Le voci dell’Università Cattolica
Cittadinanza ecologica sotto un unico Cielo, sopra un’unica terra di Simona Sandrini*1
L’
enciclica Laudato si’ di Papa Francesco fa appello all’educazione per creare una cittadinanza ecologica e recuperare i suoi diversi livelli di equilibrio: quello interiore con se stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio. L’iniziativa del Global Compact on Education va in questa direzione. “C’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna. […] Ogni cambiamento, però, ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. Per questo è necessario costruire un villaggio dell’educazione […] un’alleanza tra gli abitanti della Terra e la casa comune, alla quale dobbiamo cura e rispetto”. Odio sociale e cambiamenti climatici, discriminazioni economiche e cultura dello spreco sono alcuni dei sintomi dell’allontanamento dell’umano dalla sua natura autenticamente relazionale: cosa tra le cose, se non discerne l’alterità come l’unica via di felicità e di crescita, di compassione gioiosa. Movimenti giovanili per la sostenibilità e comunità solidali in pandemia, cooperazione internazionale e sobrietà nei consumi domestici sono tentativi coraggiosi di rimettere al centro dei paradigmi culturali e dei modelli socio-economici il valore della cura condivisa della “casa comune”. Come sostenere nell’agenda educativa questa trasformazione che è l’unica possibilità di uno scenario futuro non catastrofico? Parlare di cittadinanza ecologica significa fare appello alla libertà: ogni persona che viva una profonda liberazione interiore acquisisce maggiore sensibilità verso il grido della propria povertà, di quella degli altri e della Terra. Indaga il bello e il bene, ne promuove personalmente la vitalità, locale e globale. Rifugge le frammentazioni della realtà, svincolandosi da lacci materiali e immateriali che semplificano banalmente la propria esistenza. Non si sente disorientato o minacciato davanti alle diversità, al contrario prova ad abitare insieme “sotto un unico Cielo” e “sopra un’unica terra”. L’educazione può accendere una scintilla interiore di riconoscenza. Per questo l’appello del Pontefice per le nuove generazioni è essenziale: facciamo in modo che ogni bambino e bambina abbia l’opportunità educativa di affinare questa sensibilità ecologica, perché l’apertura formativa di ogni giovane si esprima in processi di rinnovamento socio-economico e ambientale nel segno dell’equità. La famiglia umana, “è un’esperienza fragile e complessa – e per questo ricca – che mette in gioco non le idee, ma le persone” (Amoris Laetitia). La qualità relazionale necessita di essere messa al centro dell’impegno formativo perché la si incontri “corpo a corpo” e, conosciuta personalmente, la si persegua con creatività e sentimento. L’Università, con i suoi professori, i ricercatori e il personale amministrativo che prestano servizio ai giovani, è un Villaggio educativo in cui sperimentare relazioni aperte e reciproche, Assegnista di ricerca dell’Alta Scuola per l’Ambiente e referente dell’area mobilità sostenibile
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