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Il rettorato di Elena Beccalli nel segno del dialogo

di Paolo Ferrari

Per rendere ancora più forte la mia vicinanza con tutti voi, intendo prevedere uno spazio di ricevimento e incontro regolare con coloro che desiderino avere un momento di dialogo e confronto, alimentando così una relazione che sappia cog liere e inter pretare le vostre necessità e proposte». Il rettorato della professoressa Elena Beccalli è iniziato con l’impegno ad ascoltare. Nel g iorno del suo insediamento, il 1° lug lio scorso, si è rivolta con una lettera a ogni studentessa e ogni studente dell’ateneo, assicurando la disponibilità ad aprire le porte del rettorato e a tenere a perto un canale di comunicazione.

Non a caso “dialogo” è la parola che ha fatto da trama ai primi interventi pubblici, soprattutto alle prime interviste rilasciate ad alcuni importanti quotidiani italiani. Una cifra che vale per la comunità universitaria al proprio interno ma anche per il rapporto con il Paese e il mondo Agli studenti promette di valorizzare il loro «carico di energ ia e di speranza, che ci affida una g rande responsabilità: le università sono un presidio di futuro. Che deve essere orientato al bene comune». Per loro propone «una formazione interdisciplinare, anzi transdisciplinare». Un percorso «sul quale siamo molto impegnati» afferma. «Nell’ateneo ci sono dodici facoltà, espressione dei saperi delle scienze umanistiche, sociali, delle scienze dure e delle scienze mediche. Bene, l’obiettivo è promuovere ulteriormente il dialogo tra le discipline. Serve un’ibridazione delle competenze»

Sulla stessa linea dell’ascolto e del confronto è la scelta di procedere «con me- todo orientato alla colleg ialità e al coinvolg imento del corpo docente e di tutte le componenti della comunità accademica». Concretamente ciò significa, per esempio, «valorizzare un organo come il Senato accademico, che raduna tutte le facoltà. È il luogo ideale per costruire nuove forme e nuovi spazi di confronto». Parlando di apertura al mondo il Rettore ricorda che l’Università Cattolica è «un ateneo aperto al dialogo, a servizio della società civile». E agg iunge che «per sua vocazione siamo un ateneo “universale” dove il dialogo e il confronto devono essere aperti, liberi e interdisciplinari». In questa prospettiva la professoressa Beccalli presenta una linea prog rammatica: «fare in modo che il nostro ateneo sia un bacino naturale a cui possano attingere la società civile, le istituzioni, il mondo del lavoro e la Chiesa italiana e universale». Con l’augurio che «la Cattolica diventi la miglior università “per” il mondo e non “del” mondo, che vuol dire essere un ateneo al servizio del bene comune a partire da chi è ai margini».

L’udienza da Papa Francesco

Un impegno che la professoressa Beccalli ha ribadito nell’udienza privata con Papa Francesco il 12 agosto scorso. Diversi i temi affrontati nel colloquio, molti dei quali incentrati sul mondo universitario e sulla questione dell’emergenza educativa. Profonda e immensa la g ratitudine espressa dal Rettore, che ha ring raziato il Santo Padre per la sua costante vicinanza all’ateneo, dalla sua fondazione al servizio della società e della Chiesa italiana e universale. «Un’Università che, rinno- vandosi costantemente, è impegnata ad accompagnare e sostenere le nuove generazioni in una formazione universitaria integ rale dentro una realtà in radicale trasformazione. Un ateneo che, valorizzando la dimensione di comunità, continua a interrogarsi sul senso di essere università ogg i, in particolare università cattolica, illuminato da uno spirito che è nello stesso tempo libero e orientato alla ricerca della verità»

Il legame tra l’Università e la Chiesa universale è stato rafforzato dalla nomina, da parte di Papa Francesco, della professoressa Beccalli a consultore del Dicastero per la cultura e l’educazione. La notizia della nomina è stata diff usa il 1° novembre dal Bollettino della Sala stampa vaticana

L’udienza del Presidente

della Repubblica

Il legame con le istituzioni e con il Paese si è consolidato l’11 luglio nell’udienza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per i 60 anni del Policlinico universitario “A. Gemelli” Irccs. «La solidarietà presidia e difende la vita di tutti, tutelando il diritto a essere curati» ha affermato il

L a cooperazione internazionale è uno dei tratti identitari della nostra storia universitaria». Lo ha detto il Rettore dell’Università Cattolica Elena Beccali aprendo il convegno internazionale “Ripensare la cooperazione internazionale”, ospitato il 10 e l’11 ottobre nella sede di Brescia dell’ateneo. Un’attenzione che si è tradotta nei molti progetti di ricerca, nelle iniziative concrete promosse nelle aree più povere del pianeta e nei corsi curricolari dedicati alle teorie e ai modelli della cooperazione. «Occorre pensare a programmi di lungo periodo con l’idea del reciproco interesse tra l’Europa e le aree più povere del pianeta» ha detto il rettore, secondo una logica centrata sul «binomio tra crescita ed educazione, accompagnato dalla solidarietà, che è la chiave per lo sviluppo integrale e solidale, anche del Global South». Una prospettiva che sta portando l’Università a coordinare in un piano le proprie attività di cooperazione con l’Africa.

Il Rettore ha chiuso il suo intervento facendo riferimento alla sede di Brescia: «Il fatto che il convegno si svolga in questo campus non è casuale, perché qui è ospitata la Cattedra Unesco in Education for Human Development and Solidarity Among Peoples, istituita il 6 aprile 2018 (di cui è titolare il professor Domenico Simeone, ndr). Inoltre, non bisogna dimenticare che la vocazione di Brescia rispetto ai temi dell’educazione e della solidarietà è riconosciuta e apprezzata a livello nazionale». CONVEGNO

Rettore. «In questo senso il Gemelli è un vero e proprio luogo di solidarietà. Signor Presidente, questa occasione è dunque simbolicamente un Suo dono prezioso al personale del Policlinico Gemelli e a tutta la comunità universitaria perché è la conferma dello stretto legame tra l’a- teneo dei cattolici italiani e la Repubblica italiana. Un legame che noi cerchiamo di rafforzare alimentando quella missione sociale e civile che Lei stesso ci ha indicato come prioritaria nel Suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2020-2021».

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