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Cesare Tiezzi e Leonardo Fornaroli, i talenti del Motorsport scelgono Unicatt
di Francesco Berlucchi
In camera, Cesare Tiezzi (nella foto in basso) ha ancora il poster di Valentino Rossi. Sul suo casco però c’è il 34, quello che f u di Kevin Schwantz, l’idolo del Dottore da giovane, e pure di suo papà quando correva con le moto da cross. Lui, Cesare, è diventato campione italiano Moto3 nel 2022 con l’AC Racing Team, e oggi è un pilota del Team Eagle-1 nel FIM JuniorGP, classe Moto3, l’anticamera della classe minore del Motomondiale. Con Valentino, Cesare condivide la data di nascita, il 16 febbraio. Ma nel 2005, quando nacque il giovane talento di Novi Ligure, Rossi aveva già vinto sei titoli mondiali in quattro classi diverse, e aveva appena fatto risorgere la Yamaha da un sonno quasi eterno, che durava addirittura dal 1992, quando Wayne Rainey vinse l’ultimo titolo mondiale nella 500 Proprio lui, Rainey, il grande rivale di Schwantz. «Mio padre adorava il pilota della Suzuk i, così quando abbiamo dovuto scegliere il numero non ho avuto dubbi sul 34» racconta Tiezzi tra i chiostri dell’Università Cattolica, dove è al secondo anno di Economia delle imprese e dei mercati e partecipa al prog ramma Dual Career. «Ho iniziato tardi, avevo 9 anni. Da allora mi sono innamorato di questo mondo»
La sua famiglia è stata il motore anche della scelta di continuare a studiare. Una decisione non comune tra piloti pronti a g iocarsi un posto nel Motomondiale. «In effetti, non ne conosco altri che facciano l’università» racconta Cesare. «Quando vedevo che i miei “colleghi” smettevano di andare a scuola, e andavano solo in moto, volevo fare la stessa cosa. Ma i miei genitori hanno sempre dato molta importanza all’istruzione e, crescendo, ne ho capito il motivo. Ho scelto l’Università Cattolica perché credo mi possa aprire molte porte, e mi possa aiutare a rimanere nel mondo del motociclismo quando la mia carriera da pilota sarà finita».
Una scelta simile a quella di Leonardo Fornaroli (nella foto in alto), il primo pilota italiano a vincere il Campionato FIA di Formula 3. Lo ha fatto, il 1° settembre, all’ultima curva, la mitica Parabolica di Monza dedicata a Michele Alboreto, al termine di una g ara pazzesca, ostinata e pervicace. «Partivo primo, sapevo che il mio potenziale era molto buono. Ero abbastanza tranquillo» racconta il ventenne del Team Trident, che studia Management per la sostenibilità all’Università Cattolica nel campus di Piacenza. «Dopo un incidente all’Ascari, la variante si era sporcata molto. Alla ripartenza, appena sono passato sulla traiettoria ideale, ho perso completamente il controllo della macchina e ho dovuto tagliare la curva, cedendo tre posizioni».
Rimaneva un g iro e mezzo prima della fine del campionato. «Mi sono passate in testa tantissime cose. Allora mi sono detto: “Vada come vada, ma all’ultima curva ci provo”». Quel sorpasso gli è valso il titolo. «È stato davvero speciale» prosegue Fornaroli, seduto nella piazzetta del campus di Piacenza. «Sarebbe stato più tranquillo prenderselo con una bella vittoria, ma le cose semplici non mi piacciono». Proprio per questo, Leonardo ha accettato la sfida di correre in Formula 2 nella prossima stag ione. Lo farà con un top team, Invicta Racing.
«Non vedo l’ora di tornare in pista», racconta Fornaroli. Prima, c’è tempo per dare qualche esame. «Il prog ramma Dual Career mi ha aiutato tantissimo nell’organizzazione degli esami e dello studio. Ring razio di cuore la professoressa Anna Maria Fellegara per il g randissimo consiglio che mi ha dato quando mi ha suggerito di parteciparvi. Ho scelto l’Università Cattolica perché anche mio papà si è laureato in questo ateneo. Proprio lui mi ha consigliato di iscrivermi per la qualità dei docenti e degli insegnamenti. E poi qui, g razie alle lezioni in presenza, imparo molto di più e rimango concentrato».