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Cent’anni di penne nere

Il Gruppo alpini Val Leogra ha festeggiato in queste settimane il secolo di vita. “L’età media aumenta inesorabilmente – sottolinea il capogruppo Roberto Sbabo -. A Schio quantomeno abbiamo un direttivo tutto sommato giovane. Le porte sono sempre aperte ai giovani, che pur non avendo prestato servizio nel Corpo, possono accedere all’associazione come aggregati”.

delle Gallerie e della chiesetta del Pasubio. Per ripercorrere la storia del Gruppo Alpini Val Leogra-Schio, conoscere le sue attività e contribuire a sostenerne le iniziative, è possibile acquistare presso la sede, aperta ogni sabato mattina, un libro commemorativo pubblicato con il patrocinio del Comune. Per guardare, invece, al futuro delle penne nere scledensi, ci siamo rivolti al capogruppo Roberto Sbabo (che da quest’anno ha raccolto il testimone di Nadir Mercante, coordinatore dal 2013). «Adesso che l’impegno per l’organizzazione del centenario è alle spalle - rivela - il mio più grande desiderio sarebbe quello di vedere il 125° anniversario».

Gli alpini guardano lontano, ma si muovono un passo alla volta. Quali sono i prossimi impegni per il Gruppo cittadino?

«Inoperosi, noi, non lo siamo mai. Gli ultimi mesi sono stati di febbrile attività, ma fortunatamente posso contare su una squadra forte, unita e appassionata e il nostro impegno è stato coronato da una grande soddisfazione ed anche emozione. Ora per qualche mese ci potremo concentrare sulle nostre attività ordinarie, che sono tante: dalla presenza al sacrario di SS. Trinità e alla chiesetta del Pasubio, proseguendo con le attività di volontariato, come l’annuale raccolta viveri, fino alla consueta presenza in centro in occasione delle festività natalizie… Ma già stiamo iniziando a pensare all’anno prossimo, quando Vicenza ospiterà l’Adunata nazionale che coinvolgerà direttamente qualcosa come 200 mila penne nere e che inevitabilmente impegnerà anche noi, come tutti i territori della provincia, nel contribuire alla enorme macchina logistica dell’ evento». Ma ritornando a guardare lontano… come vede il futuro dell’associazione? Anche per gli alpini si prospetta una stagione di trasformazioni. «Non le nascondo che i motivi di incertezza non mancherebbero. La nostra è un’associazione di volontariato e finché ci sono gli alpini a rispondere sempre “Presente!” la nostra attività non verrà mai meno. Ma l’età media aumenta inesorabilmente, perché, va da sé, dopo l’abolizione del servizio di leva il ricambio generazionale è venuto meno. A Schio, fortunatamente, posso dire che, quantomeno dal mio punto di vista, abbiamo un direttivo tutto sommato gio - vane. E tra i nostri iscritti ci sono tanti “veci” che a dispetto dell’età danno ancora filo da torcere a tanti “bocia”.

Chiaramente le porte sono sempre aperte ai giovani, che pur non avendo prestato servizio nel Corpo, possono accedere all’associazione come aggregati. Anche se non indossano il cappello alpino, sono soci a tutti gli effetti e possono vivere un’esperienza di grandissimo valore, contribuendo a mantenere vive memoria e tradizione e sperimentando quello spirito di corpo che è cemento e propellente di ogni nostra attività».

Perché un giovane oggi dovrebbe aderire all’Ana?

«Non mi faccia dire che a tanti ragazzi oggi farebbe tanto bene un po’ di naia… Per carità, il servizio di leva aveva tanti difetti, ma fondamentalmente tutti quelli che lo hanno fatto hanno giurato di proteggere e servire la patria. E quanto bisogno ha questa nostra povera Italia dell’aiuto di tutti, in particolare dei giovani? All’interno della nostra associazione questa aria di patria si respira ancora, senza caricare questa parola di accezioni partitiche, come spesso accade, a torto, oggi.

Si può scoprire la bellezza di mettersi al servizio, seppur in una forma diversa, perché naturalmente oggi la prospettiva di dover difendere il paese in guerra è talmente remota che non la si prende neanche in considerazione. Però il senso del dovere verso la repubblica è l’altra faccia della stessa medaglia. A scuola si può anche studiare l’educazione civica, ma è un’attività teorica. Chi sente l’esigenza di fare la propria parte e di mettersi in gioco concretamente, qui può trovare un contesto sano e anche con tante occasioni di convivialità e divertimento, perché quello spirito di corpo a cui facevo riferimento prima si coltiva prima di tutto così».

Ma non sono concetti superati? «Guardi, io ho prestato servizio durante gli anni di piombo a L’Aquila e con i miei commilitoni si è creato un legame forte, direi fraterno, che a distanza di anni è ancora vivo. Oggi, grazie a Internet e ai social, si possono intessere tante relazioni, ma quante sono così forti e durature? Il rispetto per i simboli - la bandiera, il cappello, tutti gli emblemi della nostra storia, il ricordo dei caduti - non è una semplice questione di orgoglio: ci aiuta a sapere chi siamo, da dove veniamo, e quindi anche a guardare al futuro con più fiducia, oltre che ad amare la pace più di chi ne parla senza cognizione di causa.

L’organizzazione, l’ordine che si ritrovano per esempio nel marciare tutti insieme o nel realizzare un’attività comune, ciascuno al proprio posto, ciascuno con il proprio ruolo, portano naturalmente anche a sviluppare senso di responsabilità, rispetto, lealtà ed autodisciplina. Mi sembra che queste siano tutte cose tutt’altro che superate: anzi. Leggendo i giornali, ma anche solo guardandosi intorno, è evidente che proprio oggi come non mai queste qualità sarebbero necessarie».

E le parole d’ordine dell’Associazione riescono a fare breccia, oggi?

«Fortunatamente sì. Anche a Schio ci sono dei giovani uomini di 25-30 anni - ed è questa l’età giusta per entrare nell’associazione - che pur non avendo militato nel corpo degli alpini si sono avvicinati al nostro gruppo ed evidentemente hanno trovato rispondenza al loro modo di essere e alle loro aspettative. Ormai sono diventati ormai elementi fondamentali: i primi a dare la propria disponibilità quando c’è da lavorare in particolare per quelle attività che tanti altri soci, per motivi di età, non riescono più a fare.

Certo, sarei felicissimo di vedere frotte di giovani affacciarsi alla soglia della nostra sede anche solo per annusare l’aria all’interno. Però sono convinto che noi dobbiamo andare avanti - senza badare alle strumentalizzazioni montate da chi ci vuole male - e confidare nel fatto che gli alpini, nel nostro territorio, ma non solo, sono ancora una realtà conosciuta da tutti e fortemente radicata in praticamente tutte le famiglie. Nel nostro passato e presente ci sono le risorse anche per affrontare tutte le sfide del futuro». ◆

Cultura & Spettacoli

Tredici appuntamenti tra musica, poesia, letteratura, fotografia e passeggiate, da metà giugno a metà settembre. Sullo sfondo il paesaggio dell’Altopiano del Tretto e l’area collinare attorno a Monte Magrè: si tratta di FuoriBosco 2023, il festival promosso dall’amministrazione comunale, che punta a valorizzare il territorio abbinando proposte culturali inedite a luoghi incantevoli.

Si è cominciato il 17 e il 18 giugno con un tour itinerante tra Tretto e Monte Magrè con il pianista Paolo Casolo, che si è esibito sopra un trattore. Altro appuntamento in Busa Novegno il 25 giugno, per una caccia fotografica al fiore assieme al botanico Nicola Casarotto. Il consueto concerto d’estate con il Coro GES è ritornato il primo luglio nella chiesa di Sant’Ulderico di Tretto, mentre il prato adiacente alla trattoria

“L’Antenna” a Raga Alta ha fatto da cornice a Poemusìa, un emozionante spettacolo che ha unito le parole di Edoardo Gallo e la musica di Giuseppe Laudanna.

A Malga Davanti, il 16 luglio alle 16, il fotografo Gigi Abriani presenta il suo libro “Vita Ramenga e i custodi delle terre alte - Racconti di transumanza”. Dopo il successo delle ultime edizioni tornerà il Concerto all’Alba con il Gruppo Caronte al campo sportivo di Monte Magrè, il 23 luglio alle 5.30.

A San Rocco, località Coste, il 28 luglio (ore 21) andrà in scena un racconto teatrale e musicale di nuova produzione che esplorerà il sottosuolo e ripercorrerà la curiosa storia di padre Zuane, il mago degli ori, grazie alla narrazione di Alessandro Anderloni, le note di Thomas Sinigaglia e la voce di Raffaella Benetti.

È in svolgimento l’originale rassegna che offre tredici appuntamenti tra musica, poesia, letteratura, fotografia e passeggiate sullo sfondo dell’Altopiano del Tretto, del Novegno e delle colline di Monte Magrè.

Non mancherà poi un appuntamento dedicato alle stelle con una passeggiata di San Lorenzo a Bosco di Tretto, seguita da un aperitivo al chiaro di luna (10 agosto, dalle ore 19.30). Si ritornerà in Busa Novegno il 13 agosto (ore 12) per un concerto di corni delle Alpi e corno moderno con Dolomiti Horn Ensemble. Villa Facci a Santa Caterina ospiterà uno spettacolo originale che unirà astronomia e musica: il 20 agosto (ore 20) il Gruppo Caronte e l’astrofisico Fabio Peri ricorderanno i 50 anni di The Dark Side of the Moon dei

Pink Floyd. Da non perdere inoltre il racconto in musica e parole di Patrizia Laquidara, “Ti ho vista ieri”, l’8 settembre (ore 20.30) all’agriturismo Maggiociondolo a San Rocco. Gli ultimi due appuntamenti verranno dedicati alla scoperta dei suoni della natura con un’escursione in località Piane il 9 settembre (ore 20.30) e un’altra dedicata ai bambini il 23 settembre (ore 17.30) in località Cerbaro.

La partecipazione agli eventi è gratuita fino a esaurimento dei posti disponibili.

◆ [M.D.Z.]

Tullia, giovane cantautrice scledense, torna in streaming sulle principali piattaforme con “Haunted”, nuovo singolo con sonorità rock e pop punk. Racconta sensazioni e ricordi dolorosi capaci di intrappolare la mente, rendendo impossibile il cambiamento; il release ufficiale è avvenuto venerdì 9 giugno e in queste settimane il brano viene trasmesso con successo anche da una web radio inglese.

“”Haunted” (infestato) si riferisce a un corpo ormai vuoto, avvelenato da situazioni e pensieri tossici – spiega la cantautrice, – che impediscono di agire. Proprio per interrompere la spirale negativa, ho inserito a conclusione del pezzo uno sparo metaforico, un colpo capace di sancire la liberazione da ciò che ha infestato e trattenuto, segnando la morte di un peso insormontabile e l’inizio della rinascita personale”.

Il testo e la musica di “Haunted” sono firmati da Tullia, la produzione invece da Matteo Scapin, meglio noto come MatthewS, con il quale l’artista ha già collaborato per l’album “First”, scrivendo e interpretando “Island”. ◆

Spettacoli

“SMirella Dal Zotto

acrofest bagnato, ma non sfortunato”: si potrebbe riassumere così il bilancio della manifestazione che nella prima decade di giugno ha animato le giornate degli scledensi con spettacoli di vario genere, conferenze e gastronomia, confermandosi come l’appuntamento più atteso d’inizio estate. “Lo sforzo organizzativo è stato notevole –dice Alberto Vitella, che guida il team della manifestazione – perché gli aspetti da seguire e coordinare sono davvero molteplici e complessi. Credo che il segreto che ci permette di gestirli con efficacia è il fatto che possiamo contare su una squadra numerosa e valida di collaboratori che operano per ambiti di intervento: programmazione degli eventi, logistica, supporti tecnici a teatro, cucina, pubblicità...ognuno può concentrarsi sugli aspetti di competenza. La collaborazione con il Comune di Schio, in particolare con l’ufficio cultura, è proficua e positiva e il sostegno che ci viene riservato è prezioso”.

Il periodo in cui chi organizza lavora per individuare il programma va da settembre ad aprile: una decina di persone si occupa di contattare i diversi potenziali protagonisti e definisce le strategie comunicative. Nella fase-clou, da inizio maggio alla prima decade di giugno, i sostenitori coinvolti sono davvero tanti, oltre centoventi persone. Il gruppo di giovani volonterosi e disponibili che danno una mano è molto numeroso e regala freschezza, sorrisi, disponibilità ed energia. Il festival non è certo limitato alla parrocchia del Sacro Cuore, ma apre un mese che è sempre stato importante e atteso dagli scledensi: rappresenta l’innovazione accanto alla tradizione.

“Siamo consapevoli di questo ruolo - con-

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