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Libri, a diventare lettori s’impara
di Velania La Mendola
La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con tutti i valentuomini dei secoli passati che ne f urono gli autori», ha scritto Cartesio. Una tesi conf utata da Proust, che scrive invece che la lettura, nella sua essenza originale, è «il miracolo fecondo d’una comunicazione in seno alla solitudine».
Comunque la pensiate, leggere non è un atto naturale o scontato. La sua invenzione, forse la più geniale dell’essere umano, risale a 6.000 anni fa in Mesopotamia, come racconta la neuroscienziata Maryanne Wolf nel libro Proust e il calamaro. La lettura, sia dal punto di vista biologico che intellettuale, permette però alla specie umana di oltrepassare l’informazione e produrre innumerevoli e meravigliosi nuovi pensieri. Oggi, immersi nel digitale, ci scopriamo lettori più fragili. Adulti e giovani, dati alla mano, fanno più fatica a sprofondare nel libro di carta, a essere costanti nell’esercizio che muove il “muscolo” della lettura. Un tema che riguarda tutto il sapere e che è da tempo al centro dell’attenzione della casa editrice dell’Università Cattolica Vita e Pensiero. I lettori sono infatti i veri protagonisti del mondo del libro e bisogna preservarne la profondità. Ogg i non si legge meno di un tempo, ma lo si fa con un’impazienza cognitiva che fa diminuire le capacità di assorbimento di concetti complessi. Nasce da qui la Scuola di lettura, un’iniziativa varata nel 2023 che si lega al progetto “I g iusti continuano a leggere”, un g ruppo di lettori mobili (circa 800 sono gli iscritti ad ogg i) il cui nome deriva da una celebre poesia di Borges, I giusti, appunto, che recita così:
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire. / Chi è contento che sulla terra esista la musica. / Chi scopre con piacere una etimologia. / Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi. / Il ceramista che intuisce un colore e una forma. / Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace. / Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto. / Chi accarezza un animale addormentato. / Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto. / Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson. / Chi preferisce che abbiano ragione gli altri. / Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Accanto a reading, g ruppi di lettura, incontri online, maratone, la Scuola nasce per condividere l’essenza stessa dell’espe- rienza della lettura, che – come ha detto Aurelio Mottola nell’inaugurazione – «è una questione di affetti, un’esperienza che suscita intuizioni, aperture, empatie, risonanze, domande, immag inazioni, desideri: l’esperienza di una fonte zampillante. Perché la nostra interiorità si anima delle vite degli altri, dei loro pensieri, delle loro parole». Sono incontri in cui scrittrici e scrittori diventano maestri di lettura raccontando l’esperienza che quel determinato romanzo ha suscitato in loro, condividendola con i membri della scuola che si impegnano a leggere il romanzo di cui si parlerà. È un piccolo impegno: leggere da soli per poi ascoltare e condividere. Nel 2023 hanno partecipato, tra gli altri, Alessandro D’Avenia, Paolo Alliata, Ilaria Gaspari, Alberto Manguel, Nicola Lag ioia. Nel 2024 la scuola ha aperto con Gioele Dix: «Centuria di Manganelli è fatto da cento piccoli libri dentro un unico volume; questi piccoli “romanzi” mi hanno colpito, perché mi hanno insegnato che la Storia con la S maiuscola la capisci anche da piccoli dettagli, che tutti insieme formano una g rande storia. Manganelli è poi un f unambolo della parola, con una ricchezza di aggettivi che ci aiutano a trovare quelle sf umature del nostro sentire che spesso non è facile tradurre».
Giorgio Fontana, protagonista del secondo incontro ha detto: «Kafka ha per me, paradossalmente, un valore fiabesco. Anche se i mondi da lui immag inati – come quello del Processo – sono spaventosi, più mi avvicino alla sua scrittura e alla sua anima più ne ho ricavato entusiasmo e voglia di scrostargli quell’aggettivo “kafkiano” dall’interpretazione comune di chi forse non l’ha letto fino in fondo». Leggere tra le righe, leggere il dettaglio, andare oltre.
A Bookcity Milano, il g rande festival diff uso nella città che vede ogni anno l’Università Cattolica presente con un prog ramma articolato, Silvano Petrosino – docente di Antropolog ia relig iosa – ha presentato il suo Letture. La verità nella finzione, sottolineando ancora una volta quanto questa capacità di lasciarsi inter- rogare dalla g rande letteratura sia fondamentale per capirne un po’ di più dell’umano, delle sue paure e contraddizioni.
“La letteratura non mente, mai. Anzi nella finzione ci invita alla verità, anche la più terribile”. Josep Maria Esquirol ha scritto che «leggere bene è preludio del costruire mondo» (La scuola dell’anima) e a Bookcity ha agg iunto: «Leggere è un momento speciale in cui non si evade dalla realtà, ma ci si immerge nelle cose più profonde della vita».
Queste occasioni danno frutto? Ci ha scritto una studentessa che ha partecipato alla chiusura della scorsa edizione, la lezione con Mar yanne Wolf e Joël Dicker: “Un’ora fa è finito l’evento più ispiratore a cui ho partecipato nella mia vita. Non capita tutti i g iorni di lasciarsi trasportare dalle parole di una brillante neuroscienziata e un g randissimo scrittore. Ancora più rara e preziosa è l’occasione di interag ire con loro. Le loro parole hanno lasciato un segno in quell’aula e in tutti i presenti, perché erano parole che venivano dalla passione che provano per il loro lavoro. Conserverò un ricordo bellissimo dell’evento di stasera perché ha cambiato un pezzettino di me. Grazie davvero (anche se le parole non bastano)
Festival Soul, la kermesse della spiritualità
Cinque giorni, 48 eventi, 21 sedi e oltre 10mila partecipanti. Sono i numeri della prima edizione del Soul Festival, la rassegna dedicata alla spiritualità promossa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Diocesi di Milano dal 13 al 17 marzo. La manifestazione ha avuto come tema centrale “la meraviglia, vigilia di ogni cosa” a cui sono stati dedicati incontri, spettacoli, laboratori e momenti di meditazione. Ad aprire l’evento, in un’Aula Magna gremita, Alessandro Baricco: «Quando noi accediamo alla meraviglia ci troviamo davanti a una fenditura del nostro mondo e vediamo qualcosa che non siamo o non siamo ancora» ha detto nella sua lecture. È stata l’Ultima cena realizzata da Leonardo nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie a stimolare la riflessione sull’umano sconcerto. Soffermandosi sulla composizione dell’opera nella sagrestia del Santuario domenicano, lo storico dell’arte Pietro Marani e la scrittrice Melania Mazzucco hanno guidato il pubblico alla scoperta del capolavoro vinciano.
Un altro tema che sta suscitando oltre che meraviglia anche più di un interrogativo è l’intelligenza artificiale. «La tecnologia dev’essere un motore di speranza per tutta l’umanità» ha a tutti quelli che hanno dato l’anima per organizzare questo evento. Non vedo l’ora di rivivere ancora, nella mia università, queste emozioni”. Nel 2025 la Scuola continua. spiegato nel corso dell’incontro ospitato dalla Fondazione Corriere della Sera, don Luca Peyron, docente di Teologia del nostro ateneo. Correlatore del dibattito, moderato dal giornalista Massimo Sideri, il professor Giuseppe Riva, direttore di HTLab. La tecnologia è stato un tema ricorrente anche dell’incontro ospitato dalla Fondazione Feltrinelli in cui i docenti dell’Università Cattolica Fausto Colombo e Massimo Scaglioni hanno dialogato con Lodo Guenzi e Cristina Battocletti sul tema dei media.
Gabrio Forti, direttore dell’Alta Scuola sulla Giustizia penale “Federico Stella” ha introdotto l’evento in cui Agnese Moro, figlia del politico ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, e l’ex terrorista Grazia Grena hanno raccontato la loro esperienza all’interno di un percorso di giustizia riparativa in cui sono intervenuti i mediatori: il criminologo Adolfo Ceretti e la professoressa Claudia Mazzucato, docente di Diritto penale dell’ateneo.
«Sono stati giorni di meraviglia per tutte e tutti – recita il messaggio di saluto che campeggia sul sito del Festival, visitato da oltre 10mila utenti in tre settimane – grazie a chi è stato con noi: ospiti, pubblico, partner, perché Soul siamo tutti noi insieme».
In crescita studenti, network e nuovi accordi