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Missione: ripulire la città
Un gruppo di volontari di “Schio siamo noi” con il risultato di una giornata di pulizia in città. Sotto, Cesare Pasin, capo dei volontari colto quintali di rifiuti in tutto il territorio comunale, fino alla zona industriale”. Quando effettuate le vostre uscite?
Cesare Pasin è a capo dei volontari del gruppo “Schio siamo noi”, impegnati da anni per tenere pulita la città e ora pronti s costituirsi in associazione e a pensare anche a iniziative educative: “Stiamo lavorando per creare a settembre un percorso didattico-ambientale che farà conoscere a bambini e ragazzi la Schio minore, magari contribuendo a ripulirla”.
“Ne facciamo due: a metà mese di sabato, dalle 9 alle 11; a fine mese di domenica, sempre con lo stesso orario. Forse ne servirebbero di più, ma tra una e l’altra raccogliamo via social le segnalazioni dei cittadini e cerchiamo di soddisfarle: con le segnalazioni evitiamo perdite di tempo. Alla fine di ogni raccolta l’ufficio ambiente del Comune ordina ad AVA il ritiro dei sacchi colmi di ogni cosa”.
Età e categorie dei vostri soci?
“Siamo soprattutto pensionati, uomini e donne, ma c’è anche qualche genitore che arriva con il figlio adolescente ed è molto contento del fatto che per un paio d’ore il ragazzo se ne stia lontano dal cellulare: raccogliendo si socializza. Nel nostro gruppo inoltre, e questo è un valore aggiunto, le nazionalità sono diverse, ma l’obiettivo è comune”. Esiste, diciamo così, una raccolta che dà più soddisfazione di altre?
“Quella dei mozziconi di sigarette, che restano nell’ambiente decine d’anni, è particolare: siamo in contatto con un’azienda trentina che trasforma i mozziconi in posacenere e che per ogni cinque chilogrammi dona un albero da piantumare. Al Parco Canile di Schio abbiamo già piantato una quercia e un acero e abbiamo voluto che fossero dei ragazzi a farlo”.
A noi è successo di sentirci rispondere da chi ha sfalciato le aiuole davanti a casa che il capitolato prevede il taglio dell’erba, ma non la sua raccolta; tombini e caditoie così si intasano e con le piogge forti i lati della carreggiata sembrano torrenti. Cosa si può fare?
“Beh, si sa che i capitolati sono quel che sono, però sarebbe opportuno pensare che la stessa cooperativa che sfalcia, o magari anche un’altra subito dopo, debba poi raccogliere l’erba; sembra ovvio, però non è solo Schio ad avere questo problema e la pulizia delle caditoie è una spesa in più. Necessaria però, almeno in determinate zone dove è presente più vegetazione”.
Bisogni particolari per il suo gruppo?
“Penso siano opportuni corsi di formazione sulla gestione dei rifiuti, che sono sempre pericolosi (aghi, amianto, lattine, stracci sporchi…). Bisognerebbe poi far conoscere a tutti i componenti come tutti i rifiuti vengono smaltiti e come avviene la cernita. Per più di trent’anni ho fatto il mio lavoro consapevole che fosse un servizio indispensabile. Quando si capisce bene quello che un operatore ecologico è chiamato a sapere e a fare, si agisce meglio e con più entusiasmo”.
Che progetti avete per quando vi costituirete come associazione?
“Stiamo lavorando per creare a settembre un percorso didattico-ambientale che farà conoscere a bambini e ragazzi la Schio minore, magari contribuendo a ripulirla. Sto pensando ad esempio all’area dei supermercati, in cui è stata conservata la fontanella del lazzaretto di Schio, voluta da Alessandro Rossi nel 1890: pochi ne conoscono l’esistenza e lì intorno rifiuti ce ne sono. Sarebbe bello anche targare questi luoghi storici sconosciuti, oltre che tenerli puliti. Abbiamo esposto il progetto all’amministrazione, che l’ha accolto con entusiasmo e siamo fiduciosi di poterlo attuare”. ◆