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Al Tron-Zanella servirebbe un nuovo indirizzo (di casa)
Stefano Tomasoni
Lo diciamo subito, siamo contrari alla “cancel culture”, cioè a quel fenomeno che in alcuni paesi, soprattutto di matrice anglosassone, ha già portato a boicottare o eliminare simboli e monumenti di personaggi storici del passato perché giudicati con il metro etico-morale di oggi. Tuttavia bisogna dire che a volte ci sono situazioni che andrebbero quantomeno approfondite. A volte, ad esempio, sarebbe effettivamente il caso di rimettere in discussione l’intitolazione di alcune vie, attribuite in passato a personaggi quantomeno discutibili. Certo, si andrebbe a creare una seccatura burocratico-amministrativa per chi risiede in una via ridenominata, per la ricaduta su documenti fiscali, anagrafici e quant’altro, ma come si dice: quando ci vuole ci vuole. In altra occasione abbiamo già avuto modo di notare come il fatto che ancora oggi in giro per l’Italia ci siano tante vie o piazza intitolate a un personaggio come il generale Cadorna ci faccia venire lo “sgranfo”. Ma ci sono anche casi che riguardano personaggi poco noti o del tutto dimenticati.
Prendiamo via Alessandro Luzio, in zona SS.Trinità, al limitare del campus dei licei. Non è una via di primaria grandezza, lunghezza e importanza, epperò è l’indirizzo “ufficiale” dell’Istituto di istruzione superiore Tron-Zanella, ovvero dei licei scientifico, classico e linguistico. Un’istituzione scolastica tra le più importanti dell’Alto Vicentino.
Ora, alzi la mano in tutta onestà chi sa chi sia stato Alessandro Luzio. Non lo sa nessuno, dai. E allora vediamo. Nato a San Severino Marche nel 1857, fu uno storico (in particolare del Risorgimento) e un giornalista, direttore della Gazzetta di Mantova, poi direttore dell’Archivio di Stato di Mantova e sovrintendente dell’Archivio di Stato di Torino.
Il Dizionario biografico della Treccani gli dedica un profilo approfondito, nel quale scrive che “nei primi anni torinesi assistette alla nascita e all’avvento del fascismo, da cui non fu subito conquistato: ancora nella primavera del 1925 rimase estraneo alla ‘guerra dei due manifesti’, non firmando né quello di Gentile, né quello di Croce. La sua adesione al nuovo regime si manifestò soprattutto dopo la legge del 12 gennaio 1925 contro le associazioni segrete”.
In seguito Luzio diventò uno fra gli esponenti più in vista dell’establishment storiografico del regime. Già membro dell’Accademia dei Lincei, nel ’29 diventò socio anche dell’Accademia d’Italia, di cui fu poi anche vicepresidente. “Dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali – riporta ancora la Treccani - accettò di far parte, senza peraltro partecipare ai suoi brevi lavori, della Commissione per lo studio dei problemi della razza istituita presso l’Accademia e in una lettera al presidente Federzoni esaltò ‘la grandiosa e mirabile e generosa legislazione del regime fascista, che disciplina la scabrosa urgente questione ebraica’. In una serie di articoli pubblicati nel Corriere della sera dal settembre 1940 al gennaio 1941 volle dare una giustificazione storico-ideologica all’intervento italiano a fianco della Germania in chiave prevalentemente antinglese”.
Dopo la guerra fu radiato dall’Accademia dei Lincei per il contegno tenuto nel periodo fascista e quello stesso anno morì abbastanza dimenticato.
Dunque s’è capito: non è che Alessandro Luzio sia una figura propriamente esemplare per essere associata – anche solo per via dell’indirizzo - a una scuola, ovvero a un luogo deputato a formare le giovani generazioni. Forse, un pensierino per togliere il Tron-Zanella dall’imbarazzo di relazionarsi con questo indirizzo sulla carta intestata, lo si potrebbe anche fare.
In questo caso non servirebbe nemmeno rivoluzionare la toponomastica cittadi- na e rompere le scatole a qualche decina di residenti. Sarebbe sufficiente un piccolo ritocco. Considerata infatti la particolare posizione dell’entrata del liceo, la cui cancellata cade esattamente in faccia a via Muratori che scende dritta da viale SS.Trinità, basterebbe considerare conclusa via Luzio appunto all’intersezione con via Muratori e “regalare” gli ultimi venti metri a via Dino Compagni, quella che scende parallela a via Muratori e finisce con la curva davanti al bar.
Dino Compagni, quantomeno, fu coevo con Dante Alighieri, un notabile guelfo che ricoprì anche qualche carica pubblica (brevemente, come si era usi fare per gli incarichi politici nella Firenze dell’epoca), quel che oggi si direbbe un “cronista del suo tempo”. Un personaggio già più in linea con lo spirito culturale che si respira in una scuola.
Insomma, un pensierino a questa piccola modifica noi lo faremmo. Suona un po’ beffardo che il perimetro dei licei sia definito da vie intitolate a Tito Livio e a Marin Sanudo e che poi per il Tron-Zanella l’indirizzo ufficiale da presentare all’esterno sia quello di via Luzio. È una questione di opportunità educativa, ecco. ◆