo tenuto una andata (ospiti del Club di Trieste ) ed un ritorno (ospitando i colleghi triestini a Napoli) tra gennaio e marzo 2017. Tema dell’Interclub è stato il rapporto tra Porto e Città con particolare riguardo alla tematica del waterfront. Sia a Trieste che a Napoli le Tavole Rotonde hanno avuto molto successo ed hanno contribuito a rafforzare i rapporti tra i due Clubs ed i rapporti tra i Clubs e le istituzioni locali (Autorità Portuale, Comune, Sovrintendenza, etc). Alla trasferta triestina ho personalmente partecipato con una delegazione di sei napoletani tra cui il Segretario Generale Pino Coccia. Interclub Napoli-Salerno Abbiamo organizzato insieme al Club di Salerno un paio di eventi congiunti anche a testimoniare l’unione di intenti dei due Clubs in linea con la nuova Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centrale che ha riunito i porti di Napoli e Salerno. Ha avuto particolare successo la conferenza congiunta tenuta a Salerno sulla materia del lavoro portuale cui

per il Propeller Napoli è stato relatore il socio Roberto Bucci. Conferenza sulla sicurezza nei porti Il Propeller di Napoli è stato il primo dei Clubs nazionali ad ospitare una conferenza congiunta della Dr.ssa Maria Cristina Farina del Ministero Infrastrutture e Trasporti e del Comandante Andrea Agostinelli, Capo del II reparto del Comando Generale delle Capitanerie di porto. La Conferenza, ottimamente coordinata dal nostro Vice Presidente Gianandrea De Domenico, ha nesso a fuoco le problematiche connesse alla sicurezza delle manovre nei porti italiani.

Collaborazione con Lega Navale Abbiamo proseguito in una positiva collaborazione con la Lega Navale che ha ospitato molti degli eventi da noi organizzati. Con la Lega abbiamo organizzato anche manifestazioni congiunte come ad esempio la regata dei ragazzi del rione Sanità nella peschiera della Reggia di Caserta. Missione nazionale al Pireo aprile 2017 Il Propeller napoletano è stato protagonista anche quest’anno nella missione in Grecia con una decina di partecipanti tra cui il Presidente del Porto Pietro Spirito, il gruppo di SRM, guidato da Alessandro Panaro, ormai affermatosi come “braccio scientifico” del Propeller Nazionale, l’Università Parthenope con la Professoressa Assunta Di Vaio che ha stabilito importanti relazioni con le Università greche specializzate nello shipping. Un grazie particolare al socio Fabrizio Vettosi, profondo conoscitore dello shipping greco che ha contribuito molto al successo della missione. Missione nazionale ad Hong Kong e Shenzhen novembre 2017 Su iniziativa del Vice Presidente nazionale Riccardo Fuochi il Propeller Nazionale ha svolto nel 2017 una seconda missione all’estero in occasione della conferenza internazionale Asian Logistic Maritime Conference: su iniziativa del Propeller di Napoli la missione è stata allargata anche a Shen-

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zhen, dove esiste da 30 anni la prima Zona Economica Speciale cinese. In tal modo la delegazione Propeller, forte di ben dieci rappresentanti napoletani, ha potuto acquisire conoscenza ed informazioni importanti in vista dell’avvio in Campania delle Zone Economiche Speciali previste dalle recenti leggi regionale e nazionale. Alla delegazione hanno partecipato anche l’Autorità del Porto con il Presidente Pietro Spirito e con il Segretario Generale Francesco Messineo e SRM, con il Direttore Generale De Andreis e con il Dirigente Alessandro Panaro. Assemblea Propeller Napoli In settembre si è tenuta l’assemblea del Propeller Club Port of Naples che ha confermato interamente il Consiglio uscente (anche in considerazione dei buoni risultati conseguiti nel triennio precedente): il Consiglio è stato allargato, per dare ancora maggior forza al Club, con l’entrata di Luciano Abbate (figlio del Past President Italo), Chiara Barzaghi (giovani), Alessandro Panaro (SRM), Benedetta Porzio (che ha anche avuto la delega alle attività sociali). Restano confermate le altre cariche sociali con Umberto Masucci (Presidente), Pino Coccia (Segretario Generale) ,Rino Fusco (Tesoriere), Bianca D’Antonio (rapporti con la stampa). Ne risulta un Consiglio ancora più forte in cui si uniscono competenze imprenditoriali, professionali, economiche che costituiscono una garanzia per le attività del Club.

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Assemblea nazionale Propeller A fine settembre si è tenuta a Taranto l’Assemblea Nazionale del Propeller cui ha partecipato anche il Ministro Graziano Del Rio. Nella parte privata sono stati rinnovate le cariche per il triennio 2016/2019 ed il Propeller di Napoli ha avuto confermate le cariche nazionali del Presidente Masucci e del Tesoriere Pino Coccia. Marina Militare Su invito del Propeller la Marina Militare ha inviato a Napoli in ottobre, in occasione degli Stati Generali del Mare, la nave scuola Palinuro. La nave è stata teatro di conferenze, visite di scolaresche ed altre attività tutte con al centro il Mare. Abbiamo anche ospitato a bordo insieme alla Marina Militare la cena di gala del Museo di Capodimonte in occasione della prestigiosa conferenza internazionale “L’arte nei porti”. La scuola va a bordo Il Propeller ha partecipato anche quest’anno al progetto “La Scuola va a bordo”, di cui fu proponente cinque anni fa. Roberto Coccia ed altri Consiglieri hanno dedicato tempo e passione a questa importante iniziativa (ormai alla quinta edizione) che porta in una quindicina di scuole medie inferiori la conoscenza del mare e si conclude il 20 maggio (Giornata europea del mare) con una grande manifestazione cui hanno partecipato un migliaio di studenti. Altre attività sociali Una interessante visita al Tesoro di

San Gennaro organizzata insieme all’ATENA (un grazie ad Alberto Moroso e soprattutto alla moglie l’Arch. Daria Catello che ci ha guidato nell’affascinante visita). Una bella gita organizzata dalla neo Consigliera alle attività sociali Benedetta Porzio alle cantine di Feudi di San Gregorio: i soci hanno potuto visitare una splendida realtà campana che negli anni è diventata wine partner del Propeller di Napoli (Naples Shipping Week, Nave Palinuro, etc). A dicembre infine una bellissima passeggiata sul waterfront con le sei tappe (Immacolatella Vecchia, Magazzini Generali, Stazione Marittima, Metropolitana, Beverello, Molo San Vincenzo) illustrate dai protagonisti. Vi hanno partecipato, nonostante la pioggia, quasi duecento persone a testimonianza dell’interesse dei soci e della cittadinanza alla problematica del waterfront. Ed il 2018? Per il 2018 ci aspettano nuovi eventi locali, nazionali ed internazionali: in primis l’organizzazione della terza edizione della Naples Shipping Week che si terrà a Napoli dal 24 al 29 settembre. Poi la Missione internazionale a Malta dal 25 al 28 aprile dove dovremo confermare una ampia presenza napoletana. E tante altre attività locali e nazionali, ma il Propeller Napoli ha dimostrato di essere pronto per ogni sfida! Umberto Masucci Presidente Propeller Club Napoli


Propeller Club Milano: attività sempre più intense Veicolare l’importanza della logistica come fattore strategico per l’economia

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l 2017 del Propeller Milano è stato denso di attività con l’obiettivo di veicolare sempre di più l’importanza della logistica e dello shipping come fattori strategici per l’economia e in particolare per il made in Italy. A Febbraio 2017 siamo stati fra gli organizzatori e promotori del primo forum “Shipping, Forwarding e Logistics meet Industry”, insieme a Federazione del Mare, Alsea, Assologistica, Assolombarda. Il forum si è tenuto presso l’auditorium di Assolombarda ed ha visto una grande partecipazione (oltre 700 persone e relatori di prestigio del mondo dell’industria, della logistica e delle spedizioni). Durante l’evento sono stati delineati i punti di forza e le direttrici di sviluppo del cluster logistico nazionale evidenziandone il contributo essenziale alla crescita competitiva del sistema industriale italiano. Nell’arco delle due giornate si sono alternati seminari e workshop in linea con le tematiche della manifestazione che hanno registrato un forte coinvolgimento da parte dell’Industria sensibilizzata sull’importanza della logistica in ogni fase produttiva, dalla pianificazione alla produzione stessa, riuscendo in questa prima edizione a far colloquiare e dialogare il cluster

marittimo, quello della logistica con l’industria e il commercio e, soprattutto, a evidenziare le eccellenze del nostro settore logistico, altamente competitivo, assieme alle problematiche legate alle infrastrutture. La seconda edizione del Forum si terrà il 1 e 2 Febbraio 2018 vede un’accentuazione sull’alleanza necessaria tra industria, commercio e logistica in tutte le sue articolazioni per

costruire un sistema in grado di rendere più competitivo il nostro Paese; il tutto con lo scopo di cogliere in modo durevole i frutti della ripresa economica in atto. Al centro della scena di Shipping, Forwarding & Logistics Meet Industry ci sono le aziende industriali, commerciali e della distribuzione che illustrano le proprie esigenze logistiche. La platea e le quinte laterali sono occupate da spe-

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dizionieri, società di servizi logistici integrati e verticali, imprese di trasporto, rappresentanti di infrastrutture come interporti, tronchi autostradali e ferroviari, trafori, autorità di sistema portuali, armatori e società di servizi marittimi e portuali, fornitori di tecnologie e servizi. Tutte pronte rispondere alle sollecitazioni con le proprie competenze, esperienze e soluzioni. Shipping, Forwarding & Logistics Meet Industry in questo è differente da quasi tutte le altre manifestazioni che si occupano di logistica e trasporti. Ad aprile poi abbiamo partecipato con sei delegati milanesi alla missione del Propeller Nazionale in Grecia. In quell’occasione ho tenuto un intervento alla Port Session: “A smooth sea never made a skilled sailor - The challenges of the new maritime scenarios in the Mediterranean sea” riportando i grandi cambiamenti internazionali che stanno profondamente mutando lo scenario globale dello shipping e della logistica, ricordando ancora una volta l’importanza di una visione unitaria fra Shipping e Logistica, e tenuto un approfondimento sul grande progetto cinese sulla nuova via della seta (OBOR) che unirà Europa e Asia auspicando azioni congiunte fra i cluster marittimo-logistici greco ed italiano. A giugno si è tenuta la Genoa Shipping Week, tradizionale appuntamento della comunità dello shipping sotto la lanterna; diversi i soci del Propeller Milano presenti ed io stesso ho avuto il piacere di intervenire al workshop Smart Port & Logistics con in intervento dal titolo “Hong Kong: partner ideale per cogliere le opportunità offerte dall’iniziativa Belt and Road” sottolineando ancora come tutte le mappe del progetto Obor vedono flussi commerciali da Est a Ovest, frutto degli interessi e delle strategie cinesi. L’Europa e l’Italia devono utilizzare quest’iniziativa per proporre le nostre imprese sia per la costruzione di infrastrutture per la logistica. In quell’occasione ho lanciato un auspicio: vi sono numerosi tavoli di lavoro in Cina e vi è necessità per l’Italia di essere presenti in questi importanti contesti decisionali. Infatti tutti i nostri Porti possono giocare un ruolo strategico a condizione che si crei e si presenti un sistema logistico integrato fra sistemi portuali, e centri logistici e distributivi: ogni porto deve essere un punto di riferimento per determinate zone geografiche in modo da farle diventare soluzioni di distribuzione competitive a livello europeo”. Mi fa poi piacere citare la partecipazione a settembre assieme ai soci Stelio Taraschi e Nicola Colasante al secondo “Belt and Road Summit”, organizzato dal Governo della Regione ad Amministrazione Speciale di Hong Kong (HKSARG) in

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collaborazione con Hong Kong Trade Development Council (HKTDC) focalizzato sugli investimenti infrastrutturali e le opportunità per tutti coloro che intendono cogliere le opportunità di questo grande progetto. Sia il tema Obor che quello dei rapporti con la Cina sono ormai fattori strategici per lo sviluppo della logistica e dell’economia nazionale, e il mio auspicio lanciato alla Genoa Shipping Week ha visto la posa di un primo tassello: assieme al Propeller Nazionale abbiamo organizzato a Novembre 2017 una missione ad Hong Kong e Shenzen dove siamo stati presenti in contesti fra i più importanti al mondo. Questa missione è stato un vero successo di squadra e di messa a frutto delle relazioni costruite in questi anni per presentare un sistema che punta all’integrazione fra aree portuali e centri logistici e distributivi. Da sottolineare gli incontri con il Ministro dei Trasporti di Hong Kong Frank Chan che ha voluto incontrare in forma privata a cena la delegazione italiana la sera del 22 novembre cui hanno partecipato anche Mr Willy Lin, Chairman, Human Resources Committee, Maritime and Port Board e Mr David Cheng, Chairman, Promotion and Event Committee, Maritime and Port Board. Particolarmente significativo il gemellaggio tra Spediporto Genova e HAFFA di Hong Kong, rappresentate rispettivamente dal Chairman Brian Wu e dal Presidente Alessandro Pitto, la cui cerimonia è stata introdotta da Federico Fuochi, del gruppo giovani del Propeller Milano. Queste le principali attività che, nel 2016 e nel 2017, sono state accompagnate molte conviviali di estremo interesse, fra cui: l’incontro tra i soci Propeller e Benjamin Wong - Capo Divisione Trasporti Invest

Hong Kong, la conviviale “La Logistica dell’arte, l’arte della Logistica che ha avuto un grandissimo successo, la conviviale sul trattamento della merci con le nuove tecnologie presentate da Webcontainer, quella sulla Formazione con la presentazione del manuale per gli istituti tecnici logistici “Corso di Logistica e Trasporti” curato dal Prof. Fabrizio Dallari e quella sull’apertura del Gottardo (tutte nel 2016). Nel 2017 vi è stato invece il patrocinio della collaterale “Container d’Arte” che si è tenuta a Lugano dal 4 a al 17 settembre con tre container contenenti diverse opere d’arte di prestigio in tre piazze strategiche di Lugano: le Piazze Maraini, Battaglini, San Carlo e il supporto alla missione culturale “Si combatteva qui! 1914 – 1918 Sulle orme della Grande Guerra – Missione fotografica sui Monti Carpazi” - nell’ambito del pluriennale progetto fotografico “Si combatteva qui!”, sfociato in una mostra fotografica che ha girato sia l’Italia che l’Europa, dal 27 gennaio al 12 febbraio organizzata da Alessio Franconi socio junior del Propeller. Tutti questi eventi hanno reso il 2016 e il 2017 anni ricchi e unici che hanno visto il Propeller Milano agire in una logica di squadra con le diverse componenti della logistica e dello shipping nazionale e internazionale e organizzare momenti conviviali dedicati ad arte e cultura. Il tutto reso possibile dal grande contributo di tutti i soci che hanno portato grande lustro al club e che ci hanno motivato fortemente nel continuare nel 2018 con tante altre attività di valore e interesse per tutti i nostri soci e la comunità di cui facciamo parte. Riccardo Fuochi Presidente Propeller Club Milano


Venezia e la portualità del terzo millennio

Nella cultura delle regole nascerà il grande europorto dell’alto Adriatico?

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onfidenzialmente: “Sai giocare a scacchi?” “Abbastanza”. “O sì o no caro Presidente perché, come certamente saprai, nel gioco degli scacchi non c’è azzardo ma solamente l’applicazione di semplicissime regole che di volta in volta vengono adottate dalle scelte del giocatore per arrivare allo “scacco matto” del re avversario”. Da questa premessa col presidente dell’Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico Settentrionale Pino Musolino nasce e si consolida una sempre più stretta, friendly collaboration tra il “Port of Venice” e il vertice dell’Autorità per contribuire ad ottimizzare tutte le potenzialità che questo grande porto dello Stato potrà esprimere con l’impegno e il lavoro dei tanti imprenditori e specialisti del comparto marittimo associati nel Propeller. Dunque se come ha più volte ricordato il presidente dell’International Umberto Masucci “L’Unione fa la forza” , ebbene a Venezia, tra operatori e Autorità questa massima l’abbiamo adottata davvero aprendo così, a differenza di altri mandati, una nuova fase in quel complesso processo di cambiamento che si sta realizzando per la portualità lagunare che ha ampliato i suoi perimetri con l’inclusione nella giurisdizione dell’Autorità Portuale del porto di Chioggia e, a breve, di Porto Viro. Un “sistema” di ben tre porti in stretta connessione col porto interno di Mantova (Valdaro) e quindi, ci auguriamo in un prossimo futuro, più a Nord anche con tutta l’area industriale di Verona (n.d.r. Quadrante Europa ecc.ecc.). Dunque se da una parte Pino Musolino, forte delle sue esperienze internazionali con porti e compagnie (Anversa, Singapore, Hapag Lloyd ecc.

ecc.) ha dettato le linee guida per una nuova portualità di livello continentale anche includendo una sempre più stretta collaborazione con i porti aderenti al NAPA per fare dell’Adriatico la via marittima più competitiva nel nuovo assetto imposto al mondo del trasporto dall’economia globale, dall’altra la vera interfaccia di questo progetto non possono non essere che il mondo della produzione e quello dei servizi. E’ su questo binomio che, con una sempre maggiore collaborazione nel rispetto dei singoli ruoli, si gioca il futuro della portualità non solo lagunare ma di tutto l’Adriatico, mare che al suo estremo Nord già esprime il suo grande europorto se corretta, nella specializzazione delle infrastrutture, sarà la gestione coordinata dei singoli scali. Tutto ciò, come ho ricordato ai miei soci nel corso del charter night, cioè in un cordiale momento di consuntivi e preventivi della vita del Club, non si fa certo né con gli “yes men” né con annunci autoreferenziali, spesso sparati, modi “capitan Fracassa” in un incom-

prensibile politichese, ma con proposte concrete, con progetti bancabili, con costi e tempi certi nella realizzazione delle infrastrutture; elementi questi di quel grande “master plan” necessario per ottenere finanziamenti e risposte affermative dalla politica europea. Dunque è su questa “scacchiera”, quella dei porti adriatici, che dovremo giocare, tutti ben schierati e guardinghi, dal Re al piccolo pedone, ognuno con la consapevolezza del proprio ruolo e con pari dignità anche perché ogni pedone che riesca a raggiungere l’altra sponda della scacchiera può chiedere “pezzo” e trasformarsi da subito nella più ambita Regina. Ma per tornare in Laguna ecco allora che i complessi problemi delle grandi navi a Venezia, frutto troppo spesso di schermaglie politiche o peggio palcoscenico mondiale di troppi aspiranti sedicenti attori, o quelli relativi alla riqualificazione di Porto Marghera e alle sue mille ipotesi di sviluppo o, più semplicemente, delle opere da realizzare per sanare i devastanti effetti provocati all’economia marittima dall’emorragico progetto MOSE, potrebbero essere facilmente e finalmente superati se verrà palesemente riconosciuto a tutti, politici, amministratori pubblici, imprenditori o semplicemente comuni cittadini, il “diritto di avere diritti” e, perché no, la certezza della pena per chi sbaglia. E queste, come in una partita a scacchi, senza alcun azzardo, dovrebbero essere le regole per un brillante percorso tra il pubblico e il privato in un “gioco” che, per una volta, non avrà né vinti né vincitori quando a vincere sarà il raggiungimento di un comune traguardo. Massimo Bernardo President Port of Venice

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Il Propeller Club Palermo e la connessione porto-città L

a sede palermitana dell’International Propeller Club, a pochi passi dal Porto, è ospitata presso gli uffici della compagnia di navigazione Grimaldi Lines con cui, da alcuni anni, ha intrapreso una proficua collaborazione per l’assegnazione di un premio rivolto agli allievi dell’Istituto Nautico cittadino e per patrocinare la formazione a bordo delle proprie navi sociali degli allievi. I soci del Club provengono dal comparto marittimo e dei trasporti a livello regionale nei settori privato e pubblico; si tratta di professionisti del settore, di dirigenti e funzionari delle amministrazioni pubbliche del comparto, di operatori della logistica e dell’intermodalità e di rappresentanti delle compagnie di navigazione e del mondo dello shipping (piloti, agenti marittimi, spedizionieri). Per specifica previsione statutaria, il Club annovera anche due soci onorari, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, ed il direttore marittimo e comandante del porto di Palermo, il contrammiraglio Salvatore Gravante. Il Club nell’ultimo triennio si è fatto promotore di iniziative che hanno suscitato grande interesse a livello locale,

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ma anche nazionale. Tra queste un convegno sulla responsabilità del comandante della nave; occasione di riflessione e confronto su importanti temi che hanno interessato negli ultimi anni gli addetti ai lavori dopo il caso “Costa Concordia”. All’evento è seguita la pubblicazione, su una delle più importanti riviste scientifiche di diritto marittimo, di una delle relazioni proposte che ha riguardato l’esame comparato della responsabilità del comandante nel caso di abbandono della nave in pericolo. Il Propeller Club Port of Palermo ha avuto sempre grande interesse per il fronte a mare della Città di Palermo e, per tale ragione, in intesa con la Soprintendenza del Mare, Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana, ha organizzato in collaborazione l’iniziativa culturale “Il mare promesso. Palermo: la rigenerazione del fronte a mare”. L’idea cardine dell’iniziativa culturale è stata quella di affrontare il tema del “bello” che c’è, che c’è stato e che ci sarà nel fronte a mare di Palermo mediante l’analisi di quanto è già stato fatto dal Porto al Foro Italico e quanto si potrebbe realizzare per l’intera zona

costiera fino ad Acqua dei Corsari. Il Club ha anche organizzato una conferenza internazionale “Short Sea Shipping: infrastrutture e attività” con la collaborazione del dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo, Confindustria Palermo e della Scuola Europea di Short Sea Shipping che è stata rappresentata dal direttore dott. Eduard Rodés. Il sodalizio ha anche organizzato seminari e tavole rotonde sulle attività cantieristiche e sui vari di nuove costruzioni effettuati presso lo stabilimento Fincantieri di Palermo, nonché sulle attività e traffici del porto di Palermo con gli interessanti e nuovi riflessi in materia di sicurezza e dei controlli di security. L’attività del Club tiene conto delle grandi potenzialità del porto di Palermo sia sotto il profilo commerciale, turistico ed industriale in costante crescita e rinnovamento ponendosi costantemente a supporto ed ausilio degli Enti territoriali, della Capitaneria di Porto e dell’Autorità di Sistema Portuale. Vice Presidente Renato Coroneo e Segretario Francesco P. Molinelli Propeller Club Palermo


Genova ed il Propeller Club in perfetta sintonia R

ipercorrendo brevemente le tappe che hanno contraddistinto la vita sociale del Propeller Club – Port of Genoa nel corso di questi ultimi mesi, va ricordato che il presente anno sociale ha avuto inizio con un primo evento, organizzato per il 17 ottobre 2017, che ha visto l’esordio del Gruppo Giovani – da poco costituito a Genova – i quali hanno proposto un interessantissimo tema, quello della “Loss Prevention 2.0: profili di responsabilità e gestione del rischio”, sviluppato attraverso un articolato incontro presso la prestigiosa Sala Riunioni gentilmente messa a disposizione dalla Banca Passadore. Tale evento ha visto la presenza di un gruppo di operatori e di studenti veramente folto (circa 160 persone!); in questa sede si sono dibattuti alcuni rilevanti aspetti legati alla prevenzione dei rischi grazie alle interessanti relazioni di esperti provenienti da vari rami del cluster marittimo, quali Enrico Telesio (Managing Director Carboflotta Group), George Devereese (Senior Loss Prevention Executive – Thomas Miller, London), Federico La Fauci (Hull Claims Broker, Cambiaso Risso Marine Spa), Luca De Angelis (Marine Surveyor Imasco International Marine, Service & Consulting), e Enrico Molisani (Senior Partner MR International Lawyers). Successivamente il Propeller Club – Port of Genoa ha poi organizzato il 13 novembre 2017 presso il bel Ristorante “Al settimo cielo” del Grand Hotel Savoia un evento sul tema “ Quali navi “smart” nel prossimo futuro? La parola agli esperti”. I relatori che si sono susseguiti ovvero Maurizio D’Amico (Business & Technology Development Director D’Amico Soc. Di Navigazione), Matteo Natali (Senior PM Digital, Rina Services Spa) e Alessandro Pescetto (Senior Manager Marine Innovation, Rina

Services) – hanno saputo inquadrare in modo davvero molto stimolante e coinvolgente le novità tecnologiche ed operative verso cui propende il mondo della navigazione marittima, affrontando così nuove sfide impensabili fino a poco tempo fa e sottolineando il ruolo che Genova ed il suo porto potranno svolgere anche in rapporto ai più moderni esiti tecnologici. Il 16 novembre scorso il Propeller Club ha poi promosso l’inaugurazione dell’Anno Accademico del Corso di Laurea in Economia e Management Marittimo-Portuale (EMMP), unico Corso di Laurea magistrale, esistente in Italia, specializzante nelle professionalità marittimo portuali. Tale inaugurazione ha visto - nei saloni della Stazione Marittima passeggeri gentilmente messa a disposizione dai suoi dirigenti nonché da MSC ed in presenza di operatori marittimi e studenti - Paolo Emilio Signorini, Presidente dell’Autorità Di Sistema Portuale per la Liguria Occidentale che ha intrattenuto l’uditorio con una brillantissima “Lectio magistra-

lis” sul tema delle nuove sfide per la portualità italiana. Un folto gruppo di soci genovesi ha poi partecipato agli incontri che si sono tenuti nel corso della Hong Kong Maritime Week nel novembre 2017, dimostrando l’interesse attivo del Club genovese a questo evento internazionale. Infine, l’anno solare si è concluso con la consueta serata natalizia del 5 dicembre scorso in cui, alla presenza di oltre 130 partecipanti, il Sindaco di Genova, Marco Bucci, ha proposto la sua “vision” di “Genova, città del mare e sul mare”; in tale occasione, dibattendo temi assai cari agli operatori del settore marittimo - portuale genovese, si sono alternati momenti di studio e momenti conviviali che, grazie all’impeto trascinante del nuovo Sindaco, hanno permesso di aprire un dialogo costruttivo tra il cluster marittimo ed il governo cittadino, dimostrando ancora una volta come questo interessante momento storico veda sinergicamente riunite tutte le forze operative, le professionalità ed i vertici governativi che si sono posti in stretta sintonia per sottolineare ed esaltare il fondamentale ruolo di Genova quale Capitale dello Shipping. Anche in questi ultimi mesi, dunque, il Propeller genovese ha ribadito la sua “mission” volta a porsi quale punto d’incontro e promuovere numerose e varie iniziative al fine di dibattere temi di emergente interesse per tutti coloro che operano nel settore dello shipping, della portualità, dei trasporti e della logistica. L’intendimento di proiettare anche nel 2018 tale “mission” al fine di rafforzare le interrelazioni e le conoscenze tra tutti gli operatori interessati sarà certamente confermato con le prossime riunioni che sono già in cantiere! Giorgia M. Boi Presidente Propeller Club Port of Genoa

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Porto di Trieste: ottime prospettive per il 2018

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randi investimenti, ottime prospettive. Si potrebbe sintetizzare con questo slogan la situazione del Porto di Trieste che ha chiuso l’anno appena trascorso con circa 600mila Teu di traffico container (nuovo record del Porto), il record nazionale nel numero di treni e un grande impegno dei maggiori terminalisti. Nei prossimi mesi, intanto, è prevista, successivamente alla fase propedeutica ed autorizzativa già iniziata da tempo, l’avvio dei lavori per l’allungamento del Molo VII, dedicato ai container e gestito da Trieste Marine Terminal. Ad altri importanti interventi si sta assistendo nell’area della nuova Piattaforma logistica che vede tra gli investitori il Gruppo Parisi, già impegnato nel gestire una parte del traffico ro-ro lungo l’autostrada del mare con la Turchia. In questo settore il Gruppo Samer, altro attore principale dei traffici delle Autostrade del Mare con la Turchia, ha effettuato un recente investimento di 6,5 milioni di euro per una nuova gru transtainer. A ciò va aggiunto il ruolo dell’Interporto di Trieste, infrastruttura dedicata alla logistica intermodale e da qualche mese direttamente coinvolta nelle prospettive di sviluppo delle aree in regime di Punto Franco, caratteristica principale (assieme alla posizione geografica nel cuore dell’Europa) del Porto di Trieste. Il tutto senza dimenticare la forte crescita di Adriafer, operatore ferroviario controllato dall’Autorità Portuale, che si occupa della sempre più intensa attività delle manovre ferroviarie anche

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Fabrizio Zerbini alla luce della recentemente ottenuta autorizzazione quale Impresa Ferroviaria che le consentirà di ampliare i suoi servizi. Ma è la carta del territorio quella che il Porto di Trieste pare stia giocando per attrarre gli interessi su un’area più vasta. Decine di milioni gli investimenti, alcuni dei quali già concretizzati in cantieri, che Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sta investendo sulle infrastrutture del Friuli Venezia Giulia, Porto compreso. L’aeroporto in grado di raggiungere il milione di passeggeri entro il 2020 e che tra un paio di mesi diventerà uno dei pochi scali italiani ad essere raggiunto da una linea ferroviaria principa-

le. A tutto ciò va aggiunta la costruzione della terza corsia per l’ultimo tratto della A4. Una evidente rivoluzione è in atto nella regione all’estremo Nordest d’Italia. La Regione parla di «architettura istituzionale, infrastrutture e servizi» come di un trinomio sul quale basare lo sviluppo economico. Dopo decenni di isolamento, quindi, l’intera regione si avvia a consolidare una situazione che, per quanto riguarda i traffici portuali e l’utilizzo della ferrovia (con le relative ricadute economiche e di occupazione), fa ben sperare per il futuro a breve e medio termine. Il Friuli Venezia Giulia, infatti, è al centro di due importanti Corridoi europei TEN-T: Baltico Adriatico e Mediterraneo e anche per questo Rete ferroviaria italiana è chiamata in causa per intervenire sui valichi, tenendo presente che resta un obiettivo nazionale quello di favorire i porti per i collegamenti con il resto del mondo. Del resto, Trieste è l’unico porto in Italia con un network internazionale così sviluppato. “A Trieste si sta vivendo un momento di grande interesse. Non è capitato così di frequente, a Trieste, di sentire voci diverse, del pubblico e del privato, dire che è un grande momento di opportunità per il Porto, per la città, per il suo territorio e per le ricadute economiche ed occupazionali relative. Per questo motivo - sottolinea il presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini - è ancora più importante continuare a lavorare tutti assieme, istituzioni, politica e privati”. RedMar


Il Propeller Club di Brindisi tra 2017 e 2018

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’anno 2017 per il Propeller Club Port of Brindisi è stato ricco di spunti, a partire dalla principale trasformazione degli assetti organizzativi concernenti l’amministrazione portuale, con la cessazione del modello gestionale precedente, governato dall’Autorità Portuale di Brindisi e la nascita di una nuova entità denominata Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, nella quale sono confluiti ben 5 scali regionali, compreso quello che fu il porto dell’imbarco della Valigia delle Indie. Sino poi ad arrivare al 10 aprile 2017, data in cui, in occasione di un convegno organizzato dal Propeller Club Port of Brindisi è stato ufficializzato l’insediamento del nuovo presidente, Ugo Patroni Griffi, a capo del neo costituito organismo di gestione AdSP del Mare Adriatico Meridionale. Un anno, dunque, caratterizzato almeno nella sua parte iniziale, da grandi trasformazioni e anche da nuove ed inaspettate occasioni di rilancio, cui il sodalizio brindisino ha saputo far seguire una serie di iniziative mirate alla realizzazione di significative proposte rivolte ai rappresentanti del mondo dell’economia dei trasporti e della politica e aventi come denominatore comune la salvaguardia delle peculiarità e delle prerogative fondamentali del porto di Brindisi all’interno della nuova Organizzazione. Si sottolinea al riguardo, che il solo porto di Brindisi, rispetto ai 5 porti dell’AdSP del Basso Adriatico porta in dote circa il 75% del bilancio e delle

Donato Caiulo merci, con 7,5 milioni di euro e con 10,4 milioni di tonnellate di merci. Infatti, fin dai tempi dei Romani, Brindisi ha rappresentato l’unico porto verso l’Oriente, il punto di confluenza delle due “Infrastrutture Strategiche” dell’Impero Romano verso l’oriente: la via Appia e la via Traiana. Con ciò si vuol sottolineare e sintetizzare la vocazione bimillenaria del porto di Brindisi e del Salento, che rappresenta per Brindisi la speranza di un futuro in cui il porto torni ad essere il fulcro della rinascenza e dello sviluppo dell’intero territorio salentino. E di questo, il Propeller Club Port of Brindisi, aveva invitato il Ministro dei trasporti Graziano Delrio a farsene garante, già nel novembre 2016.

Intensa è stata pure la realizzazione di eventi di approfondimento tematico. Nel maggio 2017 il Propeller Club Port of Brindisi ha organizzato un primo convegno con la Capitaneria di Porto e gli studenti dell’Istituto Nautico sull’alternanza scuola lavoro, istruzione e formazione che ha visto anche la premiazione gli studenti più meritevoli. E’ stata questa l’occasione per investire nella cultura di settore e collegare l’imprenditoria locale, con particolare attenzione a quella marittima, al mondo dell’istruzione, nell’ottica di creare nuove professionalità, favorendo il cambio generazionale fondamentale per dare continuità alla crescita economica del comparto. Nel settembre 2017, in qualità di club senior per la Puglia, il Propeller Club Port of Brindisi ha collaborato con i clubs di Taranto e Bari alla Convention Nazionale del Propeller a Taranto e ad un primo convegno a Bari dal titolo di grande attualità: “La Riforma portuale tra passato, presente e futuro”. Da ultimo, il consiglio direttivo ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2018 -2021 e, nella riunione del 9 gennaio scorso, ha confermato nel ruolo di Presidente, l’ing. Donato Caiulo, conferendo quelle di vice presidente all’avv.ssa Michol Donativi Barretta e di segretario alla dott. ssa Anna Carlucci. Del nuovo consiglio direttivo del Propeller Club brindisino fanno inoltre parte il past presidente, Giuseppe Gorgoni, il socio fondatore Glauco Riotta, oltre ai riconfermati, Abele Carruez-

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zo, Giovanni Danese, Maria De Luca, Adriano Guadalupi, Teo Titi. Il presidente Caiulo, in quest’ultima occasione, ha rivolto ai soci una breve comunicazione in cui ha indicato alcune delle linee guida a cui impronterà il suo mandato: l’impulso alla sezione ‘Giovani’, due dei quali, Antonio Bonatesta e Antonio Catanzaro, sono entrati a far parte della Segreteria esecutiva. Il primo punto programmatico del Propeller Club Port of Brindisi riguarderà una serie di iniziative rivolte alla formazione dei giovani in campo marittimo e logistico, in partnership con il sistema scolastico territoriale, attraverso programmi di alternanza scuola-lavoro e la proposizione di master post diploma e post universitari. Non ultime le più tradizionali iniziative di tipo culturale.

Tra le priorità del nuovo mandato, infatti, un rinnovato impulso alle attività convegnistiche. Per il 2018 sono in corso di preparazione incontri di approfondimento sui seguenti argomenti: • L’efficienza dei Lavori Pubblici nel nuovo Codice degli appalti; • Reti TEN-T: dal prolungamento a Brindisi-Taranto del Corridoio Baltico Adriatico verso le nuove vie della seta e lo sviluppo delle sinergie e dei traffici nella macro regione del Mare Mediterraneo Orientale; • Valorizzazione e recupero del Castello Alfonsino e dell’Isola di Sant’Andrea - sita al centro del Porto di Brindisi - agli usi turistici e portuali; • Revisione dei vincoli e conseguente riutilizzo dei manufatti e terreni del demanio militare ed aeronautico.

• Brindisi tra Zes e strategie energetiche Nazionali. Ed inoltre, un convegno si svolgerà il 14 - 15 giugno, in occasione del decennale della venuta a Brindisi e nel suo porto, di Papa Benedetto XVI. Le parole di papa Ratzinger sul ruolo storico del porto di Brindisi, cui il Propeller Club Port of Brindisi, aveva già dedicato un convegno nel gennaio 2009, saranno al centro di una nuova tavola rotonda, a partire dal ruolo storico rivestito dal Porto di Brindisi verso l’Oriente. Di prossima realizzazione, in programma per il 25 gennaio 2018, ore 17.30, presso l’Aula Magna dell’Università del Salento di Palazzo Nervegna, il convegno sulla riforma portuale di Federico II. Michol Donativi Barretta

Le speranze perdute di una “riforma” necessaria

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a legge 84/94 aveva dato una vera svolta alla profonda crisi dei traffici che fino agli anni ‘80 si registrava nei porti italiani. Aver dotato ciascuna realtà di veri poteri di promozione e infrastrutturazione con regole certe in materia di gestione delle concessioni, aveva realmente dato impulso all’incremento dell’import ed export dalle banchine italiane con sostanziali introiti per lo Stato. La legge però, dopo 20 anni, necessitava di un completamento oltre che di adeguamenti frutto dell’esperienza già fatta. Interventi che la nuova riforma ha solo annunciato per esempio in materia di

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snellimento delle procedure amministrative soprattutto quando queste dipendono da altre Amministrazioni (troppe) presenti nella regolazione delle attività. La “nuova” Riforma , nonostante le buone intenzioni non ha dato soluzione alle difficoltà emerse nei primi anni di gestione della “vecchia”. Questa situazione in aggiunta alla lontananza dei mercati ha oltremodo penalizzato i porti del Sud. L’ultimo esempio è la vicenda delle “ZES” e delle “ZLS” con le polemiche che ne sono seguite e che sicuramente renderanno inutili le pur buone intenzioni del Governo. Come

già accaduto per le norme di accelerazione dei dragaggi , dei piani regolatori, che da ottime intenzioni del Governo si sono tramutate in speranze vanificate dalla mancata riforma della burocrazia, quella vera, che per esigenze di “cortile” vanifica ogni buona intenzione del Governo e a volte dello stesso Parlamento. La vera riforma necessaria per i porti, e non solo, è quella della burocrazia! Ma una riforma efficace presuppone necessariamente la rivisitazione del Titolo V. Michele Conte Presidente Propeller Club Taranto


Propeller Livorno, rinnovo per Maria G. Giani Pollastrini

La Presidente Maria Gloria Giani Pollastrini è stata confermata per un secondo mandato lo scorso 18 settembre.

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llargato il numero dei membri del Direttivo ad otto, la vita associativa del Propeller Club Port of Leghorn è subito partita con due interessanti incontri, di cui il primo si è tenuto allo Yacht club, sotto forma di “Incontri nel salotto del Propeller” durante il quale il Presidente di recente nomina della Camera di Commercio di Grosseto e Livorno, l’imprenditore Riccardo Breda, è stato intervistato dalla Presidente Giani ed ha incontrato la comunità associativa e le autorità. In Novembre invece il Club ha ospitato un team di informatici e fisici che hanno progettato una possibilità di effettuare i controlli sui containers per contrastare traffici dannosi ed illeciti tramite tecniche innovative e non dannose agli operatori; l’incontro ha visto fra i relatori anche responsabili delle procedure di verifiche e controlli della Agenzia delle Dogane. La tradizionale serata degli auguri si è svolta all’insegna del sostegno e della Charity, come già fatto nel triennio precedente da parte della Presidente Giani; quest’anno, sempre fermo l’aiuto alla Associazione Il Porto dei Piccoli, il ricavato della riffa benefica è stato consegnato alla Associazione Paraplegici di Livorno a supporto dell’auto speciale per i portatori di handicap, intitolata ad una delle giovani donne vittime del Nubifragio che ha colpito Livorno il 10

settembre 2017. Primo impegno del 2018 sarà invece un Convegno internazionale che si svolgerà il 22 gennaio nella Fortezza Vecchia di Livorno dal titolo “ Cybercrime ed e-commerce: chi resta impigliato nella rete?” con un panel di relatori nazionali ed internazionali la Presidente Giani, assieme alla agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La conoscenza dei rischi derivanti dal cybercrime e degli elementi caratte-

rizzanti il mercato internazionale della contraffazione – ha spiegato in conferenza la presidente Maria Gloria Giani Pollastrini – oltre ad essere elemento di confronto e crescita, è uno strumento utile per il lavoro quotidiano di chi si trova ad essere l’interfaccia tra i Paesi produttori e il mercato unico europeo. La tutela delle nostre eccellenze passa anche dal lavoro sinergico tra istituzioni, operatori e consapevolezza negli acquisti da parte degli utenti finali”.

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Wista a gonfie vele verso il 2018

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l nuovo board di Wista Italia, eletto a Genova in occasione dell’assemblea annuale svoltasi a bordo della MSC Splendida, ha chiuso il 2017 con una cena degli auguri che si è tenuta a Roma, alla quale hanno partecipato, oltre a numerosissime socie, i rappresentanti delle principali categorie del mondo dello shipping confermando WISTA Italy come un punto di riferimento per il mondo dell’economia marittima. Anche in questa occasione il nuovo Board, ha confermato la volontà di proseguire con rinnovato impegno il cammino intrapreso dal precedente che puntava allo sviluppo del networking fra le socie italiane e straniere, da sinistra: Giovanna Summonti, Sara Capotorto, Daniela Aresu, all’implementazione della formazione Barbara Gallo, Katia Balducci e alla promozione dell’Associazione nei diversi consessi nazionali e internazionali. Una campagna di Il Direttivo di Wista Italia sensibilizzazione delle donne Del nuovo direttivo fanno parte Daniela Aresu, Presidente, Paola Tongiani, Vicepreattive nelle professioni del mare sidente e Tesoriera, Barbara Gallo, contact person, Alberta Frondoni, Patrizia Lupi, punterà a coinvolgere sempre Gabriella Reccia e Barbara Pozzolo più socie in tutta Italia, per creDaniela Aresu, Presidente Wista, svolge a Cagliari la professione di Avvocato speare una vera e propria rete che cializzato in diritto marittimo e diritto dei trasporti. Paola Tongiani, Tesoriera, è dottore colleghi idealmente tutte le procommercialista revisore e consulente aziendale, opera a Carrara presso lo Studio fessioniste marittime, nell’autenCasani & Associati. Barbara Gallo, genovese, è titolare della Maritime & Corporatico spirito Wista, utile sia da un te Affairs, società di consulenza in ambito marittimo. Alberta Frondoni di Genova è punto di vista professionale che avvocato e docente nel settore del diritto delle assicurazioni e dei trasporti. Patrizia come occasione di contatti, idee Lupi, livornese, giornalista, oggi Amministratrice di una agenzia di Comunicazione, e scambi di esperienze. Saranno proviene dal mondo portuale dove ha ricoperto incarichi dirigenziali a Livorno e Civitaprogrammate iniziative finalizzate vecchia. Gabriella Reccia, avvocato partenopeo, è General Counsel del Gruppo Nova alla promozione e al sostegno del Marine (Romeo/Duferco). Barbara Pozzolo è Avvocato Cassazionista e Mediatore, genere femminile, a tutti i livelli, esperta in Diritto dei Trasporti, Consigliere di Amministrazione di Aeroporto di Genova nei diversi settori dell’economia SpA. marittima, dove la presenza delIl Collegio dei Probi Viri le donne è poco rappresentata o Daniela Fara, Direttrice dell’Accademia della Marina Mercantile di Genova; Moniincoraggiata. ca Bertacca, Dirigente dell’Ufficio Estero della Yacht Broker Srl di Viareggio; Serena “Il ruolo di Wista è quello di Scordamaglia, Amministratore unico della società FCM srl, Compagnia italiana spevalorizzare la leadership femcializzata in consulenze sulla gestione delle risorse umane nel campo marittimo. minile nel settore marittimo e

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dei trasporti e sostenere le socie con la formazione e il networking. Wista – conferma la Presidente Daniela Aresu - intende favorire l’entrata di nuove socie e le relazioni con Wista Med e con Wista International. Wista, che è l’acronimo di Women International Shipping and Trading Association, associa più di 3000 professioniste dello shipping provenienti da oltre 40 paesi nel mondo. Un’associazione in continuo sviluppo con il crescere della presenza delle donne nelle professioni del mare, che rappresenta al femminile il cluster marittimo internazionale.” WISTA Italy nasce a Genova nel 1994 dalla volontà di cinque socie fondatrici, tutte attivamente coinvolte nel panorama marittimo italiano. Wista Italy è membro di Wista International e raggruppa in Italia, e nel mondo, donne con esperienze professionali di alto livello nel settore marittimo-portuale, dei trasporti e della logistica, sia nell’ambiente privato che in quello pubblico. Oggi l’associazione è composta da socie provenienti da tutta Italia: avvocati, commercialisti, docenti, giornaliste, donne che operano in compagnie armatoriali o crocieristiche o nel settore della nautica e della cantieristica, funzionari di Istituzioni, agenti marittimi, consulenti in tema di sicurezza maritti-

ma o di registri stranieri. Tutte le professionalità inerenti il settore sono rappresentate. “WISTA Italy - ricorda la Presidente Aresu - è presente ed attiva nel cluster marittimo e svolge un ruolo di promozione di idee e di confronto sulle tematiche più attuali del settore anche a livello istituzionale. Tra i nostri obiettivi: la promozione dello scambio di best practice tra le socie, la formazione professionale, la valorizzazione del talento femminile, la collaborazione con le altre associazioni e istituzioni per promuovere l’industria marittima, incoraggiare e sostenere una significativa presenIn alto da sinistra: Alberta Frondoni, Paola za delle donne negli organi Tongiani, Gabriella Reccia, Barbara Pozzolo decisionali nel privato e nel In basso da sinistra: Patrizia Lupi, Daniela pubblico”. Aresu, Barbara Gallo Prossimo appuntamento a Genova il 18 gennaio per l’assemblea mensile delle socie per definire il programma di attidelle socie per un proficuo scambio di vità di Wista, in campo nazionale e d esperienze mettendo in contatto realtà internazionale, per il nuovo anno. Nel diverse, sia da un punto di vista econoprossimo futuro saranno programmati mico che sociale. appuntamenti e meeting nelle numerose città dove trovano sede le aziende Patrizia Lupi

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Il Corridoio del Brennero per connettere l’Italia “E’

veramente un onore e un piacere essere qui a parlare di uno dei progetti che farà la storia dell’Italia e dell’Europa intera. In questi anni si è messa in moto una programmazione e una progettazione infrastrutturale e dei trasporti denominata “Connettere l’Italia”. Questo programma ha una visione delle connessioni del sistema Paese verso l’Europa e all’interno del Paese stesso. Si parla di sostenibilità per connettere l’Italia, in senso di sostenibilità ambientale, sia a livello globale che a livello di polluzione locale, sostenibilità sociale, ossia garantire una mobilità inclusiva anche per i territori marginali, e sostenibilità economica, finalizzata a ridurre la bolletta che l’Italia paga all’Europa per l’arretratezza logistica”. Così Ennio Cascetta, Amministratore Unico Ram Logistica, Infrastrutture e Trasporti S.p.a, nel corso del convegno “Il corridoio del Brennero per Connettere l’Italia”, tenuto a Trento alla presenza del ministro Graziano Delrio. “C’è stata una produzione di norme, allegati, di un codice appalti e di una serie di atti pubblici che il Parlamento ha approvato per trasformare questa vision in opere e in leggi concrete – ha proseguito Cascetta - La politica della mobilità sostenibile si è tradotta in infrastrutture, norme e semplificazione, incentivi per l’uso del ferro, cosiddetto ferrobonus, per il trasporto marittimo, il marebonus, oltre agli incentivi per l’acquisto di nuovi mezzi per il trasporto pubblico locale”. “Nel Piano “Connettere l’Italia” sono state fatte una serie di scelte e sono state previste una serie di priorità. Sono stati selezionati 108 interventi necessari per il Paese – ha aggiunto l’AU

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Ennio Cascetta di Ram – tra cui grandi e piccole opere di qualche decine di milioni di euro. Il valore complessivo degli interventi è di 130 miliardi di euro per progetti che sono pronti e si devono fare. Nel documento sono previste anche altre opere ancora da finanziare, sono progetti che si possono introdurre successivamente nel tempo. Noi guardiamo al 2030, perché senza sguardo lungo queste scelte infrastrutturali non hanno senso. In 15 anni l’Italia spenderà 150 miliardi di euro con opere che realizzano questa visione strategica”. Ennio Cascetta ha poi ricordato che “tra 2014 e 2016 il Pil è aumento del +2%, il trasporto merci aumenta 3-4 volte in più rispetto all’economia generale. Per connettere l’Italia bisogna superare la barriera delle Alpi. Il trasporto merci transalpino vale 150-160 milioni di tonnellate all’anno. Sull’asse

del Brennero la ferrovia cresce come la strada ma non ha ancora guadagnato quote di mercato, anzi dal 2010 le sta perdendo. Il Brennero è il primo valico ed è il più importante legame tra il nostro Paese e l’Europa ma è cambiata la composizione del traffico, servono treni più lunghi e più alti e questa è una scelta epocale. Il Tunnel del Brennero è un’opera ferroviaria gigantesca, sono previste decine di chilometri di gallerie. Si tratta di un’opera utile che serve e giustifica la quantità di risorse investite se però è parte di un sistema, ossia se si possono raggiungere i porti, i centri intermodali e se le strade sono connesse. Il Brennero fa parte del corridoio che parte dalla Scandinavia e arriva a Malta, ha 150 anni, come il Frejus e il valico dei Giovi. Si tratta di un sistema costruito nella seconda metà dell’ottocento e ci consente ancora di scambiare merci e trasportare passeggeri in Europa. Oggi stiamo facendo la stessa cosa su tutti i valichi alpini ferroviari – ha sottolineato l’AU - mentre nel dopoguerra sono stati fatti interventi sui valichi stradali”. “La ferrovia però serve anche alle persone. In Italia la rivoluzione di questi ultimi anni è stata l’alta velocità che ha costruito un nuovo Paese. Ci sono 40 mln di viaggiatori all’anno, numeri più che raddoppiati dal 2010, di questi 10 milioni di passeggeri non si spostavano affatto. Con la metropolitana d’Italia è cambiato il modo di vivere e di viaggiare. Il progetto è di far arrivare l’alta velocità di rete anche a Trento e Bolzano. Abbiamo portato le linee storiche alla velocità di 200 e oltre chilometri orari. Il nostro obiettivo è raggiungere Trento. Cosimo Brudetti


Il porto di Salerno continua a crescere

Traffico contenitori 2017: +13% rispetto al 2016. Movimentazione Sct SpA +18%.

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l porto di Salerno conclude il 2017 con un incremento del traffico contenitori che si stima intorno al +13% (tra 420.000 e 430.000 teus secondo le prime valutazioni – rispetto ai 380.000 teus del 2016). All’interno di questo perimetro statistico Sct SpA (Gruppo Gallozzi) ha movimentato nel 2017 circa l’80% delle merci in contenitori lavorate nello scalo salernitano, attestando il proprio trend anno su anno al +18%. Sono dati che confermano il trend strutturale con il segno più in atto e che - se inseriti nella prospettiva previsionale relativa al 2018 - lasciano presagire per i prossimi 12 mesi ulteriori margini di miglioramento. “Di fronte a questo quadro basato sui numeri – sottolinea Agostino Gallozzi, presidente di Sct SpA – siamo convinti che il porto di Salerno sia sulla strada giusta per continuare a competere con successo, come, peraltro, confermato dai grandi top player dello shipping internazionale che hanno scelto nel 2017 il nostro scalo per implementare nuove linee e collegamenti con le principali destinazioni commerciali del mondo: due nuovi servizi settimanali per gli Stati Uniti, un terzo nuovo servizio settimanale per il Nord Europa, potenziamento dei collegamenti con Cina ed Estremo Oriente, Sud America, Canada, Medio Oriente, Africa e Mediterraneo. Il livello di affidabilità, efficienza e di convenienza economica raggiunto dalla realtà portuale salernitana è tale da avere consentito politiche commerciali espansive anche in un periodo, ormai alle spalle, caratterizzato da un ciclo

Agostino Gallozzi negativo, perché il successo ed il valore aggiunto di un porto si misura non solo in termini statistico-quantitativi, ma innanzitutto in termini di pluri-connettività competitiva, offerta alle aziende del territorio, rispetto ai mercati globali.” “Il cammino verso il gigantismo navale – continua Gallozzi – rafforzato dalle fusioni e dalle grandi alleanze, già presenti e non a caso a Salerno, è inarrestabile. Solo i porti in grado di ospitare all’oreggio navi di più grandi dimensioni avranno la possibilità di crescere. Il porto di Salerno si presenta pronto a questa sfida e nei prossimi anni potrà approfittare di ogni opportunità che si presenterà sul mercato. La lunghezza delle navi di nuova generazione è infatti compatibile con la lunghezza delle banchine del porto di Salerno, che è di

380 metri. E, naturalmente, le progettualità già definite relative all’allargamento dell’imboccatura, all’approfondimento dei fondali e alla realizzazione delle gallerie di collegamento con le arterie stradali, rappresentano lo snodo determinante per consentire alla comunità di imprese e di lavoratori del porto di Salerno di continuare a recitare un ruolo di primo piano al servizio dell’economia del nostro territorio (ed anche in confini molto più ampi), supportando in maniera sostanziale l’inserimento nei mercati internazionali di un’ampia e significativa fetta delle industrie manifatturiere e di trasformazione, del Salernitano e della Campania”. “E’ appena il caso di ribadire la nostra convinzione – conclude Gallozzi – che il pieno decollo dell’Autorità Portuale di Sistema Tirreno Centrale possa rappresentare un punto di forza nell’ambito di questa strategia, a patto che il 2018 sia l’anno della svolta per il miglioramento della qualità infrastrutturale dello scalo e, nello stesso tempo, di una vasta ed approfondita opera di potenziamento della qualità delle strutture interne, con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria a banchine, arterie stradali, viabilità. Senza alcun dubbio, con la supervisione dell’Autorità Portuale e con il sempre valido e fondamentale supporto dell’Autorità Marittima salernitana, fin da subito è necessario attivare un percorso con lavoratori ed imprese, dal punto di vista dell’implementazione delle politiche della formazione professionale e della sicurezza sul lavoro.” Carolina Sinnopoli

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Rinasce Masuccio Salernitano storico scalo cittadino

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AdSP del Mar Tirreno Centrale realizzerà almeno due interventi di messa in sicurezza del porto Masuccio Salernitano, storico scalo cittadino che ospita oltre al diporto una sempre più cospicua attività di trasporto passeggeri turistico con Capri e i centri della Costiera Amalfitana. L’obiettivo è quello di porre rimedio ai deficit infrastrutturali di un porto che il Segretario Generale dell’ente, Francesco Messineo, ha definito, durante la presentazione pubblica dei progetti presso l’Istituto Nautico di Salerno, “un’opera incompiuta, incompleta, che necessitava sin dall’inizio di interventi per il raggiungimento degli standard minimi di sicurezza”. Un ritardo dovuto principalmente “alla mancata attenzione in tema di infrastrutturazione della portualità turistica che nei primi anni duemila è stata sostanzialmente demandata ai privati attraverso lo strumento del project financing”. L’intenzione dell’AdSP è colmare questo gap attraverso opere compatibili con le strutture già previste dal progetto preliminare di ampliamento del Comune di Salerno, volte a mitigare quanto più possibile le condizioni di agitazione ondosa all’interno dello specchio acqueo. In questo modo si ridurrebbe la possibilità di eventi rischiosi per le persone e le cose lungo i moli e le banchine di riva (come nel caso

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della disastrosa mareggiata del 2009) che in misura variabile interessano l’area ogni anno. Basandosi su un modello matematico è stato realizzato uno studio in cui sono state svolte diverse simulazioni dello stato attuale del porto. Attraverso il programma SWASH (Simulating WAve till Shore) sono stati poi rappresentati i fenomeni di rifrazione e diffrazione delle onde passando in rassegna ben dodici soluzioni migliorative. “La criticità nel bacino – queste le conclusioni – è dovuta a due meccanismi di propagazione e concentrazione delle ondazioni: il primo vede le onde propagarsi per diffrazione attraverso la bocca del porto e poi concentrarsi nell’angolo tra la banchina di riva e la radice del molo sopraflutto; il secondo vede le onde aggirare la testata del molo sopraflutto e quindi ridossarsi al lato interno del molo sopraflutto e concentrarsi lungo la propagazione lungo il molo stesso”. Due le soluzioni migliorative individuate dall’ente portuale in base al rapporto costi-benefici: la realizzazione di un pennello radicato al molo sopraflutto in prossimità della testata e l’adeguamento della banchina di riva rendendola parzialmente riflettente. Il primo progetto prevede, in particolare, il restringimento dell’imboccatura attraverso la costruzione di una struttura di 45 metri

di lunghezza posta trasversalmente al sovraflutto a 75 metri dalla testata, con lo scopo di rompere l’onda incidente; il secondo consiste nella demolizione e ricostruzione della parte superiore della banchina in cemento armato e la realizzazione di cassoni, che saranno parzialmente riempiti da scogli, al fine di produrre un effetto dissipatore del moto ondoso impattante sulla banchina stessa. “Un terzo intervento – ha spiegato Messineo – consisterebbe nell’allungamento della testata del molo di sovraflutto: opera che però a differenza delle due precedenti, ha il limite di costare diversi milioni di euro: 6-7 milioni di euro che potremmo impegnare ma solo dopo una verifica degli effetti dei primi due interventi”. Tra i vantaggi delle due opzioni scelte dall’AdSP, dunque, la relativa economicità (i costi sarebbero coperti con fondi dell’ente) e i tempi di realizzazione. Il restringimento dell’imboccatura tramite pennello ammonta a circa 750mila euro e sono già stati acquisiti tutti i pareri necessari: “la gara partirà quest’anno e i tempi di realizzazione sono stimati in sei mesi,” conferma il Segretario Generale. Entro la fine del 2018 dovrebbe invece essere conclusa la progettazione della nuova banchina. Costo stimato: 3 milioni. Giovanni Grande


Protocollo Porto di Livorno e Autostrade del Mare Studio per lo sviluppo della completa integrazione modale strada-ferrovia-mare a servizio dei traffici dell’Europa Centro-Settentrionale

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l via lo studio per l’attivazione di un nuovo servizio intermodale al servizio dei traffici delle Autostrade del Mare del Porto di Livorno. Lo scalo livornese vanta infatti il primato in Italia per traffico Ro-Ro con il 13% del totale nazionale e 390.000 veicoli commerciali in transito nel 2016. In particolare, l’iniziativa prevede l’implementazione di un servizio strada-ferrovia-mare per il trasporto delle merci dal Porto di Livorno, verso i mercati dell’Europa Centro-Settentrionale. Trasferendo su rotaia parte del percorso, oggi effettuato totalmente su gomma, il nuovo servizio potrebbe arrivare a togliere 2.700 camion ogni mese dalle strade dell’Italia Centro-Settentrionale con un notevole beneficio in termini ambientali, stimabile in circa 4.800 tonnellate di emissioni di C02 in meno all’anno. Questo lo scopo dello studio che impegnerà Interporto Toscano Amerigo Vespucci (promotore dell’iniziativa), RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti Spa, Autorità di Sistema Portuale dell’Alto Tirreno, Regione Toscana, Regione Veneto, Interporto Quadrante Europa di Verona, Interporto di Padova e Rete Ferroviaria Italiana (RFI), firmatari di un Protocollo d’intesa. I firmatari del Protocollo collaboreranno alla definizione di un progetto di fattibilità tecnico-economica per uno o più nuovi servizi intermodali volti a flu-

idificare i flussi di traffico connessi alle Autostrade del Mare afferenti al Porto di Livorno, riducendo il congestionamento di terminal, aree portuali e vie d’accesso. Il gruppo di lavoro analizzerà la sostenibilità dell’utilizzo dell’Interporto Vespucci come vero e proprio gate portuale e come scalo di riferimento per l’instradamento dei semirimorchi su ferro verso gli Interporti di Verona e Padova, snodi strategici sulle direttrici di traffico Nord-Sud ed Est-Ovest. Un obiettivo ambizioso dunque, reso necessario a fronte della crescita dei traffici dei rotabili registrata presso lo scalo livornese. “Il Protocollo realizza gli obiettivi chiave della riforma avviata dal Ministro Delrio – ha dichiarato Ennio Cascetta, Amministratore Unico di RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti – Da un lato, compie un passo avanti verso una strategia condivisa che mette sempre più al centro il concetto di logistica sostenibile, dall’altro, vede gli attori del settore portuale e logistico “fare sistema” per una programmazione intelligente, che prende il via da progetti di fattibilità. Tale iniziativa è l’emblema di ciò che stiamo portando avanti con il Ministero dei Trasporti attraverso la cosiddetta “Cura dell’acqua” e la “Cura del Ferro”, i due strumenti cardine di un percorso di pianificazione che comincia a dare i

primi risultati positivi e che pone le sue basi su una visione di sistema che integra le diverse modalità. Inoltre, l’accordo per Livorno rappresenta una best practice da esportare anche ad altri scali e altri territori: come RAM siamo pronti ad assumerci questo impegno, per accompagnare il settore a definire una progettazione dall’alto valore aggiunto. Per farlo, RAM mette a disposizione le competenze già oggi impiegate nel lavoro svolto come braccio operativo del Ministero per l’implementazione del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, a cui si è aggiunto il ruolo di supporto ai lavori della Conferenza Nazionale di Coordinamento delle Autorità di Sistema Portuale e al processo di Pianificazione previsto nell’ambito del Nuovo Codice degli Appalti”. Il gruppo di lavoro nato con la firma del Protocollo si occuperà di analizzare l’attuale assetto del porto di Livorno e dell’Interporto Vespucci, i traffici dei semirimorchi, i flussi di transito rilevati ed i fattori di competitività del servizio di cui si ipotizza la realizzazione. In definitiva lo studio dovrà fornire tutti gli elementi necessari per l’avvio del servizio, ovvero, qualora non sussistano le condizioni di fattibilità, indicare dove e come agire affinché tali condizioni si realizzino. RedMar

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Autobus elettrici a guida autonoma a Singapore

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BB mette nuovamente in luce il suo ruolo di leader nelle soluzioni di trasporto globale sostenibile con un nuovo progetto in collaborazione con Volvo Buses, questa volta per la Nanyang Technological University (NTU) a Singapore. Offrirà infatti i suoi Heavy Vehicle Chargers (HVC) 300P all’avanguardia per il prossimo progetto di fornitura di due autobus elettrici a guida autonoma per l’isola entro l’inizio del 2019. Con questo progetto ABB fa un altro passo avanti verso la mobilità sostenibile, pochi giorni dopo aver annunciato la sua sponsorizzazione della prima competizione mondiale di vetture interamente elettriche della classe di motorsport internazionale FIA. Il sistema di ricarica rapida HVC 300P eroga una potenza di corrente continua di 300kW e ricarica una batteria in tre-sei minuti. Si basa su OppCharge, un’interfaccia aperta per la ricarica in corrente continua di bus elettrici che viene usata a Singapore e nella regione Asia - Pacifico. L’uso di un pantografo montato sull’infrastruttura di ricarica consente di ricaricare gli autobus al capolinea senza influire sul normale funzionamento del mezzo durante il suo percorso. Il sistema ricaricherà due bus completamente elettrici Volvo 7900 di 12 metri e Volvo e NTU realizzeranno la soluzione di guida autonoma utilizzando la piattaforma Volvo. Si tratta della

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prima applicazione di guida autonoma realizzata da Volvo nel settore dei trasporti pubblici a seguito del successo ottenuto utilizzando tecnologie autonome nelle operazioni di estrazione mineraria, di cava e di raccolta rifiuti. Come ha spiegato Håkan Agnevall, Presidente di Volvo Buses; “Stiamo assistendo a un crescente interesse per i veicoli elettrici a guida autonoma nelle città di tutto il mondo. Insieme a NTU, una delle università tecnologiche leader a livello mondiale, ABB e SMRT, il principale fornitore di trasporti multimodali di superficie di Singapore, ora abbiamo la possibilità di testare varie soluzioni in condizioni realistiche in una città importante che ha grandi ambizioni per il suo trasporto pubblico”. Uno degli autobus elettrici a guida autonoma sarà utilizzato presso il Centre of Excellence for Testing and Research of Autonomous Vehicles (CETRAN), un nuovo impianto avanzato di test di Singapore, dove i ricercatori proveranno nuove funzionalità e studieranno come l’autobus interagisce con gli altri utenti sulla strada. Il secondo veicolo verrà utilizzato per i test nel deposito degli autobus in collaborazione con SMRT. L’obiettivo del progetto è di consentire agli autobus a guida autonoma di domani di ricaricare le batterie e condurre il veicolo al lavaggio e al parcheggio in maniera completamente autonoma. Tarak Mehta, Presidente della Divisione Electrification Products, ha di-

chiarato: “ABB è stata a lungo in prima linea nello sviluppo di soluzioni più ecologiche. Con questo progetto riaffermiamo la nostra intenzione di sviluppare l’industria dei veicoli elettrici nella regione Asia-Pacifico. I nostri sistemi di ricarica elettrica di alta qualità abbinati alla nostra piattaforma connessa basata su cloud ABB Ability™ stanno aprendo la strada affinchè i veicoli diventino più puliti, efficienti e convenienti come non mai.” ABB consegnerà la prima delle due soluzioni di ricarica veloce HVC 300P verso la fine del 2018 quando inizierà la joint venture tra Volvo Buses e NTU. Gli autobus elettrici a guida autonoma saranno consegnati agli inizi del 2019. Finora ABB ha venduto in tutto il mondo più di 6.000 sistemi di ricarica veloci in corrente continua connessi al cloud per autovetture e veicoli commerciali. Ha inoltre stretto una collaborazione con la Formula E, nella prima serie al mondo di competizioni automobilistiche FIA internazionali per veicoli interamente elettrici, nell’ambito della sua continua spinta a promuovere la mobilità sostenibile. La Nanyang Technological University stima che entro il 2150 i veicoli elettrici potrebbero costituire fino al 50% del parco automobilistico di Singapore e siamo orgogliosi di contribuire a trasformare questa visione in realtà. Francesco S. Salieri


Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Freight Leaders Council

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Le nuove competenze dell’automotive 4.0

La filiera automotive italiana è pronta a sperimentare in Italia le tecnologie del veicolo connesso e a guida autonoma

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i è svolta a Napoli, nella cornice del Castel dell’Ovo, con il patrocinio del comune di Napoli, l’Assemblea Pubblica ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) dal titolo Automotive 4.0: trasformazione digitale e nuove competenze, che alla presenza del Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, ha affrontato il tema dell’evoluzione delle competenze nel settore alla luce delle sfide tecnologiche di questi anni, che ruotano attorno alla digitalizzazione come driver di sviluppo dell’automotive, con un impatto su prodotti e servizi, processi e organizzazione. Il Presidente ANFIA Aurelio Nervo, dopo aver ripercorso le attività svolte dall’Associazione nell’ultimo anno per sostenere la competitività delle imprese della filiera, ha passato in rassegna le principali sfide regolamentari che il settore si trova ad affrontare, per poi concludere presentando il punto di vista di ANFIA sulla mobilità del futuro. “Importanti modifiche stanno già interessando le strutture organizzative delle aziende della filiera – ha dichiarato Nervo - Le aziende meccaniche, ad esempio, si trasformano in meccatroniche. L’integrazione con l’elettronica comporta l’introduzione in azienda di nuove competenze, a volte tramite l’acquisizione diretta di aziende produttrici di software di sviluppo prodotto. Questo accade anche perché cambia il prodotto auto, il modo di progettarlo e si sviluppano rapidamente nuove tecnologie, su cui le nostre imprese stanno già investendo in ricerca e innovazione per competere a livello mondiale. Un altro grande cambiamento è rappresentato dalla gestione digitale di tutti i processi aziendali, in particolare quelli legati alla sfera delle operations, che il paradigma 4.0 porta con sé. Nelle aziende di oggi non sempre ci sono competenze adeguate in questo senso. Per gli addetti alla produzione, ad esempio, la digitalizzazione comporta

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Aurelio Nervo non solo una riflessione sulle ricadute si trovi in un momento di storica transidi una crescente automazione dei prozione, che non può prescindere dall’incessi in termini di forza lavoro occupanovazione che porterà verso la mobilità ta, ma anche l’acquisizione di nuove 4.0. competenze per lavorare sulle linee di La filiera automotive italiana è conproduzione automatizzate. sapevole del proprio potenziale e, con Servono, insomma, figure preparate il via libera previsto nel DDL Bilancio chiamate anche a gestire una mole di 2018, è pronta a presentare un progetdati disponibili in attesa di essere vato in cui sperimentare sul territorio, in lorizzati. ambiente reale e in scala, la mobilità In un contesto in cui la formazione del futuro e le tecnologie del veicolo delle risorse umane assume un ruolo connesso e a guida autonoma. così centrale, si sta sviluppando anche Successivamente, Giampietro Maguno strumento innovativo di rappregioni, Direttore PowerTrain Business sentazione digitale delle conoscenze, Development dell’Automotive and Diabilità e soft skills, che risponde all’esiscrete Group di STMicroelectronics, ha genza di validare e condividere queste presentato le principali attività di ST nel informazioni e che prende il nome di campo dell’automotive, che hanno una Open Badge. In Italia, ANFIA Service, forte base – sia come ricerca e progetsocietà di servizi di ANFIA specializzatazione, sia come produzione – proprio ta in consulenza e formazione per le in Italia, in particolare in Lombardia, imprese del mondo automotive, è tra ad Agrate Brianza (fra gli altri team in le prime agenzie formative a cogliere Italia, uno di quasi 50 ricercatori lavoquesta opportunità, prevedendo l’emisra vicino Napoli) e soprattutto la transione di open badge per i suoi corsi già sizione che il Gruppo sta conducendo dal 2018”. dalla guida manuale a quella assistita, La relazione di Paolo Scudieri, Prea quella autonoma, e quindi il passagsidente di Adler Group e di ANFIA Augio dai sistemi di sicurezza passiva a tomotive – società consortile costola protezione dei passeggeri, ai sistemi di di ANFIA che supporta le imprese per sicurezza attiva per prevenire incidenti lo sviluppo di progetti di ricerca – ha stradali. sottolineato come l’industria dell’auto Come fornitore di prodotti a semi-


conduttori per tutti i settori dell’auto, dall’elettronica per le portiere a quella per il controllo motore, ST ha oggi una riconosciuta leadership in quei prodotti che costruiscono le basi dei veicoli del prossimo futuro, cioè senza conducente e con consumi di energia ridottissimi. Le innovazioni nell’auto sono oggi apportate, nell’80% dei casi, proprio dai componenti elettronici. Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università Federico II di Napoli, ha poi evidenziato come la rivoluzione industriale 4.0 sia la prima a godere di un’assoluta sinergia di metodi e di intenti del mondo accademico e del mondo industriale. Il comparto automotive, volano rilevante dell’economia mondiale, rappresenta una delle più significative espressioni di tale sinergia, grazie alla moderna connotazione che la conoscenza ha assunto, rendendo imprescindibili ricerca e applicazione. Il territorio campano offre la ricchezza delle competenze dei suoi Atenei e la storia e l’esperienza multidisciplinare della Federico II a servizio di iniziative nazionali e locali di ricerca e innovazione, in perfetta sintonia con gli obiettivi del Piano Nazionale Impresa 4.0.

Alberto Dal Poz, in qualità di Presidente di Federmeccanica, ha posto l’accento sul fatto che il settore metalmeccanico rappresenta e continuerà a rappresentare il motore d’Italia e il primo attivatore di occupazione e ricerca. Parlando di relazioni industriali, ha rimarcato che la persona, oggi, si colloca al centro di una nuova idea di industria, di un rinnovamento contrattuale dove il rapporto tra livello nazionale e livello aziendale trova un nuovo virtuoso equilibrio e la dimensione collettiva e individuale si intrecciano in maniera positiva e complementare. Le garanzie economiche che si realizzano con il pagamento dell’inflazione reale ex post e con tutele solidaristiche fondamentali, come l’assistenza sanitaria integrativa per dipendenti e loro familiari, pongono basi solide su cui costruire soluzioni mirate che colgano e valorizzino le specificità delle aziende e le diversità dei collaboratori, ad esempio attraverso il collegamento tra salari e produttività, e con piani di flexible benefits personalizzabili. La formazione, infine, più che mai in questa fase, è il dirver che consente alle imprese di essere competitive e ai lavoratori di crescere

professionalmente e di rimanere occupabili nel tempo. Tra le iniziative di ANFIA a cui il Presidente Aurelio Nervo ha fatto cenno nella sua relazione, anche la Formula SAE Italy & Formula Electric Italy, competizione universitaria dedicata alle facoltà di ingegneria di tutto il mondo, impegnate nella progettazione e nella realizzazione di prototipi di autovetture monoposto da competizione a combustione o elettriche, di cui, nel 2017, è stata organizzata, per la prima volta da ANFIA, la XIII edizione, presso l’Autodromo “R. Paletti” di Varano de’ Melegari (Parma) e di cui è stato proiettato in sala un video. Al Castel dell’Ovo, a questo proposito, sono state esposte due vetture della classe 1C (vetture a combustione) – team di Milano e di Napoli – e due vetture della classe 1E (elettriche) – team di Roma La Sapienza e Trento, con l’obiettivo di promuovere la manifestazione anche in vista dell’edizione 2018, in programma dall’11 al 15 luglio sempre presso l’autodromo di Varano, con una nuova classe di partecipazione driverless, per le auto a guida autonoma. Italo Merciati

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Cipe: 5,4 miliardi per opere con il piano operativo Mit C

on l’approvazione della Legge di Bilancio diversi provvedimenti relativi alle politiche del Ministro Graziano Delrio sono oramai effettivi. Di seguito quelli che più riguardano il settore infrastrutture. Nuova disciplina dell’Imu dei porti - Si stabilisce l’esenzione dall’Imu di tutte le aree scoperte, magazzini e banchine destinati esclusivamente al trasporto delle merci e dei passeggeri, superando un annoso contenzioso ed una incertezza normativa tra gli operatori oltre ad una differenziazione dell’applicazione nelle diverse aree del paese. Il provvedimento dà certezza agli operatori nazionali e internazionali, in coerenza con i consistenti investimenti pubblici sull’accessibilità dei porti italiani. Subentro aeroporti - Si stabilisce che gli investimenti dei gestori aeroportuali in attività commerciali, funzionali allo svolgimento delle attività del trasporto aereo, saranno inseriti nel valore di subentro spettante al gestore al termine della concessione, dando quindi un forte impulso agli investimenti privati nel potenziamento e la valorizzazione del patrimonio infrastrutturale aeroportuale. Priorità per il rinnovo mezzi tpl più inquinanti - Per l’utilizzo dei 3,57 mld

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già disponibili per il rinnovo dei mezzi è data priorità nel rinnovo del materiale rotabile alle città metropolitane e ai comuni capoluogo con maggiori criticità ambientali, con una più rapida sostituzione in tali aeree degli autobus più obsoleti. Fondo progettazione Enti locali - Finanziato per 30 milioni all’anno dal 2018 al 2030, per complessivi 390 milioni, il Fondo progettazione Enti locali, che consentirà di distribuire queste risorse agli enti locali per la progettazione definitiva ed esecutiva di messa in sicurezza di infrastrutture ed edifici pubblici. In questo modo si costituirà un parco di buoni progetti pronti per essere finanziati, sopperendo alla carenza di progettazione efficace che impedisce o rallenta la realizzazione degli investimenti pubblici. Con 36 miliardi e 280 milioni per il nuovo Fondo Investimenti, cui il Ministero chiederà di attingere per oltre 20 miliardi, potranno essere finanziati il contratto di programma Rfi, nuovi investimenti stradali, dighe, ciclovie turistiche, barriere architettoniche, metropolitane, lotta all’abusivismo, nuovo materiale rotabile, nuovi investimenti nei porti, idrovie e in altri programmi e infrastrutture. È stato inoltre approvato, su propo-

sta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’Addendum al Piano Operativo Infrastrutture, relativo alla Programmazione 2014-2020 del Fondo Sviluppo e Coesione. Gli interventi sono stati individuati dopo un percorso di confronto e condivisione con le Regioni e con i Concessionari delle reti di infrastrutture stradali e ferroviarie coordinato dal MIT. Sono previsti interventi e programmi per la logistica e i trasporti per 5.461,51 milioni. Gli interventi finanziati a valere sul FSC sono stati individuati sulla base di obiettivi specifici: • potenziamento della modalità ferroviaria e il miglioramento del servizio passeggeri, in termini di qualità e tempi di percorrenza, e di trasporto delle merci, concentrandosi prioritariamente, a livello nazionale, sul completamento della rete centrale europea, a partire dai collegamenti alla rete TEN-T dei principali nodi urbani e produttivi; • miglioramento della rete stradale, attraverso il completamento della rete stradale centrale, in particolare nelle aree maggiormente congestionate, il rafforzamento delle connessioni dei nodi secondari alla rete TEN-T; • riduzione del congestionamento urbano e metropolitano, attraverso il potenziamento delle reti metropolitane più


popolate ed il miglioramento della mobilità multimodale regionale, favorendo l’integrazione modale, i collegamenti multimodali, la mobilità sostenibile in aree urbane e l’accessibilità da e per i nodi urbani. Rientra in questo obiettivo anche il rinnovo del materiale rotabile per il Trasporto Pubblico Locale. • maggiore sicurezza dell’infrastruttura, con particolare riguardo alla manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di infrastrutture ferroviarie e stradali. Gli interventi sono localizzati per l’80% della spesa nel Mezzogiorno e 20% nel Centro-nord, secondo le modalità previste dal FSC. L’impegno prioritario per gli investimenti ferroviari viene sulle direttrici ordinarie da velocizzare per aumentare i livelli di connettività ed accessibilità delle regioni non direttamente connesse al sistema AV (principalmente quelle del Mezzogiorno), con l’obiettivo di consentire tempi di accesso alla Capitale e ai principali nodi urbani, da tutte le altre principali aree urbane del paese, non superiori a quelli oggi garantiti, per distanze analoghe, dal sistema AV tradizionale. Tra gli interventi ferroviari: - il completamento dell’AVR sulla direttrice Napoli – Bari, - la velocizzazione della direttrice Adriatica, - la velocizzazione della Tirrenica sud, - il nuovo collegamento Catania – Palermo nell’ambito della Direttrice Napoli – Palermo. Città metropolitane e trasporto rapido di massa: 720,28 milioni Importanti sono gli investimenti per incentivare quanto più possibile il consolidarsi, in ambito delle principali aree

metropolitane, di un sistema integrato di trasporti rapidi di massa, cioè sistemi metropolitani, sistemi tranviari e servizi ferroviari urbani interconnessi Tra gli interventi: - per Napoli, il completamento della linea 1, l’estensione della linea 6, il miglioramento dei sistemi tecnologici delle linee esistenti, - per Cagliari il potenziamento della rete tranviaria, - per Messina il rinnovo e upgrading infrastrutturale della rete tranviaria, - per Catania l’estensione della Circumetnea. Messa in sicurezza del patrimonio: 259,08 milioni Sono previsti interventi di adeguamento e messa in sicurezza del patrimonio stradale relativo a reti pericolose o a rischio idraulico. Altri interventi e sistema portuale: 296,70 milioni Tra gli altri interventi sono previste in particolare opere relative al sistema portuale, sono stati individuati alcuni interventi per i quali sussiste la necessità di finanziamenti residui, tra i quali: - la camionale di Bari, opera attesa da anni che si rivelerebbe essenziale anche per il miglioramento della qualità della circolazione in tutte le aree oggi coinvolte dal transito dei mezzi pesanti diretti verso il porto, - il miglioramento dell’accessibilità marittima e la valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente, con riferimento particolare alle interconnessioni con le ZES (zone economiche speciali), per alcuni dei porti principali del Mezzogiorno; - la valorizzazione dei porti che garantiscono la continuità territoriale con le isole campane.

SLC

Graziano Delrio Quadro complessivo delle risorse per Infrastrutture e Trasporti: Interventi stradali, 1.717,50 Mln Euro Interventi nel settore ferroviario, 2.011,50 Mln Euro Interventi per il trasporto urbano e metropolitano, 720,28 Mln Euro Messa in sicurezza del patrimonio infrastrutturale esistente 259,08 Mln Euro Altri interventi 296,70 Mln Euro Rinnovo materiale Trasporto Pubblico Locale – Piano Sicurezza ferroviaria, 456,45 Mln Euro TOTALE Infrastrutture 5.461,51 Mln Euro Sandro Minardo

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Jiacc - riconosciuta Camera di Commercio Italo-Araba

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a Conferenza dei Servizi, composta da rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dello Sviluppo Economico ed Unioncamere, ha deliberato di riconoscere ufficialmente la Joint Italian Arab Chamber autorizzandone l’iscrizione all’Albo delle Camere di Commercio Miste e facendone la sola ed unica Camera di Commercio Italo Araba del Paese. A seguito di questo provvedimento, l’associazione assume la denominazione di Joint Italian Arab Chamber of Commerce (JIACC), iscritta con il nr. 54 all’Albo delle Camere di Commercio Italo - estere ed estere in Italia a far data dal 10 gennaio 2018. “Tale traguardo, che conclude un processo di riconoscimento durato due anni, rappresenta una testimonianza tangibile della validità del lavoro svolto sinora e dell’impegno profuso per rendere la Joint Italian Arab Chamber un autentico punto di riferimento nelle relazioni economiche e culturali tra Italia e mondo arabo. Sono certo che il riconoscimento della Camera apra una nuova fase ricca di opportunità per il rafforzamento di tali relazioni” ha commentato il Presidente della Joint Italian Arab Chamber Cesare Trevisani. Nel giugno del 2016 la Joint Italian Arab Chamber of Commerce aveva già ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte della Lega degli Stati Arabi e dell’Unione delle Camere di Commercio dei Paesi Arabi, accreditandosi quale unico soggetto abilitato a garantire l’origine della merce e dei beni esportati verso i Paesi Arabi. Il riconoscimento giunge a completamento di un percorso di lavoro intenso che ha visto la Camera protagonista di importanti appuntamenti, non ultimo il Business Forum Italo Arabo dello scorso ottobre a Milano, che ha chiamato a raccolta oltre 300 partecipanti. Molte sono state le iniziative portate avanti sin dalla creazione della JIACC e molte altre sono in programma per il 2018 tra Roadshow, seminari formativi, missioni e, naturalmente, la seconda edizione del Business Forum Italo Arabo. Le linee programmatiche per il 2018 Dopo un 2017 ricco di eventi italo-arabi, la Joint Italian Arab Chamber ha pubblicato le linee programmatiche per il 2018. Sin dalla sua creazione - avvenuta nel settembre 2015, su impulso

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Cesare Trevisani di numerosi autorevoli rappresentanti dell’industria, del sistema bancario e delle istituzioni italiane, con il sostegno da parte araba dei più importanti gruppi imprenditoriali e delle principali istituzioni, dalla Lega Araba all’Unione delle Camere di commercio e le Ambasciate arabe a Roma - la JIAC si è posta quale strumento di connessione tra il nostro Paese ed il mondo arabo, favorendo solide relazioni commerciali, economiche e culturali. Per dare attuazione ad una simile mission, saranno supportati progetti e processi di apertura verso nuovi mercati; dare impulso allo sviluppo di attività finanziarie e commerciali; promuovere investimenti e favorire una migliore comprensione reciproca tra imprese ed imprenditori italiani ed arabi. E proprio con questo obiettivo è stato elaborato un denso calendario di iniziative che vede le imprese sempre protagoniste. Durante tutto il 2018 la JIAC organizzerà incontri, seminari formativi e conferenze, che verranno affiancati da missioni, partecipazione a fiere ed attività promozionali. Non mancheranno poi le occasioni di networking e di approfondimento, volte ad esplorare le più significative opportunità di business ed a favorire una migliore conoscenza reciproca. Evento di punta sarà, anche per il nuovo anno, il Business Forum Italo Arabo di ottobre, che nell’edizione 2018 si terrà a Roma e porterà insieme istituzioni, imprenditori ed opinion makers per confrontarsi sulle ultime tendenze dei mercati e sul-

le più efficaci strategie da adottare per approcciarli con successo. La JIAC intende rilanciare il piano di attività promozionali avviato lo scorso anno mediante i Roadshow istituzionali in varie città d’Italia. Dopo le tappe di Treviso, Firenze, Bologna e Bari, già visitate nel 2017, sarà la volta di Roma, Ancona, Cagliari, Napoli, Palermo e Torino. Il formato scelto ripropone in larga misura quello adottato per il 2017: i Roadshow verranno realizzati con il prezioso supporto delle Confindustrie e le Camere di Commercio locali ed il coinvolgimento di partner tra cui SACE e SIMEST. Scopo dei Roadshow sarà dunque quello di fornire ai partecipanti, oltre ad una presentazione sui servizi proposti e sulle attività e le finalità della JIAC, anche una panoramica sulle caratteristiche dei mercati arabi nonché sulle opportunità di business che essi presentano. Grazie al coinvolgimento di soggetti come SACE e SIMEST, ma anche Banche e Studi Legali, le imprese partecipanti avranno modo di ottenere un quadro quanto più completo sulle problematiche da affrontare nell’intraprendere un processo di apertura verso quei mercati. A fianco alle attività di promozione propriamente dette, la Joint Italian Arab Chamber ha in programma di organizzare una serie di appuntamenti dedicati alla formazione. Tali incontri tematici saranno volti ad approfondire le principali questioni di interesse per soci e potenziali soci della JIAC, relative a specifici settori o Paesi, o ancora riguardanti tematiche trasversali come la finanza islamica, aspetti di business culture etc. Tali seminari, promossi dalla Joint Italian Arab Chamber, verranno realizzati anche con il coinvolgimento di centri studi e di ricerca (ad esempio ISPI, IAI, SRM etc.) e di Università. In futuro, verranno affiancati a tali workshop dei webinars da tenere mediante una piattaforma online, così da coinvolgere un più ampio pubblico, anche sul fronte arabo, su tematiche di interesse rispetto all’economia ed alla cultura di business del nostro Paese. Al pari dei Roadshows, anche i seminari formativi verranno realizzati con l’ausilio od il supporto di una o più aziende sponsor o con il patrocinio di organizzazioni e/o istituzioni che intendano legare il proprio nome alla realiz-


zazione delle attività menzionate. Si tratterà di un ciclo di incontri organizzati con il sostegno dei partner locali della JIAC e quello degli uffici ICE locali, che dovrebbero tenersi in Kuwait, Qatar, Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Tunisia. Scopo di tali incontri sarà duplice: promozionale e formativo. Essi rappresenteranno, da un lato, una vetrina per la Camera che potrà così presentare i propri servizi e le proprie attività e, dall’altro, forniranno un’occasione di approfondimento delle tematiche relative alla cultura imprenditoriale, alla normativa ed alle consuetudini di business vigenti nel nostro Paese. Essi rappresenteranno inoltre un’occasione straordinaria di promozione per le imprese che intendono affacciarsi su tali mercati o che vogliano riaffermare la propria presenza in loco. Evento principe nel calendario di atti-

vità della JIAC, il Business Forum Italo Arabo si terrà nel mese di ottobre 2018 a Roma. Dopo il successo dell’edizio-

ne 2017, l’obiettivo è quello di fare del Forum un appuntamento annuale in cui operatori del settore, opinion makers e stakeholders possano ritrovarsi e confrontarsi sulle nuove tendenze dei mercati e le più efficaci strategie da adottare. Nella nuova edizione 2018 il Forum sarà articolato su due giornate nelle quali le imprese presenti avranno grandi opportunità di approfondimento e networking grazie alla partecipazione ai workshop settoriali organizzati nel corso dell’evento. Nel corso del 2018 la Joint Italian Arab Chamber parteciperà alle missioni commerciali ed imprenditoriali organizzate in collaborazione con le principali istituzioni di riferimento (MiSE, MAECI, ICE, Confindustria). In modo analogo alle missioni commerciali, la Camera intende partecipare alle Fiere commerciali organizzate dalle istituzioni di riferimento (principalmente ICE), invitando i propri soci ad aderire. Fabrizio De Cesare

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Una giornata dedicata alla Cultura dell’espresso A Napoli “Gran Caffè Italia”, la prima edizione del convegno che ha spaziato in tutti i temi del business dell’oro nero

Marino Niola

Mario Cerutti

Alberto Ritieni

stato un giorno ricco di esperienze, lo scorso 14 dicembre, in una cornice di grande eleganza come Villa Pignatelli a Napoli, dove dalle 9 alle 18 il convegno nazionale “Gran Caffè Italia”, grazie anche alla splendida dimora nobiliare, ha accolto egregiamente operatori del comparto, promosso dal Comitato Italiano del Caffè, ente che rappresenta l’industria del caffè nel nostro Paese. Numerosissimi i temi trattati per un settore che si registra sano grazie a un prodotto pro/motore di economia e di sviluppo. “Visto il successo di questo primo convegno a Napoli, sono certo che seguiranno altri incontri fattivi perché il comparto abbia giusta risonanza, dal momento che il caffè rappresenta una risorsa economica straordinaria per il nostro Paese, e le dimensioni economiche ce lo confermano” ha dichiarato Mario Cerutti, Presidente del Comitato Italiano Caffè, che, con Patrick Hoffer e Gianni Forni, rispettivamente Presidente del Consorzio Promozione Caffè e Segretario del CIC, ha dato vita ad una Conversazione sul tema, e che ha sottolineato come sia cresciuto il business che nel 2016 secondo i dati Istat raggiunge un volume di importazione pari a 9,5 milioni di sacchi per un totale di 570 milioni di chili, con un dato straordinario relativo all’incremento del

14% circa delle esportazioni di prodotto finito; nel 2016 più del 40% della materia prima importata è stata riesportata come prodotto finito a riprova di quanto il caffè italiano sia apprezzato nei mercati mondiali e della vitalità del nostro settore. A condurre gli interventi tecnici e culturali sul caffè, passando dai momenti musicali a quelli degustativi, il giornalista Ciro Cacciola che con leggerezza, qualità e quantità di argomenti, ha portato avanti un convegno come momento di incontro per celebrare una tra le più amate bevande italiane ma anche per mettere a fattor comune esperienze e storie di successo che hanno confermato il nostro Paese protagonista di primo piano nel mercato del caffè a livello mondiale. Così hanno partecipato esperti di marketing, appassionati imprenditori, giornalisti, docenti universitari, comunicatori, creativi e scrittori svelando il segreto (o i segreti) del fascino del caffè, e le ragioni di un così crescente successo. Hanno portato i loro preziosi contributi al convegno: Massimo Andrei, Autore e Regista; Dario Ciarlantini, Master Barista, Barmanager, Authorised Trainer SCA (Specialty Coffee Association); Maurizio Giuli, Presidente dell’Associazione Ucimac - Costruttori

Italiani di Macchine per Caffè Espresso; Andrej Godina, Dottore di Ricerca in Scienza, Tecnologia ed Economia nell’Industria del Caffè, nonché Authorised Trainer SCA (Specialty Coffee Association) e Presidente Umami Area; Marino Niola, Docente di Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della performance e Miti e riti della gastronomia contemporanea all’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa; Maria Carmela Ostillio, Professore di Marketing e Direttore della Brand Academy in SDA Bocconi School of management – Milano; Denise Pagano, Direttore del Museo Pignatelli; Alberto Ritieni, Ordinario di Chimica degli Alimenti, Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli “Federico II”. E per finire considerando che il caffè è anche cultura ed elemento integrante della storia alimentare, l’antropologo Marino Niola, relatore al convegno, sottolinea “Il caffè è un rito sociale, un simbolo indentitario. E l’associazione tra Italia e caffè è diventata un algoritmo del Made in Italy, un’icona glocal. A Sidney, come a New York, a Rio come a Shangai ogni volta che si beve un espresso, si fa circolare un po’ di Italia nelle vene del mondo”.

E’

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Lidia Scarpelli


Industria conciaria italiana l’export riparte - 4 mld/anno La pelle italiana conferma la sua leadership globale. Oltre il 75% della produzione nazionale venduto all’estero

L’

industria conciaria italiana, rappresentata da UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria), sulla base dei dati ancora parziali attualmente disponibili (primi 9 mesi), stima di chiudere il bilancio complessivo 2017 con esportazioni in aumento del 9% in volume e dell’1% circa in valore. L’industria conciaria italiana impiega oltre 17.000 addetti in circa 1.200 aziende, ha un fatturato annuo 5 miliardi di euro ed è storicamente considerata leader mondiale per l’elevato sviluppo tecnologico e qualitativo, lo spiccato impegno ambientale e la capacità innovativa in termini di design stilistico. Se confermata a fine anno, la crescita 2017 delle esportazioni italiane di pelli conciate interrompe il trend lievemente negativo che aveva caratterizzato i risultati 2015 e 2016. Una crescita internazionale che dovrebbe tradursi in un leggero aumento della produzione totale in volume e in una rassicurante stabilità in valore. Tra le destinazioni d’uso, persistono il buon andamento della domanda per interni auto e la sostanziale positività dell’arredamento. La clientela moda lavora a macchia di leopardo: la pel-

letteria si conferma generalmente più brillante della calzatura, con una persistente attenzione al prezzo. Tra i principali Paesi esteri di destinazione risulta significativa la crescita dell’area cinese, tornata in positivo dopo due anni: +7%. Bene Regno Unito (+7%) e Vietnam (+14%), mentre appaiono invariati i flussi verso gli USA, dopo sette anni di continui incrementi. Nel contesto dell’Unione Europea cresce la Francia, rallentano le altre principali nazioni e, a dimostrazione di come sia cambiata la mappa della delocalizzazione manifatturiera, diminuiscono le spedizioni verso Romania, Tunisia, Bulgaria e Serbia, mentre crescono Albania, Repubblica Ceca e Ungheria. L’andamento delle esportazioni rappresenta una conferma di quanto il contributo dei mercati esteri risulti da tempo fortemente maggioritario e abbia superato, negli ultimi anni, il 75% del totale della produzione. Nel 1992 la quota era pari al 35%. La pelle made in Italy detiene da tempo un primato di eccellenza riconosciuta a livello globale. Una leadership forte e consolidata, costruita su qualità, innovazione tecnologica, ricerca stilistica e sostenibilità. Fattori che si ri-

flettono sul valore complessivo della produzione e sul peso commerciale internazionale delle concerie italiane, entrambi da molti anni al primo posto sia nel ranking europeo che in quello globale. Le esportazioni raggiungono in media 125 Paesi ogni anno (dalla A di Albania alla Z di Zimbabwe…), per un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro e (in base ai dati ONUWTO) il 26% del commercio mondiale di pelli finite ha origine italiana. UNIC Unione Nazionale Industria Conciaria è la più importante associazione mondiale degli industriali conciari. Opera dal 1946 a tutela delle aziende associate ed è rappresentativa di un settore strategico, componente fondamentale del tessuto economico e manifatturiero italiano. Promuove gli interessi della categoria, la rappresenta ad ogni livello, ne favorisce l’innovazione, valorizza il suo ruolo sociale ed ambientale, costituisce società commerciali funzionali al mercato settoriale. Aderisce a Confindustria, alla Confederazione Europea dei Conciatori (Cotance) e al Consiglio Internazionale dei Conciatori (ICT). Cosimo Brudetti

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Fincantieri entra in Nautica Italiana

L’Assemblea dei soci ospite dei Cantieri Riva a Sarnico fa il punto sui progetti e traccia gli obiettivi futuri - Potenziata la struttura societaria

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i è svolta il 15 dicembre scorso, nella splendida cornice dei Cantieri Riva a Sarnico, in provincia di Bergamo, l’Assemblea dei Soci di Nautica Italiana. L’Associazione, affiliata ad Altagamma, ha raggiunto i 103 associati, espressione dell’eccellenza dell’industria e dei servizi della creatività e della produzione Nautica del Paese. Tra i nuovi soci rilevanti l’ingresso di Fincantieri, il cantiere che ha costruito il più grande yacht mai realizzato in Italia, e di primari Studi di progettazione e di Design attivi a livello internazionale. “Sono entusiasta di poter dare oggi il benvenuto al nuovo socio Fincantieri Yachts, che si aggiunge agli importanti nuovi soci dell’ultimo anno - ha dichiarato Lamberto Tacoli, presidente di Nautica Italiana - Questa è la riprova della grande attrattiva del progetto di Nautica Italiana e della serietà del lavoro svolto. Desidero ringraziare tutti: chi è stato con noi fin dall’inizio, chi si è aggiunto in corsa portando freschezza e novità, e chi, grande o piccolo, con-

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tinua a credere nel nostro progetto, a conferma del suo grande valore per il comparto. Un comparto che ci vede Leader nel mondo in più segmenti. Questo rimane il principale obiettivo della nostra Associazione, promuovere l’eccellenza nautica italiana nel mondo.” La forza e l’autorevolezza della base associativa di Nautica Italiana ha portato l’Associazione a rivedere il proprio assetto organizzativo a partire da una nuova Direzione Generale alla quale si affiancherà – sostenendola nei progetti strategici e specifici - l’attuale Segreteria Generale, affidata a Lorenzo Pollicardo. E’ stato quindi nominato Direttore Generale Marco Cappeddu, già Vice Presidente di Nautica Italiana, con l’obiettivo di rendere più operativi i nuovi progetti, di offrire nuovi e maggiori servizi ai Soci e di rappresentarne le istanze di “lobby” in modo sistematico nelle opportune sedi. L’Assemblea è stata occasione per fare il punto sugli obiettivi futuri e sui programmi dell’Associazione. Si conferma l’impegno di Nautica Italiana ver-

so l’originario progetto strategico, un piano settoriale nazionale che contribuisca al rilancio della nautica italiana e del turismo nautico, delle sue industrie, dei servizi e dei territori, per restituire al comparto l’elevato livello di reputazione che merita, valorizzando il prodotto e servizio nautico quale espressione del Made in Italy. L’Associazione sta mettendo in atto un nuovo progetto volto a coinvolgere i più importanti Studi di progettazione e i più prestigiosi Designer italiani, perché siano parte integrante e attiva di Nautica Italiana, portandola a rappresentare l’eccellenza di ogni singola preziosa componente nautica: dalla cantieristica e la componentistica ai servizi, Refit&Repair, Design e Professioni, fino ai marina, ai territori di eccellenza e i distretti regionali della nautica. In merito all’impegno sul fronte legislativo, l’Associazione ha compiuto passi importanti, portando la propria rappresentatività, il know-how e la professionalità di fronte a Governo e Parlamento, e raggiungendo, oltre all’ac-


creditamento, grandi risultati come la modifica del nuovo Codice della Nautica. Nautica Italiana conferma quindi il proprio supporto alle Istituzioni soprattutto nei mesi a venire, sia in relazione al Registro Telematico che per lavorare ai Decreti Attuativi previsti dal Codice, vera novità per il comparto. Fiscalità, demanio, temi concessori e problematiche di competenza regionale e locale lungo le coste italiane, sono al centro dell’attività dell’Associazione. Passi importanti sono stati effettuati anche nell’elaborazione dei dati del comparto, necessaria per poter rispondere alla forte esigenza di chiarezza e obiettività espressa non solo dalle aziende associate ma anche dai media e dagli operatori internazionali. Lo studio di settore Market Monitor, elaborato da Deloitte per Nautica Italiana e Altagamma, viene approfondito e presentato in momenti ricorrenti: Viareggio, durante la prima edizione del Versilia Yachting Rendez-vous, e Montecarlo, in occasione del Monaco Yacht Show, sono state le sedi del 2017. A questo l’Associazione sta affiancando un ulteriore strumento di ricerca, con obiettivo più istituzionale e destinato a offrire un quadro più completo e continuativo dei valori di indotto economico ed occupazionale generati dall’approdo e dalla permanenza dei grandi yacht lungo le coste italiane, che sarà realizzato in collaborazione con le altre Associazioni del comparto e con il patrocinio delle più importanti Regioni costiere del Paese. Nel corso dell’Assemblea sono stati presentati i progetti elaborati rispettivamente dal segmento dei Marina turistici - che nel 2017 ha affrontato le priorità di

ordine fiscale e demaniale portando al raggiungimento di sentenze e interpretazioni destinate a fare giurisprudenza per l’intero settore - e dell’accessoristica e componentistica, nei confronti delle quali si conferma l’impegno a sostenere i propri associati per supportare la loro presenza agli eventi nazionali e internazionali. La Sostenibilità è stato un tema centrale nel 2017: dal patrocinio al One Ocean Forum, evento di grande spessore istituzionale promosso da Yacht Club Costa Smeralda, alla sottoscrizione della Charta Smeralda, simbolo dell’impegno internazionale di rispetto all’ambiente marino, fino all’impegno nei confronti dei propri soci, con l’evento dedicato a questa grande tematica organizzato nella Bologna Business School, e destinato a diventare un appuntamento ricorrente. Nautica Italiana sta già lavorando a supporto degli organizzatori alla nuova edizione del Versilia Yachting Rendez-vous, che si terrà nelle darsene di Viareggio dal 10 al 13 maggio. L’Assemblea ha confermato la strategicità dell’evento, il cui successo nell’edizione zero ne ha ancor di più sottolineato l’importanza per il rilancio del settore nautico dell’alto di gamma. Obiettivo fondamentale per il 2018 resta la valorizzazione dell’eccellenza del Made in Italy non solo nautico, mettendo a sistema la forte sinergia con Fondazione Altagamma, interprete fattivo dell’industria creativa del nostro Paese e il territorio. Nautica Italiana conta oggi 103 soci, suddivisi nei settori della cantieristica e new building (31%), refit (9%), accessoristica e componentistica (23%), ser-

vizi (25%), marina (8%) e design (4%). Sulla base dei dati 2016, il fatturato globale dei soci di Nautica Italiana è di circa 1,7 miliardi di euro - valore che risulta essere di oltre 1,45 miliardi di euro se si considera solo la produzione cantieristica nautica - per un totale di oltre 4 mila addetti diretti e 15.000 operatori dell’indotto. Da luglio 2017 hanno aderito al progetto di Nautica Italiana: Fincantieri Yachts (costruzioni grandi yacht); Castoldi Jet (costruzioni imbarcazioni a motore); Sant’Andrea, Thermowell (accessoristica); Agenzia Marittima de Felice, Luca Dini Design, FM Architettura d’Interni, MagDesign, MEGROUP, Officina Italiana Design, Francesco Pazskowski Design, Scuola Nautica Spotornoli, The Branding Crew, Victory Design, Zuccon International Project (servizi/design); Porto Piccolo (marina). Oltre al neo eletto Direttore Generale, l’Assemblea ha ratificato la nuova nomina di Vice Presidente per Michele Gavino, Amministratore Delegato di Baglietto e già Consigliere di Nautica Italiana; Claudio Galbo, Fincantieri, ed Enrico Sgarbi, Gruppo Ferretti, nominati Consiglieri. Il Comitato di Presidenza vede quindi a fianco del Presidente Lamberto Tacoli, i Vice Presidenti Giovanna Vitelli (Presidente vicario), Alberto Amico, Cataldo Aprea e Michele Gavino e i Consiglieri Claudio Galbo, Daniele Guidi, Fabio Pesto, Matteo Italo Ratti, Dino Salvemini ed Enrico Sgarbi. Direttore Generale Marco Cappeddu, Segretario Generale Lorenzo Pollicardo.7900 Riccardo Russo

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Palumbo Group entra in Mondomarine

E subito al lavoro! Già in cantiere il primo motoryacht a Savona per attività di refitting

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ufficiale l’ingresso di Palumbo Group in Mondomarine, storico cantiere nautico di Savona da mesi in situazione di crisi per la cui risoluzione si è ora giunti alla fase di liquidazione giudiziale. Con l’affitto del ramo d’azienda del solo cantiere di Savona per un periodo di sei mesi, Palumbo Group garantirà il riavvio dei cantieri, l’immediato reintegro di 9 dipendenti e l’obiettivo di procedere successivamente, a seguito della auspicata acquisizione definitiva, al riassorbimento di un cospicuo numero di dipendenti della Mondo Marine di Savona. Dopo la recente acquisizione dei cantieri ISA Yachts di Ancona, diventati in breve tempo uno dei principali siti di produzione di superyachts del Gruppo e oggi in piena attività, l’ingresso in Mondomarine rappresenta per Palumbo un nuovo, importante passo nel piano strategico di sviluppo del proprio network di cantieri nel Mediterraneo e, naturalmente, della divisione dedicata alla costruzione di superyachts. Dopo pochi giorni dall’ingresso in Mondomarine, storico cantiere nautico

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di Savona, la Palumbo Superyachts Refit ha annunciato che la prima imbarcazione – un motoryacht di 55 metri – è già entrata in cantiere per attività di refitting e manutenzione. Dopo la recente acquisizione dei cantieri ISA Yachts di Ancona, diventati in breve tempo uno dei principali siti di produzione di superyachts del Gruppo e oggi in piena attività, l’ingresso nel cantiere Mondomarine rappresenta per Palumbo un nuovo, importante passo nel piano strategico di sviluppo del proprio network di cantieri nel Mediterraneo e, naturalmente, della divisione dedicata alla costruzione e al refit di superyachts. Palumbo Superyachts Division, con i marchi Columbus Yachts, Isa Yachts e Palumbo Supeyachts Refit, orientati rispettivamente alla realizzazione di yacht custom e semi-custom e alle attività di refit e after sales di grandi imbarcazioni da diporto è una realtà in costante crescita che trae forza dai 50 anni di esperienza del Gruppo nel settore del refit navale, dalla passione, e dalla sua solidità finanziaria. Palumbo Group Palumbo Group inizia la sua atti-

vità nel 1967 come piccola carpenteria di supporto al mercato locale di riparazione navale. Oggi la società è un gruppo che include due divisioni principali (cantieristica commerciale e yachting) e sette basi cantieristiche nel Mediterraneo. Oggi Palumbo Group rappresenta il maggiore centro per la manutenzione e il refitting e conta un network in costante espansione. Il gruppo ha celebrato mezzo secolo di storia ricco di risultati significativi ed è cresciuto fino a diventare uno dei principali protagonisti dell’industria nautica e sta sviluppando la propria crescita e la propria reputazione nel mondo degli yacht di lusso sia per quanto riguarda le nuove costruzioni sia nell’ambito del refitting e delle riparazioni. La divisione “new build” che ha operato col marchio Columbus Yachts dal 2008 dedicato agli yacht custom, recentemente ha accolto nel gruppo ISA Yachts (2016), uno dei brand internazionali più famosi nell’industria dei superyacht e oggi orientato alla produzione semi-custom. Paola Martino


Un progetto culturale sul legame tra Napoli e il porto L

a Cargomar, azienda che opera dal 2006 nel settore delle spedizioni e della logistica, è impegnata da anni in una politica di presenza nelle attività sociali e culturali. Tra le ultime in ordine di tempo le collaborazioni con il Napoli Calcio a Cinque e con il Circolo Rari Nantes per la Palla a Nuoto oltre ad altre attività minori. Porto&interporto ha incontrato Vincenzo Minieri Amministratore Unico e Presidente dell’Azienda che ha spiegato la visione di “azienda sostenibile” che anima i tanti progetti di impegno sociale. “La sostenibilità, non esclusivamente quella ambientale, è una necessità sentita da tutti coloro che vedono la crescita di un territorio come opportunità di sviluppo generale. A livello locale siamo impegnati da tempo a sostenere attività in ambito sportivo per dare un messaggio chiaro ai giovani, cercare i valori veri nello sport dove impegno e lavoro di squadra si traducono sempre in soddisfazioni, non necessariamente da podio, ma esprimendo al meglio le capacità personali”. “Era tempo che pensavamo di andare oltre con un progetto culturale creando qualcosa che potesse celebrare il legame indissolubile tra la città di Napoli e il suo porto. Consapevoli della grande letteratura storica già esistente ci siamo appassionati da subito a sviluppare un progetto editoriale innovativo proponendolo all’amico Pompeo Paparo, editore, tra le altre, di finissime opere sulla storia e sull’arte. L’idea di creare una collana sulla storia della città sempre vista da mare, quindi di quei quartieri più influenzati dalla vita dell’approdo sin dalla nascita dei primi insediamenti. In occasione del decennale dell’azienda nel 2016 presentammo la prima opera dedicata alla storia del porto, un escursus discorsivo e visivo grazie alla pubblicazione di molte fotografie di tavole, piante ed incisioni talune meno conosciute di altre. Quell’e-

Vincenzo Minieri dizione ha letteralmente fatto il giro d’Italia e del mondo. Ne abbiamo fatto omaggio ad amici che ci hanno dato riscontri certamente lusinghieri sullo spirito dell’iniziativa e l’opera stessa. Ed eccoci alla presentazione del secondo volume”. Durante la serata augurale pochi giorni prima del Natale scorso, nella stupenda cornice della storica dimora Villa Signorini di Ercolano, è stato presentato il secondo volume intitolato “La storia di Piazza Mercato”. Oltre 200 pagine e centinaia di ripro-

duzioni grafiche, alcune inedite scovate da un minuzioso lavoro di ricerca dei professori Pasquale Rossi e Paola Villani (docenti dell’ateneo Suor Orsola Benincasa di Napoli) realizzatori dei testi che compongono il volume, accompagnano il lettore in un viaggio che svelerà la storia di uno dei luoghi chiave della storia di una città destinata a diventare capitale. Certamente sin dalle prime pagine si percepisce un’evoluzione impegnativa della collana. Dopo l’introduzione a firma del Ceo Vincenzo Minieri il primo capitolo “Il porto di Napoli nella storia della Città” è firmato da un appassionato d’eccezione della storia patria, Pietro Spirito Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centrale. Il professore Rossi firma invece il prologo ed i capitoli: Sequenze di storia di uno spazio urbano, La cartografia, Il progetto di Francesco Sicuro 1781, Architettura sacra e civile, La piazza tra Ottocento e Novecento. A firma della professoressa Paola Villani il saggio Brani di Città: il Mercato descritto e Illustrato. A chiusura l’intervista al sales manager Corrado De Michele e un compendio sulla evoluzione aziendale nell’ultimo anno… ovvero tra un volume ed un altro! MDC

gennaio 2018 - 59


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Incontro bilaterale Italia Qatar

Una maggiore cooperazione nel settore marittimo con la firma di un Memorandum of Understanding tra Assoporti e la Qatar Ports Management Authority per lo scambio di esperienze relative agli investimenti congiunti tra i porti dell’Italia e del Qatar. È uno dei risultati dell’incontro bilaterale tra il Ministro Graziano Delrio e il Ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni del Qatar Jassim Bin Saif Bin Ahmed al Sulaiti incentrato sulla collaborazione tra i due paesi nei settori dei trasporti e delle infrastrutture. Particolarmente interessanti le prospettive di sviluppo emerse dalla possibile partecipazione a opere pubbliche sia di imprese del settore pubblico, come Anas o Italferr, sia di altre importanti società di ingegneria e costruzione. Tra gli argomenti trattati, la conclusione dell’accordo tra Qatar Airways e Meridiana che prevede il rilancio della compagnia e la programmazione di nuove rotte.

ART, le associazioni contro la consultazione

L’Autorità di regolazione dei trasporti ha avviato con Delibera n. 156/2017 una consultazione pubblica su uno schema di atto di regolazione che stabilisce “misure inerenti a metodologie e criteri per garantire l’accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture portuali”. Le prime indicazioni contenute nello schema posto in consultazione riguardano le concessioni di aree e banchine portuali, le autorizzazioni allo svolgimento delle operazioni e dei servizi portuali, l’implementazione di meccanismi incentivanti correlati ai canoni concessori, nonché criteri di contabilità regolatoria per la verifica delle tariffe di operazioni e servizi portuali che presuppongono l’utilizzo di infrastrutture essenziali. L’iniziativa ha suscitato forte contrarietà nelle principali organizzazioni di rappresentanza delle aziende portuali e logistiche (Ancip, Assiterminal, Assologistica, Confetra e Fise-Uniporto) che in una nota congiunta non riconoscono alla delibera “alcun valore di regolazione, poiché non rientra nelle competenze di ART diramare criteri e/o misure circa le sopra citate concessioni ed autorizzazioni”. “A nome dei nostri associati – denunciano le cinque organizzazioni imprenditoriali – non possiamo più tollerare azioni di questo tipo, che costituiscono l’esatto contrario dei processi di sburocratizzazione e di semplificazione di competenze in materia portuale tanto sbandierati quanto disattesi da iniziative del genere, poiché esse determinano ambiguità, irrazionalità e profonda incertezza per l’attività, già adeguatamente regolata, degli operatori portuali interessati, i quali sono impegnati a reggere un’agguerrita competizione straniera”.

Salerno, nuovo rimorchiatore e autorizzazione all’uscita notturna

Si chiama “Città di Salerno” il nuovo mezzo in dotazione alla “Rimorchiatori Salerno”, società appartenente al Gruppo Rimorchiatori Riuniti e attiva nello scalo campano da 25 anni. L’unità, realizzata negli stabilimenti turchi di Sanmar, con i suoi 4.800 cavalli per 60 tonnellate di tiro permetterà di manovrare con maggior facilità le navi di ultima generazione nel bacino portuale. Per l’Ad del Gruppo, Alberto Dellepiane, il rinnovo di una parte della flotta è reso necessario dall’effetto a “cascata” indotto dall’accelerazione del fenomeno del gigantismo navale. “L’introduzione di navi che superano i 20mila Teu – ha sottolineato – comporta lo spostamento sulle rotte regionali di unità minori ma pur sempre caratterizzate da tonnellaggio e dimensioni ragguardevoli. Un fenomeno che riguarda anche Salerno, porto cresciuto sia in termini di traffico sia di grandezza delle navi che lo scalano”. Intanto, si chiude con un responso positivo la fase sperimentale iniziata lo scorso novembre che autorizzava l’uscita dal porto di navi superiori ai 250 metri anche in orario notturno. La Capitaneria di Porto ha emanato un apposito provvedimento che regolamenta in via definitiva le modalità e i requisiti che dovranno essere rispettati per questo tipo di manovra.

Concorso internazionale di idee per il porto di Palermo

E’ lo strumento cui si è affidata l’AdSP del Mare di Sicilia Occidentale per la progettazione dei nuovi terminal crociere e ro-ro, del collegamento con la stazione marittima esistente e delle relative aree di interfaccia con la città previsti dal Piano Regolatore del porto di Palermo. Il PRP, in fase di attuazione, indica una serie di interventi per favorire l’integrazione tra lo scalo e il tessuto cittadino e lo sviluppo di nuove funzioni urbanistiche rivolte a cittadini e turisti. In particolare, il molo Sammuzzo è stato individuato come punto di destinazione del nuovo terminal crociere necessario per accogliere le navi di grandi dimensione facendo di Palermo un “cruise home port”. Il nuovo terminal crociere dovrebbe svilupparsi su circa 7mila metri quadri di superficie scoperta e 11mila di superficie coperta, mentre il terminal ro-ro, la cui costruzione è prevista sul Molo Piave, avrebbe 20mila metri quadri di superficie scoperta e 33mila di superficie coperta. Il bando è stato inoltrato alla Gazzetta Ufficiale dell’Ue e il 20 aprile scadrà il termine ultimo per la presentazione degli elaborati.


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Lavoro portuale: intesa tra Genova e Trieste L’ente di formazione della Culmv di Genova, la Fondazione CIF Formazione e Rina Academy hanno firmato un accordo con l’Agenzia del Lavoro portuale del Porto di Trieste per lo scambio di conoscenze, l’elaborazione di linee guida per i piani formativi e lo studio di fattibilità di una struttura organizzativa e operativa per la formazione e l’analisi delle prospettive di evoluzione del lavoro e alle prese con automazione e digitalizzazione. “I due scali – ha spiegato il console della Culmv, Antonio Benvenuti – hanno cicli operativi simili e sono in pieno sviluppo sulle rotte che collegano in primo luogo il Far East. Si possono costruire percorsi comuni sui fabbisogni futuri”.

PortoLab, Contship lo vuole nazionale

Aprire i porti agli alunni delle scuole primarie e spiegare concretamente cosa avviene sulle banchine. È l’obiettivo del Gruppo Contship Italia che punta ad implementare a tutta la penisola il suo progetto PortoLab nato dieci anni fa a La Spezia. “Siamo convinti che sarebbe positivo se si facesse qualcosa di analogo in tutti i porti italiani,” ha spiegato il responsabile marketing del Gruppo, Daniele Testi. “Si tratta di coinvolgere, naturalmente, Provveditorati e Autorità di sistema. Questo progetto, cioè far toccare con mano ai ragazzi la realtà di un porto, non potrà che agevolare i ragazzi nelle loro scelte future. E comunque può rappresentare per loro una crescita dal punto di vista culturale che potrà rivelarsi preziosa. La nostra è una scommessa in primo luogo culturale”.

Dichiarato fallimento RDB

Il giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata, Valentina Vitulano, ha dichiarato il fallimento della RDB Armatori (Rizzo-Bottiglieri-De Carlini) dopo la mancata intesa sul piano di rilancio aziendale con il principale creditore della società, il fondo Pillarstone. La compagnia, una delle più importanti nel settore bulkcarrier, aveva accumulato debiti per circa un miliardo. Ora sarà affidata a un liquidatore che dovrà cedere gli asset di proprietà rappresentati da 13 navi e alcuni immobili.

Porto Marghera, presentato progetto per deposito Gnl

Venice LNG, newco nata dall’unione dei due gruppi industriali italiani Decal Spa e San Marco Gas (sister company di San Marco Petroli), ha presentato il progetto per la realizzazione di un deposito di stoccaggio costiero di gas naturale liquefatto nell’area industriale di Porto Marghera. Il deposito sarà localizzato in un’area di proprietà di Decal Spa, a fianco dell’attuale sito di stoccaggio di oli, lungo il Canale Industriale Sud, su terreni bonificati, precedentemente utilizzati per la movimentazione del cemento. È prevista l’istallazione di un serbatoio a pressione atmosferica con capacità massima di stoccaggio di 32.000 mc., realizzato con la migliore tecnologia disponibile, che sarà alimentato da navi gasiere di piccola e media taglia (massimo 30.000 mc); la distribuzione sarà invece garantita attraverso autocisterne e metaniere di piccola taglia.

Nuovo capo del Corpo Piloti di Genova.

È Danilo Fabricatore Irace, nominato con decreto del porto di Genova, Ammiraglio Giovanni Pettorino. Capitano di lungo corso, nato nel 1969, originario di Napoli, Fabricatore Irace è anche presidente della Federazione nazionale dei piloti dei porti. Entrato nel Corpo Piloti di Genova nel 1999 subentra a John Gatti che chiude in anticipo il suo mandato.


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Rapporto IMB sulla pirateria

Con 180 episodi di pirateria il 2017 registra il numero di incidenti più basso dal 1995. È il trend positivo che caratterizza il report annuale sul fenomeno realizzato da IMB (International Maritime Bureau). Nell’anno appena trascorso 136 navi sono state abbordate, sono stati 22 i tentativi di attacco, 16 navi hanno subito attacchi armati e 6 sono state dirottate. In 15 diversi incidenti, 91 membri dell’equipaggio sono stati presi in ostaggio e in altri 13 incidenti 75 sono stati rapiti. 3 membri dell’equipaggio sono stati uccisi e 6 feriti. Crescono gli episodi al largo della Somalia (9 contro i 2 del 2016), area in cui secondo IMB i pirati conservano la capacità e la volontà di attaccare le navi mercantili a centinaia di chilometri dalla costa. In diminuzione gli incidenti segnalati nel Golfo di Guinea e in Indonesia grazie all’intervento pervasivo delle autorità locali mentre raddoppia il numero di episodi (da 10 a 22) nelle acque delle Filippine. In questo caso, secondo il report, si tratta di IBM e Maersk per lo sviluppo della incidenti di basso livello su navi ancorate, principalblockchain mente nei porti di Manila I due giganti dei settori informatico e armatoriale hanno dato see Batangas. guito ad un accordo stipulato lo scorso marzo annunciando la costituzione di una joint venture per mettere a punto nuove applicazione basate sulla tecnologia blockchain da offrire a tutti gli operatori della supply chain globale. L’intesa prevede lo sviluppo a New York di una piattaforma digitale basata su standard informatici aperti e progettata per la condivisione. La tecnologia blockchain sarà alla base anche di altri strumenti open source che permetteranno attraverso il cloud il tracciamento digitale dei carichi internazionali. Le soluzioni realizzate da IBM e Maersk a partire dal 2016 sono attualmente in fase di sperimentazione presso il porto di Rotterdam e le amministrazioni doganali di Olanda e Sati Uniti. “La nuova società costituisce una pietra miliare nel nostro impegno strategico volto a guidare la digitalizzazione dei commerci globali. Il potenziale derivante dall’offrire una piattaforma digitale neutrale e aperta per un sicuro e semplice modo di scambiare informazioni è enorme e tutti gli attori della catena logistica ne trarranno beneficio,” spiega Vincent Clerc, direttore commerciale della Maersk e futuro presidente della nuova joint venture. “Unendo la nostra conoscenza del campo dei traffici con le capacità dell’IBM nella tecnologia blockchain e nella tecnologia aziendale, siamo fiduciosi di fare la differenza nel definire il futuro dei traffici globali”. Alla base della più famosa criptovaluta, il Bitcoin, la blockchain (basata sulla validazione universale di registri informatici) è indicata come la più importante rivoluzione tecnologica dei prossimi anni. “Questa tecnologia può promuovere nuovi modelli di business e giocare un ruolo importante nel modo in cui il mondo cresce con la creazione Norvegia, compagnie armatoriali escluse dal di imprese più smart. Riteniamo – sotfondo pensione statale tolinea Bridget van Kralingen, senior Evergreen (Taiwan), Korea Line Corporation (Corea del Sud), Precious vice president IBM Global Industries, Shipping e TTA (Thailandia) sono state escluse dalla banca centrale Solutions and Blockchain – che emernorvegese dal Government Pension Fund Global (GPFG) “sulla base gerà nel mercato della logistica come di una valutazione del rischio di rilevanti danni ambientali e di gravi modalità principale con cui le aziende o sistematiche violazioni dei diritti umani”. Inoltre, la compagnia armatoriale sudcoreana Pan Ocean Co. è stata posta sotto osservazione sulla base dei medesimi criteri. La decisione è arrivata su raccomandazione del comitato etico di Norges Band poiché da diversi anni le navi in disarmo delle quattro compagnie sono demolite sulle spiagge del Bangladesh e del Pakistan, in un contesto di condizioni lavorative degradate e di gravi danni all’ambiente. Il consiglio della Norges Bank riprenderà in esame le motivazioni dell’esclusione nel caso in cui, al termine di un quadriennio, in questo periodo le compagnie non abbiano sottoposto alcuna loro nave alla procedura del beaching.


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Nuovi emendamenti alla Convenzione FAL

Sono entrati in vigore gli emendamenti alla convenzione FAL (Convention on Facilitation of International Maritime Traffic) che rafforzano il diritto dei marittimi allo sbarco e introducono nuovi obblighi relativamente all’attivazione di sistemi elettronici di scambio di informazioni (EDI) sul traffico marittimo. Quest’ultima misura dovrà essere implementata entro l’8 aprile 2019 prevedendo un periodo di transizione della durata di un anno durante il quale consentire l’uso sia di documenti in formato cartaceo che in formato elettronico. L’emendamento relativo al permesso di sbarco aggiunge una disposizione che stabilisce il divieto di discriminazioni basate sulla nazionalità, sulla razza, sul colore, sul sesso, sulla religione, sull’opinione politica o sull’origine sociale dei marittimi. Inoltre, il permesso di sbarco deve essere concesso indipendentemente dallo Stato di bandiera della nave sulla quale il lavoratore è imbarcato. Se una domanda di sbarco viene respinta, le autorità pubbliche competenti devono Portogallo, primo rifornimento GNL per nave fornire una spiegazione al membro da crociera dell’equipaggio e al comandante della La compagnia Galp ha annunciato di aver completato nel pornave. Aggiornamento anche in materia to di Funchal a Madeira il primo rifornimento di carburante GNL di security e prevenzione dell’accesso shore-to-ship mai condotto prima in un porto portoghese. L’opedei clandestini alle navi. In particolare, razione ha riguardato la nave “AIDAprima”, la prima nave da le nuove disposizioni impongono l’implecrociera del mondo alimentata a GNL della compagnia tedementazione della legislazione nazionale, sca Aida Cruises, impegnata sulla rotta atlantica tra le Isole ove necessario, affinché sia consentito di Canarie e Madeira. La società petrolifera lusitana punta in perseguire i clandestini o le società che futuro ad effettuare servizi di bunkeraggio anche da nave aiutano lo stesso ad accedere alle aree a nave. Attualmente il GNL viene trasportato attraverso portuali, alle navi o ad introdursi nei concisterne criogeniche, una soluzione che mantiene il tainer. gas allo stato liquido a temperature molto basse, assicurandone un trasporto sicuro. La quantità di gas fornita alla nave è stata equivalente al consumo medio giornaliero di 42.000 famiglie.

Via della Seta, continuano gli investimenti in Africa

Non solo rotte marittime e collegamenti tra Asia ed Europa. La nuova Via della Seta conferma la sua portata strategica complessiva anche con gli investimenti infrastrutturali in Africa. In Etiopia, ad esempio, la Cina ha investito circa quattro miliardi di dollari negli ultimi due decenni diventando il più grande partner commerciale del Paese. Lo scorso mese China Association of Railway Engineering Construction ha concesso l’autorizzazione di esercizio alla linea ferroviaria Etiopia-Gibuti, prima tratta elettrificata a scartamento normale realizzata nel continente, dopo la fase di sperimentazione iniziata nell’ottobre 2016. La linea si estende per 656 chilometri all’interno del confine etiope e per i restanti 100 chilometri nel territorio di Gibuti. La costruzione del tratto etiope è costata circa 3,4 miliardi di dollari. La linea collega la città di Addis Abeba con il porto di Doralé, consentendo al Paese di accedere ai collegamenti marittimi del Golfo di Aden. La ferrovia è stata costruita tra il 2011 e il 2016 dal Gruppo ferrovie della Cina e dalla China Civil Engineering Construction Corporation, mentre il finanziamento è stato concesso dalla Banca di importazione ed esportazione della Cina (Chexim), dalla Banca di sviluppo della Cina e dalla Banca industriale e commerciale della Cina.

Presentato il progetto del Canale Istanbul

Il ministro turco dei Trasporti, Ahmet Arslan, ha presentato il progetto definitvo del “Canale di Istanbul”, una via d’acqua lunga 45 chilometri che scorrerà parallelamente allo Stretto del Bosforo con l’obiettivo di diminuire la congestione del traffico marittimo sulla rotta di collegamento tra il Mar Nero e il Mare di Marmara. L’opera sarà realizzata in project financing collegando la laguna del Lago Kucukcekmece con il bacino idrico di Sazlidere e con il lago e bacino idrico di Durusu e di Terkos. Arslan ha confermato l’intenzione del governo di portare a termine le procedure di gara e di avviare i lavori di scavo entro quest’anno.


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Brexit, prepararsi allo scenario “no deal” In mancanza di un accordo con l’Ue nei negoziati per la Brexit il settore dei trasporti britannico dovrà prepararsi ad affrontare una serie di problemi regolamentari. È quanto segnalato da Bruxelles alle imprese britanniche del comparto marittimo, aviazione e del trasporto su strada. Nel momento in cui il Regno Unito diventerà un Paese terzo (29 marzo 2019), nell’eventualità dello scenario “no deal”, licenze ed autorizzazioni decadranno automaticamente rendendo necessario in molti casi la creazione di entità di diritto europeo per poter continuare l’attività sul territorio dell’Unione. Nel settore marittimo una delle conseguenze riguarderebbe i certificati di competenza e addestramento non più sufficienti per lavorare a bordo delle navi battenti bandiera di uno dei restanti membri dell’Ue. Discorso simile per l’autotrasporto, con in più l’obbligo per le imprese operanti nel trasporto merci su strada di avere una sede su suolo comunitario. Per le compagnie aeree scatteranno una serie di obblighi (sede o maggioranza del capitale posseduto da uno o più Stati o cittadini membri dell’Ue) per certificare la garanzia del controllo, diretto o indiretto, sulla società.

Consultazione pubblica sull’utilizzo dei fondi Horizon 2020 È partita lo scorso 10 gennaio (conclusione l’8 marzo) e riguarderà l’utilizzo dei fondi europei nel settore delle infrastrutture strategiche. L’obiettivo è raccogliere le opinioni di tutte le parti interessate su come far fruttare al massimo ogni singolo euro del bilancio dell’Ue in vista delle proposte globali da presentare quest’anno per la prossima generazione di programmi da finanziare (quadro finanziario pluriennale post-2020). “Le proposte della Commissione – comunica Bruxelles – saranno concepite in modo da permettere all’UE di realizzare le cose che più contano, nei settori in cui il suo intervento può risultare più efficace rispetto all’azione dei singoli Stati membri. A tal fine sarà necessaria un’attenta valutazione di quel che ha funzionato e di quel che è possibile migliorare in futuro”.

ECSA chiede lo sportello marittimo unificato

Polonia, navalmeccanica sotto osservazione

Via libera dalla Commissione ad un programma di sostegno pubblico (18 milioni di euro) agli investimenti effettuati dalle piccole e medie imprese che operano nel settore navalmeccanico polacco. Nello stesso tempo parte un’indagine sugli aiuti a favore dei cantieri navali nazionali sotto forma di incentivi fiscali. La verifica riguarda una norma del 2016 che consente ai cantieri navali, anziché pagare imposte sul reddito delle società o delle persone fisiche, di versare un importo forfettario dell’1% sull’importo del fatturato generato dalle attività di costruzione e trasformazione navale. Il provvedimento, rendendo possibile ai cantieri navali polacchi il pagamento di un’imposta più bassa rispetto al normale regime fiscale, non rispetterebbe le norme in materia di aiuti di Stato.

Le difficoltà a creare un vero mercato unico nel settore dello shipping sta diventando un freno per la crescita degli armatori europei. I pesanti oneri amministrativi, procedure e notifiche complesse e ripetitive a causa della mancata armonizzazione burocratica tra gli Stati membri e la miriade di uffici intermedi a loro collegati mettono a rischio l’obiettivo della semplificazione e l’efficienza operativa delle compagnie. È la denuncia che arriva dall’ECSA (European Community Shipowners Association) insieme alla richiesta alla Commissione europea di accelerare la revisione della direttiva che dovrebbe portare allo “sportello unico marittimo”. Per Martin Dorsman, segretario generale ECSA, il progetto dovrebbe riguardare anche le relazioni doganali perseguendo l’ambizioso traguardo di arrivare a comunicare le informazioni necessarie su un unico modello o interfaccia unificata. “Solo così il trasporto marittimo potrà finalmente beneficiare del mercato unico. La single window – ha spiegato – riuscirebbe così ad eliminare gran parte dell’inutile carico amministrativo che pesa sui marittimi e il personale delle imprese”.




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