PRESENZA
Ateneo
Per i migliori laureati la festa del Premio Gemelli e l’ingresso tra gli Alumni a cura di Francesco Chiavarini e Agostino Picicco
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è chi trattiene il microfono e quasi non lo lascerebbe più e chi, invece, lo passa volentieri, come se gli scottasse tra le mani. Chi si è annotato il discorso su un foglietto e chi parla a braccio e sarebbe pronto a ridiscutere una seconda volta la tesi, se gliene fosse data la possibilità. Se questi laureati sono arrivati sino a qui – nell’Aula Pio XI, dove spesso l’Ateneo ospita ministri, cardinali, rappresentanti delle istituzioni – è perché tutti hanno ottenuto la lode, ottimi voti agli esami, concluso il percorso di studio nei tempi. Eppure, il merito che li accomuna si esprime in accenti diversi, assume tante, differenti sfumature quante sono le facce delle loro multiformi personalità. E ne sono un segno rivelatore proprio i gesti con cui ricevono dai presidi delle Facoltà la medaglia del Premio Agostino Gemelli, durante la cerimonia che si è svolta lo scorso 13 novembre a Milano, condotta dal giornalista di Radio24 e del
Sole 24 Ore Mauro Meazza, alumnus e membro del Consiglio direttivo di Alumni Università Cattolica. Le premiate e i premiati della 63esima edizione, che d’ora in poi saranno alumni – entrando a far parte di diritto per un anno nella community delle laureate e laureati della Università Cattolica – prendono la parola uno alla volta.
Seduti accanto, i genitori emozionati tanto quanto e, forse, più di loro. Agli uni e agli altri si rivolge nel suo discorso il rettore Franco Anelli. «Occorre essere capaci di riconoscere prima di tutto a sé stessi le proprie capacità», vincendo il naturale pudore che «contraddistingue inevitabilmente le persone intelligenti», dice il rettore. Ma una volta fatto questo sforzo, bisogna «sferzarle queste capacità». E non si può spronare sé stessi, senza «avere ambizione, orgoglio, voglia di affermazione», sottolinea. «Abbiate fiducia in voi stesse e in voi stessi, e non abbiate timore di affermarvi, di raccontarvi, cioè di dimostrare quanto valete, perché non solo avete il diritto di farlo, ma anche il dovere. Avete meritato questo premio non solo perché avete prevalso in una competizione, ma perché avete risposto a un obbligo morale ed etico». Esiste, infatti, un obbligo di queste giovani donne e uomini nei confronti delle famiglie che hanno investito nella loro formazione e c’è pure, più in
Università Cattolica del Sacro Cuore