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P e r u n ’A l t e r n a t iv a

Indice

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Editoriale Publius

2 L’Unione federale e

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la creazione di un bilancio autonomo dell’Eurozona

Nelson Belloni Franco Spoltore

4 Unione politica ed

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europeizzazione della politica

Miriam Postiglione

6 Il fallimento della

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fusione BAE-­‐EADS

Francesco Violi Andrea Corona

7 Segnalazioni

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bibliogra>iche: “La democrazia in Europa” di Mario Monti e Sylvie Goulard

Europea

L'assegnazione del premio Nobel per la pace all'Unione europea, nel momento in cui è in corso una delle più gravi crisi della sua storia, ha un duplice signi<icato. Da una parte, rappresenta il ricono-­‐ scimento che il più importan-­‐ te risultato dell'uni<icazione europea è la pace. D'altra parte, sottolinea che, a causa del carattere incompiuto del-­‐ la costruzione europea, quel bene prezioso può essere perduto e dunque è giunto il momento di portare a con-­‐ clusione il progetto. Il monito implicito nella motivazione del premio è che occorre dare alle istituzioni europee quei poteri che permetterebbero di scon<iggere le forze della disgregazione e colmare il de<icit democratico. L'Unione europea è l'innovazione poli-­‐ tica più importante del no-­‐ stro tempo: è il tentativo più

Confederazione dei giornali universitari pavesi

Numero 13 - Dicembre/Gennaio 2012/13 distribuzione gratuita

Giornale degli studenti dell’Università di Pavia. Informazione, riflessioni e commenti sull’Europa di oggi e di domani

riuscito di costruire una nuo-­‐ va forma di statualità sul pia-­‐ no internazionale. I governi nazionali hanno tradito la natura rivoluzionaria di que-­‐ sto progetto, hanno reso la sua realizzazione lenta ed esitante, tanto che esso resta tuttora incompiuto. L'allar-­‐ gamento dell'unione a popoli che avevano subito dittature fasciste e comuniste è un grandioso processo di paci<i-­‐ cazione tra Stati un tempo divisi dall'odio nazionale. Oggi esso interessa la regione balcanica, che alla <ine del secolo scorso ha conosciuto gli orrori della guerra civile. Ma la paci<icazione dell'Eu-­‐ ropa senza un governo de-­‐ mocratico e federale non ha portato ai cittadini i bene<ici del grande spazio economico senza frontiere e della prima forma di democrazia interna-­‐ zionale, di cui il Parlamento

europeo è il laboratorio. La Federazione è la nuova forma di organizzazione politica che consente di realizzare l'unità dell'Europa in modo irrever-­‐ sibile senza cancellare l'indi-­‐ pendenza delle nazioni, di estendere la democrazia al di là dei con<ini nazionali, di portare a tutti i popoli del continente sicurezza e benes-­‐ sere, di proporre al mondo un modello di solidarietà tra le nazioni in alternativa alla violenza e agli egoismi nazio-­‐ nali. Per riconciliare i cittadi-­‐ ni con il progetto europeo, occorre che l'Unione europea vada al di là delle politiche di austerità e promuova un pia-­‐ no di sviluppo sostenibile e nello stesso tempo affronti le riforme delle istituzioni eu-­‐ ropee indispensabili per su-­‐ perare il de<icit di legittimità democratica. Publius


L’ Unione federale e la creazione di un bilancio autonomo dell’Eurozona La direzione di marcia ed i passaggi chiave per mettere in sicurezza l’euro e per creare una vera unione economica e monetaria sono ormai all’ordine del giorno dell’agenda politica europea. La direzione è data dalla necessità di realiz-­‐ zare le quattro unioni indispensabili per garantire nell’immediato la sopravviven-­‐ za e, in prospettiva, la capacità di gover-­‐ no dell’eurozona. I due passaggi chiave riguardano da un lato la creazione di un bilancio autonomo dell’eurozona basato su risorse <iscali proprie e, dall’altro, la legittimazione democratica del sistema di governo delle politiche e degli stru-­‐ menti di controllo monetari, di bilancio, <iscali ed economici che fanno capo al-­‐ l’euro. Questo è quanto emerge dai do-­‐ cumenti preparatori al Vertice del 13-­‐14 dicembre scorso (si vedano il blueprint For a deep and genuine EMU della Com-­‐ missione europea, il documento del Pre-­‐ sidente del Consiglio europeo Van Rom-­‐ puy, come pure alcuni passaggi della ri-­‐ soluzione approvate dal Parlamento eu-­‐ ropeo il 20 novembre). Il fatto che que-­‐ sto vertice abbia affrontato solo il tema dell’unione bancaria, rimandando all’an-­‐ no prossimo le decisioni sulle altre unio-­‐ ni, non deve trarre in inganno: il con-­‐ fronto tra i governi sui documenti preparatori in realtà è già entrato nel vivo. Inoltre, al di là delle cautele linguistiche dei vari documenti e delle tortuosità delle diverse roadmap europee, che tendono a non usare il termine federale e che nascondono le dif<icoltà che ancora esistono a rinunciare alla sovranità nazionale, emerge con sempre maggiore evi-­‐ denza che realizzare davvero le quattro unio-­‐ ni non può che signi<ica-­‐ re fare l’unione federale Tutto questo implica che le prospettive di appro-­‐ fondimento dell’unione tra i paesi che hanno adottato o stanno per adottare l’euro e i dibat-­‐ titi in corso sul futuro dei vari paesi, non pos-­‐ sono più essere ignorate dalle grandi famiglie po-­‐ litiche, se queste non

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vogliono lasciare il campo all’ascesa ed al sul completamento dell’unione economi-­‐ radicamento dei movimenti nazionalisti, ca e politica prevista dopo il 2018, con la micronazionalisti, populisti ed antieuro-­‐ creazione di “un bilancio autonomo per pei. l’eurozona dotato di una capacità <iscale Se è vero che l’ultimo vertice europeo per aiutare i paesi membri ad assorbire non è stato in grado di aprire le porte che gli shock”. conducono ad una effettiva unione fede-­‐ I Capi di Stato e di governo hanno così rale è però anche vero che non ne ha dimostrato di illudersi ancora di poter chiusa alcuna. Anzi, de facto, ha lenta-­‐ affrontare in modo meccanico e quasi mente e, come spesso è automatico la realizza-­‐ già accaduto, confusa-­‐ Realizzare davvero le zione a tappe dell’unio-­‐ mente – e su base inter-­‐ ne. Affermare, come ha quattro unioni non può fatto il Presidente fran-­‐ governativa – incomin-­‐ che significare fare ciato ad implementare la cese François Hollande, l'unione federale prima e teoricamente che “une éventuelle rév-­‐ meno impegnativa fase ision des traités” potrà prevista dal documento della Commis-­‐ essere affrontata solo dopo il 2014, te-­‐ sione, quella riferita al breve periodo – i stimonia di una pericolosa sottovaluta-­‐ prossimi 6-­‐18 mesi –, per porre le basi zione del fattore tempo e della necessità del Single Supervisory Mechanism ban-­‐ di disporre del consenso popolare indi-­‐ cario sotto l’egida della BCE; per realiz-­‐ spensabile per promuovere e sostenere zare il coordinamento delle politiche il processo di profonda trasformazione economiche; per favorire le riforme ne-­‐ politica ed istituzionale in atto in Europa. cessarie per colmare gli squilibri fra gli Per quanto riguarda il fattore tempo, chi Stati e migliorare la competitività. Il ver-­‐ governa dovrebbe infatti conoscere tice ha invece rinviato al 2013 le decisio-­‐ l’ammonimento di Machiavelli, secondo ni sull’unione <iscale, la “proper <iscal cui gli argini alle piene si erigono e con-­‐ capacity for EMU”, la cui realizzazione è solidano prevista dalla Commissione nel medio nei “tempi quieti”, non mentre infuriano periodo (tra il 2014 e il 2018); e quelle le correnti e le inondazioni (Il Principe, XXV). E’ del tutto ingiu-­‐ sti<icato rallentare il processo di uni<icazione sulla base di una mo-­‐ mentanea fase di bonac-­‐ cia dei mercati. Ed è poli-­‐ ticamente irresponsabile l’atteggiamento di chi propone di fare dopo il 2014, oppure dopo il 2015 o magari il 2018, tra l’altro senza inco-­‐ minciare a prepararsi, quel che, in base al buon senso, andrebbe fatto subito. Lo stesso vale per il con-­‐ senso: proprio perché è impensabile fare la fede-­‐ razione europea di na-­‐ scosto e senza che nasca un largo movimento di opinione favorevole, oc-­‐ corre che questo soste-­‐ gno dei cittadini maturi per tempo. Cosa che ac-­‐ cadrà solo se emergerà con chiarezza, nel dibat-­‐ tito politico e nelle com-­‐ petizioni elettorali, lo


stretto legame che esiste tra la realizza-­‐ Questo fondo, secondo quanto hanno zione di una vera unione federale, il ri-­‐ dichiarato Angela Merkel e François Hol-­‐ lancio dello sviluppo e la possibilità di lande dovrebbe essere alimentato dai recuperare il controllo democratico sulle proventi della tassa sulle transazioni decisioni europee a livello sovranaziona-­‐ <inanziarie dei paesi dell’Eurozona. le. Ciò implica prendere coscienza del Bisogna dunque continuare a chiedere ai reale stato dei fatti: da un governi, alla Commissio-­‐ lato l’impossibilità di adotta-­‐ E’ impensabile fare ne, e al Parlamento euro-­‐ re soluzioni nazionali per peo di fare di più, e più in la federazione promuovere una nuova fase fretta, sulla strada della europea di nascosto di crescita e di benessere; vera unione. Ma è ormai dall’altro l’impossibilità di indispensabile premere fondare il rilancio economico sull’attuale anche sui singoli parlamentari europei e sistema di formazione, gestione e impie-­‐ nazionali, sui loro rispettivi partiti politi-­‐ go del bilancio europeo. Dopo il deluden-­‐ ci, sui sindacati af<inché entrino nel di-­‐ te esito del dibattito sulle prospettive di battito su come, quando e perché è ne-­‐ <inanziamento dell’Unione europea cessario: creare un bilan-­‐ 2013-­‐2020, è ormai evidente che la pos-­‐ cio autonomo dell’eurozo-­‐ sibilità di promuovere la crescita, lo svi-­‐ na; coinvolgere i rappre-­‐ luppo e l’occupazione non può più, reali-­‐ sentanti dei cittadini in un sticamente, fondarsi su di un bilancio dibattito costituente eu-­‐ bloccato sine die dalla sua stessa natura ropeo attraverso la convo-­‐ pre-­‐federale. Come è noto, le ultime pro-­‐ cazione di una convenzio-­‐ poste di compromesso per adottarlo ne con il mandato di ela-­‐ prevedono addirittura una diminuzione borare una costituzione dei fondi a disposizione delle politiche federale; sciogliere il nodo per la crescita, la ricerca e lo sviluppo. della legittimità democra-­‐ La battaglia per lo sviluppo e la crescita tica europea, a partire dal-­‐ deve dunque essere combattuta sul ter-­‐ la differenziazione delle reno della costruzione delle quattro responsabilità e funzioni unioni ed in particolare della creazione di controllo in seno al Par-­‐ di un bilancio autonomo dell’eurozona. lamento europeo tra par-­‐ Un bilancio che sia destinato non solo ad lamentari eletti nell’euro-­‐ assorbire gli shock asimmetrici – come zona e fuori di essa, su propone la Germania –, ma anche a pro-­‐ questioni di bilancio, <isca-­‐ muovere lo sviluppo – come vorrebbe la li ed economiche riferibili Francia; con buona pace dell’Olanda che all’area euro. Solo così, ha invece espresso la sua opposizione di cioè solo affrontando i principio. Il problema è così urgente che fatti per quel che sono, e anche l’ultimo vertice di dicembre, nono-­‐ non piegandoli alle esi-­‐ stante si sia limitato a discutere del-­‐ genze della retorica na-­‐ l’unione bancaria, ha dovuto incomincia-­‐ zionale, essi potranno con-­‐ re ad affrontarlo (seppure ancora nei trastare il populismo e termini della creazione di un fondo di l’euroscetticismo, sia nelle solidarietà autonomo da af<iancare ai campagne elettorali na-­‐ contratti sulla competitività e crescita tra zionali, sia istituzioni europee e governi nazionali). alle prossime elezioni eu-­‐

ropee del 2014. Da parte sua il MFE, con la Campagna per la federazione europea, continuerà a mettere governi, istituzioni e partiti di fronte alle loro responsabilità storiche, e a denunciarne l’inazione ogniqualvolta sarà necessario. E continuerà a promuo-­‐ vere, come ha fatto da settant’anni <ino ad oggi, la mobilitazione e la sensibiliz-­‐ zazione dell’opinione pubblica e della società civile sul terreno della costruzio-­‐ ne della federazione europea Nelson Belloni Franco Spoltore

Scheda personaggio - Kenneth C. Wheare Kenneth C. Wheare nacque in Australia nel 1907. Dopo gli studi all'università di Melbourne, si trasfe-­‐ rì nel 1929 a Oxford dove percorse una brillante carriera accademica Iino a divenire rettore del-­‐ l'Università di Oxford nel 1956. Morì in Inghilterra nel 1979 Titolare della prestigiosa cattedra Gladstone di Governo e Amministrazione Pubblica nel 1944, pubblicherà nel 1946 un vasto studio comparativo sulle forme di federazione (“Del Governo Federale”), contribuendo al dibattito sull'eventuale trasformazione in federazione dell'allora Commonwealth imperiale britannico.

Tra le sue frasi più celebri: “Quattro caratteristiche -­‐ una suprema costituzione scritta, una procedura di revisione costituzionale che non sia rimessa esclusivamente al governo federale o al governo degli Stati, una corte suprema che stabilisca il signi;icato della costituzione in caso di controversie e l'autosuf;icenza ;inanziaria di ciascuna delle autorità coordinate – sono gli aspetti essenziali di un sistema di governo federale.” “Per principio federale intendo quel sistema di divisione dei poteri che permette al governo centrae e quelli regionali di essere, ciascuno nella sua sfera, coordinati e indipendenti.”

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Unione politica ed europeizzazione della politica Il 6 settembre, in occasione di un inter-­‐ vento alla Fondazione Pellicani di Vene-­‐ zia, il Presidente della Repubblica Gior-­‐ gio Napolitano ha tenuto un lungo e importante discorso sul tema “Unione politica ed europeizzazione della politi-­‐ ca”. Si tratta di un intervento che, per la crucialità del tema che tratta, merita, in modo particolare, di essere ripreso e meditato. La questione affrontata è quella della crisi della politica, vista sia come conse-­‐ guenza del fatto di averla mantenuta con<inata nel quadro nazionale, sia co-­‐ me causa dell’attuale impasse della co-­‐ struzione europea. “E’ nel complesso dell’Europa quale oggi ci si presenta, che la politica è in affanno, che la politi-­‐ ca – direi – naviga a vista: perché le vec-­‐ chie mappe risultano, sempre di più, inservibili, e le nuove restano ancora lontane dal giungere a un disegno com-­‐ piuto. Il punto cruciale è che in un con-­‐ tinente interconnesso come non mai – dall’economia al diritto – la politica è di regole e discipline condivise in mate-­‐ rimasta nazionale. Ed è questo un fatto-­‐ ria di politiche di bilancio; e sulla via di re fondamentale di crisi della costruzio-­‐ un ef<icace governo dell’economia, per ne europea, e nello stesso tempo di crisi garantire avvicinamento e convergenza della politica. Le nuove mappe della – anziché squilibri crescenti – tra i pro-­‐ politica non possono non abbracciare cessi di sviluppo dei paesi della zona l’Europa nel suo insieme”. euro”. Tutto ciò avrebbe dovuto com-­‐ Le “vicende convulse che per effetto portare “il superamento di riluttanze e della crisi” si stanno veri<icando nell’ rigidità sul tema delle competenza da Eurozona, da un lato hanno fatto sì che riservare ancora agli Stati nazionali”; crescesse la coscienza dell’ effetto cata-­‐ invece si è scelto di escludere ogni “ul-­‐ stro<ico causato da un’eventuale disgre-­‐ teriore spostamento al livello europeo”. gazione dell’Unione europea, e quindi si In questo modo l’Unione europea si è potesse tornare a parlare di unione poli-­‐ trovata “imprepa-­‐ tica dell’Europa, dal-­‐ l’altro hanno anche È nel complesso dell’Europa rata a fare i conti iniziato a far emer-­‐ quale oggi ci si presenta, che con l‘impatto della gere le problemati-­‐ la politica è in affanno, che la crisi <inanziaria globale e con le che che non si sono politica naviga a vista: perché ricadute di que-­‐ volute affrontare st’ultima sulla cre-­‐ dopo la nascita dell’ le vecchie mappe risultano, euro: “Il trasferimen-­‐ sempre di più, inservibili, e le scita e sulla coesio-­‐ to alle istituzioni nuove restano ancora lontane ne dell’Europa a 17 – l’Eurozona – e a comunitarie delle dal giungere a un disegno sovranità nazionali compiuto. Il punto cruciale è 27 – la totalità de-­‐ gli Stati membri – in quel settore cru-­‐ che in un continente intercon- pagando il prezzo ciale, e alla neo-­‐isti-­‐ di insuf<icienze e tuita Banca centrale nesso come non mai – daleuropea della ge-­‐ l’economia al diritto – la politi- ritardi assai gravi”. La reazione che è stione effettiva della ca è rimasta nazionale. seguita ha, effetti-­‐ politica monetaria, vamente, impresso un brusco cambia-­‐ avrebbe dovuto essere rapidamente mento di rotta, trasferendo a livello eu-­‐ coronato da passi decisi sulla via della ropeo “impegni e vincoli su materie ri-­‐ de<inizione e della rigorosa osservanza

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maste, ancora col Trattato di Lisbona, riservate alle competenze e alle scelte degli Stati nazionali”. Ma lo ha potuto fare, per mancanza di strumenti politici europei ef<icaci, solo per via intergover-­‐ nativa, via che ha portato ad una cre-­‐ scente integrazione di fatto (ne è un chiaro esempio il cosiddetto &iscal com-­‐ pact) “ma entro un orizzonte ancora ristretto, e soprattutto al di fuori di un processo di rafforzamento democratico e di esplicita e conseguente evoluzione istituzionale dell’Unione”. Cosi facendo però, sottolinea il Presi-­‐ dente, si è fatto in modo che tali deci-­‐ sioni assunte a livello intergovernativo venissero sentite dalla società civile quali obblighi imposti con il sacri<icio di procedure democratiche. Pertanto,“Il profondo disorientamento che ne è sca-­‐ turito, il diffondersi – anche attraverso movimenti politico-­‐elettorali di stampo populista – di posizioni di rigetto del-­‐ l’euro e dell’integrazione europea, il radicarsi – tra gli investitori e gli opera-­‐ tori di mercato su scala globale – della s<iducia nella sostenibilità della moneta unica e della stessa Unione, possono superarsi perseguendo decisamente, e non solo a parole, la prospettiva di una Unione politica di natura federale. Pro-­‐ spettiva nella quale sciogliere le ambi-­‐ guità dello scontro sul tema della so-­‐


vranità, e dare risposte nuove al pro-­‐ vuto venire, da diversi anni a questa la lotta politica diviene europea, in cui blema della democrazia nella vita e nel parte e specie più di recente, le reazioni l’oggetto per il quale lottano uomini e futuro dell’Unione. E questa prospettiva a simili disorientamenti e misti<icazio-­‐ partiti sarà il potere europeo”), pone deve nascere da un ampio moto di par-­‐ ni? Da chi avrebbe dovuto venire un come chiave di volta del progetto euro-­‐ tecipazione e da un processo di tra-­‐ energico e convincente rilancio del pro-­‐ peo, il nodo politico: è solo con la crea-­‐ sformazione della politica.” getto europeo, in termini non retorici zione di un’unione politica che si può Napolitano riesce dunque a mettere ma anche autocritici e soprattutto inno-­‐ parlare di un reale “potere” europeo bene in evidenza il vero problema dell’ vativi? Da chi, se non dalle leadership per il quale concorreranno i partiti. La attuale assetto europeo: quello della politiche, rappresentanti costituzione del “po-­‐ democraticità del processo di forma-­‐ le forze maggiori ope-­‐ tere europeo” viene E' solo con la creazione quindi a con<igurarsi zione delle decisioni dell’Unione. Oggi ranti nei paesi dell’Unio-­‐ “la necessità di delegare funzioni sem-­‐ ne, dai partiti e dai loro di un’unione politica che quale presupposto pre più signi<icative, già proprie della gruppi dirigenti?”. I par-­‐ si può parlare di un reale allo sviluppo di parti-­‐ sovranità nazionale alle istituzioni del-­‐ titi politici hanno credu-­‐ “potere” europeo per il ti europei. Più pro-­‐ l’Unione succedute a quelle della Co-­‐ to che il processo di co-­‐ quale concorreranno i priamente si può af-­‐ munità, si è fatta cogente e ineludibile”; struzione europea si fermare che, per loro partiti. ma con l’attuale assetto istituzionale concludesse da sé e si natura, i partiti sa-­‐ dell’Unione la conseguenza è stata che sono limitati a seguire ranno portati ad “eu-­‐ “l’asse del potere di decisione si è spo-­‐ piuttosto che assumere un ruolo di gui-­‐ ropeizzarsi” solo nel momento in cui stato, dalle istituzioni comunitarie so-­‐ da, continuando così a perdere progres-­‐ sentiranno di essere in lotta per il pote-­‐ vranazionali – Commissione e Parla-­‐ sivamente autorità. re europeo. E’ quindi proprio la man-­‐ mento – verso i capi di governo, verso il canza di tale potere ad avere bloccato la Per fermare questo processo di disgre-­‐ Consiglio europeo e il suo nucleo più loro evoluzione e ad averli con<inati nel gazione e per rispondere <inalmente forte. Ne ha sofferto anche il ruolo dei quadro nazionale. alle s<ide in campo europeo, riacqui-­‐ Parlamenti nazionali”. La soluzione può Senza dubbio, oggi, in una fase ormai stando così la capacità di guardare al solo essere ricercata nella trasforma-­‐ così avanzata e decisiva del processo di futuro, i partiti europei sono chiamati zione dell’Unione in “una forma federa-­‐ formazione di un potere politico euro-­‐ ad europeizzarsi. Citando Mario Alber-­‐ le multi-­‐livello”, che, “sul piano istitu-­‐ peo, i partiti sono chiamati a diventare tini, il Capo dello Stato, evidenzia come zionale e politico, si nutrirebbe di soli-­‐ protagonisti della “rivoluzione euro-­‐ sia obiettivo primario e darietà, di sussidia-­‐ pea”; e, infatti, qualora i maggiori partiti rietà, di confronto e Quello che manca è una “punto di non ritorno” presenti nel Parlamento europeo deci-­‐ l’unione politica e la con-­‐ cooperazione tra dialettica politica final- testuale creazione di un dessero di “europeizzarsi”, il ruolo che istituzioni sovrana-­‐ giocherebbero nel portare a termine il mente europea. potere europeo per il zionali, nazionali, processo di costruzione europea sareb-­‐ quale lottino i partiti. Nel-­‐ regionali e locali, be fondamentale. Essi, infatti, sono gli l’ottica di riacquistare credibilità e cen-­‐ fatto salvo il potere decisionale supre-­‐ unici diretti rappresentanti dei cittadini tralità all’interno delle istituzioni euro-­‐ mo riservato alle istanze europee nella europei e sono i soli che possono vera-­‐ pee, il Presidente, auspica che già con le de<inizione e nell’attuazione dell’inte-­‐ mente colmare, nella sostanza, il de<icit elezioni del Parlamento europeo del resse comune. In questo quadro, una democratico dell’ attuale unione euro-­‐ 2014 si attui una “procedura elettorale particolare importanza assumerebbe, pea. uniforme” che consenta lo scambio di per il suo potenziale democratico, la D’ altra parte ci si scontra ancora con la candidature e la presentazione di capi-­‐ componente parlamentare, compren-­‐ mancanza di un potere europeo, man-­‐ lista unici nei diversi paesi da parte dei dente insieme il Parlamento europeo e i canza che rende sicuramente più lento grandi partiti europei, Parlamenti nazionali, che senza sovrap-­‐ e dif<icile un processo nonché l’identi<icazione porsi nell’esercizio delle loro distinte di “europeizzazione” I partiti politici hanno tra la <igura del Presi-­‐ funzioni, condividerebbero l’esercizio nell’ attuale contesto dente del Consiglio eu-­‐ creduto che il processo di europeo, in cui gli del potere costituente nell’Unione, con-­‐ costruzione europea si schieramenti chiama-­‐ ropeo e il Presidente correrebbero a garantire il rapporto tra della Commissione, che concludesse da sé. elettori ed eletti nel vasto territorio ti a confrontarsi san-­‐ dovrebbe essere eletto europeo, e collaborerebbero in molte-­‐ no di non poter dar direttamente dai cittadini in concomi-­‐ plici campi e modi concreti”. vita ad un governo europeo indipen-­‐ tanza con le elezioni parlamentari. dente in grado di attuare la linea pro-­‐ E tuttavia non <inisce qui, e cioè sul ter-­‐ La lezione che Napolitano rivolge alla grammatica scelta dagli elettori. reno della possibile e necessaria ulte-­‐ politica è esemplare. Identi<icando le È necessario pertanto essere consape-­‐ riore evoluzione istituzionale, il discor-­‐ cause strutturali della crisi dei partiti e voli che le due battaglie, quella per l’Eu-­‐ so di un’Europa democratica. Quella che al tempo stesso la loro responsabilità ropa federale e quella per la nascita dei manca è anche una dialettica politica per una rinascita della democrazia, che partiti europei, devono procedere pa-­‐ <inalmente europea, con le sue sedi, le non può che partire dall’impegno per rallelamente per poter davvero avviare sue forme di espressione, le sue forze l’unione politica dell’Europa, evidenzia la nascita di una vera democrazia euro-­‐ protagoniste. “E’ mancata in questi anni una questione cruciale del processo pea sovranazionale; e i partiti devono , oltre ad una dialettica europea, la co-­‐ europeo in corso. C’è solo un punto che, capire che devono impegnarsi al mas-­‐ stituzione di una sfera pubblica euro-­‐ forse, andrebbe ulteriormente chiarito. simo su entrambi i fronti. pea”; ed è proprio a questo proposito Con quella frase, Albertini (“il punto di che viene lanciato un deciso monito ai non ritorno non potrà che essere pro-­‐ Miriam Postiglione partiti nazionali: ”Da chi avrebbero do-­‐ priamente politico. È il momento in cui

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Il fallimento della fusione BAE-EADS Il 10/10/2012 a Parigi è naufragato l’importante accordo tra due grandi im-­‐ prese di difesa europee la BAE Systems e la EADS con amministratori, rispettiva-­‐ mente, Ian King e Tom Enders. Sarebbe stata l'opposizione del governo di Lon-­‐ dra alla proposta dei negoziatori tede-­‐ schi di portare al 9% la partecipazione azionaria di Berlino, esattamente la stes-­‐ sa nelle mani della Francia, a causare il naufragio della trattativa, in quanto tale aumento di partecipazione era condizio-­‐ ne necessaria per l’approvazione da par-­‐ te tedesca del progetto di fusione. Il pro-­‐ getto di fusione prevedeva che il 60% della nuova azienda fosse nelle mani di Bae Systems, mentre il restante 40% fosse nelle mani del consorzio franco-­‐te-­‐ desco EADS. La fusione che avrebbe por-­‐ tato alla nascita di un colosso da 70 mi-­‐ liardi di euro di fatturato e 220 mila di-­‐ pendenti La BAE è una società inglese con sede centrale a Farnborough, attiva a livello mondiale, particolarmente nel nord America attraverso la sua sussidiaria BAE Systems Inc. La EADS acronimo di European Aeronau-­‐ tic Defence and Space Company consorzio che controlla anche Airbus ha sede a Lei-­‐ da, nei Paesi Bassi; creata dalla fusione avvenuta il 10 luglio 2000 tra la tedesca Daimler Chrysler Aerospace AG (DASA), la francese Aérospatiale-­‐Matra e la spa-­‐ gnola Construcciones Aeronáuticas SA (CASA).. Entrambe sviluppano e commercializza-­‐ no aeromobili civili e militari, sistemi di comunicazione, missili, vettori spaziali, satelliti arti<iciali e sistemi collegati. La prima ha come proprio mercato di rife-­‐

rimento l’industria aeronautica militare, zionare effettivamente. Tuttavia, già in mentre la seconda, diversamente, ha co-­‐ passato, BAE ed EADS (assieme a Fin-­‐ me proprio core business il mercato del-­‐ meccanica, in misura minore) hanno da-­‐ l’aeronautica civile. La fusione quindi, to vita a progetti comuni di grande suc-­‐ sarebbe avvenuta tra due grandi imprese cesso: come il consorzio MBDA, ad oggi il operanti in due settori sostanzialmente più grande produttore di sistemi anti-­‐ diversi. Teorica-­‐ missilistici al mondo. Il mente, ciò avreb-­‐ precedente faceva spe-­‐ La difesa rimane uno degli be potuto signi<i-­‐ rare in un successo del care la creazione strumenti attraverso il quale la progetto BAE-­‐EADS. sovranità si esprime. di un colosso ope-­‐ rante a tutto spet-­‐ Il progetto aveva creato tro nell’industria alcune limitate preoc-­‐ aeronautica, anche se fusioni di questo cupazioni fra i principali competitors di genere, fra imprese che hanno mercati di BAE ed EADS, vale a dire Lockheed Mar-­‐ riferimento sostanzialmente diversi, so-­‐ tin e Boeing, tanto che vari esponenti no anche tra le più dif<icili da far poi fun-­‐ della difesa americana avevano dichiara-­‐ to, che in caso di fusione, BAE Systems avrebbe dovuto vendere molti dei suoi assets negli Stati Uniti. Dubbi di vario genere erano emersi anche da questo lato dell’Atlantico. Sia a Londra, sia a Pa-­‐ rigi, sia a Berlino si erano levate parec-­‐ chie voci contrarie al progetto. In tutti i casi la preoccupazione maggiore era la marginalizzazione del rispettivo gover-­‐ no/interesse nazionale all’interno della nuova società. Oltre all’aspetto economico della vicen-­‐ da, bisogna soffermarsi sul signi<icato politico. Per molti commentatori, la fu-­‐ sione poteva essere il primo passo per riavvicinare l’Inghilterra all’asse franco-­‐ tedesco. Ciò non avrebbe signi<icato che

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il Regno Unito sarebbe diventato auto-­‐ maticamente uno dei motori della difesa europea, ma che, perlomeno, avrebbe potuto contribuire ad appianare o ad-­‐ dolcire le divergenze di vedute tra core Europe (il nucleo dei paesi continentali, con Germania e Francia in testa, che guidano il processo di uni<icazione eu-­‐ ropea) e periferia. Il fatto che questo non sia avvenuto non è casuale, e dimo-­‐ stra come questo riavvicinamento sia in realtà estremamente dif<icile, se non impossibile, in questa fase. Ma questo,

La fusione poteva essere il primo passo per riavvicinare l’Inghilterra all’asse francotedesco purtroppo, non signi<ica che, da parte della core Europe ci sia un progetto al-­‐ ternativo, se non alcune proposte vaghe e dichiarazioni d’intenti, e neppure la volontà, di arrivare in tempi rapidi alla creazione di una difesa europea che po-­‐ trebbe dare agli europei un ruolo auto-­‐

nomo ed autorevole nel quadro interna-­‐ zionale. L’Italia ed il futuro della difesa europea. L’altra questione, rimandata a causa del fallimento della trattativa ma che rima-­‐ ne comunque all’ordine del giorno, ri-­‐ guarda il futuro di Finmeccanica e, di conseguenza, della difesa italiana. L’Italia da decenni ha ri<iutato il coin-­‐ volgimento nel progetto EADS.

Segnalazioni bibliografiche “La democrazia in Europa” di Mario Monti e Sylvie Goulard (Ed. Feltrinelli, 2012) L’ex premier Mario Monti dialoga con l'eurodeputa-­‐

ta Goulard sull'unico futuro possibile per l'Europa. In questi mesi di dibattito serrato tra europeisti ed euroscettici, l’ex premier Mario Monti e l'eurode-­‐ putata Goulard scrivono un manifesto politico fuo-­‐ ri dai loro ambienti istituzionali per richiamare in modo netto e preciso l'importanza dell'Europa, il cammino intrapreso Aino ad ora, ma soprattutto quel cammino ancora da compiere per avere un'Europa politica che sia la sede della Democra-­‐ zia. Il libro è insieme appello alla Aiducia, critica all'esistente e proposta politica per il futuro. Com-­‐ mentare quest'ultimo punto mi sembra di partico-­‐ lare rilievo per il semplice motivo che, nonostante sia solo un’opinione, è pur sempre quella del no-­‐ stro premier sull'Europa del domani. Il primo pun-­‐ to di rilievo è la posizione assunta sul quadro poli-­‐ tico nel quale realizzare il prossimo necessario passo verso l'uniAicazione politica: l’Eurozona dovrà consolidarsi attraverso la creazione di un Parlamento. Ciò signiAica dire che solo tra i 17 paesi dell'area Euro (con l'importante esclusione del Regno Unito, paese sempre politicamente avverso a qualsiasi ten-­‐ tativo continentale di uniAicazione politica) ci sono sufAicienti elementi comuni dove può sorgere la vo-­‐ lontà di unirsi in un processo costituente inscindibile. Secondo punto di rilievo è quanto emerge dal capitolo intitolato "Prevedere modalità precise per la revisione dei trattati". In poche pagine è espresso un ragionamento lucido frutto di un'analisi seria del problema che sta bloccando il progetto europeo: il principio di unanimità nella revisione dei trattati. Un'Europa politica sorgerà sul lungo periodo solo da una Costituzione elaborata da una Convezione, espressione di quegli Stati che dimostreranno la volontà di andare avanti. Tale volontà sarà il risultato in ciascun Paese di un dibattito politico che terminerà con un sì o un no netto alla revisione dei trattati. Pero alla base di tutto ciò ci deve essere un patto politico tra i Paesi che preveda la ratiAica del nuovo trattato secondo il principio di maggioranza degli Stati in modo che la volontà di un solo paese non blocchi il processo Aino alla paralisi che viviamo tuttora, con-­‐ seguenza nefasta dell'applicazione del principio di unanimità. Di modo che l'opinione pubblica del Pae-­‐ se contrario non blocchi questa necessità imposta dalla Storia.

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Oltre ad un malinteso concetto di indi-­‐ pendenza, alla base di questa scelta ci furono lo scetticismo verso il progetto e successivamente, la scelta precisa di puntare alla collaborazione con i grandi colossi americani, scelta che avrebbe dovuto assicurare un ingresso facilitato nel maggiore mercato militare al mon-­‐ do: quello per l’appunto degli USA. Tuttavia, la fusione tra EADS e BAE avrebbe signi<icato, per Finmeccanica, l’automatica isolamento nel gioco euro-­‐ peo e con molta probabilità avrebbe portato il governo italiano a chiedere un ingresso che, per quanto tardivo e per quanto marginale, gli avrebbe permesso di avere una qualche voce in capitolo all’interno del potenziale colosso, rical-­‐ cando in parte il modello di MBDA. La mancata fusione non deve pertanto ral-­‐ legrarci, ma anzi deve essere un’occa-­‐ sione per ri<lettere sul futuro della no-­‐ stra principale impresa operante nel settore. La domanda che quindi dobbiamo porci, come italiani ed europei, è quale ruolo vogliamo giocare in futuro nella difesa europea: vogliamo allinearci alle posi-­‐ zioni inglesi e continuare a rispondere alla logica di un atlantismo anacronisti-­‐

co? Vogliamo condannare Finmeccanica e l’industria della difesa italiana ad un rango residuale, di subfornitore di co-­‐ lossi europei o americani o eventual-­‐ mente euro-­‐americani? O piuttosto, vo-­‐ gliamo essere protagonisti di questo processo, onorando la nostra storia e la nostra tradizione politica, da paese fon-­‐

datore della CEE, da paese della core Europe? La questione rimane sempre sul tavolo: molti cittadini europei protestano e cri-­‐ ticano i rispettivi governi nazionali, per non essere abbastanza incisivi nei tagli alla difesa o non altrettanto quanto nel campo della spesa sociale. Senza entrare nel dettaglio, basta ricordare la polemi-­‐ ca sull’acquisto degli F35. La difesa, tut-­‐ tavia, rimane tuttora uno dei compiti fondamentali dello Sato, ed è uno degli strumenti attraverso il quale la sovrani-­‐ tà si esprime. E’ nell’ordine delle cose il fatto, che i governi preferiscano tagliare altre spese, piuttosto che quella per la difesa, per quanto questo orientamento possa essere discutibile o anche odioso. Non si tratta quindi di tagliare la difesa e basta: si tratta di rivedere come questa è composta, e con quale <ine la difesa eu-­‐ ropea viene organizzata. Andrea Corona Francesco Violi

Publius - Per un’alternativa europea Numero 13 - Dicembre/Gennaio 2012/13

publius-unipv.blogspot.com Via Villa Glori, 8 Pavia - Tel: 3318443023 - E-mail: publius.pv@gmail.com Direttore responsabile: Laura Filippi Redazione: Nelson Belloni, Federico Butti, Martina Cattaneo, Andrea Corona, Laura Filippi, Giacomo Ganzu, Gianmaria Giannini, Luca Lionello, Maria Vittoria Lochi, Gabriele Mascherpa, Laura Massocchi, Davide Negri, Matilde Oppizzi, Carlo Maria Palermo, Elena Passerella, Gilberto Pelosi, Giovanni Salpietro, Giulia Spiaggi, Francesco Violi, Gabriele Volpi. Stampato presso: Tipografia P.I.M.E Editrice S.r.l Puoi trovare Publius, oltre ai vari angoli dell’Università, anche presso: bar interno facoltà di Ingegneria, bar facoltà di Economia, mensa Cravino, sala studio San Tommaso, bacheca A.C.E.R.S.A.T cortile delle statue. Periodico trimestrale degli studenti dell’Università di Pavia. Informazioni, riflessioni e commenti sull’Europa di oggi e di domani. Registrazione n. 705 del Registro della Stampa Periodica - Autorizzazione del tribunale di Pavia del 19 Maggio 2009

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Iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione Permanente Studenti dell’Università di Pavia nell'ambito del programma per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti Distribuito con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic .


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