Publius 5

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Publius

Per un’ Alte r n a t iv a E u r o pea

Indice

1 Editoriale

pag.

Publius

2 Ma@ia e Stato

pag.

Davide Negri

4 I rapporti tra

pag.

Europa e Stati Uniti Laura Filippi

6 L’Europa e il

pag.

gigante cinese Giulia Spiaggi

7 L’Ucraina

pag.

cambia orizzonti Nelson Belloni

Il quinto numero di Publius, il primo del 2010, esce a set‐ tembre dopo una pausa di nove mesi dovuta alle dif;icol‐ tà che abbiamo incontrato nel procurarci i fondi per la stampa del giornale. L'anno scorso abbiamo potuto pub‐ blicare Publius grazie al con‐ tributo dell'A.C.E.R.S.A.T., l'en‐ te universitario che ha il com‐ pito di ;inanziare iniziative promosse da gruppi di stu‐ denti col ;ine di facilitarne la socializzazione. L'esistenza di Publius, come quella degli altri giornali uni‐ versitari, non dipende quindi soltanto dall'interesse che riesce a suscitare tra i suoi lettori e dalla volontà del gruppo di studenti che lo tie‐ ne in vita, ma anche dagli in‐ dirizzi della Commissione A.C.E.R.S.A.T. che si traducono nei bandi che che la Commis‐ sione pubblica a gennaio e a maggio di ogni anno. Questi mesi in cui ci siamo impegnati per garantire la

Universitari per la Federazione EuropeaNumero 5 - Settembre 2010 distribuzione gratuita

Giornale degli studenti dell’Università di Pavia. Informazione, riflessioni e commenti sull’Europa di oggi e di domani

sopravvivenza di Publius sono stati per noi l'occasione per una ri;lessione sull'obiettivo che ci siamo posti iniziando a scrivere un giornale di proposta politica europea, quale è Publius. Siamo infatti convinti che l'importanza di un dibattito politico libero e privo di faziosità sia innegabile, e per questo ci siamo proposti di contribuire a tale dibattito con il nostro punto di vista. Politica signi;ica innanzitutto perseguire il bene comune, nel senso più ampio del termine. Ma il quadro in cui si può perseguire tale ;ine è dato dalle istituzioni esistenti, e innanzitutto dallo Stato: per noi si tratta dello Stato italiano e delle sue istituzioni sovrane. Og‐ gi, però, noi viviamo la profonda contraddizione legata al fatto che i con;ini statuali sono delle mura permeabili rispetto ai processi globali e alla pressione esercitata dagli equilibri di potere e dalle forze che dominano a livello in‐ ternazionale; ma sono invece delle mura impermeabili per quanto riguarda la possibilità di

fare politica, e quindi di scegliere il bene comune in modo demo‐ cratico, libero da in;luenze e condizionamenti. E’ questo il nodo istituzionale che vorremmo mettere in luce in queste pagine: la forza della politica, e quindi la sua capacità di risolvere i bisogni e di andare incontro alle aspetta‐ tive dei cittadini, dipende innan‐ zitutto dalla solidità e dall'ade‐ guatezza delle istituzioni tramite le quali si opera e si agisce come collettività. Il mondo di oggi è una gigantesca arena in cui ai piccoli Stati non rimane che su‐ bire il vassallaggio, prima eco‐ nomico poi politico, degli Stati più grandi e più forti. E in parti‐ colare, per noi europei, c’è solo una possibilità per non soccom‐ bere: unirci in un vincolo federa‐ le. Solo recuperando a livello europeo, all'interno di un quadro statuale federale, la capacità di agire e di rilanciare un progetto di sviluppo economico, politico e sociale potremo far fronte alle s;ide del XXI secolo, che altri‐ menti rischiano di schiacciarci.


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