Publius
P e r u n ’A l t e r n a t iv a
Indice
1
pag.
Editoriale
Publius
2 Un budget per
pag.
l’eurozona
Giulia Spiaggi
4 Cameron e il
pag.
nuovo ruolo del Regno Unito
Maria Vittoria Lochi Luisa Trumellini
5 Il rapporto
pag.
Gallois e i limiti della politica industriale francese Nelson Belloni
7 Mali, un con>litto
pag.
che ha origini lontane
Giacomo Ganzu
Europea
La situazione politica ita-‐ liana dopo le elezioni è particolarmente critica, sarà dif7icile arrivare ad un accordo tra le forze politi-‐ che che esprima un gover-‐ no stabile. Una parte degli elettori ha scelto un voto di protesta contro una classe politica da cui non si sente più rappresentata. Mentre un'altra parte ha ceduto al richiamo di idea-‐ li populisti e nazionalisti che rappresentano una fuga dalla realtà in quanto non sono soluzione all'at-‐ tuale situazione di crisi europea. Conseguenza di queste scelte è l'ingover-‐ nabilità che può determi-‐ nare una svolta autorita-‐ ria, come nel 1922, e, come allora, contagiare il resto dell'Europa, e portare alla disgregazione dell'UE. Se dovesse prevalere l’ingo-‐ vernabilità oppure se si dovesse formare un go-‐ verno senza precisi impe-‐
Confederazione dei giornali universitari pavesi
Numero 14 - Marzo/Aprile 2013 distribuzione gratuita
Giornale degli studenti dell’Università di Pavia. Informazione, riflessioni e commenti sull’Europa di oggi e di domani
gni europei, quando verrà il momento di ricorrere all'aiuto della BCE e del fondo salva Stati per far fronte agli attacchi della speculazione internaziona-‐ le, chi potrebbe mostrarsi solidale e comprensivo con gli italiani? E a quel punto, in nome di che cosa i cittadini do-‐ vrebbero resistere alle si-‐ rene del populismo e del nazionalismo? Così sareb-‐ be affossata la prospettiva della trasformazione del-‐ l'unione economica e mo-‐ netaria in una unione ban-‐ caria, 7iscale, economica e politica. Queste sono le responsabilità di fronte alle quali si trovano gli ita-‐ liani. Tutto dipende ormai dall'esito del tentativo di dar vita ad un governo che, oltre ad introdurre le ri-‐ forme istituzionali minime indispensabili al Paese, d o v r e b b e i m p e g n a r s i apertamente a rispettare
gli obblighi assunti in sede europea senza mettere in pericolo la costruzione dell'unità europea e con-‐ tribuendo a completare l’unione monetaria con l’unione economica e poli-‐ tica. Se ciò accadrà, sarà possibile mettere anche la Francia e la Germania di fronte alla responsabilità di varare un piano per lo sviluppo sostenibile e l'oc-‐ cupazione 7inanziato da risorse proprie provenien-‐ ti da una tassa sulle tran-‐ sazioni 7inanziarie e una tassa sulle emissioni di CO2 destinate ad alimen-‐ tare un bilancio autonomo dell'eurozona. Solo imboc-‐ cando questa strada sarà possibile coniugare la cre-‐ scita al rigore, al quale so-‐ no state 7inora contrappo-‐ ste ricette nazionali e po-‐ puliste destinate al falli-‐ mento. Publius
Un budget per l’eurozona Il deludente esito del dibattito sulle
prospettive di 7inanziamento del-‐ l’Unione europea 2014-‐2020 che si è concluso nell'ultimo Consiglio euro-‐ peo ha evidenziato come il procedi-‐ mento intergovernativo a ventisette che caratterizza l'attuale sistema di formazione, gestione e impiego del bilancio europeo non è adeguato a promuovere la crescita, lo sviluppo e l’occupazione per fondare il rilancio economico dell'Europa. L'alternativa è rappresentata dal piano per la così detta unione economica e politica presentato nel blueprint della Com-‐ missione europea e nel documento redatto dai quattro presidenti di Consiglio, Commissione, Parlamento e Banca Centrale che prevede la creazione di “un bilancio autonomo per l'eurozona dotato di una capacità 7iscale per aiutare i paesi membri ad assorbire gli shock”. La proposta è stata oggetto di auto-‐ revoli ri7lessioni, tra cui quelle con-‐ tenute in alcuni documenti editi dal centro studi Bruegel, in particolare A Budget for Europe’s Monetary Union, di Guntram Wolf (n. 2012/22, di-‐ cembre 2012). La ri7lessione prende avvio dalla storia della creazione del-‐ l'euro ed evidenzia come le proposte iniziali di accompagnarlo ad una vera unione economica non si sono realiz-‐ zate, mentre le regole stabilite dal
2
Trattato di Maastricht sono state livello centrale può sbloccare la si-‐ pensate per governare una situazio-‐ tuazione. ne di relativa stabilità, ma si sono Un’ipotesi che invece non viene pre-‐ rivelate drammaticamente inadegua-‐ sa in considerazione è quella della te per gestire le crisi. La creazione di possibilità di usare il bilancio per 7i-‐ un bilancio dell'eurozona aiuterebbe nanziare un grande piano di rilancio a restituire 7iducia e credibilità sui dello sviluppo socialmente ed ecolo-‐ mercati alla moneta unica e ai paesi gicamente sostenibile. La proposta di che la utilizzano. Il suo principale un piano per la crescita è stata avan-‐ scopo dovrebbe essere la politica di zata dalla Francia, mentre nello sce-‐ s t a b i l i z z a z i o n e p e r nario prospettato dal scongiurare il rischio di Un bilancio dell'euro- Bruegel la gestione dei shock asimmetrici nella zona aiuterebbe a beni pubblici tra cui la zona euro. L’esperienza salvaguardia dell'am-‐ restituire fiducia e dimostra infatti che “re-‐ biente e il mantenimento gional governments in a credibilità sui mercati della sicurezza sociale monetary union cannot alla moneta unica dovrebbe restare ancora provide a 7iscal respon-‐ al livello dell'Unione a se to large and deep balance-‐sheet ventisette. recessions because of the unwil-‐ Per quanto riguarda il 7inanziamento lingness of investors to 7inance ex-‐ del bilancio, le risorse dovrebbero ternal debt. National 7iscal policy be-‐ essere reperite o con l'imposizione comes ineffective. Monetary policy, 7iscale diretta sui cittadini, che si po-‐ by de7inition, does not address deep trebbe realizzare istituendo una tas-‐ recessions that are purely regional” sa europea, oppure con erogazioni da (p.5). Ma anche in casi di crisi che parte dei bilanci nazionali. Chiara-‐ investono l’intera area monetaria la mente la prima ipotesi è preferibile funzione di un budget di natura fede-‐ in quanto il 7inanziamento al budget rale è indispensabile per invertire il non sarebbe più basato sul metodo trend recessivo. Le politiche 7iscali intergovernativo con tutte le conse-‐ regionali sono infatti poco ef7icienti, guenze negative che ne derivano. perché i singoli paesi aspettano di Una possibilità potrebbe essere la usufruire dell’intervento dei partner tassa sulle transazioni 7inanziarie che e rimandano o minimizzano le politi-‐ favorirebbe la regolamentazione dei che di stimolo; solo un intervento a mercati e che già undici dei paesi eu-‐ ro hanno adottato mantenendo però la gestione al livello nazionale. Oppu-‐ re la tassa sulle emissioni di anidride carbonica, una misura che aiutereb-‐ be la conversione della produzione verso modelli ecologicamente soste-‐ nibili. Nello studio del Bruegel lo scenario ideale in cui istituire il bilancio ad hoc dovrebbe essere allargato a quei paesi dell'Unione che hanno già adot-‐ tato le misure necessarie per entrare nell'euro stabilendo un cambio 7isso tra la loro moneta e l'euro. In seguito si presenterà la necessità di ridiscu-‐ tere i rapporti economici e commer-‐ ciali all'interno del mercato comune con i paesi al di fuori di quest'area. Il tentativo di stabilire dei criteri per valutare quando un paese ha diritto di ricevere l'aiuto dal bilancio dà luogo a diverse ipotesi. Uno dei me-‐ todi possibili è quello di considerare le variazioni del PIL che però non è più ritenuto un parametro esauriente
competitività. Rimane in7ine aperta la questione di chi e come debba es-‐ sere gestito il bilancio. Anche in que-‐ sto caso vengono avanzate, a livello di ri7lessione teorica, diverse ipotesi. La prima prevede delle pratiche au-‐ tomatiche con delle regole decise a priori; questo metodo, anche se ga-‐ rantisce una certa rapidità delle deci-‐ sioni, manca però di discrezionalità e di 7lessibilità. Una seconda ipotesi prevede di af7idare le decisioni ai rappresentanti dei governi sotto il controllo della Commissione in modo che ogni situazione venga valutata singolarmente. Però questa soluzione si basa sulla necessità dell'accordo tra i governi, ed è un metodo che si è spesso rivelato lento e inadeguato. Il nodo principale che non viene af-‐ frontato da questi studi è dunque quello della legittimità democratica, per valutare la situazione economica. budget federale; e che quindi si rive-‐ Un'altro sistema potrebbe essere lano più ef7icaci misure come quelle indispensabile nella misura in cui si quello di osservare l'evoluzione del atte a realizzare l’unione bancaria, devono decidere criteri di gestione mercato interno; un altro fare riferi-‐ che serve anche ad impedire il blocco del bilancio legittimi ed ef7icaci quin-‐ di applicare le riforme mento al livello dello spread per cal-‐ del mercato dei capitali, colare l'entità del 7inanziamento a cui che di per sé ha una Il nodo principale è che da queste decisioni derivano. La stessa im-‐ il paese ha diritto. Naturalmente il funzione decisiva nel-‐ quello della paese destinatario del 7inanziamento l’assorbimento degli legittimità democratica posizione 7iscale neces-‐ saria per dotare il bi-‐ deve essere anche vincolato alla rea-‐ shock. Quello che Gros lancio di risorse pro-‐ lizzazione di opportune riforme per non sembra tenere in prie richiede una rappresentanza rilanciare lo sviluppo e la produttivi-‐ considerazione è sia il ruolo di un veramente democratica. Questo si tà, in modo da arginare le preoccupa-‐ bilancio federale per permettere il può realizzare solo a partire dalla zioni dei paesi più stabili dell'area corretto funzionamento dei meccani-‐ differenziazione delle responsabilità che temono la possibilità che un pae-‐ smi di stabilizzazione che il mercato se più debole diventi dipendente dai mette in atto solo in contesti protetti e funzioni di controllo in seno al Par-‐ lamento europeo tra parlamentari 7inanziamenti dei partner. Per lo dalla garanzia (in ultima istanza poli-‐ eletti nell’eurozona e fuori di essa, su stesso motivo il periodo tica) che deriva da un di tempo durante il qua-‐ Sono urgenti delle bilancio unico ef7icace; questioni di bilancio, 7iscali ed eco-‐ le erogare il 7inanzia-‐ riforme per ridurre sia il fatto che nessuna nomiche riferibili all’area euro. E in prospettiva con la convocazione di mento deve essere cali-‐ la disoccupazione e unione monetaria è so-‐ brato in modo da non p r a v v i s s u t a s e n z a una Convenzione costituente per re-‐ aumentare la comdigere una costituzione che istituisca essere troppo breve al un'unica politica econo-‐ petitività punto da non lasciare il mica e 7iscale. Per questo un governo per l'eurozona. tempo di applicare le la sola istituzione del bi-‐ Giulia Spiaggi necessarie riforme; né troppo lungo, lancio non è di per sé suf7iciente, ma tanto da disincentivare il governo del si deve anche com-‐ pletare l'unio-‐ paese a cercare di sforzarsi di uscire ne bancaria in dalla situazione corrente. modo che a livello Rispetto a questi studi che vogliono e u r o p e o c i s i a dimostrare, prima ancora di entrare un'istituzione che nei dettagli tecnici delle ipotesi di controlli l'operato realizzazione, la necessità di un bi-‐ delle banche e in lancio comune per la sopravvivenza caso di necessità dell’area euro, alcuni economisti ri-‐ sovrintenda al loro tengono invece che l'istituzione di ri7inanziamento. tale bilancio non sia indispensabile Considerando poi per risolvere la crisi. Ad esempio Da-‐ la disparità esi-‐ niel Gros, in una nota datata 7 di-‐ stente tra i merca-‐ cembre 2012, The False Promise of a ti del lavoro dei Eurozone Budget, sostiene, rifacen-‐ paesi europei sono dosi all’esperienza americana, che urgenti delle ri-‐ solo una piccola percentuale dell’in-‐ forme che li armo-‐ tervento a sostegno della ripresa di nizzino per ridurre uno Stato della federazione viene la disoccupazione operata dal trasferimento di fondi dal e aumentare la
3_
Cameron e il nuovo ruolo del Regno Unito
4
Mentre la crisi economica si appro-‐ fondisce nell’eurozona, il vero pro-‐ blema che l’Europa deve affrontare, al più presto, è quello di separare isti-‐ tuzionalmente il quadro del mercato unico a venitsette – con la sua logica inevitabilmente intergovernativa, appena sfumata dal cosiddetto me-‐ todo comunitario – dal quadro del-‐ l’Unione monetaria, in cui deve poter iniziare a funzionare la logica federa-‐ le di un potere sovranazionale auto-‐ nomo, di un bilancio adeguato dotato di risorse proprie per promuovere la crescita e lo sviluppo, di una riparti-‐ zione dei poteri e delle competenze che corrisponda al trasferimento di sovranità dagli Stati all’Europa. Le condizioni per avviare questa bat-‐ taglia ci sono ormai tutte, da tempo. L’ultimo elemento di chiarezza l’ha fornito addirittura la Gran Bretagna. Cameron ha preso atto uf7icialmente della necessità di separare i due quadri. Nel suo attesissimo discorso the European Union must be, as it is mercato unico – per completare dav-‐ sull’Europa, tenuto il 23 gennaio, il now, the single market. Britain is at vero l’Unione monetaria: a partire premier britannico Cameron ha usa-‐ the heart of that single market, and dall’impegno per avviare, subito, una to parole chiarissime, e proposto la must remain so.... “). La soluzione che battaglia per un budget aggiuntivo sua ricetta. “Those of us outside the propone è un nuovo trat-‐ dell’eurozona fondato euro recognise that those in it are tato che prenda atto delle su risorse proprie (in Il problema è sfrutlikely to need to make some big insti-‐ diverse esigenze. Certo, primis la TTF che nasce tutional changes. By the same token, Cameron chiede anche che tare questa oggetti- in seno all’eurozona); the members of the eurozone should in questo nuovo contesto va impasse della per proseguire con accept that we, and indeed all mem-‐ la Gran Bretagna negozi Gran Bretagna, che l’apertura di un proces-‐ ber states, will have changes that we una partecipazione à la non può fermare il so costituente per 7is-‐ need to safeguard our interests.... We carte alla nuova Unione, processo di integra- sare gli equilibri di una understand and respect the right of sollecita più 7lessibilità nuova Unione con di-‐ zione dell’eurozona, others to maintain their commitment nelle regole, una parziale versi gradi di integra-‐ to this goal (to "lay the foundations of rinazionalizzazione delle per completare dav- zione. an ever closer union among the peo-‐ competenze, maggiore vero l’Unione mone- Queste dovrebbero es-‐ ples of Europe", as European treaty taria. controllo dei parlamenti sere le battaglie del commits the member states, n.d.r.). nazionali. Tutte proposte Parlamento europeo: i But for Britain – and da molti giudicate inac-‐ proclami sulla Federazione europea perhaps for others – it is We would be much cettabili e irrealistiche, senza riferimento al quadro in cui not the objective. che altri trasformano questa è realizzabile ormai non ser-‐ And we would be much more comfortable if nell’ipotesi di un’uscita vono più; e la difesa del metodo co-‐ more comfortable if the the treaty specifical- degli inglesi dall’UE e munitario o il sostegno al rafforza-‐ treaty speci7ically said so, ly said so, freeing nella stipulazione di un mento dell’Unione presto a ventotto freeing those who want to those who want to nuovo patto come “asso-‐ sono addirittura controproducenti. go further, faster, to do go further, faster, to ciate member”, tipo la Quello che il Parlamento europeo so, without being held Svizzera e la Norvegia. deve avere la capacità di fare è di do so, without being back by the others....”. Ma tutto ciò è seconda-‐ diventare avanguardia di una lotta Londra sa che sarebbe held back by the ot- rio: il problema è sfrut-‐ costituente per trasformare l’Unione hers controproducente ferma-‐ tare questa oggettiva monetaria in un’unione politica fede-‐ re la stabilizzazione del-‐ impasse della Gran Bre-‐ rale e per rifondare l’Unione europea l’Unione monetaria, la quale dipende tagna, che non può fermare il proces-‐ su questa base. da un “grande cambiamento istitu-‐ so di integrazione dell’eurozona – zionale”. E ha interesse a rimanere perché sa che ne va della sopravvi-‐ Maria Vittoria Lochi nel mercato unico (“At the core of venza dell’euro e, quindi, dello stesso Luisa Trumellini
Il rapporto Gallois e i limiti della politica industriale francese Il 5 novembre è stato pubblicato in Francia il rapporto stilato dal Com-‐ missario generale agli investimenti Louis Gallois, che era stato incarica-‐ to dal governo di analizzare lo stato di salute dell’industria del suo pae-‐ se. Sulla base di questo rapporto, intitolato Patto per la competitività dell’industria francese, il governo ha poi adottato una serie di misure per cercare di rilanciare il settore indu-‐ striale. Il rapporto è utile sia perché fornisce un’analisi completa della condizione in cui versa un paese eu-‐ ropeo importante come la Francia, sia perché mostra i limiti delle poli-‐ tiche economiche e degli obiettivi di uno Stato nazionale che, in quanto tale, risponde esclusivamente al proprio elettorato. Innanzitutto, l’eco che questo rapporto ha suscita-‐ to in Francia, e il fatto stesso che sia stato commissionato, sono un ulte-‐ riore prova del fatto che, rispetto alla logica dominante prima della crisi, il futuro dello sviluppo econo-‐ mico non è più pensato in termini di ampliamento del settore dei servizi, in particolare di quelli 7inanziari, considerati 7ino a poco tempo fa as-‐ l’Italia (18,6%). Complessivamente solutamente prioritari, ma si cerca la Francia ha perso due milioni di di perseguire un rafforzamento del posti di lavoro nel ramo industriale settore industriale. Si torna a capire che nel 2000 rappresentava il 26% che la produzione manifatturiera degli impieghi mentre oggi rappre-‐ comporta anche una serie di ricadu-‐ senta il 12,6%, cioè la metà. Queste te importantissime per il sistema-‐ cifre mostrano che c’è, anche, un paese, a partire dall’accesso alle tec-‐ problema di mentalità che si è venu-‐ nologie più avanzate e so7isticate, e ta a creare: uno dei luoghi comuni che (come dimostrano la Cina e la che occorre sfatare è che il lavoro Germania) è strategico nel settore industriale sviluppare la propensio-‐ La Francia è passata oggi sia meno redditizio ne alle esportazioni e alla rispetto a quello nel creazione di alto valore dall'essere paese settore dei servizi. Il aggiunto. Il rapporto par-‐ esportatore a paese governo si trova quindi importatore te da un’analisi dei dati con il problema di do-‐ m a c r o e c o n o m i c i c h e ver cercare di incenti-‐ fanno stimare a Gallois vare il numero degli ingegneri, dei che la Francia si trovi in condizioni tecnici, degli operai, dei ricercatori, prossime ad una soglia critica, supe-‐ ecc. La Francia è passata dall’essere rata la quale diventerebbe reale una un paese esportatore nel 2000, seb-‐ minaccia di destrutturazione del-‐ bene con una eccedenza lieve rispet-‐ l’apparato industriale. La Francia è to alle importazioni, all’essere di-‐ infatti passata da un rapporto tra ventata un paese importatore con PIL industriale e PIL globale di 18% un consistente de7icit di 70 miliardi nel 2000 a poco più del 12,5% nel nella bilancia dei pagamenti. L’euro-‐ 2011 e si colloca al 15° posto nel-‐ zona è il maggior mercato di sbocco l’eurozona. I paesi europei migliori, per i francesi, ma, nonostante ciò, la sotto questo pro7ilo, sono la Germa-‐ Francia rappresenta solo il 9% nia (26,2%), la Svezia (21,2%) e (12% nel 2000) delle esportazioni
interne all’eurozona mentre ad esempio la Germania rappresenta il 22% (20% 2000). Quali sono le ra-‐ gioni della perdita di quote di mer-‐ cato così ampie? La Francia sembra schiacciata da un lato dal modello tedesco, il cui settore industriale è posizionato su un segmento di gamma superiore meno sensibile al fattore prezzo ed è sostenuto da una politica economica che permette un contenimento dei costi (anche per effetto dei bassi salari nei servizi, inconcepibili in Francia) che avvan-‐ taggiano ulteriormente le imprese, i cui margini di pro7itto superiori fa-‐ voriscono la crescita degli investi-‐ menti. Dall’altro lato, dai paesi emergenti che hanno costi unitari di produzione ancor più bassi e che al tempo stesso sono sempre più in grado di produrre beni di valore ag-‐ giunto sempre maggiore e con con-‐ tenuto tecnologico sempre più ele-‐ vato. La reazione dell’industria fran-‐ cese rispetto a questa duplice con-‐ correnza è stata quella di cercare di preservare la competitività dei prezzi a discapito della sua competi-‐ tività globale: i margini di guadagno
5_
si sono così abbassati dal 30% al gni7ica che la spesa statale francese che vanno dalle eccellenze nazionali, 21% nel periodo 2000-‐2011, mentre in R&S è poco orientata al sostegno ad un buon sistema di infrastrutture nello stesso periodo in Germania del settore industriale, che così e servizi pubblici, ad un basso prezzo crescevano del 7%. Di conseguenza il somma le due dif7icoltà, quella ad dell’energia elettrica, ad un’alta qua-‐ tasso di auto7inanziamen-‐ ottenere 7inanziamenti lità della vita e ad una produttività to è crollato dall’80% al statali e il basso tasso di oraria del lavoro ancora tra le più 65%, quando in Europa è Nessun riferiauto7inanziamento. Il alte in Europa. Sulla base di questi vicino al 100%. Gli inve-‐ mento al dibatti- rapporto prosegue con punti di forza, e con l’obiettivo di stimenti per aumentare la to sull'Eurozona un lungo elenco di criti-‐ andare a correggere le debolezze, il produttività e l’innovazio-‐ cità del sistema francese, rapporto indica una serie molto det-‐ ne del processo di produ-‐ che include la mancanza tagliata di proposte di riforme ed zione sono calati drasti-‐ di medie imprese (il si-‐ interventi che suggerisce al governo camente e le imprese francesi, fatti stema è polarizzato tra grandi grup-‐ di avviare. Il quadro europeo, in salvi alcuni settori di punta, hanno pi a vocazione internazionale e im-‐ questo contesto, è citato solo nella perso terreno rispetto alle migliori prese troppo piccole per riuscire a prospettiva di rafforzare le politiche industrie europee. Il primo settore svilupparsi e ad essere competitive comunitarie già in essere, concepite su cui la Francia deve intervenire sul mercato internazionale); una in un’ottica di coordinamento e co-‐ per invertire il trend negativo è scarsa capacità di fare rete da parte operazione intergovernativa. Nessun dunque quello della ricerca, dell’in-‐ delle imprese e un cattivo funziona-‐ riferimento, quindi, al dibattito in novazione e della formazione. La mento delle 7iliere; una scarsa soli-‐ corso sul bilancio per l’eurozona, spesa statale francese in R&S è tra le darietà territoriale; un’eccessiva de-‐ sull’ipotesi di un piano di sviluppo più alte in assoluto (2,24% del PIL), localizzazione che ha for-‐ europeo, sulle quattro ma allo stesso tempo è bassa la quo-‐ temente destrutturato unioni e sopratutto sul-‐ Le proposte reta degli investimenti privati (solo ampie 7iliere industriali; l’unione politica, oltre che l’1,4% del PIL, ossia la metà rispetto un mercato del lavoro che stano meramente su parziali condivisioni del nazionali ai paesi scandinavi e alla Germania e necessita di essere meglio debito o progetti di part-‐ molto inferiore in generale alla me-‐ organizzato per eliminare nership euro-‐mediterra-‐ dia dell’eurozona). Inoltre, mentre in rigidità che pesano in ta-‐ nea. Le proposte restano Germania il 5,4% delle imprese te-‐ luni settori mentre in altri vige una meramente nazionali, con tutti i limi-‐ desche ha bene7iciato di 7inanzia-‐ totale mancanza di protezione. E ti che le caratterizzano: ad esempio, menti pubblici per la ricerca e lo svi-‐ cerca di evidenziare i vantaggi del sulla questione dell’energia, il rap-‐ luppo, in Francia ciò è accaduto solo paese su cui far leva per cercare di per l’1,4%. delle aziende Questo si-‐ far ripartire il settore industriale, >> pag. 7
Scheda personaggio - Konrad Adenauer Konrad Adenauer (Colonia, 5 Gennaio 1876 -‐ 19 Aprile 1967, Bad Honnef) fu primo cancelliere federale della Repubblica Federale Tedesca. Fu sindaco di Colonia dal 1917 7ino all’avvento del regime nazista nel 1933 e ri7iutò sempre ogni collaborazione con il NSDAP e con le autorità na-‐ ziste. Questo ri7iuto lo costrinse a subire, 7ino alla 7ine del regime nel 1945, le continue angherie da parte delle autorità hitleriane. Durante i primis-‐ simi anni del dopoguerra, Adenauer si adoperò per la riunione di tutti i gruppi politici popolari e democratici d’ispirazione cattolica e luterana in un solo gruppo politico. Il suo operato portò alla fondazione della CDU, (Christlich Demokratische Union) di cui Adenauer fu il primo presidente. A livello di politica estera la scelta di Adenauer fu il deciso e con-‐ vinto schieramento della Repubblica Federale a 7ianco della NATO nel 1949. Successivamente, Adenauer si spese anche a favore del riarmo della Repubblica Federale in funzione non imperialista ma invece pro-‐europea ed antistaliniana. In tal senso, egli fu uno dei principali sostenitori della Conferenza di Messina e della Comunità Europea di Difesa. Adenauer, assieme a De Gasperi e Schuman, fu uno dei fondatori della CECA e suc-‐ cessivamente 7irmatario del Trattato di Roma. L’adesione a questi progetti lo portò allo scontro domestico con l’opposizio-‐ ne socialdemocratica e principalmente contro i grandi cartelli tedeschi, che vedevano minacciati il proprio ruolo. Durante il suo governo, grazie all’operato del ministro dell’economia
6
Ludwig Erhard, la Germania diede vita ed applicò il sistema chiamato della Soziale Marktwirtschaft, che univa il libero mercato con il ruolo regolatore dello stato. A suggello del suo attivismo in favore della pace e della riconciliazione europea, venne 7irmato il 22 Gennaio 1963 (l’ultimo anno del suo lungo Cancellierato) il trattato dell’Eliseo, che sanciva de7initivamente la nascita di un nuovo capitolo nella storia delle relazioni Franco-‐Tede-‐ sche. Morì nella sua casa a Bad Honnef, nei pressi di Bonn. La 7iglia raccontò che le sue ultime paro-‐ le (pronunciate in dialetto renano) furono: “Non c’è niente di cui preoccuparsi”. Tra le sue frasi più celebri: “Ero fermamente convinto che se la partenza era avvenuta in quel modo, se cioè i sei Stati partecipanti trasferivano volontariamente e senza alcuna riserva una parte della loro sovranità ad un organismo superiore, si poteva sperare che un’evoluzione simile si sarebbe compiuta anche in altri campi e con con ciò si sarebbe inferto un colpo mortale al nazionalismo”. “Mi opponevo ad un riarmo tedesco, motivando la mia opposizione con le gravi perdite umane subite dalla Germania nell’ultima guerra mondiale (...). Non era ammissibile sotto alcun punto di vista che dei tedeschi potessero venire arruolati nelle formazioni straniere come dei mercenari o dei lanzichenecchi (...). In caso estremo ero disposto ad esaminare una proposta di partecipazione tedesca all’armata di una Federazione europea”. (Adenauer, Memorie, cit. p. 393)
Mali, un conflitto che ha origini lontane Il con7litto in Mali, assurto all’atten-‐ zione mondiale nelle scorse settima-‐ ne in seguito all’intervento francese, è emblematico della crisi che sta in-‐ vestendo l’intera regione nord afri-‐ cana. La radice primaria è sicuramente locale: la regione, una delle più pove-‐ re del pianeta, che vive stentatamen-‐ te di agricoltura e che recentemente è stata direttamente colpita dalla diminuzione degli aiuti internaziona-‐ li allo sviluppo, è da sempre in preda all’anarchia e alla violenza; sin dalla fondazione dello Stato del Mali la popolazione tuareg è impegnata in un aspro confronto con il governo centrale per rivendicare l’indipen-‐ denza della propria regione (i terri-‐ tori sahariani del Nord, chiamati Azawad). Le tensioni fondamentali-‐ ste che scuotono il mondo arabo si sono inserite su questo terreno ferti-‐ le, già a partire dalla guerra civile che ha insanguinato l’Algeria all’inizio degli anni Novanta e che si è conclu-‐ sa con la scon7itta del Gruppo islami-‐ co armato. I resti delle forze islami-‐ ste si sono rifugiati nel Sahel e hanno dato vita alla cellula magrebina di Al Qaeda, 7inanziandosi innanzitutto
da pag. 6
porto tiene a sottolineare che lo svi-‐ luppo delle risorse rinnovabili non deve mettere a repentaglio il basso costo dell’energia, tant’è che gli in-‐ vestimenti suggeriti in campo ener-‐ getico riguardano soprattutto il set-‐ tore degli scisti bituminosi e del gas naturale, che sono idrocarburi. Non ci si pone quindi il problema di pre-‐ venire un effetto collaterale, il mag-‐ giore consumo energetico, legato all’auspicato aumento della produ-‐ zione industriale, sacri7icando così l’obiettivo di lungo periodo del ri-‐ sparmio energetico (strategico sotto molti punti di vista) in nome della competitività nel breve periodo. In questo senso basta fare un paragone con paesi come la Cina, l’India e il Brasile che possono permettersi di tutelare i propri interessi anche di lungo periodo investendo largamen-‐
tramite i sequestri a scopo di estor-‐ sione, in particolare di stranieri. Recentemente, la dissoluzione dello Stato libico, otre ad aver accresciuto l’instabilità dell’area e aver alimenta-‐ to la nascita di traf7ici e, conseguen-‐ temente, di bande criminali (alcune delle quali si sono ammantate della bandiera dell’Islam), ha aperto le frontiere a ingenti 7lussi di armi e al rientro in Mali della legione dei tua-‐ reg che prestavano servizio nel-‐ l’esercito di Ghadda7i. Questo insie-‐
te nel settore delle energie rinnova-‐ bili e sostenibili (basti pensare che la Cina è il paese che investe mag-‐ giormente per le rinnovabili al mondo). Più in generale, il rapporto, nel momento in cui affronta la que-‐ stione di quale politica economica favorire tra la demand side economy e la supply side economy, rende evi-‐ dente come il fatto di usare esclusi-‐ vamente il criterio nazionale per valutare i vantaggi e gli svantaggi dei due modelli, impedisca un’anali-‐ si razionale. Poiché si considera “importazione” anche ciò che pro-‐ viene dagli altri paesi dell’Unione e si pone la questione che in un mer-‐ cato unico i vantaggi del sostegno alla domanda interna ricadono an-‐ che sugli altri partner commerciali, la scelta deve per forza ricadere sul-‐ la supply side economy, e di conse-‐ guenza si suggeriscono misure per il sostegno alle imprese e all‘esporta-‐
me di fattori ha avuto, tra le tante conseguenze, anche quello di raffor-‐ zare il Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad e quindi di innescare una guerra civile nel paese che ha portato ad un colpo di Stato in Mali da parte di un gruppo di uf7iciali e ha creato le condizioni af7inché la regione tuareg dichiarasse la propria indipendenza. Di fronte a questo >> pag. 8
zione. Le risorse devono essere re-‐ perite con un mix di tagli alla spesa pubblica e aumento delle imposte, con l’obiettivo di raccogliere in bre-‐ vissimo tempo 30 miliardi di euro, che rappresentano l’1,5% PIL. L’ambizione di un grande piano di sviluppo si riduce, quindi, ancora una volta, alla decisione di puntare a tagli alle imprese e conseguenti au-‐ menti della tassazione. Questo è il modo di ragionare più o meno in tutti i paesi europei. E visti gli in-‐ successi che si accumulano, sempre più si conferma il fatto che il vero confronto non è tra austerità e inve-‐ stimenti per la crescita, ma tra piani di sviluppo nazionali e piani euro-‐ pei, capaci di avere l’impatto e il re-‐ spiro all’altezza dei grandi competi-‐ tor del XXI secolo. Nelson Belloni
7_
scenario la comunità internazionale zioni Unite, come pure dei partner si è ritrovata, come spesso accade, europei, e il fatto di fermare l’avan-‐ impotente. Le Nazioni Unite si sono zata dei gruppi fondamentalisti ha decise solo nel dicembre del 2012, suscitato un forte consenso. Ma è su iniziativa francese, a creare, con abbastanza evidente che non potrà una risoluzione, la Missione interna-‐ trattarsi di un intervento risolutivo: zionale di appoggio al Mali (AFI-‐ nell’area il caos rimane solo momen-‐ SMA), sotto il controllo taneamente congelato, operativo degli Stati La divisione degli eu- ma la situazione di africani della regione, ropei sta costando estrema povertà e la con l’obiettivo di “rico-‐ molto ai cittadini del disgregazione delle isti-‐ s t r u i r e l a c a p a c i t à vecchio continente in tuzioni statuali in tutta d’azione delle forze ar-‐ termini economici e la regione che va dl mate maliane” per re-‐ Corno d’Africa al Sahel sociali; ma sta cocuperare il nord del impediscono una vera paese e riconquistare stando molto anche a stabilizzazione. Non c’è nel giro di qualche mese tante aree del mondo da stupirsi che il fon-‐ il controllo del territo-‐ che beneficerebbero damentalismo islamico rio. Ma l’operazione è di una presenza poli- attecchisca e riesca a fallita clamorosamente, riorganizzarsi in questo tica europea. anche per l’intervento contesto, accrescendo di gruppi islamisti che hanno iniziato ulteriormente l’instabilità dell’area. a conquistare il sud del paese, co-‐ E’ evidente che occorrerebbe una stringendo l’esercito maliano a bat-‐ capacità di intervento ben più pro-‐ tere in ritirata. E’ stato questo preci-‐ fonda ed incisiva per avviare un per-‐ pitare della situazione che ha spinto corso di rinascita della regione. Da la Francia ad intervenire direttamen-‐ parte loro gli Stati Uniti, sin da te nel con7litto. Formalmente l’ope-‐ quando è venuto meno il confronto a razione gode del supporto delle na-‐ tutto campo con l’URSS, non hanno
più l’interesse strategico ad impe-‐ gnarsi direttamente, né intendono reperire le risorse per farlo. Sarebbe naturalmente, per ragioni storiche e geogra7iche, e per ragioni di evidenti interessi economici e politici, compi-‐ to degli europei cercare di stabilizza-‐ re l’area; ma la mancanza di unità politica fa sì che non esista una poli-‐ tica estera e di sicurezza europea, e ancor di più implica che l’Europa non abbia gli strumenti per essere un punto di riferimento politico. La divisione degli europei sta co-‐ stando molto ai cittadini del vecchio continente in termini economici e sociali; ma sta costando molto anche a tante aree del mondo che bene7ice-‐ rebbero di una presenza politica eu-‐ ropea e del suo supporto, prima fra tutte l’Africa. Speriamo che se mai gli europei riusciranno a dar vita ad una vera federazione per queste tormen-‐ tate regioni non sia ormai troppo tardi, e che non si crei una situazione di caos irreversibile nei prossimi decenni. Giacomo Ganzu
Publius - Per un’alternativa europea Numero 14 - Marzo/Aprile 2013
publius-unipv.blogspot.com Via Villa Glori, 8 Pavia - Tel: 3409309590 - E-mail: publius@unipv.it Direttore responsabile: Giacomo Ganzu Redazione: Nelson Belloni, Federico Butti, Martina Cattaneo, Andrea Corona, Laura Filippi, Giacomo Ganzu, Gianmaria Giannini, Luca Lionello, Maria Vittoria Lochi, Gabriele Mascherpa, Laura Massocchi, Davide Negri, Matilde Oppizzi, Carlo Maria Palermo, Elena Passerella, Gilberto Pelosi, Giovanni Salpietro, Giulia Spiaggi, Francesco Violi, Gabriele Volpi. Stampato presso: Tipografia P.I.M.E Editrice S.r.l Puoi trovare Publius, oltre ai vari angoli dell’Università, anche presso: bar interno facoltà di Ingegneria, bar facoltà di Economia, mensa Cravino, sala studio San Tommaso, bacheca A.C.E.R.S.A.T cortile delle statue. Periodico trimestrale degli studenti dell’Università di Pavia. Informazioni, riflessioni e commenti sull’Europa di oggi e di domani. Registrazione n. 705 del Registro della Stampa Periodica - Autorizzazione del tribunale di Pavia del 19 Maggio 2009
8
Iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione Permanente Studenti dell’Università di Pavia nell'ambito del programma per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti Distribuito con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic .